Stradivari

provino magitecnica 1

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    Lancelot OlwenDocente di Rune
    'Amico mio... caro amico mio' la carriera di Lancelot procedeva a gonfie vele, come mago, che finalmente aveva acquisito e padroneggiato l'aritmanzia avanzata, ma anche come runista, visto il suo ingaggio a denrise per riti alquanto particolari e delicati, ma anche e soprattutto come musicista.
    Aveva sempre creduto nel suo talento: sapeva di essere bravo, di essere nato per quello, eppure nello scegliere una vita diversa non aveva sentito solo di aver deluso sua madre, ma anche di aver tradito sé stesso, almeno quella parte che era il Lancelot maestro del violino che forse, complice il poco tempo, non sarebbe mai nato. Il dubbio di poter essere una bella speranza sprecata lo aveva attanagliato per anni, facendolo forse allenare più del necessario in quella passione, proprio per non divenire ciò che credeva; si stava ormai rassegnando a quel destino, quando, quasi casualmente, lui era diventato primo violino ad un evento, certo, giovanile, ma tra tanti maghi era stato scelto lui, e ciò ovviamente lo aveva riempito di gioia, anche se non quanto gli occhi di sua madre: non l'aveva mai vista vicina alla commozione, eppure quella sera lo era stata.
    La sua carriera si poteva dire fosse ormai lanciata e ciò aveva richiesto nuove scelte a livello di look, certo, ma anche a livello di strumentario. Aveva sempre avuto un violino di pregevole fattura, ma dopo il concerto di natale sua madre gli aveva fatto un regalo decisamente prezioso: uno stradivari, e non uno qualsiasi, ma uno dei più antichi, uno dei più preziosi della collezione, che portava il nome del genio che per primo aveva avviato quella linea: Antonio Stradivari.
    Non era suo, ovviamente, era solo ceduto dalla famiglia Stradivari per intercessione della madre, ma era un dono prezioso, degno dei migliori violinisti del mondo, che tradiva non solo il suo talento (sicuramente non all'altezza), ma la potenza della sua famiglia 'Quando ci penso... ho le vertigini' affermò lui, nel mentre però, come qualcuno infilatosi nelle celebrazioni di Ostara, accarezzava un altro.
    Quel pomeriggio e questa role, infatti, non avrebbero parlato del violino Antonio Stradivari, ma di un altro violino, di un altro Stradivari, che sua madre gli aveva regalato per il suo 17° compleanno e che da allora aveva accompagnato la sua carriera così come i suoi allenamenti, al punto di diventare parte stessa della sua persona. Una parte che ora rischiava di perdere.
    'Sei... troppo importante' aldilà della sua fattura, vi era infatti un rapporto quasi intimo con quello strumento e lui non intendeva abbandonarlo o - peggio - relegarlo ad eventi minori o alle esercitazioni: lui, meritava più di questo 'Non mi separerò da te!'
    Puntando il catalizzatore il ragazzo iniziò a mormorare la formula del Favellio Objectum più volte fino a cadere in trance e ritrovarsi in un mondo spirituale con davanti un uomo che aveva le stesse sembianze del primo violino Vladimir Papulapov, senza però ovviamente esserlo "Mi verrebbe da salutarti come maestro... ma non sei Papulapov, no?" domandò lui con gentilezza, nel mentre egli incrociava le braccia.
    "Non lo sono... sono quello che potevi essere e che hai scelto di non essere" una risposta secca, indisponente, che al biondo ricordò a tratti l'anziano maestro, nonché sua madre.
    'Beh, un po' me lo sono meritato' dovette ammettere lui, storcendo per un istante la bocca, salvo poi sospirare "So che forse ti ho deluso, ma... la mia strada era un'altra... e sono felice della mia scelta, nonostante tutto. Sono un docente, posso seguire tanti ragazzi e anche avvicinarli alla musica, io... sono davvero felice della mia vita... e so che le rune mi hanno strappato tanti momenti con te, ma credo sia giunto il momento che ripaghino il debito"
    Il violino sollevò un sopracciglio, ma lo lasciò parlare "Lo hai avvertito chi mi è stato donato da qualche mese, e hai notato da solo come mi abbia portato via da te... si potrebbe quasi dire che coò che non sono riuscite a fare le rune è riuscito a fare il mio talento... e la mia ricchezza... ma io non voglio questa fine per te, amico mio... per noi" affermò lui, marcando non poco quelle parole, salvo poi indicarsi con i palmi aperti "La mia vita, ora che sono docente ha maggiori responsabilità, ed è anche molto più pericolosa. Sono messo davanti a molto più male e ingiustizie e spesso la preside ha bisogno che noi interveniamo in suo aiuto... a protezione dei ragazzi e non solo. E' una vita diversa, a cui non sono avvezzo, ma alla quale voglio e devo abituarmi... e vorrei che tu lo facessi con me" levando lo sguardo, il runista si liberò dell'imbarazzo e del senso di colpa, mostrando solo fierezza e determinazione, a testa alta e schiena ritta "Vorrei servirmi delle rune per incantarti e fare di te il mio compagno di battaglia: vorrei poter evocare su di me e su di te una protezione e permettere al tuo suono incantato dalla mia magia e dalla nostra affinità di giungere ovunque..."
