Viaggio a Glasgow

Bloom - Vath

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    ‘Mmh! Mi è venuta voglia di farmi un bel viaggetto’.

    Pensò la giovane collaboratrice degli Auror mentre quella mattina aveva avuto una giornata lavorativa piuttosto impegnativa e stava andando dal caposquadra Olwen a chiedere se poteva prendersi qualche giorno di ferie. Così Bloom bussò alla porta dell’ufficio aspettando una risposta se poteva entrare per parlargli delle ferie. Appena ricevette un avanti a lei, entrò con passo veloce e un sorriso che le apparve sul volto mentre lo guardò con i suoi occhi verdi con piccole sfumature di grigio che s’intravedevano alla luce della finestra del suo ufficio. Fece un lungo respiro prima di parlare.

    “ Posso prendermi qualche giorno di riposo, per andare in Scozia a Glasgow. Per riposarmi un po’ ne ho davvero bisogno e poi quando ritornerò sarò più operativa di prima te lo prometto.”

    Disse la californiana mentre attese una risposta dal suo Caposquadra Olwen che le disse così.

    “Certo che puoi prenderti qualche settimana di riposo te la meriti visto che mi hai aiutato con la cattura del pastore, però voglio che torni tutta intera dalla vacanza perché avrò sempre bisogno di te.”


    Aggiunse l’ uomo che era seduto sulla sua scrivania del suo officio dove lei era entrata per poter richiedere una vacanza. Dopo averla richiesta Bloom si alzò dalla sedia dove si era messa a sedere prima. Stava per avviarsi verso la porta quando sentì la voce del Caposquadra Olwen che la fermò per comunicarle che avrebbe incontrato un altro ministeriale come lei che si chiamava Vath Remar. Una volta ricevuta l’ informazione uscì dalla porta dell’ ufficio del Caposquadra Olwen attraversando tutto il Ministero della Magia fino all’ ingresso dei visitatori dove uscì ritrovandosi nella Londra Babbana. Dopo essersi fermata un attimo a sistemarsi il cappotto che si era portata quella sera poi con un passo lento si avviò verso la sua abitazione che si trovava non troppo lontano dal luogo dove aveva iniziato a lavorare visto che era proveniente dalla California e si era appena trasferita, anche se con quella missione aveva avuto modo di conoscere altri colleghi molto in gamba. Una volta arrivata nella sua abitazione con una spinta aprì la porta di casa ed entrò appoggiando il cappotto sull’ appendiabiti che si trovava all’ ingresso poi prese dal tavolino d’ ingresso un depliant che aprì e vide che c’era una bellissima città da visitare come ad esempio Glasgow.

    ‘ Wow credo che andrò lì così mi potrò godermi il mio primo soggiorno nella mitica Scozia! Chissà che cosa accadrà? ’

    Pensò la californiana mentre richiuse il dépliant rimettendolo sul tavolino dove l’ aveva trovato. Dopo averlo rimesso a posto salì al piano di sopra con un passo veloce per andare a prendere una valigia per mettere tutto quello che sarebbe servito per il viaggio. Dispose sul letto la valigia che aveva preso dall'armadio e lo aprì tutta poi si avvicinò all'armadio aprendolo con la mano destra spalancando gli ante e prese i vestitini invernali che mise ordinatamente in valigia per poi chiuderla tutta tirando tutta la chiusura e infine la tirò su dal letto mettendola sul pavimento tirandola dalla maniglia della valigia fino alle scale poi alzò la valigia con la mano destra poi scese al piano di sotto a recuperare il cappotto e la sua amata borsa. Una volta preso il tutto si avviò verso l’ uscita poi si chiuse la porta d’ ingresso per recarsi all’ aeroporto dove avrebbe preso il volo per Glasgow, che si trovava in Scozia, una città fredda e nello stesso tempo ospitale. Chissà se in quella settimana di vacanza a Glasgow sarebbe potuto accadere qualcosa di inaspettato che neanche lei sapeva ...


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    Un lunedì mattina come tanti al Quinto livello. I Cooperatori Internazionali sapevano bene che, una crisi, si potesse svolgere in qualsiasi momento della giornata. Che fosse un fine settimana, notte o una festività non c'era mai differenza. Loro erano tenuti a rispondere sempre e Vath Remar, Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale, sedeva nel suo ufficio intento a rileggere per l'ennesima volta il memo che quella mattina si era andato ad infilare sotto la propria porta d'ufficio posandosi placidamente sulla scrivania in rovere. La grafia era quella frettolosa, in questa occasione ancora di più, di Brian Sunday, diretto superiore di Vath come Capoufficio di tutto il Quinto Livello.

    “Remar, problemi in vista, lo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica è a rischio e il Ministero Britannico può rischiare molto con la Confederazione Internazionale dei Maghi. Clausola 73, non serve che ti dica altro, già in precedenza hai svolto un egregio lavoro in territorio americano, questa volta si tratta di un incarico qui in Gran Bretagna, Scozia per la precisione. Vieni nel mio ufficio non appena leggi questo memo per maggiori dettagli.”

    Vath così era pronto a rispondere alla chiamata del Ministero e, alzatosi, prese il soprabito scuro che si era portato quella mattina, tenendolo sottobraccio, la sua ventiquattrore incantata con un incanto di estensione irriconoscibile e il proprio bastone da passeggio. Prese la penna stilografica dalla tasca interna del suo completo e vergò poche righe su un foglio e una volta piegato ed imbustato in una spessa busta le consegnò al proprio gufo Icaro. Avrebbe saputo dove portarla, in fondo era l'unica destinazione a cui scriveva, informava sempre i suoi genitori di una trasferta e questa, seppur vicina e di durata breve, non avrebbe fatto eccezione. Uscito dall'ufficio percorse il corridoio che collegava il suo con l'ufficio del Capoufficio Brian Sunday, lo stesso ufficio dove, otto anni prima aveva svolto il colloquio per la mansione che stava attualmente ricoprendo. Quattro rapidi colpetti sulla porta ripetuti per tre volte e avrebbe affinato l'udito in attesa del permesso per entrare, che non tardò ad arrivare. L'ufficio al quale Vath si trovò davanti assomigliava, nell'arredamento, al salotto di un cottage di montagna: il pavimento, così come le pareti, erano di un motivo simile al legno (ma ben più uniforme e resistente alla pressione delle sue scarpe, probabilmente il risultato di un qualche incantesimo), così come la grande scrivania situata precisamente di fronte a lui e le due ben fornite librerie che affiancavano la porta, sovrastate da mensole dal contorno irregolare, quasi fossero fatte di corteccia. Sul lato sinistro della stanza, un camino in pietra scoppiettava allegro riempiendo la stanza di un piacevole tepore; sul lato opposto, due finestre non eccessivamente ampie davano su un paesaggio montano: un'ampia vallata in fondo alla quale si poteva scorgere un laghetto, sulle cui sponde sorgeva un modesto paesino; poco oltre, picchi appuntiti e dalle cime innevate completavano il quadretto. Unico elemento stonante in tutta la stanza erano le due opere d'arte - una statua tra le due finestre e il vasto quadro appena dietro la scrivania - ma con le quali il proprietario doveva avere una connessione personale. Se Vath fosse stato appassionato d'arte, e in particolare d'arte italiana, le avrebbe forse riconosciute per copie di ben noti pezzi: la Primavera del Botticelli e l'Apollo e Dafne del Bernini.

