Vieni a ballare in...terrazza

Aidan&Liliith

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Musica. Aidan, quando non doveva stare chino sui libri (ed in questo periodo ci stava davvero pochissimo) metteva gli auricolari alle orecchie e ascoltava musica. Musica di ogni genere e lingua. Passava da Mozart ai Pink Floyd, ma nella sua playlist c'era anche qualche pezzo francese o italiano ma anche qualche canzone in lingua spagnola. I suoi gusti musicali variavano in base al periodo. Non in base al suo stato d'animo, ma cambiava...a caso. Magari un giorno ascoltava musica classica, il giorno dopo passava al metal per poi passare, il giorno dopo ancora...alla musica dance. E questo giorno era quello della dance. Una DJ nelle sue orecchie e la terrazza di Hidenstone come discoteca personale. Era fortunato che quel pomeriggio era solo, perché si stava letteralmente scatenando.
    Era al centro della terrazza e girava su se stesso con le braccia distese. Gli occhi chiusi e la testa rivolta verso l'alto. Non aveva la più pallida idea di cosa stava facendo ma si stava divertendo. Se in quel momento qualcuno entrasse in quella terrazza, vedrebbe un idiota girare su se stesso e muoversi senza alcun senso e senza musica, dato che ad ascoltarla era solo lui.
    Ma non gliene fregava nulla, in realtà. Anzi, se qualcuno avesse voluto unirsi era liberissimo di farlo. Il problema poteva porsi se in quella terrazza fosse entrato qualche professore o la preside, addirittura. E sarebbe andata peggio se si sarebbe presentato qualche prefetto o capocasa. Ma perché si stava facendo tutti quei problemi? Non stava mica spacciando droga. Ma forse potevano pensare che era lui ad essersi drogato e in quel caso erano davvero problemi.. Come glielo spiegava che non aveva assunto nessuna sostanza stupefacente?
    Ma, in realtà, anche se fosse arrivata la Regina Elisabetta in persona, mentre si scatenava apparentemente senza musica, che diavolo gli importava? Poteva sembrare ubriaco, fatto o semplicemente pazzo (e la terza opzione era più probabile, in effetti).
    Tutta sta tiritera per dire che Aidan stava in mezzo alla terrazza a non pensare a niente e a ballare come un matto, senza vedere nessuno e senza accorgersi se qualcuno lo stava fissando o lo stava filmando. Sticazzi, in ogni caso.
    Aidan Hargraves

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    Dioptase, 17 anni

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    Lilith Clarke
     
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    Che i dioptase avessero dei problemi mentali, questo era appurato. Ognuno di loro aveva qualcosa di strano nella testolina e lo dimostrava come poteva, lei non era da meno visto che si era innamorata del ragazzo peggiore di tutto l'universo e aveva deciso che doveva essere l'unico e il solo con cui mettere su una famiglia. Eppure, quella volta stava passeggiando da sola, con un libro tra le mani, pronta allo scoccare dell'ora in cui avrebbe dovuto iniziare la ronda nei corridoi.
    Il suo ruolo da prefetta era la sola cosa che aveva permesso a Lilith di rimanere concentrata su tutto quello che c'era da eliminare dalla sua testa, anche al rottura con Blake che l'aveva buttata a terra, seguita dall'allontanamento di quella che credeva essere la sua migliore amica e su cui aveva riposto fiducia e complicità. Eppure, per quanto con Blake stesse ricominciando da capo, ancora si chiedeva come mai con Jessica non risultava così semplice. Avevano avuto un chiarimento, aveva provato a riprendere i rapporti con lei, eppure ogni volta che la vedeva credeva che potesse ancora una volta pugnalarla alle spalle come aveva fatto quella volta in cui era andata a letto con Blake.
    Aveva raggiunto la terrazza, con in mano I fiori del Male, un libro di poesie piuttosto famoso, dove di tanto in tanto si nascondeva tra le righe, la riccia.
    Tuttavia quando aveva raggiunto il luogo dove riposare, notò che al centro di quello spazio, a ballare come un pazzo scappato da un centro di igiene mentale, vi era un suo concasato, uno di quelli che ben conosceva, uno che era stato un pupazzo nelle mani di Blake, quando aveva deciso di sfidarla: Aidan Hargraves.
    Era da molto che non si vedevano e, soprattutto, ancora non sapeva se si fosse ripreso dalla situazione con Gyll McKenzy. Sembrava che quel ballare lo stesse facendo liberare da qualsiasi cosa avesse dentro, per questo Lilith non fece altro che appoggiarsi al muro, mettere le mani dietro le spalle - preoccupandosi di infilare l'indice tra le pagine del libro per portare il segno - e osservarlo sorridendo. Non voleva interromperlo.
    Lilith Clarke

