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Contest di Natale - Sala Comune Corvonero

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    San Mungo
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    Notte di Natale, Sala Comune Corvonero
    VI anno

    Era impossibile non fare paragoni.
    Lo scorso anno era ad Inverness avvolta dal calore della famiglia Scott insieme a Bellamy Murray, fremente per l'arrivo dei cugini Olwen non solo per passeggiare tra le bancarelle del mercatino di Natale, ma anche per scambiarsi i doni. E da lì partire alla volta di Wigtown per festeggiare l'inizio del nuovo anno insieme alle persone che amava.
    Quell'anno l'avrebbe passato ad Hogwarts. Non c'erano molti studenti e lei, provata dagli ultimi trecentosessantacinque giorni, aveva deciso di non fare ritorno a casa per non essere assalita dalle istantanee del 31 dicembre passato. Per quei giorni di festa era stato possibile smettere di indossare le loro divise per abbracciare vestiti più comodi, maglioni vaporosi e dalle fantasie strambe. Ad esempio quel giorno indossava un maglioncino rosso puntellato di fiocchi di neve bianchi che facevano a pugni con il viola spento dei suoi capelli. Aveva cercato di servirsi dei suoi poteri per tingerli di un intenso castano cioccolato ma la sua psiche non era stata d'accordo. Se voleva vedere il bicchiere mezzo pieno doveva dire di essere felice di non vederli ancora argentei.
    Lo shock poteva essere una brutta bestia, soprattutto per una ragazzina come lei. E lei ne aveva dovuti vivere così tanti uno dopo l'altro. Prima erano stati Xander e Lance che avevano lasciato la cara vecchia Inghilterra per trasferirsi a Beauxbatons, poi Brianna per via della salute fragile del padre. Il sestetto originario, con qualche satellite più o meno importante, non c'era più. Bellamy si era detto distrutto ed era tornato tra le braccia di Cora cancellando la Scott come se non fosse mai esistita, deludendola profondamente; Annie si era lasciata consumare dalla perdita dell'amore della sua vita. Quanto a lei... lei viveva la sua vita attraverso la lente di un amore malato. Le cose con Xander, prima della sua improvvisa partenza, non erano proprio rosee, ma più di una volta si era ritrovata ad aggrapparsi alle parole di una stupida poesia d'amore che lui le aveva scritto. Una poesia che teneva custodita nell'album di foto che lui le aveva regalato per Natale. Era difficile aprirlo e vedere gli scatti rubati nei mesi che avevano passato insieme. Le chiome rosso fuoco delle sue due migliori amiche, quelle bionde di Hector, Bell e Lance, quelle scure di Xander ed Aaron. Con quest'ultimo, complice la condivisione degli stessi colori di casa, Eilidh aveva stretto un rapporto sempre più forte, complice il fatto che lui fosse stato nominato come secondo bastone di supporto psicologico per Annie. Quante volte i due avevano dovuto fingere un'allegria che non provavano solo per vedere di nuovo il suo sorriso risplendere anche solo per un istante? Quell'anno la Grifondoro aveva scelto di tornare a casa e di non rimanere lì a rincorrere fantasmi del passato tra i corridoi bui e silenziosi.

    When we were young
    oh, oh, we did enough
    when it got cold, we bundled up
    I can’t be told, it can’t be done

    Se ne stava seduta su una poltrona della sala comune che aveva spostato sotto una delle finestre dall'arco a sesto acuto, avvolta in una coperta verde mela che le aveva dato tempo prima Xander, a fissare la neve che cadeva inesorabile. La tazza di te era ormai finita e posata sul davanzale. Il respiro si condensava sul vetro quando lasciava che la sua fronte vi si poggiasse alla ricerca di qualcosa di tangibile, di vero da provare. Sembrava di essere finita in una spirale senza fine, in un amore malato verso persone che avevano deciso di andare avanti, lasciandola indietro. Ormai era sola. E neanche la vicinanza di Lambert-Silverbane sembrava aiutarla e risollevarle il morale. Quanto a Barnes, delle volte aveva dei seri dubbi che il legame che li univa fosse solo per l'affetto che provavano per la Welsh. O semplicemente era lei a volere che fosse solo quello, perché come si poteva resistere a non essere amico di qualcuno che aveva fatto la lap dance servendosi di una delle colonne del cortile interno?
