Correre nella notte, correre verso l'alba

Aibileen&Adrien

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    Aibileen Beatrix
    Ametrin | 17 anni


    Tic, tac, tic, tac...
    Le 04h00 del mattino.

    E tutto va beeeeeeene!

    "... 'Nsomma. Nella tua testa no di sicuro."

    Tsk. Tutta invidia: è il triste destino dei narratori!
    Ma tornando a noi...

    Tic, tac, tic, tac...
    Le 05h00 del mattino.

    Aibileen aveva freddo. Fin dentro l'anima. Continuava a rigirarsi nel letto, in una notte fatta di continui risvegli e tentativi di "riaddormentamento", senza riuscire a darsi pace.

    Tic, tac, tic, tac...
    Le 05h15 del mattino.

    L'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri sbuffò, cercando di essere il meno rumorosa possibile, per non svegliare Mia ed Emma, le sue compagne di stanza, con le quali ormai sentiva di comporre, di fatto, una sorta di trio alla Pinguini di Madagascar.
    Si alzò.
    Si svestì, buttando senza tante cerimonie il proprio pigiama sul letto, ed aprendo uno dei cassetti riservati alla sua roba con la maggior lentezza e delicatezza di cui era capace. Nonappena, nel buio, individuò alla bell'e meglio la propria maglietta da jogging turchese ed un paio di pantaloni sportivi dello stesso colore, più un paio di calzini,li afferrò, prendendo, senza minimamente premeditarlo, dei calzini spaiati. Uno era giallo canarino, mentre l'altro di un verde militare non ben definito. Il massimo del glamour, insomma!
    Come dite? Un Lumos avrebbe risolto tutto senza troppe difficoltà? Ebbene, nel beato e beota momento del risveglio, lo stato d'instupidimento di Aibileen era tale da trovare la propria bacchetta posata sul comodino del letto decisamente troppo lontana dalla sua assonnatissima e pensierosissima (ma che siamo, nella sigla di "Occhi di Gatto"?) persona.

    "..."

    Suvvia, 'so giovani!

    "... 'Embé."

    Tornando alla nostra diciassettenne silenziosamente semi-impazzita: Aibileen, non potendone più di sentirsi rinchiusa tra quattro mura, infilò alla bell'e meglio le proprie scarpe da ginnastica nere, mentre recuperava il proprio catalizzatore magico in uno slancio di fortuna del busto e del braccio, il suo fidato cappotto blu, e si lanciò il più velocemente possibile fuori da quella stanza. Per quanto, certo, facendo del proprio meglio (e oltre) per non svegliare le proprie compagne di stanza.

    Tic, tac, tic, tac...
    Lontano dalle orecchie, lontano dai cogl.. Dal cuore!
    Sono le 05h35 del mattino.

    ... Ed Aibileen non lo sa. Perché se n'è fregata altamente di portarsi dietro il magifonino, o qualsivoglia tipo di orologio; o marchingegno includente un'applicazione orologio al suo interno. Insomma, ci siamo capiti. Detta in parole povere: Aibileen non aveva l'ora. Finestra.

    "... Ci voleva tanto?"

    Nonappena fu fuori dall'Accademia, l'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri si mise a correre, correre, correre... Per buttare fuori tutto. Dimenticare tutto quello che la tormentava e faceva dubitare di ogni cosa, praticamente ogni sua decisione, ogni giorno. Stava cambiando, era cambiata, e non poteva fare nulla per evitarlo.
    ...
    Poteva solo cercare di giostrare, in qualche strambo ma costante modo, il come. L'ultima luna piena era stata devastante. Aibileen sentiva sempre più il bisogno di passare il proprio tempo all'aperto, anche prima le piaceva, certo, ma ogni settimana che passava di quell'inizio anno ad Hidenstone, quel bisogno diventava sempre di più un'urgenza, che si faceva sentire con una regolarità sempre maggiore.
    ...
    E voleva provare sempre di più a capire, avvicinare le Creature Magiche Pericolose. Per arrivare a capire, forse, un giorno, quella che si portava dentro, e che la divorava ogni volta che la luna piena si arrotondava (e no, non per arrivare a fine mese - oddio, in realtà, noi che ne sappiamo?), facendo esplodere la sua luce nel paesaggio notturno, annebbiandole la mente, l'anima; il cuore e la ragione.
    Aibileen si fermò un momento, piegando le ginocchia e posando i palmi delle mani su di esse, riprendendo convulsamente e disordinatamente fiato per un tempo indefinito. Poi, riprese a correre. Arrivò alle Coste senza battere ciglio, praticamente senza accorgersene.