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    La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati.
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    Sì, era decisamente pazzo. La musica lo portava fuori dalla realtà e, in alcuni casi come quel momento, fuori di testa. Talmente tanto da ballare in mezzo ad una terrazza. Che poi non era così un portento come ballerino eh? Stava solamente muovendosi come un qualunque tizio che si scatenava in discoteca dopo aver buttato giù 5 shottini. Solo che lui non era in discoteca e non aveva bevuto nemmeno un bicchiere di burrobirra. Era già ubriaco di suo senza aver preso nulla, quindi non ce n'era bisogno.
    E poi la musica lo teneva lontano dai pensieri. Una medicina migliore dell'alcool, secondo lui.
    Non c'era bisogno di nient'altro a dir la verità.
    Quindi continuò a ballare in mezzo alla terrazza, scatenandosi al ritmo di un pezzo di un DJ babbano di nazionalità francese che gli piaceva molto. Aveva tanti DJ nella sua playlist di musica Dance\house\e altro. Dagli americani agli italiani. Non disdegnava nessuno. E non disdegnava nemmeno i generi musicali, a parte il reggaeton, come diceva sempre.
    In quel momento aveva completamente la testa altrove e quindi, per ben due minuti non si era per niente accorto che qualcuno lo stava osservando. Aveva gli occhi chiusi e girava su se stesso, finché la musica non finì. Quindi si fermò, ritrovandosi con le spalle verso l'ingresso (e la persona che lo osservava), con gli auricolari ancora alle orecchie, chinò la testa e prese il cellulare. L'altro pezzo non partiva. “Eddai telefono del cazzo, perché non funzioni?!”.
    Smanettò col cellulare e infine riuscì a far partire il pezzo. “Yo, listen up here's a story
    about a liittle guy
    that liives in a blue world
    and all day and all night
    and everything he sees is just blue
    like him inside and outside!”
    si voltò, riposando il cellulare in tasca
    Blue his house
    With a blue little window
    And a blue corvette
    And everything is blue for him
    And himself and everybody around
    Cause he ain't got nobody to listen to
    quindi alzò lo sguardo
    “I'm blue dabedee dabedaa dabedee dabedaaaaAAAZZO! LILITH!” appena alzò lo sguardo, pronto a riprendere la sua danza rotante(?) saltò all'indietro, togliendosi gli auricolari. “Da quand'è che sei qui?” fece un respiro profondo, un po' preso dallo spavento. “Caspita...Scusa. Mi avrai preso per pazzo e forse lo sono veramente”.
    La sua prefetta era lì. L'ultima volta che aveva interagito con lei l'aveva baciata, sfidando Blake, e si era beccato un bel ceffone che ancora ricordava benissimo. Da quel momento in poi solamente qualche saluto e forse un paio di sorrisi. Poi non sapeva nemmeno com'era finita la storia tra lei e Blake e, sinceramente, non gli sembrava il caso cominciare quell'incontro con un 'ehy com'è finita tra te e Blake? State ancora insieme o vi siete lasciati definitivamente?'. Si sarebbe beccato un altro ceffone, in pratica.
    Quindi riposò gli auricolari, mise in pausa la musica e si avvicinò alla compagna, tenendo le mani in tasca, leggermente imbarazzato. “Beh...coome stai?”
    Aidan Hargraves

