Lo sconforto non tiene mai conto del firmamento.

Adrien&Marlee

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  1. Adrien Beauvais
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    Non era davvero un bel periodo per Marlee: l’aveva contattato chiedendogli di vedersi il prima possibile. Così, Adrien le aveva risposto che, se voleva, potevano vedersi quella sera, alla Torre dell’Orologio, dove, effettivamente, non c’era mai nessuno. Sapeva che la sua piccola sorellina aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, visto che, ormai, Tom era andato via. Nessuno sapeva quale fosse il motivo. E Adrien preferiva che sua sorella piangesse tutte le lacrime che voleva, senza, però, che fosse messa in imbarazzo. Non serviva altra gente. Voleva stare con Mar da solo, senza Regina né James. Loro due, infatti, avevano un rapporto diverso da quello che deteneva con la sua omonima e il gemellino più piccolo.
    Prima di dirigersi verso il posto deciso, fece un giretto nelle cucine, chiedendo agli elfi domestici se avessero potuto dargli della cioccolata calda con panna e fragole da portare via e qualche biscotto: i dolci, si sa, sono il debole delle ragazze, soprattutto quando soffrono per amore. E Marlee non faceva eccezione. Posto tutto in una cesta, raggiunse la Torre. La ragazza non era ancora presente.
    Liberò il tavolino e vi sparpagliò ordinatamente le due bevande e il cibo. Pose sul bracciolo del divano una copertina in pile, piegata perfettamente. Poi, ravvivò il fuoco del caminetto: quelle sere, infatti, erano davvero fredde e stare nella torre non aiutava, anzi, riusciva solo a farli congelare ancora di più.
    Il suo intento era quello di far trovare alla ragazzina un posto confortevole e caldo, proprio come se fosse casa. Chissà quanto le mancavano mamma e papà! A lui, personalmente, non proprio, ma non era un modello a cui ispirarsi in quelle situazioni. Mar era sempre stata una ragazza dolcissima e la sua amorevolezza era protesa verso tutto e tutti, persino i loro genitori. Non che Adrien non volesse loro bene, ma adorava la sua indipendenza.

    17 Y/O
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    Marlee Beauvais
     
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    |marlee "mar" beauvais|


    16|NYC|TWIN|Black Opal

    I
    l messaggio al fratello era partito quasi in maniera automatica. La testa di Marlee era una matassa di pensieri ingarbugliati e confusi, senza un inizio ben definito. O meglio, l'inizio c'era sicuramente, solo che lei non riusciva a trovarlo. Così - spinta dalla voglia di stare meglio e peggio allo stesso tempo, evidentemente - aveva mandato un messaggio al fratello. Non a James, non a Regina. Adrien era quello che le serviva in quel momento, di lui e del loro rapporto speciale, come solo quello tra fratello più grande e sorellina può essere. Sapeva benissimo quanto il ragazzo fosse scontroso con chiunque non fosse la famiglia, e spesso anche con i suoi stessi fratelli, ma con lei aveva assunto il ruolo di protettore ormai da tempo, e Marlee non vedeva l'ora di sedersi accanto a lui per poter piangere senza sentirsi giudicata o peggio.
    Guardò il piccolo orologio che aveva al polso e si alzò dal letto, decisa a farsi una doccia prima di arrivare all'appuntamento con Adrien. Mentre si insaponava i capelli si costrinse a rilassarsi, tracciando dei piccoli cerchi sulla testa mentre si insaponava i capelli e respirando profondamente mentre si insaponava il corpo, ma purtroppo la sua testa vagava senza sosta. Non riusciva a capire. Seriamente, non riusciva proprio a comprendere cosa mai fosse potuto accadere di così grave da far allontanare Tom. Eppure aveva un cervello niente male, per Merlino! Non sarebbe dovuta essere una cosa così complicata da capire...
    Scosse la testa, mettendo un piede fuori dalla doccia e asciugandosi con rinnovato vigore, dovuto alla rabbia che la stava infiammando. Asciugò i capelli con la bacchetta, consapevole che altrimenti suo fratello le avrebbe di sicuro fatto la ramanzina, e si infilò la tuta più comoda che aveva, completata dalla felpa di James. Difficile non avere sempre qualcosa di lui con se, dopotutto.
    Si infilò le scarpe e si incamminò verso la meta, notando che il fratello non era presente in sala comune e che quindi molto probabilmente era già uscito.
    "Oppure è stato fuori tutto il giorno, Marlee, come le persone normali! Solo tu di domenica rimani chiusa in dormitorio come un'eremita..."
    Si strinse nelle spalle, come a giustificarsi da sola, e sospirò in mezzo ai corridoi bui del castello. Doveva decisamente sbrigarsi.
    Una volta arrivata alla torre, sentì il sorriso formarsi sulle labbra prima ancora di vedere effettivamente la faccia del fratello. Era occupato a ravvivare il fuoco, dandole le spalle. Sul tavolino erano posate sue cioccolate e dei biscotti, e Marlee sentì le lacrime che cominciavano a salirle agli occhi. Li chiuse un attimo, per non farle scendere, e si avvicinò alla schiena del fratello, facendogli passare le braccia intorno e posando la testa sulla sua schiena.
    -Sei il fratello migliore del mondo, Adri. Grazie.
    Lo lasciò andare, allungandosi a dargli il consueto bacio sulla guancia, per poi sorridergli e sedersi sul divano, piegando le gambe sotto di se e incrociandole.
    -Come stai, fratellone? Come è andata la giornata?
    Aveva un gran bisogno di svagarsi, anche se era consapevole che il fratello volesse anche delle risposte sulla sua salute mentale e non. Ed era impossibile anche solo pensare di dirgli una bugia.


