Oui, c'est moi.

Per Chloé

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    San Mungo
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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    Bionda sì, scema no. Jacqueline ci teneva a non sembrare la classica ragazza bionda bella e svampita, lo faceva per i propri clienti certo ma era tutta una messa in scena per apparire come loro la desideravano. Aveva una bella libreria nel suo appartamento, piena di libri: dai fantasy agli storici, passando anche per i gialli senzanza tuttavia disdegnare i manuali o libi d'arte, Classica o moderna non faceva differenza. Aveva appena finito una saga storica ambientata nella sua Francia medievale e la noia, e il suo non fare niente in quel sabato mattina la spinsero a vestirsi per uscire ed andare a cercare una nuova saga da iniziare. Si preparò con un paio di jeans, camicetta bianca, occhiali da sole scuri, nonostante il fatto che fosse nuvoloso il tempo, e una giacchettina di jeans. Sbadigliò, aveva fatto il turno di notte al San Mungo e fortunatamente per lei non c'erano stati problemi. Ci mancava solo un bel problema a farle perdere la pazienza e così si era limitata a giochicchiare con il telefonino su una app. Si guardò allo specchio e sbuffò, la notte insonne le aveva fatto venire dei bruttissimi cerchi scuri attorno agli occhi. «Che palle, dovrò dire loro che son disponibile solo per il turno pomeridiano.» Disse, tra sé e sé, sedendosi alla sua postazione trucchi per coprire quel contorno scuro e iniziare a truccarsi. Una volta pronta prese la bacchetta, la borsetta e uscì dall'appartamento pronta ad andare nel lato magico di Londra, Diagon Alley e cercare qualcosa da leggere quella stessa notte durante l'ultimo turno prima del riposo settimanale. Quale posto migliore del Ghirigoro? Si sarebbe aggirata per gli scaffali della libreria e, sbuffando annoiata quasi subito dalla ricerca si sarebbe diretta verso la commessa con un fogliettino in mano. «Ciao, bonjour, cercavo dei libri storici sugli Egizi. Dovrebbero essere sei libri: Il Dio del Fiume - Il Settimo Papiro - Figli del Nilo - Alle Fonti del Nilo - Il Dio del Deserto e L'ultimo Faraone di Wilbur Smith. Dovrebbe essere una saga completa, de toute évidence.» Le avrebbe rivolto un sorriso falsissimo mentre lo sguardo, celato dalle lenti scure, avrebbe esaminato la commessa dalle forme prosperose. Fosse stata ancora a Beauxbaton l'avrebbe presa in giro chiamandola femme canon.
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    Chloé Tournesol
     
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    Chloé Tournesol
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    Che Chloé non avesse bisogno né dell'approvazione, né tanto meno del benvolere di nessuno, questo era chiaro a chiunque la conoscesse da... Poco più di un minuto. Aveva un carattere deciso, per non dire esplosivo, e non si faceva problemi di nessun tipo a far sapere al mondo che, sì, lei era la Migliore, e che lo sapeva perfettamente, già solo per la maniera elegante, decisa e sicura di sé con la quale volteggiava da un'attività della Libreria all'altra sui suoi tacchi, come al solito, rigorosamente 12 e che, quel giorno, erano di un bel color rosso acceso. Esattamente come la sua personalità, insomma.
    Si salvi chi può! Il narratore non può.
    Fortuna che, aldilà di tutto quel suo andare per il mondo, come se quest'ultimo non fosse stato altro che la sua passerella personale, non mancando di lasciare di stucco (come minimo), al suo passaggio, un numero assai consistente di persone, Chloé era anche una donna che non disdegnava acculturarsi. Certo, la facilità con la quale passava da letture come "Via col vento e gli Ippogrifi" all'ultimo numero del "Cavillo" poteva avere, per alcuni comprensibilmente, un che di preoccupante.
    Quel giorno, oltre agli chiccosisssssssssimi tacchi qui sopra nominati, la frrrrrrizzantissima e quel giorno, per fortuna, di buonumore libraia, indossava un vestito a maniche lunghe dello stesso colore dei suoi fantasmagorici tacchi, abbinato a delle calze termiche e ad uno scaldacuore neri.
    La sera prima, Chloé era uscita a "prendersi una cosa" con Aurore, subito dopo il lavoro. Le lievi occhiaie con le quali si era svegliata quella mattina erano state, però, abilmente mascherate da una buona dose di trucco, sapientemente "distribuita" (niente, l'italiano della narratrice se n'è rimasto a letto, questa mattina..) lungo tutto il suo volto. Poi, con le note di una canzone di Shakira nella testa, si era diretta verso il Ghirigoro con passo scattante ed elegante, pronta a far mangiare la polvere a... Chi? A... Ad uno dei suoi numerosissssssimi Nemici! Con la N maiuscola, sì, sì! Chi vuoi che non ci tenga ad essere l'Acerrimo Nemico, o il Fortunatisssssssimo Alleato della Proprietaria della Libreria più Favolosa, Sfavillante (?) e Famosa del Mondo Magico?

