Compiti di rune e di Astronomia - una combo poco felice

Blake&Louise

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    Stavano messaggiando da un pò, ma lei continuava a non vedersi e Blake si stava annoiando. Aveva letto più volte quello che doveva essere il suo compito e come al solito il professor Olwen non faceva mai le cose lineare e semplici. Sempre ad analizzare qualcosa, sempre a fare i piccoli ricercatori e la cosa non sempre andava a genio ad uno a cui non piaceva molto studiare, ed anzi, era tutto l'opposto. Blake amava l'azione e preferiva imparare direttamente sul campo, sulla propria pelle ed invece era costretto, in una giornata così bella di sole, tra le altre cose, a rimanere seduto su di una panca a leggere cose noiose su quei simboli che poi... si gli sarebbero sicuramente serviti ma dio solo sapeva quanto odiava imparare le cose così. Tutto era motivo di distrazione, ma quando la biondina decise di cominciare a fare l'antipatica, Blake decise di fare quello che gli riusciva meglio: concludere la conversazione senza rispondere. Era uno stronzo e soprattutto si annoiava veramente in tempi record, quindi se lei voleva fare la puntigliosa e tenergli nascoste delle cose, lui non avrebbe perso neanche un attimo a pregarla di parlare. Non pregava in chiesa figurarsi Louise De Maris. Con la matita in bocca, un evidenziatore verde florescente aperto in mezzo al libro di rune, stava seriamente studiando e prendendo appunti su di un quaderno. Era sorprendente quanto la sua scrittura fosse curata ed i suoi appunti erano perfetti. Il fatto era che non gli andava non che non sapesse farlo. Ma quando ci si metteva riusciva ad essere davvero una persona capace. Sentì il telefono di nuovo vibrare "Te ne sei andato, scommetto...". Alzò gli occhi al cielo e rispose con un semplice "sto qua". Poi riprese a scrivere. Alla fine aveva deciso: il simbolo che avrebbe analizzato era il puma. Era la cosa che più somigliava ad un felino e più gli ricordava se stesso. Nuova pagina e scrisse con un'altra penna di un altro colore "il puma". Poi in attesa che la ragazzina arrivasse cominciò a leggere delle nozioni sul libro e a cercare qualcosa su internet di interessante. Olwen deve farmi una statua, cazzo! Borbottò per niente contento del suo stesso impegno in quella cosa!
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    Compiti rune

    Nella nostra gita in Perù abbiamo appreso quanto sia importante non solo studiare la simbologia magica Occidentale, ma anche quella delle culture ormai estinte, in quanto ci consentono di richiamare efficacemente e con relativa sicurezza forme di magia ancestrale e spiritica, come e forse anche più delle rune.
    Se la tradizione pre-inca è dominata dalle linee di nazca, eccellenti per richiamare il potere degli spiriti e degli elementi, gli Inca si sono concentrati tradizionalmente su quattro simboli: il condor, il puma, il serpente e la chakana (o croce andina).
    Analizzate uno di questi simboli dal punto di vista storico e semiotico, e quindi teorizzane un uso magico moderno come simbolo singolo (es. impiegando l’incantesimo di marchiatura) o inserito nell’ambito di un rito.
     
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  2. Louise De Maris
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    Mamma mia, che antipatico! E faceva pure l'acido! Ma perché doveva sempre sfotterla su cose che a lei davano fastidio?! E perché mai si era fissato che aveva una cotta per Aaron? L'unico per cui aveva davvero una cotta era per... No! "Ma a cosa pensi?! Non pensare che è meglio!" rimproverò sé stessa. Non si capiva granché e, se non riusciva ad ammetterlo a sé stessa, non avrebbe mai potuto farlo con il diretto interessato. Quando le rispose con quel Non serve, pensò che fosse andato via, proprio come l'aveva minacciata, ma, invece, era rimasto lì, secondo quanto le aveva riferito successivamente. Borsa in spalla, cominciò a correre più veloce che poté. Odiava correre, non era più allenata. La faceva solo sudare e far venire il fiatone. Dovette scansare un paio di persone, anche se prese la terza in pieno.
    - Oddio! Scusami tanto! -
    Raccolse la sua borsa che era finita per terra e aiutò la poveretta a rialzarsi, porgendole una mano.
    - Mi dispiace molto, spero tu non ti sia fatta male! -
    Quella conversazione, fortunatamente per lei, non mietette altre vittime-. Alla fine, raggiunse Blake, seduto al suo solito muretto. Si fermò e si piegò in due, ansimante, per riprendere fiatto:
    - Mi devi... scusare... ho preso in... pieno... una... poveretta... Uuuh, non ce la faccio più! - affermò, portandosi una mano sul fianco che le faceva male. Si fece strada fino al muretto e, dopo un - Posso? -, si sedette su di esso.
    Il ragazzo era non molto concentrato.
    - Hai quasi finito davvero? - gli chiese.
    Con i riflessi più pronti che avesse, gli strappò il foglio di mano.
    - Fammi vedere... mhh, interessante! - esclamò.
    - Che cosa hai scelto? - gli domandò. Avrebbe potuto aiutarlo e rendere quegli istanti un po' più dinamici. Il ragazzo le sembrava abbastanza annoiato.
     
