Perché?

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    lilith clarke
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    In un solo giorno l'era crollato tutto il mondo addosso, ogni pilastro che aveva eretto in quei tre anni era cascato, frantumato e non credeva fosse più possibile ergerlo di nuovo. Non ne aveva le forze, non ne aveva il coraggio, non ne aveva la voglia.
    La rottura con Blake, quel giorno non era stata la sola cosa che l'aveva distrutta in ogni singolo respiro, aveva cercato un lenitivo nelle braccia di quella che credeva essere la sua migliore amica ed invece si era rivelata solamente l'oggetto della loro rottura, era lei la ragazza con cui Blake era andato a letto.
    La sua migliore amica.
    Il suo ragazzo.
    Un cliché che Lilith credeva che non avesse mai potuto vivere.
    Ed invece era lì, a camminare per i giardini, con i capelli bianchi, gli occhi dello stesso colore e la pelle che aveva perso la melanina, facendo risaltare il contorno di quegli occhi gonfi e rossi.
    Perché era nei giardini? La risposta aveva un nome: Blake. Le lacrime ormai scendevano e lei nemmeno se ne accorgeva. Non riusciva a fermarle e non sapeva cosa le stesse facendo più male se lei e lui. Una cosa era certa: non sentiva più il cuore battere, sembrava solo farle male, pungere come mai lo aveva sentito pungere.
    Era così che ci si sentiva morire? Stava morendo? Non lo sapeva, ma i suoi passi strascicati per i viali la stavano portando a cercare il ragazzo che sicuramente dopo la loro lite era andato a correre per sfogare la rabbia. E lei si diresse proprio verso quella zona solitaria che lui amava così tanto e se lo avesse intercettato si sarebbe piazzata in piedi davanti al suo percorso, fino a quando lui non l'avrebbe vista.
    Solo a quel punto, Blake avrebbe potuto vedere la pigmentazione di Lilith essere scomparsa da occhi e capelli e gli occhi gonfi dal pianto. Se lui si sarebbe fermato lei avrebbe fissato nel vuoto, crollando sulle sue stesse gambe e mormorando solo una parola, di continuo, come se avesse bloccato il linguaggio della riccia su quel vocabolo «Jessica...» - avrebbe ripetuto il suo nome diverse volte, in un mormorio quasi spaventoso, come se fosse un fantasma a parlare, mentre fissa il vuoto davanti a sé, quasi ipnotizzata dal nulla, dal vuoto «Jessica...» - continuava a ripeterlo diverse volte, mentre sperava che lui capisse che ormai sapeva tutto. Pian piano il suo sedere tocco il manto erboso, come se le ginocchia non ressero più nemmeno il suo star in terra, mancava poco che svenisse e se lo avesse fatto, sarebbe accaduto mentre ancora mormorava «Jessica...»
    Voleva chiedergli perché, quante volte e cosa aveva provato a portarle via le uniche due cose che veramente contavano nella sua vita. Ma non aveva altre forze se non per continuare a mormorare quel nome. Sarebbe riuscito Blake a farle riprendere un attimo di lucidità?

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    Era un periodo strano della sua vita. Aveva detto quelle cose a Lilith perchè si era fatto convincere che fosse giusto. L?aveva vista andare nel posto di Aaron con Aaron, aveva sofferto tantissimo toccando il fondo insieme a Markab. Ed aveva cercato davvero in tutti i modi possibili ed immaginabili di dimenticare e soprattutto di andare avanti. Ma nonostante quello, Blake non aveva mai smesso di amare Lilith. Era stato il suo primo amore e lo sarebbe sempre stato. Si erano lasciati, aveva deciso di non dirle di Jessica perchè non era importante e soprattutto perchè voleva prima parlare con l'opalina. Le voleva bene, voleva bene davvero tanto a Jessica, era una persona molto importante nella sua vita e lo avevano fatto almeno due volte e a lui era piaciuto. Non aveva mai rinnegato niente di quello che era successo, ma da quando aveva visto Lilith in quello stato aveva fatto un passo indietro a prescindere ed almeno con lei. I problemi erano davvero tanti: Blake amava Lilith ed in maniera diversa amava anche Jessica. Blake voleva una vita con entrambe e non voleva far soffrire nessuna delle due ed aveva combinato un casino. Non voleva che Jessica si innamorasse di lui perchè non sareberro potuti stare insieme davvero, anche e nonostante il fatto Blake era attratto dalla corvina e soprattutto la considerava parte della sua vita, sempre. Ma Lilith. Lilith era sempre stata una cosa apparte e mentre correva sudato e soprattutto concentrato su tutt'altro, si ritovò la riccia, completamente bianca davanti a lui che non faceva altro che ripetere quel nome. Si morse il labbro e prima che lei cadesse, o svenisse, lui la sorresse e poi la prese in braccio portandola verso una panchina. Clarke! Disse semplicemente prima di vedere che non solo i suoi capelli erano bianchi ma anche la sua pelle lo era, e l'unica volta che l'aveva vista così... scosse il capo. Non voleva neanche pensarci e la ripetizione convulsiva di quel nome poteva solamente dire che lei sapeva tutto. Sentì il cuore fermarsi. Perchè Jessica non ne aveva parlato prima con lui, cosa diavolo le era venuto in testa. Sfilò la bccatta dal suo pantalone. Reinnerva! Dicerto non l'avrebbe lasciata li svenuta. Quello era un dato di fatto. Si morse ancora il labbro. Lilith... Sussurrò avvicinandosi alle sue labbra con l'orecchio per vedere se respirava ancora.