    Quanto al suo ospite, era un uomo più sui settanta che sui sessanta, un mago dall'aspetto autoritario indossante un completo color cachi.
    «Buongiorno Remar, prego entri pure.» La voce di Brian Sunday lo accolse non appena il Funzionario Scelto chiuse la porta. Quando si fosse avvicinato abbastanza, Mr. Sunday si sarebbe alzato dalla sua comoda poltrona per porgergli la mano prima di indicargli la sua sedia (non troppo difficile da notare, era esattamente di fronte alla scrivania) e risedersi per poi iniziare a spiegargli ciò che era successo.. «Alle ore 09:12 a Loch Ness c'è stato un avvistamento da parte di alcuni Babbani di un Kelpie, erano nella loro barca e nessuno di loro si è fatto male, fortunatamente. Ma quello che è grave è che uno di loro ha fatto un video che se inviato sulla rete babbana susciterebbe il malcontento della Confederazione Internazionale dei Maghi. Ho già preso contatti con il Caposquadra Olwen e mi ha informato che manderà supporto da parte del terzo livello, inoltre mi ha informato che una sua collaboratrice, Miss Cohen, del reparto Regolazione e Controllo delle Creature Magiche è in viaggio per Glasgow. Deve intercettarla all'aereoporto di Glasgow e andare insieme a lei fino a Lock Ness per controllare la situazione e fare in modo che questa bolla non scoppi. Le ho fatto preparare una Passaporta.» Sulla scrivania, oltre a una lampada ossidata dal tempo e parecchie pile di fogli, v'era un singolo vecchio e logoro stivale posto esattamente tra lui e il suo superiore. «Se le è tutto chiaro...o se ha delle domande è bene che le faccia ora tra meno di cinque minuti si attiverà la Passaporta.» Vath diniego con il capo e, estratta la bacchetta, prese un foglio di carta un movimento del catalizzatore magico sul foglio e quello divenne più grande e spesso, cambiando la consistenza in quello che era cartone, un nuovo tocco e la scritta Ms. Cohen apparte sul cartello che prontamente si mise nella valigetta. «Nessuna domanda, la ringrazio, ho già gestito situazioni del genere in America e so come procedere. Arrivederci mr. Sunday.» Vath posò la mano sullo stivale e dopo i fatidici cinque minuti provò una sensazione strana, come se un gancio si aggrappasse all'ombelico e lo strattonasse. Poi, vorticando violentemente, arrivò a destinazione dopo qualche secondo. Un vicolo deserto, Vath attivò il proprio magifonino e controllò la propria posizione, era a pochi minuti di distanza dall'aereoporto internazionale di Glasgow e incamminatosi si portò fino alla zona degli arrivi. Lì tirò fuori il cartello ed iniziò ad attendere.


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    ‘Finalmente sono arrivata a Glasgow! Spero di potermela godere, anche se non sarà facile immagino. ‘

    Pensò la giovane californiana dallo sguardo grigio con piccole sfumature di verde, mentre scendeva dall’ aereo con la sua valigia dalle scalette per avviarsi assieme alle altre persone tra cui tanti non mag a prendere un autobus che li avrebbe portati direttamente all’ aeroporto Internazionale di Glasgow dove sarebbe scesa a terra per entrare e percorrere con la valigia le rampe color grigio chiaro come lastre di metallo che andavano su e giù fino all’ ingresso dell’ aeroporto dove con lo sguardo grigio con le piccole sfumature di verde che si intravedevano alla luce del sole. Una volta entrata rimase sorpresa: c’erano dei piccoli negozi con dei souvenir, dei ristoranti dove si poteva mangiare e i servizi igienici che si trovavano vicino alla zona degli arrivi dell’ aeroporto di Glasgow sperando di uscire di lì il più presto possibile per potersi godere quella magnifica città. Sapeva bene che c’erano tante belle cose da visitare, ma non pensava lontanamente che fosse lì per lavorare. Aveva chiesto soltanto al caposquadra Olwen qualche giorno per riposarsi e non di dover lavorare anche quando era in vacanza a Glasgow. Mentre Bloom cercò di farsi strada tra la gente nonostante fosse appena atterrata così si guardò davanti a sé ruotando lo sguardo grigio con piccole sfumature di verde: vide che c’era molta gente che correva velocemente qua e di là poi un uomo che sapeva soltanto che si chiamava Vath.

    ‘ Ma che cosa vuole ? E ti pareva che non potrò mai godermi in pace questa vacanza che avevo pianificato’

    Pensò la californiana mentre lo guardò un po’ curiosa tenendosi a distanza prima di avvicinarsi. Era una donna molto previdente nonostante fosse ancora giovane. Sul suo volto apparve un lieve sorriso.

    “ Ci conosciamo per caso?”

    Domandò Bloom all’ uomo che aveva davanti a sé, mentre prese in mano il magifonino per controllare la pozione dell’ albergo dove avrebbe alloggiato una volta uscita dall’ aeroporto. Sperava di andare direttamente in albergo perché era stanca. Che cosa avrebbe trovato in quel viaggio a Glasgow forse l’ amore ma non si sa mai...



