Shopping in compagnia!

Joanne&Aibileen

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    Denrise
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    tumblr_mp0u0sVEXA1rcjo9to1_500scheda | joanne nilsson | statistiche

    Doveva fare delle commissioni per lo speciale e doveva seriamente cominciare a seguire un ordine per le varie compere. Era sempre così assurdamente disordnata che delle volte, o meglio, più di alcune volte, si era dimenticata di comprare qualcosa ed allora era dovuta riuscire ed andare di nuovo nel negozio predetto e perdere un sacco di tempo, oltre al fatto che comunque, anche Jason l'aveva rimproverata più di una volta di essere una persona molto più sistematica e soprattutto molto più ordinata. Nelle piante c'era un ordine e le piante li dentro erano qualcosa di assurdamente importante. Stava imparando veramente un sacco di cose, si rendeva seriamente conto che tutto quello che stava facendo la stava facendo si rendeva conto che le persone non erano poi così male. Era andata più volte a Londra forse con la speranza di incontrare di nuovo quel famoso biondino, ma di lui nessuna traccia. Si era quasi messa l'anima in pace ed aveva quasi giurato a se stessa che non sarebbe mai più andata a Londra per cercare di incontrarlo. Quel pomeriggio era tornata appena da quell'enorme città che gli metteva sempre un grandissimo mal di testa ed aveva deciso di spingersi un pò in giro per il villagio e poi tra i vari negozi della piccola isola. Così fece. Alla fine era seriamente compiaciuta di se stessa: era riuscita a comprare anche un vestito nuovo per lei e dei fermargli per i capelli per allenarsi meglio e non avere sempre, costantemente i capelli davanti agli occhi. Era passata un attimo allo speziale ed aveva posato tutta la roba sul bancone, poi l'aveva messa apposto e poi aveva deciso di andare a ritirare e provarsi quello che aveva comprato per se. Una volta chiuso tutto, ritornò verso il negozio, si chiuse in camerino e solo in quel momento si rese conto che aveva abbassato troppo la chiusura del vestito, quindi, si fece coraggio, sbucò un pò con la testa tenendolo alto per non far uscire le sue poche grazie e quando individuò finalmente una ragazzina con i capelli scuri che sembrava essere affidabile sorrise e si fece coraggio cercando di richiamare la sua attenzione. Ehi scusami! Posso chiederti un favore! Insomma, potresti aiutarmi con questo vestito? Non sono pratica e... si guardò in giro, sapeva di essere diventata rosso pomodoro ma continuò a parlare, leggermente più a bassa voce se la ragazza le avesse dato retta. ci sono solo maschi e mi vergogno terribilmente! Ecco magari l'ultima frase non voleva neanche dirla, ma le uscì una verità spontanea. Oh Joanne ed il suo massimo pudore e senso della morale!

    Revelio GdR

     
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    Aibileen Beatrix
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    Urans, il fratellastro di Aibileen, figlio della sua stessa madre, non poteva pi? vederla in quello stato. Anche lui aveva perso un cugino ma, dall'alto della sua trentina d'anni, decise che quella situazione, no, non poteva decisamente durare!
    Aveva affidato le due sorelle Wings, figlie di suo zio e sorelle del giovane morto per mano (o, per meglio dire: per bacchetta) della nonna che li accomunava (una psicopatica della borghesia pi? malsana e razzista, di quella ormai praticamente estinta, della quale sembravano essere rimasti ben pochi adepti -e meno male!- e che ora, grazie a Merlino, si trovava in prigione, ben lontana da loro), alla loro mamma, nonch? sua zia acquisita, e si era trascinato dietro un'Aibileen che lo guardava con fare imbronciato, protestando che non aveva la bench? minima voglia di "uscire a fare compere"!