    "..."

    Eh, te pare?

    << Try Everythiiiiiiiiiiiiiiing!!! >>

    Cantò a squarciagola, mentre toglieva tutti gl'incantesimi protettivi del caso dal Ghirigoro, dando ufficialmente inizio alla sua apertura. In un primo momento, la mattinata passò in maniera entusiasmante e senza eccessivi intoppi. Dal punto di vista di Chloé.
    Poi, arrivò Lei...
    Ora. La sicurezza di cui Chloé faceva tanto sfoggio non era recente. Lei era sempre stata così, da che ne aveva memoria! Sicura al 100% del proprio fascino, del proprio valore e delle proprie capacità, non era mai stata il tipo che si lasciava bullizzare come se nulla fosse. Anzi, era pure piuttosto Vendicativa, quando vedeva negli sguardi poco lusinghieri degli altri un torto vero e proprio, e non...

    << Bonjour, Mademoiselle... Bien entendu. Provvedo subito! >>

    Il riflesso di una loro debolezza, nonché di un loro gusto estetico palesemente difettoso. Chloé ricambiò, infatti, il sorriso falso della giovane donna con uno ricco di commiserazione. Povera cara, vittima di canoni assolutamente obsoleti di una società che ancora non si decideva ad evolvere apertamente verso ciò che era veramente Bello, ossia il Variegato (alla Nutella).
    La frrrrrrizzantissima libraia non tardò, quindi, con il suo solito brio autoritario, a richiamare a sé i suoi fidatissimi e fedelissimi assistenti:

    << Nerini! >>

    Il gruppetto di Nerini del Buio più vicino a lei, libero di qualsivoglia incombenza particolarmente urgente, si fece subito avanti. Il capo tribù delle cinque palline di fuliggine, che assolutamente Personne (sé, Ulisse) vorrebbe a casa sua, prese, educatamente, il foglietto dalle mani della bionda ed avvenente cliente e, senza perdere altro tempo, guidò gli altri Nerini verso l'ala del Ghirigoro dove si trovavano i libri della Saga che quest'ultima aveva richiesto. Il suddetto capo del suddetto gruppetto tornò con i primi due libri della fantomatica Saga, mentre gli altri lo seguivano (a distanza più che ravvicinata) con un libro ciascuno tra le minuscole braccine.

    << Ottimo! >>

    Si congratulò Chloé, prima di rivolgersi nuovamente alla sua cliente con fare frizzante, deciso e sbarazzino:

    << Quindi, vuole comprarli tutti e sei in una volta, Mademoiselle? Si tratta di un'ottima saga, effectivement! >>

    Disse, per nulla con fare affettato o conciliante, ma anzi, con la sicurezza di chi vede la propria opinione come una prova evidente del valore scarso o elevato di un'opera (come di qualsiasi altra cosa, del resto)!