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    Da uomo di mondo Vath sapeva che un cartello con il cognome della persona attesa era d'impatto. Una donna poco più giovane di lui si fermò a pochi metri dal Ministeriale e Vath seppe di aver fatto centro, un sorriso comparve sul proprio volto mentre, tenendo ventiquattrore, cartello e bastone da passeggio con la sinistra, allungò la mano verso di lei. Se l'avesse accettata Vath l'avrebbe stretta per alcuni secondi scuotendola per poi lasciarla. «Miss Cohen, esatto?» Chiese, con la voce dal timbro caldo e baritonale, pacato e cordiale al tempo stesso. Vath la guardò nella sua interezza, la giovane aveva un viso tondo con occhi grigio/verde chiaro e capelli rossi mossi che ricadono sulle spalle, delle carnose labbra contornate da un rossetto tra il rosa e rosso scuro certo era che miss Cohen non passava certo inosservata, Vath era certo che una donna del genere non venisse dimenticata dagli uomini con cui lei aveva a che fare. La classica vicina di casa per cui ogni ragazzino avrebbe sviluppato una cotta e ciò era anche reso possibile dal dolce sorriso che la ragazza rivolgeva alle persone. «Non direttamente, no. Sono Vath Remar, credo che mr. Olwen le abbia accennato di me.» La galanteria gli fece fare un cenno verso la valigia portata dalla rossa. «Potrei aiutarla? Non so cosa le abbia accennato Mr. Olwen ma di certo questo...» E si guardò attorno osservando la confusionaria hall delle partenze e arrivi dell'aeroporto internazionale di Glasgow, per poi ritornare con gli occhi color acquamarina su quelli grigi di lei screziati da piccole sfumature color verde. «...non è il luogo adatto.» Si riferiva ovviamente ai Babbani, già era a rischio lo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica non c'era ragione per Vath di comprometterlo ancora di più con dichiarazioni di tipo magico in un luogo pubblico. Verrà il giorno in cui mondo magico e babbano saranno di nuovo coesi, ma non così, non con la ghigliottina della Confederazione Internazionale dei Maghi puntata sul collo del Regno Unito. Sì schiarì la voce e le sorrise un sorriso che le permise di vedere una chiostra di denti bianchi. Se la giovane non si sarebbe tirata indietro Vath avrebbe avanzato verso di lei alcuni passi per sussurrarle con circospezione all'orecchio. «Il Ministero ha problemi urgenti Miss Cohen, sono partito di fretta e furia con una Passaporta pur di intercettarla qui in aeroporto.» La vicinanza con la giovane le avrebbe permesso di cogliere le note di petit grain, bergamotto, salvia sclarea, foglie di menta, bamboo e muschio bianco del profumo che Vath era solito usare. Detto quello si sarebbe portato indietro, un'ora e mezza di volo, più tutte le pratiche per poter accedere all'aeroporto ed uscirne, avrebbero certamente stancato anche il più stoico dei maghi e un bocciolo di rosa come Bloom Sylvie Loren Cohen non avrebbe fatto eccezione. «Se posso permettermi, vorrei avere l'ardire di accompagnarvi in albergo, dovrò prendere una stanza anche per me dato che non ho avuto occasione di prenotarla, dopodiché di fronte ad un buon thè potremo parlare del perché siamo entrambi qui. Che ne pensa?» Il ministeriale aprì la ventiquattrore e infilò il cartello con cui aveva richiamato l'attenzione della giovane, per poi richiuderla e afferrare il proprio bastone da passeggio con la destra. Vath si presentava come un uomo sulla trentina alto un metro e ottantatré centimetri dal volto rasato con cura, mantenendo al contempo un capello biondo abbastanza corto, al proprio mignolo sinistro possiede un anello in oro bianco con inciso il proprio monogramma VR. Fortunatamente Vath si era portato dietro la propria ventiquattrore, incantata con un incanto di estensione irriconoscibile, restare per quella trasferta con quell'abito formale per tutto il tempo sarebbe stata un'agonia. Se poi sarebbero dovuti andare addirittura al lago di Loch Ness per bonificare la zona certamente non sarebbe stato in quella mise formale, un trillo arrivò dal proprio magifonino, era il segnale di un messaggio Vath lo estrasse dalla tasca interna della propria giacca e lo iniziò a leggere. Un sospiro e il suo sguardo si posò nuovamente su quello della donna di fronte a sé. «Perdonate la fretta, ma il tempo corre e noi siamo già in ritardo secondo i nostri superiori.» Aveva appena ricevuto la notifica di un incontro con alcuni membri della Confederazione Internazionale dei Maghi, un appuntamento che si sarebbe svolto il giorno dopo direttamente nei pressi del lago di Loch Ness.


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    Edited by Vath Remar - 27/9/2021, 16:09
     
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    Dopo aver sistemato il magifonino dentro la tasca del vestito con cui aveva viaggiato Bloom sentì una voce dal timbro calda placata dell’ uomo che aveva davanti a sé. Decise di avvicinarsi cautamente a lui per ricambiargli la stretta poi rispose alla domanda se era lei Miss Cohen, la ragazza che cercava in quel momento. Rispose alla voce dell’ uomo voltandosi verso di lui mentre gli strinse la mano.

    “ Si sono io “

    Disse Bloom mentre lo guardò e capì subito che era un uomo alto capelli quasi sul biondo chiaro. Secondo lei era un bell’ uomo. Poi riperse a parlare:

    “No, non mi sembra, ma mi ha accennato il vostro nome e che fate il mio stesso lavoro. Comunque mi chiamo Bloom Sylvie Loren Cohen piacere di fare la tua conoscenza.“

    Disse Bloom mentre parlava con un tono molto calmo e tranquillo ascoltandolo. Vide che le aveva chiesto se gentilmente poteva portale la sua valigia. Non sapeva che dire era la prima volta che incontrava un uomo in un viaggio.

    “La ringrazio. Siete molto gentile ad aiutarmi con la valigia. Credo sì che mi abbia detto qualcosa, ma non ci ho dato troppo peso.”

    Aggiunse Bloom, la californiana mentre lo vide osservarsi attorno poi tonare con lo sguardo come il mare che sembrava profondo da perdersi dentro su di lei facendola arrossire.

    “ Si capisco benissimo”

    Mentre con la testa fece un cenno che lo capisse. Comunque Bloom sapeva bene che non era il luogo adatto per una conversazione. Bloom non era una che si tirava indietro, affrontava i problemi.

    ‘Dovrò provare ad ascoltarlo, non si sa mai! Poi è il mio lavoro questo no ? ‘

    Pensò la giovane californiana per secondo e poi ad un certo punto lo vide avvicinarsi a lei sussurrandole all’ orecchio facendole un po’ di solletico poi sentì un dolce profumo che proveniva dal mondo francese che le inebriò le narici facendola assaporare i seguenti profumi che andavano dalla salvia al fresco muschio bianco. Forse non avrebbe mai dimenticato quel profumo. Dopo aver ascoltato quelle parole lo vide allontanarsi. Capì subito che era arrivato il momento di uscire dall’ aeroporto, per andare in albergo dopo un viaggio lungo.

