Cercare di scappare non è mai la risposta per essere completamente umani.

Adrien&Aibileen

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  1. Adrien Beauvais
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    Seppur non fosse stato invitato da nessuno in particolare (a dire il vero non aveva amicizie con cui scambiare due chiacchiere davanti ad una tazza di thè), quel pomeriggio si era diretto verso la Sala da thè dell’Accademia: era una stanza abbastanza carina, seppur troppo antiquata per i gusti di Adrien. Erano le 16 spaccate. E fu proprio in mezzo a tutti quei tavoli che notò una figura conosciuta: era una ragazza bassina, capelli scuri, timidissima. E pure balbettante, se non ricordava male. Se l’ultima volta (per Roberta, che leggerà la role, una volta conclusa per accreditarla: ti avviso che la parte seguente è il pezzo di post della role che ho linkato in “ultima volta”, che ho scritto non rendendomi conto che fosse stata chiusa! Quindi, la giocherò come “film mentale di Adrien) non fosse scappata a gambe levate, sarebbe potuto succedere, su per giù, proprio questo:

    Inizio del film mentale, seppur abbia in sé un filo di verità



    La ragazza non poté fare a meno di scusarsi e Adrien ne riconobbe il merito: almeno non era come tutte quelle mocciosette spocchiose con intenti subdoli che, invece di chiedere scusa davanti ai loro sbagli, si gettavano a capofitto in invettive fantasiose, facendosi vittime di contro a colui che era la vera vittima della situazione. In quel caso, però, non era stato cosi: per questo semplice fatto, la sconosciuta gli diventò un pizzico più simpatica. E le dimostrò tal “sentimento” quando affermò: - Fortunatamente per entrambi, non è accaduto nulla di spiacevole… -.
    Forse era stata cortese, ma non sembrava certo la più intelligente: come cazzo le veniva in mente di buttarsi nell’acqua quando le aveva appena intimato di non farlo perché era gelida?! Non riusciva davvero a capire certi comportamenti… era, forse, per sfida? Probabilmente sì. Ma perché sentiva il bisogno di competere con un sconosciuto? Adrien adorava psicanalizzare le persone e la piccolina lì presente non faceva eccezione.
    - No, non scommetterò propr- Come non detto! – disse, proprio un attimo prima e un secondo dopo, ormai troppo tardi, che la studentessa si gettasse tra le onde.
    Non appena uscì, tremante come una foglia, Adrien non poté fare a meno che guardarla con quello sguardo da “Te l’avevo detto!”. Si girò di spalle, lasciandole un minimo di privacy per cambiarsi, seppur fosse tutto fatto tramite incantesimo.
    Raccolse la sua bacchetta che aveva lasciato nel suo marsupio e alcuni rametti secchi che trovò sparsi in giro, per la sabbia ma, soprattutto, per il prato e vi lancio un rapido – Incendio! -, appiccando un piccolo fuocherello a qualche metro di distanza, in modo tale che la piccolina, se si fosse avvicinata, potesse riscaldarsi.
    - Vieni qui! – la chiamò, alzando leggermente la voce per farsi sentire. Se l’avesse raggiunto, Adrien avrebbe affermato: - Siediti! Credo che qualcosa di nutriente possa farti bene! -.
    Impugnò il fazzoletto con al suo interno la frutta secca e lo consegnò alla ragazzina.
    - Mangia. – le ordinò, con i suoi soliti modi antipatici. – E’ frutta secca! – specificò.
    Si sedette al suo fianco e bevve un sorso d’acqua dalla sua borraccia.
    - Sono Adrien Beauvais, comunque. Tu, invece? -


    Fine


    Si sarebbe presentato e avrebbe saputo il nome della stramba ragazza, ma così non era stato. Vedendola tutta sola, si diresse proprio verso il suo tavolino.
    - E’ libero? – le chiese.
    17 Y/O - BLACK OPAL - STUDENTE - PUROSANGUE


    Aibileen Beatrix
     
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    Aibileen Beatrix
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    I giorni che la separavano dal prossimo plenilunio stavano diminuendo a vista d'occhio. Una morsa considerevole stava attanagliando Aibileen a partire dallo stomaco, e la ragazza conosceva un solo modo per riuscire a liberarla, affievolendone la presa... Disegnare.
    Distrattamente, dopo aver bevuto a malapena un sorso, più che altro simbolico, di cioccolata calda alla gianduia, l'Ametrin proveniente dalla terra dei canguri riposò la propria tazza al bordo del tavolo, sentendo dentro di lei l'impulso di riprendere a disegnare prima di subito. Stava disegnando, a mo' di ritratto, il « primo piano » di un lupo messicano che, da quel che aveva letto recentemente, faceva parte delle specie di lupi che rischiavano particolarmente l'estinzione. Le matite ed i colori si trovavano ammucchiati in una parte del tavolino che aveva occupato, delimitata dalla tazza e da un tovagliolo. La fetta di torta alla crema di pistacchio, ancora intatta, faceva compagnia alla tazzina bianca, su di un altro piattino.
    La parte buona del lupo che le albergava dentro... Dove si trovava ? Come fare per parlargli? Entrare veramente in contatto con essa ? Il disegno, almeno per il momento, era l'unico modo che la ragazza conoscesse. Per quanto non le apportasse chissà quale soluzione, di solito l'aiutava, se non altro, a provare... Un po' di pace, una sorta di avvicinamento foss'anche ad un briciolo di sentimento di comprensione. Aibileen portò una mano poco al di sopra del suo petto, per sentire il battito del proprio cuore continuare, imperterrito, ad infonderle vita ed energia... Poi, riprese a disegnare. Una leggera « pioggia » di fiori di gelsomino stava coprendo, piano, piano, una parte del lato destro del « volto » e del muso del lupo.
    Era così concentrata dall'atto per lei, in quel momento, decisamente e sentitamente liberatorio, di disegnare, che non si accorse della presenza di Adrien accanto a lei se non quando, quest'ultimo, palesò la propria presenza chiedendole se, il posto accanto al proprio, fosse libero ! Aibileen, dopo il sobbalzo e la sorpresa iniziali, annuì, tesa ed imbarazzata, abbassando lo sguardo per la vergogna del ricordo di quanto era successo alle coste insieme a lui, posandolo sulla sua mano che, dal canto suo, ancora teneva la matita, per quanto senza riprendere il disegno !
    Quando ebbe raccimolato il coraggio necessario, tornò a guardare, con gli occhi, Adrien. Guardandolo con fare imbarazzato e dispiaciuto, prese un bel respiro profondo, prima di dire :

