Ti conosco!

Blake&Lilith

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    Black Opal

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    Blake Barnes ~ Black Opalra soddisfatto di quello che aveva fatto, non solo perché aveva appena costatato che Lilith Clarke non avrebbe mai baciato nessuno all’infuori di lui, ma anche perché Gyll si era resa conto che non era tutto rose e fiori e che, soprattutto, le cose andavano conquistate, lentamente e senza pensare che fossero sempre tutti disponibili con lei. Blake aveva dei metodi di “insegnamento” veramente molto discutibili e comunque non era del tutto certo di voler più bene a Gyll che ad Aiden, quindi era qualcosa di contrastante. Aveva fatto un favore sicuramente a se stesso, ma sapeva di aver distrutto due persone a cui, in qualche modo temeva. Il fatto era che comunque con Lilith era partita una guerra senza fine e di conseguenza non avrebbe perso lui. Ovviamente avrebbe parlato con la ragazza e le avrebbe fatto capire le sue ragioni e soprattutto avrebbe voluto la sua reazione, anche se il suono dello schiaffo dato ad Aidan era l’unica risposta che voleva. Per un momento aveva quasi temuto che Lilith ricambiasse quel bacio solamente per fargli del male, ed invece, si era confermata migliore di lui anche quella volta. Lasciò che i due piccioncini rimanessero li a discutere e specialmente perché dopo quello che Gyll aveva detto a quella che oramai non era più la sua ragazza, doveva solamente che andarsene, sparire dalla sua vita, ma comunque, con lei ci avrebbe parlato più tardi, in sala comune. Se c’era una cosa che Blake non sapeva proprio fare era lasciar correre delle cose, e delle situazioni. Non riusciva a farsi scivolare situazioni e parole addosso e la prendeva quasi sempre sul personale. Era così, non avrebbe mai giustificato la giovane mezza-veela solamente perché in quel momento era ferita. Lilith era migliore di lei? Certo che si! E glielo avrebbe ricordato la stessa sera, ma adesso doveva pensare alla sua dolce metà. Si, Blake poteva fare quello che voleva, poteva correre e scappare via dalla riccia più volte possibili, ma non ci sarebbe riuscito. Lilith era come una calamita, era legato a lei da un filo invisibile che poteva anche allontanarli, ma mai, mai dividerli.
    La lasciò prima andare, sapeva esattamente dove trovarla, sapeva che sarebbe andata nell’aula in disuso, dove tutto era cominciato, dove tutto era finito e dove tutto sarebbe rimasto sempre eterno. Entro e sigillò la porta con un incantesimo. Tu lo sai che Gyll è una ragazzina insicura e sa benissimo che il suo fidanzato ha un debole per te? Era sempre il solito Blake, si avvicinò, semplicemente a lei e posò la sua mano sulla spalla della ragazza per richiamare la sua attenzione. Clarke. Nessuno ti odia in questa scuola, ti temono. Sono due cose differenti e non dovresti mai e poi mai rattristarti per qualcosa che dicono su di te. Sei un prefetto, sei l’unica mia ex, sei la più brava della classe, sei bella da levare il fiato. Se mi sentissi minacciato da te, anche io tenderei a dirti che sei una stronza, tutti ti odiano e che rimarrai da sola. Insomma ti è stato detto da una ragazzina che ha visto il suo fidanzato mettere in discussione la sua relazione con lei SOLO per un tuo bacio. Doveva davvero farla stare meglio? Per Blake Barnes, assolutamente si!
    cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    Quando entrò nella sala in disuso, la sua unica reale voglia era quella del silenzio, non sentire nessuno non vedere nessuno e lasciare che fosse da sola con se stessa.