    “Si mi fa piacere che mi accompagna in Hotel DoubleTree by Hilton Glasgow Central , beh poi serve a tutti e due un po’ di riposo. Certo volentieri non dico mai no a un buon the. ”

    Aggiunse mentre sul suo volto apparve un lieve rossore che tingeva le sue guance. Non se lo aspettava un invito a prendere un tè e parlare del motivo che erano lì a Glasgow, così Bloom spostò i suoi bellissimi occhi incontrando quelli di Vath mentre notò l’ anello dell’ uomo che era molto bello. Saltò all’ improvviso, quando sentì suonare l’ arrivo di un messaggio che gli avevano mandato i suoi superiori e fu costretta andare dietro Vath poiché il giorno dopo sarebbero andati a Lock Ness. Non sapeva cosa avrebbe trovato una volta arrivata lì il giorno seguente al suo arrivo...



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    Edited by Bloom Sylvie Loren Cohen - 1/10/2021, 00:30
     
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    Sveglia, attenta ai dettagli e in grado di comprendere i non detti. Sì, miss Cohen, o per meglio dire Bloom Sylvie Loren Cohen come disse lei di chiamarsi, aveva tutte le carte in regola per essere una Ministeriale in gamba e che Ministeriale, la metà delle donne avrebbe provato invidia osservando una come lei. Un sorriso cordiale apparve sul volto di Vath mentre la mano andava a prendere il Trolley, fu un leggero attimo, la mano del Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale e quella della dipendente dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche si incontrarono e il ministeriale alzò lo sguardo sulla ragazza sorridendole. «Mi creda miss. Cohen, il piacere di fare la sua conoscenza è tutto mio.» Disse, estraendo nuovamente il telefono, avrebbe cercato l'hotel in questione e dopo aver scorso le foto di anteprima Vath avrebbe emesso un verso d'approvazione. «Una bella scelta, indubbiamente, sa viaggiare con stile.» Impostò il navigatore e vide che era distante due ore a piedi, avrebbero fatto meglio a prendere un taxi per risparmiare del tempo e procedere con il check in. «Sa, ho viaggiato molto per lavoro, visitando Stati Uniti, Italia, Francia, Spagna, Germania, Egitto, Cina e Russia ma non ho mai visitato Glasgow.» Avrebbe abbozzato una leggera risata incrociando il proprio sguardo con quello di Bloom per poi concludere la propria frase. «E dire che era la città natale di mio nonno materno.» Il ministeriale si sistemò i bottoni del trench nero chiudendolo sopra il completo scuro fatto a mano in una boutique di Canterbury, la custodia di un paio di occhiali da sole spuntava dal taschino esterno che, una volta all'esterno dell'aeroporto avrebbe indossato. Un paio di gemelli in oro bianco spiccavano sul nero del completo scuro,erano a forma di sterlina, mentre il Rolex al polso costava forse quanto l'intera suite del DoubleTree by Hilton Hotel Glasgow Central. «È strano sa?» Disse mentre si avviò verso l'uscita dell'aeroporto, rivolgendole un leggero sorriso. «Sono otto anni che svolgo il mio lavoro, eppure fino ad oggi non ho mai avuto modo di incontrarla Miss Cohen so che sembrerò banale ma se l'avessi incrociata nei corridoi o nell'atrio del nostro posto di lavoro mi sarei certamente ricordato di lei.» Un sorriso, di certo non avrebbe fatto menzione del Ministero della Magia e in fondo sapeva che non sarebbe servito. Bloom era in grado di comprendere quale luogo Era stato sottinteso. Era stato abituato fin da piccolo ad essere rispettoso, non avrebbe dato del tu alla giovane fino a quando lei non glielo avrebbe permesso. Una volta arrivati alla piazzola dei taxi Vath ne scelse uno libero e, aprendo la portiera del passeggero, fece cenno alla ragazza di accomodarsi. Poi sistemò il trolley nel bagagliaio e salì sul taxi tenendosi stretto ventiquattrore e bastone da passeggio. «Buon pomeriggio.» Esordì rivolto verso il conducente del taxi, un uomo di origine indiana o Bangladesh con una folta barba e baffi a manubrio, sulla fronte aveva il classico tilaka legato all'induismo. «Gentilmente, sarebbe così cortese da portarci al DoubleTree by Hilton Hotel Glasgow Central?» Disse mentre chiudeva la portiera dell'auto. Si sistemò poggiando a lato bastone da passeggio e ventiquattrore e, riaprendo la pagina dell'hotel, Vath inizio a digitare sullo schermo specifiche richieste per ottenere la propria stanza e soggiornare allo stesso Hotel di Bloom.


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    ‘ Oddio ! Ma ha un bell’ orologio... non so nemmeno quanto lo avrà pagato! Figuriamoci che io me lo possa permettere, non potrò mai spendere cosi tanto... ’

    La californiana ancora rossa in volto posò lo sguardo sul braccio dove vede l’ orologio e poi per un attimo le loro mani si sforarono provocandogli una scossa che non capitava neanche quando incontrava qualcuno. Era talmente sorpresa che non se l’ aspettava.

    ‘ Non so nemmeno che cosa succederà una volta in albergo... meglio non pensarci troppo’

    Pensò Bloom una volta che le parole di Vath la riscossero dai pensieri che aveva avuto. Così ricambiò il sorriso.

    “ Oh beh! La ringrazio è davvero un bel complimento detto da voi “

    Aggiunse Bloom mentre con lo sguardo cercò di capire dove si trovasse l’ albergo che non aveva voglia di andare piedi per altre due ore. Così andò a fare il check in insieme a Vath, mentre ascoltò con molta attenzione i viaggi che aveva fatto lui, e Bloom rimase un secondo sorpresa. Lei non era mai stata nessuno dei posti che Vath aveva nominato soltanto in California e Londra per il momento.

    “Oh! Sareste un uomo di mondo a quanto pare o mi sbaglio?Questa potrebbe essere un’ occasione visto che non ha mai visto Glasgow .”

    Domandò la californiana con un sorriso mentre aspettò una risposta da Vath. Le era rimasto impresso anche l’ abito che lui, indossava quel giorno. Ascoltò le sue ultime parole rimanendo spiazzata non se l’ aspettava proprio gli domandò:

    “Ha mai conosciuto suo nonno ?”

