Ma sei sicura che attiri abbastanza clienti?

Evelyn&Alyce

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    Era tipo la quarta volta che passavo davanti a quelle donnine che si muovevano in modo sinuoso sulla porta di quel locale e era sempre la quarta volta che mi soffermavo ad osservarle, facendo una smorfia con il viso di superiorità.
    Io so fare assolutamente meglio di loro, cioè dai mi vedi? Sono perfetta! Quella lì a destra ha addirittura qualche smagliatura anche se è solo un'illusione!
    Alla fine però tiravo dritta e proseguivo per la mia strada, ero in una specie di caccia e non potevo farmi distrarre così da delle semplici illusioni. Ma ora che ci passai nuovamente di fronte mi soffermai un poco di più, anche perchè mi ero appena nutrita di un pover uomo in qualche vicolo più in là e ora la mia mente era totalmente sopraffatta dall'eccitazione della caccia e in qualche strano modo avevo voglia di mischiare qualcosa di alcolico col sangue che ancora scendeva piacevole nella mia gola, anche se non era di quale qualità eccelsa avrei potuto fare di meglio, ma ero già annoiata e quelle ballerine illusorie mi continuavano a girare per la testa. Ero già stata in quel locale, sapevo cosa mi si sarebbe parato davanti una volta varcata quella porta d'ingresso e sapevo anche che il barista era un'incantevole visione, quindi perchè no? Mi diressi alla porta d'ingresso e con un semplice gesto della mano sinistra abbassai la maniglia e spingendo la porta varcai la porta di quel posto di perdizione. Un posto perfetto per me, alla fine, magari sarei diventata cliente fissa se non mi annoiava.
    Una volta dentro al mio naso arrivò subito quel profumo, il suo profumo, un profumo che potevo riconoscere a occhi chiusi ma che mi fece storcere il naso e imprecare mentalmente, e non.
    Dannazione, non mi libererò mai di te! Devi smetterla di tormentarmi!
    Serrai per un momento i pugni, presi un respiro profondo e appena riuscii a scacciare dalla mia mente quel pensiero, quindi proprio un attimo, il tempo di sbattere le palpebre, mi diressi con fare sereno e spensierato verso il bancone del bar, con un sorriso compiaciuto sulle labbra nel vedere l'aitante barista lì presente come la volta precedente che c'ero stata.
    Per fortuna ci sei tu a rasserenarmi, mi sarei strappata volentieri il naso un secondo fa!
    Il fatto che il profumo di quel luogo assumesse l'odore che più mi piaceva era davvero un colpo basso, forse il suo profumo era l'ultima cosa che mi restava vivida di lui, come l'odio che provavo ora nei suoi confronti e non era affatto piacevole ritrovarselo sotto il naso così all'improvviso, proprio per niente, da uscirne pazza. Mi appoggiai così al bancone in marmo con un fianco e tamburellai piano le unghie sulla sua superficie, non sapevo che ordinare, avevo ancora il sapore di sangue vivido in bocca e non sapevo proprio cosa accostargli, che scelta ardua. Un piccolo sbuffò uscì dalle mie labbra girandomi totalmente verso il ragazzo dietro il bancone.
    Posso affidarmi a te per la scelta? Dai il meglio di te in questo drink, mi serve proprio.
    Ah! E se riesci mettici qualcosa che copre questa puzza che questo posto mi fa sentire, te ne sarei davvero grata.

    Aspettai il suo cenno di assenso del capo e poi andai verso uno dei divanetti liberi non molto distanti dal bancone, non ero lì per vedere spettacolini o robe varie quindi un divanetto in disparte mi sarebbe bastato, sperando di riuscire a concentrarmi su qualche altro odore prima di uscirne pazza o su qualsiasi altra cosa per distrarmi.
