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Christmas Contest #2 - Lilith

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Quella mattina stava diventando davvero troppo pesante. Insomma, erano passati fin troppi mesi da quando lei e Blake avevano rotto e oggi aveva ritrovato un paio di foto nel suo manuale di Incantesimi che aveva scordato di aver lasciato lì. Aveva chiesto alla docente Ivanova di lasciare l'aula, fingendo di avvertire una nausea fortissima. In realtà non stava nemmeno fingendo troppa, a dire il vero, in quanto lo stomaco si era chiuso in una stretta.
    Erano mesi che faceva la forte, che tentava di fingere che andasse tutto per il meglio, tuttavia ora stava facendo i conti con la realtà e il vuoto che aveva lasciato Blake la stava dilaniando completamente, dall'interno. Sentiva il suo ventre venir lacerato dal dolore, un dolore che pensava di aver superato ed invece era tornata indietro. Non era arrivata al superamento del lutto, era tornata alla rabbia e al dolore. Quei loro visi così felici, come si erano ridotti a questo?
    Stava cercando di non svenire per i corridoi, aveva bisogno di aria e voleva giungere quanto prima al cortile esterno, così da cercare un minimo di respiro. Chi poteva chiamare? Jessica non era ancora la persona giusta, per i suoi gusti, per affrontare una cosa del genere. Ayla era ormai partita per la Francia e non sapeva niente di lei, Cameron aveva i suoi bei problemi e non si sarebbe permessa di caricarlo di altri.
    Era da sola, mentre cercava di reggersi al muro dei corridoi, stringendo quel tomo di incantesimi dalla quale pendeva un segnalibro di color giallo oro proprio lì dov'erano state trovate le loro foto.
    Stavano ridendo, lui le mordeva una guancia e lei fingeva dolore, quando l'unica cosa che provava era gioia. Quella gioia che ora era volata via, dilaniata dalla sofferenza di quella rottura.
    «A broken heart is all that's left.»
    Il suo cuore era in frantumi e a breve si sarebbe trovata la baraonda del cambio dell'ora delle lezioni, doveva assolutamente girare per il corridoio deserto, famoso per non essere frequentato da chissà quanti studenti. Quindi deviò a sinistra, sempre costeggiando il muro che la reggeva, mentre sentiva le lacrime scivolare verso il basso.
    «Posso farcela, cazzo.» - aveva affrontato di peggio, cosa le stava prendendo ora?
    Camminando, dal suo libro cadde una foto, una di quelle che tanto stava cercando di custodire in quel tomo, un ricordo si perse per quella via, senza che lei se ne accorgesse...
    Lilith Clarke

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    Regina Beauvais ~ DioptaseLa vita di Regina era sempre stata molto, ma molto lineare e lei l'amava per quello. Era una persona amante del controllo, era una persona che adorava sapere quello che gli succedeva intonro e quello che succedeva ad un palmo dalla mano da lei, praticamente il contrario di quello che era il suo migliore amico. Forse era per quello che andavano così d'accordo tra di loro: ognuno aveva la propria vita ed entrambi, ogni volta che volevano, facevano intrecciare le loro vite come se niente fosse e con una certa naturalezza. Ma Regina, era una ragazza determinata e quando si metteva in testa qualcosa niente e nessuno poteva distoglierla dal suo obiettivo. Aveva una cotta per Blake e lo aveva detto solamente al suo gemello, mapiù perchè era parte di lui che per altro. Era come se fosse comunque qualcosa che gli doveva e che non poteva nascondere a nessuno. Dirlo ad Adrien era come dirlo a se stessa e la cosa non gli dispiaceva affatto. Ovviamente, alla fine lo aveva saputo anche Julian, ma non le interessava, anche con lui non aveva nessun tipo di segreto, quindi il problema non