    Chiese curiosa la rossa dai capelli mossi dagli occhi grigi con le piccole sfumature di verde. Non aveva mai avuto modo conoscere persone che portavano rispetto. Sorrise e poi si fece coraggio.

    “Se vuole può darmi del tu non ci sono problemi.”

    Non sapeva che le era perso mentre si avviò verso la piazzola dove c’erano dei taxi e appena Vath ne trovò uno libero parlò con un uomo che era di origine indiana del Bangladesh. Aveva una folta barba e dei baffi. Dopo aver risposto al cenno con la testa si accomodò sul sedile posteriore destro. Gli rispose anche lei al saluto.

    “Anche a lei buon pomeriggio”

    Mentre misero tutto dietro al portabagaglio dell’ auto color giallo canarino. Dopo notò che si era accomodato anche lui. Dopo che l’uomo aveva ricevuto l’ indicazione rispose sorridendo.

    Si, d’ accordo vi accompagno subito alla vostra destinazione

    Disse l’ uomo che montò sul taxi e mise in moto, per poter raggiungere il DoubleTree by Hilton Hotel Glasgow Central. Chissà che cosa sarebbe accaduto una volta raggiunto la meta... tra i due ...


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    «Vath Remar, si può sapere cosa fai alle ragazze?» Vath sorrise mentre quelle parole, lontane almeno quindici anni, ritornarono alla sua mente. Era stato il suo amico e compagno di dormitorio Geoffrey Hill a dire quelle parole dopo che il giovane Prefetto di Serpeverde aveva un breve flirt con un'altra sua compagna di casata eppure il giovane era solamente sé stesso. Empatico, Vath aveva notato il dolce rossore sulle gote di Bloom, la ragazza era imbarazzata da tutta quella situazione e il ministeriale volle distendere l'imbarazzo della giovane rispondendo alle sue domande. «Si figuri, nessun problema è la verità: guardi qui, camere… sala convegni… piscina… palestra…» Il giovane si avvicinò nuovamente alla ragazza, posizionandosi fianco a fianco a lei e scorse sul suo Magifonino le varie foto dell'Hilton Hotel mentre le parlava. Un trillo e una notifica sul suo cellulare proveniente da un numero registrato allo stesso Hotel apparve sulla parte superiore del proprio schermo confermando l'avvenuta prenotazione della suite. «È prevalentemente a causa del mio lavoro, Miss Bloom, ho viaggiato molto in questi anni visitando molti luoghi splendidi ma sì, in effetti devo ammettere che questa è la prima volta che visito Glasgow e, se le premesse sono queste, sono più che certo che il soggiorno potrà addirittura surclassare quello appena terminato in America.» Le sorrise, incrociando lo sguardo con quello di lei. La Doubletree by Hilton Hotel Glasgow Central era una delle numerose catene di hotel sparse lungo tutto il globo, un po' come la Best Western. Si voltò con il busto rivolto verso di lei e, con un sorriso, le annuì. «Ho avuto modo di conoscerlo in effetti, anche se per breve tempo: è mancato presto, quando avevo l'età di cinque anni. Owen Selwyn probabilmente ne può aver sentito parlare: Nacque a Glasgow nel 1931, e passò l'infanzia al riparo della guerra a Est Kilbride, a sud est di Glasgow, che colpì città più importanti. Era un importante figura della politica dell'epoca, collaborò addirittura con il "nostro" Ministro dell'epoca.» Vath avrebbe calcato la parola nostro, certo che Bloom avrebbe capito a quale Ministro lui faceva riferimento. «Va bene, Bloom sarà per me un piacere poterti dare del tu, ho notato il tuo nome, molto particolare. Bloom è una parola di origine Germanica, nella lingua corrente significa fioritura nei fiori ma e soprattutto anche il Bocciolo del fiore. Sylvie...dovrò supporre che probabilmente una vostra parente abbia origini francesi per farvi adottare un nome del genere, ma deriva dal latino Silvus ovvero colui o colei che ama vivere nei boschi. Invece il nome Loren, perdonami se mi sbaglio, non è molto comune nel regno unito ma invece trova molto spazio negli Stati Uniti d'America e quindi mi fa supporre, nuovamente, che avete origini americane. Il cognome Cohen invece ha origine israelitica e richiama la caratteristica di appartenere ad una famiglia di sacerdoti, in ebraico kohen, "sacerdote officiante". Indubbiamente Bloom, hai nomi molto particolari, ma che ti rispecchiano bene. Specialmente il nome, se posso azzardare, siete davvero un bocciolo in fiore.» Un mezzo sorriso, lo sguardo deviò un momento per controllare il navigatore e la strada che il tassista stava facendo, non mancava poi molto, un paio di svolte e sarebbero arrivati.


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    ‘ Non pensavo che lui riuscisse a fare colpo ... su di me! Caspita forse attiro i ragazzi perché ho i capelli rossi e sono dolce nello stesso tempo.’

    Bloom aveva ancora il volto rosso nonostante fosse la prima volta che si trovava in una situazione simile. Non era facile controllare il rossore in quel momento notò che Vath le si era avvicinato facendola sobbalzare arrossire ancor di più, poi i suoi occhi grigio con le piccole sfumature verdi si posarono sul magifonino per osservare le foto dell’ Hotel.

    “Magnifico! È fantastico non pensavo che avessero tutte queste cose .”
    Pronunciò Bloom mentre parlava con un sorriso stampato sul volto. Fece un salto ancora una volta aveva capito che gli era arrivata una notifica della prenotazione.

    “Posso capire benissimo! Avevo voglia di farmi un viaggio visto che non sono mai stata a Glasgow. Credo anche che il soggiorno mi riserverà un sacco di sorprese come potrei immaginare.”

    All’ improvviso il suo volto andò in fiamme quando lo sguardo di Vath si incrociarono di nuovo. Non se lo aspettava proprio era una ragazza dolce e tranquilla. Ascoltò le parole di Vath con molta attenzione su suo nonno. Aveva intuito non c’era bisogno che nominasse il nome. Per fortuna che era una ragazza intelligente. Annui e poi rispose.

    “ Oh certo ! Sarà stato bravo beh comunque penso che se fosse ancora qui sarebbe fiero di voi ”

    Esclamò Bloom mentre rimase sorpresa, che sgranò gli occhi per le informazioni che ricevette riguardo i suoi nomi. Nemmeno i suoi genitori e la nonna avevano tutte quelle notizie su di lei. Le sue guance si infiammarono diventando un pomodoro non se lo aspettava che fosse cosi informato.

