Diagon Alley – Le vie en Rouge
Dall’ultima volta che Amethis mise piede in quel luogo, era passato molto tempo, quando, insieme al suo ex compagno di comune accordo ogni fine settimana, decidevano di scambiare quattro chiacchiere li, con alcuni amici ristretti, solitamente si parlava di affari, ma era anche un buon modo che permetteva loro di far scrollar via tutta la tensione della settimana, peró per colpa di una lite molto accesa, che vide protagonisti proprio il suo ex consorte e un mago sicuramente molto conosciuto poichè ad ogni passaggio di quest’ultimo si poteva intuire tra i clienti, l’aria di tensione e quel misto di terrore e riverenza e dopo la scomparsa del suo ex compagno decidette di non ritornare più, soprattutto per i ricordi legati al luogo.
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La donna dai capelli cremisi, si passó una mano tra i capelli, mentre questi suoi pensieri affollavano la sua testa e accavallò le gambe, quella sera si era inoltrata per le vie di Diagon Alley, indossava un vestito lungo dal colore verde dalla stoffa molto pesante, sopra un corpetto nero scollato, che le stringeva i fianchi e che metteva in risalto le sue forme generose, ma il suo mantello nero, che svolazzava ad ogni suo passo permetteva di avere un effetto vedo non vedo.
Con il suo famiglio, un levriero nero di nome Cypher che le stava alle calcagna imboccó la via più breve, gli occhi si illuminarono, si ritrovò li, in quel posto, dove tutto, per certi versi, era iniziato o...meglio finito, dove i suoi tormenti e le sue domande presero piede, quello però, era l’unico luogo, che riusciva a portarla indietro nel tempo, e quindi a ricordi sereni, a momenti che il suo inconscio le sussurrava allo stesso tempo, che non sarebbero di certo più tornati.
Buonasera , disse con tono deciso e con voce calma, inoltrandosi verso alcuni divanetti con suoi modi di fare molto eleganti, iniziando a sfilarsi i guanti per poi riporli nella borsetta.
Le cose erano molto cambiate da allora, apprezzó molto i nuovi divanetti e il buon profumo che sicuramente sentiva solo lei, frutto di qualche incantesimo apposito, era tutto molto più moderno, ma quello che poté notare era che la maggior parte delle persone non erano affatto cambiate, il target era rimasto lo stesso, bene o male, fece un sospiro lungo e di tanto in tanto si guardava intorno, nella speranza di scorgere volti conosciuti, illudendosi che tra quelle persone avesse intravisto proprio lui, il suo consorte. Un pensiero assai sciocco sì.
Tra un pensiero e l’altro, il fumo della sua sigaretta, rilasciava nell’aria un retrogusto di lavanda unito a quello di rosa, oltre che un colore nell’aria violaceo, sigarette che minuziosamente le erano state regalate da una sua cara amica esperta di erbe e pozioni, che le donavano sicuramente molta calma e tranquillità.
Mentre per la millesima volta abbassó lo sguardo sul tavolino, per osservare qualcosa da bere, restó a fissare un punto fisso nella sala, riconoscendo una sagoma, ma forse si stava sbagliando, così scosse il capo pensando che avrebbe da lì a poco ordinato qualcosa di decisamente forte da mandare giù .