    << S.. Scusami davvero per l'altra volta... Sono stata una vera idiota ! Non... Non so cosa mi sia preso.. >>

    Sbuffò, scuotendo la testa, ancora interdetta al ricordo del comportamento che aveva avuto quel giorno !

    << Non.. Non volevo metterti a disagio. O... I.. In difficoltà. >>

    Abbassò nuovamente la testa, prima di scuoterla e tornare nuovamente a guardare il ragazzo.

    << Era... Una giornata no. M.. Ma tu... Non c'entravi nulla. Mi spiace davvero ! >>

    Era veramente dispiaciuta. Non voleva che le sue apprensioni riguardanti il plenilunio e ciò che esso rappresentava per lei, potessero far stare male, o anche solo causare disagi, come nel caso del compagno che si era appena seduto vicino a lei !

    << Ecco... >>

    Si grattò la nuca con fare imbarazzato e dispiaciuto, decidendosi a posare la matita sul foglio, per afferrare il piattino con dentro la fetta di torta al pistacchio, nonché il cucchiaino assortito (?), e posarlo davanti al ragazzo.

    << Ti piace il pistacchio ? Ne... Ne vuoi un po' ? Non l'ho fatta io, ma è... Veramente buona... Davvero. >>

    Provò a sorridere al ragazzo, seppur timidamente.

    ''Santo Merlino... Che imbranata ! Sono un vero disastro..''

    Ricordava ancora come, alle coste, davanti al fuocherello, la ragazza, rivestita, avesse a malapena osato mormorare un ''Aibileen'' di risposta alla presentazione del compagno, non azzardandosi, intimidita com'era, a mangiare più di tre-quattro pezzetti di frutta secca. Presa dal freddo, dall'imbarazzo e dalla vergogna per quella che stava sentitamente nominando, dentro la sua testa, « la propria stupidità », la ragazza aveva, comunque , tenuto a ringraziare il ragazzo per quelle piccole attenzioni che, nonostante i modi bruschi, erano gentili, e le erano sembrate genuine :

    << … G.. Grazie... Sei molto gentile... C.. Credo che andrò ad asciugarmi... Scusa il disturbo! >>

    In preda all'imbarazzo e alla vergogna, si era alzata e, salutandolo con un cenno della mano, se n'era andata di corsa, continuando a correre fino a quando non ebbe chiuso la porta della sua stanza dietro di sé, in modo da impedirsi quanto più possibile di pensare a quanto era appena accaduto !

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    Edited by Aibileen Beatrix - 24/4/2022, 20:34
     
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  3. Adrien Beauvais
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    Diede un’occhiata al foglio poggiato sul tavolo davanti alla ragazza: un lupo disegnato magistralmente si profilava davanti ad occhi curiosi che desideravano guardarlo, in tutta la sua maestosità. Non fece, tuttavia, parola, ancora, dell’attività artistica in cui Aibileen sembrava essere immersa. L’avrebbe mantenuta come conversazione per dopo.
    L’Ametrina (così raccontava il colore delle sue vesti di scuola) aveva annuito tesa allo richiesta esplicata dalla sua voce ed era arrossita di un così rosso profondo che sarebbe potuta essere scambiata per un peperone. Avvicinò la mano destra al mento della ragazzina, che strinse con dolcezza, alzandole il volto fino a quando i loro sguardi non avessero potuto incontrarsi.
    - Sei decisamente imbarazzata… non capisco, però, per quale motivo tu possa esserlo… - disse, squadrando i lineamenti del piccolo viso: il tratto era dolce, regolare, sinuoso, come quello del naso, piccolino, che si “scontrava” perfettamente con le labbra carnose. E, poi, c’erano quegli occhi da cerbiatto, scuri… era una ragazza davvero molto bella.
    Quei suoi movimenti l’avrebbero fatta vergognare ancora di più, ma ad Adrien non importava: prima o poi, avrebbe dovuto farsene una ragione delle attenzioni che gli individui di sesso maschile le rivolgevano. Il Black Opal, comunque, non aveva intenzione di stringere alcuna relazione con lei, né un fidanzamento (perché aveva Gyll), né amicizia: era solo incuriosito da quella strana personcina che gli si era parata davanti, con quell’ingenuità e imbranataggine che la rendevano davvero carina, uniti ad una testolina testarda, a volte, come aveva dimostrato essere quel giorno al lago, quando si era buttata a capofitto in acqua nonostante i suoi chiari avvertimenti.
    - Sei stata un’idiota, sì, ma non c’è bisogno di scusarsi, te lo assicuro! – le disse. Perché mai stava facendo il gentile (ovviamente, per noi player è un eufemismo, ma per Adrien quella frase è il massimo della gentilezza possibile) con una persona che non conosceva affatto?! Eppure, di solito, era uno stronzo, soprattutto con gli estranei. Forse, stava riuscendo a cambiare, com’era il suo desiderio?
    Le sorrise, ghignante. Era davvero divertente vederla così imbarazzata e dispiaciuta.
    - Nessuno può mettermi a disagio – affermò.
    Cercò di far morire in gola una risatina prepotente, con scarso successo. Si portò una mano davanti alla bocca, tentando di mascherarsi, ma a nulla valsero i suoi movimenti.
    - Ehi, sei una persona ansiosa, non è vero? -
    Fece cenno con la mano di respirare, accompagnato da un – Respira. Dentro e fuori. Vedi? -, mentre le indicava di seguire il suo esempio.
    - Tranquillizzati! Non c’è motivo di agitarsi così, no? -
    Accettò l’offerto di Aibileen e girò il piattino fino a porlo davanti a lui. Con un cucchiaino, staccò un pezzettino di torta, ma, invece che portarselo alla bocca, condusse il delizioso dolce fino alle labbra della ragazza.
    - Forza, mangia! Gli zuccheri fanno bene, anche se, in questo caso, dovrebbero essere evitati. Ma tu – la indicò con l’indice della mano libera, - devi mangiare! -