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    Più che vederla la sentì arrivare. un fiatone che non si poteva raccontare alla sua età e poi faceva casino da morire. Adesso il fatto che Blake non volesse studiare a prescindere non voleva dire che, a prescindere, voleva essere disturbato. Ma con quella ragazzina c'era stato un imprinting strano. Era stato qualcosa di inaspettato e la cosa assurda era che si divertiva come non mai. per Aibeleen aveva un'attrazione assurda, ma era fisica, ad impatto, la trovava veramente ma veramente bella, per Louise non lo sapeva neanche lui cosa c'era, forse il fatto che avevano vissuto quasi le stesse cose, oppure perchè aveva quel fare e quel modo innocente di affrontare le cose. Non ne aveva idea, fatto si era che riusciva ancora a fare l'indifferente fuori, ma gli faceva veramente piacere il fatto che fosse li. Alzò lo sguardo e scosse il capo. Ti rendi conto che alla tua età non è normale avere quel tipo di fiatone per una corsa? Ma poi non ce la fece e scoppiò a ridere quando gli disse che aveva praticamente travolto una persona. Scosse il capo e si sistemò il ciuffo che gli ricadeva appena davanti agli occhi, portandoselo indietro. Comunque potevi non correre,e... no! Quando gli prese il foglio dalle mani alzò un sopracciglio e lo riprese immediatamente. Non ti azzardare mai più! Te le taglio la prossima volta quelle mani! Ho scelto il puma e tu devi fare astronomia, quindi prendi i libri e non cazzeggiare, che io non ho tutto il pomeriggio!Aggiunse poi seriamente scuotendo il capo e dandole un pizzicotto sulla guancia. Interessante cosa che non sai neanche di cosa stiamo parlando? Chiese poi sospirando e tornando sul libro. Corri sempre così da tutti? Blake era egocentrico, e sentirsi importante era qualcosa che gli apparteneva per davvero!
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  4. Louise De Maris
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    Non era normale avere quel tipo di fiatone?! Oddio, si sarebbe dovuta preoccupare?! Ci teneva particolarmente alla sua salute, soprattutto da quando viveva nella casa di Evrard Boyer e si era rotta una serie di ossa. Non voleva che ci fosse alcun danno interno al suo organismo. E, poi, non si dava più a tutta quell’attività fisica che aveva svolto fino a quando aveva vissuto con i suoi genitori in Francia.
    - Davvero dici? Mi devo preoccupare, secondo te? – chiese, abbastanza allarmata.
    - Forse è meglio che mi sottoponga a una visita di controllo… non l’ho mai avuta. Forse è dovuto al fatto che non faccio attività fisica… potrebbe essere? -
    Stava praticamente scaricando tutta la sua ipocondria su Blake Barnes. Scoppiò a ridere di rimando quando il ragazzo lo fece, dopo aver sentito che aveva travolto una ragazzina. Quando le strappò il foglio dalle mani, che gli aveva precedentemente sottratto, Louise mise il broncio.
    - Ma non è giusto! – si lamentò, incrociando le braccia come una bambina lamentosa. Si lasciò dare il pizzicotto alla guancia, a cui sorrise amabilmente.
    - Che ne sai tu che non sappia di cosa parla? Forse l’ho letto grazie ad un mio amico della mia casata! -
    Non era assolutamente vero, ma lo disse con il nasino all’insù, proprio come se stesse ammettendo una verità di fatto.
    - Corri sempre così da tutti? -
    - No, solo da te! – rispose, facendogli una linguaccia e strappandogli di nuovo il foglio dalla presa. Scese dal muretto con un salto atletico (almeno quella qualità non l’aveva persa) e si allontanò dal ragazzo. Se il Black Opal fosse sceso dal muretto, avrebbe cominciato a correre, ridendo gioiosamente e approfittando della distanza .
    - Non credo che riuscirai a prendermi! – gli urlò dietro e, prima che potesse raggiungerla, si arrampicò su un albero, cercando di non macchiare o strappare la pergamena.
    - Vediamo se riesci a salire quassù! -
     
