E quindi tu conosci Barnes!?

Thomas&Lilith

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    Thomas Richenford ~ AurorPerchè era per l'ennesima volta al San Mungo? In realtà era andato a trovare un suo collega che aveva avuto un incidente con un cretino che aveva deciso di fare uno esperimento e vedere cosa sarebbe successo se ad un babbano gli si dava una bacchetta magica e gli si faceva fare a caso degli incantesimi: ovviamente si era fatto molto male, si era guadagnato una bella denuncia ed adesso era sotto processo. Il suo collega era rimasto ferito, aveva dovuto prendere comunque la bacchetta dal babbano e tutto il resto appresso. Thomas, essendo una persona sociale, aveva deciso di andarlo a trovare e chiedere un pò come stesse, e quando aveva intenzione di tornare a lavoro. Ovviamente, con quel faccino gli si poteva far fare qualsiasi tipo di lavoro sporco, perchè era sempre una persona molto giovane, alle prime armi e che aveva un sorriso da mozzare il fiato. Quando ebbe finito il suo triste incarino, uscì dalla stanza e quando vide una riccia ed il suo culetto sodo stare di fronte ad una stanza decise di fare una piccola deviazione. Sorrise e si mise affianco a lei, intenta a vedere chissà che cosa al telefono. Potrei giurare che sei ancora più bella quando sei concentrata a fare qualcosa! Si avvicinò al suo orecchio e glielo sussurrò. Si Thomas era un diavolo tentatore, non aveva idea che lei fosse comunque, in qualche modo strano, perverso e strampalato, impegnata con qualcuno e non sapeva neanche che fosse il fratello del fidanzato di sua sorella la persona in questione. Buffo come le persone riuscivano ad intrecciare le loro vite senza neanche pensarci veramente. Non si allontanò da lei, perchè mai avrebbe dovuto?Erano amici no? E poi Thomas amava veramente quelle situazioni perchè lui si divertiva in maniera assurda e comunque aveva notato che Lilith era una che sapeva stare al gioco e si divertiva ancora di più. Gli piaceva il suo carattere forte e gli piaceva anche tutto il resto a dire la verità. Si vedeva che ci sapeva fare e visto che aveva in corso la missione: togliti Emma dalla testa, era bene continuare per quella strada!


     
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    La narratrice sopra di noi si è chiesta perchè il suo Thomas fosse al San Mungo per l'ennesima volta, la narratrice di questa riccia capricciosa, invece, si chiede perchè la signorina fosse di nuovo al San Mungo e la risposta era qualcosa di molto semplice, per chi conosceva le sue abitudini, un po' meno lo era spiegare il perchè fosse proprio davanti la porta di un certo Dottor Aaron Barnes.
    Insomma, quello era uno di quei giorni in cui Lilith doveva fare una chiacchierata con Aaron e stava aspettando il suo turno, giochicchiando con il telefono o meglio, scorrendo la home di instagram come se non ci fosse un domani e spargendo qualche cuoricino qua e là a qualche foto di gatti. C'erano dei posti a sedere, ma Lily aveva deciso di rimanere in piedi, forse perchè questo l'aiutava a scaricare la tensione o probabilmente perchè avrebbe potuto camminare più facilmente, qualora avesse voluto, senza doversi alzare e dare nell'occhio.
    Il problema era che nell'occhio aveva dato lo stesso, la riccia, in quanto da lì a poco non sarebbe più stata sola nell'attesa di Aaron, ma sarebbe stata raggiunta dal ragazzo più solare che aveva conosciuto in vita sua e con cui si era divertita un'intera sera. Forse era stata la sua gonna ad attirare l'attenzione del ragazzo, probabilmente il suo profumo intenso e penetrante con note di vaniglia nera che aveva lasciato come scia nel corridoio, fatto sta che quando Thomas le sussurrò quelle parole, Lilith sussultò, arrossendo non solo nelle gote, ma anche in alcuni ricci che si stavano tingendo sempre più di carminio. Si girò lentamente con un sorriso sofisticato sul volto; non poteva negare che quel sussurro l'avesse fatta rabbrividire e far venire la pelle d'oca, ma non lo avrebbe ammesso con così tanta facilità. Lo guardò da capo a piedi, facendo un misero passo indietro, per poi fermare le sue iridi celesti sul volto dell'auror «Vedo che il vecchio metodo di fingersi distratta per attirare una preda, funziona ancora...» - mormorò, come se volesse dire a Thomas che aveva fatto il suo gioco.
    Alla fin dei conti, l'auror aveva capito fin dal primo incontro che la dioptase avrebbe tentato di tenergli testa a quei giochi quanto più potesse, aveva trovato pane per i suoi denti e questo piaceva anche a Lilith.
    Inclinò il capo, portandosi indietro qualche riccio con la mano destra, quindi spostando il peso del corpo sulla gamba sinistra «Allora? Come mai qua? Sei venuto a farmi da scorta?» - si morse il labbro, nascondendo un piccolo ghigno.
    Lilith Clarke