    Evelyn Imogen Giles


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    a routine era cominciata, come ogni sera e da quando Alyce aveva quel locale in gestione, doveva ammettere che non provava poi così tanta noia nell'adoperarsi a farlo andare per il meglio. Quella sera, era ancora sopra, in una delle stanze degli ospiti, dove una delle ragazze aveva avuto un problema con un cliente un po' troppo insistente «Ascolta, forse non hai capito: il tempo a tua disposizione è terminato. Hai fatto troppe domande, la mia ragazza si è infastidita e ti consiglio di uscire sulle tue gambe, se non vuoi che io provveda a procurarti delle ruote con cui spostarti.» - il sorriso sul volto di porcellana si allargò, come se fosse innocente ogni parola che stava proferendo. Non poteva che adorare quelle situazioni in cui l'adrenalina saliva e in un posto come il Rouge non era difficile, soprattutto quando qualcuno iniziava a chiedere alle ragazze qualcosa della loro vita privata. C'erano poche regole, in quel posto, e una di queste - la prima di queste - era farsi i cazzi propri. Chi entrava al Rouge lo faceva per lasciare fuori i problemi della propria vita, per essere momentaneamente un'altra persona, tavolta un anonimo, senza nome, né volto e chi non rispettava questa regola rischiava di mandare a puttane tutto. E poi, che senso aveva fare delle domande a delle prostitute che avrebbero dovuto occupare la bocca in altre faccende?
    Alyce sbuffò, stava visibilmente perdendo la pazienza «Rick, Rock. Penso che il qui presente voglia fare la vostraconoscenza, poi date quel che rimane ad Al, John e Jack. Ancora non hanno mangiato...» - mormorò, ormai di spalle al cliente che a breve non sarebbe stato più nemmeno vivo, quindi uscì dalla stanza, accompagnando Silene fuori da lì.
    «Hai una giornata libera, oggi. Puoi andare, torna a casa, ci vediamo domani.» - il tono era freddo, ma non perchè ce l'avesse con la donna, ma perché il suo unico passatempo era stato rovinato. Quale? Il bere.
    Quando tornò dietro al bancone, Luke stava lavorando come se fino ad ora non sapesse niente di quello che stava succedendo sopra e stava servendo una ragazza dai capelli biondi. Alyce giunse proprio nel momento in cui questa si lamentava del profumo che sentiva nel locale e passando dietro il barman, la rossa iniziò a commentare la cosa, senza nemmeno guardare la vampira «Beh, cerca di cambiare gusti e vedrai che il profumo cambia.» - atona e distaccata, mentre ora volgeva lo smeraldo alla ragazza «Dai... Lo sai che anche a me fa impazzire quando entro qui dentro e sento il tuo profumo ovunque.» - ammise con un sorriso sarcastico il ragazzo, mentre riusciva ad attirare l'attenzione della rossa, con la coda dell'occhio «Si vede che hai buon gusto.» - mormorò appena, mentre guardava le bottiglie che c'erano alle loro spalle, voltandosi e lasciando che la vampira portasse il suo sedere da un'altra parte «Glielo porto io, il cocktail a quella tipa.» - disse, versandosi poi un bicchiere da 0.50cl di whisky.
    Con i due bicchieri in mano, poi, sarebbe andata verso il divanetto scelto dalla biondina. Il velo della sua gonna nera si muoveva lentamente ad ogni passo, quasi accarezzando l'aria: il suo outfit total black era sempre qualcosa di irriverente, non c'era che dire, ma lei ci stava bene in quelle vesti e se pur Luke avesse da ridire per un pizzico di gelosia, questo non era cosa che le interessava. Ai piedi aveva dei vertiginosi decollete del medesimo tinteggiato, con un tacco a spillo che avrebbe fatto cadere le migliori delle modelle, eppure lei era capace di restare in bilico su quei trampoli ed ancheggiare addirittura.
    Arrivata al divanetto, si sedette senza nemmeno chiedere il permesso alla donna, alla fine quello era il suo locale, seppur la ragazza probabilmente non lo sapeva «Allora? Di chi è il profumo che tanto ti infastidisce?» - domandò poggiando un bloody mary sul tavolino alla donna, mentre lei teneva in mano il suo whisky ambrato e iniziava a sorseggiarlo.
    Era di pessimo umore, questo non poteva negarlo, ma le sue smeraldine osarono cercare nel volto della vampira qualcosa che potesse aggiustarle la serata, qualcosa di interessante, affinché la rossa potesse davvero scacciare quella sensazione di acidità che aveva provato poco prima con il cliente fastidioso.
    Accavallò quindi la gamba, respirando lentamente.