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    Alzò un sopracciglio quando la vide preoccuparsi in quel modo. Ma davvero stava facendo? Fece l'ultimo tiro di sigaretta per poi levarla di mezzo e tornare seriamente a studiare, scosse il capo. Non dirmi che se ti dico che ho visto un drago in giardino cominci a preoccuparti anche di quello! Scosse il capo e ridacchiò prima di sospirare appena. Quella ragazzina lo avrebbe fatto seriamente impazzire, ne era certissimo. Ovvio che dipende dal fatto che non fai attività fisica, da cosa pensi che possa dipendere? De Maris, prendi i libri e siediti, possibilmente in silenzio. Già non mi va per niente, ma il professore di Rune ci tiene, Aaron ci tiene... quindi direi che devo fare un buon lavoro se no davvero...non mi va di sentirli! Ammise sbuffando e riprendendo a fare i suoi appunti, dopo essersi ripreso il foglio per l'ennesima volta. Ma se è una cosa legata alla gita che abbiamo fatto noi del quarto anno! Che ne sa il tuo amico della tua casata, andiamo! Aggiunse poi scuotendo il capo e facendole ancora vedere il suo compito, ma fu davvero una mossa stupida. Davvero si era presa la sua pergamena e correva? Cioè... lei che per correre aveva travolto una ragazza e soprattutto aveva il fiatone voleva correre davanti a Blake che si allenava tutti i giorni e le prendeva tutti i giorni da Philip? Non era un pensiero veramente, ma veramente folle anche per lei? Ma Blake si alzò dalla sua specie di panchinetta e le andò dietro. Il fatto che tu corra da me non vuol dire che io debba correre da te! Ma lo disse con tono simpatico e giocoso. Non voleva essere antipatico, anche se aveva costantemente una faccia di culo. Aspetta... vediamo se tu riesci a scendere, diciamo che la prospettiva è più divertente! Ammise poi vedendola arrampicarsi, ma rimanendo li a guardarla dal basso. Sai cosa bisognerebbe fare adesso? Trasfigurare un bel puma qui e vedere cosa succede! La prese in giro attendendo che scendesse. Oddio quanto non gli andava di stare in quella scuola! Eppure aveva ancora un anno intero da fare, maledizione!Si, voleva vedere se sapeva anche scendere, attese paziente - non è vero, non lo era mai stato - la ragazzina.
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  6. Louise De Maris
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    Quel ragazzo le avrebbe fatto prendere un bell'infarto, un giorno. Si avvicinò a lui e gli tirò uno spintone, con le labbra strette in una smorfia di disappunto, seppur Blake fosse un'armadio e molto difficile da spostare. Cercò di fare il possibile, mettendoci tutta la forza possibile.
    - Sei proprio uno stronzo! Mi fai spaventare così, scemo! Lo sai che ci tengo alla mia salute... -
    La sua salute, infatti, era un argomento abbastanza delicato per lei, perché era quella che le mancava spesso, non tanto per delle sue sviste, quanto proprio per tutte le percosse dello zio. Ma Blake non poteva sapere il motivo di quel suo "tenerci". O, almeno, lo sapeva indirettamente ma, probabilmente, non aveva collegato tutti i punti del puzzle. Non si conoscevano molto, in effetti. Un giorno, avrebbero dovuto avere una seria conversazione su chi fossero, da dove venissero, cosa avessero voluto fare nella vita, quale fosse il loro colore preferito, il loro profumo preferito, la loro materia preferita e così via.
    - Ma che ne sai tu! Il ragazzo avrebbe potuto essere del quarto anno, infatti! E, poi, io non lo conosco nemmeno, non è un mio amico... - rispose, con aria totalmente infantile. Non aveva paura di mostrare quei lati di sé davanti al Black Opal, perché sapeva che l'avrebbe rispettata a prescindere.
    Dopo che gli ebbe rubato per l'ennesima volta la pergamena e fosse corsa fino ad un albero, su cui si arrampicò, aspettò che lo studente si avvicinasse al fusto per parlargli.
    - Ottima idea! - gli rispose, sorridendogli. - Visto che devi studiare le caratteristiche del puma, perché non ne evochi uno finto? -
    Era un'idea, dopotutto. Non avrebbe potuto prenderla in giro per quello, no? E, poi, se fosse stati finto, non le avrebbe potuto fare del male.
    - Sai cosa? Dovremmo imparare a trasformarci in animali, come gli Animagus! Chissà quale potrei essere io, o tu! -
    Stava divagando.
    - No, comunque, sono seria! Voglio aiutarti, forse può risultarti più semplice svolgere questo compito... anzi, no, non più semplice, voglio dire, meno noioso! -
    Quello era il suo modo di dire che era stata abbastanza attenta e premurosa per notare quanto Blake si stesse annoiando. Era il suo modo di aiutare.
     