    “Grazie mille! Per il complimento nessuno mi ci aveva mai chiamato così nemmeno i miei genitori.”

    Pronunciò Bloom mentre il taxi su cui entrambi sedevano li portò verso la loro meta visto che mancano ancora qualche svolta, poi il taxi si fermò davanti all’ hotel: Hilton Hotel Glasgow Central. Non sapeva che cosa le avrebbe riservato il destino in quel momento ... forse l’entrata di uno strano sentimento chiamato amore...

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    Vath non poté non notare che il rossore sulle gote della giovane andava via via aumentando. La temperatura sembrava essere aumentata in quel taxi e i leggeri sussulti che la ragazza faceva gli facevano comprendere che Bloom stava avendo un principio di cotta adolescenziale. Un sorriso, avrebbe ascoltato le parole di lei replicando con cortesia. «Ti ringrazio per il complimento, sicuramente è come dici tu, dei miei parenti più anziani sono rimaste solo le mie due nonne.» Una volta arrivati Vath controllò il tassametro e, estratta dal proprio portafoglio una banconota color rossa con il volto di Alan Turing stampata su di esso, l'avrebbe data al conducente dell'auto. «Tenga pure il resto.» Gli disse, rivolgendogli un sorriso e recuperando la presa sul proprio bastone da passeggio e sulla ventiquattrore che si era portato dietro in quel viaggio. In fondo quelli erano solamente spiccioli per uno come lui mentre per il tassista avrebbe fatto piacere una mancia del genere. Vath sarebbe sceso dal taxi e, andando dall'altro lato della vettura, si sarebbe prodigato per aprire la portiera a Bloom e porgerle la mano per aiutarla a scendere. «Miss Bloom, prego, siamo arrivati.» Il giovane le avrebbe rivolto un sorriso sincero e poi, aperto il bagagliaio, le avrebbe estratto la valigia contenuta in esso. Un gesto galante certo, che accompagnò porgendole il braccio, se la ragazza lo avesse accettato Vath avrebbe percorso insieme a lei i pochi metri del marciapiede fino all'ingresso dell'Hotel mentre delle piccole gocce iniziavano a farsi sentire sulla sua pelle. Vath alzò lo sguardo al cielo, plumbeo e coperto da nuvole dense e scure. «Siamo arrivati giusto in tempo a quanto pare, ancora un paio di minuti e ci saremmo completamente inzuppati.» Si sarebbe diretto con sicurezza verso il bancone dell'hotel, innumerevoli volte lo aveva già fatto e sbrigare quella formalità era divenuta ormai una consuetudine a cui non prestava quasi più attenzione. «Buon pomeriggio, dovrebbero esserci due prenotazioni, una a nome Remar e l'altra a nome Cohen.» Il ministeriale estrasse dal proprio portafoglio il documento di identità e lo consegnò all'addetto alla Reception. «Miss Bloom, gentilmente, servirebbe il suo documento di identità per il check-in.» Le disse, cordialmente, il suo caldo timbro baritonale aveva sempre un che di gentile.


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    ‘Oddio ....non mi capitava una cosa del genere da quando ero a scuola. L’ ultima era una piccola storiella durata pochi mesi ‘

    Bloom si accorse che stava cominciando ad avere forse una cotta per qualcuno come fosse un adolescente diciassettenne ancora in erba e alle prime esperienze in amore. Era la prima volta che le capitava soprattutto in un viaggio. Ascoltò con calma le parole di Vath sorridendogli prima di poter dire.

    “E’ la prima volta che qualcuno mi da ragione riguardo a tuo nonno e mi dispiace! Come sono le tue nonne se posso sapere ?”

    Domandò la rossa mentre il taxi si fermo davanti all’ Hotel dove avrebbero prenotato poi vide con lo sguardo Vath tirar fuori una banconota rossa con cui pagò l’ autista a cui fece un lieve sorriso. Appena Vath le aprì la portiera non se l’ aspettava che l’ aiutasse a scendere dal taxi. Cosi allungò la mano per prendere la sua.

    ‘ Che galantuomo!Non mi aspettavo fosse cosi gentile. Ha pure un cuore in fondo pero! ‘

    Pensò mentre Bloom si riprese sorridendo per rispondergli con un sorriso che le apparve in volto.

    “Oh!Ti ringrazio di avermelo detto”

    Aggiunse la rossa con un lieve rossore in volto appena lo vede dargli il suo braccio per accompagnarla in hotel. Così mise il braccio sotto a quello di Vath per non cadere mentre puntò lo sguardo sul celo plumbeo che minacciava aria di pioggia.

    “Già!Credo che ci siamo salvati per un pelo ...”

    Disse la rossa una volta raggiunta la reception insieme a Vath che aveva raggiunto l’ addetto alla Reception che stava dietro al bancone.

    Ah! Si controllo subito. Infatti eccole.

    Disse il ragazzo mentre vide Vath consegnargli il suo documento e poi chiedere a Bloom se aveva con sé la sua carta di identità per poterla registrare. Bloom gli sorrise e glielo tirò gentilmente fuori dalla borsa che si era portata quel giorno.

    “Si eccolo “

    Esclamò Bloom mentre glielo lasciò un attimo sopra per permettere al giovane di registrarle i dati che gli servivano per il soggiorno che avrebbero fatto a Glasgow. Non sapeva che cosa le sarebbe successo durante quella vacanza che lei aveva programmato quel giorno...