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    Mentre finivo di dare quelle semplici direttive al barista sulla scelta del cocktail, notai arrivare una rossa che senza troppi problemi si introdusse dietro il bancone del locale e senza la minima voglia di non farsi sentire commentò il mio piccolo lamento sul profumo che aleggiava in quel posto, almeno per quello che io potevo sentire vista quella piccola magia che contraddistingueva il locale. Avevo voglia di litigare? Per niente, quindi evitai di commentare oltre e mi morsi appena la lingua per non farlo, era difficile per me non essere schietta e diretta con le persone, anche se non mi andava di perdere tempo inutile a discutere era più forte di me, una piccola frecciatina mi sfuggiva sempre ma quella volta mi trattenni, avevo altro in testa, purtroppo. Mal grado il mio trattenere parole, non riuscii a trattenere una piccola alzata di occhi al cielo, ma cercai di camuffare il gesto guardando altrove e allontanandomi dal bancone per andare al divanetto, tendendo però un poco l'orecchio verso quello che il barista stava dicendo a quella ragazza, ma perdendo quasi subito l'interesse quando mi sedetti.
    Una volta seduta il mio sguardo iniziò a vagare tra le varie persone presenti in quel posto, sembravano tutti intenti in conversazioni così interessanti e a godersi la presenza di cameriere e ballerine che giravano per il locale portando allegria e spensieratezza, un piccolo sbuffo uscì dalle mie labbra e accavallando una gamba mi misi a rigirare una ciocca di capelli tra le dita persa in qualche pensiero.
    Non ci sei ma ci sei, sei davvero uno strazio fratello...
    Senza rendermene conto commentai a voce un piccolo pensiero che mi stava passando in quel momento, fu come un impulso automatico il volerlo dire a mezza voce, come se stessi discutendo con me stessa e qualcosa che mi stava trattenendo dal prendere e ribaltare tutto pur di non sentire più quel profumo, se avessi creato casino nel locale avrei percepito sicuramente l'odore del sangue, vista l'adrenalina che si sarebbe andata a generare nel mio corpo mentre venivo sbattuta fuori, ma non ero lì per fare casino e quindi mi limitai a discutere con me stessa. Ma poi...perchè mi ostinavo a rimanerci in quel posto? La cosa più semplice da fare per non continuare a impazzire era prendere e andarmene ma qualcosa mi diceva che lì avrei ottenuto qualcosa, forse risposte, forse avrei conosciuto qualcuno, ma sicuramente qualcosa stava per succedere.
    Mentre ero immersa nei miei pensieri sentii sopraggiungere al mio fianco qualcuno, la chioma rossa di poco prima si era appena seduta sul divanetto senza fare troppe storie, non che mi interessasse che non aveva chiesto il permesso ma mi stupiva un poco quella cosa, visto che poco prima aveva commentato in quel modo acido la mia lamentela. Portai lo sguardo prima al cocktail che posizionò sul tavolino e poi verso il suo viso, verso quegli occhi color smeraldo che caratterizzavano il volto di quella ragazza, accennando un lieve sorriso laterale a quella sua domanda, a quanto pare conosceva quel posto e già da come si era intrufolata dietro il bancone poco prima si poteva dedurre che lo conosceva bene, magari lavorava lì da tempo o lo gestiva lei stessa.
    Penso tu sappia bene come funziona questo giochetto vero?
    Era una domanda più di circostanza e ironica, non mi aspettavo di ricevere una risposta anche perchè era palese che sapeva, infatti mi passai una mano quasi frustrata tra i capelli e portandoli indietro chiusi per un momento gli occhi lasciando penzolare a ciondoloni la testa sullo schienale del divanetto.
    Quando non vedi tuo fratello da anni e poi entri in un locale e boom!
    Feci un piccolo gesto con le mani, come a simulare un'esplosione, e girai lo sguardo nuovamente verso la ragazza riaprendo gli occhi ma rimanendo con parte del viso appoggiato allo schienale del divanetto, come se mi stessi confidando con un'amica da tempo e non c'era bisogno di formalità e un certo modo di porsi col corpo.
    Soprattutto quando tale fratello per te è come morto, ma sai bene che è ancora in circolazione...non è per niente piacevole averlo fisso sotto il naso, ho il cervello che mi sta scoppiando!
    Questa volta un sonoro sbuffo lasciò le mie labbra e una piccola smorfia mi si formò sul viso quando arricciai il naso per sottolineare il fatto che non sopportavo quell'odore.