    Eilidh Mae
    Aileanach Rheon

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    It's never too late to become who you want to be. I hope you live a life that you're proud of, and if you find that you're not, I hope you have the strenght to start over.
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    Aaron Barnes ~ MedimagoIn genere tornava sempre a casa per le vacanze di Natale, specialmente da quando era nato Blake e da quando suo padre aveva deciso di attentare alla vita di suo fratello ogni tre per due. Da quando era morta sua madre, la sua vita era stata completamente ribaltata. Prima era coccolato sempre, era sempre viziato, era l’ometto di casa in maniera costante, era come se nel mondo ci fosse solamente lui, poi era cambiato tutto. Suo nonno doveva badare a Blake, suo padre non lo considerava minimamente e lui doveva perorare una promessa fatta ad Helena e prendersi cura di quel fagottino con gli occhi blu come il cielo. Nessuno dei due aveva ripreso gli occhi verdi della donna, lasciando, invece, posto all’azzurro tipico dei Barnes. Quell’anno, però, suo nonno gli aveva detto di prendersi del tempo per lui, che ad Blake ci avrebbe pensato lui, che il piccoletto, oramai alle elementari, sarebbe andato con lui in un hotel a Dubai, che doveva e voleva vedere e comprare. E cosa mai avrebbe dovuto fare, effettivamente Aaron? Annie era tornata a casa sua, certo avrebbe potuto andare con lei, ma la verità era che voleva un po’ di pace e tranquillità. Anche la sua vita nel casello non era stata facilissima, sia perché, effettivamente aveva solamente un’amica che poteva dirsi tale, sia perché si era innamorato seriamente dell’unica persona che lo avrebbe fatto davvero soffrire, ossia Katrina. Lei che amava la libertà, e lui invece, che si amava la libertà, ma voleva un posto sicuro dove potersi rifuggire quando e cose davvero andavano malissimo. Non sapeva se fosse amore oppure solamente una grandissima attrazione fisica, sapeva solamente che quando la vedeva nei paraggi voleva le sue attenzioni, attenzioni che comunque venivano rivolte a tutti quanti tranne che a lui. Poi, c’era Annie che era troppo impegnata a guardare il bicchiere mezzo vuoto per via di Lancelot, lui che quel tipo non lo aveva ne mai capito ne tanto meno si era sforzato di farlo, ma la rossa, piano piano stava diventando sempre più importante per lui. E poi c’era Eilidth. Con lei c’era sempre stato un rapporto stranissimo. Potevano dirsi amici? Oppure condividevano solamente un’amicizia importante per entrambi? Potevano dire di essere conoscenti? Eppure erano troppo amici per definirsi così! Aaron che era sempre stata una persona fin troppo strategica, osservatrice, silenziosa e posata, non sapeva come definire quello che in un certo senso provava per la ragazza, e di conseguenza viveva quella non definizione del loro rapporto tra il confuso ed il male assoluto. Fatto si era che in quel momento della sua vita, la testa aveva troppi pensieri e cominciava a capire che uscito da li, sarebbe stato davvero tutto quanto un inferno, e di conseguenza doveva cominciarsi a godere quei momenti. Quando scese in sala comune, con un maglioncino rosso fuoco, firmano Ralph Loren, un paio di pantaloni della tuta neri che non c’entravano assolutamente con il maglioncino indossato, i capelli un po’ scombussolati, cosa che non succedeva quasi mai, e vide la ragazza avvolta in quella coperta verde mela, orrenda, sorrise appena e si maledì per il suo stato. Ecco. In quel momento riflettè che l’unico momento in cui erano stati davvero soli era stata in una circostanza più imbarazzante che altro, in quanto avevano deciso di continuare quel gioco assurdo, gioco che molti anni più in la gli avrebbe concesso una notte di fuoco, indimenticabile in una piscina. Ma, a quell’età, Aaron Barnes, al solo pensiero sarebbe divenuto dello stesso colore del maglioncino. Sorrise e si avvicinò un po’ impacciato alla ragazza con quei capelli così spenti, si mise seduto di fronte a lei.