    Sbattè la porta alle sue spalle e si sedette a terra, vicino la cattedra, proprio come la prima volta che Blake l'aveva incontrata, con la sola differenza che non era sdraiata con le mutandine in bella vista, ma solo con le gambe incrociate e nessun libro a farle compagnia come quella volta. Il gioco tra lei e Blake aveva coinvolto Aidan e Gyll e la sola cosa a cui entrambi avevano pensato era dimostrare all'altro quanto si potevano fare male entrambi. E tutto si era rivolto come un boomerang contro di loro, principalmente contro di lei viste le parole di Gyll nei suoi confronti.
    Quelle parole l'avevano toccata, non avrebbe potuto negarlo a nessuno, nemmeno a se stessa e forse era per tale motivo che aveva bisogno di stare da sola, di rimanere con se stessa e riflettere su quanto vere fossero quelle parole.
    Eppure succedeva sempre che quando voleva rimanere da sola, una persona appariva, come se percepisse quella sua solitudine, quel rischio di scivolare nell'oblio e fosse lì pronto a tirarla su.
    Sentì la porta aprirsi e già solo respirando l'aria e sentendo il rumore dei passi che calpestavano il pavimento, aveva riconosciuto chi fosse entrato. Non avrebbe avuto bisogno di sporgersi per riconoscere quel profumo, anche se fosse stata di spalle e bendata, avrebbe riconosciuto Blake anche solo dal suo modo di respirare.
    L'aveva trovata ancora una volta, e ancora una volta in quella stanza dove tutto era iniziato e dove tutto era finito. Cos'altro sarebbe mai potuto accadere, ora? Non si sarebbe alzata, perchè lui sapeva perfettamente dove trovarla, anche lì dentro e lo fece in poco tempo. I suoi occhi di cristallo si spostarono sul volto del ragazzo, quel tocco la fece sobbalzare appena e trattenne il respiro per qualche secondo, come se quel contatto non fosse aspettato.
    Sbuffò una risata amara alle sue parole «Davvero, Barnes? E dimmi, dove sono le mie amiche? Devo fare davvero tanta paura per non averne nemmeno una.» - e il suo tono era aspro, carico di cruda realtà «Quella ragazzina ha ragione, Barnes.» - rise amaramente «E sai qual è la cosa divertente? Che per convincermi ho dovuto sentirlo dire da lei.» - scosse il capo, distogliendo lo sguardo dall'Opale «Simpatica la scomessa fatta con Aidan, comunque. Ma dimmi un po', l'hai fatto per puro divertimento o per capire qualcosa tu?» - il sopracciglio si sollevò come se lo stesse sfidando ancora una volta, come se sapesse che in fondo c'era dell'altro «O forse Gyll è la tua nuova adepta e volevi mostrarle quanto fa schifo l'amore?» - il suo tono era un po' strafottente, come se condividesse ben poco i metodi del ragazzo.
    Il celeste si spostò di nuovo sul suo volto «O forse non avevi il coraggio di venire tu a baciarmi e hai mandato un povero primino?» - qui il tono si affievolì, come se dalla sfida fosse passata alla provocazione, assottigliando lo sguardo come un felino che gira intorno alla sua preda. Poi scosse il capo e si finse disinteressata.