    << Ti far? bene! Non potrai portare per sempre i vestiti smessi di Tyler... Non adremo a Londra, promesso! >>

    L'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri abbass? lo sguardo, sovrastata dai ricordi che la stavano sommergendo. Decise, alla fine, di fidarsi di Urans, colui che le aveva regalato la sua gatta Nuvola e che le strimpellava la chitarra da bambina per calmarla.
    Si ritrovarono, a sua grande sorpresa... davanti alla Piazza Nuova di Denrise. Aibileen era a bocca aperta. Si ricord?, all'improvviso, dei pomeriggi passati l? a bighellonare e a fare piccole compere con le amiche o, se era riuscita a convincerlo, Aidan, ed il suo cuore s'intener?, tornando a farsi sentire mentre batteva con calore, verso una vita che, neanche tanto in fondo, le mancava, per quanto non si sentisse pi? degna della stessa, malgrado tutto quello che le veniva spiegato e ripetuto da altri.
    In qualche modo, per?, voleva credere di starsi sbagliando, e quindi, comunque, provarci.
    Il sostegno dell'amico Dioptase si stava rivelando decisamente essenziale, su quel punto! Urans, con un sorriso, le disse di prendersi il tempo che voleva per prendersi un po' cura di s? e, con uno sguardo intenditore, le fece l'occhiolino e si allontan? da quella parte di Denrise cos? ricca di mercatini vari e variopinti. Aibileen, con sguardo incerto, stava provando ad osservare e a concentrarsi su dei vestiti che stava trovando piuttosto carini, quando una voce di ragazza la fece sussultare.
    Si era trattato, in realt?, di un richiamo leggero e delicato, quasi imbarazzato, ma ad Aibileen ci voleva poco, per sobbalzare. Non tard?, comunque, ad avvicinarsi alla suddetta ragazza, raggiungendola in camerino.
    Sembrava gentile, e pure sua coetanea, ma non le risultava di averla vista a scuola, n? di averne sentito parlare da qualche compagno, nemmeno da Aidan. Eppure, era una bella ragazza! Qualcosa non le stava tornando.

    "... Strano."

    ... Pens? infatti, incuriosita da quella faccenda, per quanto sempre con lo sguardo velato di tristezza. Ma, finalmente, presente a qualcosa che non fosse il passato, o il presente senza Tyler. Nuovamente presente anche per chi non conosceva. Presente alla vita.
    Forse, quella ragazza era una denrisiana. Alle sue parole e al suo modo di fare, comunque, s'intener?, e le dedic? un piccolo sorriso gentile, nonch? comprensivo.

    << Ti capisco perfettamente. Sarei imbarazzata anch'io, sai? >>

    Rivel?, non tardando a tirare su quel che mancava della zip del vestito. Si allontan? un attimo per guardarla.

    << ... Ti sta bene, comunque... S.. Sei di Denrise? >>

    Domand?, impacciata alla fine della sua frase, grattandosi appena la nuca, sentendosi ancora vagamente stranita nel sentire i capelli corti coprirla, s?, ma, dal suo punto di vista, appena!

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda - Stat.
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    Edited by Aibileen Beatrix - 20/11/2021, 17:28
     
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    Denrise
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    Joanne Nilsson ~ DenriseNon andava mai in giro a fare spesa, non andava mai in giro a comprare dei vestiti. Anzi in quel momento si sentiva anche in colpa per averlo fatto ed ad aver chiesto a Jason quella mezza giornata libera. Doveva ammettere chelavorare con lui non era per niente male, e la cosa assurda era che stava seriamente crescendo stando vicino a quell'uomo. Jason con lei era sempre stato gentile e forse l'unico, in quello sputo di isola, che aveva creduto anche solo vagamente a lei. Doveva ammettere che quando stava con lui si sentiva protetta, a suo agio ed anche se era stato veramente difficile arrivare a quel grado di confidenza, Joanne non se ne pentiva neanche un pò. Sorrise appena quando vide la ragazza che aveva richiamato andare verso di lei ed annuì alle sue parole. Davvero? Da queste parti le ragazze sono sempre troppo sfrontate e maliziose!Disse con un pò d'amaro in bocca, specialmente perchè non sapeva se effettivamente era lei sbagliata per quel posto, oppure quel posto ad essere diventato sbagliato per lei. Cominciava a pensare che doveva andare via, esplorare Londra, diventare una cittadina del mondo, eppure, ogni volta che cercava di farlo era come se l'isola la risucchiasse, come se sentisse un richiamo segreto ed assurdo e la facesse tornare li, senza farla muovere per giorni e giorni. Era una situazione pressochè assurda, ma comunque da non sottovalutare, anzi, da ascoltare attentamente. Si guardò allo specchio, si accarezzò le cosce troppo evidenziate da quel vestito, si mise un pò di profilo e si guardò quel sederino sporgente e quasi si imbarazzò per averlo fatto rimettendosi nella posizione frontale. La voce della ragazza gli arrivò di nuovo all'orecchio e guardandola dallo specchio le rivolse un grandissimo sorriso. Quella ragazzina le sapeva di famiglia, era una sensazione strana a dire il vero. Già... sono di Denrise anche se non si direbbe neanche quello a dire la verità! In fondo era bassa, non era molto formosa... insomma lo standard di quell'isola era decisamente un altro. Tu invece non sei di qui, scommetto! Di dove sei?E... secondo te dovrei prenderlo? Si sentiva un'idiota a fare quella domanda, ma in quel momento non sapeva a chi chiedere e non era una che vantava proprio tutte queste grandissime amicizie a dire il vero. Quindi... beh, l'unica cosa che poteva veramente provare era, appunto, aprirsi di più e cercare di parlare e di conoscere persone, di abituarsi a quella socievolezza che non aveva mai avuto. Forse per mancanza di sicurezza o semplicemente per mancaza di occasioni, fatto si era che Joanne stava crescendo e stava cambiando. Ci si stava impegnando davvero e non aveva nessuna intenzione di mollare, non in quel momento almeno! Sorrise ancora e cercò di nascondere le sue gote rosse, distogliendo il suo sguardo scuro da quello altrettanto scuro della ragazza.