    Non-tic, non-tac, non-tic, non-tac...
    Sono le 06h45 del mattino.

    Ne aveva passati di momenti indimenticabili, in quel posto... Ormai, ci si sentiva quasi come a casa.

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    Edited by Aibileen Beatrix - 2/11/2021, 06:20
     
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  2. Adrien Beauvais
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    Adrien Beauvais
    Black Opal | 17 anni
    Adrien ci teneva al suo aspetto, ma, soprattutto, al suo corpo. Da qualche anno, aveva preso la sana abitudine di andare a correre ogni mattina, all'alba, o, comunque, sul presto, in modo tale che la brezza fresca o fredda, a seconda della stagione, lo svegliasse del tutto dal torpore del sonno. Il suo corpo era, ormai, scolpito, al punto giusto, in un equilibrio che piaceva ad Adrien.
    Continuò con quella routine anche durante Hidestone: se generalmente faceva riscaldamento nei giardini del castello, quel giorno aveva deciso di cambiare postazione e raggiungere le Coste di Denrise, cosicché potesse farsi una bella nuotata, come supplemento. Era vero che fossero a fine ottobre, ma l'acqua era ancora abbastanza mite di temperatura da permettere un regolare svolgimento di nuoto.
    Si alzò puntuale alle 5:30 del mattino: raccolse rapidamente il costume da bagno, la tuta e le scarpe ginniche che indossò nella toilette, per evitare di svegliare quei pelandroni dei suoi compagni di stanza.
    Alle 5:50 era già sceso nelle cucine: gli elfi, indaffarati nella preparazione della grande colazione per gli studenti, l'avevano guardato con i loro grandi occhioni, mezzi allegri, mezzi preoccupati.
    - Cosa desidera il signorino? - disse uno, con un inchino profondo.
    - Avreste della frutta secca? Dovrei uscire e vorrei portare con me qualcosa da sgranocchiare - rispose.
    Prontamente, dopo pochi secondi, gli fu data una bustina trasparente con noci, mandorle e anacardi.
    - Vi ringrazio! - disse Adrien, con aria composta e seria, per poi girare i talloni e proseguire verso la sua meta.
    Nel castello non c'era nessuno: il silenzio regnava sovrano ed era paradisiaco per il ragazzo, visto che, di prima mattina, non voleva ascoltare nessuno.
    L'aria era fresca, pungente sul suo corpo accaldato, che fu accompagnato da pelle d'oca. Inserì la frutta secca nel suo marsupio e, non appena fu arrivato al cancello, cominciò a correre lentamente, fino a giungere alle coste.
    Era davvero uno spettacolo: il mare non era per niente mosso e la sua calma era invitante. Qualche metro più avanti rispetto a lui vide una ragazzina, forse della sua età, in tuta ginnica anche lei. Le passò accanto, ma non riconobbe fosse una studentessa di Hidestone.
    Si sfilò la giacca, come i pantaloni, non prima di aver tolto le scarpe e aver inserito in esse un paio di calze appallottolate. Era rimasto in boxer. Si avvicinò alla sponda, mentre l'acqua gli bagnava i piedi. Sibilò per il freddo contatto. Si inoltrò lentamente, fino a quando non gli fu arrivata fino al ginocchio e rimase così, fermo, per abituarsi alla temperatura marina. Con i suoi ricci al vento, Adrien era un vero spettacolo.
    Nuotò come non mai. Era da tempo che non apriva le braccia in quelle ampie bracciate e lo faceva sentire vivo. Dopo poco, però, aveva terribilmente freddo. Se non voleva morire di ipotermia, avrebbe dovuto uscire al più presto. Così fece.
    - Cazzo! - disse, una volta che si rese conto di aver dimenticato l'asciugamano. Gli faceva un freddo cane. Tremante, si avvicinò alla ragazzina che era ancora lì. Era terribilmente imbarazzato per quella richiesta, ma non poteva mica asciugarsi con i suoi vestiti.
    - Scusa, non è che avresti un asciugamano da prestarmi? - disse, senza troppi giri di parole e senza spiegazioni.
    Come cazzo aveva fatto a dimenticarsene, lui non lo sapeva!
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    Edited by Adrien Beauvais - 2/11/2021, 14:09
     
