He said "be true", I swear I'll try

Louise&Regina

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  1. Louise De Maris
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    Si tolse le cuffiette dalle orecchie con un movimento brusco di polso, facendosi male ad una cavità del suo apparato uditivo, su cui vi portò un mano, comprimendola, quasi che il gesto potesse calmare il dolore. Sbatté il telefono sul letto (menomale che fosse morbido, altrimenti in poco più di un mese si sarebbe fritta il cellulare nuovo) con rabbia, il quale rimbalzò, senza, fortunatamente, cadere per terra. Si passò una mano tra i capelli, tirandoli indietro, molto frustrata per la conversazione appena avuta con Blake Barnes. Era iniziata alla solita maniera e, per una volta che aveva avuto il coraggio di dirgli cosa pensava di lui, ecco che si offendeva. Non aveva nemmeno voluto sentire spiegazioni ed era per questo che Louise si sentiva così irritata e arrabbiata. Con "sprovveduto" lei si riferiva a quando accaduto in gita, dove il signorino non aveva avuto alcun problema a saltare su un mostro gigante, sul quale avrebbe potuto MORIRE! Ma no, ovviamente, lui non era uno sprovveduto, no-no... avevano già avuto una litigata a tempo debito, ma questo non voleva dire che lei non potesse avere un pensiero su di lui. Che, poi, "sprovveduto" era anche nel senso per cui si buttava a capofitto in situazioni pericolose senza pensarci affatto su ed era proprio per questo che, in tutto questo tempo, aveva esplicitamente evitato di portarlo a conoscenza di alcuni dettagli, come, ad esempio, quelli riguardanti le "punizioni" di suo zio: aveva compreso, in qualche modo, da alcune parole dette, che il Black Opal la riteneva stupida per il fatto che, secondo lui, accettava le percosse di Evrard Boyer e dei suoi alleati senza far nulla, senza ribellarsi. Blake, davvero, non sapeva tante cose che avrebbero sicuramente spezzato quella convinzione.
    Le sessioni di violenza avvenivano sempre con lei senza bacchetta, che era costretta a "consegnare" (per lo più le veniva strappata con la forza) ai suoi zii o a un elfo domestico che, da brava creatura, la consegnava nelle mani dei diretti interessati. E, per di più, come poteva ribellarsi, senza alcuna magia, ad un uomo o a degli uomini molto più grandi e forzuti di lei? Se lui, poi, pensava non ci avesse provato, sbagliava di grosso... perché lei lo aveva fatto, ma aveva "imparato" a sue spese a causa delle conseguenze. Non gli aveva mai detto in cosa consistevano quelle conseguenze... e mai lo avrebbe fatto se avesse continuato a comportarsi così.
    Alla fine, in chat, aveva sbottato un "Vaffanculo", con l'aggiunta di un "Buono studio", perché, si sa, la classe nella chiusura di litigi non poteva mai mancare. Almeno in quello, Louise era rimasta la stessa.
    Aveva bisogno di uscire, le mancava l'aria al solo pensiero che, non sapeva per quanto tempo, sarebbe rimasta sola come un cane, senza nessuno con cui chattare, con cui sfogarsi, in qualche modo, con cui distrarsi, soprattutto a seguito delle percosse da suo zio. Quel sentimento di solitudine si ancorò al suo cuore, mettendo radici di antichissime origini. Non provava quella sensazione di smarrimento e vuoto da quando era stata rapita. Voleva solo morire... perché mai il destino l'aveva voluta viva e vegeta? E perché non le dava l'opportunità di cambiare vita?!
    Si mosse fino a gambe penzoloni sul letto: si infilò le scarpe bianche, raccolse il telefono e gli auricolari e corse via dal dormitorio Ametrin, a perdifiato. Non aveva legato molto nemmeno con le sue compagne di stanza. Quando era diventata un così tale disastro?! Non era capace nemmeno di fare amicizia... e la cosa la spaventava a morte. Si sentiva appassire ogni giorno di più e non esisteva alcuna acqua capace di aiutarla. Solo Blake era stata la linfa, ma ora... sicuramente, non le avrebbe più parlato.
    Raggiunse presto i giardini pensili e non esitò a cercare un angolino tutto per sé, dove sapeva non sarebbe stata disturbata.
    Si sedette dietro ad una parete di rampicanti, sperando che fosse abbastanza da coprire la sua presenza. Si raggomitolò, stringendo le gambe tra le sue braccia, dopo aver infilato il telefono in tasca, e portando la testa sulle sue ginocchia, poggiata su di esse per guancia destra.
    Odiava quei momenti solitari, perché erano quelli durante i quali i pensieri facevano più male ed era più facile che sorgessero idee suicide. Lei non voleva morire, ma non voleva nemmeno essere così sola.
    D'improvviso, acciuffò un gruppetto di fili d'erba e li strappò via, violentemente, scagliandoli ad un lato con forza. Poi, portò la stessa mano sui suoi capelli, che strinse violentemente. Non le importava che facesse male, il dolore l'aiutava. Avrebbe voluto urlare, ma si trattenne mordendosi il labbro, fino a quando non cominciò a sanguinare. Una lacrima le solcò il volto, annunciando le molte altre che seguirono. Si strinse tra le sue stesse braccia, tremante per il freddo (prima di uscire, infatti, non aveva pensato di indossare una giacca, perciò il vento fresco le colpiva la pelle scoperta delle braccia, a causa del fatto che aveva solo una t-shirt a maniche corte), per i singhiozzi che cominciarono a sconquassarle il corpo e per il dolore, non tanto fisico quanto dell'"anima".