     
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    Aibileen Beatrix
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    All'ascoltare il commento di Joanne sulle ragazze denrisiane, Aibileen la guard? con un'espressione pensierosa: non avrebbe ancora saputo dire con certezza se era una denrisiana o meno, quello che le sembrava sempre pi? probabile, per?, era che quella ragazza avesse avuto a che fare con le loro coetanee originarie dell'isola di gran lunga pi? spesso di lei!

    << Non hai avuto delle belle esperienze, con le ragazze di Denrise? >>

    Le venne spontaneo chiederle, il tono di voce velato di preoccupazione.

    << Non credo di essere molto sfrontata... Spero vada bene lo stesso! >>

    Aaaaaah, fiducia in se stessa, questa sconosciuta... Quando Joanne prese a guardarsi attentamente allo specchio, arrivando persino ad imbarazzarsi, l'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri cerc? il suo sguardo per sorriderle con tenerezza, riconoscendosi fin troppo nel suo modo di fare timido ed impacciato! Distolse per? il suddetto, appunto, anche lei in imbarazzo, quando Joanne si ferm? a guardare le forme del proprio di dietro! Cominci? a temere, tra l'altro, di essere stata involontariamente troppo invasiva nei suoi confronti, con il suo modo di fare! Tale dubbio, per?, si sciolse fortunatamente come neve al sole, quando not? il gran sorriso che le stava rivolgendo proprio quella ragazza! A quello che le disse subito dopo, Aibileen la guard? con un'espressione sorpresa:

    << Perch? non si direbbe? >>

    Non si era fatta un'idea specifica delle "costituzioni fisiche" pi? gettonate dell'isola di Denrise, semplicemente per via del fatto che non si era mai concentrata granch? su quel tipo di particolare! Vi erano non pochi bei ragazzi, ed anche delle belle ragazze, per?, quello era poco ma sicuro!

    << I.. In realt?... Te l'ho chiesto perch? m.. Mi sembrava strano d.. Di non aver mai sentito nessuno fare il tuo nome, a scuola... S.. Sei molto carina! >>