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    Nonostante fosse un ragazzo intelligente e pieno di risorse, una cosa era certa: in certi giochi ci si buttava a copofitto. Era come se avesse una certa propensione ad avere sempre tutto quell'ardore di voler fare giochi pericolosi che sapeva, benissimo, lo avrebbero portato alla rovina e soprattutto a bruciarsi. Il problema principale della questione era che alla fine del tutto Thomas non solo ci rimaneva scottato, ma era anche contento di scottarsi. Era come se in quel folle gioco ci fosse qualcosa di perverso e geniale allo stesso tempo. Sorrise alla ragazzina, le diede una rapida occhiata. Si erano conosciuti da "babbani", si erano rivisti su di un isola e la cosa principale era che si erano mangiati con gli occhi, nonostante lei fosse, impegnata? Thomas lo ignorava e forse neache gli interessava più di tanto, ma in quel momento era li, ed era sola, vestita, come al solito, da urlo e lui non riusciva a starle troppo lontano. Inoltre lei ci sapeva fare, gli rispondeva a tono, gli dava corda, insomma era praticamente tutto quello che aveva sempre sognato in una ragazza. Sono così contento di essere una preda in questo momento che non mi soffermerò neanche a pensare se sia un complimento oppure un quasi insulto. Aggiunse poi continuando a sussurrare nel suo orecchio prima di spostarsi da dove era ed arrivare di fronte a lei. Ridacchiò per la sua successiva domanda, battuta. Ultimamente credo che la scorta serva a me! Ma me la cavo ancora! Ammise poi scherzosamente! Ma se ti serve una scorta perchè qualcuno ti da fastidio... non so, ci facciamo una runa sul braccio e mi chiami in questo modo? Disse il ragazzo che non amava moltissimo i legami. Ma davanti a quegli occhi, a quei capelli con delle ciocche cremisi e quella gonnellina, poteva anche diventare una persona che amava i legami, all'occorrenza. Dio solo sapeva quanto era scemo certe volte. Tu invece che ci fai qui? Aggiunse poi guardandosi intorno, in realtà non aveva neanche notato che erano nel reparto di psicologia. Alla fine qunado non era in servizio cercava di rimanere il più tranquillo possibile.
    Thomas Richenford