    Regina Beauvais
     
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    Era esattamente uno di quei giorni. Regina e Louisa, anche se in maniera completamente differente, avevano un unico vero problema: la solitudine. Spesso e volentieri, anche se era piena di persone che la circondavano, a parte suo fratello Adrien, Regina non aveva nessuno. Julian aveva deciso di mollarla, di andarsene via così. Si era fatto la valigia solamente perchè aveva avuto un attacco di gelosia nei confronti del Barnes, Adrien era non sapeva dove e lei si sentiva terribilmente sola. Certo, poteva chiamare qualsiasi delle sue compagne di casata, ma non si sarebbe sentita comunque compresa. Il fatto era che essere una secchiona ricca non era molto favorevole alle amicizie disinteressate. Regina era bella, intelligente ed una grandissima fessacchiona. Non sapeva esattamente come fosse la sua vita senza il gemello che le parava sempre il sedere o che le facesse aprire gli occhi su moltissime situazioni. Regina poteva sembrare una persona cattiva, a volte anche malvagia ed opportunista, ma non era per niente in quella maniera. Lei faceva tutta quella cosa solamente per sembrare forte, per non essere completamente mangiata dal mondo esterno, eppure era una piccola "Alice nel paese delle meraviglie"! Era una credulona perchè era una curiosona, era una che non faceva altro che leggere, che stare dentro i libri come se fossero la vera realtà. Si nascondeva in ideali ed in situazioni paradossali solamente perchè quello che davvero voleva non riusciva veramente ad ottenerlo. Non erano così diverse, solamente che una era trattata come una principessa, e l'altra era solamente una schiava che veniva picchiata dalla mattina alla sera. Ma la solitudine era la stessa. Quel giorno, per la prima volta, a Regina era successa una cosa che non avrebbe mai potuto pensare possibile: era stata bistrattata da una ragazza più grande e le aveva tagliato una ciocca di capelli. Ecco non c'era niente di più prezioso per lei. Poteva essere anche qualcosa di superficiale, ma era l'unica cosa che amava del suo fisico. Era una ballerina ed aveva puntato tutto sul suo corpo, correva, ballava, si allenava duramente ed i suoi capelli erano sempre stati lunghi e curati, adesso non averne una ciocca l'aveva completamente sconvolta. Sapeva anche chi fosse: Stefany. Maledetta puttana! Fatto si era che in quel momento giaceva in un angoletto dei gardini pensili, rannicchiata da una parte con una ciocca di capelli in mano, gli occhi lucidi e rossi e senza riuscire
    a dare neanche una lacrima. Odiava quella sua caratteristica. Perchè cavolo non riusciva mai a piangere? Perchè doveva tenersi tutto dentro. Nonostante il panico che stesse provando in quel momento, non riusciva comunque a reagire, in nessun modo. Ne riusciva ad esplodere di rabbia ne tanto meno di dolore. Era troppo controllata, era troppo impostata. L'unica cosa che la scosse davvero furono dei ciuffi d'erba che le arrivarono addosso.Non con troppa violenza, per fortuna. Er lontana da Louise, ma la forza e la violenza che ci mise nel romperli e lanciarli fu notevole. Si morse il labbro sentendo qualcuno piangere e singhiozzare e non fece altro che alzarsi, e con i suoi capelli in mano andare a vedere chi fosse. La riconobbe, era impossibile non farlo per lei. Comunque non disse niente, si mise affianco a lei e si rannicchiò di nuovo portandosi le ginocchia contro il petto. Non era in grado di consolarla, seriva a lei qualcuno che lo facesse. Ma forse, almeno Louise, sarebbe riuscita a sfogare la sua rabbia.
    Regina Beauvais

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    Il sapore metallico del sangue le si diffuse in bocca, mettendola al corrente di quanto si fosse fatta male, da sola, per l’ennesima fottuta volta. Si sentiva così arrabbiata, con Blake, con il mondo, ma, soprattutto, con sé stessa, con quella parte di sé che ci credeva ogni volta, che pensava di trovare un rifugio, delle braccia sicure in cui cadere e lasciarsi andare, una spalla su cui piangere, una persona con cui confidarsi e con cui ridere. E per l’ennesima volta, ne era rimasta scottata, perché quelle che viveva lei erano tutte favole bugiarde, inesistenti. E, ancora, continuava a mantenere un atteggiamento autolesionista. Si faceva male perché voleva farlo, a partire dal labbro che aveva morso così forte fino a farlo sanguinare, da quelle, per fortuna, poche ciocche di capelli che le erano rimaste tra le mani per averli tirati così forte da indebolire di molto il cuoio capelluto, dall’orecchio che pulsava ancora per l’auricolare strappato da esso con violenza.
    I suoi singhiozzi non accennavano a calmarsi: per l’ennesima volta pensò che non servisse a nulla vivere, perché nessuno mai le avrebbe voluto bene. Era arrivata persino a pensare che, forse, Aaron Barnes le facesse la “carità” solo per pulirsi la coscienza… ma sapeva bene non fosse vero. Pian piano, però, stava perdendo la fiducia in tutti coloro che la circondavano e lei non aveva trovato ancora nessun motivo per continuare a vivere. Tra i suoi singhiozzi, si rese conto, tuttavia, dalla presenza di qualcuno che si accovacciava vicino a lei, testimoniata anche dal rumore frusciante dell’erba sotto ai loro corpi. Alzò il capo e puntò i suoi occhi rossi, dalle ciglia bagnate, verso colei che riconobbe come la sorella di Adrien e James Beauvais: Regina.
    - E tu cosa ci fai qui? – le domandò, con voce tremante e spezzata. La dioptase avrebbe notato il sangue colare dalle labbra fino al mento, come le guance rigate da troppe lacrime. Non erano amiche e la loro conoscenza era legata a una pura scenata di un pomeriggio che le aveva messe l’una contro l’altra. Cosa voleva da lei?
    - …non sono in vena di litigi, quindi, se sei qui per questo, puoi anche andartene… -
    Si strinse tra le sue stesse braccia, mentre un brivido di freddo le percorreva la spina dorsale. Si abbassò le maniche della sua felpa, a coprire anche le mani, alla ricerca di un po' di calore. Si diede nuovamente alla sua precedente attività: strappare l'erba a ciuffi e lanciarla con rabbia verso l'orizzonte più prossimo.