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    Fece un sospiro profondo. già la giornata era complicata di per se, ci mancava solamente lei che cercava di fare qualcosa che non solo non doveva fare perchè Blake, odiava letteralmente chi cercava di aiutarlo, ma questo lei non poteva saperlo, ma perchè gli stava facendo perdere un'infità di tempo. Ridachiò per il fatto della sua salute, ma lasciò cadere completamente il discorso. Poi quando lei si arrampicò su quell'albero e gli rubò di nuovo la pergamena sbuffò questa volta affranto. Poi la guardò e scosse il capo. Ascolta. il compito non provede niente di tutto quello che hai detto tu. Non devo analizzare un puma, ad Olwen non gli frega un cazzo di che caratteristiche abbia un puma, non è l'insegnante di verde, ma di RUNE. Quindi a lui servono ed interessano le rune. Detto questo, scendi e dammi la pergamena e se vuoi rendere tutto più interessante, sta zitta e fammi finire il compito così poi possiamo fare altro, come ad esempio io andarmi ad allenare, se no Garlic mi ammazza, e tu non lo so.Credi che tu possa accontentarmi? Chiese poi sperando che scendesse dall'albero. Nel frattempo andò di nuvo a sedersi su quella piccola panchina con di fronte un tavolino di pietra per riprendere la sua lettura sul tomo di rune. Doveva veramente per forza finire quel dannatissimo compito in quel momento, era importante e soprattutto era qualcosa di estremamente complicato. Blake non amava fare i compiti a prescindere, ma la verità era che non amava neanche deludere le persone a cui voleva bene e di conseguenza non voleva farlo con i professori con i quali aveva comunque un rapporto. lancelot, più degli altri. Se Louise fosse scesa dall'albero ed avrebbe ridato all'opale la pergamena gli avrebbe fatto un sorriso ed avrebbe cominciato a scrivere di nuovo su quel foglio, se no, ne avrebbe preso tranquillamente un altro ed avrebbe ricominciato da capo.
    Non seppe quanto tempo rimase fermo a scrivere ne tanto meno quante volte lesse e rilesse la trama, ma alla fine scrisse tutto quello che doveva e poi posò la penna e finalmente diede uno sguardo a Louise. E quindi quando hai imparato ad arrampicarti sugli alberi? Si alzò dalla piccola panchinina in pietra e si accese una sigaretta. Erano all'aperto e non voleva veramente nessuna rottura di cavolo in quel momento. Doveva rilassarsi.
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    COMPITO COMPLETO DI RUNE:

    Il condor, il puma e il serpente sono tre animali che rappresentano la cosmovisione degli Incas: il mondo superiore degli dei, il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Infatti i tre animali sono del tutto collegati, per quanto mi riguarda scelgo di analizzare la figura del puma, in quanto felino, animale a sangue caldo e di conseguenza molto più vicino al mio essere. Il puma è un simbolo, infatti che rappresenta la forza, la saggezza e l'intelligenza. Inoltre,individua il “Kay Pacha”, parola quechua per indicare “il mondo dei vivi”.
    Le sue caratteristiche principali la pazienza e la forza, si sa che entrambe sono interconnesse, specialmente quando non si parla solamente di forza fisica, ma soprattutto di forza spirituale.
    Il Puma andino è la sottospecie del puma che abita nei territori del Sud America. Sappiamo che è un animale che si adattava alle aree tropicali e ai terreni accidentati dell’Ande e proprio per questo è caratterizzato da forza ed agilità. Per gli Incas era un animale divino che rappresentava il potere del mondo, inoltre si ritiene che Cusco, la capitale dell’impero degli Inca, abbia la forma di un puma. La testa di questo animale si trova nella favolosa fortezza di Sacsayhuaman,la linea è nel tempio di Coricancha.
    Per quanto riguarda le rune, come abbiamo visto in gita e come sappiamo in generale, hanno il compito di amplificare o ridurre delle caratteristiche in particolare e di conseguenza potremmo ipotizzare che la runa URUZ, che rappresenta per lo più la forza primitiva, potrebbe essere accostata tranquillamente alla figura del puma, magari potendo andare a "modificare" o a "creare" una sorte di "nuova" runa, potremmo anche disegnare un puma, ovviamente stilizzato, e sulla sua fronte andare a posizionare Uruz, in maniera tale da poter amplificare non solo la forza fisica che un puma può avere già di per se, ma anche la sua intelligenza, intesa come mente in grado di trovare una strategia, seppur seguendo il puro istinto, per cacciare e quindi ottenere quello che si vuole. Utilizzerei tale simbolo in un rituale come quello dei parabatai in quanto credo che la trilogia del condor, serpente e soprattutto del puma siano indispensabili per arrivare allo scopo finale. Seppur non sono inseriti davvero si richiede, forza, intelligenza, saggezza, pazienza, dedizione.
     
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  8. Louise De Maris
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    17 Y/O
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    Era proprio bello, per una volta, assaporare la sensazione di essere tornata ai vecchi tempi, seppur fossero solo sembianze: il vento le accarezzava dolcemente la pelle del suo viso, mentre i capelli era spostati indietro, in direzione della delicata folata. Chiuse per un istante gli occhi, godendosi la percezione della pura libertà, che sembrava prender possesso delle sue membra, donandone un sentore di pace e calma. Era felice, più felice che mai: il sorriso era grande sul suo volto, contornato da due deliziose fossette. I suoi occhi, ancora, splendevano di una rara luce (e non era quella dettata dal sole), di cui il Black Opal avrebbe potuto prenderne atto se mai l’avesse guardata con attenzione.
    La ragazzina non diede adito al diciannovenne fino a quando la voce maschile non raggiunse le sue orecchie. Come poteva essere così… insensibile? Per una volta nella sua vita, dopo tanti anni, si sentiva felice e lui si permetteva di sospirare con afflizione, rovinandole quel bel momento di pura pace interiore. Alla fine, lei stava solo cercando di aiutarlo. Le rughe, che erano solite formarsi tra le sopracciglia, appianate per qualche momento dalla serenità, ritornarono in pieno vigore, a causa del corrucciamento della ragazzina. Quest’ultima, ancora, sporse il labbro inferiore in un broncio per definito.
    Non rispose alle parole dello studente, anzi, richiuse gli occhi cercando di concentrarsi su tutto, tranne che su quelle “brutte parole!”. Dopo qualche istante, non avendo avuto successo nel suo tentativo di riappacificarsi, scese dall’albero, con estrema lentezza: nonostante tutte le accortezze messe in atto per non farsi male, si scorticò la gamba lungo la corteccia dell’albero.
    - Ahia! – esclamò, una volta con i piedi per terra. Gettò uno sguardo sommario alla superficie della sua pelle macchiata leggermente di sangue e ritornò dal Black Opal, leggermente zoppicante. Gli consegnò la pergamena, sbattendogliela sul petto, innervosita da quel sorrisetto sulle sue labbra. Si sedette sul muretto, riprendendo il posto occupato in precedenza, e sollevò i suoi pantaloni, per osservare il danno fatto. Non era nulla di che, ma avrebbe dovuto disinfettare le ferite una volta rientrata in camera sua, nel dormitorio Ametrin.
    Non avendo voglia di scambiare ancora due chiacchiere con il giovane Barnes, quindi, gli diede le spalle, raccolse la sua pergamena e cominciò ad ingegnarsi per il suo compito di Astronomia. Per carità, era una bellissima materia, ma non aveva tanta voglia di svolgerlo. Tuttavia, scelto l’oroscopo, cominciò a scrivere scorrevolmente sulla carta con il suo pennino.

