Spike vs Markab

Markab Castlewine'Rieccoci... si va in scena!'
Il calice aveva di nuovo sorteggiato il suo nome, anche se ci era voltu del tempo, essendo necessario che arrivasse la notte, ma ancora una volta gli aveva offerto un avversario interessante, anche se in maniera diversa da come lo era stato Kenna.
"Ad Halloween mi sono imbattuto in un fantasma di voi" Markab era entrato nell'arena allargando le braccia e salutando il pubblico, specialmente femminile, mostrando fieramente il proprio
outfit, sicuro che i suoi sponsor avrebbero apprezzato, poi si era portato al centro del campo per i saluti di rito e lì aveva approcciato Spike "E' stato un osso davvero duro... e so che non sarai da meno." affermò lui, con tutto l'interesse di questo mondo per elogiare il suo avversario: che avesse vinto o perso, comunque, sarebbe stato più dolce farlo.
Si allontanò dei dieci canonici passi, lanciando un bacio a chi aveva eretto un cartello chiedendo di farla sua, e notando l'arena cambiare rise "Anche ad Halloween avevo un'area da paura" affermò lui, ostentando sicurezza, ai limiti dell'arroganza, imprecando un po' per un luogo che pareva più affine all'altro che a lui. La cosa, invero, lo faceva rosicare, e non poco, sicché puntò prontamente la bacchetta contro l'altro "Fobeo Lapide" decretò lui, con un lieve ghigno sul volto 'Temi la morte, non-morto' si disse lui, osservando poi attorno a sé gli spettri.
Li studiò, perplesso, non particolarmente entusiasta "Ehi... non si gioca con la vita dei bambini..." affermò lui, analizzandone la posizione e l'atteggiamento, salvo poi puntare direttamente contro l'avversario, avvicinandolo.
"Bellum Patronum" comandò lui, cercando di evocare una daga tra le sue mani rilucente come un Patronus "Che ne dici di un bel corpo a corpo?" concluse lui, caricando poi il vampiro e provando a menare un fendente diretto al suo torace.
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Markab CastlewineSpike non spiccava per simpatia e calore umano (ah-ah) e la cosa indispettì un po' Markab, che comunque al momento non espresse il proprio disagio 'Saranno le bacchette a parlare' decretò lui infatti, realizzando poco dopo che anche le armi lo avrebbero fatto.
"Ma allora sai parlare" constatò con soddisfazione tramite un ghigno feroce che si dipinse sul volto, lieto di aver acceso l'interesse del vampiro e averlo coinvolto in qualcosa di meno comune dell'atteso in quell'area: uno scontro corpo a corpo.
'Colpi, corpi sudati, spade sventolate... la mia vita' si disse lui, anche se forse si stava riferendo ad una versione porno della cosa, comunque identificandosi come a proprio agio in quello scontro, anche se ciò implicava credere molto in sé, dato che Spike era un vampiro e quindi per definizione forte come un toro 'Se non rischi... che cazzo vivi a fare?' si chiese lui, ben sapendo di non essere lì per diventare un auror o una guardia del corpo, bensì per raccontare al mondo la sua storia, anzi, il suo personaggio: un uomo forte, sempre sulla cresta dell'onda, sempre pronto a gettarsi ferocemente in qualsiasi azzardo e pericolo.
Gli andò sotto, dunque, anche perché il suo attacco a distanza era andato a vuoto, venendo per la seconda volta schivato, e ricevendo in cambio un colpo sulla spalla, che lo fece sibilare.
Fu a quel punto che venne colpito anche dallo spettro, cambiando umore e tinta 'E' così che la mettiamo?' pensò lui scoccando uno sguardo d'odio verso gli spettri, ma rivolgendosi poi solo al vampiro.
"Ma voi vampiri non dovreste essere forti come tori e resistenti? Cos'è tutto questo conigliartela dai miei attacchi?" lo provocò lui, indicandolo con la propria lama argentea, caricandolo poi frontalmente, salvo poi sparire nel nulla per ricomparire alle spalle di lui.
"A questo gioco sappiamo giocare in due sai?" disse lui, cercando di menare un fendente verticale in salto alle spalle di lui, per poi scartare di lato, tenendosi comunque ben vicino e provando a colpirlo con la lama alla coscia destra per rallentarlo.
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Markab Castlewine'Mi stai ignorando, baby?'
Markab detestava essere ignorato, ma in quella precisa occasione lo era particolarmente: si era messo molto in gioco impostando quel tipo di scontro e il primo feedback ricevuto non era stato dei migliori e quel silenzio a lui suonava come una muta superiorità che lo stava facendo ardere dall'interno, feroce quanto il sentimento che gli avevano lasciato dentro gli spettri.