    17 Y/O - BLACK OPAL - STUDENTE - PUROSANGUE


    Aibileen Beatrix
     
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    Chi conosceva Aibileen da più di un anno, difficilmente poteva non aver notato, foss'anche solamente di sfuggita, i miglioramenti che la ragazza aveva fatto con la sua timidezza! Ma continuava, di fatto, ad imbarazzarsi e a balbettare facilmente... E al sentire come, effettivamente, le sue gote si fossero accalorate ancora di più, quando Adrien le aveva alzato il mento, Aibileen sbuffó, sforzandosi visibilmente, per quel che poteva, di sostenere lo sguardo di lui, senza riabbassare il proprio! Sì. Riusciva a socializzare con persone che non conosceva con maggiore semplicità e scioltezza, quell'anno... Ma il farlo continuava a rappresentare, per lei, una notevole sfida.

    << S.. Sono imbarazzata.. >>

    Sbuffó. Di nuovo. E prese un bel respiro.

    << Perché... Non ti conosco. E, con le persone che non conosco... Sono... Timida. >>

    Ammise. Nascondersi dietro un dito non avrebbe avuto il minimo senso. Era decisamente palese, d'altronde! Prese nuovamente un bel respiro, stavolta prendendosi il tempo di espirare più allungo. E muovendo le spalle nel tentativo di scioglierle.

    << Ma sto provando a migliorare... Tu, invece? >>

    Chiese, di slancio. La sua timidezza era, in effetti, poca cosa, dinnanzi alla sua spontaneità! Per lei, era naturale: già che si erano incontrati per caso due volte, e che si erano messi in imbarazzo a vicenda... Tanto valeva provare a conoscersi un po' meglio, in quanto esseri umani, no?

    << C'è una parte di te... C.. Con la quale lotti particolarmente, per cercare di migliorare? >>

    Non era proprio sicurissima di essersi spiegata esattamente come avrebbe voluto, ma già era tanto che stesse riuscendo a non balbettare troppo, dopotutto!
    Quando Adrien le disse che era stata, certo, un'idiota, ma che non c'era bisogno di scusarsi per quello... Le ricordó leggermente Blake. Ad occhio e croce, chiaramente. Si erano incontrati un paio di volte in totale, non aveva di sicuro l'intenzione di confezionarsi un'opinione "presto detto, presto fatto", così, di tutto punto! Ci sarebbe mancato altro. D'altronde, non c'era storia, né altro modo reali: per conoscerle, le persone, era necessario comunicarci. Direttamente. Ed il tempo necessario.
    Alla sua frase "Nessuno puó mettermi a disagio", ad Aibileen venne spontaneo pensare, in contrapposizione:

    "... E chi non potrebbe, eventualmente, riuscire a mettere a disagio me?"

    Decisamente sperava, con il tempo, di riuscire a diventare sempre meno insicura! Ai modi del ragazzo, un pelo (soltanto un pelo?) bruschi ma, a modo loro, parve a lei, genitili, di farla concentrare sulla sua respirazione, per farle passare l'ansia, Aibileen, inizialmente, gli diede ascolto, salvo poi lasciarsi scappare una risata, scuotendo la testa alla domanda (che, in realtà, assomigliava più ad una domanda retorica che ad una vera e propria domanda, ma tant'è) che le pose.

    << No... Non ce n'è bisogno. L.. Lo so. >>

    Sorrise, un po' più rilassata, quando il ragazzo sembrò accettare la sua proposta di mangiare il dolce al pistacchio, fino al momento in cui... Non si ritrovò davanti il cucchiaino con sopra il pezzettino di torta.

    "Un momento.."

    << Dovrebbero... Essere evitati? >>

    In un contesto normale, difficilmente avrebbe frainteso, ma, quando era in imbarazzo, Aibileen poteva arrivare ad esclamare un numero di assurdità mica male...

    << Sono ingrassata così tanto? >>

    E te pareva.

    Alla fine, comunque, la sua golosità ebbe la meglio su quel suo "dubbio" momento d'imparanoiamento e, prendendo il cucchiaino dalla mano di Adrien, mangió il pezzettino di torta.

