ADRIEN BEAUVAIS - SMISTAMENTO

Adrien non parlava: aveva preso piena coscienza di non voler scambiare parola con alcuno. Inoltre, nessuno si sarebbe mai avvicinato a lui, visto che portava perennemente sul suo volto uno sguardo serio, quasi imbronciato, mentre stringeva le labbra in una linea serrata, nervoso. Non affiancava neanche i suoi fratelli e, soprattutto, Regina, con la quale non si era risparmiato una bella litigata, una di quelle che erano all'ordine del giorno, soprattutto a causa del fitto orgoglio che entrambi vantavano, ciascuno a proprio modo. Strinse la ringhiera della balaustra, mentre le nocche si facevano bianche e la nave procedeva lenta sulle acque, riuscendo a smorzare possibili mal di mare che, altrimenti, avrebbero sconquassato l'intero equipaggio di adolescenti. Lui non ci teneva particolarmente a farsi vedere in condizioni pietose e, soprattutto, non voleva ricevere pietà da nessuno. Anche solo una mano tesa, d'aiuto, gli dava fastidio: lui poteva farcela benissimo da solo e le persone avrebbero fatto meglio ad aprire un varco al suo passaggio, se non volevano essere folgorate all'istante.
Si era allontanato dalla sua "ciurma" con un semplice e diretto - Io vado. Voglio stare solo -, mentre un duro timbro si faceva spazio nelle orecchie dei suoi. Li aveva raggiunti solo allo scendere sulla costa, per raggiungere il castello. In disparte, con le braccia conserte, aveva ascoltato con interesse le parole altisonanti dei suoi docenti, mentre, tra sé e sé, pregava qualche divinità affinché ascoltasse le sue preghiere sul far sì che tutto andasse sempre per il verso giusto, visto che era un perfezionista e non poteva permettersi errori. Lui doveva rendersi perfetto: il solo pensiero di non esserlo lo faceva innervosire. Più perfetto sarebbe diventato, meglio avrebbe potuto ambire ad alti posti di potere. Gli piaceva l'ambizione: era, forse, una delle caratteristiche che gli piaceva di più.
Non si curò della moltitudine di gente nella sala grande che osservava i movimenti del gruppo, ma, in particolare, i suoi, quando si diresse verso quella nauseante statua d'oro di Snaso, troppo sfarzosa per i suoi gusti. Adorava il lusso, di cui faceva sfoggio con il suo vestiario sempre impeccabile, ma in quel caso gli pareva eccessivo.
Impugnò la bacchetta e, senza troppo impegno, disse: - Revelio -.