    Confess?, grattandosi la nuca con fare imbarazzato, fermandosi per un istante a pensare a come considerasse pazzesca la facilit? con la quale stava conversando, magari non con un entusiasmo tipico della leggerezza di molti adolescenti, ma ad ogni modo con un'incredibile facilit? e tranquillit? con quella ragazza, considerando come lei e le sue cugine si erano sforzate di evitare il pi? possibile "il mondo dei vivi", in quell'ultimo periodo!
    Per quanto potesse essere obiettivamente provata, e non particolarmente portata per la menzogna, non aveva stampato in faccia quanto aveva vissuto, quello che era diventata... Ancora pi? obiettivamente, la stragrande maggioranza delle sue paure, non erano altro che quello: delle paure rinchiuse nella sua testa e che, pi? di una volta, si sforzavano di rinchiuderla nella suddetta testa insieme a loro.
    Non erano... Niente. Niente di realmente riconducibile alla realt?.
    Il suo fratellastro aveva avuto totalmente ragione: Aibileen aveva bisogno di uscire, fare cose "normali", confrontarsi con le realt? proposte dal quotidiano, per non lasciarsi divorare mentalmente dal licantropo e dal dolore del lutto che ormai si portava dentro praticamente ogni secondo della sua vita ma, soprattutto, dall'idea che aveva di loro, la stessa idea che la portava a sentirsi disarmata dinnanzi ad entrambi.
    C'erano altri licantropi come lei nel mondo, dall'indole pi? che pacifica... Disprezzando se stessa, disprezzava, implicitamente per quanto involontariamente, tutti loro. Provare a reinserirsi nella vita era l'unica scelta giusta, per quanto difficile e dolorosa.
    Aibileen rispose al sorriso di Joanne con uno pi? piccolo, affaticato, ma ugualmente sincero.

    "Non pensare a cose tristi... Concentrati su quanto ? gradevole parlare con lei!"

    S'impose. Alle domande a raffica di Joanne... Stranamente, si rilass? ancora di pi?. Che la spontaneit?, la genuinit? e la sincerit?, prive di assurdi teatrini e congetture, facessero stare bene Aibileen, non era un mistero per chiunque avesse davvero avuto a che fare con lei.
    C'era chi, in quell'anno scolastico, era arrivato a farle delle considerazioni pure abbastanza pesanti, ma le aveva sempre apprezzate, perch? sincere, dette in faccia, e senz'alcun tipo di cattiveria, ma anzi per... Cercare di comunicare. Conoscersi. Provare a crescere insieme.

    << Ecco... Il mio accento deve avermi preceduta, scommetto: sono australiana! Il vestito ti sta bene... Ma... La cosa pi? importante, secondo me, ? che tu ti senta a tuo agio portandolo.. >>

    Le dedic? un sorriso timido, mentre si spostava verso il fondo della stanza.

    << Prova a camminare fino a me... E vedi se ti senti te stessa, mentre lo indossi! >>

    Mentre parlava si sentiva un po' scema, doveva ammetterlo, non era sicura di star dando un consiglio sensato (Soooono Piccoli Problemi di Pippe Mentali... Nati da un'amicizia... - vabb? niente, pardon, pardon!wink, ma Joanne le stava facendo una tenerezza pazzesca, nonostante l'avesse appena incontrata, e ci teneva ad aiutarla, in qualche modo! Cerco di concentrarsi, in quel momento, solamente su di lei e su quanto le stava chiedendo.
    La guard? con il sorriso pi? incoraggiante che riusc? ad imbastire, aspettando la prossima mossa di quella ragazza denrisiana, che le sembrava dolcissima.



    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda - Stat.
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    Edited by Aibileen Beatrix - 17/2/2022, 01:16
     
