Lezione Biennio 21/22

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  1. Thomas S. Roberts
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    Thomas S. Roberts
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    parlato - pensato- ascoltato
    "Nononononononononono!" imprecò a mezza voce mentre saltellava su un solo piede intorno al letto, nel vano tentativo di infilarsi un calzino senza diversi sedere di nuovo. Era palese che se non fosse stata per la sua innegabile elasticità e per la sua natura di sportivo, XY sarebbe morto sfracellato a terra molto tempo prima. Ma la natura aveva deciso di donargli una certa agilità, così come gli aveva donato anche il talento di dormire sempre per troppo tempo e avere un corpo atletico e aggraziato che però risultava caotico e rumoroso quanto una mandria di elefanti.
    Aveva davvero provato a svegliarsi in tempo, aveva messo almeno cinque sveglie e si era raccomandato con Mr Erminio di svegliarlo per tempo, ma ovviamente l'ermellino bianco, troppo somigliante al suo padrone, aveva finito per ignorare la sveglia e rimanere accoccolato tra i suoi capelli, pesantemente addormentato fino a quando non era ormai troppo tardi per entrambi. Ironia della sorte, si trattava di una di quelle lezioni che Tom non avrebbe voluto perdersi per niente al mondo: Magitecnica era una di quelle materie per quali aveva provato eccitazione ed entusiasmo fin da ben prima di sapere che avrebbe davvero frequentato Hidenstone.
    Non che ci fossero stati troppi dubbi in merito: aldilà dei fallimenti nell’Accademia precedente, Tom era ormai abbastanza grande per scegliere per sé stesso e ormai la sua ossessione per la gemella sconosciuta e per l’accademia di Denrise non lo avrebbero più lasciato in pace se non avesse seguito quella strada.
    Stava cercando di non pensare che ci sarebbe stata anche Emma, magari quel giorno non sarebbe andata -e diciamocelo, nemmeno si ricordava delle lezioni combinate- e lui non voleva andare in ansia prima ancora di sapere se fosse necessario. Non che questo non accadesse con tutti gli altri, ma finchè si trattava di sconosciuti la cosa rimaneva imbarazzante e niente di più, con Emma era tutto ben diverso. Era ancora in quella fase del loro rapporto in cui non voleva fare cazzate, apparire stupido o rischiare di venire allontanato dopo aver lottato così tanto per trovarla.
    Ma non era di Emma che avrebbe dovuto preoccuparlo in quel momento: sfrecciò fuori dalla stanza il più velocemente possibile, costretto comunque a tornare indietro a metà strada quando realizzò di aver dimenticato la mappa – e grazie al cielo che il costume lo aveva indossato direttamente sotto alla divisa- , finendo quindi per arrivare alle Coste di corsa, il fiato corto, ringraziando la sua propensione per lo sport per essere riuscito a sfrecciare per la strada senza doversi fermare nel tempo. Finì comunque per piegarsi sulle ginocchia, senza fiato, arrivando mentre Morrigan stava parlando. “Ci sono, ci sono, ci sono! Sono in orario, sono arrivato…!” borbottò a mezza voce, guardandosi poi intorno “Sono ancora in orario vero?!” domandò a nessuno in particolare, per poi voltarsi verso il docente e annuire forse con fin troppo vigore, lanciandosi a capofitto nella risposta non appena ne ebbe l’occasione. “Oh beh…la magitecnica è una figata, Si-… Morrigan! Si può dire figata? Sì, penso di sì. Beh insomma è una materia fondamentale, serve a capire tutto! Harry… ti chiami così vero? Lui ha spiegato alla perfezione il senso, ma la magitecnica ti permette anche di capire quello con cui stai lavorando. Voglio dire, uno pensa che basti un po’ di magia per trasformare un pezzo di legno in un artefatto magico e invece no! Ogni elemento ha il suo carattere, il che è proprio folle, ma in modo positivo eh, davvero fighissimo! La magitecnica rende tutto possibile, è l’arte di plasmare le cose, cioè non proprio plasmarle, se no poi si rischia di pensare ad un alchimista pazzo che tramuta le cose e nonono non è quello che fa un magitecnico. E’ tutto studio, calcoli, e… wow. Un mondo di variabili, di esigenze da soddisfare… è assurdo pensare che qualsiasi cosa potrebbe essere potenzialmente realizzabile… qualsiasi! Allucinante, davvero” rispose, parlando a raffica e gesticolando anche nel mentre, fin troppo entusiasta per contenersi. “Un artefatto? Oh Si- Morrigan, ha detto di chiamarlo Morrigan” -si corresse a bassa voce per poi ricominciare- “Oh per la barba di Merlino… ci sono infinite cose che si potrebbero desiderare! Ma non andrei a cercare nel passato, le esigenze mutano rapidamente, punterei al progresso. Uhm… non saprei, proprio non saprei! Una spada laser forse, sì come quelle di Star Wars, quelle sì che sarebbero fighe, ma bisognerebbe lavorare su alcuni dettagli per renderle davvero efficaci… oppure un’armatura, che permetta di canalizzare la mag-…” si interruppe quando si rese conto che stava straparlando e gli parve quasi di sentire nella sua testa la voce di sua madre che gli ricordava di non affogare nessuno con i suoi sproloqui. Si schiarì la voce, accennando un sorriso impacciato, per poi ricordarsi qualcosa di vagamente importante. “Oh… oh giusto, io sono Thomas ma quasi tutti mi chiamano Tom. Roberts. Tom Roberts. Black Opal.” aggiunse alla fine, cercando di tornare poi in silenzio.



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