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    Aibileen Beatrix
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    Il vedere le coste mezze vuote le stava decisamente piacendo. Com'è facilmente intuibile, Aibileen non aveva tardato a ridurre le dimensioni del proprio giubbotto con un colpo di bacchetta, così da poterlo riporre in una delle tasche laterali dissimulate del proprio pantalone turchese da jogging senza tanti pensieri, per ritrovarsi a correre in top sportivo.
    Correva, correva, correva, in modo da mettere a tacere i propri pensieri, tutte le preoccupazioni collegate alle notti di luna piena vissute e che le restavano ancora da vivere...
    Agire, agire; reagire. Si stava godendo quell'attimo di libertà e di solitudine appieno; l'aria fresca l'aveva risvegliata, rinvigorita, e lo sforzo fisico la stava distraendo, smuovendo verso altro... E, al contempo, portando ad assecondare in modo sano i bisogni della natura selvaggia della creatura che si portava dentro, nonché quelli della curiosità e della profonda convinzione che, sì, il mondo aveva ben'altro da proporle che il loop delle sue paturnie, insicurezze e dei ricordi suoi e del cugino perduto, ormai morto per sempre.
    A quel fugace pensiero, che la sfiorò come lo avrebbe fatto la lama di un coltello, accelerò la propria corsa: voleva mettere a tacere la propria testa, nient'altro. E... Il Destino, Merlino, Morgana o chissà chi altro, sembrò volerla accontentare: la figura di un ragazzo le sfrecciò davanti, ed Aibileen, mentre si ritrovava obbligata a fermarsi per riprendere un attimo fiato, l'osservò. Dopo un po', lo riconobbe: faceva parte dei nuovi studenti, dov'è che era stato smistato... ? Trai Black Opal o trai Dioptase, ricordava di non averlo mai visto camminare verso e nella Sala Comune degli Ametrin. Si rendeva conto di non aver dato granché il benvenuto, ai nuovi arrivati... Purtroppo, quanto aveva vissuto quell'estate l'aveva portata ad intristirsi e ad impensierirsi riguardo a non poche cose, e se non si era chiusa irrimediabilmente in se stessa, lo doveva perlopiù ai suoi amici!
    Fu con una buona dose di sorpresa che vide il ragazzo cominciare a spogliarsi (per quanto fosse, obiettivamente, un bel ragazzo, era impossibile negarlo!) , ma ci mise pochi secondi a rinsavire, e a collegare quell'atto con l'intenzione di buttarsi in mare per farsi un bagno! Sentiva di comprenderlo, tra l'altro... Nonostante l'aria passabilmente freddina, il sudore che l'aveva pervasa le aveva appiccicato addosso un'elevata voglia di farsi una doccia, o... Massì, anche un bagno: perché no?
    S'incantò, per qualche istante, a guardare le onde, fino a quando non si ritrovò a sobbalzare al suono di una voce che la stava interpellando... Il ragazzo di poco prima! Aibileen lo guardò, preoccupandosi del suo evidente pallore, nonché del modo in cui stava tremando, e tirò fuori il proprio catalizzatore magico dalla tasca dei pantaloni, convinta, e, disegnando una spirale, puntò i boxer del compagno, per quanto non senza un certo imbarazzo, prima di esclamare il suo:

    << Vestis! >>

    Un caldo accappatoio viola non tardò ad avvolgere il ragazzo che le stava di fronte.