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    Thomas Richenford - 21 anni
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    L'arte del flirt era una raffinata combinazione tra l'arte della sensualità e l'oratoria. Andava raffinata ogni secondo, andava allenata ogni volta che ce n'era possibilità. Lilith cercava di non farsi scappare nessun allenamento, soprattutto quando davanti aveva qualcuno che sapeva contrattaccare al meglio e Thomas era uno di questi.
    Sapere di avere i suoi occhi addosso, di poter attirare la sua attenzione e che lui la spogliasse anche solo con lo sguardo. Era appagante, lo sarebbe stato per qualunque donna, non c'erano dubbi. E poi, Thomas era stata la sua via di fuga nel momento peggiore e nonostante tutto, aveva reso la sua presenza sempre più vivida, facendosi sentire nonostante i mille impegni che aveva, visto il ruolo che ricopriva.
    Poi, il loro primo incontro era stato caratterizzato dalla normalità e quello aveva fatto sì che il ragazzo rimanesse impresso nella mente della riccia. Il mondo magico che li accumunava, li aveva anche portati a scappare da quella realtà, per poter fingere una sola volta, di rendere tutto meno magico, più imperfetto, ma rendendo comunque unico quel loro incontro.
    Si era divertita e aveva dimenticato per quel frangente tutto quello che le appesantiva la testa, era stato un toccasana.
    Ghignò appena alle sue parole, scuotendo il capo «Attento ad essere contento di essere una preda. Non sai quanta fame ha il predatore...» - un sussurro flebile, quasi come se lo volesse stuzzicare ancora un po', con quel sopracciglio alzato e l'espressione di chi sa perfettamente quello che fa e che dice, di chi ha la situazione sotto controllo, di chi mantiene il comando.
    Sentire il suo respiro così vicino alla pelle, le fece venire un brivido, ma mantenne il controllo, cercando di mostrare quanto potesse ancora reggere quella sua vicinanza ancora vestiti.
    Lo squadrò da capo a piedi, quindi, mentre rimbeccava alla sua domanda «Una runa? E saresti pronto ad arrivare in mio soccorso ogni volta che tu percepissi il mio pericolo?» - lo punzecchiò ancora, facendo nuovamente scattare il sopracciglio verso l'alto, come se volesse metterlo alla prova «Attento a dire certe cose, potrei... dirti di sì.» - questa volta non nascose quel sorrisetto strafottente e, anzi, lasciò che lui guardasse come si accendeva sul suo volto.
    Guardò verso la porta di Aaron, indicandola prima con il mento «Sto andando dal dottor Barnes. Devo portargli delle carte.» - ormai non nascondeva più il suo essere in terapia da Aaron, aveva capito che non sarebbe servito a nulla e non le avrebbe fatto assolutamente bene. «Ancora non mi hai detto perchè sei qui, tuttavia...» - non era una che mollava facilmente, quando voleva sapere qualcosa.
    Lilith Clarke

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    Thomas era uno al quale piaceva giocare, gli piaceva giocare con tutti e quando trovava qualcuno che sapeva stare al gioco, anzi che dettava delle regole ancora più interessanti delle sue, era ancora meglio. Si divertiva ancora di più. Lei era vicina ad un muretto, lui era uno che toccava qualsiasi cosa avesse di fronte, posò la sua mano, delicatamente sul fianco della riccia, tra la gonna ed il Top. Bene, sono una preda curiosa e temeraria. Tu, invece, che tipo di predatore sei? Era uno che ci sapeva fare e, soprattutto, come prima ribadito, era un ragazzo al quale piaceva veramente, ma veramente un sacco giocare. Era un ragazzo spigliato, che sapeva di essere bello, che sapeva che se si impegnava poteva avere tutto, ma prima di ottenerlo, Thomas amava giocare, gustarsi tutto quello che aveva davanti, ed in quel momento, davanti aveva una ragazza veramente, ma veramente meravigliosa. Era un tipo al quale non piaceva andare subito dritto al sodo, anzi, gli piaceva girarci intorno, gustarsi il sapore, l'odore e il carattere stesso della persona che aveva davanti. Sorrise alla ragazzina e poi ridacchiò appena. Non tutte le rune sono vincolanti, dopotutto. Potremmo provarci, magari la incido su di un oggetto e te la regalo. Sarebbe interessante capire quando e come mi chiameresti! Sussurrò ancora un pò più vicino a quelle labbra così carone, curate, rosa. Sorrise guardando la stanza di Aaron. Deve essere proprio bravo questo Barnes! Tutti li andate! Comunque io sono qui per un mio collega. Missione andata male, ed eccoci qua! Rispose poi senza mai allontanarsi dal suo corpo. Ma dopo aver dato le carte potremmo andare a pranzo, no? Chiese poi sorridendole e sfiorandole le labbra. Dio quanto avrebbe voluto baciarla, li in quello stesso istante. Era divernete, era bella, era intelligente. Era veramente una di quelle ragazza dei film che sembravano così perfette, così belle ed ordinate, ma che nascondevano sicuramente qualcosa di oscuro, qualcosa di pericoloso. Ogni muscolo del corpo di Thomas avrebbe voluto toccarla tutta e da per tutto, ma per un auror ed era in un ospedale, e lei era una ragazzina.
    Thomas Richenford