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    Il mondo l'era caduto addosso e lei non sapeva nemmeno come era stato possibile. Lei che aveva sempre avuto il controllo della sua vita, adesso lo aveva perso in un battito di ciglia e si ritrovava nuovamente sola, come quando era ad Hogwarts, come quando ogni secondo della sua vita era la ragazzina con la puzza sotto il naso che non aveva amiche perchè a lei non piaceva nessuno; la sua vita era stata un inferno, ma alla fine ci aveva fatto l'abitudine. Forse perché non aveva conosciuto quella parte di vita che le aveva concesso amiche, sorrisi e un ragazzo che amava come mai aveva fatto in vita sua.
    Ed ora? Ora cosa le restava se non quelle lacrime che continuavano a scendere dolore come un aratro che solcava le sue guance? Nulla. Questo le rimaneva, il nulla. Blake l'aveva tradita e non glielo aveva detto per mesi. E la persona che più voleva fosse al suo fianco a lenire quella ferita non era altro che l'altra con cui lui era stato a letto: la sua migliore amica.
    Come poteva rialzarsi anche da questo? Dove avrebbe trovato le forze di affrontare i loro volti e magari rischiare di vederli mano nella mano, camminare nei corridoi sorridendi.
    Com'era possibile che l'unica a cui aveva concesso piena fiducia, adesso l'aveva ferita così tanto? Lei che aveva giurato di non provare niente per Blake, che l'aveva convinta a fidarsi e di credere che lui non avesse nessun'attrattiva per lei, aveva aperto le gambe e aveva lasciato che tutto quello rovinasse la loro amicizia.
    Sentì lontana la voce di Blake, come se stesse affogando sempre più affondo, mentre perdeva lentamente i sensi tra le sue braccia.
    Non sapeva cosa voleva dire morire, ma in quel frangente in cui aveva perso i sensi, sembrava che il dolore fosse scomparso per sempre.
    Quel reinnerva, però, rovinò quella piacevole sensazione di vuoto.
    A fatica riaprì gli occhi, trovando vicino Blake. Le lacrime le scivolarono ai lati del volto, mentre in un soffio debole proferiva poche parole «P-perché... perché non mi hai lasciato morire...» - la disperazione nel tono, mentre il singhiozzo del pianto interrompeva il suo semplice parlare «... avrebbe fatto meno male...» - respirava piano, quasi a voler conservare quell'aria che le pesava ingerire, mentre chiudeva gli occhi e lasciava che il volto continuasse a bagnarsi.

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    Non aveva mai provato niente per nessuno se non per Lilith. Lilith era sempre stata quella che lo aveva fatto rigirare ed era anche stata la sola a riuscire a farlo studiare seriamente. Lo aveva preso e lo aveva completamente raddrizzato, lo aveva reso migliore e lo faceva anche solo respirando. Blake si sentiva in colpa già di tantissime cose, ma quelle era la cosa che gli straziava più l'anima. Non poteva farci niente. L'amva e sapeva di aver fatto una cazzata, sapeva che non doveva mentire e sapeva che con Jessica era veramente solamente amicizia. Adesso il problema era che aveva rovinato tutto non solo con la sua vera anima gemella ma anche con quella che aveva reputato sempre la sua migliore amica, e nient'altro. Si morse il labbro e scosse la testa. Come poteva essere sempre lui a dover rovinare sempre tutto. Eppure lo aveva rifatto. Si erano lasciati, lui era andato in discoteca e si era portato a letto la prima persona che capitasse. Il problema era sempre lo stesso: Blake non conosceva altro modo se non il sesso rabbioso o le botte. Se la prima volta aveva scelto entrambe, la seconda aveva scelto quella che lo avrebbe fatto sentire ancora peggio. Non poteva andare da nessuno, anche Jesse era arrabbiato con lui perchè era andato con il Jesse sbagliato e... fece un respiro profondo quando la vide riaprire gli occhi, le accarezzò le guancie e cercò di asciugarle le lacrime. Io sono un casino. Ho fatto una cazzata, sono un coglione e ho sbagliato. Ma non vorrei mai che tu morissi a causa mia. Io non sapevo che Jessica venisse e te lo dicesse, io non volevo lo facesse perchè è stato un momento di debolezza. Adesso urla, picchiami fai quello che vuoi, ma non lasciarti andare. Forse quella era la prima volta che Blake parlava davvero senza nessun freno inibitorio, forse sentiva anche i suoi occhi lucidi, se avesse saputo piangere in quel momento lo avrebbe fatto, ed invece niente. Sai benissimo che ti amo.Forse quella era la cosa più sbagliata da dire in quel momento ma Blake aveva un deficit emotivo non indifferente ed in quelle occasioni davvero riuscivaa sbagliare qualsiasi cosa facesse.