    è così grave? Chiese poi osservandola. Non costringermi a fare un’altra lap dance solo per vederti sorridere, potrei morire di vergogna ed allora sarai costretta a passare il tuo Natale al San Mungo, con un piccolo Barnes che rompe tutto, e mio nonno che fa battutine oscene per provarci con te! Disse poi agognando una sigaretta. Aveva dei calzini natalizi rossi, con un omino di pan di zenzero enorme sul collo del piede a renderlo ancora meno serio del solito.
    cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    I piedi erano sotto il sedere, le gambe raccolte e coperte dalla stoffa calda che ricordava una mela ancora acerba. Acerba come la sua esistenza. Lo sguardo perso nel vuoto, il riflesso di sé sul vetro di una finestra che chiudeva il buio della notte in un piccolo scorcio. Era persa nei ricordi, così tanto sovrappensiero da non udire il rumore dei passi, il profumo inteso. Neanche la macchia di colore rosso -in un mare di blu- riuscì a vedere. Nulla, solo una domanda, che la fece sobbalzare e sgranare gli occhi. «Cosa?» Sollevò il viso, incontrando la chioma sparata di Barnes, lo sguardo deciso ed una mascella non ancora affilata ma che prometteva cose nel futuro. Si sistemò meglio, accavallando le gambe e -di fatto- lasciandogli spazio sulla poltrona. «Adoro i nonnini che fanno le battute sconce», un sorriso gengivoso che si aprì sul viso. Sorriso che morì non tanto per il riferimento al San Mungo e alla lap-dance, ma per qualcosa di opposto, qualcosa che mancava. «Direi, più che altro, che tutto è così silenzioso. Non trovi anche tu?» Si torturò le dita delle mani, leggermente fredde, tirandole un po'. «Lo scorso anno...» Scosse la testa, scacciando quelle vacanze perfette che poi avevano portato con sé solo dolore, nostalgia e tristezza. Quelle vacanze, quei giorni, che significavano anche un anniversario tra un biondo ed una rossa che non verrà mai festeggiato. «Sei riuscito a sentire Annie oggi?» Lei, un po' codardamente, non era riuscita a mandarle un gufo per aiutare l'amica coi suoi demoni, visto che stava affrontando i propri. Sospirò, cercando di recuperare un briciolo di allegria da condividere con l'altro corvo, aggrappandosi con unghie e denti a quanto detto prima dal bruno. «E, a proposito di fratelli, come sta la piccola peste?» Una domanda ancora blanda, ignara che nel futuro proprio quel pargolo l'avrebbe volentieri ghigliottinata in pubblica piazza.
    Eilidh Mae
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    Aaron Barnes ~ MedimagoL'aveva osservata a lungo, aveva guardato la Rehon in maniera analitica. A quell'età Aaron non era un chiacchierone ed in genere si isolava nella sua ombra e cercava sempre di stare un pò sulle sue, come se il mondo fosse un posto troppo scomodo per essere davvero abitato. Ogni tanto faceva qualche comparsa ma poi cercava sempre di rifuggiarsi. Alzò le spalle, si mise affianco a lei e poi le sorrise, guardandola attentamente. Il suo busto era rivolto completamente verso la ragazza. Allora prima o poi te lo farò conoscere! Un un uomo divertente, ma è davvero una macchina per i soldi quindi delle volte è un pò.. come dire? Severo? Pensante? Ecco qua, se qualcuno li avesse visti sicuramente avrebbe pensato che era solo questione di momenti e si sarebbero tagliati le vene entrambi. Per carità, i corvonero non erano famosi per la loro spiccata allegria, ma neanche a fare così, insomma! Aaron ed Eilidh, in un certo senso, erano simili, avevano una grandissima forza d'animo e di volontà, riuscivano a guardare da una prospettiva diversa e riuscivano anche ad essere perfetti quando decidevano di doverlo essere, ma quando erano da soli con