    Lilith Clarke

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    Blake Barnes ~ Black OpalSapeva dove trovarla perché era successo anche durante quel periodo assurdo dopo il suo stupro. L’aveva trovata in quell’angoletto e lui si era messo nella stessa posizione in cui era adesso, di fronte a lei,, in ginocchio. Quella volta, però era diverso, si mise seduto, si avvicinò così tanto da prendere le gambe della ragazza e metterle sulle sue. Ascoltò le sue parole, le loro gambe erano intrecciate. Scosse il capo a quelle parole. Se davvero pensi che non hai amiche perché Gyll ha ragione, allora devi essere messa proprio male. Lilith Clarke, non dire scemenze. Si non sarai una persona facile, a volte sei antipatica e saccente, allontani le persone perché hai paura di stare male, ma hai un cuore grande, sei una delle persone più generose e buone che io abbia mai conosciuto e dio santo. La Meckenzy neanche sa dare un bacio ed inoltre dimmi, le sue di amiche, invece dove stanno esattamente? Beh, neanche l’opalina poteva vantarsi di avere questa grande rosa di amicizie, in fondo era sola con Aiden e comunque non è che fosse una che uscisse con ragazze, piuttosto con maschi e solamente perché era troppo ingenua da non rendersi conto che la maggior parte di loro volevano solamente infilarsi tra le sue gambe, alcuni riuscivano anche in qualche toccatina, quindi… il bue che da cornuto all’asino? Le sue mani corsero lungo le gambe snelle e lunghe della ragazza fino a fermarsi al bacino, e ad avvicinarsi un po’ di più a lei. Non era una scommessa, ma una sfida. Aidan mi ha sempre detto che lui poteva prenderti quando voleva perché poteva piacerti e se voleva conquistarti allora lo avrebbe fatto, io gli ho sempre detto di non provarci neanche per scherzo perché si sarebbe fatto del male. Ci ha voluto provare ed io mi sono gustato la scena! Diciamo che era parzialmente sincero anche se le cose non erano andate del tutto in quel modo. Ridacchiò alla sua domanda e si avvicinò alle sue labbra. Non mi serve capire nulla, volevo solamente che il tuo concasato capisse che non può, in nessun modo competere con me! aggiunse prima di sniffare il suo odore. Ecco, in quel momento avrebbe voluto tantissimo farla sua, baciarla, toccarla. Rise per le ultime cose che disse e questa volta, se la ragazza lo avesse permesso, avrebbe fatto un po’ di pressione sui suoi fianchi e l’avrebbe fatta salire su di lui. [color=red] Gyll non è nessuna mia adepta, le ho dato qualche dritta su come far felice un ragazzo, e no, se volevo baciarti non mando nessun delegato, anche perché non sarebbe bravo come me, sai benissimo che non sopporto che qualcuno ti sfiori e poi… [color=red] Sempre se la ragazza lo avesse permesso, Blake avrebbe vagato sul quella schiena, sui fianchi ed avrebbe fatto in modo di levarle la camicetta da dentro la divisa per alzarla ed infilare le mani sotto di essa. Avrebbe giocato un po’ con le sue labbra prima di baciarla. Non ce la faceva più. Ne aveva seriamente bisogno. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    Blake sapeva sempre dove trovarla, per quanto lei cercasse di scappare, lui era il solo che sarebbe riuscito a ritrovarla anche in capo al mondo. Non sarebbe potuta scappare mai da lui, nemmeno ci si impegnava per farlo, ma se avesse provato a farlo non ci sarebbe riuscita. Lasciò che afferrasse le sue gambe, guardandolo sentendo un leggero brivido a quel tocco e a quel contatto con la pelle dell’altro. Da quanto tempo non si sfioravano? Da quanto tempo non stavano insieme? Lo sguardo, poi, risalì al volto di lui, seguendo ogni sua singola parola. Sbuffò una risata, scrollando il capo con aria di superiorità «Davvero, Barnes?» – lo chiamò per cognome, come ogni volta che discutevano o era arrabbiata con lui, furiosa per meglio specificare «Lo sappiamo entrambi che mi conosci alla perfezione e sai che ho paura di affezionarmi a qualcuno. Ma… perché ho questa paura? Avanti… dimmelo. Se davvero mi conosci lo sai. Raccontami, Barnes, qual è stata la mia ultima migliore amica e… dov’è adesso? » – si era arrabbiata, ma quello che Blake avrebbe potuto leggere nei suoi occhi e tra le righe di quelle frasi era la voce di una persona ferita.