    << ... V.. Va meglio? >>

    Non appena si accorse del fatto che aveva parlato balbettando, seppur leggermente, si morse lievemente il labbro inferiore, rendendosi conto, tra l'altro, del fatto che stava cominciando anche lei, decisamente, a sentire gli effetti di tutta quell'aria fredda! Fece per tirare fuori il giubbotto rimpicciolito dalla tasca, ma il pensiero che, forse, le sarebbe comunque piaciuto farsi un tuffo al volo prima, la bloccò.
    Ci tenne ad aspettare però, prima, una risposta da parte del compagno che si trovava davanti a lei, per assicurarsi del fatto che non si stesse prendendo un accidente!

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    Edited by Aibileen Beatrix - 20/11/2021, 21:06
     
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  4. Adrien Beauvais
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    Adrien Beauvais
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    Si strinse le braccia attorno al busto: quanto cazzo di freddo faceva quel giorno?! Non poteva negare di sentirsi in imbarazzo per quella vicenda: dopotutto, stava chiedendo un favore a una ragazza, per di più mezzo nudo, e quella era la cosa più preoccupante, ai suoi occhi. Ormai, davanti a quella che non sapeva si chiamasse Aibileen, aveva una dignità calpestata.
    La osservò cacciare fuori la bacchetta e puntarla verso qualcosa - verso che? Perché mai stava puntando le sue mutande‽ ma che caz- Okay, aveva lanciato un incantesimo di vestizione, ma sulle sue mutande, per amor del cielo! Se non fosse stato così pallido per il freddo, Adrien sarebbe arrossito per la prima volta in tutta la sua vita, mettendo sotto ai piedi ogni briciolo di decoro che gli rimaneva.
    Il problema del lancio di un Vestis era che trasfigurava un indumento in un altro, perciò ora aveva addosso un accappatoio, sì, ma era sempre e comunque senza mutande. E non sarebbe stato molto un problema se non fosse stato per il vento che quasi gli aprì la parte anteriore della vestaglia ad esporre i gioielli di famiglia: furono solo i suoi riflessi pronti a portare le mani sul tessuto e a far sì che tutto ciò non accadesse.
    - Ooh, ma sei impazzita?! Dovevi proprio trasfigurarle in un accappatoio?! Non potevi scegliere un altro indumento?! -
    Adrien era esasperato. Tamponò il tessuto sul suo corpo, asciugandosi alla meglio, ma, poi, raggiunti i suoi indumenti, si infilò velocemente i pantaloni, per evitare che potesse accadere nuovamente una situazione simile.
    La osservò balbettare, mettere la mano in una tasca, per poi bloccarsi mentre rivolgeva i suoi piedi verso il mare. Adrien aveva imparato a leggere i segnali non verbali dei corpi altrui e sapeva che i piedi puntati verso una determinata cosa indicava la volontà del soggetto a raggiungerla. Non rispose alla domanda che gli aveva rivolto, ma affermó brusco: - Non ci pensare nemmeno! -.
    Aveva capito volesse seguire il suo esempio - non che fosse stato proprio un modello da riproporre per quella nuotata. Nel frattempo, ripose nello zaino l'accappatoio, che era scontato non l'avrebbe restituito visto che rimanevano pur sempre le sue mutande, seppur in forma diversa.
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    Mamma mia, sarebbe scappata in acqua a gambe levate già solo per togliersi da quella, per lei, imbarazzantissima situazione! Avesse indossato altro che i boxer, Aibileen avrebbe più che volentieri puntato altro.
    Nella sua testa, aveva pensato che far apparire un accappatoio, prima che dei vestiti, avrebbe permesso al compagno di Biennio di asciugarsi un attimo, in modo da far diminuire, almeno in teoria, il rischio che si prendesse una bronco polmonite!
    E no, poteva dirsi non essere stata un'idea poi così malvagia, anzi, poteva dirsi pure abbastanza adornata di buon senso, se non fosse stato per il fatto che, per via del suo imbarazzo... Non si era presa la briga di avvertirlo, prima!
    Il compagno che ancora non sapeva chiamarsi Adrien si era così, comprensibilmente, preso un bel colpo, e non doveva averci capito una beneamata mazza, di quella sua azione improvvisa! La ragazza non aveva, tra l'altro, minimamente pensato all'eventualità che il vento avrebbe avuto delle alte probabilità di essere più rapido di un ragazzo non preventivamente informato su quanto gli sarebbe accaduto di lì a poco, nonché all'ovvio fatto che, l'accappatoio, sarebbe concretamente andato a sostituire i suoi boxer.
    Non appena si accorse del vento che sollevava la parte inferiore del suddetto accappatoio, l'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri non tardò a girare la testa di lato, guardando verso il mare e la sabbia, palesemente e terribilmente in imbarazzo!