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    Joanne Nilsson ~ DenriseSe solo si fossero conosciute prima, Joanne avrebbe avuto una amica per la pelle da moltissimi anni. Tra le due passavano tanti anni di differenza, ma la verità era che Joanne era una bambina nell'animo. Il fatto di aver sempre lavorato e mai avuto modo di essere una ragazza normale, con un'adolescenza più che normale, si stava facendo sentire proprio in quel momento, si stava facendo sentire a 24 anni e doveva anche ammettere che tutta quella era una follia. Delle volte si sentiva veramente una donna immatura e stupida, con la quale non si poteva fare o dire niente. Joanne, a volte, ragionava come una ragazzina, era sempre li a pensare a cosa sarebbe potuto succedere se fosse andata ad Hogwarts o ad Hidenstone, se sarebbe stata una dioptase oppure un'ametrin o ancora una Black Opal. Aveva sempre guardato quei ragazzi uscire dai cancelli di Hidenstone congrande rammarico, non invidia, ma speranza che prima o poi anche lei potesse davvero fare la stessa cosa, ma quel giorno non arrivò praticamente mai. Si, diciamo che non sono mai stata di loro gradimento, perchè... sai abbiamo avuto vite diverse, io e le mie coetanee e... ecco sono sempre stata quella strana, quella povera... ecco non troppo di compagnia... ma immagino che per una come te sia impossibile anche solo immaginarla una cosa del genere!Non lo disse con cattiveria, anzi. l'affermazione "per una come te" era quasi un complimento, senza sapere comunque che anche Aibi aveva avuto le sue gatte da pelare e le sue patate bollenti all'interno di quella scuola che lei tanto ammirava ed adorava, e forse anche un pò odiava. Ehm... in realtà a più che bene! Io non lo sono per niente! L'ultima frase la sussurrò quasi in imbarazzo, ma quando si concentrò su se stessa e vide il sorriso dell'australiana non fece altro che arrossire, ma sorriderle in automatico. Si morse il labbro e quando arrivò quella domanda guardò il pavimento per un pò di tempo in silenzio, senza rispondere. A denrise sono tutti quanti alti, muscolosi, spesso anno gli occhi chiari e sono virili. Anche le donne lo sono! Abbiamo le donne più forti del mondo... e poi ci sono io che sono alta un metro e 60, se ci arrivo, sono magra, piccola, con gli occhi grandi e scuri! Non sono neanche poi così tanto forte anche se sono brava con l'arco! Insomma sono un pò quello che per le famiglie fissate con il sangue puro sono i mezzosangue o peggio i babbani. Non sapeva perchè si stesse confessando in quel modo con quella ragazza, ma adesso che lo aveva detto si sentiva quasi meglio, sentiva quasi come se si fosse tolta un grandissimo peso dallo stomaco. Alzò di nuovo lo sguardo verso lo specchio e quindi verso la studentessa, sorrise appena timidamente, quasi dispiaciuta dello sfogo che aveva avuto un ò troppo forte per dirlo ad una sconosciuta, e poi si scontrò di nuovo con la sua figura e decise di sommergere di domande la povera ametrin così da non sentirsi ancora più in imbarazzo. Oh, grazie! Il fatto è che io non sono mai venuta a scuola! Disse poi stringendosi nelle spalle. Ecco, adesso si che si sentiva in imbarazzo, ma per fortuna la ragazzina cominciò a parlare di sè e rispondere a quelle domande che Joe le aveva rivolto. Era quasi un sollievo visto e considerato che erano entrambe li per non pensare a qualcosa, non si conoscevano e già si stavano aiutando! Era quasi qualcosa di fantastico, magico. Vieni da davvero molto lontano, e come mai proprio Hidenstone? Chiese curiosa prima di annuire alla sua proposta e camminare verso di lei, in realtà facendo un pò la sciocca, prima di arrivare vicino alla timida ragazza e scoppiare a ridere. Ecco, non rideva in quel modo da davvero tantissimo tempo! Forse era quella la felicità?


     
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    Aibileen Beatrix
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    Le confessioni di quella ragazza la fecero sentire "onorata". Magari la parola in sé è esagerata per il contesto, ma certamente non nel caso di Aibileen! Per lei, le confidenze erano un qualcosa di prezioso. Secondo lei, la fiducia era un dono unico e meraviglioso. Sempre e comunque. Non poté, in compenso, fare a meno di strabuzzare gli occhi quando Joanne le fece intendere che lei non potesse sapere che cosa volesse dire non essere "troppo di compagnia", o essere "quella strana"...

    << Ecco... Come dire... In che senso "una come me"? >>

    Non doveva avere l'aria più sveglia dell'universo, in quel momento, ma, davvero, Aibileen non è che si vedesse "brutta" o chissà quale altro giudizio estetico melodrammatico... Era, però, sicuramente ingenua riguardo allo "status" che poteva esserle attribuito semplicemente per via dell'Accademia che poteva permettersi di frequentare, per via degli abiti che si poteva comprare, e via discorrendo! Intuiva anche abbastanza approfonditamente che cosa volessero dire "i fine mese difficili", grazie ai genitori che l'avevano, fortunatamente, abbastanza velocemente inclusa in determinati tipi di conversazioni... Ma la cosa finiva lì.

    << Sai... Io... Sono spesso troppo timida con chi non conosco! E m'imbarazzo facilmente... >>

    Nella difficoltà di rapportarsi con gli altri, almeno per i primi approcci, le due sembravano decisamente avere parecchio in comune, in effetti!