    Le dita di lui che l’accarezzavano facevano da lenitivo, ma allo stesso tempo la facevano rabbrividire: lungo la schiena sentiva il formicolio familiare, quello che riconosceva ogni volta che il suo corpo rispondeva a quello di Blake e aveva paura, temeva per quel loro contatto ma ne era dipendente a tal punto che osservò quelle dita sulla pelle e istintivamente si fece più stretta a lui, quasi come cercasse conforto nella sua vicinanza, ma senza nemmeno rendersene conto. Ascoltò di nuovo la sua voce e chiuse gli occhi, mentre le proprie dita scivolarono a cercare le braccia di Blake, che avrebbe tentato di accarezzare piano. «Non sono un oggetto…» – sussurrò piano, con la testa leggermente calata a guardare le loro mani che si sfioravano. Poi sollevò di nuovo il capo, trovandosi ancora più vicina a lui. La mano si sarebbe sollevata a sfiorare le sue labbra, se glielo avesse concesso «… è così difficile capire che c’è solo un paio di labbra che voglio baciare, Blake?» – sussurrò appena, mentre gli occhi scivolarono proprio sui soggetti di quella frase. Scosse il capo «Non devi dimostrarlo a nessuno, B…» – era così vicino che sentiva il suo respiro sulla pelle, respirò quel profumo che aveva agoniato per tutto quel tempo e socchiuse gli occhi, mentre entrambi si riempivano i polmoni con l’odore dell’altro «… non possiamo fingere. Anche lontani mille miglia, quando i miei occhi incrociano i tuoi, non fanno altro che ricordare a chi mi circonda a chi appartengo…» – sussurrò a fior di pelle, mentre si lasciava sollevare, mettendosi a cavalcioni su di lui. Le labbra si sollevarono in un sorriso delicato a quelle parole, non poteva negarlo, nessuno avrebbe potuto baciarla, nessuno sarebbe stato migliore di lui e nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto. Lo lasciò vagare sulla sua schiena, trattenendo il respiro, mentre le proprie mani andarono a sfiorare la pelle dietro la nuca dell’opale. Le sue gambe si attorcigliarono attorno ai fianchi del ragazzo, mentre sentiva di aver bisogno di aria, ma non sarebbe bastato respirare, lei aveva bisogno di --- «Blake…» – mormorò appena mentre le loro labbra finalmente si incontrarono. Sentì il suo cuore perdere battiti, ritrovarli e correre all’impazzata. I suoi ricci cambiarono colorazione zampillando sul nero che caratterizzava la presenza dell’opale, mentre la sua lingua cercò – se lo avesse concesso – di ricongiungersi alla gemella, dolcemente prima, riscoprendo quel sapore che l’era tanto mancato; il suo petto si spinse verso quello dell’altro, stringendosi ancora al suo corpo, mentre le mani scivolarono lungo la schiena e se glielo avesse concesso, avrebbe cercato il lembo della sua camicia per infilarle sotto, al fine di sentire la pelle calda del ragazzo sotto le sue dita.
    Stava tornando a vivere con un semplice bacio.
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    Blake Barnes ~ Black Opal Blake Barnes non era mai stato bravo a confortare le persone, non era bravo a farlo neanche con se stesso, figurarsi con chi amava. Lui era una persona molto più pratica alla quale piaceva veramente andare giusto alla fonte del problema e non analizzare il perchè ed il per come della situazione ma eliminandolo e basta. I problemi erano solamente una fonte di assurdità che non facevano altro che mettergli i bastoni tra le ruote senza fargli raggiungere davvero quello che volevano. Una cosa era certa: Blake da Black e da Ensor aveva ricevuto i miglior/peggior insegnamenti. Da ragazzo super impulsivo e soprattutto cristallino e limpido, era diventato uno che sapeva celare bene le proprie emozioni e soprattutto aveva imparato benissimo a saper fare le cose senza che gli altri se ne accorgessero. Il suo