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    Lilith era una a cui piaceva avere in mano le redini delle situazioni, piaceva flirtare e piaceva sentirsi osservata. Se a questo le si aggiungeva anche qualche complimento sulla sua bravura e la sua intelligenza, allora era caricata al massimo per dare il meglio di sé.
    Davanti a quella porta non si sarebbe mai aspettata di poterci trovare Thomas Richenford, il quale mesi e mesi prima le aveva dato un assaggio di libertà che poteva quasi farla tornare a respirare.
    Si era divertita con lui, era stata bene e la faceva sorridere ogni volta che lo incontrava. Il colpo di scena di aver scoperto entrambi che non fossero poi così babbani aveva reso ancora più divertente i loro incontri.
    Thomas era l'esatto opposto di Blake, Lilith lo aveva capito fin dal primo momento e forse questo aveva spinto la ragazza a cercare in lui una via di fuga dal dolore che provava per l'opale.
    Ma ogni volta che Lilith incontrava anche solo per sbaglio il Barnes, questo le faceva ricordare cosa l'aveva fatta innamorare di lui.
    Eppure Thomas riusciva ad apparire sempre nei momenti in cui Blake era distante abbastanza da ricordarle quanto lo amasse, con quel suo modo di fare sicuro si sé e pieno di solarità.
    Con la coda dell'occhio guardò la mano del ragazzo, quindi risalì lo sguardo sul ragazzo, con un sopracciglio che si inarcò verso l'alto «Uno di quelli che attende che la preda sia cotta a puntino, prima di affondare i suoi denti nella carne...» - fu quasi un sibilo, soffiato verso il volto dell'auror.
    Non si mosse, quasi a voler dimostrare che lei non avesse nulla in contrario di quel contatto fisico e che non ne fosse nemmeno troppo smossa, quasi a volerlo sfidare.
    «E se ti chiamerei...» - lo punzecchiò quasi a volergli dire che non aveva bisogno di lui e che se la sapeva cavare da sola «... forse sei abituato alle classiche d.i.p., donzelle in pericolo. Quelle per cui correre e fare l'entrata di scena epica per poterle salvare... Chi ti dice che io sono una di quelle?!» - un angolo delle labbra si sollevò in un ghigno.
    Scrollò le spalle a quel commento su Aaron «Il migliore, non c'è che dire...» - confermò l'opinione su Aaron, sentendosi anche piuttosto fiera di essere una delle prime studentesse che aveva deciso di farsi seguire da lui «Se solo sapessi quanto mi ha aiutato nella peggiore delle cose che mi possa mai essere successa nella vita, forse rispermieresti i tuoi soldi dal regalarmi l'oggetto per richiamare la tua attenzione...» - un punzecchiamento, con un fondo di verità, ben consapevole che Thomas non sapesse nulla dello stupro e di quanto le fosse accaduto mesi prima.
    Sentì la sua pelle sfiorata dalle labbra di Thomas, non mosse un passò, sentendo leggermente il calore colorarle le guance «E lasciare il tuo collega qui? Non dovresti aspettarlo?» - si morse il labbro, trattenendo un altro ghigno; era divertente giocare un po'.
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    Era sempre stato un ragazzo tranquillissimo, era sempre stato uno di quelli che sorrideva senza sosta, allegro, un compagnone, un altruista e sempre dedito alle regole. Si era sempre immolato per gli altri e non aveva mai lasciato nessuno da solo. Aveva sempre cercato di essere la versione migliore di se stesso e non riusciva mai a parlare davvero di se stesso. Se solo avesse saputo che Lilith aveva ricevuto il suo stesso trattamento, allora l’avrebbe capita ancora di più. Thomas era stato violentato da sua madre per anni ed anni, da quando aveva sei anni a quando ne aveva 16, dove finalmente era riuscito a cambiare città, a non vergognarsi più di se stesso ed essere una persona libera. Thomas aveva avuto una relazione amorosa con sua madre, controvoglia e contro natura, ed ogni volta che andava a letto con la donna, o che la donna lo cavalcava, lui non riusciva seriamente a fare altro che andare con una ragazza che gli piaceva per levarsi dalla mente certe sensazioni e certi ricordi. Si