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    Jacqueline De Lourant
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    La moda del curvy era un qualcosa di grottesco, se da una parte si valorizzava uno stile malsano e anoressico, valorizzare l'obesità era qualcos'altro di pericoloso. La Medimaga lo poteva vedere in Chloé, grassa e fiera di esserlo, non c'era nulla di male certo ma vedere quella donna atteggiarsi da superfiga quando altro non era che una balena grassa e sgraziata, reso ancora più evidente dal vertiginoso tacco dodici che faceva trasbordare il piede. Jacqueline sapeva che la cultura avesse un peso...ma non che fosse una taglia forte, si chiese se la libraia nonostante tutta quella cultura in formato cartaceo in cui lavorava era consapevole dei rischi a lungo termine di essere una lardona. Obesità e sovrappeso sono sempre state condizioni associate ad un'elevata mortalità e rappresentano, sia nel mondo Babbano che in quello magico, un importante fattore di rischio per le principali malattie croniche: malattie cardiovascolari, in particolare infarto e ictus, ipertensione, diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica, non c'era cura Magica o Babbana per alcune forme di tumori: in particolare il tumore dell’endometrio, del colon retto, renale, della colecisti, della prostata e della mammella. Povera cara, potevi scampartela dalle prese in giro dicendo di essere una Mezzogigante ma la verità era chiara e lampante di fronte agli occhi di tutti, le piaceva solo fare lo sport dell'alzo della forchetta. L’obesità aumenta anche il rischio di malattie della colecisti, comunemente detti calcoli, e delle malattie muscolo-scheletriche in particolare artrosi degenerativa. Solo quando il suono fluente e musicale della propria lingua natia arrivò alle orecchie di Jacqueline questa osservò ancora meglio la donna, i cui lineamenti erano nascosti sotto strati di trucco come se quel espediente riuscisse in qualche modo a mascherare gli strati di doppio mento, tentando di capire se la conoscesse. Non che le importasse, non avrebbe mai degnato di un secondo sguardo una donna del genere, figurarsi farsela amica. «Bien sûr, en plus l'auteur des livres est, ou plutôt était un Zambien sud-africain naturalisé, il connaissait donc très bien l'histoire de ses romans.» Parlare la propria lingua naturale era una manna dal cielo, nonostante sapesse molto bene l'inglese Jacqueline non nascondeva le proprie origini Parigine e trovare una compatriota le dava modo di esprimersi nella propria lingua. «Tu es Français? Quand êtes-vous allé à Beauxbâtons?» Certo, se Chloé avesse confermato che fosse stata francese e che aveva frequentato Beauxbâtons Jacqueline avrebbe subito pensato che la ragazza avesse evitato come la peste la magica fontana dei Flamel che, con la sua acqua, offriva rimedi curativi e di bellezza. Sapeva bene che gli obesi erano anche quelli che soffrono maggiormente di depressione, che la mascherano con eccessivi comportamenti di euforia e vivacità. Ancora non era stata inventata una pozione o incantesimo per bruciare i grassi, sempre se non si teneva conto dell'Ardemonio, in quel caso Jacqueline avrebbe volentieri prescritto e applicato quel tipo di cura. Il buon dottor Nowzaradan avrebbe potuto fare un interessantissima puntata di Vite al limite sulla libraia del Ghirigoro. Certo, nella vita per essere importanti bisognava avere un certo peso, ecco Chloé quella massima l'aveva presa alla lettera. Sotto le flaccide spoglie della donna di fronte a sé c'era un enorme mancanza di carattere e il suo modo di atteggiarsi, ostentando una sicurezza che forse era solo un riflesso di difesa per un corpo che avrebbe potuto in realtà essere normale. Estrasse il proprio magifonino, controllando se ci fossero altri libri di quella saga e con sua somma sorpresa scoprì che l'autore aveva pubblicato un nuovo libro della saga quello stesso anno. «Attendez, je viens de voir qu'il y a un septième livre : Le Nouvel Empire.» Si sarebbe abbassata gli occhiali da sole quel tanto da squadrare la libraia da capo a piedi, un sorriso sarebbe comparso sul volto della Medimaga notando l'abbigliamento fin troppo vistoso della donna che date le dimensioni del suo corpo più che un abito lo faceva apparire come un tendone da circo, per poi storcere le labbra con disgusto. Il tono della voce certo non nascondeva un certo fastidio nel doversi correggere e chiedere un libro in più.

