Lake, sun and wind

Giada & Julian

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    [Sabato pomeriggio ore 16.00 Sponde del Lago Vaan]



    Il sabato era uno dei giorni che preferiva di tutta la settimana, niente lezioni, niente impegni che potevano riempire la giornata, voleva quella giornata per se e una delle sue passioni, stare a nuotare nel lago. Si era organizzata per la cosa, e non voleva finire come spesso finiva solo in intimo, ma si era messa un vero costume da bagno al posto della sua biancheria intima.



    Era un costume di colore nero che le piaceva moltissimo, era forse la prima volta che lo indossava. Quindi si vestì con la classica gonna della divisa accademica e un maglietta a mezze maniche con un paio di colori fantasia al suo centro. Quindi uscì dal suo dormitorio e si diresse verso il piano terra dell'accademia. Un viaggio che durò qualche minuto, poi andò direttamente verso l'esterno del castello e da lì verso le sponde del Lago Vaan, amava quel luogo con tutta se stessa. Arrivò al tronco che era diventato il luogo dove appoggiava tutto quello che non era necessario per prendere qualche raggio di sole sulla sua pelle. Si tolse prima le scarpe, poi la maglietta a maniche corte e infine la gonna, restò in costume e si mise a sedere per un attimo sul tronco davanti al lago per guardare quella vista, controllò che gli abiti fossero messi bene, non voleva sporcare quelle cose. Quindi si alzò in piedi e si mise a sedere solo un paio di passi avanti in una zona dove arrivava con i piedi a toccare le piccole onde del lago e soprattutto arrivava anche un bel venticello che apprezzava parecchio. Si sdraiò quindi a terra in quella posizione per il momento.

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    Julian Miller
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Quei giorni stavano diventando una vera e propria tortura e l'idea di tornarsene a studiare in America si stava facendo sempre più concreta nella sua testa.
    Dai, alla fin dei conti, lui odiava l'inghilterra, non c'era niente che gli piaceva di quel posto e il vero motivo per cui era lì, adesso non faceva altro che fottergli il cervello. Doveva svagare il cervello e mentre qualcuno era alle prese con osservare anche quante volte Blake Barnes aggiustava il suo ciuffo di merda, lui aveva deciso andare a correre.
    Il lago era il posto che più preferiva, principalmente perchè non c'era quasi mai nessuno e poi perchè se avesse voluto si sarebbe potuto addirittura tuffare in acqua.
    Erano due ore che correva, subito dopo pranzo aveva preso le sue cuffie e indossato i suoi pantaloncini ginnici e si era diretto verso il Lago di Vaan. Aveva appeso la sua t-shirt bianca ad uno dei rami dell'albero in riva e aveva iniziato a macinare i chilometri correndo in quello spazio naturale. Il tempo permetteva di essere a petto nudo e Julian non voleva sentirsi costretto in una maglietta che prima o poi si sarebbe bagnata di sudore.
    Le cuffie riproducevano una musica che gli permetteva di mantenere un ritmo rapido del suo allenamento, ma anche di abbandonare la sua mente e lasciarla viaggiare con quel brutal dubstep che martellava i timpani.
    Gli mancava andare nelle discoteche americane e lasciarsi andare a nottate di sesso e fiumi di alcol. In America era tutto più bello e lui era meno nervoso di quanto lo fosse da quando era arrivato lì.
    Tornò all'albero, non badando al fatto che sul tronco a qualche metro più avanti ci fossero dei vestiti e una ragazza che lui ben conosceva. Riprese fiato, socchiudendo gli occhi e facendo un po' di stretching mentre i suoi ricci sudati si appicciavano un po' alla fronte. Lo stesso sudore, brillava sul fisico scolpito del ragazzo, il quale dopo aver tirato qualche muscolo, guardò il ramo sopra di sé. Era ben consapevole di quanto fosse resistente, lo aveva già usato.
    Saltò e si aggrappò a quel braccio naturale, incrociò i piedi tra loro e «Uno. Due. Tre.» - prese a fare delle serie di addominali appeso al ramo sporgente «Quindici. Sedici. Diciasette.» - contava e respirava, era come se stesse riequilibrando la sua stessa mente.
    Julian Miller

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    Quella pace del momento era una cosa veramente piacevole, era sola con se stessa, il lago, le onde che si infrangevano ai suoi piedi e il vento che le accarezzava la sua bella chioma di capelli che tanto adorava, era sempre una ragazza che adorava la compagnia ma ogni tanto avere del tempo per se stessa non le dispiaceva assolutamente, era poco ma sicuro. Quando quella pace temporanea venne interrotta da una voce, riconobbe quasi immediatamente la medesima, poteva essere anche una fantasia della sua mente quindi volle controllare per sicurezza, alzò gli occhi girandosi con la pancia che toccava terra e il sedere rivolto verso i raggi di sole, vide Julian in una tenuta che le piaceva moltissimo, solo una specie di costume e il torso totalmente nudo.