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    Forse visto dall'esterno poteva sembrare quasi una maniaca a restare lì ad osservare il concasato mentre se la godeva al meglio, con quel sorriso pacato sul volto e attenta ad ogni suo movimento.
    Chissà quando se ne sarebbe accorto della sua presenza, chissà quando avrebbe preso un novanta a vederla lì. Magari le avrebbe anche lanciato qualcosa contro non riconoscendola, ma a lei divertiva davvero vedere Aidan in quella situazione fuori dall'ordinario e, soprattutto, vederlo scaricare qualsiasi cosa stesse scaricando, ballando e cantanto, certo di non essere nè visto, nè sentito da nessuno.
    La terrazza era un po' la discarica emotiva di ogni studente, era risaputo in tutta Hidenstone e lei era divertita dall'idea di poter godersi quel piccolo spettacolino sconclusionato di Hardgraves.
    Lei era arrivata lì più o meno con la stessa intenzione di Aidan: un po' di pace, lontano dalle intemperie della scuola e della sua vita, non per sentire la musica certamente, ma per leggere un po'.
    Ognuno aveva i suoi modi per cercare conforto, alla fin dei conti.
    Quando Aidan iniziò a sbraitare contro il suo cellulare, Lilith fece fatica a non scoppiare a ridere, ma non voleva ancora disturbare il ragazzino da quella che era la rappresentazione teatrale migliore che avesse visto finora.
    Lo vide di nuovo prendere il via, con un pezzo nuovo di cui lei sentiva solo le parti cantate dal moretto, fino a quando quest'ultimo non le urlò contro per lo spavento.
    C'era da aspettarselo, tanto che non si scompose, la riccia, vedendolo sobbalzare alla sua presenza, ma rise divertita e scosse la testa.
    «Salve anche a te, Aidan.» - commentò con un tono di voce caldo e basso, scrollando appena le spalle, prima di rispondere alla sua domanda «Abbastanza da potermi godere il tuo favoloso ballo.» - lo canzonò appena, ridacchiando poi e facendogli un occhiolino «Non preoccuparti, non dirò a nessuno della tua passione per il ballo. Comunque ho delle conoscenze alla Scala di Milano, ci sono andata per qualche mia esibizione, magari posso vedere se cercano un primo ballerino.» - sì, era in vena di prese in giro, ma alla fin dei conti non c'era niente di male.
    Scosse il capo «Nah... tutti lo siamo, non sei l'unico.» - lo rassicurò, vedendolo poi avvicinarsi a lei con le mani in tasca. Lo sguardo celeste di lei scivolò verso il basso, per poi risalire e incastrarsi nello sguardo del ragazzino.
    Quella domanda appena posta aveva mille sfumature: come stava? Stressata? Triste? Malinconica? Un mix di tutto questo, nonchè stanca di dover lottare sempre per tutto.
    «Tutto bene, e tu, invece? Ti sei ripreso?» - la risposta che diede non lasciò trasparire quello che realmente Lilith sentiva, era tornata quella maschera di perfezione dietro cui moriva, ma non importava, aveva solo da concentrarsi sullo studio, era il suo unico dovere.
    Lilith Clarke