morse il labbro guardandola ancora un po'. Ancora meglio. Era bella, era divertente ed era intelligente, sapeva come rispondere, sapeva come tenere alto l’interesse. Odiavi il fatto che non lo filasse come lui voleva e meritava. Ma stava con Blake, no? E a dirla tutta odiava anche Blake. Comunque, sorrise alla riccia e ridacchiò, avvicinandosi ancora un po' a lei e passandole la mano lungo il braccio. Era bella, aveva una pelle veramente profumava ed amava il fatto che non si staccasse, che non avesse paura e che, in un certo senso, non era la solita ragazzina ocheggiante. Ridacchiò appena per quello che disse. Non avevo dubbi. Io adoro quel tipo di predatori. In fondo da preda sarebbe bello scegliere in che predatore imbattersi! In realtà lui aveva solamente voglia di replicare quella sera in sala giochi. Una serata divertente, spensierata e senza drammi ne famigliari ne magici. Era pazzesco come ogni volta bisognava per forza uscire dalla centrale auror per andare di qua e di la per salvare qualcuno. Rise per le dip e poi si strinse nelle spalle. Diciamo pure che a voi donzelle piace fingervi indifese per farvi salvare e vedere chi davvero riesce a farlo! Siete più forbe di noi e sicuramente molto più sensibili ed intelligenti, su certi punti di vista! Era ancora un più vicino a lei. Dio solo sapeva quanto avrebbe alzato quella gonna e toccato tutto quello che c’era sotto. Sogghignò comunque toccando la sua pelle con le sue labbra e godendosi quella spiegazione sul dottor Barnes. Na, i soldi vanno e vengono, tu invece, non credo che sei la ragazza che va e viene senza un motivo o in generale. E tutti abbiamo scheletri nell’armadio, non puoi sapere quanto siano atroci i miei! Aggiunse poi facendole l’occhiolino fino a far aderire i loro corpi. Non posso aspettarlo, esce dopo domani… quindi potrei passare anche più tardi, andiamo a mangiare qualcosa insieme, non sarà poi così tanto male passare del tempo con me! In realtà voleva semplicemente conoscerla, quella ragazza era eccitante, interessante ed aveva un modo di fare che lo stregava.
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    Thomas era un ragazzo molto particolare. Sorrideva sempre, anche quando la situazione non era delle migliori e riusciva ad essere sempre spensierato.
    Lilith si chiedeva se dietro quella maschera, anche lui avesse un qualcosa di non detto, proprio come lei in quel periodo della sua vita.
    Incontrarlo davanti la porta di Aaron non le aveva creato disturbo alcuno, aveva razionalizzato bene il fatto che ormai dovesse andare qualche volta da lui, perché, da quando era successa quella cosa con Naga, aveva approfittato più volte dei benefici delle sedute con Aaron e non si vergognava più di dire che andava da uno psicologo. Tuttavia, questa volta le carte che doveva consegnare erano riguardanti il tirocinio che faceva con il medico. Certo, l'idea era anche quella di sedersi sul suo divanetto e parlargli un po', ma l'arrivo di Thomas aveva cambiato le regole di quella giornata.
    Thomas aveva quello che mancava a lei, la possibilità di occupare la mente con il suo lavoro. Lo invidiava un sacco e non vedeva l'ora di essere anche lei un auror, vedeva in lui la sua stessa meta.
    Un'altra cosa che permetteva a Thomas di ricevere le attenzioni di Lilith, era il fatto che stava al gioco ed era molto fisico. Oh, sì. Questo faceva impazzire Lilith; il contatto, anche solo di una carezza, le vibrazioni che i corpi mandavano quando si sfioravano. Thomas riusciva sicuramente a distrarla da tutti i pensieri, forse meglio di una seduta dallo psicologo.
    Era proprio quello che stava provando quando il tocco del ragazzo arrivò sul suo braccio. Calò lo sguardo di poco a vedere quelle dita sfiorarla, per poi puntare il suo sguardo sul volto del ragazzo, ricercando i suoi occhi. Il flirt che riusciva a gestire Thomas era superiore a quello di molti altri e, questo, a Lilith faceva impazzire.
    Alzò un angolo delle labbra in un sorriso furbo alle sue parole.