    Così è bellissimo. Potrebbe essere la mia vista preferita.

    Le sembrava strano che non si fosse accorto di lei, ma guardando meglio notò anche le cuffie agli orecchi, sarebbe stata ore a guardarlo mentre si allenava. Voleva fare un entrata a effetto per farsi notare, quindi pensò a qualcosa ma quel luogo non permetteva molto in merito e non poteva nemmeno fare allenamento come lui dato che avrebbe fatto al massimo un paio di flessioni inverse con quel ramo dell'albero, era poco ma sicuro per lei, era si allenata ma non a quel punto, l'essere definiti era decisamente una cosa da ragazzi e non da ragazze dal suo personale punto di vista. Si alzò da terra quindi per andare a toccarlo prima nella gamba destra poi dargli una piccola pacca verso il sedere, per farsi notare da lui.

    Julian....Che bello trovarti qui.

    Fece una piccola pausa.

    Un principe in perfetta forma fisica sei. Stai benissimo così.

    Gli fece un occhiolino rimanendo con un bel sorriso sul volto. Se fosse sceso a terra gli avrebbe dato un bacio per salutarlo al meglio.

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    Aveva perso il conto degli addominali che stava facendo, avrebbe continuato fino a quando non sarebbero cedute le braccia, indurendo l'addome mentre tirava su le gambe e continuando a puntare il cielo davanti a sé. La musica lo aveva completamente annullato, sentiva solo quella con il battito accelerato del suo stesso cuore.
    Era liberatorio allenarsi, pensava alla sua palestra personale nella sua villa a New York, voleva tornare lì, voleva riprendersi i suoi spazi, i suoi momenti.
    E l'unica soluzione per farlo era proprio andarsene da Hidenstone, era una decisione difficile e doveva ponderarla al meglio, ma era ad un passo breve per fare le valige e andare a studiare a casa sua.
    Non avrebbe mai pensato, nella sua vita, di dover prendere una decisione del genere per il solo fatto di allontanarsi dalla Beauvais, ma era arrivato ad un punto di non ritorno ed erano giorni che stava impazzendo per colpa sua.
    Il problema di tutto quel pensare era che Julian non si era accorto minimamente di avere qualcuno a guardarlo, nonostante fosse davanti a lui. Guardava il cielo celeste, limpido quel pomeriggio, e continuava ad immaginare come sarebbe stata la sua vita se fosse rimasto in America, invece di avere la brillante idea di andarsene dietro Regina, per paura di lasciarla da sola.
    Quando la mano di Giada arrivò alla sua gamba destra, Julian venne scosso da quel momento riflessivo (?) e guardò verso il basso, giusto in tempo per ricevere quella pacca sul sedere. Si piazzò in volto un sorriso strafottente, celando tutti i pensieri che aveva finora sciorinato, quindi si dondolò appena e lasciò la presa dal ramo, saltando giù perfettamente. Si allungò a prendere la sua maglietta, mettendola attorno alle spalle, a mo di asciugamano, con la quale si asciugò anche il sudore sulla fronte, ma non quello sul petto, quindi tolse una cuffietta ascoltando le parole della concasata.
    Porse la guancia alla ragazza, per prendersi quel bacio «E così ti sei goduta gratuitamente uno spettacolo magnifico, principessa?» - la punzecchiò appena, mentre portava indietro i suoi ricci bagnati, sollevò un sopracciglio, guardandola da capo a piedi e mordendosi appena il labbro inferiore «E il tuo ragazzino cosa ne pensa del fatto che mi spii mentre mi alleno mezzo nudo?» - si, aveva sentito la loro prova pratica a Pozioni, essendo esattamente davanti alla McCarthy, quindi aveva del materiale per poterla stuzzicare come meglio voleva.
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    Lo vide scendere a terra in una posa fiera e importante, così come Julian l'aveva ormai abituata nel suo modo di fare e di essere, quello che gli piaceva di lui. Aveva una sicurezza che non era facile trovare in tutti i ragazzi, anzi era decisamente rara. Le piacque il bacio sulla guancia ricambiato. Era decisamente un bell'inizio per quel pomeriggio al lago. Quelle parole erano la pura verità di quello che era appena accaduto davanti ai suoi occhi.

    Già, direi proprio uno spettacolo magnifico.

    Fece una piccola risata.

    Sei in mezzo alla natura, te ti allenavi, io ero qui a rilassarmi in costume, quindi direi che è stato un grande e piacevole caso incontrarci. Non era uno spiare era un bel vedere e continua a essere un bel vedere se devo essere sincera. La vista vuole assolutamente la sua parte e non solo quella. Ecco cosa deve pensare.

