Troppo Tempo

Andrew&Erikin

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    Denrise
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    Eirikr J. Donneville
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    parlato - pensato- ascoltato
    Alle volte si chiedeva anche lui come si fossero trovati, come avessero fatto a incontrarsi e andare d’accordo quando erano così tanto distanti l’uno dall’altro. C’erano momenti in cui si sentiva quasi un alieno, o pensava che l’altro lo fosse, a fasi alterne, perché essere così zen, rilassati e sempre sorridenti non doveva essere umano, come non lo erano la sua empatia e la sua compassione smisurate.
    Alzò gli occhi al cielo. “Non cominciare con le tue chiacchiere etiche. I mostri marini sono come tutti gli altri mostri, prima o poi devono morire almeno tanto quanto me. Vedila così: loro non mi fanno domande, io prometto non le farò al mio futuro aguzzino.” provò a chiudere il discorso in fretta, senza nemmeno sforzarsi di tirare fuori una risposta più completa e approfondita perché sapeva bene che il cuore di panna dell’altro non avrebbe mai accettato la dura realtà. E avrebbe voluto tanto metterlo a tacere, dirgli qualcosa a cui non avrebbe potuto rispondere o qualsiasi cosa che potesse almeno lasciare il segno, ma non appena l’altro si avvicinò al suo orecchio e lasciò quell’affermazione nell’aria riuscì solo ad esalare un leggero sospiro, immobile, almeno sul momento. Non era più abituato a quella vicinanza, al profumo pungente del suo dopobarba o al tono preciso della sua voce, di cui per anni gli sembrava di essere stato drogato e che ora tornava a riempirgli la testa come il primo giorno. Impiegò qualche istante a reagire, e comunque lo fece in modo meno brillante di quello che avrebbe voluto. “Se lo dici tu…!” si limitò a replicare, come se non sapesse più che bene che sarebbe andata proprio così, che non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciarlo davvero in pericolo e forse era anche per questo che non intendeva trascinarselo su una Drakkar: non solo era sicuro che non fosse il suo posto, ma era anche abbastanza sicuro che la versione di sé stesso che Andrew tirava fuori non fosse adatta a sopravvivere. Perdeva la testa quando Andrew era nei dintorni, finiva per combattere solo al fine di proteggerlo e non era un bene per la sua sanità mentale.
    Decise comunque di mettere il discorso da parte, sbuffando di fronte alle sue lamentele. “Era il mio giorno libero. Non avevo diritto di dormire almeno un po’?!” continuò a borbottare, alzandosi dal tavolo per impilare i piatti sporchi nel lavello, insieme al resto, e forse era quasi evidente che avesse cercato solo una scusa per alzarsi. Andrew gli era mancato, in modo così soffocante che alle volte si chiedeva se quella dannata Runa non gliela avessero fatta davvero, ad un certo punto, nel sonno e poi fosse sparita dalla sua pelle nascondendosi chissà dove. Gli era mancato ma averlo così vicino all’improvviso, da un momento all’altro, gli sembrava addirittura troppo da gestire, come se fosse pronto a sovrastare tutto il resto e annullare il mondo intero solo standogli intorno. Niente che si potesse permettere.
    Non si perse il cambio di espressione dell’altro, rapido ma per lui evidente, sufficiente a metterlo all’erta e portarlo ad aggrottare appena le sopracciglia, guardandolo con occhi più intensi. Andrew non era una di quelle persone che sapeva davvero mentire, una parte di Eirikr pensava che non ne fosse nemmeno in grado, eppure c’era stato qualcosa, un lampo nel suo sguardo, sufficiente a fargli venire qualche dubbio. Finì per alzare un sopracciglio, incapace di nascondergli quanto poco lo avesse convinto. “… Quanto grave?” si limitò a chiedere alla fine, senza girarci intorno, perché a lui le parole sprecate al vento non piacevano, ancora meno quando si trattava di Andrew. Ancora meno ora che lo aveva di fronte, dopo così tanto tempo.


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    Andrew Barner ~ DenrisePoteva dire tranquillamente di stare in una relazione complicata e neanche rendersene conto. Andrew era una di quele persone cristalline, solari, sempre allegre e positive. Se avessero conosciuto Andrew nel profondo, come lo conosceva Erikir, avrebbero capito che combatteva tutti i giorni con il male ed il marcio che aveva dentro ma la sua voglia di vivere e di stare bene era così forte, che alla fine vinceva sempre la luce. C'erano persone molto più portate per quelle cose ed altre, come era evidemente il suo migliore amico, erano più portante a cadere nell'ombra. Adesso, quando il biondino gli rispose in quel modo per le creature marine, allora Andrew sgranò gli occhi ed alzò le mani in segno di resa. Lo conosceva abbastanza da pensare che quel discorso poteva anche finire li, perchè tanto alla fine non ne avrebbero cacciato nulla di buono. Aveva quella forma mentis ed era difficile da levargli quella convizione, come era impossibile anche solo pensare che Andrew uccidesse un ragno sopra ad una menzola. Avevano due trascorsi completamente differenti e la cosa assurda era che tutto quello era solamente la punta dell'isperg di quanto in realtà erano legati ed affiatati, di quanto i due si appartenessero e si completassero senza neanche rendersene conto. Si i morse il labbro e si allontanò da lui. Era strano. Aveva immaginato quel momento da sempre, da quando se ne era andato e non lo aveva immaginato così. In quel momento averlo davanti era come senon se ne fosse mai andato, come se ogni cosa che faceva e diceva era sempre stata capita, compresa. Quasi si era dimenticato seriamente di come si erano trattati e di quante cose brutte si erano detti. Averlo li, era completamente qualcosa di fenomenale. Era contento di tutta quella situazione e si stava maledendo di aver cacciato i suoi problemi da subito, proprio come quando da piccolo, quando c'era qualcuno che lo picchiava, dopo aver fatto valere le sue ragioni, si rifuggiava proprio tra le braccia di Erikir. Oddio. Effettivamente non era poi così tanto piccolo, ma adesso erano grandi e lui voleva che quei ricordi fossero associati ad un'infanzia già brutta di suo. Puoi farmi vedere l'isola e ne parliamo più tardi? Potrebbe essere più grave di quanto pensassi, ma non lo è. Insomma le persone fanno come quando sanno altre cose e... andiamo Erik! Non ci vediamo da secoli, non voglio parlare di questo. Vorrei sistemarmi, farmi una doccia, mettere in funzione una scopa ed una paletta, dato scontato che ci siano, e voglio rilassarmi. Tanto non vado da nessuna parte e magari, stasera, davanti ad un bel bicchiere di birra ti racconto. Ok? Era palese che stesse sviando il discorso, ma davvero si sentiva stanco, aveva fatto un viaggio lungo, lo aveva risvisto, riabbracciarlo e saltellargli intorno era stato più faticoso nell'anima che nel corpo ed adesso dirgli che era nei guai non gli sembrava il caso. Allora, ci stai? Chiese con gli occhi da cucciolo che non vuole farsi dire di no. Anche perchè per una volta nella loro vita potevano anche fare come diceva il biondo!


     
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16 replies since 3/9/2021, 16:59   239 views
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