He said "be true", I swear I'll try

Louise&Regina

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  1. Louise De Maris
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    18 Y/O
    AMETRIN
    Era incazzata nera. Possibile che quella “ragazza”, se così poteva esser chiamata, visto che era e, ormai, sarebbe rimasta una “bulla” agli occhi di Louise, continuava a negare le sue azioni?! C’era persino Regina lì con loro e sarebbe bastato un movimento di polso per abbassarle il cappuccio dal capo per mettere in mostra i segni dei maltrattamenti. E, bisognava ricordarlo, la magia esisteva davvero e l’ametrina si sarebbe fatta in quattro per cercare un pensatoio nel caso in cui Blake non le avesse creduto affatto, ma avesse deciso di porre la sua fiducia nelle parole di Stefany. Ciò, comunque, non era accaduto, fortunatamente. Louise, però, non riusciva proprio a controllarsi. Quando quella smorfiosa, dopo aver lottato per qualche secondo, si permise di spingerla con quella puzza sotto al naso, lei non riuscì a vederci più. Tentò di scaraventarsi su di lei, ma, ancora una volta, si ritrovò sollevata da terra. Certo era che Louise era in uno spettacolo abbastanza sconcertante: i suoi capelli erano arruffati in alcuni punti, una striatura di sangue secco segnava il suo mento, mentre la parte di labbro che si era spaccato a furia di morderlo aveva su una crosticina che ne bloccava il flusso. Le parole del Black Opal non furono affatto gentili, ma non punsero affatto, poiché la sua mente era impegnata su altro. Comunque, le sentì e non poté trattenersi dal rispondere: - Lascia che sia io a decidere se il cuore mi regge! -. Non aveva alzato la voce, nonostante i suoi istinti: era capace di distinguere un uomo al limite da uno tranquillo, purtroppo… l’aveva imparato a sue spese.
    Quando il ragazzo rivolse la sua attenzione verso Stefany, Louise si girò di spalle ai due: ora avrebbe voluta averla lei quella felpa, per coprirsi. Si mise di fronte a Regina, cercando di coprirle la visuale: sapeva bene come fosse fatto Blake. Conosceva abbastanza profondamente i suoi difetti.
    - …non farci caso… - disse alla dioptase, con voce gentile, in un tentativo goffo di distogliere l’attenzione da ciò che stava accadendo.
    Louise non voleva guardare… si conosceva troppo bene da sapere che alcune gesta l’avrebbero mandata in panico, come quel giorno in nave. E, in effetti, non appena sentì il tonfo al muro, il cuore cominciò a batterle all’impazzata e lei dovette premere le sue mani contro le orecchie, per bloccare quel rumore, e chiudere gli occhi. Voleva momentaneamente estraniarsi da tutto. Aveva paura persino dei suoi attacchi di panico. Rilasciò la presa sul suo udito solo quando il suo cuore si calmò abbastanza da avere un battito semi-normale. Vicino a Regina c’era Blake, lo vide con la coda dell’occhio. Era troppo frastornata per pensare realmente a quello che aveva mostrato: si voltò verso i due, mentre i brividi di freddo si facevano pungenti. Stava letteralmente tremando: l’adrenalina era stata scaricata tutta e non restava che una Louise con le sue paure e le braccia scoperte. Nonostante tutto, i suoi riflessi erano ancora prontissimi: riuscì a raccogliere al volo un pezzo di qualcosa che le veniva gettato contro, ma, istintivamente, fece un passo in dietro, non capendo effettivamente cosa fosse. Il suo sguardo, dapprima sfocato, si fece più lucido e i suoi occhi distinsero la felpa, mentre le sue orecchie furono raggiunte da quel “Copriti. Fa freddo.”.
    Stette in quella posizione per un bel po' di tempo, capo chino, occhi puntati su quella felpa, corpo immobile. Si costrinse a riprendersi e, lentamente, se la infilò. Era calda, già scaldata dal corpo di Blake. Il suo profumo le inondò le narici mentre se la infilava sopra la testa. Era molto più grande di lei, visto che lui era molto più muscoloso del suo corpo esile, pelle e ossa. Allungò una mano verso i suoi capelli e, con una passata su di essi, cercò di renderli presentabili. La sua vista si scontrò con la figura di Regina. Rimase senza parole per qualche istante.
    - …non ce n’è bisogno… - le disse semplicemente. Poi, si ricordò di quanto lei avesse visto. “Cazzo. Cazzo. Cazzo!
    - Scusami tanto, ora devo andare… - affermò sbrigativamente, girandosi e scappando via, verso un nuovo porto che, sperava, fosse sicuro.

     
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15 replies since 9/5/2022, 23:54   200 views
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