    Regina Beauvais
     
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    Regina era tutto tranne che una guerra fondaia. Era una che nella società ci sapeva stare solamente se si parlava di qualcosa che lei conosceva bene. Sua madre le aveva insegnato a fare la brava bambolina, e Regina aveva imparato in maniera magistrale, ma nient'altro. Lei non aveva molte amiche, anzi, non ne aveva proprio perchè era una ragazza ambiziosa, una che voleva essere sempre al top di tutto e di tutti, era una che voleva seriamente essere notata, ma mai per la sua bellezza, sempre per la sua intelligenza, cosa che sembrava non riuscirle mai veramente bene. Si era avvicinata a Blake per la sua musica, per il fatto che fosse un grandissimo artista e che fosse davvero una persona interessante, stava scrivendo un blog sulla sua persona e le piaceva, insomma le piaceva scrivere e di conseguenza se trovava qualcosa di interessante per farlo, la risposta era sempre: perchè no? Stefany, la ex storica - che poi non era la sua ex, ma va bene - di Blake non l'aveva presa bene e boom, una ciocca in meno in testa dei suoi capelli. Lei che non avrebbe mai fatto male neanchead una mosca. Forse Adiren aveva ragione, i loro genitori avevano sbagliato tutto, gli avevano dato un carico sulle spalle che forse neanche gli apparteneva davvero. Quando si accovacciò vicino alla biondina notò il suo stato, ma era così sconvolta che non le disse niente e quando lei disse che se voleva litigare poteva andare via, regina scosse il capo e trattenne le lacrime. Non sono qui per litigare. SUssurrò poi posando la testa sulle ginocchia. Odiava i bulli, la violenza, ed odiava veramente tanto il fatto che lei fosse debole. Ma non le interessava essere forte fisicamente, lei amava la danza, amava leggere, scrivere e tutto quello che si faceva nella pace dei sensi. Voleva diventare un medimaga, voleva essere una ricercatrice. Sospirò. si voltò verso di lei, cercò nella sua tasca e tendendo sempre i suoi capelli in mano le passò un fazzoletto. Sta uscendo del sangue dal labbro... il suo tono di voce era basso, gentile, e seriamente preoccupato, ma non disse altro. Erano sconvolte per due cose completamente differenti, ma la verità era che erano sole entrambe.
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  5. Louise De Maris
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    Per quanto l’ultima volta che si fossero viste l’avesse mandata a quel paese con una parola poco simpatica, Louise non era ragazza da cacciar via la gente. Tutt’al più, scappava lei lontano da loro. Ma, in quel caso, non sapeva bene se volesse al suo fianco qualcuno oppure rimanere sola. Certo era che quella presenza era scomoda e confortante allo stesso modo, forse perché lei non aveva mai ricevuto alcun tipo di conforto. Non aveva amici, non aveva parenti che le stessero a fianco quando fosse stata giù di morale. Ma il semplice fatto che Regina le avesse porto un fazzolettino quando aveva notato il suo labbro sanguinante, per Louise fu sconcertante. Tuttavia, la strana sensazione del calore che si diffondeva per tutto il suo petto fu un toccasana per la sua anima. Alzò il capo dalle ginocchia e puntò i suoi occhi sul fazzoletto.
    - …grazie… - rispose con voce debole, togliendole la carta dalle mani con un tocco gentile. Se lo picchiettò sul mento, asciugando via il sangue colato, seppur con scarso successo, perché ci rimase una macchia rossa sbiadita, e sul labbro spaccato. Non poté trattenere un piccolo mugolio di dolore.
    Nonostante non lo stesse dando a vedere, aveva notato la voce tremante della dioptase e i suoi capelli leggermente arruffati, quasi che fosse stata coinvolta in una zuffa o in una imboscata.
    Avvicinò lentamente una mano alla chioma della ragazza e le aggiustò i fili aggrovigliati.
    - Scusami… non vorrei sembrare impertinente, ma… avevi i capelli arruffati e… ho pensato che… -
    Non finì la frase, non sapeva bene come spiegarle quel gesto che aveva voluto tanto fosse stato rivolto a lei quando suo zio l’aveva tirata per capelli e strattonata senza alcun remore.
    D’un tratto, i suoi occhi si fecero serissimi e la fronte si corrucciò.
    - Perché hai un vuoto sul cuoio capelluto? E perché è arrossato? -
    Le si accese una lampadina che le fece annuvolare ancor di più lo sguardo.
    - Chi è stato?! – domandò, palesemente incazzata nera.


    Regina Beauvais
     
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    Louise non aveva idea di quanto fossero simili loro. Louise e neanche Regina avrebbero mai pensato di avere l'altra come unica amica. E forse, era proprio per quello che in quel momento si stavano trovado proprio li e proprio in quelle condizioni. Se Louise aveva un aguzzino dentro casa, Regina era cresciuta in una regia e sempre confortata, i suoi genitori non l'avevano mai sfiorata neanche con le parole. Lei era la bella di casa, la perfetta di casa e qualsiasi cosa lei facesse c'era sempre una motivazione giusta e valida. Certo non era così per il suo gemello e Regina ne aveva sempre sofferto cercando in tutti i modi possibili di difenderlo e di stare al suo fianco. Sorrise appena alla ragazza quando questa prese il fazzoletto e non disse niente. Era a guardare il vuoto e non fare niente. Assolutamente niente. Regina non aveva mai avuto amici in generale, un pò per scelta, un pò per carattere un pò per scelta delle altre. Era bella, intelligente e sicuramente aveva un carattere poco compatibile con la società, ma lei ci provava sempre. Le piaceva stare in compagnia e nonostante ci fossero un sacco di invidie nei suoi confronti, anche molto per colpa del suo rapporto con Julia, rimaneva sempre da sola oppure veniva usata per arrivare al gemello o al migliore amico. Nessuno che si era mai veramente interessato a lei, a come era fatta e al perchè facesse davvero determinate scelte. Rimase a guardare il vuoto, tremante, incapace di dire o fare qualcosa per la biondina, e quando questa le aggiustò i capelli si strinse ancora un pò nelle spalle. ...grazie... Stessa voce, stesso sguardo, stessa situazione. Era sicuramente qualcosa alla quale la ragazzina non era per niente abiatuata. Era qualcosa che non si aspettava. Ma quando Louise le chiese chi era stato e notò quella mancanza di capelli sul suo cuoio capelluto, la guardò con il terrore negli occhi, scosse il capo. Nessuno, nessuno che abbia importanza. Io non... io.. è che... non... ti prego non dirlo a nessuno. Una lacrima scese sulla guancia. Era terrorizzata, e se Louise l'avesse detto? E se poi alla fine finiva che ci sarebbero state delle percosse ancora più violente? Lei non era abituata a tutto quello, non sapeva difendersi e non era neanche questo cuor di leone che riusciva a far valere davvero i suoi diritti. Regina era fatta per i libri, le chiacchiere davanti ad una sala da thè e i pigiama parti tra amiche. Non era fatta per combattere guerre e portare avanti ideali, non era caratterialmente in quel mondo. Non poteva farci niente.
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  7. Louise De Maris
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    Louise provava insofferenza nei confronti di chi aveva anche solo provato a toccare un capello di qualcuno, forse perchè lo viveva lei, in prima persona, per mano di suo zio. Era "grazie" a questo che era riuscita a notare il vuoto di capelli tra la chioma arruffata... e il rossore che mostrava il cuoio capelluto dimostrava che ci fosse stato un trauma, derivato da uno strappo di capelli. E l'ametrina non pensava affatto che Regina avesse potuto farlo da sola... non le sembrava il tipo che si procurava del male, come, invece, faceva lei stessa... che soffrisse per qualcosa, però, era certo e lei glielo leggeva dentro.
    Osservò la sua coetanea con sguardo analitico: cosa diavolo era successo? Chi era stato? CHI DOVEVA RIDURRE IN POLTIGLIA?!
    Regina aveva una paura matta, era evidente. Ma come poteva aiutarla se lei non le avesse voluto dire niente?!
    Con rinnovato spirito d'animo, si girò verso la dioptase e le poggiò, senza alcuna esitazione e con decisione, le mani sui suoi avambracci.
    - Ehi, guardami. Guardami! - ripetè con forza. Se lei avesse accettato il suo, alla fine, invito, lei avrebbe continuato, osservando, tra le sue ciglia bagnate, la lacrima solcare il volto della ragazza.
    - Hai paura, lo so. -
    Poi, una lampadina illuminò l'oscurità della sua mente.
    - Guarda... -
    Si portò una mano ai suoi capelli e spostò la chioma in alcuni punti, dove comparivano vuoti, che, ormai, conosceva a memoria a furia di essersi guardata allo specchio, giudicandosi per la bruttezza che si era impossessata del suo corpo per mano del diavolo di suo zio.
    - Li ho anche io... lo capisco che è una delle tante cose che fa male... ma ti posso assicurare che ricresceranno quelli... -
    Lei lo aveva voluto dire, perchè immaginava che fosse una delle sue preoccupazioni, anche se secondarie. E, poi, l'avrebbe aiutata a farla aprire un pò di piu e a raccontare cosa fosse accaduto.
    - Ti prometto che avrò bocca cucita. Non lo saprà nessuno! -