si poneva. Quella mattina aveva ricevuto un sacco di complimenti a lezione di magia verde e la cosa non poteva che renderla felice visto e considerato che era una delle sue materie preferite insieme a pozioni, quindi quando uscì da lezione, a testa alta come sempre e nella sua divisa perfettamente stirata sul corpo, un pò corta verso il sedere visto e comunque che si, era magra, ma era comunque muscolosa visto e considerato che faceva molta danza, e si diresse verso i corriodi. Adesso se qualcuno li credeva nelle coincidenze, avrebbe detto che quella foto, in quel momento fu provvidenziale. Regina stava proprio pensando alla sua prefetta ed il suo modo di fare. Aveva una buona media, aveva quello che sarebbe stato suo marito e tutti le volevano bene. Era ovvio che avesse indagato ed era altrettanto ovvio che si era informata su i lei, la sua vita, il suo passato e la sua famiglia. Ovviamente tutto quello che c'era in giro e niente di più. Comunque era certa che lei e Blake non stavano insieme, ma era ancora più certa che Blake era comunque preso da lei. Si abbassò con eleganza, raccolse la foto, sorrise appena, con il pollice toccò il volto di Blake e poi sospirò. Oh! Si stava odiando da sola, ma andò verso la ragazza richiamando la sua attenzione schiarendosi la voce. Regina Beauvais, dioptase, primo anno. Credo che questa ti sia caduta e sia tua. Era formale ed a volte poteva sembrare anche molto fredda, in realtà era sensibile, a modo suo, ma comunque sensibile.


     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    La vita a scuola stava tornando ad essere complicata e per quanto cercasse di tenere la mente impegnata, lo studio e gli allenamenti non bastavano per poter non cadere nella tentazione di cercare Blake e piangergli addosso dicendogli quanto cazzo lo odiasse, perché lo amava. Sì. Lo odiava perché amava ogni singolo respiro che faceva e gli mancava come ad un a detenuto mancava la libertà.
    Quella mancanza di ossigendo si stava facendo tangibile, sentiva come se qualcuno le stringesse la gola e potesse ucciderla da un momento all'altro.
    Voleva uscire fuori, voleva scappare da quelle mura. Quando sarebbe arrivato il weekend? Possibile che era ancora così lontano?
    Le sue falcate erano decise e rapide, barcolanti, certo e ogni tanto la costringevano a deviare la direzione per non finire di faccia contro il muro, ma si vedeva che avesse fretta di scappare da quei corridoi e di raggiungere uno spazio aperto, soprattutto perché sul suo volto c'erano lacrime che scivolavano calde.
    Quando sentì qualcuno alle sue spalle schiarirsi la voce, Lilith poggiò un braccio al muro, sgranando le iridi celesti. Cercò di mettersi dritta e di ignorare quel voltastomaco che aveva. Rapidamente ricacciò via le lacrime, lasciando la pelle umida, ma comunque senza traccia, se non un po' di trucco sciolto, quindi quel nome le risuonò nella testa.
    Un'altra di quelle che sbavava dietro Blake, lo aveva sentito nei bagni delle ragazze, che credevano che fosse una sua ottima sostituta. Gonfiò il petto e cercò di voltarsi, provando a sembrare sicura e fingendo che non stesse piangendo. Guardò prima il volto di Regina, poi la foto. Mandò giù il rospo, nel vedere quei sorrisi e uno spasmo delle labbra parve quasi far sussultare un sorriso che subito si spense, mentre di nuovo gli occhi bruciavano. Non doveva piangere davanti ad una che probabilmente era sua concorrente per il cuore di Blake, quindi allungò le dita affusolate verso la foto e arricciò le labbra, portandola al cuore e stringendola «Grazie...» - sussurrò appena, con la voce che le si spezzò in un conato di vomito che la portò a piegarsi su se stessa, sulle stesse gambe, mentre la mano venne portata alla bocca.