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    bymars


     
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  3. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Era un periodo difficile un po' per tutti… Adrien aveva due cose che gli frullavano per la testa: Gyll e il suo allontanamento e Vath Remar, il ministeriale che aveva cominciato a dargli lezioni di arabo e che, al momento, aveva sospeso i loro incontri per un mese, dopo che l’opale gli aveva distrutto l’ufficio, in una crisi di rabbia e impulsività. E Adrien che aveva fatto? Aveva cominciato a darsi alle droghe… bell’esempio di merda. Sperava solo che mai nessuno scoprisse quel suo segreto che cercava di custodire gelosamente, anche perché aveva paura delle conseguenze delle sue azioni. Non voleva perdere anche i rapporti con Mar, Reg e Jamie…
    D’un tratto, delle braccia si avvinghiarono al suo busto e sentì qualcosa premere sulla sua schiena. Sorrise: sapeva che fosse Marlee. Alzò le braccia per girarsi in quelle della ragazzina e si voltò in senso orario, fino a quando non fu di fronte a lei.
    - Se non la smetti di ringraziarmi, faccio scomparire tutta la cioccolata e i biscotti! – la minacciò scherzosamente, con un sorriso sulle labbra, e, con una mano, se la portò al petto, stringendola forte e schioccandole un bacio tra la chioma riccia. Avevano pure gli stessi capelli.
    - Ooooh, la mia piccola viperetta!!! -
    Poi, la lasciò andare, con un: - Su, su! Che si fa tutto freddo e io non ho fatto tutta la faticaccia di accendere il fuoco e metter su un incantesimo di riscaldamento per nulla -.
    Prima di prendere posto sul divano, al fianco di sua sorella, le porse la tazza di cioccolata.
    - Eccoci qui! Mi sei mancata, Mar… ecco com’è andata… avevo proprio bisogno di un momento tra fratello e sorella preferita, sai?- ammise, con un occhiolino.
    - E non cercare di cambiare argomento con me, signorina! Piuttosto, come stai tu…? -




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    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
     