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    AIDAN HARGRAVES
    Beh, da una prima stima mio caro ragazzo
    Dovresti convenire che Tu sei pazzo, mica Van Gogh!
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    Come fa, una ragazza a provare tutte quelle emozioni in una sola volta? Se Aidan avesse saputo come stava realmente Lilith in quel momento, questa sarebbe stata la sua domanda. Non sapremo mai se l'avrebbe detta ad alta voce o no. Ma in ogni caso si sarebbe sentito perfettamente come Ron Weasley (compresa Hermione che gli diceva di avere la sfera emotiva di un bradipo o di un cucchiaino, in base alla citazione che più si preferisce).
    Ma dato che Aidan non è un legilimens non potrà mai sapere che turbinio di emozioni prova Lilith in quel periodo.
    Torniamo alla scena. Aidan era di fronte a Lilith, col cuore a mille per lo spavento che le aveva fatto prendere (E anche perché, nonostante ci avesse già parlato, era comunque agitato come una ragazzina di fronte a Justin Bieber. L'unica differenza era che lei era una ragazza ed era una figa spaziale.) e oltretutto era anche imbarazzato a morte per il fatto che lei lo aveva visto ballare!
    “Oh sì...ciao anche a te Lilith...”
    disse scompigliandosi i capelli con una mano e maledicendosi per il fatto di star arrossendo come un idiota, dopo aver sentito ciò che disse dopo.
    Però sorrise divertito quando fece la battutina sulla Scala di Milano. “Mi sento tanto Billy Elliot, così! Con la differenza che io non so ballare. E non ho un padre stronzo, per fortuna”.
    Fece un altro sorriso e successivamente ascoltò le ultime parole che disse la prefetta del suo cuore.
    Adesso che ci pensava, anche lui non era così felice ultimamente. Insomma, anche lui aveva avuto 'piccoli problemi di cuore' in quel periodo. Però lui aveva solo un sentimento: Incazzato. Ma quel giorno era lì proprio per togliersi dalla mente quel pensiero e pareva che ci stava riuscendo.
    “Beh...sì, sto cercando di non pensarci” disse, in modo sincero, rivolgendole un sorriso. “La musica mi fa bene. È un ottimo modo per allontanare via i pensieri. Si è notato, vero?” disse ridacchiando. Poi abbassò lo sguardo sul libro che la compagna teneva in mano. “Ooh Baudelaire! Ti dedichi ai poeti maledetti, vedo!” disse indicandolo con un gesto del capo.
    “Maaa...perché non ti metti a ballare pure tu? O forse è meglio usare 'girare come una trottola'. A meno che tu non voglia farmi abbassare l'autostima peggio di com'è adesso!” ridacchiò nuovamente e si allontanò da lei, tornando al centro della terrazza. Tolse gli auricolari dal cellulare e fece ripartire la musica e fece segno alla compagna di avvicinarsi e mettersi a ballare assieme a lui. “Su su, signorina Clarke. Lascia perdere I fiori del male. E dedicati a qualcosa di più divertente!”[/color].

     
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    Era strano dopo tutti i loro trascorsi, che riuscissero a ritrovarsi entrambi nell'unico posto che avrebbe fatto da cuscinetto a tutte le emozioni di chiunque sarebbe salito fin lì.
    Aidan e Lilith non avevano avuto un periodo favoloso, entrambi, ma sembrava che ognuno stesse cercando di superarlo a modo proprio; lei nascondendo il tutto sotto una maschera di perfezione, come se fosse l'unica cosa che sapesse fare.
    E funzionava con tutti, non solo con Aidan che la conosceva appena, ma anche con tutti gli altri che passavano giorni su giorni con lei, spesso anche con i suoi stessi fratelli era stato così facile nascondere le proprie emozioni e i propri dubbi che quasi era diventata abitudine.
    Aveva nascosto loro anche la rottura con Blake, ci era riuscita e nessuno di loro due aveva avuto la capacità di accorgersene.
    Ma tornando a noi, invece, ora gli attori su quella scena erano Aidan e Lilith, ed entrambi avevano qualcosa da dire o fare, tanto che Aidan sembrava quasi imbarazzato dalla presenza della Prefetta.
    Notò il rossore sulle guance del dioptase, ma non disse nulla a riguardo, lasciando che il ragazzo prendesse un po' più il controllo di se stesso e spiegasse cose che a Lilith non era nemmeno tenuto a spiegare «Sicuramente un futuro più roseo di Billie Elliot, non c'è che dire.» - commentò con un sorriso, portando dietro la schiena le mani, per poggiarsi al muro alle sue spalle.
    «Diciamo che avevo quasi presupposto che fosse un ottimo paliativo...» - lo prese appena appena in giro, mentre poi l'attenzione veniva portata sul suo hobby, Baudelaire.
    Scrollò le spalle, sorridendo appena e mettendo di nuovo via il libro «E' un'interessante lettura per allontanare via i pensieri...» - riprese le sue stesse parole, per poi sgranare gli occhi alla sua proposta.
    Questa volta ad arrossire fu Lilith, ma a differenza di Aidan, lei non arrossì solo sulle guance. I suoi ricci persero il colore naturale e divennero rossi così come le sue gote, quindi la testa prese a muoversi «Io non--- non so ballare Aidan... davvero...» - mentì, ma questo lo sapeva solo lei e forse Blake, che era consapevole della sua carriera da ballerina; era a disagio, nonostante la musica fosse piacevole, ma mettersi a ballare ora sarebbe stato come perdere tutte le maschere e.. provò a fare un passo indietro ma trovò il muro.
    Lilith Clarke