    << Quanto è buona! Anche se mai quanto la mousse al cioccolato.. >>

    Al pensiero delle volte in cui aveva mangiato quella di Hidenstone, al di fuori dei pasti in Sala Grande, insieme ad Aidan, Aibileen sorrise. Per poi prendere un secondo cucchiaino, e porgerlo ad Adrien:

    << A.. Allora... Vuoi assaggiarla... Questa torta? >>

    Posizionó il piattino con dentro il dolce in mezzo a loro due, in una muta proposta di condividerlo.

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  5. Adrien Beauvais
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    Quella ragazzina riusciva davvero a renderlo di buon umore, non tanto per la sua compagnia, poiché Adrien non godeva della presenza di nessuno se non solo di quella delle sue sorelle, di suo fratello e di Gyll – che, ultimamente, aveva messo da parte, quasi fosse un oggetto, anche se non era fatto apposta per farle del male, in quando nutriva ancora dei sentimenti per lei -, piuttosto era proprio quell’influsso che aveva su di lei a farlo sorridere di continuo. L’ametrina era un continuo pastrocchio: il balbettio quasi incessante, unito alla timidezza che sembrava non voler lasciare il suo corpo, erano una bomba ad orologeria pronti ad esplodere al minimo tocco. E quello, ad Adrien, piaceva un sacco.
    Il Black Opal sbuffò, sicuro del ghigno sulle proprie labbra.
    - Signorina Beatrix… - affermò, con voce melliflua e, contemporaneamente, carica d’ironia. Scosse il capo, divertito, mentre qualche ricciolo rimbalzava sotto la spinta di quel movimento.
    - …signorina Aibileen Beatrix – riprese, sottolineando il nome della ragazza con voce grave e sensuale. Si sporse in avanti, allontanando la schiena dalla sedia fino a quando i suoi gomiti non fossero stati poggiati sul tavolo e il suo capo non si fosse avvicinato a quello della ragazza, mantenendo, comunque, una gran bella distanza, di circa qualche metro. Era il suo modo di metterla ancor di più in soggezione.
    - Le tue parole mi deludono… dici di non conoscermi, ma mi sembra ovvio che l’ultimo incontro ci abbia permesso di saperne molto di più l’uno dell’altra, non credi? -
    Ancorò il suo sguardo nei suoi occhi color cioccolato e sorrise ampiamente.
    - A cominciare dall’evidenza per cui tu sia una ragazza… come dire… interessante -
    Si mosse per aggiustare meglio la propria seduta.
    - Di certo, sei abbastanza maldestra e goffa, eppure c’è qualcosa in cui superi queste tue negatività. Esattamente questo -. Indicò con il dito indice il lupo che la studentessa aveva disegnato.
    - Direi, quindi, che tu abbia una certa abilità nel disegno. Ma passiamo a quanto ho potuto imparare su di te la scorsa volta. Nonostante l’apparenza, sei molto ambiziosa: ti sei buttata a capofitto in acque gelide nonostante i miei avvertimenti – e, come avrai potuto constatare, non corrispondono mai a bugie, ma sempre e soltanto a verità. Non sembra mancare un bel pizzico di testardaggine e determinazione che, spesso, nascondi sotto una cortina di insicurezze che, sono sicuro, con la persona giusta potresti smantellare in un batter d’occhio. Sei eccessivamente timida e dovresti sbarazzartene del surplus, detto sinceramente: non ti serve! Mi sembri una persona abbastanza ingenua, ma si può sempre migliorare, e, a volte, sei sventata. Sì che c’è la magia, ma quelle acque avrebbero potuto farti gelare dall’ipotermia – e sai benissimo si può anche morire. Mi piace, tuttavia, che non nascondi la verità delle tue insicurezze sotto il tappeto. Direi che abbiamo una cosa in comune! -
    Era stata un’analisi del carattere non richiesta, ma Adrien adorava mettere a disagio la gente, soprattutto i tipi come Aibileen.
    - Io? – chiese, abbastanza “sconvolto” da quello slancio.
    - No, non sono affatto timido. – rispose, senza troppi giri di parole, secco. Sporse il busto verso la spalliera della sua sedia e si stravaccò, portando il braccio penzoloni sul bordo di questa.
    - Sono, piuttosto, un tipo schivo, tranne con chi reputo abbastanza intelligente da essere escluso dalla categoria degli idioti. -
    L’ametrina era proprio una degli esclusi, ma non lo avrebbe mai ammesso. Non sapeva perché mai l’avesse estrapolata da quel novero di persone da dimenticare: forse, era stata proprio la sua audacia a permettergli un cambio di pensiero sul suo conto.
    Nonostante quella discussione, non avrebbe mai mostrato le sue debolezze: era insito ancora in lui quel tentativo di vaneggiare una perfezione che non possedeva e aveva paura a lasciar andare quell’armatura. Era necessario, quindi, che la domanda della studentessa fosse evitata: questo suo atteggiamento contraddisse fortemente quel suo “nessuno può mettermi a disagio”, perché Aibileen c’era appena riuscita, anche se non se ne sarebbe mai accorta.
    La risatina femminile lo fece sorridere.
    - Comunque – aggiunse, dopo aver notato il fraintendimento delle sue parole – vedo che il mio monologo ha già avuto un certo effetto! Non balbetti più -
    Era tipico di Adrien girare il dito nella piaga!
    << Sono ingrassata così tanto? >>
    Ecco, in questi casi, non riusciva proprio a trattenersi: scoppiò a ridere a crepapelle. Possibile che tutte, ma proprio tutte, le donne dovevano farsi paranoie inutili?!
    - Aibileen, Aibileen… non ti facevo così divertente! – disse, scuotendo il capo e asciugandosi con le dita gli occhi bagnati di lacrime. Non gli importava che avesse dato spettacolo: alla fine, lui era nato per essere guardato e per mettere in imbarazzo la povera ragazza che era, ora, al centro dello sguardo altrui.
    Prese il cucchiaino che gli porse e si portò il pezzo di torta alla bocca.
    - Si, direi di sì. -
    Più la guardava e meno poteva evitare di ridacchiare.
    - Ecco un’altra cosa che ho imparato di te: sei troppo paranoica! Non essere idiota e mangia la torta! Voglio vedertela finire tutta, altrimenti ti imbocco e non scherzo! -