    Evelyn Imogen Giles


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    A
    lyce non era una di quelle ragazze che aveva l'accuratezza di essere discreta e poco appariscente. Lei era stravagante, fuori di testa e, soprattutto, faceva tutto quello che voleva fare, quando voleva farlo.
    Dopo aver passato uno stressante momento antipatico con quel cliente strano che era venuto a trovarli, la rossa ricercava ciò che avrebbe potuto calmare il suo animo e l'alcol era un ottimo amico. Tuttavia non poteva essere la sua sola ed unica valvola di sfogo, quando nel locale aveva addocchiato qualcosa di veramente interessante da stressare. La presenza di Alyce in giro per il proprio locale era come quella di un fantasma all'interno di una casa infestata: girava dove voleva e si sedeva con chi voleva. Senza nemmeno chiedere il permesso, ed era esattamente quello che aveva fatto con Evelyn, in quel momento, rubandole magari un attimo in cui la ragazza voleva stare da sola.
    Ma il suo pensiero primario era: se sei al Rouge, la solitudine non è quel che cerchi. Quello era un luogo dove la compagnia si comprava, era addirittura sul listino, quindi restare da soli sembrava più un sacrificio atto ad attirare l'attenzione su se stessi, proprio per poi trovare compagnia - insomma, tutto riportava a quello.
    Scrollò le spalle alla sua affermazione, con un sorriso perverso sul volto. Pareva una dark-doll di porcellana, la rossa, mentre marmorea rimaneva a guardare l'altra «L'ho scelto per un motivo, questo giochetto - sottolineò quella parola con enfasi suadente, mentre squadrava l'immagine della ragazza.
    Ascoltò il sapore che quel meccanismo aveva preso per la bionda e quasi si sentì appagata nel sapere che aveva colpito esattamente nel punto più debole di qualcuno. Non rimase stupita dal fatto che qualcuno amasse l'odore del proprio fratello: chi era lei per giudicare, visto il rapporto che aveva con Peter, che avrebbe fatto storcere il naso a molti, se non tutti, in quella società perbenista?
    Lo smeraldo di Alyce si spostò verso il collo di lei, per poi risalire alle sue labbra, mentre piano si avvicinava a tagliare quelle distanze che il divanetto permetteva di avere «Uh... è un vero peccato. Non so se allora l'alcol possa bastare, per far sì che questa sensazione smetta.» - avrebbe tentato, quindi, di allungare una mano ad afferrare una ciocca dei suoi capelli, per iniziare a giocarci «Ci vorrebbe qualcosa di più...» - avrebbe cercato di sporgersi verso di lei, o meglio, verso il suo orecchio «... eccitante.» - sibilò appena, con un soffio. Per poi allontanarsi con in volto un sorriso che lasciava intendere tutto e niente «A meno che tu non sia troppo impegnata a piangerti un fratello che non sembri voler ritrovare.» - il suo tono rimase caldo e tenue in quell'affermazione azzardata.

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    Ma davvero mi ero ridotta a piangere su mio fratello? Cioè lui mi aveva abbandonata senza dirmi nulla e io ora ero lì a piangere sul suo profumo, dovevo proprio essere patetica agli occhi di quella ragazza che mi stava vedendo in quello stato e mi sentivo patetica con me stessa, non era da me quel comportamento, c'era qualcosa che non stava girando nel giusto modo dentro di me e mi sembrava pure palese visto come mi ritrovavo in quel momento. Mentre il mio viso era sempre rivolto verso la ragazza, notai il suo sguardo vagare per esso e avvicinarsi ancora di più sul divanetto al mio fianco. Mi tirai così un poco su col busto, ma senza abbandonare la mia posizione poco ordinata che stavo assumendo da quando lei si era seduta al mio fianco, e un flebile sorriso si fece spazio sul mio volto quando la sua mano raggiunse una ciocca dei miei capelli, andando a giocarci, dovevo ammettere che quella situazione iniziava davvero a piacermi, avrei dovuto lagnarmi di più su me stessa se riuscivo a ricavare certe attenzioni. Alla parola eccitante una punta di malizia si fece viva nel mio sguardo e se prima era solo un flebile sorrisino, ora sulle mie labbra si presentava un mezzo ghigno malizioso che lasciava intravedere quello che era uno dei miei canini, lì dentro si sentiva odore di sangue da ogni dove e i miei sensi non erano poi così ferrei da non reagire a quella cosa, soprattutto se avevo le mie difese soggiogate da altro.