    Regina Beauvais
     
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    Tutto si sarebbe aspettata tranne che quello. Tutto avrebbe pensato tranne che Louise si sarebbe fermata ed avrebbe cercato di capire cosa le stesse succedendo. Alla fine lei, con l'ametrina, non era stata per niente carina e soprattutto non era stata gentile, l'ultima e l'unica volta che si erano viste e parlate. Era come se il mondo le stesse dicendo che quella ragazza poteva esserle davvero amica ed era inutile cercare di rifuggiarsi in amicizie vuote, era inutile far finta di niente, era inutile essere una persona che non era affatto. Si morse il labbro e quando sentì le sue mani sui suoi avambracci e lei in ginocchio di fronte a lei per scuoterla, Regina alzò lo sguardò e la guardò. Stava di nuovo piangendo, le fece vedere la ciocca di capelli che ancora portava in mano, come segno che doveva ricordarsi di qualcosa. Si morse il labbro ancora e crollò, completamente, guardò la ragazzina vide i suoi punti deboli e rimase sconvolta da tanta violenza e cattiveria. Che fosse successo anche a lei per lo stesso motivo? Non è che ho paura è che... io non sono fatta per queste cose. Io non amo la violenza, a me piace leggere, ballare, e studiare. Non faccio altro e non ho nessuno. Le cose erano chiaramente confuse, ma era uno sfogo. non sapeva come giustificare quello che le era successo, non sapeva come non "parlare male" di quella situazione. Lei aveva solamente una stupida cotta, come tutte quante, tra le altre cose, per il ragazzo più popolare della scuola. Perchè a lei veniva fatto quello e alle altre no? Cercò di calmare i singhiozzi ed annuì alle parole della ragazzina. Davvero, se lo dici a qualcuno loro non smetteranno più ed io... io... sembra una cosa stupida ma ci tengo ai miei capelli, al mio aspetto, io... ci lavoro con il mio corpo. Ho uno stage a Londra in una famosa accademia di danza e se... ecco se non dovessero prendermi io.. Stava solamente cercando di rimandere il più possibile ma era difficile farlo, sia perchè Louise non era una che mollava, sia perchè le faceva bene parlare con qualcuno. Stefany Reies. Lei e le sue amiche. Io... Era difficile dirlo a lei, specialmente dopo che l'aveva spiata proprio con Blake. Stavo mandando un video a Blake. Fondamentalmente dove ballavo, perchè... mi ha detto che gli avrebbe fatto piacere farmi partecipare ad un suo videoclip per una sua nuova canzone e... lei mi ha detto che devo stargli lontana e che è inutile che faccio la zoccoletta con lui... ma io... non ho mai... Si stava giustificando perchè lei non lo avrebbe mai fatto. Ha cancellato il video. Ha letto la chat con Blake, mi ha insultata e mi ha... tagliato una ciocca di capelli per ricordarmi che non devo più... insomma... Singhiozzava e continuava a piangere, ma era chiaro che il motivo di tutto quello era perchè si era avvicinata alla persona sbagliata.
    Regina Beauvais