    17 Y/O - BLACK OPAL - STUDENTE - PUROSANGUE


    Aibileen Beatrix
     
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    Aibileen Beatrix
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    Nel sentirsi chiamare "Signorina Beatrix", la "Signorina Aibileen" in questione, strabuzzò gli occhi.

    "... Eh?"

    Quando poi si sentí chiamare proprio "Signorina Aibileen Beatrix", la suddetta "Signorina Aibileen" portò istantaneamente una mano sulla fronte del ragazzo, approfittando del fatto che si fosse avvicinato a lei:

    << ... Ti senti bene, Adrien? Perché mi stai dando del lei? >>

    ... No, non scottava. Era rimasta cosí stranita da quel comportamento, che non le era neanche venuto da balbettare! Quando, poi, ascoltò il resto delle sue parole, le venne da scuotere il capo, confusa.

    << Adrien... Questa è... L.. La seconda volta che ci parliamo. >>

    Ripensare al come si fossero conosciuti, effettivamente, la reimbarazzò un pochino. Alquanto "pochino" (?).

    << No... N.. Non mi sento di poter dire di conoscerti... D.. Di aver avuto una prima impressione, e di avere delle opinioni, al massimo! Ma... Solo il tempo passato con un 'altra persona... P.. Permette di conoscersi, ecco. >>

    Si passò una mano trai capelli, pensierosa, decisamente confusa da quella situazione! Ed imbarazzata, anche. Decisamente.

    << E... Grazie per il... Complimento? Ma... Non c'è bisogno che mi chiami per cognome. Aibileen va benissimo! >>

    Ci tenne a chiarire. Lei era cresciuta in una famiglia abbastanza "spartana"... O meglio, con la parte più "ricca" e "nobile" (quella della madre) della suddetta, non aveva mai avuto granché a che fare! Laddove poteva evitare i formalismi, li evitava più che volentieri, insomma.

    << Che tu sia.. No, "mi sembri essere", mi sembri essere un buon osservatore. Ad occhio e croce. E... Mi sembra.. Che non ti piaccia parlare di te. Per davvero, intendo. Come mai? >>

    ... E se mai vi fosse stato alcun dubbio sulla sua ingenuità, tale uscita la evidenziava alla perfezione.
    Una cosa che l'aveva particolarmente colpita dell'analisi improvvisa di Adrien, era che lui l'avesse definita "ambiziosa": non sapeva se poteva definirsi tale... Sicuramente, voleva dare il meglio di sé nella vita. Il fatto che l'avesse, poi, in qualche modo, complimentata per come disegnava, l'aveva fatta avvampare. Ci teneva ad andare aldilà di ogni sua "possibilità", nel senso di ogni suo limite, nel disegno.

    << Cos'è che... Senti che ti mette in difficoltà, nella vita? >>

    Si grattò appena la nuca, sperando di non averlo appena messo a disagio. Perché Aibileen si sentiva a disagio nel mettere a disagio. O anche solo di fronte all'idea di mettere a disagio. Per semplificarsi la vita.
    E quando giunse il momento del suo assurdo (per quanto brevissimo) imparanoiamento sul suo peso, Adrien, giustamente, scoppiò a ridere.

    << ... Divertente. >>

    Ripeté, confusa.
    Aibileen, in quel momento, non stava pensando alle persone che si trovavano intorno a loro. Stava pensando alla figuraccia che aveva appena fatto! Ma quante idiozie aveva sparato, da quando era cominciata quella conversazione?

    "Eh... Un (bel) po'."

    << Ma... Non ho problemi con il mangiare! >>

    Ci tenne a chiarire, scuotendo la testa e sbuffando una risata. I concasata che non mangiavano troppo lontano da lei in Sala Grande, nonché i suoi amici, lo sapevano pure troppo bene! Mangiava direttamente per tre.

    << Mentre io mangio la torta... Tu rispondi alle mie domande? >>

    Propose con un sorriso un po' imbarazzato, mentre affondava il proprio cucchiano nel dolce, e se ne mangiava un altro pezzo.