    E pensi di avere per me la giusta soluzione?
    Non distolsi per un momento il mio sguardo dal suo, non era mia intenzione usare nessun tipo di malia verso quella ragazza, ma mi piaceva guardare quegli occhi smeraldo, avevano quel non so che di curioso e affascinante allo stesso tempo, ero certa che non fosse una vampira sentivo chiaramente il battito del suo cuore e proprio per quello mi stava iniziando ad incuriosire così tanto il suo modo di fare. Alla fine se c'era la possibilità di distrarsi chi ero io per negarmela.
    Allungai così un braccio verso la sua figura e se me lo avesse lasciato fare avrei passato due dita lungo il suo braccio, in modo delicato, accarezzandolo appena, rimanendo sempre con lo sguardo fisso nel suo mentre tornavo a togliere quello spazio che rimaneva tra noi sul divanetto.
    Non posso di certo rimanere a piangermi per mio fratello quando potrei avere qualcosa di meglio da fare e sicuramente più eccitante...
    Sottolineai quell'ultima parola in modo malizioso ma se avesse avuto un buon orecchio avrebbe sentito una lieve incertezza nel definirla più eccitante di mio fratello, insomma per me lui era sempre stato tutto quello che desideravo e anche se ora mi concedevo del divertimento pure con persone che non erano lui, era pur sempre difficile per me trovare qualcuno che superasse quello che lui mi faceva provare.
    Non presi minimamente le distanze una volta detta quella frase, anzi rimasi lì, col viso sempre appoggiato allo schienale del divanetto ma ora quasi vicino alla sua spalla, ad ogni parola probabilmente avrebbe potuto sentire il mio respiro infrangersi sulla pelle che quel vestito le lasciava scoperta.
    Evelyn Imogen Giles


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    Il lavoro che Alyce faceva era esattamente quello adatto a lei, portare le persone a rilassarsi in ogni possibile modo immaginabile, e questo era ciò che stava cercando di fare anche per Imogen in quel momento.
    Il sorriso che la vampira le fece, dopo quelle poche parole che la rossa aveva detto, faceva capire a quest'ultima che aveva uno spiraglio per poter rendere quella serata divertente per entrambe. Alla fine lei vendeva piacere e per venderlo doveva essere brava anche a donarlo, no? Se questo fosse stato il suo momento, l'aveva deciso nell'istante esatto in cui la ragazza era entrata nel locale.
    Scrollò le spalle, la rossa, mentre sorrideva alla bionda «Io ho sempre la soluzione giusta.» - ammise in un sibilo, quasi cme se fosse una vipera ammaliatrice. E quel ruolo non le dispiaceva nemmeno un attimo se poteva divertirsi e cacciare via la noia che la stava pervadendo fino all'attimo prima che lei entrasse.
    Lasciò che l'altra la sfiorasse, guardando con la coda dell'occhio quelle dita che le carezzavano il braccio, aiutandola ad accorciare le distanze su quel divano che al momento sembrava fin troppo grande per entrambe.
    «Vedo che iniziamo a capirci, anche se non so ancora il tuo nome.» - le sibillò, mentre le dita si sarebbero allungate verso il suo volto, per cercare di spostarle una ciocca di capelli indietro, se lo avesse permesso «Sai, non ho mai provato un vampiro...» - ammise con una certa curiosità «Si dice che voi siate degli ottimi amanti, chissà se è vero...» - la stuzzicò appena, mentre le dita si sarebbero fermate sul suo collo se glielo avesse permesso, mentre piano scivolavano verso la clavicola.