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    Regina Beauvais ~ Dioptase Regina era sempre stata una persona attenta. Se si poteva davvero descrivere il suo modo di fare si poteva utilizzare la parola: impeccabile. Sapeva essere una di quelle rapide, svelte, appariscenti, ma se non voleva essere vista allora spariva nel nulla, se voleva essere invisibile lo diventava. Erano passati 3 mesi circa da quando era entrata in quella scuola e si, aveva una cotta per Blake, ma non come le altre ragazze. Lei non voleva una relazione con lui, non aveva mai pensato di baciarlo o di provarci con lui. Regina lo stimava come artista visto che anche lei cantava, gli piacevano le sue canzoni, le sue dirette, lo seguiva come fa una fan con il proprio artista preferito. Inoltre, indagando su di lui, aveva scoperto che Lilith era una ballerina e chi meglio di lei poteva capire quella sua passione? Certo, avrebbe voluto passare del tempo con il fidanzato della ragazza che era vicino a lei, magari si sarebbe semplicemente infatuata ancora di più, ma era un interesse puramente artistico. Regina non sarebbe mai riusita a sopportare tutto quello che sopportava la riccia affianco a lei. Ovviamente, ancora non entrava veramente in questa consapevolezza, ma quando vide Lilith in quella maniera, si strinse nelle spalle. Posso farti una domanda personale? Il suo tono era cambiato. Regina, sotto molti aspetti, era molto simile alla Clarke. Neanche lei aveva mai avuto amiche femmine e quando le ragazze le si avvicinavano o era per soldi, o per Adrien. Non era sicura che qualcuno si fosse mai davvero avvicinato per lei. Ovviamente a lei non interessava, aveva un obiettivo da raggiungere e ce l'avrebbe fatta senza ombra di dubbio, ma in quel momento poteva capire la solitudine della riccia - che poi Regina aveva fatto tutto da sola, non sapeva, effettivamente se si sentisse sola - come nessun'altra in quella scuola. Com'è davvero stare con Blake? Non era una vigliacca e non avrebbe finto niente di quello che non era realmente. Si era fatta notare, il suo nome era comunque quello di una studentessa modello, era antipatica ed era sempre completamente sola, quindi ci voleva poco per esorcizzarla tra i primini e comunque Lilith era una prefetta. Credo che ci sia una foto molto simile sul suo profilo... Non l'avrebbe consolata, non le avrebbe chiesto come stava, non era da lei e forse neanche le interessava, ma era curiosa, ed inoltre quella ragazza non le aveva fatto assolutamente niente.


     
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    In quel momento la sola cosa che le serviva era aria e quel piegarsi per il conato di vomito, forse avrebbe dovuto far capire a Regina che non era il momento di parlare. Le dita attorno al suo ventre si strinsero, quasi volesse staccarselo. Lilith non amava parlare dei fatti suoi soprattutto con qualcuno che conosceva praticamente niente, desiderava essere sempre perfetta agli occhi di tutti e quel suo star male, in quel momento, vanificava tutte le fatiche che aveva fatto in quegli anni. Quella ragazzina sembrava non voler desistere dal rassegnarsi che avesse fatto una buona azione e ora poteva tornare ai suoi affaracci.
    Schiuse le labbra e soffiò quasi a voler ritrovare la giusta stabilità per lo stomaco, quindi stringendo i denti, si raddrizzò, pronta a congedarsi da lei, così come aveva fatto dalla lezione poc'anzi. Ed invece, Regina decise bene di instaurare una conversazione.
    Lilith gonfiò il petto di nuovo, quindi, il suo sguardo celeste si posò sul volto più scuro di lei, cercando di fissare le proprie iridi in quelle scure della ragazza. Non rispose, se non con quello sguardo che stava dicendo tutto e niente, l'avrebbe ascoltata e si sarebbe riservata la scelta di risponderle o meno, quindi attese, mentre rivedeva in lei la ragazzina che era arrivata lì ad Hidenstone il primo anno, sicura di sé, determinata. Poi pensò a se stessa e a cosa fosse successo: l'arrivo di Blake nella sua vita, lo stupro, i gemelli...