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    |marlee "mar" beauvais|


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    S
    olitamente, Marlee non era una che si piangeva addosso per ogni cosa. Quando da bambina era caduta dalla scopa giocatolo che uno dei suoi nonni le aveva regalato, si era messa a ridere e dopo aver pulito il vestitino dalla polvere era risalita in groppa, senza curarsi delle rimostranze della madre. Quando James le aveva tagliato i capelli della sua bambola preferita, invece di piangere gli aveva tirato un pugno sul naso. Insomma, Marlee era una combattente, una sempre pronta ad andare avanti, non una mezza calzetta che alla prima difficoltà si arenava e si piangeva addosso come un neonato. La situazione, però era evidentemente diversa per il suo cervello. A quanto sembrava, aveva bisogno di qualcosa in più per andare avanti, qualcosa che le desse la spinta e la carica. Doveva parlare con i suoi fratelli, renderli partecipi di quello che stava passando e farsi dare una mano. Adrien era la scelta più ovvia per questo.
    Dopo il superamento dello shock iniziale nel vedere la torre così arredata, e dell’immensa voglia di piangere che l’aveva percorsa vedendo quanto il fratello avesse pensato a lei, si piazzò direttamente dietro la sua schiena. Pochi secondi dopo, gli occhi scuri di Adrien erano tuffati nei suoi, e lui la stava salutando con una delle sue battutine velenose.
    -Oh, no! Allora mi cucio la bocca! - rise, lasciandosi baciare e stringendo un po’ più forte il petto di suo fratello, facendosi avvolgere da quel profumo familiare che la faceva sentire al sicuro. Rise ancora al suono del suo soprannome, meritato a detta di Adrien, e si spostò verso il tavolo con le mani alzate, come in segno di resa. Che Merlino la fulminasse se avesse mai lasciato che tutta la roba che aveva portato il fratello fosse fredda!
    -Morgana benedetta, Adri, hai pensato proprio a tutto!
    Si accomodò e si piazzò la cioccolata tra le mani, ridacchiando. Ne sorseggiò un po’, e fu stupida da quanto fosse buona. La cioccolata calda era difficile da rovinare, ma quella tra le sue mani era decisamente la migliore che avesse mai bevuto. Mentre ascoltava la risposta del maggiore sentì un sorriso spontaneo salirle alle labbra. Anche lui le era mancato, e decisamente i loro momenti erano un’ottima valvola di sfogo per entrambi.
    -Anche a me sei mancato, fratellone! - si rifugiò dietro la tazza con il viso, poi, tentando di sfuggire alla domanda. Ma alla fine sospirò, prese un sorso di cioccolata e rispose.
    -Sto…mh…diciamo che sto e basta. È terrificante il vuoto che sento da quando non parlo con Thomas…ho deciso di lasciargli del tempo, sai, per capire meglio i suoi sentimenti, o come sta…ma non pare che tutto questo stia andando in una gran bella direzione..- guardò il fratello, cercando un aiuto - non so che fare, Adri.
    Si sporse a prendere da mangiare, ficcandosi un boccone abbastanza grosso in bocca e masticando lentamente, prendendo tempo.
    -Ehi, però non posso mica essere la sola a parlare! Ti si vede in faccia che c’è qualcosa che ti preoccupa, e non dire che non è cosi! Che c’è? - lo guardò e stava per bere un sorso quando ribasso di scatto la tazza, come colta da un’ispirazione - e non provare a dire che sono io che ti preoccupo, perchè sappiamo entrambi che c’è di più!
    Soddisfatta, si mosse con il sedere, cercando la comodità, per poi bere e guardare Adrien, in attesa.