    //«Naturalmente, inoltre, l'autore dei libri è, o meglio era uno zambiano sudafricano naturalizzato, quindi conosceva molto bene la storia dei suoi romanzi.»
    «Sei francese? Quando sei andata a Beauxbatons?»
    «Aspetta, ho appena visto che c'è un settimo libro: Il Nuovo Regno.»

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    Chloé Tournesol
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    Chloé non era la figlia di un famoso stilista e di una famosa ex-modella per niente, su quello non potevano esservi dubbi. Aveva la sicurezza di sé necessaria per muoversi con passi fieri, precisi ed eleganti, nonché il gusto per abbinare con maestria i propri abiti e per truccarsi con tecniche precise e ben collaudate, per quanto scegliendo, spesso e volentieri, colori che nulla avevano a che vedere con la sobrietà.
    E non avendo alcun tipo di sentimento di onta verso se stessa, anzi, non sceglieva mai, come poteva capitare ad altre persone, vestiti e scarpe che non fossero perfettamente della sua taglia, e che non valorizzassero le sue curve.
    Chloé amava vivere e, in particolar modo, amava la sua vita e, ancora di più, se stessa. Le sue scelte erano le sue, personali, dettate dal suo modo di essere e dalla sua storia.
    D'altronde, quando a propinarle determinati commenti erano un paio di ragazzi ubriachi che l'alcool rendeva particolarmente tronfi e spavaldi, l'eventuale parte salutista dei suddetti commenti non poteva che farla ridere con sdegno. Prima di schiantarli o altro, quando riuscivano a farla uscire fuori dai gangheri. Ma ciò non accadeva poi così sovente, dai. A modo suo, stava imparando ad essere paziente.
    ...
    Più o meno. A modo suo. Sicuramente più di quando abitava a Paris! Il che non era poco.
    Ciò non le impedì, comunque, di alzare appena un sopracciglio, con tanto di sorriso interrogativo, agli sguardi particolarmente marcati di quel grissino che, per una ragione a lei sconosciuta, continuava a portare degli occhiali da sole al chiuso.


    "Forse crede che ciò le permetterà di avere più classe..."


    Se voleva che si mettesse in posa per permetterle di fare una foto con la Magnifica! Splendida! libraia del Ghirigoro, non c'era che da chiederlo, d'altronde. Mah. Forse era timida? Dal modo in cui le stava comunicando i libri che intendeva, non le sembrava proprio.

    << Oh, cela ne fait pas très longtemps! Peut-être avons-nous été à Beauxbâtons ensemble. Je suis de Paris, et toi? >>

    Chloé, grazie a Merlino, non era solo dotata di curve; ma anche di autostima. Parecchia autostima. Troppa autostima. Ciò le permetteva, ad ogni modo, di sprizzare adrenalina da tutti i pori per il semplice gusto di... Sprizzare adrenalina da tutti i pori. Fine. Quando le venne comunicato dalla sua cliente che voleva comprare anche l'ultimo libro uscito, dedicò un cenno del capo, con un sorriso d'intesa, ad uno dei Nerini del Buio, che prontamente tornò con il volume richiesto.
    La libraia non poteva affermare di essere chissà che portata per l'empatia, in compenso, non le sfuggì lo sguardo ancora più marcato di quel grissino biondo, nonché la sua sottospecie di smorfia, e... La ragione per la quale, forse, aveva avuto la "brillante idea" d'indossare degli occhiali da sole in pieno autunno, ed in un luogo chiuso.

    << Vous n'avez pas bien dormi, Mademoiselle? >>

    Forse aveva fatto troppa Fiesta, quel venerdì sera.
    ... Ed era ancora pronta a concederle il beneficio del dubbio sul fatto che volesse farsi una foto con lei, e che non sapesse come chiederglielo.