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    La solitudine era una brutta bestia, soprattutto nei momenti difficili di ogni vita. Combattere da soli era, secondo Louise, la disgrazia più brutta che potesse capitare a un essere umano e lei l'aveva vissuta sulla propria pelle per un bel pò di anni, completamente isolata dal mondo, seppure fosse stata nel mondo. Dopo il sequestro, aveva continuato a frequentare Beauxbatons, ma si era aperto un vuoto attorno a lei. Aveva perso tutte le amicizie... tutto perchè era stata costretta a inscenare un cambio repentino di carattere in uno decisamente di merda, per ordine dei suoi zii. E lei, per paura, aveva obbedito.
    Anche Louise non amava affatto la violenza, ma pensava che, in alcuni casi, fosse necessaria. E presto, la risposta di Regina sarebbe stata la conferma a quel suo pensiero.
    Era strano: la dioptase era una totale sconosciuta per lei e fino a qualche minuto prima aveva pemsato il peggio su di lei... ora, invece, aveva scoperto che avevano 3 cose in comune: la solitudine, l'odio per la violenza, i capelli strappati. La situazione le avrebbe strappato un sorriso se non fosse stata così seria. Non rilasciò mai la presa sugli avambracci della ragazza, ma cominciò a sfregare su uno di essi una mano per darle un qualche tipo di conforto. L'ascoltò attentamente.
    - Chi non smetterà più, Regina? -
    Era la prima volta che la chiamava per nome, ma in quel caso le sembrava opportuno per richiamare l'attenzione della giovane sulla domanda. La risposta arrivò poco dopo.
    Stefany Reies. La conosceva, quella stronza. Di vista, ma sapeva chi fosse. Si aggirava in branco ed era peggio di un animale bastardo. Si alzò in piedi di scatto, arrabbiata come non mai. Ora le avrebbe fatto vedere lei! Come cazzo si era permessa?! Strinse i pugni mentre ascoltava il racconto di Regina, cercando, per tutto il tempo, di ricordare di ispirare e espirare e di non morire soffocata per rabbia. A "Blake", però, le mancò un battito... certo che era lui. COME CAZZO FACEVA AD ESSERE IN MEZZO A TUTTE LE FOTTUTE SITUAZIONI?! Lui e Lou avevano litigato poco prima. Bene. Ma doveva risponderle a quel cazzo di telefono, perchè ora l'avrebbe stressato.
    Si voltò verso Regina, che ovviamente singhiozzava.
    - Dov'è quella stronza? - domandò a denti stretti.
    - Dove l'hai vista l'ultima volta? - aggiunse, rendendosi conto di essere stata poco chiara.
    Se la dioptase glielo avesse detto, si sarebbe incamminata con passo celere e incazzatissimo verso il punto dove aveva compiuto il misfatto e, nel frattempo, sbloccò lo schermo e pigiò il nome di Blake Barnes.
    - Muoviti. Rispondimi! - affermò, mentre il telefono squillava.



    Regina Beauvais
     
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    Il panico la pervase. Lei non voleva che qualcuno la vendicasse, non Louise Se lei era già sofferente, quelle le avrebbero fatto molto peggio - ovviamente Regina non aveva idea di come una tirata di capelli di stefay non era minimamente paragonabile a quello che subitva Louise tutti i giorni - e lei non voleva. Veniva presa di mira dall'inizio dell'anno e non ne aveva parlato con nessuno neanche con Adrien. Non voleva essere un peso per nessuno, voleva solamente fare quello che gli veniva in mente, essere una ragazzina normale e fare le cose che facevano tutte. Blake aveva una fama, aveva un seguito ed aveva una schiera di ragazze, a scuola, che gli andavano dietro. Lei non era ne la prima ne l'ultima. Era riuscita ad andare a fare allenamento con lui, a farsi seguire su istagram, ad ottenere comunque attenzioni da lui, ma era chiaro che non le interessava. Regina era contenta di quello che aveva, sapeva che la sua "cotta" era del tutto platonica e soprattutto professionale e voleva essere lasciata in pace. Era come essere gelosi, per la fidanzata di un cantante, per un cantante internazionale. Come faceva la Jolì ad essere gelosa di tutte le fan di Brad Pitt? Ecco, Regina si chiedeva sempre quello, perchè, ovviamente in maniera del tutto ridotta, lei era semplicemente una fan delle canzoni di Blake. Quando lei scattò in piedi, Regina la seguì a ruota e scosse seriamente il capo. Ti prego non fare niente. Ti prego non dire niente. Me lo hai promesso. Non farà altro che peggiorare la situazione. Io...ti prego Louise! Era un tono seriamente supplicante. Regina non era un animale di sangue freddo, lei era riservata, timida e non le piacevano tutte quelle cose. Si morse ancora il labbro. Stava chiamando qualcuno e mentre regina le correva un pò dietro per non farle fare niente di avventato e stupido, la risata di Stefany le arrivò alle orecchie come uno schiaffo in viso. Si pietrificò, prese il polso di Louise. è qui e non voglio...che mi vedano così. Si rese contoche c'era anche Blake con lei. Le si fece completamente notte, e se lui anche stava ridendo di lei? Non era possibile, non lo avrebbe mai fatto.
    Regina Beauvais

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    Regina Beauvais - 17 anni
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  11. Louise De Maris
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    Si, le aveva fatto una promessa e Louise non era il tipo che non rispettava la parola data. Ma, in quel caso, come poteva non dire niente a nessuno? Come poteva avere bocca cucita su una questione così importante come il bullismo?! Quella Stefany era davvero una cagna! E, chissà perchè, era proprio amica di Blake Barnes. Mah! CHE COSA CI TROVAVA IN LEI?! Se pensava a tutte le foto che i suoi occhi aveva visto scrollando la pagina instagram del Black Opal... che schifo. Le faceva un certo schifo, sinceramente. Come poteva Blake uscire con una come lei? Non si era mai reso conto della sua vera indole?
    "E poi si incazza con me... poi sono io quello che lo infastidisce... certo, come no! So guardasse un pò attorno e aprisse gli occhi su certa gente che frequenta".
    Le dispiaceva vedere Regina in quello stato... le si spezzava il cuore dover dire che no, non avrebbe rispettato la promessa.
    - Te l'ho promesso, lo so... ma non posso rispettare la parola data questa volta... -
    Scosse il capo e non guardò Regina, non avendone il coraggio.
    - Non posso stare ferma e zitta di fronte al bullismo, questo proprio no! Sta bastarda! Ti ha STRAPPATO i capelli! -
    Osservò il volto della dioptase farsi improvvisamente pallido. La risata di Stefany.... - Merda. -.
    D'improvviso, si tolse la felpa di dosso, rimanendo con una semplice maglietta a maniche corte addosso, tant'è che il venticello fresco le sembrò molto più freddo e le venne la pelle d'oca, e la passò a Regina. - Indossala e mettiti il cappuccio sulla testa e va via, se non vuoi rimanere. Mi rifaccio viva io. Chiederò il tuo numero a James. -
    Infine, la guardò negli occhi con sguardo di fuoco
    - Ti prometto che non ti toccherà mai più. Neanche un capello. E questa volta la promessa la mantengo! -
    Detto ciò, si fece strada seguendo la risata della megera. Il telefono squillava, ma Blake non rispondeva affatto.
    - Stron- -
    La parola le morì in gola non appena lo vide al fianco do Stefany.
    - Traditore! - sbraitò, a denti serrati, ma lo sentì solo lei, perchè non lo urlò, ma, anzi, lo sussurrò quasi.
    Non ci vide davvero più. Si avvicinò ai due e, senza troppe cerimonie, tirò una mano indietro e diede un bel ceffone alla ragazzina bastarda, seguito da una spinta. Un bel segno rosso di mano era ormai sul suo visto.
    - SEI PROPRIO UNA CAZZO DI STRONZA! - le urlò contro, ignorando momentaneamente il suo accompagnatore.
    - COME CAZZO TI SEI PERMESSA?! VIENI QUA, CHE TI STRAPPO TUTTI QUEI QUATTRO PELI DI CULO DI GALLINA CHE C'HAI IN TESTA! -
    Si allungò verso Stefany, cercando di acciuffarle i capelli per tirarli come non mai. Glieli avrebbe strappati, fosse l'ultima cosa che avesse mai fatto.