    << Ma l'importante è trovare le persone con le quali ti trovi veramente bene e a tuo agio, credo! Quelle persone alle quali vuoi bene ogni giorno, ogni anno di più, perché... Perché sì. >>

    Aggiunse, con un sorriso un po' imbarazzato, però convinto. Anche abbastanza melenso, sicuramente, ma indubbiamente sincero.
    Quando la ragazza le chiese "come mai proprio Hidenstone", Aibileen sorrise di nuovo, stavolta in modo affettuoso.

    << La mia mamma è londinese, ed aveva sentito parlare da qualche suo amico di Londra dell'"innovativa" Accademia di Hidenstone di Denrise... E a me non dispiaceva l'idea di specializzarmi vicino al mare.. >>

    Rivelò. Quando, invece, Joanne improvvisò la sua "sfilata" scherzosa, ad Aibileen venne spontaneo tirare fuori il proprio magifonino per mettere una canzone di sottofondo, seppur ad un volume abbastanza basso: "Message in a bottle" dei The Police. Ma stoppò la canzone dopo pochi secondi, timorosa com'era di star disturbando qualcuno! Sorrise a quella ragazza denrisiana a mo' di scuse, si sentiva in colpa, ma non era proprio riuscita a resistere! Poi, dall'alto del suo 1.70, Aibileen si ritrovò a lasciarsi andare ad una risata liberatoria, come una ragazzina, dicendosi che forse, sì, valeva ancora la pena ridere, soprattutto se era per farlo insieme a qualcun'altro! E che, probabilmente, Tyler preferiva vederla vivere e lottare per farlo a meglio, che nascondersi come aveva fatto fin troppo allungo durante quell'estate.


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    Edited by Aibileen Beatrix - 17/2/2022, 08:34
     
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    Joanne Nilsson ~ DenrisePer Joanne era sempre stato fin troppo strano e soprattutto difficile riuscire a gestirsi con le persone che non conosceva e soprattutto era qualcosa di inconcepibile davvero conoscerle. Era difficile riuscire ad avere feeleng con qualcuno e quando succedeva quasi non gli sembrava vero. Era strano il fatto che da quando vedeva Rebecca, da quando frequentava Jason e quello speziale la sua vita era totalmente cambiata. Era riuscita a fare amicizia ed allenarsi con Nara, era riuscita a fare amicizia, chiacchierare ed allenarsi con Ni lei, ed adesso era tranquilla, o quasi, a parlare con quella ragazzina che sembrava avere la sua età, cosa non esattamente vera, senza davvero nessun tipo di problema. Joanne doveva cambiare, voleva perfezionarsi, voleva essere più attenta alla sua persona, voleva davvero essere una persona com le altre, non voleva nascondersi nella sua isola e nella sua triste povertà e questo Jason lo aveva capito a pieno e la cosa gli piaceva, la faceva stare veramente bene. Si strinse nelle spalle quando la ragazzina gli chiese cosa intendeva con quella frase. Guardati allo specchio, sei bellissima, sei simpatica, frequenti una bella scuola, hai dei bei vestiti e sicuramente un sacco di persone intorno, sia amici che persone che da te vorrebbero altro. Sicuramente avrai fatto le tue esperienze ed ancora ne farei di belle! Era esattamente quello che vedeva in quel sorriso. Joanne, almeno per quella volta, non lo aveva detto ne con rammarico ne tanto meno con invidia. Si rendeva conto che c'erano persone più portate per fare qualcosa ed altre per farne altre. Sorrise ancora alla ragazzina per farle capire le sue intenzioni. E questo non è altro che un pregio! L'imbarazzo la vergona ed il pudore sono spesso cose che vengono sottovalutare in questo periodo, ma ti posso assicurare che non sono difetti! Eh lo diceva lei che per un bacio ci aveva messo quasi 24 anni per darlo! Insomma lei ci credeva veramente a certe cose, lei veramente si aspettava che il mondo fosse davvero alla sua altezza, anche se delle volte non lo era affatto. Ripensò a quel brutto episodio vissuto nello speziale e rabbrividì anche se subito la voce di Aibe la riportò nel negozio. E tu le hai trovate queste persone? Chiese poi sorridendole ancora pensando a quanto le sue amiche fossero poche e neanche da vedere sempre. Denrise è un'isola davvero magica e non ti sto parlando di magia con le bacchette parlo di qualcosa che si sente. é come se l'isola stessa fosse completamente viva ed avesse una sua autentica autonomia.Ogni bosco, ogni ramo, ogni animale o montagna di questo posto ti sentono, ti parlano se sai ascolarle e ti regalano sempre grandi emozioni! Aggiunse poi perdendosi per quello che stesso lei pensava della sua stessa isola. Ecco, si forse qualche anno fa non si sarebbe neanche sentita così libera di esprimere un concetto che poteva davvero sembrare strano davanti ad una straniera a tutti gli effetti. Ed adesso, invece, era come se aveva preso più consapevolezza di se stessa e della sua vita.