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    Conversare con Bloom gli veniva spontaneo, la giovane collega dell'ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche aveva quell'empatia che riusciva a connettere due persone completamente sconosciute. Una qualità che, lo stesso Vath possedeva e, tra persone empatice c'era una sorta di affinità. Mentre si trovavano ancora nel taxi la giovane gli chiese delle proprie nonne e Vath accenno una risata. «Mia nonna paterna ha raggiunto la veneranda età di centouno anni, un secolo di vita e ancora è piuttosto arzilla. È quella con cui ho legato di più e con cui ho un rapporto più stretto abitando vicini e stando con lei per tutta la mia infanzia. Mia nonna materna invece è italiana, dopo la morte di mio nonno ha lasciato Glasgow preferendo ritornare a Genova, in Italia. Credo che abbia ancora la proprietà del maniero che mio nonno aveva qui a Glasgow. Sono andato a trovarla qualche anno fa, in occasione del ritorno a casa di mia cugina Lia, le aveva organizzato un ballo...» Una risata più accentuata avrebbe accompagnato la frase del Ministeriale. «Già, un ballo, proprio come quelli organizzati nelle fiabe con tanto di valletti e camerieri. Ho danzato con mia cugina sulle note di Johann Strauss, Sul bel Danubio Blu. Ma basta parlare di me...ho voglia di sapere anche io qualcosa di te, per esempio il tuo colore preferito, le tue passioni...» Un sorriso gentile avrebbe accompagnato quella richiesta e, nel tragitto tra l'ingresso dell'hotel e il bancone della reception l'avrebbe ascoltata con la massima attenzione e interesse. Con calma e pazienza attese che il ragazzo alla reception verificasse le loro prenotazioni e, una volta prese le chiavi avrebbe fatto un cenno del capo al ragazzo in ringraziamento. «La ringrazio, molto gentile. Credo che una volta terminato di sistemarmi in camera andrò a fare una nuotata in piscina, dove la trovo?» Mentre avrebbe ascoltato la risposta del receptionist avrebbe osservato il numero delle camere, era semplice per uno come lui identificare il piano e il numero. Prenotare una suite di 77 mq? Perché no, avrebbe avuto un soggiorno, divano letto, angolo cottura, WIFI gratuito. Una camera da letto privata, con un letto king-size e un'area soggiorno open space, completa di divano letto, zona pranzo e angolo cottura. Se non fosse stato per il fatto che era lì per lavoro Vath si sarebbe rilassato guardando la TV HD da 40 pollici ascoltando i vari notiziari babbani ma, per lo più, avrebbe lavorato alla scrivania con sedia ergonomica connettendo con il Wi-Fi gratuito il proprio Charming Computer portatile accendendo l'aria condizionata per far rimanere la stanza alla giusta temperatura. Generalmente hotel di quella capienza mettevano sempre sulle chiavi il numero del piano e la stanza cosicché fosse semplice identificare entrambi, avere la chiave della stanza numero 749? Semplice settimo piano stanza 749. Era abbastanza intuitivo e così, dopo aver espletato tutte le procedure di ceci in, pagato per la propria suite con la carta, avrebbe rimesso il proprio documento nel portafoglio. «Gentilmente, è un viaggio per lavoro e ci servirebbero le ricevute, sarebbe così cortese da prepararle per il checkout di domattina?» Avrebbe rivolto un sorriso al giovane e, offerto nuovamente il braccio alla giovane, si sarebbe diretto verso l'ascensore. Con il trolley di Bloom, la propria ventiquattrore e il bastone da passeggio Vath selezionò il pulsante del settimo piano per accompagnare la giovane in camera. «Come ho detto alla reception, sistemerò le mie cose e farò un salto in piscina per allenarmi un poco, se vuoi puoi raggiungermi lì, che ne dici?» Le avrebbe detto sull'ascensore, si sarebbe avvicinato a lei, sfiorandole il lobo dell'orecchio con la guancia per sussurrarle all'orecchio. «Magari dopo, possiamo andare nella mia suite e preparare qualcosa da mangiare mentre conversiamo di tutta questa faccenda del Ministero.» Rapido come si era avvicinato Vath avrebbe ripreso la giusta distanza dalla giovane, lasciando tuttavia intravedere sul proprio volto il sorriso che si era formato, ponendo il bastone da passeggio dietro la schiena e, su di esso entrambe le mani. Il suono dell'ascensore che giunse a destinazione tuttavia non diede alla giovane tempo di replicare e, scendendo al piano, Vath la condusse alla porta della sua stanza restituendole con un sorriso il controllo del trolley da viaggio.


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    ‘Non pensavo che conversare con Vath fosse così facile... ma di solito non sono una che parla molto con le persone’

    Mentre Bloom ascoltò con attenzione le parole di Vath che le raccontava delle nonne. Era davvero interessante conoscere qualcosa in più sul collega. Amava ascoltare le persone il più il possibile. Non sapeva come iniziare a parlare di sé.

    “ Allora come potrei cominciare... è la prima volta che parlo di me: diciamo che il mio colore preferito è il rosso, anche se amo l’argento. Sono una ragazza che ha molte passioni come ad esempio la letteratura inglese e Americana poi cucinare i pancake con lo sciroppo d’ acero anche se per momento ho imparato solo quello, poi preferisco guardare le serie tv su Netflix e Amazon Prime.”

    Era la prima che Bloom raccontava a qualcuno di se stessa forse il momento era giunto appena il ragazzo le ridiede indietro gentilmente il documento e poi le allungò la chiave della sua camera: era al settimo piano la numero 749. Col cenno del capo la rossa ringraziò il giovane che si rivolse a Vath.

    La trovi dopo la stanza della colazione la piscina.

    Disse il giova mentre rispose alla domanda e ancora una volta dovette rispondergli in modo cortese.

    Ma certo che gliele preparo per domani mattina, le fatture.

    Aggiunse di nuovo il ragazzo mentre poi Vath accompagnò Bloom in camera. Una volta raggiunto l’ ascensore lei sobbalzò quando le si avvicinò di nuovo facendola diventare un pomodoro.

    “Ehm.. d...accordo.. ci vediamo in piscina...”


    Disse balbettando nonostante era il suo primo viaggio che faceva e poi ascoltò con calma anche le altre parole.

    ‘Ma che cosa mi vorrà dire! Sono curiosa però...’

    Pensò mentre la rossa tornò con il volto verso di lui e rispose.

    “Certo d’ accordo ci vengo non posso dirti di no tanto non mi dispiace rendermi utile se posso darti una mano sappi che se avrai bisogno io ci sono . “

    Appena l’ ascensore si aprì al settimo piano scesero entrambi lui la condusse fino alla sua stanza lasciandole il trolley da viaggio. Aprì la porta con la chiave che le aveva dato il ragazzo della reception e poi entrò per sistemarsi nella stanza che aveva una camera da letto matrimoniale il bagno a destra e un armadio davanti. Posizionò la valigia sopra al letto poi la svuotò mettendo tutto dentro l’ armadio lasciando fuori il costume. Cosi Bloom si cambiò indossando il costume rosso che aveva comprato con una vestaglietta sopra e le ciabatte. Dopo essersi cambiata uscì dalla camera e raggiunse il piano terra dove attraversò l’atrio e arrivò in piscina poi si tolse la vestaglietta e si mise seduta sulla sdraio. Era la prima volta che andava in piscina dell’ Hotel per provare a rilassarsi un po’... dopo l’ arrivo nella fredda Glasgow.