essere sempre e comunque molto impulsivo e sicuramente una persona molto diretta era rimasto, se lui voleva fare qualsiasi cosa allora lui lo avrebbe fatto. Non era certamente qualcosa che si riservava di non fare, ma aveva perfezionato la sua tecnica. Era ovvio che fosse in quel modo ed era anche altrettanto ovvio che non ne potesse fare a meno. Aveva giocato con Aidan, Gyll e Lilith? Si lo aveva fatto e come avrebbe detto a Gyll più tardi non se ne sarebbe neanche pentito, ma aveva imparato quando fermarsi e soprattutto a riconsocere le persone con le quali giocare fino in fondo e quelle con le quali fermarsi prima ancora di cominciare. Lilith rientrava in quella piccola cerchia di eletti che non assaggiavano quasi mai il gioco perverso di Blake. Si morse il labbro, non voleva mai toccarla perchè sapeva che se lei si avvicinava in quel modo, se lei lo toccava, e se lui cominciava a farlo, non sarebbe mai riuscito a finire davvero un concetto. Si morse ancora il labbro e poi lo morse a lei quando gli fece quel piccolo appunto. Clarke è successo l'anno scorso, la tua migliore amica è anche la mia migliore amica, ben prima che conoscessi te, che lei conoscesse te e che noi divenissimo tutti un gruppo appassionato. Non puoi vivere con l'ansia che qualcuno mi si rubi, perchè io non lo faccio! Il che era vero, e quello non voleva dire che non fosse geloso! Blake era geloso delle cose che pensava fossero davvero suo, come Lilith, Aaron, Jesse... Era una cosa più forte di lui, aveva tre legami completamente differenti con loro ma era geloso in maniera particolare ed ossessiva con tutti e tre. Non pensava che nessuno dei tre lo avrebbe tradito, dimenticato o comunque non considerato, era solamente geloso e voleva essere l'unico. Fatto si era che sapeva che nessuno dei tre avrebbe trovato o voluto trovare un sostituto alla sua persona, anche perchè pur volendo non era davvero possibile. Non ti ho trattata come un oggetto!Potevi anche scoprire che Aidan ti piaceva e ti avrei fatto conoscere l'uomo della tua vita! Aggiunse poi ridacchiando ed avvicinandosi sempre un pò a lei, con le mani su quelle coscie che tanto gli erano mancate, che tanto bramava da tempo. Arrivò fino alla sua camicetta che levò da dentro la sua gonna per toccare quei fianchi belli, perfetti. Il fatto che io sappia quello che provi per me, il fatto che so che brami solo le mie labbra, che vuoi solamente me, che vuoi che io sia solo tuo, e che io faccia queste cose non è una dimostrazione per gli altri. Sei tu che mi interessi, sei tu che devi capirlo. Le sue mani si strinsero, forse in maniera eccesiva sulle natiche della ragazza, che sollevò e portò contro un muro. Ricordati che sembra che ho una memoria corta ma non è così. Quel giorno in spiaggia dando quella confidenza, facendoti quelle foto e mandandole a chissà chi per chissà quale motivo, è come se mi avessi sfidato... e tu mi conosci, meglio di chiunque altro e sai bene cosa vuol dire per me essere sfidato! Le aveva abbassato in malo modo le mutandine. Le sue mani andarono ad alzare la camicetta bianca della ragazza strappando letteralmente gli ultimi tre bottoni. La stava toccando e gli era mancata così tanto, quel corpo che da lui si sarebbe fatto fare tutto, completamente. Il solo fatto che lei si fidasse in maniera così cieca di lui, lo faceva impazzire. Letterlamente. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    Erano così vicini che Lilith poteva sentire di nuovo il respiro di lui confondersi con il proprio, erano così vicini che quel profumo che avrebbe riconosciuto a distanza di chilometri la stava inebriando, appannandole la mente. Erano così vicini come non l’erano stati da tempo; era qualcosa che a Lilith era mancata e trovarsi ora a distruggere quelle distanze era come se avesse scavalcato una parete insormontabile ed era arrivata in cima, sana e salva, seppur con fatica. Non avrebbe mai messo le distanze tra i loro corpi, avrebbe continuato a prendere centimetri di spazio per azzerarle, piuttosto, ma non avrebbe fatto mai più guadagnare terreno al vuoto tra di loro. Anche quel morso sulle labbra, le fece perdere il respiro, tanto da farle chiudere gli occhi e sentire lo stomaco vibrare di un leggero piacere a quel contatto con lui. Santo cielo, quanto avrebbe voluto gridargli quanto lei gli appartenesse, quando avrebbe voluto stracciargli quei vestiti di dosso e finalmente ricongiungersi con quella che era la metà perfetta di se stessa. Passò la lingua sul labbro inferiore suo, poi su quello del ragazzo, quasi istintivamente, non riuscendo a frenare quell’indispensabile bisogno di cibarsi del suo sapore. Sentì quelle parole e sollevò gli occhi al cielo, quasi rassegnata al fatto che per lui fosse difficile vivere l’amicizia come l’aveva sempre vissuta Lilith «Quando hai la media più alta della scuola, difficilmente trovi amicizie, Barnes. Spesso scopri che servi per superare l’anno, Jessica non aveva bisogno di questo e ancora non riesco a perdonarle quello che ha fatto…» – era vero e Blake sapeva quanto per lei era difficile perdonare, sapeva anche quanto fosse difficile per lei mentire su quello che provava, ma non aveva finito di sussurrare quelle parole sulle labbra del ragazzo «… ma su una cosa hai ragione, non vivrò con l’ansia che qualcuno ti porti via da me, di nuovo.» – e mentre lo diceva, la fronte di lei sfiorò quella sua, abbassando ancora di più il tono «Perché io t’appartengo, allo stesso modo di come tu appartieni a me, B. Possiamo prenderci in giro quanto vuoi, ma sappiamo entrambi che per quanto cerchiamo di scappare l’uno dall’altro, torneremo sempre indietro. Sempre con il desiderio di respirare la stessa aria…» – tutte quelle parole vennero sussurrate sulla pelle delle sue labbra, in quell’intimità che aveva la necessità di sentire di nuovo sulla pelle come un brivido, come una scossa elettrica.
    Rise, poi, per la riflessione che lui fece, quindi sollevò un sopracciglio e lo guardò sarcastica «Sai, ora che mi ci fai pensare non l’ho vista sotto quest’ottica.» – il suo tono si era incrinato come se stesse per sfidarlo. Ancora una volta. Come se vivesse di quelle sue reazione, come se quel suo reagire a quelle sfide fosse l’ossigeno che bruciava quella fiamma che ardeva dentro di loro e che quelle mani stavano solo alimentando ancora di più «Col sennò di poi, avrei dovuto prestare più attenzione a quel bacio, vero – lo stava provocando, mentre sporgeva col petto in avanti, quasi come se non stesse sfidando solo la sua gelosia, ma anche il suo corpo. Il fisico della ragazza aveva ben chiaro a chi appartenesse, anche quando lui riprendeva possesso di quella pelle che bruciava al suo passaggio, anche quando sfilava quella camicetta per stringerle quei fianchi che non vedevano l’ora di avere le sue mani attorno. Si morse il labbro, guardandolo mentre parlava. Tutto quel contatto era stato desiderato, era come se si stessero esplorando nuovamente per la prima volta, riconoscendo quanto dell’altro fosse il proprio corpo. Era irrimediabile quello che stava succedendo ed entrambi sembrava che lo stessero aspettando da tanto, troppo tempo. Sentì le sue dita stringersi sui glutei, che sarebbero stati scaldati da quella stretta, mentre lei sussultò appena, trattenendo un gemito appena. Era lei che doveva capirlo? «Spiegamelo… allora…» – gli avrebbe sussurrato ancora una volta, mentre le braccia si incrociavano dietro la sua nuca, mentre sentiva la schiena contro il muro.