    Regina Beauvais
     
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    stato emotivo persistente che, quando estremo, altera sentimenti, pensieri e comportamenti.
    Tutto quello era assurdo. Come cavolo le era venuto in mente di parlargli in quel modo? Di avere quell'attacco di panico dopo che lui aveva detto quelle cose? Blake non aveva mai toccato una ragazza neanche con una mano, ma quel pugno era stato necessario per non essere troppo stronzo con lei, ma non sortì l'effetto che volle. Era incazzato da almeno 3 giorni e non voleva sentire veramente nessuno. Aveva parlato solamente con Regina per il suo video musicale, ma le aveva detto che non era il caso di vedersi e che si sarebbe fatto sentire lui. Stefany lo aveva chiamato con l'inganno e lui già aveva le palle che giravano in maniera veramente vorticosa, poi ci mancava lei e le sue lamentele stupide. Stava sbuffando e se Louise non avesse fatto la pazza avrebbe anche sentito le sue parole che gli morirono in bocca vedendo quella scena. Sgranò gli occhi. Ma era impazzita? La prese di forza per la vita e l'allontanò dalla bionda che si alzò quasi sconvolta. Regina non era andata via nonostante si fosse messa la felpa della ragazza. Non l'avrebbe lasciata da sola, come lei non lo aveva fatto con la stessa. Ma sei impazzita? Le chiese poi guardando Stefany in cerca di una spiegazione logica. Conosceva Louise e non era una pazza, se diceva quelle cose voleva dire che aveva qualcosa che non andava. Conosceva anche Stefany e lei per lui faceva delle cose non richieste che erano veramente allucinanti. Vie Regina avvicinarsi preoccupata ancora con le lacrime agli occhi. Dio solo sapeva quanto già gli giravano le palle e vedere tutto quello non faceva altro che fracassagliele ancora di più. Posò Louise per terra e la guardò severo. Ma che diavolo ti prende?! Chiese seriamente mettendosi tra lei e la bionda, poi si voltò verso Stefany che già era pronta a piangere e chiedere la testa dell'ametrina. Non ti ha neanche toccata, quindi non cominciamo con le lagne isteriche. Avete pochi secondi per spiegarmi cosa succede. Avevaun viso scuro, scocciato e soprattutto di chi non ammette repliche.
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    Quando sei pazzo, pazzo come questo, non lo sai. La realtà è ciò che vedi. Quando ciò che vedi si sposta, allontanandosi dalla realtà di chiunque altro, per te è ancora realtà.
     
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  13. Louise De Maris
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    Se solo fosse riuscita a prenderla, anche solo per un capello, anche solo per quella fottuta magliettina da show-girl! L'avrebbe crepata di botte, ne era certa. E potevano andarsi a far fottere tutte le regole dell'accademia, della moralità e del buon senso. Quella stronza si meritava un bel pò di mazzate e Louise era pronta a dargliele. Come a strapparle tutte i capelli. Poco importava se avesse pianto. "STA COGLIONA!" la insultò nella sua testa, appena un attimo prima di essere presa per la vita dalle braccia forti di Blake. Louise non si diede per vinta: cercò di allungarsi più che potè, con le braccia, le gambe, persino con le punte delle scarpe. Purtroppo per lei, era troppo bassa e il ragazzo che la teneva lontana da Stefany troppo forte. Cercò di divincolarsi dalla presa di Blake. Gli prese il braccio, cercando, vanamente, di spingerlo via da sè stessa.
    - LASCIAMI ANDARE! - urlò, rossa in volto per lo sforzo.
    - SI, INIZIA A PIANGERE CHE CON TE NON HO ANCORA FINITO. -
    Ahh, se solo avesse potuto attuare tutto quello che le passava per la testa in quel momento!
    - BLAKE, LASCIAMI ANDAREE! -
    Non si sarebbe arresa. Alla fine, fu messa per terra, ma non appena poggiò piede sul selciato, provòa gettarsi di nuovo sulla ragazza dalle lacrime di coccodrillo, trovandosi bloccata, però, dal corpo del Black Opal. Così, tentò di girargli attorno pure di raggiungerla. Non sentì nemmeno quel "Non ti ha neanche toccata", presa com'era dall'ira, ma se l'avesse fatto, l'avrebbe considerato un affronto alla sua persona.
    Guardò Stefany rivolgerle uno sguardo assassino.
    - SI, VIENI, VIENI QUA, GALLINACCIA DEI MIEI STIVALI. QUEL COLLO TE LO SPEZZO! -
    Niente, ogni tentativo di calmare l'animo dell'ametrina fu vano.
    - COSA È SUCCESSO? VUOI SAPERLO DAVVERO?! QUELLA CAGNA CHE CHIAMI AMICA SI È PERMESSA DI STRAPPARE I CAPELLI A REGINA!!!! HA CANCELLATO UN VIDEO CHE STAVA FACENDO MENTRE BALLAVA, HA LETTO LA CHAT CHE REGINA HA CON TE E SI È PERMESSA DI INSULTARLA E CHIAMARLA ZOCCOLA. -
    Detto ciò, partì alla riscossa, dandosi una spinta in più a ucciderla.
    - LA ZOCCOLA SEI TU, CRETINA! NON MI CHIAMO LOUISE SE NON TI RISPEDISCO ALLE FOGNE DA DOVE SEI VENUTA. -
    Poi, si rivoltò verso Blake.
    - E ha fatto il tutto con le sue amichette del cuore al fianco... sei una VIGLIACCA!