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  7. Adrien Beauvais
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    Non si tirò indietro quando la mano della ragazza si poggiò sulla sua fronte, nonostante non gli piacesse molto essere toccato da estranei. Gli unici da cui non rifiutava mai il contatto erano Regina, Marlee e James – e i suoi genitori, ovviamente, seppur riuscisse a tenerli a debita distanza. Con Aibileen, comunque, aveva provato a fare uno sforzo: sapeva che non c’erano cattive intenzioni dietro le azioni dell’ametrina. Un lembo delle sue labbra si alzò, in un ghigno. Le avvicinò una mano sul volto e le accarezzò velocemente e delicatamente la guancia morbida con il pollice.
    - …perché sei troppo carina quando sei presa alla sprovvista! – affermò, senza troppi giri di parole. Anche quello era l’ennesimo modo per metterla in imbarazzo. I complimenti non erano il punto forte di Adrien, ma ne faceva uso e sfoggio se sapeva che avrebbero mandato in crisi chiunque gli stesse di fronte.
    - Esattamente. – volle sottolineare con la sua aggiunta che era proprio la seconda volta che si parlavano e che, quindi, era abbastanza per capire qualcosa in più l’uno rispetto all’altra.
    - Mmh, allora sentiamo… -
    Le sue dita cominciarono a tamburellare sul tavolo, con ritmo lento, ma scandito, mentre il mento era poggiato sul palmo dell’altra sua mano. Finse un’aria seria e pensierosa, costringendo i muscoli facciali a ritirarsi dalla loro posa sorridente.
    - Qual è stata la tua prima impressione su di me? -
    Era decisamente curioso: qualsiasi cosa, comunque, avesse voluto dirgli, lui non si sarebbe mai offeso perché non prendeva mai davvero sul serio il pensiero altrui. Non l’aveva mai fatto e non avrebbe cominciato proprio adesso.
    - Prego. -. Sorrise accattivante. – Comunque, deciderò io come chiamarti, d’ora in poi… se sono in vena di Aibileen dirò semplicemente “Aibileen”, se, però, ho voglia di chiamarti diversamente, allora dirò… - abbassò il timbro vocale, in modo tale che si facesse più grave e sensuale. - - …signorina Beatrix -.
    Prese un pezzo di torta con il cucchiaino e se lo ficcò in bocca. Mmh, era davvero delizioso! Non si concedeva certe prelibatezze con frequenza, ma era felice che quel giorno fosse accaduto il contrario rispetto alla sua routine alimentare.
    Non gli andava a genio che Aibileen volesse indagare su di sé, quindi avrebbe cercato di stroncare quella conversazione sul nascere.
    - Perché non c’è niente da dire, semplicemente. -
    Poteva sembrare duro e lunatico, ma non avrebbe detto ad una sconosciuta i suoi problemi personali. Non li raccontava ai suoi fratelli, figuriamoci ad una persona che aveva incontrato solo una volta e mezzo!
    Il suo avvampire, tuttavia, lo mise di nuovo di buon umore.
    - Cosa mi mette in difficoltà? – ripetè. – La gente idiota, che non sa quel che fa e che non ragiona con la sua testa, che preferisce spendersi per cose inutili, piuttosto che per elementi che potrebbero farlo crescere -.
    Era, da un lato, felice che la ragazzina non avesse problemi di cibo, perché non aveva intenzioni di star a parlare con qualcuno che si faceva paranoie del tutto inutili. Era uno stronzo? Decisamente sì e lui lo sapeva bene.
    - Sì, sì… mangia pure la torta. Ma facciamo un’altra cosa, invece: una domanda per una domanda, che ne dici? -
    Senza che potesse dare l’assenso, disse: - Comincia tu! -

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    ... E, effettivamente, al comportamento di Adrien, Aibileen si ritrovò nuovamente in imbarazzo!

    << Ehm... Non... Non ti sembra di star esagerando? >>

    Chiese, grattandosi appena la nuca con una mano.

    << Ma grazie. >>

    Aggiunse, con un sorriso timido, sicura delle buone intenzioni di Adrien.
    Quando, poi, i due cominciarono a parlare delle percezioni che avevano avuto l'uno dell'altra quando si erano incontrati, il ragazzo le chiese di parlargli, più nello specificio, della "prima impressione" che aveva avuto su di lui!

    << Allora... La prima, prima.... Che tu corressi veloce! E... Che comprendevo il tuo desiderio di farti un bagno nel mare... >>

    Ammise, accennando al momento in cui non si erano ancora rivolti la parola.

    << P.. Poi... Quando ci siamo parlati... >>

    Si portò, istintivamente, una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

    << Mi sei sembrato... >>

    Gli sorrise.

    << Gentile. Anche se un po' scorbutico! >>

    Aggiunse, prima di concludere rigirandogli la sua domanda:

    << E... Tu? Che cos'hai pensato? >>

    "... A parte che fossi pazza da internare."

    Pensò tra sé e sé, prima di ascoltare con attenzione quanto le avrebbe risposto il ragazzo. Poteva essere una buona occasione di crescere, di migliorarsi, di scoprire diversi modi di osservare le cose e le persone... Perché no, insomma!
    Poi, però, arrivò il fatidico (?) momento "Signorina Beatrix". Ed Aibileen, alla sua risposta, scosse la testa, sorridendo divertita:

    << E... Com'è che ti viene voglia di chiamarmi per cognome, Signorino Beauvais? >>

    Lo scimmiottò, ma bonariamente, senza la benché minima traccia di derisione nella sua voce! Semplicemente, lei, i formalismi, non li aveva mai capiti troppo! Li usava, altroché, quando la situazione lo richiedeva, perché non era sua intenzione "mancare di rispetto" o "offendere per cavolate monumentali come quella" chicchessia... Ma da ciò, a trovarli veramente utili o interessanti da usare, ce ne passava!
    ... Finalmente, comunque, si decise a provare il pezzo di dolce.

    "... Che cosa lo mette in difficoltà? ... Parlare sul serio di sé?"

    Tirò a indovinare, nell'osservare la reazione che ebbe a quella sua precisa domanda. Si morse un istante la lingua, per non insistere oltre. Era un suo pieno diritto tenere quell'informazione per sé, dopotutto! Non erano fatti suoi.
    Quando, per scherzo, gli propose di rispondere a qualche altra sua domanda, mentre lei si mangiava quella benedetta torta, scoppiò a ridere al "compromesso" di lui!