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    Jacqueline De Lourant
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    Con ancora la mano alzata posata sulle stanghette degli occhiali Jacqueline avrebbe ascoltato la risposta alla propria domanda. Sfilando gli occhiali da sole osservò uno di quei Nerini scivolare via per andare a recuperare anche l'ultimo dei libri che aveva richiesto. La creatura volò via sinuosa e la Medimaga poté immaginare come la donna di fronte a sé poteva dipendere da quelle creature per svolgere un lavoro tanto banale e noioso come quello; di certo, senza la presenza dei Nerini, a recuperare i libri chiesti sarebbe dovuta andare lei stessa e vederla aggirarsi attorno a quegli scaffali ricolmi di libri le fece visualizzare nella mente una scena ormai iconica in un famoso film della casa di produzione Disney: La danza degli ippopotami sulle note della Danza delle Ore di Amilcare Ponchielli.

    Con ancora un sorriso sulle labbra all'immagine evocata nella propria mente Jacqueline avrebbe riposto gli occhiali da sole nella custodia rigida.
    «Oui, je viens de Paris aussi. Ma famille possède une propriété à la campagne près de la ville. Jacqueline De Lourant, en ce moment je travaille à l'hôpital S. Mungo.» Avrebbe detto sorridendo lievemente, un sorriso di circostanza ancora frutto di quella visione. Avrebbe poi poi portato la mano alla borsetta estraendo un portafoglio Chanel coordinato alla borsetta. «Non, je n'ai vraiment pas dormir ce soir. Il arrive que lorsque vous travaillez de nuit à l'hôpital S. Mungo, vous n'avez jamais le temps de vous arrêter.» Rispose piccata, per poi notare sotto numerosi strati di trucco, un sorrisetto sfrontato sarebbe comparso in sostituzione di quello divertito per poi rispondere. «Je vois cependant que tu as aussi de jolies poches sous les yeux. Trop de sudokus ou un marathon... de séries télé, bien sûr.» Il sorriso si sarebbe nuovamente trasformato, da sfrontato a maligno, avrebbe controllato i libri che la libraia le passo notando l'insistenza con cui Chloé la guardava. «Voulez-vous par hasard une photo et un autographe?» Chiese, posando cinquanta Galeoni sul bancone per i libri.
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    Chloé Tournesol
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    Un gruppetto di cinque Nerini si avvicinò a Chloé, porgendole un foglietto che la fece sorridere ed annuire soddisfatta.

    << Parfait, parfait! Potete tornare al Terzo Piano, ragazzi. >>

    Li congedò. Quella giornata stava decisamente filando per il meglio. Anche per i Nerini del Buio, suoi fidatissimi assistenti che, nel vederla così di buonumore, non potevano che tirare, almeno nella loro mente, un sentitissimo sospiro di sollievo.
    Non tardarono, comunque, ad obbedirle e a tornare al suddetto Terzo Piano. La frrrrrrizzantissima e ssssssstilosissima libraia si voltò nuovamente verso la singolare cliente che le aveva chiesto una mano per trovare i libri che aveva l'intenzione di comprare. Singolare non tanto perché fosse una sorta di grissino biondo... Ma perché portava degli occhiali da sole in una giornata nuvolosa di novembre; ed in un luogo chiuso. E perché il modo insistente in cui l'aveva squadrata, già da attraverso gli occhiali, le era risultato essere a metà tra il singolare, appunto, e l'inquietante... Ma, ehi, una cliente singolare restava pur sempre una cliente. E, almeno fino a quel momento, quest'ultima si era rivolta a lei parlandole in modo cortese ed educato. Ragion per cui, nel dirigersi nuovamente a lei, Chloé le sorrise con il brio convinto e da commerciante che le era proprio.

    << Cet après-midi, nous allons recevoir pas mal de commandes, parmi lesquelles des nouvelles sagas, qui viennent tout juste de sortir! Si vous voulez revenir faire un tour par ici un de ces quatre, nous vous accueillerons avec plaisir! >>

    ("Questo pomeriggio, riceveremo un bel numero di ordini, tra cui delle saghe nuove, nuove, appena uscite! Se volete tornare a fare un giro qui uno di questi giorni, la accoglieremo con piacere!")

