“Okay, okay, andrà tutto bene. Manca poco”. Tom aveva gli occhi ovunque tranne che sulla strada, non riusciva a smettere di cercare dettagli, di capire di più del posto in cui si trovava. Il suo stomaco era piuttosto in subbuglio dal viaggio in nave, breve ma intenso, ma aveva comunque seguito gli altri verso l’entrata dell’Accademia. Anche se era in gruppo si era sentito quasi solo per tutto il tempo, troppo agitato per provare a mettere assieme un discorso di senso compiuto. Tutto quello che aveva fatto durante il tragitto, che forse lo avrebbe fatto sembrare anche più strano di quanto non fosse, era stato indicare a Mr Erminio quello che li circondava, di tanto in tanto, mentre l’ermellino si tendeva dalle sue spalle per seguire le indicazioni del padrone e cogliere ogni cosa. Non potè evitare di sentire una certa tensione non appena i rappresentanti di Casata aprirono bocca, e dal momento che non era uno che apprezzava troppo le etichette, non avrebbe saputo nemmeno lui dove collocarsi esattamente. Non c’era davvero una Casata che sentiva più propria di un’altra, fosse stato per lui avrebbe preso elementi da ognuna e li avrebbe fatti propri. Certo, lo sapeva bene che nessuno poteva comunque appartenere ad una sola casata, questo era evidente: tutti avevano un po’ di tutto no? Era solo una questione di propensione. Ad ogni modo la Sala Grande, con i suoi fuochi fatui galleggianti, bastò a cogliere tutta la sua attenzione e fargli mettere da parte, almeno parzialmente, tutta la sua ansia: si perse ad ammirare come le fiamme si riflettevano sul pavimento leggermente lucido, su come si muovevano in una sorta di danza tutta loro. Arrivato alla Statua la sua mente fluttuava già altrove, mentre ripercorreva la storia –che aveva letto un po’ ovunque- della fondazione dell’Accademia, immaginandosi come fossero andate le cose e dipingendosi probabilmente molti più duelli, scintille e faville di quante ce ne fossero state. “Thomas Roberts” la voce profonda e avvolgente scosse le mura della stanza, eppure qualcuno fu costretto a punzecchiarlo su una spalla per attirare la sua attenzione. Tom scattò subito sull’attenti. “Sonoiosonoiosonoio!” si affrettò a rispondere per poi dirigersi di gran carriera al cospetto della statua. Solo allora si rese conto di quel che stava per fare e fu costretto a prendere un respiro profondo. ” Okay, Tom, puoi farcela. E’ solo un incantesimo…quelli non ti vengono male di solito.” sussurrò piano, a occhi chiusi, per poi fare un movimento con la bacchetta e riaprirli piano, il cuore in gola, curioso di scoprire il colore della spilla.
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