    << S.. Scusa, scusa, scusa!! P.. Pensavo che, prima di avere dei vestiti addosso, a.. Avresti preferito essere asciutto.. >>

    E niente, voleva sotterrarsi. E chi era lei per disdegnare una meta come gli abissi marini? Una pazza ragazza di sanissimi principi... E sanissima di mente (se, proprio). Mantenne lo sguardo puntato altrove per tutto il tempo in cui sentì il ragazzo indaffarato nell'atto di togliersi, infilarsi affari in tessuto, nonché in quello di chiudere zip e bottoni!
    Quando non udì più alcun rumore riconducente a tali azioni, azzardò una nuova occhiata verso l'Adrien per lei ancora senza nome, prima di notare, con sollievo, che si era interamente rivestito, e voltarsi interamente verso di lui. Stava per rinnovare le sue scuse, prima di prepararsi per effettuare il suo tuffo in mare quando, il ragazzo, la sorprese indovinando perfettamente le sue intenzioni, e... Intimandole di non eseguirle!
    ...
    Ora. Aibileen non era per niente il tipo da "Bastian Contrario". Zero. Si era tranquillamente lasciata dare della "cagasotto" e via discorrendo da Blake per il suo non voler assolutamente passare un'intera notte nel Labirinto, prima di affrontare apertamente il discorso con lui del suo essere una beata e beota? schiappa nei duelli, e negl'incantesimi offensivi in generale, e di sentirsi proporre dal ragazzo più grande di darle una mano nel migliorare in quest'ultimi!
    Ma. Ma: Aibileen voleva veramente farsi un tuffo in mare. Ne moriva dalla voglia. Amava il mare, il modo in cui, con lo solo scorrerti addosso e nell'anima, era capace di spazzare con un solo colpo di onda ogni problema, ogni pensiero di troppo (ossia, nell'ultimo periodo: quasi tutti!). E, soprattutto... Poteva dire di essere arrivata ad un momento di rottura. Pace per il povero Adrien (o era Riposa In Pace, povero Adrien?). Lui non c'entrava praticamente niente con tutto quello, in nom del vero. Semplicemente, l'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri, nonché neo-licantropa provetta, sentiva di non poterne puramente, obiettivamente e soggettivamente più. Sentiva di non avere più il controllo di un emerito nulla, nella sua ancora più neo-incasinatissima vita, per non parlare della neo-se stessa che si era ritrovata, e che si stava ritrovando, a diventare! Non poteva controllare, non aveva alcuna possibilità di scelta sulle sue trasformazioni, sulle sue azioni e reazioni durante esse... E, di questo, cominciava ad essere sempre più stufa. Non poteva farci nulla, né tanto meno contrastare tale fatto, ma, sì, era stufa.
    E fu proprio per tutto ciò che, Aibileen, guardò Adrien, il ragazzo ancora senza nome, dritto negl'occhi, con uno sguardo improvvisamente sicuro e deciso, mentre sorrideva con un fare, persino, appena ironico.
    << Scommetti? >>

