Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
Predone | 27 anni
Un colpo, tale da mozzargli il fiato, si piantò nello sterno del Predone. Era nato tutto da una battuta che il figlio di Gunnar non aveva trattenuto su quegli snob e fighetti di inglesi che stavano nella loro taverna a chiedere un "boccale pulito". Non ce l'aveva fatta e aveva commentato sprezzamente con un «Se non vi sta bene, potete tornarvene da quel fottuto buco da cui siete venuti.» Non gli era piaciuto e così lo avevano invitato fuori ad un'"amichevole" conversazione. Tre mammolette ciuccialatte Inglesi contro un Denrisiano, non era uno scontro equilibrato… per i tre. Aveva combattuto contro Troll della foresta, hobgoblin e che cos'erano quei tre se non dei viziati maghi di città? Nonostante i colpì che subiva, incanti più o meno potenti l'uomo rispondeva con altrettanta ferocia sublimando il dolore mentalmente pensando a Denrise e all'onore che avrebbe perduto facendosi battere da quelle mezze calzette. Il suo intento non era tuttavia ucciderli, ma dare loro una lezione, fargli capire che non vieni a Denrise per comandare un Denrisiano solo perché profumi di Sandalo o qualche altra cazzata. Il suo intento era di mandarli al tappeto e metterli sulla prima nave di ritorno in Inghilterra. Per il disturbo, come risarcimento, si sarebbe solamente preso il contenuto dei loro portafogli. In fondo erano stati loro a scagliare il primo incantesimo e, Sigurd, non avrebbe potuto recriminargli nulla se scoppiava un caso diplomatico tra loro e Londra. Quando il primo crollò svenuto, in seguito ad un Everte Statim che lo scagliò contro la parete dell'edificio dietro di lui, Sigurth concentrò i propri attacchi su quello che appariva come il più debole. Uno Stupeficium cozzò contro di lui che, sentito riverberare fin nelle ossa, lo fece fermare per un attimo. Suo padre, Gunnar Ragnarsson, subiva ben peggio durante le sue scorribande, lui suo erede avrebbe fatto altrettanto e così rispose con uno Stupeficium che fece cadere a terra come una pera cotta il secondo degli Inglesi. Il Gunnarsson inclinò il capo di lato e sorridendo verso l'ultimo, imbracciando ascia e bacchetta, eseguì un Depulso per far scontrare un barile contro l'uomo che crollò a terra. Quei tre uomini avrebbero imparato un'importante lezione: mai sfidare un Denrisiano.