se stessi era come se non si bastavano mai. Erano sempre alla ricerca di qualcosa che non avrebbero mai ottenuto. Quando la multicolor fece presente quella malinconia che le destava una forte tristezza Aaron fece un sospiro, poi sorrise e si avvicinò un pò a lei, poi prese la sua bacchetta e con un piccolo tocco fece accendere della musica di sottonfondo, insieme a delle candele sul camino. é vero, l'anno scorso era sicuramente meglio, ma ehi!Puoi ricordarlo anche in maniera più divertente e poi...non è detto che "più silenzioso" vuol dire necessariamente "più brutto"! Quando ci si metteva riusciva anche ad essere una persona saggia, ma era una sua amica, in un certo senso, e comunque gli dispiaceva che stesse così. Ma quando nominò Annie, fu lui a rattristars in maniera evidente, abbassò addirittura lo sguardo su quella coperta orribile. Le ho scritto. Certo, più di una volta, volevo anche andare da lei a trovarla, ma l'unica risposta che ho ricevuto è stato un "meglio di no". Ma la sua tristezza durò un solo secondo. Scsse il capo, non voleva pensare a tutto quello. La sua fiamma era ancora nella scuola, ma era l'unico che non vedeva! Si poteva dire che Katrina era più dispiaciuta del fatto che Xander se ne fosse andato che di quello che lui era ancora li. Come poteva innamorarsi sempre delle persone sbagliate?Si alzò di scatto, la canzone era perfetta le tese la mano. Ok, tanto non ho più una dignità nel ballo con te quindi... vuoi ballare e rendiamo meno silenziose queste feste? Chiese sorridendole dolcemente ed anche imbarazzato. Odiava diventare rosso per qualsiasi cazzata, ma non ne poteva fare a meno. Se la ragazza avesse accettato quel ballo, per fortuna abbastanza lento, Aaron avrebbe tirato quasi un sospiro di sollievo, poi avrebbe sorriso per la sua domanda. Blake cresce... adesso ha 8 anni. é un peste ma è furbo, velto, sa fare già un sacco di cose, è quasi più autonomo di me e se la cava sempre. Mio padre ancora decide di vivere con noi e questo non è un bene per nessuno, ma per fortuna c'è nonno. Insomma sta bene la piccola peste! Togliendo il massacro di mio padre giornaliero, certo, ma Blake stava bene ed Aaron non poteva rinunciare ai suoi studi ne poteva portarlo li con lui. Doveva resistere ancora tre anni e poi sarebbe andato a scuola anche lui e la cosa si sarebbe sicuramente aggiustata. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    Forse che il suo rapporto con Barnes fosse un po' altalenante e talvolta freddo era solo colpa sua. Sua e di quel cuore deluso da amici e da amori, che l'avevano lasciata indietro. La paura di essere fregata era ancora dietro l'angolo, purtroppo. Nonostante tutto, quella sera, decise di fregarsene della sua paura -un altro elemento a dimostrare quanto fosse fin troppo ballerina la sua personalità- dando spago a quel ragazzetto cui la Welsh tanto voleva bene. «Semplicemente un vecchietto amante dei soldi?» Azzardò lei con quello che era un distorto sillogismo aristotelico. Mica si studiava filosofia ad Hogwarts. E per fortuna, forse la sua mente non sarebbe mai stata pronta allo studio di quei grandi pensatori e pensatrici che si facevano grandi pippe mentali. E poi non dimentichiamoci del fatto che lei stessa faceva fatica a seguire la sua morale, figurarsi quella degli altri. «Gli piacciono i cantieri come ai miei nonni o è un passatempo troppo becero?» Provò a scherzare su, condividendo dei passatempi che invece sembravano affliggere i cromosomi xy della sua famiglia. Famiglia significava pensare al Natale, a come lo aveva passato negli anni prima avvolta dal caos di cugini e poi di amici, mentre in quella sala comune regnava solo il silenzio.