    Poté, tra l'altro, vedere quella singolare cliente, ad una certa, sistemare i suoi occhiali da sole nell'apposita custodia. E non era, comunque, vestita né in maniera sciatta, né tanto meno trasandata. Né con degl'abiti del mercatino dell'usato (o almeno non le risultava, e Chloé era sicura di non star minimamente sbagliando - comme toujours, del resto).
    Lo stile in sé le sembrava essere molto classico, un po' troppo classico magari, per i gusti personalissimi e sciccosissimi di Chloé, però non c'era male. Decisamente. E tali osservazioni portarono la Proprietaria del Ghirigoro alla conclusione di avere davanti una persona di origini benestanti, se non esattamente quanto, almeno all'incirca quanto lei. E quello non era un dettaglio da poco, in una cliente.
    La ssssssstitolissima e frrrrrrizzantissima libraia ascoltò la risposta che la bionda medimaga diede alla sua domanda:

    << Oh, je vois! Vous travaillez avec Aaron Barnes, alors? >>

    Chiese, e già solo da quella domanda si poteva vedere quanta stima potesse provare Chloé per il Monsieur Medimagò sopraccitato. Quando i libri furono stati tutti interamente portati e consegnati alla cliente, invece, la frrrrrizzantissima e sciccosissima libraia si accorse delle occhiaie di quest'ultima e chiese, educatamente, se per caso non avesse dormito. Si stupì del tono piccato che usò quel grissino biondo nel darle la sua risposta. Nonché un giudizio, un à priori palesemente non richiesto. E Chloé era la prima a provare ad anticipare le risposte, i gusti, e morti e miracoli delle altre persone... Ma quello, lei, non lo ammetteva minimamente.

    << On travaille aussi, en librairie, vous savez? Et après, on se fait plaisir avec des marathons de danse: avec ses potes, bien sûr! >>

    Rispose, con un sorriso ed un occhiolino ironici, reagendo d'istinto all'improvviso cambiamento comportamentale di quella singolare cliente, per quanto riusciendo a mantenere, grazie alle ossa che si stava facendo lavorando come proprietaria del Ghirigoro, dei modi di fare e di parlare cortesi. All'ultima "domanda" di quel grissino biondo, rispose, mentre incassava il suo pagamento:

    << À quoi me serviraient-ils, Mademoiselle? Voulez-vous un sac, pour vos livres? >>

    Chiese, mantenendo il suo frrrrrrrizzantissimo sorriso in volto.

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    Edited by Chloé Tournesol - 14/1/2022, 23:29
     
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    Jacqueline De Lourant
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    Non appena la proprietaria della libreria congedò i Nerini Jacqueline ascoltò le nuove parole della donna cannone, annuendo per le informazioni che le stava dando sull'uscita di nuove saghe. «D'accord, j'y penserai dès que j'aurai fini de les lire.» La Medimaga era stanca, oltre al turno notturno in ospedale si doveva sciroppare la disgustosa visione di quella obesa piena di sé. No ragazza il tuo ego lo hai preso, infilato in un panino ricoprendolo di burro e te lo sei mangiato. Jacqueline avrebbe annuito all'affermazione di quella palla di cannone ponendo il palmo delle proprie dita sopra la bocca, nascondendo uno sbadiglio pronunciato socchiudendo le palpebre. «Oui, bien sûr, je connais le Dr Barnes... comment ne pas le connaître?!» Disse, per poi pensare una nuova malignità nei confronti della compatriota. “Conosco anche il dottor Nowzaradan se è per quello, potrei presentarti a lui." Avrebbe completamente glissato sulle parole di lei lasciando che quei vaneggiamenti sulla danza, divertita dal fatto che, involontariamente, Chloé avesse rievocato l'immagine dell'ippopotamo ben presente nella sua mente. L'unica cosa che Chloé avesse mai fatto era lo sport della forchetta, la vedeva bene, sola a casa circondata dai suoi gatti con una vaschetta di gelato sulle gambe e un cucchiaio in mano. Con i libri pagati Jacqueline avrebbe potuto sollevare un sopracciglio alla domanda della mongolfiera. Un sacchetto sarebbe stata una caduta di stile ma soprattutto, la negoziante, avrebbe dovuto solamente attendere un secondo per la risposta di lei: uno alla volta i libri vennero riposti con cura all'interno della borsetta rivelando come questa fosse stata incantata con un pratico Incanto di Estensione Irriconoscibile. «Non, je ne pense pas que ce sera nécessaire.» Affermò divertita da quella dimostrazione di come la magia di quella branca le risultasse semplice. «Au revoir.» Avrebbe salutato per poi uscire dalla libreria e Smaterializzarsi a casa.
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    Chloé Tournesol
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    Autocelebrarsi costantemente era una dote (?) che non faceva decisamente per tutti, ma Chloé aveva sicuramente le caratteristiche necessarie per primeggiare in quel campo senza chissà quali sforzi. Ed anche in quel preciso istante, difatti, non tardò ad autocongratularsi con se stessa per il modo con il quale stava gestendo la singolare (ma senti chi parla) cliente che si ritrovava davanti e che, poverina, sembrava avere decisamente bisogno di qualche Guru di Sviluppo Personale da seguire. Anche solo per imparare a truccarsi in modo da nascondere meglio le sue occhiaie. Povera, povera ragazza.
    Nel frattempo, i Nerini del Buio continuavano a guardarsi con espressioni palesemente (almeno secondo il loro punto di vista) rassicurate e soddisfatte, tutti arzilli all'idea che quella giornata, così ben cominciata, aveva buone probabilità di vedere l'umore dell'autoritaria ed esplosiva libraia rimanere su dei binari più che positivi e... Più-o-meno-equilibrati, fino all'ora di chiusura del Ghirigoro! Per quanto potesse essere “equilibrata” una ragazza come Chloé, s'intende.
    L'empatia di Chloé non poteva dirsi un granché, ma a forza di avere a che fare con diversi tipi di clienti ogni giorno, qualche cosuccia aveva finito con l'imparare a notarla, in questi ultimi: il grissino biondo che si ritrovava davanti, per esempio, le sembrava avere i lineamenti del volto sempre più contratti, ed uno sguardo sempre meno cortese. Il che, di chic, aveva poco o niente.

