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.SPOILER (clicca per visualizzare)Julian Miller.
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.Quei giorni stavano diventando una vera e propria tortura e l'idea di tornarsene a studiare in America si stava facendo sempre più concreta nella sua testa.
Dai, alla fin dei conti, lui odiava l'inghilterra, non c'era niente che gli piaceva di quel posto e il vero motivo per cui era lì, adesso non faceva altro che fottergli il cervello. Doveva svagare il cervello e mentre qualcuno era alle prese con osservare anche quante volte Blake Barnes aggiustava il suo ciuffo di merda, lui aveva deciso andare a correre.
Il lago era il posto che più preferiva, principalmente perchè non c'era quasi mai nessuno e poi perchè se avesse voluto si sarebbe potuto addirittura tuffare in acqua.
Erano due ore che correva, subito dopo pranzo aveva preso le sue cuffie e indossato i suoi pantaloncini ginnici e si era diretto verso il Lago di Vaan. Aveva appeso la sua t-shirt bianca ad uno dei rami dell'albero in riva e aveva iniziato a macinare i chilometri correndo in quello spazio naturale. Il tempo permetteva di essere a petto nudo e Julian non voleva sentirsi costretto in una maglietta che prima o poi si sarebbe bagnata di sudore.
Le cuffie riproducevano una musica che gli permetteva di mantenere un ritmo rapido del suo allenamento, ma anche di abbandonare la sua mente e lasciarla viaggiare con quel brutal dubstep che martellava i timpani.
Gli mancava andare nelle discoteche americane e lasciarsi andare a nottate di sesso e fiumi di alcol. In America era tutto più bello e lui era meno nervoso di quanto lo fosse da quando era arrivato lì.
Tornò all'albero, non badando al fatto che sul tronco a qualche metro più avanti ci fossero dei vestiti e una ragazza che lui ben conosceva. Riprese fiato, socchiudendo gli occhi e facendo un po' di stretching mentre i suoi ricci sudati si appicciavano un po' alla fronte. Lo stesso sudore, brillava sul fisico scolpito del ragazzo, il quale dopo aver tirato qualche muscolo, guardò il ramo sopra di sé. Era ben consapevole di quanto fosse resistente, lo aveva già usato.
Saltò e si aggrappò a quel braccio naturale, incrociò i piedi tra loro e «Uno. Due. Tre.» - prese a fare delle serie di addominali appeso al ramo sporgente «Quindici. Sedici. Diciasette.» - contava e respirava, era come se stesse riequilibrando la sua stessa mente.Julian Miller"Light my fire."Studente, I anno - Dioptase"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Aveva perso il conto degli addominali che stava facendo, avrebbe continuato fino a quando non sarebbero cedute le braccia, indurendo l'addome mentre tirava su le gambe e continuando a puntare il cielo davanti a sé. La musica lo aveva completamente annullato, sentiva solo quella con il battito accelerato del suo stesso cuore.
Era liberatorio allenarsi, pensava alla sua palestra personale nella sua villa a New York, voleva tornare lì, voleva riprendersi i suoi spazi, i suoi momenti.
E l'unica soluzione per farlo era proprio andarsene da Hidenstone, era una decisione difficile e doveva ponderarla al meglio, ma era ad un passo breve per fare le valige e andare a studiare a casa sua.
Non avrebbe mai pensato, nella sua vita, di dover prendere una decisione del genere per il solo fatto di allontanarsi dalla Beauvais, ma era arrivato ad un punto di non ritorno ed erano giorni che stava impazzendo per colpa sua.
Il problema di tutto quel pensare era che Julian non si era accorto minimamente di avere qualcuno a guardarlo, nonostante fosse davanti a lui. Guardava il cielo celeste, limpido quel pomeriggio, e continuava ad immaginare come sarebbe stata la sua vita se fosse rimasto in America, invece di avere la brillante idea di andarsene dietro Regina, per paura di lasciarla da sola.
Quando la mano di Giada arrivò alla sua gamba destra, Julian venne scosso da quel momento riflessivo (?) e guardò verso il basso, giusto in tempo per ricevere quella pacca sul sedere. Si piazzò in volto un sorriso strafottente, celando tutti i pensieri che aveva finora sciorinato, quindi si dondolò appena e lasciò la presa dal ramo, saltando giù perfettamente. Si allungò a prendere la sua maglietta, mettendola attorno alle spalle, a mo di asciugamano, con la quale si asciugò anche il sudore sulla fronte, ma non quello sul petto, quindi tolse una cuffietta ascoltando le parole della concasata.