    «Dici? Solo che mi sembra anche spento, come i miei capelli». Il fatto era proprio che non riusciva a gestire i suoi poteri da metamorfa come avrebbe voluto. Perché era così difficile imbrigliare le emozioni più forti e travolgenti? Sarebbe mai riuscita a farlo? {SPOILER: no!} Ad ogni modo, propese per chiedere qualcosa sulla persona che condividevano e saperla rifuggere anche da Aaron fu un colpo, un colpo al suo senso di colpa. Avrebbe ricevuto la stessa risposta se a chiederlo fosse stata lei? «Lo immaginavo, vorrà dire che quando tornerà a scuola dovremmo starle vicino il triplo per farla stare almeno il dieci per cento meglio». Non era un asso in matematica, ma la sostanza era che i due avrebbero dovuto fare tripli e quadrupli turni per supportare la rossa per il semplice fatto che le volevano bene. Ed era facile con qualcuno che ti invitava a ballare senza musica tra quelle mura. «Qui? Adesso?» Un'espressione scettica e poi divertita. «Vuoi forse farmi un'altra lap-dance?» Quella sarebbe stata una chicca per pochi, ma in realtà no, non aveva voglia di vederlo in quello. Non al momento. E così passò di nuovo alla famiglia di lui, in particolar modo al fratellino diavoletto. «Sono sicura che ne farà vedere di tutti i colori». E qui non erano doti da Cassandra, manco per il batuffolo. Scostò la coperta e si mise in piedi, il catalizzatore diretto verso un giradischi che attivò con un colpo di bacchetta. Chissà che canzone sarebbe uscita da lì? Qualche vinile antico o qualcuno aveva avuto il buon senso di investire in quei grandi dischi neri che producevano suoni di altissima qualità di complessi più recenti e vicini a loro? Una musica iniziò a diffondersi nell'ambiente, delicata e sognante. Allungò una mano verso di lui. «Allora, questo ballo?»
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    Aaron Barnes ~ Medimago Il loro rapporto era sempre stato particolare e soprattutto era sempre stato qualcosa di veicolato da qualcuno. Tra di loro c'era sempre stata Annie ed insieme avevano sempre fatto un meraviglioso trio, ma poi quando si trattava di rapporti individuali, doveva ammettere che era sempre più orientato verso la rossa e con la multicolor, a parte dei momenti seriamente imbarazzanti, c'era stato veramente, ma veramente poco. Sorrise ancora alla giovane donna dopo quel silogismo e scosse il capo. Sempre piena di sorprese sei! Ammise poi cercando di sdrammatizzare a tutti i costi quella situazione, ma era davvero difficile farlo quando c'era di mezzo Annie e le feste. Da quando Lancelot se ne era andato, la rossa era diventata spenta, come se qualcosa in lei non funzionasse più bene e non gli piaceva. La ragazzina frizzante e piena di vita lo era solamente alcune volte e la cosa cominciava a dargli quasi fastidio. Sarebbe andato lui stesso al biondo per prenderlo a schiaffi in faccia. Era detestabile e non lo aveva mai retto più di tanto. Senza contare che quella antipatia era reciproca e soprattutto, sarebbe stata davvero tanto duratura. Lo sai che il dolore a volte è importante viverlo tanto quanto le cose belle? Se è tutto spento è perchè magari ti serve questo momento Rehon. Il fatto è che come la giri la giri le cose non possono cambiare. Adesso hai solamente un'alternativa: o smetterla di pensare a quanto era bello l'anno scorso e provare ad apprezzare quello che hai adesso, ossia me che ti chiedo di ballare, oppure ci mettiamo qui e non so...piangiamo? Chiese quasi come se fosse una cosa del tutto impossibile e soprattutto non da loro. Poi lei si animò, si alzò, il giradischi cominciò con quella musica lenta, molto bella e doveva ammettere che non aveva mai sentito quella canzone ma gli piaceva. Le prese la mano, le fece un piccolo inchino. Quando Annie tornerà sapremo sicuramente che fare, adesso... balliamo, divertiamoci, se riusciamo andiamo a rubare qualcosa di alcoolico da qualche parte, ma non dobbiamo pensare. Ce la fai per almeno due orette? Chiese rispondendo alla questione di Annie e poi prendendo la sua mano se gliela avesse concessa. Rise per quel pensiero della lap dance e scosse il capo. Direi che questa non è la musica giusta e direi anche che il momento, seppur servirebbe davvero di qualcosa di ridicolo, non è quello giusto! Aggiunse poi sorridendole ancora e cominciando a muovere qualche passetto a destra e a sinistra quando lei esortò a cominciare a ballare!