    Regina Beauvais
     
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    stato emotivo persistente che, quando estremo, altera sentimenti, pensieri e comportamenti.
    Non sapeva se in quel momento gli veniva più da ridere o da prenderle entrambe e dargli talmente tante botte da cambiare i connotati ad entrambe. Tenne Louise lontana da Stefany sia perchè se si picchiavano e lui ci stava in mezzo avrebbero chiamato Aaron ed allora si che avrebbe tremato Hidenstone, sia perchè gli avrebbero fatto due palle che non finivano più, sia perchè non voleva che lei si rovinasse la media solamente perchè aveva picchiato una sciocca. Ma quando Louise parlò, Blake rimase tra lo sconcertato e l'incredulo. Vide una figura incappucciata andare verso di loro, si era decisamente Regina. Lasciò per un momento andare Louise, ma solo perchè era rimasto veramente allucinato da tutta la questione. Stefany aveva sempre fatto la pazza gelosa isterica, ma non aveva mai toccato nessuno. Ma la faccia sconvolta di Regina diceva tutto. Ma facciamo un passo indietro.
    Stefany sapeva benissimo che Louise aveva ragione, lo aveva fatto e si era anche divertita parecchio. Era impossibile che uno come Blake desse credito ad una sciaquetta di NY come Regina. Era impossibile e lei doveva starle lontano e soprattutto non avrebbe mai dovuto dire niente a nessuno. Regina, comunque, aveva detto solamente la cosa più grave, ma non aveva detto quante volte l'avevano chiusa nel bagno e lasciata li per ore, l'avevano fatto sgambetti, le avevano fatto fare i loro compiti e cose del genere. Stefany si rimise in piedi e si sistemò la sua divisa. Prese la bacchetta e la puntò su Louise. Io ti posso assicurare che sono molto brava con gli incantesimi. Se provi a toccarmi, ti rovino. Era serissima, ma a quanto pare anche Louise, e quando Blake la posò per terra, e dopo che si era messo tra lei e la bambinetta, Stefany aveva abbassato la bacchetta perchè non avrebbe mai colpito Barnes, ma non aveva minimamente contato che la ragazzina avesse il fegato di sputtanarla così davanti a Blake. Perchè Stefany lo conosceva benissimo e sapeva che Blake era stato tantissime cose, ma mai un bullo. Si era sempre fatto rispettare, fin da Hogwarts, ma non se l'era mai presa con persone più deboli di lui o comunque innocuoe, anzi. Se qualcuno dava fastidio al più sfigato del mondo, lui si era sempre posto in sua difesa. Se qualcuno prendeva a otte un ragazzo solo, lui difendeva 1 contro i 5. Quindi, Stefany, sapeva che il bullismo era l'unica cosa che non tollerava e quando da lontano vide Regina con la felpa di Louise e gli occhi di Blake puntati su di lei, sapeva che avrebbe scontato le pene dell'inferno. Ossia la sua completa indifferenza. Smettila di dire cazzate. Io non le ho fatto niente. Anzi! Ho detto alle altre di smetterla, ma lei era così intenta a dire Blake dice che io sono brava, sono bella e bla bla bla, che se l'è cercata! Era una scusa pessima, e quando vide Louise di nuovo addosso a lei cercò di difendersi, e prendere i capelli a sua volta.
    Blake ne aveva abbastanza di tutto quello. Non era il periodo giusto e, comunque, il litigio con Louise di qualche giorno prima lo aveva comunque turbato, il fatto di non poterne parlare con Jesse lo turbava ancora di più e tutto quell'accumulo di incazzatura non era qualcosa che lo faceva reagire bene. SMETTETELA. Non lo urlò, ma il suo tono era così incazzato che Stefany si fermò. Beh, lei era una sua compagna di casata anche ad Hogwarts e si conoscevano da quando erano piccoli, quindi riconosceva il tono di Blake quando era arrivato al limite della sopportazione. Lei stessa aveva chiamato Aaron quando Blake aveva picchiato quel ragazzino fino a mandarlo in coma. Si tirò indietro dando una spinta a Louise in maniera da farle capire che lei non l'avrebbe toccata. Blake le faceva paura. Si avvicinò a Louisa e la prese in braccio spostandola senza alcuno sforzo. Smettila di urlare come una pazza. Smettila di prendere le persone a capelli, smettila di fare l'animale. Non ti si addice. Stai con la tua amica e smettila di fare la paladina della giustizia che a quanto pare, il cuore non ti regge. Blake non era stato gentile con lei, ma lo avevano fatto arrivare veramente allo stremo della pazienza. Non che ne avesse veramente tanta. Poteva anche rimanere ma il primo cenno di parola l'avrebbe veramente cacciata via con un incantesimo mentale. Era stato abbastanza eloquente, comunque, ne era sicuro. Poi si voltò verso stefany che si era alzata e si era avvicinata a lui, piangendo.
    Ti giuro Blake, non è vero. Sono due bugiarde, io non l'avrei mai fatto... so quanto ci tieni a quel video...
    Non mentirmi.
    Volevo solo assicurarmi che lo avesse fatto bene e non lo aveva fatto bene, io...
    Non lo aveva fatto bene? E dimmi Stefany, da quando tu ci capisci qualcosa di video o di danza?E le chat mie private chi diavolo ti ha dato il permesso di leggerle?
    è che ho visto che avevate parlato un sacco e mi chiedevo cosa...
    Ti giuro non so più come devo dirtelo. Ci provo ancora una volta nella maniera più gentile che in questo momento riesco ad avere.
    Ogni frase che diceva Blake era un passo indietro della ragazza ed un passo davanti del ragazzo. Il fatto era che Blake non sapeva controllarsi, non importava chi avesse davanti, quando gli partiva la brocca partiva e basta. Stefany era con le spalle al muro e Blake era di fronte a lei. Non gli importava se Regina o Louise avrebbero potuto vedere il suo peggio, in quel momento una sola parola detta male e scoppiava veramente l'inferno in quella scuola e lui non poteva, lo aveva promesso a suo fratello, e lui rispettava ogni promessa che faceva, specialmente ad Aaron.
    Posò un pugno sul muro, la distanza tra lui e lei era dettata solamente dal suo braccio. il braccio poggiava all'altezza dell'orecchio di Stefany.
    Odio. le. persone. che. mi. controllano.Ogni parola era un pugno al muro. Gli occhi di stefany si chiusero ad ogni tonfo secco che sentì sul muro. Aveva il terrore anche di vedere se si fosse fatto male o meno. Aveva i suoi occhi azzurrissimi addosso e sapeva che non stava scherzando. Voleva uscirne, ma Blake posò anche l'altro braccio sul muro.
    Se io decido di parlare con Regina e deciso che lei è in grado di fare una qualsiasi cosa nel mio videoclip, allora vuol dire che lei sa farlo. Se decido di andare a letto con Louise e Regina insieme, allora vuol dire che posso e voglio farlo. Te l'ho già detto un sacco di volte, S. Non devi intrometterti quando non è richiesta la tua opinione. Non devi controllarmi, non devi neanche pensare di farla una cosa del genere. Non sei la mia fidanzata, e ti posso assicurare che anche se tu lo fossi non saresti in grado di farlo. La prossima volta che ti viene in mente di importunare solo una persona che è nella mia vita, io ti giuro su mio fratello che ti levo tutto quello che la mia famiglia ti ha dato. E non è un avvertimento è decisamente una minaccia.
    Glielo disse in maniera calma, ma quella stessa calma racchiudeva un carico di irrequietezza che Stefany conosceva fin troppo bene, a dire il vero. Fece un pò di pressione sul muro e poi le diede modo di spostarsi. La bionda singhiozzò, annuì alle sue parole e poi scoppiò a piangere. Lo sapeva che Blake odiava quanto gli si piangeva sulla spalla, ma non ce la fece. Il solo pensiero di perderlo era assurdamente insopportabile. Ti prego Blake.Io... mi dispiace... non volevo... è che lo sai... io ti amo e... Blake la spostò. Non voglio sentire cazzate ne tanto meno sentirti parlare.Va dalle tue amiche e digli che se toccano di nuovo Regina o pensano anche solo di vendircarsi su la De Maris, sarai tu in prima persona a pagarne le conseguenze, fa che diventino le tue protette, piuttosto, solo così posso anche solo pensare di tornare a parlarti. Non era in vena di scuse, infatti la spostò in malo modo dalla sua spalla. si voltò e questa volta andò da Regina, sospirò, le abbassò il capuccio. Dai pensavo peggio! Non si nota e sei bellissima comunque. Non farlo vedere ad Adrien ucciderlo di nuovo di botte non sarà divertente ed io non voglio problemi. Lo sapeva che non era il conforto che doveva dare a regina, ma non ci poteva fare niente. Poi si levò la sua felpa e la lanciò a Louise che sapeva l'avrebbe presa al volo. Copriti. Fa freddo. Non disse altro, se ne tornò verso il suo dormitorio. Doveva andare a curarsi la mano e soprattutto dare due cazzotti fatti per bene al sacco.