Porse la guancia alla ragazza, per prendersi quel bacio «E così ti sei goduta gratuitamente uno spettacolo magnifico, principessa?» - la punzecchiò appena, mentre portava indietro i suoi ricci bagnati, sollevò un sopracciglio, guardandola da capo a piedi e mordendosi appena il labbro inferiore «E il tuo ragazzino cosa ne pensa del fatto che mi spii mentre mi alleno mezzo nudo?» - si, aveva sentito la loro prova pratica a Pozioni, essendo esattamente davanti alla McCarthy, quindi aveva del materiale per poterla stuzzicare come meglio voleva.Julian Miller"Light my fire."Studente, I anno - Dioptase"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Amava essere ammirato per quello che era, non poteva negarlo. Era un fottuto narcisista egocentrico e questo lo sapeva perfettamente. Avere gli occhi di Giada addosso non faceva che colmare quel nervoso che aveva provato fino a quel momento, quei pensieri vennero annullati per qualche istante, per evitare che potessero fare capolinea e rovinare la sua maschera di strafottenza e sicurezza. La guardò da capo a piedi un paio di volte, quindi ghignò alla sua conferma di quanto lo spettacolo fosse stato di suo gradimento.
«Ah che principessa monella...» - commentò, toccandole la punta del naso con l'indice, quando lei mise su una scusa piuttosto semplice per giustificare quel fortuito incontro «Quindi ormai sei a quella fase del guardare e non toccare, giusto?» - la stuzzicò per vedere quanto fosse possibile spingersi ancora con lei. Non voleva tentarla nel fare cose che non voleva, ma trovava divertente vedere quanto fosse soggetta al suo fascino.
Con un lembo della maglia, attorno al collo, si asciugò il sudore sulla fronte, mentre continuava a tener fisso il suo sguardo scuro su di lei. Il testosterone era decisamente alto, come sempre, in Julian e la sua capacità di attirare gli sguardi su di sé era una maestria che aveva perfezionato con il tempo. «Una pausa direi che me la merito, non credi?» - disse stiracchiandosi un braccio. Sentiva gli occhi di Giada addosso e la cosa non gli dispiaceva, almeno lei lo guardava con gli occhi di chi davvero lo desiderava.
Sollevò un sopracciglio, quindi allungò una mano ad afferrare quella di Giada «Su, fa un giro, fammelo vedere bene...» - mormorò strafottente, mentre la fece girare su se stessa e ne studiò ogni forma «Un gran bel costume, non c'è che dire...» - e lo sguardo cadde sui seni di lei, per qualche attimo di troppo, prima di finire sul suo viso.
«Ma dimmi, ho interrotto qualcosa? Stavi forse aspettando il tuo cavaliere?» - nuovamente tornò su quel tasto, come a voler punzecchiare quella corda.Julian Miller"Light my fire."Studente, I anno - Dioptase"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Julian ormai lo aveva capito l'effetto che faceva a Giada e soprattutto in quel momento aveva bisogno di sentirsi desiderato così come faceva quella ragazzina. Era qualcosa che gli mancava, ma non perchè non lo facesse nessuno, ma semplicemente perchè si era nuovamente messo in discussione. Giada sembrava desiderarlo ogni volta che poggiava gli occhi su di lui e questo lo riempiva di soddisfazione, pensava di meritarsi un po' di sano narcisismo, con quegli occhi che sembravano non essere che per lui.
Si morse il labbro, alla sua risposta, prima di sollevare un sopracciglio paventando una nuova aria di sfida «mmm... non saprei, non sono ancora molto convinto di quanto tu possa esserlo...» - glielo sussurrò avvicinandosi appena al suo orecchio e sfiorandole il mento con l'indice, se glielo avesse concesso.
Rise quando ammise di poter cadere nella tentazione di toccare quel che stava guardando, quindi scosse il capo «Effettivamente ti capirei se avessi accanto una persona che non sono io.» - eccolo lì, egogentrico e narcisista come sempre, si stava vantando pensando di essere meglio di chiunque altro ragazzo sulla faccia della terra. Era nel suo carattere pensarlo e la sua autostima era piuttosto alta da mostrarla anche agli altri.
Alla fine non stava offendendo nessuno, stava semplicemente ammettendo di essere migliore di chiunque altro in quella scuola, chiunque.
Non aveva la minima intenzione di ricoprirsi, soprattutto perchè non voleva ledere alla gioia di Giada, chi era lui per privarla di tanta meraviglia? Le si avvicinò appena, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Non c'è pausa migliore di questa...» - il suo sorriso strafottente non si spense, mentre si allontanava appena per giocare con un toccare e non toccare per vedere le reazioni della ragazzina.
«Diciamo che prediligo quando non c'è tessuto attorno ad un corpo, ma mi accontento anche di questo costume.» - sbuffò in una risata maliziosa, mentre accoglieva il suo invito a sdraiarsi vicino al tronco. Si sedette sul manto, quindi scivolò appena con la schiena a poggiarsi verso il legno alle sue spalle «Oh, principessa. Lo sai che queste domande non si fanno ad uno come me?» - le disse mentre le faceva segno di avvicinarsi «E tu hai voglia... di sederti qui?» - gli fece cenno col capo nello spazio accanto a lui, lasciando a lei intendere dove sedersi o meno, lui non avrebbe mosso un muscolo per evitare alcun contatto «Effettivamente è un ottimo posto, questo. E' piuttosto tranquillo, soprattutto in queste ore del pomeriggio.» - la mano di lui scivolò sul proprio costume, aggiustando appena le parti intime, mentre guardava la concasata con l'angolo sinistro delle labbra appena appena sollevato.Julian Miller"Light my fire."Studente, I anno - Dioptase"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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