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    @yuiccia



    Edited by Bloom Sylvie Loren Cohen - 10/10/2021, 15:49
     
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    Poche informazioni ma ciò che aveva chiesto ricevette, il rosso era uno dei colori preferiti della strega, unito all'amore per l'argento, un sorriso fu quello che comparve sul volto di Vath, l'argento era uno dei due colori che l'uomo aveva vestito per sette anni della propria vita militando nella Casata del saggio Salazar Serpeverde il cui stemma e i colori che lo componevano erano il verde e l'argento. Il ministeriale si chiese quale sarebbe stata la reazione della collega nel mostrarle la biblioteca all'interno del proprio castello e, per un attimo immaginò il volto stupito della ragazza mentre girava su sé stessa a bocca aperta osservando la maestosità della sua collezione di libri. «Si? Buoni i pancake, lì ho assaggiati in America durante il mio soggiorno, tu hai qualche piatto preferito? Che genere di serie TV ti piacciono?» Vath era un discreto cuoco, certo a casa ormai i domestici facevano quasi tutto l'oro e Vath non aveva più sollevato una padella da quando aveva iniziato ad abitare lì. Erano ormai dalla porta e il Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale si sarebbe congedato a lei con un delicato baciamano, senza posare le labbra sulla pelle morbida di lei. «A più tardi.» Le avrebbe detto, con un sorriso. Non appena Bloom entrò in stanza Vath attese qualche istante fuori dalla sua porta, quel viaggio di lavoro si stava rivelando una vera delizia. Molto diverso rispetto a quello fatto in America dove con i colleghi aveva intrattenuto un rapporto prevalentemente lavorativo, prese dalla tasca la card magnetica della propria suite e prese l'ascensore per andare a sistemare le proprie cose in stanza. Ripensò, nel mentre a tutte le trasferte di lavoro che aveva fatto, l'incontro con Yan Li nella China Town di Soho? Una tranquilla gita pomeridiana. Era stata molto più movimentata quella a Pechino, dove due donne della Triade Cinese avevano intercettato i tre Ministeriali e obbligato i tre a portare una di loro a presiedere all'incontro che si era tenuto con Yan Li. La cosa era stata messa a tacere dal Capoufficio Sunday ma per Benjamin Fergò, il precedente Funzionario Scelto per la Cooperazione Magica Internazionale era costato il posto di lavoro. Quella lì in Galles sarebbe stata la sua quarta trasferta e se nei primi due incarichi aveva avuto a che fare con il secondo livello, l'ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, gli ultimi due si era interfacciato con problematiche legate più all'ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Prese dalla ventiquattrore un costume fatto a boxer, iniziando a svestirsi del completo elegante per cambiarsi e rimanere in costume ed accappatoio. Sarebbe andato alla finestra, osservando il temporale che stava imperversando sulla città di Glasgow e pensò all'incarico che avrebbe dovuto compiere il giorno dopo. Vath sarebbe poi uscito dalla stanza e prendendo nuovamente l'ascensore, mettendo al sicuro il pass elettronico della stanza nella tasca dell'accappatoio, avrebbe percorso la strada fino alla piscina. Di Bloom ancora nessuna traccia e, prendendo posto su una sdraio con l'accappatoio si sarebbe tuffato nella piscina iniziando, una volta in acqua, la muovere le gambe e dando delle bracciate per fendere l'acqua. Avrebbe continuato così per alcuni minuti macinando vasche su vasche alternando stile libero, dorso e rana. Quando si ritenne soddisfatto dell'allenamento il Ministeriale sarebbe uscito dalla piscina per poi notare Bloom e sorriderle mentre l'acqua colava lungo il suo corpo. Prese l'accappatoio e, indossandolo, si avvicinò a lei per sedersi sulla sdraio accanto e riposare il corpo dall'allenamento. «Un po' di relax non ha mi ucciso nessuno, dopo a cena avremo modo di parlare dell'incarico, altro che dovrei sapere miss Bloom? Per esempio il tipo di musica che ti piace.» Disse, alzandosi dalla sdraio e volgendosi nuovamente con il corpo verso di lei.


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    Bloom aveva dato pochissime informazioni su di sé ma era soltanto l’ inizio . Non aveva mai avuto modo di aprirsi meglio. Lei era nella nobile casata di Godric Grifondoro di cui colori erano rosso il giallo , ma aveva la passione per l’ argento. Amava quel tipo di dolce e così con un sorriso che le apparve sul volto rispose.

    “Si, sono davvero buonissimi, io li ho imparati da mia mamma a farli. Ah! Come potrei dire ne ho un sacco di piatti che preferisco sono ad esempio le minestre sia francesi che Tedesche gli spaghetti, le lasagne, che però fanno parte della cucina italiana, ma altri cibi soprattutto quelli da dove provengo io la California.”

    Disse Bloom mentre parlava e poi lo salutava visto che si sarebbero visti dopo. Una arrivata in piscina non lo aveva notato e così si mise seduta sulla sdraio quando all’ improvviso vide Vath uscire dalla piscina dove aveva fatto un po’ di allenamento mettendosi accanto a lei facendole fare un salto facendola arrossire ancora una volta.

    ‘Ma accidenti! Di solito sono così...ma dipende dalle situazioni in cui mi trovo ‘


    Pensò un attimo Bloom della chioma scarlatta prima di voltarsi verso Vath che le aveva rivolto una domanda che doveva sapere qualcosa in più su di lei. Con un sorriso rispose.

    “ Sì, certo volentieri è difficile che dica no a un incarico. Comunque sono di origine californiana, ho avuto una storia che però ho dovuto fare una scelta se continuarla o no, e infatti non è stata facile: l’ ho dovuto lasciare per lo studio. Invece per la musica diciamo che ascolto tanti generi, ma quella che preferisco è sicuramente quella romantica, anche se a volte mi fa ricordare la mia storia passata, ma prima o poi dovrò riuscire ad andare oltre e non pensarci più. “

    Disse Bloom dai capelli scarlatti mentre parlava, non era cosi espansiva con le persone, ma forse era giunto il momento di aprirsi nonostante era il suo primo viaggio che faceva e chissà come sarebbe continuato quel soggiorno ancora pieno di sorprese che neanche lei si aspettava forse... e le avrebbero cambiato la vita.. in quel momento...


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    @yuiccia

     
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