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    Quando sei pazzo, pazzo come questo, non lo sai. La realtà è ciò che vedi. Quando ciò che vedi si sposta, allontanandosi dalla realtà di chiunque altro, per te è ancora realtà.
     
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    Era successo tutto così in fretta che cominciava anche a credere che stesse sognando, che tutto quello non potesse essere davvero reale e che alla fine di tutto si sarebbe alzata dal suo letto completamente sudata ed affannata per tutto quello che stava accadendo. Si morse il labbro e cercò di farmare più volte Louise che alla fine, non solo cercò di strappare i capelli dalla testa di Stefany, ma disse a Blake quello che era successo. Incredibile ma vero. Alla fine lo aveva fatto. Regina, aveva spalancato più volte gli occhi e provato a parlare, anche quando la ragazza bionda aveva cercato di minacciarla con la bacchetta, ed era rimasta di stucco quando aveva negato tutto. Ma davvero? Ma la cosa che più la lasciò senza nessun tipo di parole fu Blake. Blake aveva preso non solo le sue parti,ma aveva creduto a quello che lei aveva detto a Louise senza neanche chiedere a Stefany se fosse vero o meno quello che avesse detto. Insomma era seriamente frastornata da tutto quello che stava succedendo che quando vide Blake reagire in quel modo su Stefany quasi le dispiaque. Era così che Blake riusciva a controllare tutto quello che voleva? Era davvero in quel modo che riusciva ad ottenere qualsiasi cosa? Si era bloccata, la violenza con cui colpì il muro affianco al viso di Stefany la fece sobbalzare e poi ancora, la fece tremare, chiudere appena gli occhi nel momento dell'impatto. Aveva sempre visto Blake come la persona migliore del mondo, senza neanche un difetto, ma poi, in fin dei conti, allora, qualche difetto ce l'aveva. Sapeva che Stefany era completamente assoggettata al ragazzo, ma non pensava neanche che si arrivasse fino a quel punto. Blake... Sussurrò Regina cercando di fare qualcosa per la stessa bionda sua aguzzina, ma era concentrato su altro, e molto probabilmente non l'avrebbe neanche sentita ne parlare ne sussurrare e poi lei non aveva nessun ascendente sul biondio. Si strinse nella felpa di Louise e la guardò come per cercare di capire se il suo stesso stupore e terrore poteva essere condiviso, ma prima ancora che potesse aggiungere altro, Blake era li, vicino a lei, con una voce incazzata, si, ma totalmente diversa. Sorrise ed arrossì quando le disse che era comunque bellissima e poi si strinse nelle spalle. Ferula Sussurrò poi cercando di curargli la mano, Blake ringraziò appena con il mento, ma non disse altro. Lei guardò il suo gesto verso Louise e sorrise ancora di più. Ecco, era di quello che credeva di essere completamente persa Regina. Del suo modo contraddittorio e del tutto istabile che lo rendeva quello che era. Non disse altro, quando Blake se ne andò andò vicino a Lu. Grazie. Ti sono debitrice. le disse sincera come mai lo era stata in vita sua.
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