    Non voleva tornare indietro, voleva che quel contatto fosse eterno. Strinse le gambe attorno al suo bacino, dopo che lui le strappò gli slip «Io… ti ho sfidato, Blake Barnes – gli mormorò stringendo di più le cosce attorno a lui, abbracciandolo anche con le gambe, mentre quelle parole erano un guanto di sfida lanciato, come se volesse provocarlo ancora di più, confermando l’ipotesi di Blake avuta riguardo la spiaggia; perché entrambi sapevano dove stavano andando a finire, tutti e due conoscevano cosa significava sfidarsi e il ghigno di provocazione si allargò su quelle labbra. Le sue mani, poi, avrebbero cercato di sfilare la maglia del ragazzo, che avrebbe lanciato lontano. Era come se – anche con il passare del tempo – i loro corpi sapessero bene a chi appartenevano. Lei si fidava di lui e quel suo concedersi nuovamente era come dimostrarlo. Lo desiderava e il suo sguardo carico di desiderio che puntava sul suo volto lo urlava a gran voce. Le mani sfiorarono il suo volto «Sssshhh…» e avrebbe afferrato entrambi i lati per poi avvicinare le labbra e lasciarsi andare ad un bacio caldo.
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    Blake Barnes ~ Black OpalIl problema principale del ragazzo erano le sfide, ma non le sfide in se per se, ma la smania di vincere. Blake amava sentirsi importante, amava e voleva sentirsi non solo importante ma il più importante tanto che si riusciva a circondare di persone che non facevano altro che metterlo al primo posto, che non facevano altro che ricordargli quanto fosse bellissimo, fantastico, unico e soprattutto qualcosa di assurdamente speciale. Quella cosa con Gyll, il fatto di aver sfidato Aiden a baciarla a sentire gyll urlare, a vedere la reazione della sua fidanzata, a fare qualcosa che non avrebbe mai fatto se solamente lui non lo avesse spronato e così via, era qualcosa che lo faceva sentire potente. La potenza, la consapevolezza che gli altri avrebbero fatto qualcosa che lui voleva, comandava oppure istallava nelle menti degli altri, lo facevano sentire vivo, lo facevano sentire veramente bene. Il controllo era la cosa a cui lui aspirava sempre, fin da quando era piccolo. Quando non aveva il controllo di qualcosa allora usciva fuori di testa e più le cose non erano premeditate e volute da lui più la sua mente andava in tilt, era come se fosse completamente non in grado di obbedire. La sua mente si rifiutava, il suo corpo si sentiva male, completamente. Si morse il labbro, la vicinzanza con quella ragazza non solo lo destabilizzava ma era l'unica in grado di portarlo esattamente dove voleva lei. I suoi baci, i suoi sussurri, le sue labbra, il suo odore, i suoi ricci ed il suo modo di fare. Era veramente qualcosa di assurdamente destabilizzante. Per un attimo il suo corpo e le sue emozioni presero il sopravvento e lasciando in dietro ogni discorso che stavano facendo, Blake rispose a quel bacio con altrettanta passione, posando le sue mani sulle coscie della ragazza, stringendole, sentendo la sua pelle morbida sotto i suoi polpastrelli. Poi si staccò da lei per riprendere fiato, i suoi occhi azzurrissimi si intrecciarono con quelli ghiaccio della riccia. Sogghignò ancora e poi le morse il labbro nuovamente. Oh Clarke, puoi solamente immagiare quanta voglia ho in questo momento di ricordarti che potevi anche solo pensare di assaporare meglio quel bacio, ma nessuno, e nessun bacio sarà appagante come un MIO bacio! Disse surrarrando tra le sue labbra prima di fare un passo indietro e quindi sciogliere quel loro contatto. Torna nel dormitorio, io andrò nel mio. La sfida che mi hai lanciato in spiaggia, mandando le tue foto mezze nude ad un qualsiasi coglione, ma anche solo postandola su instagram, merita un trattamento più che speciale e non mi comprerai a suon di baci e sguardi dolci. Anche solo dicendolo era come ammettere che lo aveva comprato, ma cosa importava in quel momento? Doveva uscire da li dentro oppure non sarebbe mai riuscito a tenere il punto, almeno ancora per un pò! Uscì dalla stanza dove tutto era cominciato e tornò nella sua di corsa. Necessitava di una bella doccia gelata. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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