    Rimase con il sorriso sul volto. Sapeva che le voci sulle storie amorose e le nuove coppie nel castello giravano come se non ci fosse stato un domani, quello era innegabile, poi tra ragazzi le storie erano rapidi e indolore anche se spesso potevano essere anche importanti. Fece una piccola pausa.

    Allora, hai finito per oggi il tuo allenamento o ti ho interrotto nel bel mezzo? In questo caso mi spiacerebbe.

    Guardò il ragazzo. Julian aveva qualcosa che l'attirava sempre, era come una macchina da sesso che sapeva sempre dove colpire e sapeva amare nel suo modo. A quel punto volle mettere in luce quel costume che indossava.

    Ma non mi dici niente di questo costume? Che te ne pare? E' uno dei miei preferiti. Pensa che lo avevo con me in valigia anche quando ci siamo incontrati questa estate.

    Lasciò la parola al ragazzo.

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    Amava essere ammirato per quello che era, non poteva negarlo. Era un fottuto narcisista egocentrico e questo lo sapeva perfettamente. Avere gli occhi di Giada addosso non faceva che colmare quel nervoso che aveva provato fino a quel momento, quei pensieri vennero annullati per qualche istante, per evitare che potessero fare capolinea e rovinare la sua maschera di strafottenza e sicurezza. La guardò da capo a piedi un paio di volte, quindi ghignò alla sua conferma di quanto lo spettacolo fosse stato di suo gradimento.
    «Ah che principessa monella...» - commentò, toccandole la punta del naso con l'indice, quando lei mise su una scusa piuttosto semplice per giustificare quel fortuito incontro «Quindi ormai sei a quella fase del guardare e non toccare, giusto?» - la stuzzicò per vedere quanto fosse possibile spingersi ancora con lei. Non voleva tentarla nel fare cose che non voleva, ma trovava divertente vedere quanto fosse soggetta al suo fascino.
    Con un lembo della maglia, attorno al collo, si asciugò il sudore sulla fronte, mentre continuava a tener fisso il suo sguardo scuro su di lei. Il testosterone era decisamente alto, come sempre, in Julian e la sua capacità di attirare gli sguardi su di sé era una maestria che aveva perfezionato con il tempo. «Una pausa direi che me la merito, non credi?» - disse stiracchiandosi un braccio. Sentiva gli occhi di Giada addosso e la cosa non gli dispiaceva, almeno lei lo guardava con gli occhi di chi davvero lo desiderava.
    Sollevò un sopracciglio, quindi allungò una mano ad afferrare quella di Giada «Su, fa un giro, fammelo vedere bene...» - mormorò strafottente, mentre la fece girare su se stessa e ne studiò ogni forma «Un gran bel costume, non c'è che dire...» - e lo sguardo cadde sui seni di lei, per qualche attimo di troppo, prima di finire sul suo viso.
    «Ma dimmi, ho interrotto qualcosa? Stavi forse aspettando il tuo cavaliere?» - nuovamente tornò su quel tasto, come a voler punzecchiare quella corda.
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    Fece una piccola risata a quella frase. Doveva sapere ormai cosa era in grado di fare, il sesso con lui era stato di grande livello e non si era fermata mai di fronte a nulla, amava scoprire cose nuove e provare soprattutto novità anche in un atto sessuale, il suo carattere e la voglia di scoprire era quella. Una continua voglia di scoperta.

    Lo sai che posso essere molto monella.

    Gli fece un occhiolino a Julian mentre le veniva toccato il naso.

    Sai bene che non mi riuscirebbe mai fermarmi alla fase del guardare e non toccare, certe cose non si possono fermare. Non farebbe parte di me solo guardare.

    Guardò il ragazzo e i muscoli che aveva davanti a se lo stesso. I suoi addominali le piacevano tantissimo e averlo di fronte solo in costume era una vista che le piaceva come se fosse la prima volta.

    Giusto, te la meriti assolutamente una pausa, poi direi che sei già perfetto anche così.

    Fece un bel sorriso e lasciò fare al ragazzo un giro completo del costume e chiaramente del suo fisico.

    Mi fa piacere che ti piaccia, devo dire che è uno dei miei preferiti.

    Ascoltò le parole di Julian poi gli rispose.

    No, non hai interrotto nulla, ero qui a cercare un po' di pace e un po' di sole stando a contatto con la natura. Forse non te lo avevo mai detto, ma il Lago è uno dei luoghi che preferisco di tutto il castello. Oggi non era in programma incontrarlo, almeno qui al Lago.

    Si fermò un attimo poi riprese.

    Che ne dici se ci sdraiamo lì vicino al tronco? Hai voglia?

    Fare una domanda del genere a Julian sapeva che era un'arma a doppio taglio, ma era un'arma che era nelle sue corde.