    La ragazza non sembrava ancora molto convinta e questo rendeva molto più stimolante la situazione, perché voleva dire che Alyce doveva sfoggiare le migliori delle sue qualità per poter cercare di rendere la serata di Evelyn migliore di quello che potesse essere «Sai, mi piacerebbe sapere...» se glielo avesse concesso, Alyce avrebbe allungato una gamba su di lei e sempre se questo fosse stato possibile con gentile concessione di lei, avrebbe tentato di sedersi a cavalcioni sulla bionda «... cosa sai fare per rendere la nostra serata... divertente - avrebbe quindi tentato di mormorare quelle parole sulle sue labbra, cercando di avvicinarsi a quelle, sfiorandole appena.
    alyce coffey

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    Quella serata iniziava a emanare sempre di più feromoni da tutte le parti, o meglio, quel divanetto iniziava a sprizzare sesso a ogni sillaba pronunciata da una e dall'altra ragazza, forse soprattutto dalla rossa ma nemmeno io mi stavo trattenendo da quel gioco di seduzione che stava nascendo tra noi due, alla fine avevo bisogno di distrarmi e se ero stata attirata in quel locale, forse, un motivo molto valido c'era stato e a quanto sembrava si stava piacevolmente palesando.
    Il mio sguardo era fisso sui movimenti della ragazza, ne ero piacevolmente attratta e il non voler distogliere lo sguardo da quel suo modo di porsi nei miei confronti mi stava occupando la mente dal pensiero fisso che avevo avuto fino a pochi secondi fa, mio fratello. Era davvero riuscita così facilmente a sostituirlo nella mia testa? Ne dubito, ma forse in questo momento avevo solo bisogno di attenzioni e lei me ne stava dando tante e che attenzioni...
    Mi morsi un poco il labbro inferiore con uno dei miei canini quando sentii la sua mano sfiorarmi il collo in quel modo, era un mio punto erogene? Eccome se lo era, sarei diventata una gattina obbediente senza troppi problemi se solo le persone si soffermassero più spesso sui punti erogeni delle persone e non pensassero solo all'amplesso, ma alla fine era meglio così, avevo più potere io e non loro. Lei però sembrava davvero essere brava in quei giochini, certo non potevo aspettarmi altrimenti visto il posto in cui mi trovavo, ma dovevo ammettere che mi stava davvero lasciando colpita il suo tocco.
    Non ti piace il mistero?
    Un piccolo flebile sussurro uscì dalle mie labbra alla sua richiesta del nome, non che mi interessasse molto nasconderlo, ma quel gioco poteva essere ancora più intrigante se ci fosse stato del mistero, anche piccolo come il non sapere il nome dell'altra. Due sconosciute che si ammaliano a vicenda, perchè no.
    Il suo ammettere di non essere mai stata con un vampiro mi lasciò piacevolmente colpita ma meravigliata, sempre visto il posto in cui ci trovavamo non per altro.
    Potresti incorrere in un pericoloso rischio però, lo sai vero?
    Un nuovo ghigno si palesò sul mio volto al suo complimento, avrei davvero osato tanto con lei? Cioè ci sarei andata a letto senza problemi, e sicuramente sarebbe accaduto di lì a poco, ma avrei osato sfoggiare tutte le tecniche di noi vampiri? Un morso le avrebbe fatto raggiungere il paradiso in un secondo, nell'atto sessuale ovviamente, ma non ero certa di voler rischiare...ma poi perchè ora mi stavo facendo tutti questi problemi?! Al diavolo!
    Hai paura di essere mangiata?
    Il mio sguardo andò nuovamente negli occhi smeraldini della rossa appena me la ritrovai a cavalcioni, non ero intenzionata a fermarla in nessun modo, sapevo bene che si sarebbe spinta fin oltre il pudore e era quello che volevo pure io in quel momento. Spento il cervello, aperta la f-. Ne avevo bisogno!
    Passai lentamente la mano sulle gambe della ragazza, partendo dalle ginocchia fino a risalire lungo le gambe e poi sino alle cosce, oltrepassando il limite quasi invisibile di quel vestitino che non la copriva per nulla. Strinsi appena le mani a esse quando mi ritrovai le sue labbra a pochi millimetri dalle mie e senza dire altro le posai a contatto, dandole un piccolo morso col canino in modo da far uscire una piccolissima goccia di sangue, che andai prontamente a bere leccandola con la punta della lingua.
    Zuccherino...mi piace...
    Sussurrai quelle poche parole a contatto con le sue labbra appena prima di premere totalmente le mie alle sue in modo da generare un bacio fin troppo poco casto e paziente, cercando però di non morderla nuovamente anche se quel piccolo assaggio aveva inebriato tutti i miei sensi da cacciatrice.
    Evelyn Imogen Giles


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