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    Ormai Lilith l'aveva visto 'ballare' a ritmo di musica Dance, lo aveva visto incazzato, si era pure beccato un ceffone da parte sua (giustamente, oserei dire). Quindi poteva dire che lei lo conosceva abbastanza a differenza di lui che ancora non era riuscito a capire com'era realmente la prefetta. C'era anche da dire che per Aidan le ragazze erano più difficili di un problema di matematica (un po' come per lo scrittore che muove il dioptase...ma questo è un altro discorso).
    In ogni caso aveva sempre trovato Lilith una ragazza simpatica e intelligente, oltre che tremendamente bella. (in pratica se la giocava con Regina, per bellezza e intelligenza. E non perché sono entrambi i sogni erotici di Aidan e del suo creatore(?). Ma anche questo è un altro discorso).
    Comunque. Lasciando da parte queste introduzioni che fanno solo allungare il brodo, Aidan Ridacchiò alla risposta su Billie Elliot. “Devo ammettere che non ricordo il finale del film. Sono più un tipo da film di supereroi, azione e horror. Mi pare che lo vidi assieme a mia sorella. È fissata con la danza, anche se non ha mai frequentato una scuola. Preferisce guardare, mi sa.”
    Aidan guardò la compagna scuotendo la testa col sorriso sulle labbra “Sai, molte persone, quando sono tristi, ascoltano musica triste. Perché sono così masochiste?! Io, se sono triste preferisco ascoltare musica che mi dia la carica tipo quella che stavo ascoltando! Oppure metto tutta la discografia dei tenacious D che fa spiaccicare dal ridere. Preferisco ridere a crepapelle, invece di svuotare le mie ghiandole lacrimali allagando tutto il pavimento!”
    Non aveva la più pallida idea se lei sapesse chi fossero i tenacious D, il concetto era che cercava musica che lo aiutavano a distrarsi dai pensieri e da tutto il resto.
    Poi scosse la testa quando lei definì il libro di Baudelaire come 'un'interessante lettura per allontanare via i pensieri'. “Lilith...per quanto quel libro sia davvero bello, e non lo metto in dubbio perché anche io l'ho letto, non fa affatto bene ad allontanare i pensieri. È un po' come la musica...più leggi poesie tristi più continui ad essere triste. È un piccolo consiglio che questo idiota di Aidan vuole dare alla sua prefetta del cuore.” fece un sorriso divertito, facendole un'occhiolino.
    Ed infine il Dioptase la invitò a ballare assieme a lui. Lei rifiutò, dicendo di non saper ballare. Ma Aidan non si arrese. “Ma vuoi dirmi che io sappia ballare? Suvvia, definire 'ballare' uno che gira come una trottola è un'offesa alle prime ballerine dei teatri dell'opera di tutto il mondo!” Si avvicinò a lei e tese la mano verso di lei. Intanto partì proprio una delle canzoni dei tenacious D. “Beh ecco... non penso sia una canzone adatta ad una coreografia, ma basta che ci sia musica e che ci muoviamo! Su su! Vieni con me al centro della terrazza!” Ed a quel punto Aidan prese la mano della ragazza e la tirò con se...a meno che lei non voglia proprio schiodarsi da dove stava. Avrebbe insistito, Aidan. Ma non così tanto! “Oppure scegli tu la musica! So che le mie non piacciono a tutti”. Intanto il Dioptase cominciò a fare Headbanging in mezzo al piazzale, come un qualsiasi metallaro ad un concerto degli Slipknot.