    Tutto aveva solo un'unica costante: Blake. E di nuovo quella stretta si fece preponte, ma Lilith strinse i denti, indurendo appena il suo volto chiaro, mentre quella domanda le veniva posta. Gli occhi di lei rimasero fermi sullo sguardo di Regina, ma i suoi capelli ricci iniziarono a cambiare colore, variavano dal viola al grigio antracite, non trovando una vera combinazione. Non avrebbero mai raggiunto il nero, perché Blake non era lì.
    Si prese del tempo, voleva rispondere a quella domanda? Ancora non ne aveva certezza. Ricacciò quella foto dentro il suo libro, stringendo poi questo ai seni. Alzò le spalle, per poi schiudere le labbra lentamente, voleva dire qualcosa, ma l'unica cosa che fece fu girarsi di spalle e cercare di muovere qualche passo.
    Ne fece uno, due forse e si fermò. «Un favoloso inferno.» - il tono di Lilith si alzò di poco, mentre le dita divennero bianche per quanto stringeva i bordi di quel libro. Aveva riassunto la loro storia nelle due parole che si addicevano di più: favoloso, era favoloso; stupendo, bellissimo, riuscivano a intrecciare quel loro essere opposti nella maniera in cui nessuno avrebbe potuto fare, Blake era l'esatta parte mancante del suo tutto, quella metà che serviva per completarla. Un inferno, mai più luogo fu adatto per quello che rappresentava il dover stare vicino a qualcuno che era instabile emotivamente, qualcuno che rischiava di frantumarsi dentro ed esplodere di rabbia fuori, qualcuno che era circondato da persone come Regina, che lo desideravano come se fosse l'oggetto più prezioso sulla faccia della terra.
    Rimase di spalle alla concasata, quindi, non tanto per ignorarla, quanto per proteggere se stessa da tutto il resto. Sgranò le iridi sentendo che sul suo profilo ci fosse ancora quella foto, si era imposta di non andare a guardare i suoi social, per evitare di strapparsi il cuore dal petto a mani nude.
    Il capo di Lilith si voltò appena verso sinistra, con la coda dell'occhio cercò Regina «Beauvais.» - la chiamò con un tono diverso da quanto avesse fatto prima, una melodia melanconica ma comunque calda «Hai mai amato qualcuno?» - c'era un motivo per quella domanda, seppur poteva sembrare sconnessa da tutto il resto.
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    Regina Beauvais ~ Dioptase In quel momento si rendeva conto che avrebbe dovuto odiare la ragazza che aveva di fronte, perchè lei aveva tutto quello che lei voleva e Regina sapeva che non avrebbe mai potuto ottenere quello che lei davvero desiderava di più: ossia un ragazzo come Blake che nonostante tutto e tutti amasse solamente lei. Non era una che guardava il muro o le sue scarpe quando parlava con le persone, era una che sosteneva lo sguardo a tutti i costi, che aveva una dighità così alta che non riusciva in nessun modo a piegarsi, ad essere flessibile su quello che pensava e su quello che credeva. Sostenne lo sguardo del suo prefetto fino a vederla girarsi di spalle e muovere qualche passo. Non fu la risposta che si aspettava. Sgranò in fatti gli occhi. Perchè dovrebbe essere un inferno? é bello, sfrontato, determinato, è sempre sicuro di se, è leale con i suoi migliori amici e si vede che combatterebbe per te fino a morire o a uccidere. Quelle parole furono dette con un pizzico di invidia. Non invidia per lei, ma per quello che le era stato concesso. Regina poteva anche essere una stronza, ma aveva dei sentimenti. Il fatto di non avere neanche un'amica, anche se non lo dava a vedere, le pesava, il fatto di essere sempre al top e volersi sentire sempre in quel modo, era qualcosa che le veniva da una forte insicurezza sulla sua persona. Era una che leggeva ed aveva letto un sacco di testi psicologici che dicevano che chi cercava di dimostrare sempre qualcosa era perchè non si sentiva mai all'altezza e di conseguenza si impegnava più degli altri, cercava di stare sempre un passo avanti agli altri, e Regina era esattamente così. Ma