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    Lilith cercò di tirarsi su, tentando di mettersi a sedere, nonostante la testa che girava per quanto avesse pianto. Non poteva crederci, non voleva crederci. Aveva perso due pilastri con una sola scopata e la colpa era solo ed esclusivamente sua, certo. Lilith aveva tutte le colpe, lei si era fidata di Jessica, lei si era fidata di Blake.
    Perché era andata da Blake a dirgli quanto stesse male per quello che aveva scoperto? Questo non lo sapeva, ma aveva la necessità di sentirselo dire da lui, sentirsi dire la verità dalla sua bocca e capire quanto fosse davvero finita.
    Certo, perché era chiaro che lo fosse definitivamente, perché una persona che ama non tradisce, giusto?
    Ma come poteva sapere Lilith che Blake avrebbe stupito la riccia con quello che vomitò non appena riprese i sensi. Ascoltò quelle parole, quasi come se credesse ancora a tutto quello che diceva, ma il suo testino bianco si muoveva in negazione, come se non volesse davvero dare ascolto al suo cuore, che gli stava credendo ancora «Volevi che lei mi stesse vicino mentendomi? Anche lei doveva mentirmi, Blake? La sola di cui mi fidavo.» - domandò piano, ancora non del tutto ripresa dal mancamento di poco prima. Continuava a piangere e le dita di Blake che cercavano di raccattare quelle lacrime non facevano altro che farne scendere di più.
    Lilith ne aveva avuto abbastanza, questa volta. Era finita. Definitivamente. E non aveva intenzione di lasciare nessuno spiraglio aperto per quello che era stato il noi che lui aveva distrutto. Era davvero sul punto di lasciarlo lì, per l'ultima volta, quando i suoi occhi si sgranarono come fanali giganti, ascoltando quelle parole che furono come pugnali sparati in pieno petto.
    «Mi dispiace, Barnes...» - momorò chinando il capo mentre le gocciolone le bagnavano le gambe «... io non ricordo più perché ti amavo.» - un sussurro strozzat dall'aria che mancava, perché quel passato non era reale, lei lo amava ancora e ricordava perfettamente i motivi «Se davvero questi sono i tuoi sentimenti...» - si interruppe, senza sollevare lo sguardo fece leva sulle proprie gambe deboli per risollevarsi barcollando «...dimenticali o cerca un modo per ricordarmi cosa mi ha fatto innamorare di te.» - quelle parole probabilmente lo avrebbero ferito, così come le sue spalle girate dopo quella frase. Non sarebbe andata via, questa volta, non fino a quando non avrebbe avuto la certezza che lui non doveva dirle più niente, solo allora avrebbe barcollato nella sua stanza, sperando in cuor suo che il ragazzo scegliesse la seconda opzione, perché entrambi sapevano quanto si amavano.

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    Stava per rispondere qualcosa. Certo che non voleva che anche lei le mentisse, ma c'erano modi e modi di dire le cose e lui lo avrebbe voluto sapere. Il fatto era che voleva pensare a quello che doveva dire per non essere frainteso e quando lui si era aperto completamente a lei, nella maniera più sbagliata del mondo ed anche nel momento meno adatto, Lilith prese un coltello e glielo tirò direttamente nel cuore. io non ricordo più perchè ti amavo. Quella frase era l'unica cosa che sentì davvero. Si tirò indietro quando lei si alzò e gli diede le spalle. Non aveva sentito quello che aveva dopo la ragazzina, il suo sangue si era gelato, ed il cuore aveva fatto realmente crack. Era quello il rumore di un cuore spezzato? Era quello che si provava quando qualcuno ti lasciava e tu l'amavi ancora? Era quello che lei aveva provato quando aveva saputo di tutta quella storia? Sentiva le mani tremare. Non sapeva esattamente cosa gli aveva fatto più male, il verbo amare al passato, il fatto che con quella frase aveva completamente chiuso la porta oppure l'insieme del tutto. Non riuscì a dire una parole. Era completamente ammutito, sentiva le mani tremare ed ogni muscolo del suo corpo come paralizzato. Come si faceva a dimenticare un sentimento? Come poteva anche solo pensare che ci sarebbe davvero riuscito? Blake l'amava, era un grandissimo immaturo e coglione, ma amava Lilith più di ogni altra cosa al mondo e glielo aveva sempre dimostrato, a modo suo, ma comunque ci aveva provato ed adesso... ecco adesso si sentiva esattamente come lo faceva sentire suo padre: un errore, incapace, e senza nessuna possibilità di essere amato da nessuno. Forse davvero ognuno aveva quello che si meritava e lui meritava la gloria ma di certo non l'amore. Fece ancora un passo indietro. Non potrei mai dimenticarti. Ma se è questa la tua scelta. Buona vita Clarke. Non sapeva piangere, stava trasformando di nuovo tutto in rabbia, ma questa volta decise prima di uscire da quella stanza, tornare in camera sua e dare così tanti cazzotti al suo sacco che le mani arrivarono davvero a sanguinare. Era finita.

    Revelio GdR

     
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