    «E tu? Che preda sei, Thomas?»

    Sibilò come un diavolo tentatore, sottile e sensuale.
    Un sopracciglio saltò in su quando ostentò la volontà di essere salvate. Scosse appena il capo, sbuffando una risata sarcastica.

    «Devi aver incontrato ragazze veramente noiose, in vita tua.»

    Ironizzò, sottraendosi a quella categoria che non sopportava. Lei sapeva difendersi anche da sola, non aveva bisogno di nessuno e lo aveva dimostrato in diverse occasioni, seppur quell'ottobre di quell'anno non era stata capace di scappare e di salvare chi era con lei.
    Sentiva il respiro del ragazzo sulla pelle e questo le fece socchiudere gli occhi per poter godere di quella brezza fresca che emanava. Le sue labbra erano calde e confusero per un attimo i suoi pensieri.

    «Non mi piace essere dimenticata, questo è vero. Cerco di rimanere come un tarlo nella mente di chiunque si avvicini a me. Hai ragione...»

    Il tono era basso, caldo e gli occhi cercarono i suoi. Sentiva un brivido salirle per la schiena.

    «Mi piacerebbe conoscere i tuoi, di scheletri nell'armadio, Richenford.»

    Era davvero curiosa di conoscerlo meglio, anche perchè prima o poi sarebbero potuti essere compagni di squadra ed era giusto sapere chi si aveva accanto.

    «Non ti andrebbe di aprire i miei armadi e vedere cosa c'è dentro?»

    Lo stava mettendo alla prova, voleva vedere se era solo interessato a ciò che fosse in mezzo alle sue gambe, al suo corpo o voleva realmente interessarsi a lei. Era fondamentale per la riccia conoscere quella risposta, quindi gli lasciò il tempo giusto per poter rispondere.
    Rise, volgendo piano il capo in sua direzione, avvicinando le loro labbra vertiginosamente ma senza concludere il contatto.

    «E se... non avessi fame?»

    Domandò, spostando gli occhi sulle labbra dell'auror, per poi risalire verso gli occhi di lui.
    In quel momento sentì la voce di Aaron chiamarla da dentro la stanza.
    Prima di entrare si fermò ancora a quella distanza quasi pari a zero.