non era una stupida. Sapeva che le persone migliori di lei potevano solamente insegnarle qualcosa e farla diventare un pò migliore di quello che era, e per quello non provava invidia per Lilith, perchè se avesse avuto più umiltà, un altro carattere ed un'altra storia, avrebbe fatto quello che aveva fatto Ayla per anni. Comunque, fu contenta del fatto che lei non se ne andò, ma quella domanda la spiazzò comletamente. Io...Perchè la sua mente aveva raffigurato il volto di Julian? Scosse il capo. Lei era innamorata di Blake non di Julian eppure, in quel momento non riusciva a far altro che pensare a quel maledetto riccio. Da cosa lo capisci se sei innamorata di una persona? Era una spada su ogni materia ma sentimentalmente faceva schifo, in fondo non si era mai confrontata con nessuno su quelle cose. lei e la sua maniera di volersi sempre far vedere perfetta ed impeccabile. A volte si odiava.


     
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    Una cosa che lei e Blake aveva sicuramente in comune era la capacità di entrambi ad essere da modello e da insegnamento anche quando non volevano, quando volevano pensare a loro stessi e quando meno se lo aspettavano, da chi non si aspettavano nemmeno potessero voler imparare qualcosa da loro.
    La domanda di Regina le fece sbuffare una risata sarcastica. Tutti quegli aggettivi per Blake erano i classici che gli venivano affibiati da chi non lo conosceva. Lentamente la riccia, mentre l'altra parlava, si girò a guardarla con quegli occhi un po' stanchi ma comunque determinati. Su una cosa aveva ragione, Blake sarebbe morto o avrebbe ucciso per lei e sentirlo dire da chi non lo conosceva affatto, la colpì profondamente, ma ormai aveva indossato la maschera di chi avrebbe nascosto qualsiasi emozione all'esterno, quella che aveva indossato il primo anno, prima che Blake scalfisse il muro dei suoi sentimenti, distruggendolo e ricostruendolo con un lucchetto di cui solo lui aveva la chiave. Sentì quel pizzo d'invidia e l'increspatura appena accennata nelle labbra di Lilith si sollevò, quasi in un sorriso di insufficienza: non credeva che non fosse da invidiare, ma voleva che gli altri capissero che lei e Blake erano una cosa sola e che non sarebbero riusciti a dividerli, nemmeno a così tanta distanza. Schiuse le labbra «Regina, giusto?» - confermò il suo nome, quasi a voler prendere un briciolo di sicurezza e rendere più personale quel loro discorso «Sei davanti a due pasticcerie: una è curata dentro e fuori, la vetrina luminosa, dolci di qualsiasi genere. Perfetta. L'altra esternamente è diroccata, non ci sono nemmeno le luci e non ha vetrina, angusta e piccolina. Immagino che tu entrerai in quella luminosa, dalla quale si sentono mille profumi.» - parlava piano, con un tono basto seppur senza alcuna emozione all'interno «Poi scopri che quella pasticceria nuova e favolosa, dentro è piena di cose da aggiustare. Però, ci sei entrata e adesso inizi a raccogliere un tovaglio che hai fatto cadere, a sistemare il cestino che era un po' storto e alla fine diventa la pasticceria dei tuoi sogni, quella dentro cui solo tu puoi entrare e vedere la verità di cosa contiene. E quella pasticceria sarà il tuo piccolo gioiello e anche se non l'hai messa al mondo tu, la proteggerai al costo della vita, calpestando anche i cadaveri di chi si ferma solo a guardare la sua vetrina. Sai perché? Perché se fuori è favolosa, solo tu sai che dentro non è così perfetto, ma quella sua imperfezione rende perfetta anche la tua di imperfezione e così... siete perfetti insieme.» - era certa che Regina avrebbe capito quella metafora, conosceva i suoi voti, si informava su tutti i suoi concasati, così da aiutare chi ne aveva bisogno e lei...non ne aveva bisogno. Blake esternamente era perfetto, ma dentro, lei aveva trovato l'apocalisse e l'era piaciuta, ne avevano fatto il proprio regno e avrebbe difeso quel suo trono fino alla morte, per proteggere il suo re.