     
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    Continuava a sorridere a quel ragazzino con cui c'era stato un episodio piuttosto particolare l'anno prima. Era strano come - davanti a lei - avesse la stessa persona che poco tempo prima si era fatta usare da Blake solo per una sfida. Ancora non capiva perchè Aidan l'avesse fatto e se quel bacio (e quello schiaffo, ma dettagli!) fosse stato il tasto che aveva premuto per rovinare la sua relazione con Gyll o se la ragazzina aveva già fatto l'opera sua.
    Non credeva all'idea che Blake aveva usato per giustificare il gesto del concasato, ossia quella di avere l'unica opportunità per baciarla. Lilith aveva un'autostima molto alta, ma se Aidan le avesse chiesto quel bacio, lei gli avrebbe dato almeno due motivazioni per non farlo ed evitare che tutto si complicasse.
    Ora, invece, che lei era single e la sua situazione emotiva era veramente poco stabile, si chiedeva se forse avrebbe potuto dargli un'altra possibilità e magari, questa volta, permettergli di gustarsi un po' di più un suo bacio. Lì, lontano da tutti e da tutte, distanti dagli occhi indiscreti di chiunque, sarebbe stato solo il loro piccolo segreto.
    Lilith scosse il capo, cercando di mandare via quel pensiero disastroso più per lui, che per lei, quindi sorrise alle frasi sulla sorella.

    «Se dovesse ripensarci, mi propongo come sua insegnante.»

    Gli aveva in parte rivelato che sapesse ballare, ma non quanto. Soprattutto visto quello che da lì a breve avrebbe detto, negando la sua capacità di farlo.
    Non aveva ballato davanti a nessuno in tutti questi anni, se non davanti a Blake, era come se tradisse quella sua scelta, se adesso avesse fatto il contrario.
    Annuì alla sua teoria, ma Lilith aveva una risposta anche a questo.

    «Ad alcune persone l'adrenalina scarica la tristezza, tu sei tra queste, a quanto pare. E fai benissimo! Altre scaricano tutto svuotando le sacche lacrimali.»

    Rise leggermente, non sapendo lei dove si fosse collocata, qualora ne fosse stato necessario, visto che riusciva a trovare giovamento da entrambi i metodi, in base a chi era l'oggetto della sua tristezza.
    Guardò il proprio libro e scosse la testa rassegnata.
    Aidan aveva deciso di non farla leggere e non sapeva se ringraziarlo o meno.
    Guardò quella mano e l'afferrò.

    «Solo un po', ok?!»

    Lo guardò quasi come se lo stesse sgridando, quindi rise quando lo vide muoversi a quella maniera, mentre si faceva tirare ancora un po' al centro della pista.
    I suoi capelli iniziarono a muoversi in maniera strana, Aidan che stava facendo?
    Lilith rise divertita, quindi allargò le braccia e iniziò a girare su se stessa, come se fosse realmente una trottola, ma utilizzando l'equilibrio classico delle ballerine.
    Chiuse gli occhi e rise, di gusto, mentre perdeva poi l'equilibrio finendo, si spera non a terra, addosso ad Aidan.
    Se lui fosse caduto o meno, lei gli sarebbe stata addosso, ridendo ancora divertita e leggera, in quel frangente, mentre stringeva le braccia attorno al suo collo quasi a voler ritrovare la stabilità.

    «Sei un pazzo, Hargraves!»

    Gli disse ridendo ancora, e tenendosi stretta con la paura di cadere, mentre la testa le girava un pochino, con il volto molto vicino al suo collo, ma inconsapevole di star respirando sulla sua pelle, tanto che le girava la testa e rideva.
    Lilith Clarke

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