Conclusione di un allenamento mattutino

li sembrava la prima volta in cui lui e James passavano più di qualche istante da soli, senza Marlee intorno, e la cosa non gli dispiaceva affatto. Ironico che quella scena arrivasse proprio ora che aveva la sensazione che le cose tra lui e Rere fossero arrivate ad un bivio e tutto quanto sembrava sul punto di cambiare per sempre, forse era proprio per quello che gli sembrava tutto così piacevole e confortante, a rispetto del freddo che lo avvolgeva ogni volta che era da solo.
Era difficile non vedere parti di Mar in James, e viceversa: da quando aveva scoperto di avere una gemella, dell’esistenza di Emma nel mondo, aveva invidiato un po’ quelle somiglianze, si era chiesto se anche lui e la gemella avrebbero condiviso qualcosa, se sarebbe stato così facile capire che erano imparentati, così ovvio pensarlo per chiunque li avrebbe visti assieme.
Anche se erano cresciuti separati per tutta la loro vita avrebbero avuto gli stessi modi di agire? Di reagire? Di comportarsi? Avrebbero avuto sorrisi o occhi o lineamenti o capelli o modi di fare simili? Non ne era sicuro, non sapeva se quelle cose potessero notarsi dopo anni vissuti in posti totalmente differenti e anche se la genetica era ben difficile da cambiare continuava a credere che certe cose, un certo grado di intesa, si potessero raggiungere solo conoscendosi da sempre e quello non era certo il caso di lui ed Emma.
Si riscosse dalle sue riflessioni piuttosto tardi, ritrovandosi a sorridere come un deficiente provando a non far capire all’altro che si era totalmente assentato per diverse delle sue battute, augurandosi di non essersi perso nessuna domanda nel mentre. Ovviamente non riuscì a fingere troppo bene, sembrava comunque un po’ caduto dalle nuvole, ma d’altronde era nella norma per uno come Thomas e forse James non l’avrebbe trovata una cosa strana.
Si schiarì la voce e provò a sembrare tranquillo, spigliato come sempre. “Mmmh maglioni natalizi? Oh sì nonna, una volta, me ne aveva cucito uno, devo averlo da qualche parte a casa… ma no, diciamo che siamo più una famiglia tradizionale, un po’ noiosa sai...pranzi infiniti che ti portano all’ora di cena, partite a carte, cose così.” ammise, per poi sussultare quando sentì il telefono vibrare nella tasca. Alzò un sopracciglio e lo tirò fuori solo per accorgersi dell’orario.
“Oh wow, ecco perché cominciavo ad avere fame! E’ ora di pranzo , dovremmo andare sai?!” fece notare all’altro e il suo rinnovato entusiasmo per il cibo che li aspettava all’accademia venne prontamente appoggiato dal brontolare rumoroso del suo stomaco.