    Guardò la ragazza scuotere il capo e poi farle quella domanda. Lilith sorrise, questa volta dolcemente «Quando anche il vostro litigare diventa necessario, quando pensi di poter scalare la cima del monte più alto da sola, ma che con lui sarebbe più divertente. Che... quando anche sei stanca di tutto, della tua giornata, delle persone; lui è l'unica cosa che può starti accanto e puoi gridargli contro quante volte vuoi che lo odi, ma dentro sentirai sempre di aver la necessità di cercarlo, anche inconsapevolmente.» - pensava a Blake mentre parlava e il suo sguardo si fece lucido di nuovo «Quindi, ora ti chiedo: sei innamorata, Regina?» - la domanda era leggermente diversa, mentre lei sosteneva fiera lo sguardo dell'altra, scrutandole dentro.
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    Regina Beauvais ~ Dioptase Tutto avrebbe pensato nella sua vita tranne di rimanere li a parlare con l'unica persona alla quale non avrebbe mai voluto dare davvero confidenza. Era assurdo pensare che una come Regina si mettesse a parlare con la ragazza che gli aveva soffiato l'amore della sua vita. Eppure, adesso che era li, adesso che stava parlando con lei, sentire quelle cose così intime da parte della riccia su Blake Barnes, sentirla parlare con quel tono di voce e quel sublime sguardo innamorato, non gli veniva neanche in mente di fare tutte le cattiverie che aveva sempre pensato di volerle fare. Era come se parlare, in quel momento, di Blake era una metafora per parlare di un'altra persona. Ma più quel nome gli veniva in mente mentre la riccia parlava, più lei si indispettiva. Non voleva neanche pensare a quanto in realtà era semplicissimo agli occhi di tutti. Annuì alle sue parole più di una volta, come se stesse prendendo appunti mentalmente, come se le parole di Lilith stessero scavando in un angolino della sua mente ben precisa, ben assorta e la cosa non gli piaceva, quindi non solo era concentrata per cercare di capire il loro rapporto e come in realtà fosse davvler Barnes, ma era anche concentrata per evitare in tutti i modi di pensare a quello stronzo di Miller che non faceva altro che scoparsi qualsiasi essere vivente a destra e a manca. Si morse il labbro ed abbassò di nuovo lo sguardo. Quindi è così che ci si sente quando si è vicino alla persona giusta! Lo disse come se avesse trovato la soluzione chissà a quale enigma della sua vita. Si morse ancora il labbro e poi i suoi occhi scuri andarono a finire esattamente in quelli chiarissimi di Lilith, questa volta sorrise appena, dolcemente e forse anche un pò timida. Regina aveva una maschera infrangibile sul volto, ma era piena di sentimenti e soprattutto di emozioni, semplicemente aveva paura di mostrarle. Non preoccuparti, non sono una di quelle che si frega il fidanzato altrui. Non servono le minaccie velate, sia perchè non sono poi così tanto velate, sia perchè si vede lontano un miglio che Barnes ha occhi solo per te. Può fare quanti occhiolini che vuole in giro, solo una stupida non si accorgerebbe che quello è il suo modo di fare. Non voleva fare la maestrina con Lilith che lo conosceva sicuramente meglio di lei, ma era quello che pensava e soprattutto era il suo modo di fare quello di dare lezioni di vita e di tutto agli altri. Forse si, Regina era più simile alla sua prefetta di quanto pensasse realmente. Anche se continuo a pensare che sia bellissimo! Era la verità, ma lo disse più per sdrammatizzare che per altro. Poi la risposta alla sua domanda fu un catapultarsi di immagini nella sua testa. Non sapeva come farle smettere e vedere Julian in ogni suo ricordo, in ogni sua litigata, in ogni scena della sua vita come se fosse realmente sempre vicino a lei come mai nessuno aveva fatto le fece chiudere gli occhi fortissimo, come se volesse smetterla di pensarlo ogni volta che Lilith nominasse la parola amore. Scosse il capo. NO.Direi che non sono innamorata. Ma di fronte a lei non aveva una stupida, e comunque dire che non era innamorata era ammettere anche che non lo era di Blake, il che era pura e semplice verità. Ma non dirlo a Miller. Si mise entrambe le mani sulla bocca. Davvero lo aveva detto ad alta voce? Si stava maledicendo da sola in quel momento!