    “Certi clienti non sanno proprio rilassarsi! A forza di spararsi solo tisane depurative e zero cioccolate calde, si riducono ad un solo ed unico fascio di nervi!”

    Pensò con sufficienza, estranea com'era allo stress del lavoro del mondo ospedaliero e, come detto qui sopra, all'empatia in generale. Sorrise, invece, con fare palesemente gongolante, all'elogio indiretto che il grissino biondo fece del suo amico il Monsieur Medimagò!
    Quando arrivò il momento di ricevere il pagamento della sua cliente, incassò il tutto e, al momento di rifilarle lo scontrino, le disse, con il brio ed il franc parler che le erano propri:

    << Vada a prendersi una cioccolata calda nel bar qui di fronte! Non solo è ottima, ma le farebbe anche bene ai nervi, probabilmente! Non mi ringrazi troppo, do sempre ottimi consigli, lo so! >>

    Glielo aveva detto in inglese, in modo da poter fare liberamente sfoggio del suo mirabolante e parfait accento londinese, perché, si sa (?): l'Arte dell'Autocelebrazione, c'est la vie!
    Nel vedere Jacqueline andare via, si autocongratulò nuovamente, e non poco arrogantemente, con se stessa, per il modo in cui aveva saputo gestire quella cliente che, poverina, le era sembrata soprattutto tanto, troppo stressata... Meno male che era arrivata lei, con i suoi ottimi consigli, per migliorarle la giornata! Ah, che animo altruista che aveva! E poi, così, poteva essere sicura al 100% che, quella cliente, avrebbe rimesso piede nella sua libreria. Ah, che senso degli affari! Mon dieu, mon dieu: quel savoir faire! Quelle classe!

    Ed i Nerini del Buio che furono presenti al momento in cui la sciccosissima e frrrrizzantissima Chloé si dedicò al cliente successivo, sospirarono nuovamente di sollievo, ben contenti di potersi confermare che, no, decisamente... Quel giorno non avrebbero rischiato le loro pelli fuligginose a causa di uno dei celeberrimi capricci e scatti d'ira della libraia! Ah! Que c'est beau, la vie! Que c'est beau!

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda - Stat.
    RevelioGDR


    Edited by Chloé Tournesol - 15/2/2022, 23:04
     
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