    Decisamente, se il ragazzo avesse raccontato ciò a qualcuno che la conosceva, c'erano alte probabilità che questi non avrebbe minimamente creduto alle sue parole! Continuando a seguire la linea di lancio sulla quale si era improvvisamente (nel senso di: in maniera totalmente improvvisata, oltre che inattesa!) ritrovata, disegnò quindi nuovamente una spirale con il proprio catalizzatore magico, prima di puntare se stessa, pensando al costume a due pezzi verde scuro che aveva in camera:

    << Vestis! Vestis! >>

    Si era solamente premurata, prima, di tirare fuori dalla tasca e di lasciar cadere il proprio giubbotto ancora rimpicciolito sulla sabbia. Ci volle a malapena qualche istante prima di ritrovarsi vestita del costume sopra nominato e, così, potersi togliere scarpe e calzini spagliati per correre verso il mare, nel quale, senza darsi il tempo di recuperare foss'anche un minimo del suo rinomatissimo senno, si tuffò.

    "Morgana mia: è gelida!"

    Sarebbe stata calda se fossi arrivata in tempo!

    Ahem... Scusate.

    "Che freddo! Che freddo! Che freddo!! Che freddo!!!"

    ... Maddai?! E niente, Aibileen, dopo qualche bracciata, nonché dopo il non essere riuscita a resistere alla tentazione di buttare la testa direttamente sott'acqua, si decise ad uscire... Nonché a recuperare un minimo del rinomatissimo senno tanto decantato qui sopra. Con una bella spruzzata di buon senso. Cercò, però, mentre rigirava la propria bacchetta verso di sé, dopo aver disegnato l'omonima spirale, di mantenere un certo decoro nell'uscire dall'acqua, nel caso il ragazzo di poco prima, inverosimilmente, non se ne fosse ancora andato. Nel mentre, però, non stava minimamente riuscendo a non tremare come una foglia, nonché a non autorivolgersi una carrellata vasta e variopinta d'insulti!

    "Non che io mi penta minimamente di essere riuscita a resistere al freddo e a nuotare un po', ma... Merlino, merlino, merlino, che freddo!!!"

    Motivata, come si sarà capito, dal freddo polare che stava provando, esclamò, con un tono di voce deciso, per quanto tremante, nuovamente il suo:

    << Vestis! Vestis! >>

    Aveva sentito, in effetti, un certo imbarazzo invaderla, al pensiero di cambiare il reggiseno del suo costume per un asciugamano per potersi asciugare ed aveva, quindi, optato per cambiare direttamente i due pezzi del suo, appunto, costume, contro un pantalone sportivo sempre verde, ed una felpa dello stesso colore. Si reinfilò i propri calzini e le scarpe, poi, riunì i propri capelli tra le mani, in modo da strizzarli sulla sabbia e far diminuire, così, il loro gocciolare sulla sua felpa.
    Mentre avrebbe posto tale domanda, si sarebbe poi diretta verso il punto dove aveva lasciato cadere il proprio giubbotto dalla taglia magicamente ridotta, recuperandolo ed incamminandosi, ancora imbarazzata dall'accaduto, ma decisamente più calma di quando si era alzata quella mattina, verso Hidenstone... Non vedeva di l'ora di sedersi in Sala Grande a mangiare! Nonché di raccontare quanto accaduto ad Aidan.

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    Edited by Aibileen Beatrix - 20/3/2022, 14:10
     
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