    PARLATO - ASCOLTATO - PENSATO - NARRATO
    bymars


     
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  5. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Adrien non era solito mangiare cibi dolci o bere bevande zuccherate, ma faceva freddo e, sinceramente, non gli dispiaceva affatto una bella tazza di cioccolata calda. Non avrebbe, comunque, fatto il pieno con i biscotti, perché quelli era tutti per sua sorella. L’importante era che non si ingozzasse per assopire il dolore, perché, altrimenti, poi sarebbe stata male, con un bel mal di pancia e il male fisico era l’ultima cosa che desiderava per Marlee, oltre a quello morale. L’opale ci teneva al fisico e alla sua alimentazione e, spesso, tendeva a riversare quel suo perfezionismo e quella sua attenzione anche sulle abitudini dei suoi fratelli. La allungò il contenitore di biscotti e si raccomandò: - Mangia, che hai bisogno di nuova energia! Ma non finirli tutti, eh! Non voglio sentir poi che sei stata male… - .
    Prese la sua tazza di cioccolata calda e se la portò alle labbra. Era così buona da leccarsi i baffi, ma non espresse la sua opinione in merito. Non era una ragazzina: era un giovane uomo con una certa reputazione e non poteva darsi a simili sciocchezze.
    D’un tratto, indicò una copertina che era piegata sul bordo del divano.
    - Se hai freddo, c’è una coperta lì. E, comunque, certo che ho pensato a tutto! Secondo te, avrei dovuto mancare in qualcosa ad un appuntamento così importante come questo? -
    La sua domanda era del tutto scherzosa e Adrien le rivolse un sorriso gentile.
    Marlee non avrebbe mai potuto sfuggire alle sue domande: gliele avrebbe poste così insistentemente che, alla fine, avrebbe dovuto rispondergli. Era quasi obbligata a farlo, perché lui era suo fratello maggiore e le aveva sempre ripetuto che, per aiutarla, avrebbe dovuto parlargli, confidarsi con lui.
    Ascoltò attentamente le sue parole e, alla sua richiesta indiretta di aiuto, si alzò dalla poltrona per prender posto sul divano, al fianco di sua sorella. Le cinse le spalle con un braccio, invitando a poggiare la sua testa riccissima sulla sua spalla e a rilassarsi.
    - Lo so, Mar, lo so… ma ci parlerò io… sono sicuro che la situazione si risolverà presto… - provò a consolarla.
    Prese un nuovo sorso di cioccolata, per pensar meglio a come rispondere al terzo grado che ora era lei a rivolgergli. Ridacchiò divertito.
    - Hahahahaha sì, hai ragione… c’è di più, ma non ne voglio davvero parlare… ora sono qui per te, non per me stesso, perciò non preoccuparti. Ho tutto sotto controllo -




    18 ANNI
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    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
     
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    |marlee "mar" beauvais|


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    L’
    aveva lasciata un po’ perplessa il banchetto di biscotti che aveva trovato una volta arrivata sulla torre. Non che a lei non piacessero, anzi, ma sapeva come la pensasse Adrien su tutta quella roba. Era successo spesso che, in seguito ad essere stata scoperta in cucina con un biscotto in bocca e altri cinque nella mano, aveva dovuto sentire la ramanzina accorata - e totalmente per il suo bene, per carità - su come i dolci facessero male alla pancia e al fisico e non bisognava esagerare etcetera, etcetera. Sorrisa, prendendo un biscotto.
    -Promesso, Adri. Ne mangerò abbastanza da essere felice ma non con il mal di pancia!
    Era difficilissimo non sentirsi meglio con Adrien accanto a lei, e anche quella volta fu così. Gia a stare seduta a accanto a lui, a bere cioccolata con tutte le premure del caso la stava facendo sentire decisamente meglio. Annuì, ringraziandolo per la coperta, e se la tirò sulle gambe con un sospiro, mentre scuoteva la testa. Sapeva che, anche se era evidente che il fratello stesse scherzando, c’era un fondo di verità nelle sue parole. Era davvero un appuntamento importante, per entrambi, e non c’era davvero bisogno di dirlo.
    Soprattutto, visto e considerato che era Adrien, fu letteralmente impossibile non spiegargli la situazione, e condividere con lui i suoi pensieri. Era anche un po’ stanca di sentirsi così, ma non riusciva proprio a farci nulla. Si lasciò stringere dal fratello, poggiandosi contro di lui e respirare lentamente, per imprimersi il suo profumo nel cervello. Si rilassò leggermente, per poi irrigidirsi un’altra volta alle sue parole.
    -Adri, parlare. Mi raccomando, per favore, parlaci tranquillamente e basta. - strinse leggermente la sua mano, che aveva afferrato pochi secondi prima - grazie, fratellone.
    Decise che effettivamente non era giusto che fosse la sola a sfogarsi, ma rimase delusa dalla risposta del fratello. Sicuramente era successo qualcosa, non si spiegava altrimenti il comportamento schivo e la risposta evasiva di Adrien. Ceto, non che lui fosse sempre questo esempio di condivisione e felicità, ma di sicuro non gli dispiaceva parlare con lei. Cosa mai era successo? Lo guardò un po’ di traverso, scuotendo la testa.
    -Mh…diciamo che mi accontento…circa… - prese un sorso di cioccolata - ma non deve essere mica una cosa a senso unico, ok? Quando vuoi sono qui!

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    bymars


     
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