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    Julian ormai lo aveva capito l'effetto che faceva a Giada e soprattutto in quel momento aveva bisogno di sentirsi desiderato così come faceva quella ragazzina. Era qualcosa che gli mancava, ma non perchè non lo facesse nessuno, ma semplicemente perchè si era nuovamente messo in discussione. Giada sembrava desiderarlo ogni volta che poggiava gli occhi su di lui e questo lo riempiva di soddisfazione, pensava di meritarsi un po' di sano narcisismo, con quegli occhi che sembravano non essere che per lui.
    Si morse il labbro, alla sua risposta, prima di sollevare un sopracciglio paventando una nuova aria di sfida «mmm... non saprei, non sono ancora molto convinto di quanto tu possa esserlo...» - glielo sussurrò avvicinandosi appena al suo orecchio e sfiorandole il mento con l'indice, se glielo avesse concesso.
    Rise quando ammise di poter cadere nella tentazione di toccare quel che stava guardando, quindi scosse il capo «Effettivamente ti capirei se avessi accanto una persona che non sono io.» - eccolo lì, egogentrico e narcisista come sempre, si stava vantando pensando di essere meglio di chiunque altro ragazzo sulla faccia della terra. Era nel suo carattere pensarlo e la sua autostima era piuttosto alta da mostrarla anche agli altri.
    Alla fine non stava offendendo nessuno, stava semplicemente ammettendo di essere migliore di chiunque altro in quella scuola, chiunque.
    Non aveva la minima intenzione di ricoprirsi, soprattutto perchè non voleva ledere alla gioia di Giada, chi era lui per privarla di tanta meraviglia? Le si avvicinò appena, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Non c'è pausa migliore di questa...» - il suo sorriso strafottente non si spense, mentre si allontanava appena per giocare con un toccare e non toccare per vedere le reazioni della ragazzina.
    «Diciamo che prediligo quando non c'è tessuto attorno ad un corpo, ma mi accontento anche di questo costume.» - sbuffò in una risata maliziosa, mentre accoglieva il suo invito a sdraiarsi vicino al tronco. Si sedette sul manto, quindi scivolò appena con la schiena a poggiarsi verso il legno alle sue spalle «Oh, principessa. Lo sai che queste domande non si fanno ad uno come me?» - le disse mentre le faceva segno di avvicinarsi «E tu hai voglia... di sederti qui?» - gli fece cenno col capo nello spazio accanto a lui, lasciando a lei intendere dove sedersi o meno, lui non avrebbe mosso un muscolo per evitare alcun contatto «Effettivamente è un ottimo posto, questo. E' piuttosto tranquillo, soprattutto in queste ore del pomeriggio.» - la mano di lui scivolò sul proprio costume, aggiustando appena le parti intime, mentre guardava la concasata con l'angolo sinistro delle labbra appena appena sollevato.
    Julian Miller

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    Era un guanto di sfida quello che Julian gli aveva detto al suo orecchio? Poteva esserlo, e la cosa le piaceva tutto sommato. Doveva dimostrare quanto poteva fare? Non aveva alcun problema a farlo. Amava le sfide e spingersi soprattutto un passo in avanti, lo sperimentare cose nuove era parte della sua vita. Quel pomeriggio sembrava essere pronta per lanciarsi in qualcosa forse di nuovo, di piacevole.

    Se vuoi scoprirlo e essere del tutto convinto basta chiedere.

    Fece un occhiolino al ragazzo. Si fece toccare il mento con il dito, un contatto che le provocava sempre del piacere. Quando si avvicinò nuovamente a lei per spostargli i capelli dietro l'orecchio gli fece un bel sorriso.

    Anche per me credo che non ci sia una pausa migliore di questa qui.

    Era pienamente d'accordo con quelle parole, era il suo pensiero sul momento in questione. Non poteva chiedere di meglio che essere al lago a rilassarsi con un costume addosso e Julian vicino a se.

    Lo sai che anche a me piace quando non ho nessun tessuto intorno al corpo. Mi sento decisamente a mio agio anche in quel modo.

    Fece un occhiolino decisamente malizioso al ragazzo.

    Ti seguo, non ti direi mai no. Ne ho assolutamente voglia.

    Si mise a sedere accanto a lui, alla sua destra.

    Sinceramente lo adoro, lo trovo un posto tanto bello quanto appartato. Poi hai le onde che ti arrivano ai piedi e se hai voglia puoi fare un bel bagno nel lago. La mattina forse c'è ancora meno gente.

    Con quelle parole le venne una bella idea per la testa.

    Ma se andassimo in acqua? La temperatura è perfetta per una bella nuotata nel lago. Che ne dici?

    Lasciò la scelta al ragazzo. Era pronta per fare un bel bagno in compagnia, sapeva che con Julian tutto era possibile, bastava un attimo per finire nella passione e nel sesso.

    RevelioGDR
     
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