     
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    Quella ragazza, dietro i suoi modi timidi ed insicuri, proprio dentro il suo sguardo, sembrava nascondere volontà da vendere. Quella che ti faceva rialzare una volta e mille ancora. Ai suoi complimenti, poi, non poté che "fare sfoggio" di una delle sue classiche reazioni timide di cui aveva parlato poco prima... Abbassò lo sguardo, portando una mano a stringere un bordo del pantaloncino di jeans, e l'altra ad una ciocca di capelli corti, che non tardò a portare dietro l'orecchio.


    << E.. Ecco, appunto... T.. Ti ringrazio... S.. Sono fortunata ad avere gli amici che ho... Ed anche per la scuola ed i vestiti, hai ragione... Questo è vero... Ma tu sei molto, molto bella, sai? E mi sembri anche simpatica! >>


    Aggiunse poi, prima di prendere un bel respiro profondo, e di riuscire a guardare la ragazza denrisiana nuovamente negl'occhi, con un sorriso timido, piccolo, ma... Vivo.
    Stava per chiederle se lei non avesse, per caso, vissuto delle esperienze scolastiche che l'avevano fatta soffrire, ma non volendo rischiare di farle ricordare, eventualmente, cose spiacevoli, decise, alla fine, di tenersi quella domanda inopportuna per sé.
    Nel mentre, la conversazione proseguì, e quando Joanne le chiese se lei le avesse trovate, le persone di cui parlava, Aibileen rispose con un convinto:


    << Direi proprio di sì! >>


    E, proprio in quel momento, mentre stava ascoltando rapita Joanne parlarle della sua isola...


    << Eccoti qua! Trovato qualcosa... ? >>


    Arrivò il suo fratellastro! Le aveva posato, a sorpresa, le mani sulle spalle, prima di puntare il proprio sguardo verso Joanne, con fare canzonatorio, nascondendo il proprio sollievo e la gratitudine che stava provando verso quella sconosciuta ragazza, per aver "fatto uscire Aibileen dal guscio dei ricordi per un po'":


    << O incontrato qualcuno? >>


    Concluse infine, con un sorriso ironico.


    << Urans! Mi hai fatto prendere un colpo.. >>


    Esclamò lei, sorridendo appena al biondo trentenne, ringraziandolo già con lo sguardo, prima di tornare a guardare Joanne, e presentarla:


    << Lei è Joanne, una ragazza di Denrise! >>


    Disse, con una nota di calore e di gratitudine nella voce per nulla mascherata. Mentre Urans tendeva una mano alla ragazza e si presentava, Aibileen prese, da una tasca dei propri shorts, un piccolissimo block-notes ed una matita, sul quale c'erano già delle piccole bozze scarabocchiate qui e là. Cercando di renderle visibili il meno possibile, in un improvviso gesto d'imbarazzo, Aibileen staccò un foglietto da esso e vi scrisse il proprio numero, porgendolo poi subito dopo alla ragazza.


    << Chiamami o scrivimi, se ti va, quando... Quando avrai tempo! Mi farebbe piacere, mi... Stai simpatica. Davvero!! Mi piacerebbe scoprire di più della Denrise di cui mi hai parlato tu... Arrivederci, spero! >>


    Aggiunse, prendendo a braccetto il fratellastro.


    << Grazie anche a nome mio... Joanne! E bel vestito! >>


    Disse il suddetto, avviandosi insieme alla sorellastra verso la casa dei loro zii londinesi.


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