Detestava essere indifferente. Detestava essere ignorato.
Lo attaccò alle spalle per ricambiare il favore e la soddisfazione di vederlo a terra fu grande, maggiore delle grida che aveva intorno e anche dei complimenti di Murphy: sangue, questo voleva, e questo ottenne, peccato che fu il suo.
"Merda" ringhiò quando l'altro evitò col machete il suo attacco e alla fine lo fece sanguinare.
Si tenne la spalla, fissò l'altro e nel mentre udiva le parole di Murphy fu colpito dallo spiritello giallo. Fu così che divenne allegro, al punto che iniziò a ridere, sollevando in aria la propria arma.
"Ehi, Murphy, guarda che questa è un'arma esorcistica: a lui fa ben più paura di quanta ne faccia a me un cazzo di machete! JONATHAN BAKER MI MINACCIA UN GIORNO SI' E L'ALTRO PURE CON UNA STRACAZZO DI ASCIA BIPENNE, CAZZO VUOI SIA UN MACHETE IN MANO AD UN VAMPIRO CHE PASSA PIU' TEMPO A DIFENDERSI CHE ATTACCARMI?" domandò lui, scoccando poi un sorriso parecchio odioso, che faticava a non scoppiare in risata franca, manco stesse deridendo l'altro.
"Comunque mi sto divertendo a bestia, bro: fatti sotto!" avrebbe concluso lui, scagliandosi verso l'altro.
Si sarebbe portato davanti all'avversario, scansando poi di lato, oltre il braccio con cui impugnava il machete per trascciare su quell'avambraccio una lunga linea di sangue.
Una giravolta su sé stesso e poi avrebbe piantato l'arma nel fianco del ragazzo, ben consapevole che quell'arma era durata fin troppo 'Te la lascio come souvenir!' si disse lui, balzando poi indietro.
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Markab CastlewineAllegro o arrabbiato Markab era e restava solo una cosa: molesto e rumoroso.
Il loro scontro corpo a corpo stava facendo trattenere il fiato all'arena, ma questo non implicava che loro dovessero essere altrettanto silenziosi e anzi, via via, si fecero più chiacchieroni 'Il che vuol dire che abbiamo fiato da sprecare tutti e due'
"Chi è Baker? Il proprietario della migliore locanda di denrise, ma non ti consiglio di provare a fottergli l'arma, sia perché non è bello dire in mondovisione che ti inculi le cose, sia perché il suo capovillaggio è lassù... e quando Jon ti aprirà in due con la sua arma non muoverà un dito per te: è un Capitano, uno dei più feroci" e dei più avidi, ma questo lo pensò ra sé e sé, scoppiando a ridere da solo.
"L'arma comunque l'ha presa dal fabbro di Brugnir: penso tu possa comprarne una" se si tralasciava il piccolo problema che in genere i Garlic erano Cacciatori di Vampiri.
Lo scontro riprese più serrato di prima nonostante il mutamento emotivo: Amon aveva compreso qualcosa dell'arena che lui aveva totalmente ignorato e fu graziato per questo di un suo attacco 'Ahia' si disse lui, soddisfatto comunque del secondo attacco, venendo però scaraventato via con una violenza sovrumana.
"Fanculo..." disse lui, ridendo, a terra "Se ti piace la mia faccia possiamo anche risolverla da persone civili scopando, eh?" propose lui allargando le braccia "Anche tu non sei brutto... anche se non sei al mio livello" precisò lui, nel mentre qualcun altro lo trovava sexy: uno spettro blu.
"Ehi, no... la tristezza no!" protestò lui, anzi, pigolò. Tirandosi in piedi con fatica, decisamente meno incline ad essere spavaldo di prima.
'E ora che cazzo faccio, mi sono anche privato della mia arma!' si disse lui, incline allo sconforto, ma anche alla malinconia, cosa che lo portò a pensare a Skiler.
'Dove sei, fottuto tromba-gatti della mia anima!' si disse lui, trovando comunque in quel pensiero conforto e forse anche un suggerimento: il ragazzo, del resto, non lo aveva di recente assillato con l'astronomia, una materia che lui si era sempre rifiutato di comprendere, salvo poi sentir parlare di un incantesimo abbastanza tamarro da essere suo?
"Aries Fiant" comandò lui, richiamando il potere del suo segno zodiacale, circondando la sua bacchetta di quel potere fino ad otterene un cannone da braccio.
"So che non è un'arma da mischia... ma se ti tiro un cartone con questa voli comunque!" precisò lui, sparando un primo colpo, che però non fece detonare, cercando solo di farlo aderire al momento, sull'altro.
Poi sparò il secondo dardo energetico e solo a quel punto desiderò fare esplodere il primo, con lo scopo di impedire un'eventuale schivata nemica.
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