    L’astrologia indiana, definita “vedica”, in riferimento alla sua provenienza dai Veda, antiche scritture sacre indiane, è anche chiamata Jyotish, ovvero “Scienza della Luce”: la Luce è intesa come creatrice dell’universo, i cui raggi determinano l’esistenza di tutto ciò che esiste. L’astrologia indiana, a differenza di quella occidentale che ha fissato la posizione del sole all’equinozio di primavera nella costellazione dell’Ariete (zodiaco tropicale), prende in esame la reale posizione dei pianeti nelle costellazioni (zodiaco siderale). I fattori principale sulla carta Jyotish, tuttavia, non è il Sole, come si potrebbe pensare, tratti in inganno dalla parola “Luce” (anche perché lo zodiaco siderale è supportato da osservazioni astronomiche dirette non solo sul sistema Terra-Sole, ma anche e soprattutto sul centro della nostra galassia, individuato a 6°40’ nel Sagittario, definito “ombelico di Dio”, perché da esso sarebbe nato l’intera materia dell’universo), ma sono l’ascendente e la Luna: quest’ultima ha grande impatto sulla vita quotidiana umana e naturale: maree, nascite, ciclo mestruale femminile. In effetti, l’oroscopo indiano è conosciuto anche come “astrologia della luna”.
    L’oroscopo vedico fa utilizzo di nove pianeti, definiti “graha”, ovvero Luna, Sole, Mercurio, Marte, Giove, Saturno e i due nodi Lunari, Rahu e Ketu, escludendo dal sistema astrologico Urano, Nettuno e Plutone.
    I segni zodiacali sono 12: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci.
    Durante gli studi dell’astrologia vedica, sono prese in considerazione 27 costellazioni e cinque elementi (Fuoco, Acqua, Terra, Aria e Cielo: a quest’ultimo, definito anche “etere”, viene data grande importanza).
    Nell’oroscopo occidentale, il segno di mia appartenenza è il Toro, mentre, nell’astrologia vedica è l’Ariete (15 Aprile-15 Maggio): come si può notare, vi è uno spostamento di segno, per il semplice fatto che, con il trascorrere degli anni, la posizione della terra, a causa di un movimento precessionale, è mutata di circa 22° e, conseguentemente, la posizione effettiva di un pianeta all’interno di una costellazione è cambiata di circa un segno zodiacale.
    L’ariete, nell’astrologia vedica, è chiamato “Vesha”: ha come pianeta governatore Marte, che rappresenta la forza cieca e impulsiva dell’ariete, e come elemento il Fuoco, perché è un segno focoso e passionale. È il primo dei segni dello zodiaco. È riconosciuto per la sua necessità di spiccare tra la folla, tramite la sua personalità dominante. È collegato tradizionalmente alla guerra, al sangue, alle rivalità e alle conquiste: non è un caso, infatti che il suo pianeta governatore sia Marte che, nella mitologia greca, era chiamato Ares, il dio della guerra. L’ariete rappresenta la nascita, la luce più accecante, il movimento da cui si sprigiona calore.
    Il Toro, nell’oroscopo occidentale, è il secondo segno dello zodiaco. I “taurini” amano la vittoria, i piaceri fisici e i beni materiali, rivelando deliziosi eccessi. Adorano il confort e il buon cibo. Ricercano la “buona vita”. Chi è sotto il segno del toro ha un carattere deciso e testardo. È regolato dal Pianeta Venere che, nella mitologia romana, era la dea dell’amore, della bellezza e del piacere. I taurini, infatti, amano tutto ciò che bello e sono struggenti sentimentalisti.
    L’elemento associato al toro è la terra, perché queste persone preferiscono la concretezza e la praticità.


    Pensava di poter concludere qui. Lasciò asciugare la pergamena, sventolandola al vento con una mano e, successivamente, dopo averla riposta in borsa, si rigirò verso Blake, il quale, avendo terminato anche i suoi compiti, le chiese quando avesse imparato ad arrampicarsi sugli alberi. Ancora imbronciata, gli rispose con un secco: - Quando ero bambina. -. Saltò giù dal muretto e raccolse le sue cose.
    - Devo andare! Ho bisogno di disinfettare le mie ferite! – affermò, il che avrebbe potuto essere interpretato metaforicamente dallo studente, seppur lei si riferisse alle escoriazioni lungo la gamba. Louise, tuttavia, colse il pretesto per essere volutamente criptica.
    - Ci vediamo. Ciao! – salutò, senza troppi giri di parole.

     
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