    << Prendi una fetta di dolce anche tu allora, però! Qui... C'è davvero l'imbarazzo della scelta! >>

    Poi, dopo aver riflettuto per qualche istante alla domanda da porre, aggiunse, con un sorriso:

    << Che... Che cos'è che ti piace fare di più al mondo? La tua Passione, insomma? >>


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    Edited by Aibileen Beatrix - 1/7/2022, 18:47
     
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  9. Adrien Beauvais
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    Adrien sogghignò: era palese che non si conoscessero affatto. Il Black Opal, infatti, non esagerava mai: non aveva peli sulla lingua. I complimenti li pensava per davvero, anche se era raro che li rivolgesse a qualcuno. Aibileen poteva ritenersi fortunata.
    - No! – rispose a quell’interrogativo retorico. Poi, si portò due mani alla testa, stiracchiandosi e aggiustando la sua posizione sulla sedia.
    - Io non esagero mai. – continuò. Poi sorrise al ringraziamento.
    - Prego! – rispose.
    - Comunque, capisco tutto: la colazione inglese, uova, bacon e salsicce, le abitudini e blablabla. Ma, sinceramente, non capisco proprio perché stiamo bevendo thè e mangiando pasticcini, quando potremmo fare come gli italiani o gli europei: un bel drink alcolico e qualcosa di salato. Peccato che Hidestone non contempla queste altre “abitudini”… -
    Adrien non poteva fare a meno che esternare la sua vena internazionale. Sorrise nel sentire le prime impressioni di Aibileen e spalancò la bocca in un finto gesto di offesa.
    - Ah, io sono scorbutico?! – esclamò. Probabilmente la ragazzina ci sarebbe cascata appieno. Se fosse successo, sarebbe scoppiato a ridere e avrebbe aggiunto, sbuffando divertito: - Non me la prendo per così poco, quindi puoi stare tranquilla. Nessun ragno striscerà nel tuo letto questa notte, almeno non uscito dalla mia bacchetta -.
    Forse non avrebbe dovuto metterle quella paura addosso, ma che ci poteva fare?! Lui era fatto così e non sarebbe cambiato.
    - Vorresti proprio sapere cosa ho pensato quando ti sei buttata in acqua? -
    Aggrottò le sopracciglia: forse era meglio non dirle niente e inventarsi storie di sana pianta. Ma da quando si preoccupava dei sentimenti altrui? Che si stesse trasformando in un pappamolle?
    - Mhh, mi piace “signorino Beauvais”, mi ricorda tutte le riverenze che non ho mai ricevuto -
    Scoppiò a ridere per il suo stesso strano senso dell’umorismo. Poi, lasciò la forchetta nel piattino: ne aveva abbastanza di dolci per quel giorno.
    - No, non ne voglio più per il momento! Sinceramente, vorrei tanto mangiare tipo… patatine fritte! Adoro il contrasto dolce-salato. Dovresti provarlo se non l’hai mai fatto! -
    La domanda successiva era parecchio difficile. Adrien non aveva passioni o, forse, ne aveva così tante che, alla fine, le aveva annullate una ad una.
    - Forse… la divinazione, credo. -
    Non esplicitò nulla di più.


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    Aibileen Beatrix
     
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    Alla categorica risposta di Adrien alle sue parole, Aibileen sorrise, tra l'intimidito ed il... Divertito? Lo stava trovando buffo, in qualche modo!

    << Ehm... Cercherò di... Tenerlo a mente? >>

    "..."

    Se non lo sai tu, gioia. Non esitò, invece, a portarsi un altro pezzo di quel buonissimo dolce alla bocca. Salvo poi ingoiarlo di traverso, al sentire le "lamentele" del Black Opal sul cibo presente alla Sala del té... Era veramente, ma veramente molto buffo! Dopo qualche colpo di tosse, fortunatamente, rimase solo la sua risata (segno che non aveva smesso di respirare).

    << Po... Possiamo anche andare a mangiare qualche patatina o salatino, più tardi, se vuoi! Dovrebbero restarmene, in camera! >>

    ... Gli avanzi dell'ultimo pigiama party fatto con le proprie compagne di stanza non erano pochi. E non perché non si fossero più che ben che rimpinzate di cibo, durante il suddetto!
    Intanto, Aibileen stava ancora ridendo, per quanto con più calma di poco prima:

    << Sai... Che sei proprio buffo? >>

    Gli disse, sorridendo. Poi, tra una chiacchiera e l'altra, cominciarono a parlare delle proprie "prime impressioni" reciproche... Quando Adrien finse di offendersi, Aibileen gli toccò un istante una spalla con una mano.

    << Un... Un pochino! Ma... Non fa niente! Davvero! >>

    Fortunatamente, però, il ragazzo scoppiò a ridere poco dopo e, alla frase che disse sui ragni, l'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri (e dei Ragni da brividi bababividi pericolosissimi) sorrise, più rilassata, esclamando:

    << Oh, ma io adoro i ragni! Quando non vogliono mangiarmi... >>

    Specificò nel concludere la sua frase, perché i traumi del Professor Ensor, continuavano ad avere quel non so che d'indimenticabile.

    << Hai mai visto una Kataleya Octoalae dal vivo?? A Melbourne ce ne sono un sacco, ma sono state importate dalla Colombia secoli fa! È una creatura magica proprio di tipo aracnide, e quando è ferma, assomiglia in tutto e per tutto ad un'orchidea! Ha otto ali, è bellissima! >>

    ... E niente, quando si trattava di creature magiche, Aibileen partiva, come al solito, facilmente per la tangente. Quando, invece, fu il turno di Adrien di dirle qual'era stata la sua prima impressione su di lei, lui le "chiese" se fosse proprio sicura di voler sapere che cos'aveva pensato di lei, quando si era buttata in acqua... Le gote della ragazza si accalorarono. Di nuovo.