     
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    Le mancava Alexander Olwen? Sì. Le mancava Brianna Scott? Oltre ogni misura. E che dire di Bellamy volta faccia Murray? Ancora peggio. La cosa più strana di tutte però era che riusciva a sentire la mancanza persino dei battibecchi con Lancelot Olwen, pomposo e stupido cugino Olwen, che non sapeva che i popcorn si mangiassero rigorosamente con sale e colata di caramello fuso. Le basi della loro amicizia erano precarie già nelle fondamenta. Ma in quel momento avrebbe dato tutte le sue paghette per riaverlo indietro. Questo però non significava di essere lì lì, pronta ad aprire i rubinetti che aveva negli occhi. «Oddio, no, ti prego», parlò veloce, portando entrambe le mani davanti al viso agitandole. «Se inizio a piangere non la smetterò più», continuò con lo stesso tono, fino ad arrivare ad un attacco profondo di ridarella. Meglio quelle di una valle di lacrime che Titanic scansate, concordiamo tutti, vero? «E noi non vogliamo di certo allagare la sala comune, no?» Quel momento però finì, con la Aileanach che annuì alla domanda su Annie, senza sottolineare che certo che ce l'avrebbe fatta, per lei, sempre. Un momento di serietà prima di lasciare il caldo tepore della copertina con cui si era avvolta per accettare l'invito al ballo di Aaron che rilanciò lei stessa con tanto di avvio al grammofono. «Oh, non ci metto nulla a cambiare traccia!» Lo avvertì, visto che la ballata che li accompagnava con dolcezza poco si prestava ad una disco, anche se... «Un po' mi deludi, i bravi ballerini sanno ballare su qualsiasi canzone, anche quelle religiose». E qui non si può rimanere seri a pensare un "alleuia", "il tuo popolo in cammino" o qualsiasi altra nenia made in chiesa affrontata con un palo, dei tacchi e tante cosce aperte e culi esposti. La mazzata finale però fu qualcosa che prima aveva lasciato scivolare via, una proposta che aveva preso sotto gambe. Proprio mentre la canzone sfumava si bloccò, pestando anche un piede al concasato. «Credi che riusciremmo a corrompere degli elfi per avere qualcosa di più forte della burrobirra?»

    Eilidh Mae
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    Aaron Barnes ~ Medimago La verità era che ce la stava mettendo davvero tutta. La verità era che tutto quello che faceva era solamente per tenere su il morale sia della ragazzina che di lui. Aaron ce la stava mettendo tutta e solo quando la ragazzina si mise le mani in faccia si sentì quasi un fallimento ma poi la sua battuta sul fatto che allagare la sala comune non era una buona idea lo fecero tornare a respirare di nuovo e soprattutto sorridere. Ti giuro che mi hai fatto prendere un colpo! Un colpo che pagherai malissimo! Ovviamente il suo tono era ironico, ovviamente era sicuro che tutto quello sarebbe servito ad entrambi e che entrambi erano messi così male da riuscire a trovare un beneficio anche solamente guardandosi in faccia. E non perchè chissà quali poteri ed affinità avessero ma semplicemente perchè condividevano la stessa malinconia e lo stesso dolore e solo per quello riuscivano davvero a capirsi, a sentirsi più vicini. Quando finalmente lei prese la sua mano e cominciarono a ballare, gli venne seriamente da ridere a pensare ad una canzone religiosa mentre lui ballava la lap dance, ma quando gli pestò il piede, lui fece un passo falso e pestò il piede opposto della ragazza. Incredibile come entrambi riuscissero ad essere così goffi insieme. Aspetta aspetta...! Allora se mi sfidi... sussurrò prima di allontanarsi un pò senza però lasciarle la mano e farle fare un giro su se stessa, quando tornò di fronte a lui, Aaron cercò di "ballare" o meglio muoversi in maniera sensuale, cercando di non ridere e soprattutto trovando un giusto compromesso tra chi è in preda ad un'attacco di timidezza ed imbarazzo, e chi si sta impegnando per regalare un pò di sorriso ad una sua amica. Si, dopo questa cosa ho veramente bisogno di alcool, andiamo a chiedere, o a prenderlo, oppure prima l'uno e poi l'altro. Poi sei tu quella più simpatica tra noi, e questo è tutto dire! La prese in giro poi ritirando la mano. Ecco, i Barnes non erano timi troppo fisici ed Aaron in particolar modo a dire il vero. Se la ragazza lo avesse seguito sarebbe andato a cercare davvero insieme a lei dell'alcol. Insomma erano dei corvonero, ma non degli sprovvenudti. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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