    «Hai sentito? Mi chiamano...»
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    Thomas Richenford
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    Thomas non era una preda e neanche un predatore, era un giocatore. Ecco come poteva definirsi. Lui amava giocare, in generale, era una persona che perdeva tempo infinito con le persone che sapevano stare al gioco e che sapevano essere persone leggere. Mai superficiali, ma sicuramente leggere. Thomas, comunque, sapeva essere una persona illegibile. Non era uno che esprimeva le sue preferenze davvero, anche perchè era una persona gentile ed attenta con tutti, era raro che facesse brutto a qualcuno e cercava sempre la soluzione migliore per non ferire o far del male a nessuno. Lilith era una ragazza sveglia, era una ragazza attenta e soprattutto era interessante. Si vedeva che molto spesso fingeva o che faceva qualcosa solamente per mascherare alcune insicurezze. Sorrise alla ragazza e si avviciò ancora un pò a lei. Dipende dal predatore che ho di fronte! Le sussurrò facendole capire che pèoi, così tanto preda non riusciva veramente ad esserci. Ridacchiò per la sua affermazione, poi scosse il capo. No, semplicemente era lui che non si era mai soffermato, davvero a conoscere nessuno. Forse era quello il problema della situazione. Lui giocava con tutte, lui era uno che riusciva ad essere interessato a tutti e a nessuno nello stesso momento. Emma lo aveva rapito, ma giusto per un piccolo periodo di tempo, dopo la sua prima volta, nonostante avesse pensato a lei in più occasioni, alla fine non c'era stato assolutamente iente di concreto. non era stato attento e bravo nel conoscerla veramente. Per Lilith era stata la stessa cosa, Kether aveva fatto la stessa fine e Rebecca peggio di andar di notte. Gyll? L'aveva rincorsa e baciata in un tubo di cemento, ed alla fine? oddio, forse neanche si ricordava lei di quello che era successo e forse per Thomas nessuno era mai stato davvero interessante da soffermarsi, almeno non in quel senso. Sorrise alla ragazza. Magari era perchè dovevo incontrare te! Aggiunse poi non rispondendo davvero a quella affermazione. In fondo cosa doveva dirle: non mi sono mai innamorato ne infatuato di nessuno a tal punto da ritenere tutti uguali e solo e semplice sesso? Gli sembrava di essere troppo cinico e no, non gli sembrava il caso, anche perchè Lilith era diversa. Era una ragazza molto interessante, ma che non avrebbe mai avuto la sua attenzione sotto quel preciso punto di vista. Sogghignò poi a quella frase. E scommetto che ci riesci sempre! Aggiunse sorridendo. Poi quel suo modo di chiedere qualcosa di molto profondo, ma in maniera leggera, velata, quasi come se stesse sondando il terreno. Si vedeva dagli occhi che era una ragazza intelligente, quello era sicuramente qualcosa di scontato. Erano vicini, molto vicini, e a lui piaceva tutto quello, anche perchè era sempre stata una persona fisica, praticamente il contrario di Barnes. Oh, lascia stare i miei scheletri ed i miei armadi! é difficile anche solo raggiungerli! Ammise poi leccandole leggermente la bocca. Ecco qua, era un ninfomane e quello era chiaro, almeno a lui era chiaro. Forse anche lui doveva cominciare a seguire un terapista, ma in quel momento non stavano parlando di lui. Le accarezzò la guancia con il dorso della mano. Sarebbe bellissimo. Mi piacciono certi armadi, poi più sono misteriosi più mi piace scoprirli! Rispose, e questa volta non in maniera maliziosa. Aveva capito i senso ed il senso, per lui, era che, effettivamente gli sarebbe piaciuto conoscerla. Sorrise alla ragazza e le rubò un bacio. Allora potremmo prendere qualcosa da bere, oppure vederci un film, oppure giocare ad un gioco alla play. Ma se non posso aprire l'armadio, come faccio a scoprire cosa c'è dentro? Le fece l'occhiolino e quando sentì il medimago chiamarla, la lasciò andare. Hai il mio numero, fanne buon uso, magari mettimi alla prova e vedi se davvero quando sei in difficoltà io arrivo!Aggiunse poi lanciandole un bacio con la mano e poi andando via. Si, era interessante.

    RevelioGDR
     
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