    << Che... Che fossi una pazza da internare? >>

    Quando, invece, venne fuori la questione del "chiamarsi per cognome", la reazione di Adrien al suo "scimmiottarlo" le fece inclinare appena la testa di lato, con perplessità.

    << Perché... Avresti voluto ricevere delle riverenze? >>

    L'aveva già detto che lo trovava buffo? Tra una frase e l'altra, i due tornarono su un argomento che alla ragazza stava incredibilmente a cuore: il cibo.

    << Tipo le patatine... Con la nutella? >>

    Fece una strana smorfia, nel dirlo, per nulla convinta. Ma dopo averci pensato su per qualche istante, scrollò le spalle, e sorrise.

    << Perché no! Si può provare! Io adoro il contrasto "mela e prosciutto crudo"... Ma anche il classico italiano "pera e pecorino"... Tu, invece? >>

    Poco dopo, il loro discorso virò verso le domande da porsi vicendevolmente... E le "Passioni con la P maiuscola". Quando Adrien parlò di Divinazione, ad Aibileen non parve di vederlo illuminarsi particolarmente, ma si entusiasmò ugualmente:

    << E quale tipo di Divinazione ti piace di più... Esercitare, diciamo? Hai visto quanto è bravo, il Professor De Long-Prée? È davvero fantastico, e si veste sempre in maniera così allegra ed elegante! >>

    Tenendo a mente l'elasticità con la quale la ragazza vedeva il termine "elegante", sia chiaro. Ampiamente condivisa dalla player, tra l'altro, in questo caso!


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    Edited by Aibileen Beatrix - 26/7/2022, 21:14
     
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  11. Adrien Beauvais
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    - Okay, Aibileen, capisco che tu possa trovarmi divertente, ma cerca di non ucciderti! Grazie! – affermò Adrien, non appena la ragazza avesse cominciato a tossire senza sosta. Certo era che non riusciva affatto a spiegare il proprio comportamento con l’ametrina: non avrebbe mai pensato che qualcuno potesse trovarlo divertente, né di ammetterlo lui stesso, per quanto non ci credesse per davvero. Aibileen, comunque, sembrava avere un effetto diverso su Adrien rispetto a tutte le altre persone, forse complice il suo caratterino innocente e ingenuo. In qualche modo, se l’era presa a simpatia.
    - Oh, che organizzazione! – la stuzzicò. – Come dovrei prendere questa tua affermazione? Come un invito…? Peccato, comunque, che noi Black Opal non siamo ammessi nelle altre sale comuni, tanto meno delle camere delle ragazze… -
    Adrien stava scherzando: non sarebbe mai andato a letto con una sconosciuta, anche se, effettivamente, l’aveva già fatto… con Gyll. La dioptase, in effetti, aveva cominciato a prendere le distanze da lui… e l’opale aveva giustamente pensato quanto fosse stato un errore tutto quello. Ma si era detto anche che non era il momento di fasciarsi la testa prima del tempo e che, forse, la sua ragazza avesse avuto bisogno di spazio per riflettere.
    - Ah, ecco! Allora dovrò inventarmi qualche altro piano per una possibile vendetta! – rispose alla sua affermazione sui ragni. Non appena gli parlò di quella creatura di cui si era già scordato il nome, una lieve espressione di disgusto gli enfatizzò i tratti corrucciati del volto.
    - Non ti nego che, a me, i ragni facciano abbastanza schifo… non che io ne abbia paura, sia chiaro, ma non mi piacciono proprio… -
    Le gote rosse di Aibileen lo fecero sghignazzare.
    - Diciamo che avrei potuto pensare che tu fossi un po'… - roteò due dita vicino alla sua testa - …con le rotelle fuori posto… ma, comunque, capisco che l’acqua, soprattutto se cristallina, ti faccia venir voglia di tuffarti! -
    La questione delle riverenze era un campo di battaglia per l’opale, semplicemente perché lui le riceveva dai dipendenti di suo padre, ma, detto sinceramente, lo odiava. Odiava essere nato con il cognome Beauvais, odiava essere una persona conosciuta.
    - Naaah, ne farò volentieri a meno! -
    I due avevano trovato un punto di discussione in comune: il cibo. Sgranò gli occhi quando udì la sua proposta, abbastanza incredulo: si poteva mangiare un fritto con una cosa cremosa e dolce? Davvero?!
    - Devo ammettere che patatine e nutella non le ho mai mangiate, ma, se dici che sono buone, devo provarci! Comunque, di solito mangio prima i piatti dolci, poi quelli salati… non ho mai pensato effettivamente a degli abbinamenti -
    E, infine, nuovo argomento: divinazione e professori! Il suo preferito.
    - Hai indovinato: la divinazione mi piace in tutte le sue forme, ma esercitarla è a dir poco entusiasmante! Per quanto riguarda il professore, beh, non ho tutti questi pensieri sulla eleganza o… prestanza… però sì, è bravo! -
    Dettò ciò, si stiracchiò un po'.
    - Bene, signorina Beatrix, è stata una conversazione interessante! Ora, però, devo andare via: sai, impegni ordinari di grande noia! -
    Si alzò e, dopo un veloce - Au revoir! -, prese la sua strada verso il dormitorio.

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    Aibileen Beatrix
     
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