     
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    Lei che dava consigli sull’amore, davvero le cose erano diventate strane in quella scuola. Stentava a crederci lei stessa che tutto quello stava accadendo davvero e per di più con una delle matricole su cui girava quella voce che ormai ogni anno Lilith doveva affrontare, una nuova cotta per Blake. Solitamente avrebbe girato i tacchi e le avrebbe detto di tornarsene a studiare, che era meglio per tutti; tuttavia, quella volta aveva deciso di fermarsi, parlare con Regina e spiegarle forse cosa davvero la spingeva ad amare ancora Blake, con tutti gli alti e i bassi che entrambi vivevano per quella relazione dal primo anno di scuola. La prefetta cercava di dare quanto più possibile l’idea di cosa significasse per lei innamorarsi davvero di qualcuno, innamorarsi sul serio di una persona. Blake era l’unico che era riuscito a far innamorare Lilith, nonostante alla riccia non fossero mancati spasimanti e relazioni prima del suo arrivo; ora non poteva negare di aver tentato di assopire quel sentimento, ma ogni volta che ci provava, le cose andavano male e ritornava a guardare la notte le loro foto, a cercare di riprendere in mano quel pezzo della sua vita che le mancava terribilmente. Annuì appena a quella affermazione della matricola, con un cenno del capo molto lento ma sicuro: lei stessa, parlando con Regina, si era accorta che anche il loro continuo discutere era aria per i suoi polmoni, che il loro urlarsi dietro era il modo materiale che entrambi avevano per dirsi quanto si amassero. Erano così e forse questo li aveva avvicinati a tal punto da renderli unici. Sbuffò una risata amara a quel che successivamente disse la primina, scuotendo il capo quasi con rassegnazione «Se ti avessi voluta minacciare lo avrei fatto già prima di poter arrivare a questo punto, Beauvais.» – ammise con sincerità, sussultando poi a quel suo successivo dire, quel suo insinuare che Blake non avesse occhi che per lei, come se quelle parole potessero, in qualche modo darle quella sicurezza che mancava nuovamente. Non disse nulla a riguardo, calò solo gli occhi celesti e strinse i denti, cercando di mantenere una postura che mostrasse sicurezza, quando risollevò lo sguardo sulla concasata «Certo, è la pasticceria bellissima.» – riprese la sua stessa similitudine quasi a volersene convincere lei stessa del fatto che avesse messo piede in quel gioiello che avevano provato a sistemare insieme. La risposta di Regina fece quasi sorridere la Prefetta, che si ritrovò ad osservarla con mal celata dolcezza adesso, dolcezza che aumentò quando si portò le mani alla bocca «Forse non lo sei di Blake» – respirò piano «So che magari non ti servono consigli, da me soprattutto, ma se credi di essere innamorata di qualcuno, non aspettare che vada via con qualcun altro.» – scostò lo sguardo, trovando rifugio nell’osservare le mura «E non dirò niente a Miller, tranquilla.» – le sorrise, tornando ad osservarla di nuovo.
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