    "Ah!" rispose lui, in segno di scherno "Buona questa: io e te. In battaglia! Ti prego! Cos'è, Lancelot, hai deciso di rompermi per non sentirti in colpa per avermi abbandonato?"
    "IO NON TI VOGLIO ABBANDONARE!" il ringhio del violino fu coperto dall'urlo di Lance, che a tratti divenne rosso "Io voglio te, e non per pena o perché non posso portarmi un violino unico al mondo e neanche mio con me... io voglio te perché voglio te! Siamo stati insieme per anni, abbiamo suonato ovunque in ogni situazione e siamo già stati insieme su diversi campi di battaglia... la musica che devo evocare in quei contesti non deve essere perfetta, non ne ho né il tempo né il bisogno... ho bisogno però che sia mia, che sia la parte più profonda di me e rifletta gli incanti che sto veicolando nella migliore delle maniere. E questo lo può fare ottimalmente un solo stradivari al mondo: tu! Quindi, ti prego, so che non è la tua natura e so che non è un uso consono, ma, per favore, accetta le mie rune e permettimi... permettimi di renderti unico..."
    L'uomo, per un istante, mostrò stupore, dunque tacque, a lungo, al punto che il biondo poteva chiaramente sentire il suo cuore martellare nel petto "Fallo." sentenziò infine, rimandando di colpo il ragazzo nel suo corpo, che quasi cadde dalla sedia.
    Si riebbe, quasi con paura, dovendosi alzare e guardare intorno, confuso, poi afferrò il suo strumento 'Grazie... amico mio...' si disse lui, riprendendo poi un foglio ed iniziando a tracciare delle rune che potessero definire ciò che aveva in mente, anche se non proprio chiaramente.
    'Farò un sigillo ad albero runico' si disse lui iniziando a tracciare la runa di legame e poi una sola runa di attivazione da cui avrebbe voluto diramare tre effetti, una combinazione abbastanza classica e di cui lui spesso si era servito.
    'Il primo effetto che voglio è la protezione di me e del violino... come con il Sortilegio dell'Armatura, Teneo...' si disse lui, andando a definire tre rune per quell'effetto: Gebo, Algiz e Berkana, in maniera tale da indicare la difesa e la resistenza contro ogni cosa 'E poi... voglio che la magia sia ben udibile...' e a quello scopo scelse la runa del tuono, Thurisaz, quella della lingua, Ansuz, e Raido, che indicava il viaggio.
    A quel punto restava il terzo effetto, ma per quello aveva tante idee, ma nulla di definitivo 'Potrei anche non metterlo, in effetti...' si diceva lui, sentendosi però in colpa, quasi stesse mancando di rispetto al violino, quasi non stesse facendo tutto il possibile.
    'Maledizione...' si disse lui, spostando altrove la sua attenzione, ovvero sulla runa di legame, ove scelse, abbastanza agilmente Othila 'O come Olwen... perché tu sei mio!' si disse lui, brevemente posseduto da Jonathan Baker (?), dovendo stamparsi in volto un sorriso e andando alla runa di attivazione, in maniera tale da capire quali rune non potesse davvero usare.
    Si prese come spesso faceva un glossario delle rune, per ripassare rapidamente i significati e spuntare quelle già in uso e di colpo la sua attenzione cadde su una runa che, in una sua accezione poco comune, indicava la creatività: Kenaz 'Bri!'
    Disegnare quella runa come quella di attivazione fu istintivo, talmente tanto da far male: quanto era passato dalla sua morte? Possibile che ancora non riuscisse a passare davvero oltre 'Io... non sono mai stato bravo... a dimenticare... vero... amica mia?' si disse lui, tradendo un singhiozzo, per il quale si coprì la bocca, osservando poi il suo strumento 'E anche questa volta...'
    Strabuzzando gli occhi, il giovane tornò sul sigillo ed improvvisamente notò uno schema 'I miei genitori... Brianna' affermò lui carezzando prima othila e quindi Kenaz 'E Ansuz non è forse Annie... la donna... la donna per cui per primo mi sono esibito in un assolo... solo per lei?' si disse, colmo di nostalgia, e di amore, rendendosi conto come non avesse mai rinunciato neanche a lei.
    'Non fa per me...' non aveva saputo rassegnarsi alla morte di cassiopea, fino a farne una scoiattolina, ed era finito col tornare col suo primo amore; non aveva mai saputo neanche rinunciare al Elaine, nonostante fossero separati dal mare, così come da Alexander, neanche quando fu posseduto da uno spirito malvagio. Non era quella la sua natura e quel violino avrebbe portato quel suo lato all'estremo, se possibile.
    'Un legno per un legno: una perseveranza per un'altra' affermò lui, sostituendo Berkana con Eiwaz, una runa che lo legava indissolubilmente al suo eroe, al suo cavaliere in armatura: Alexander. E se da una parte vi era Alexander un terzo nome stava ora mancando, e no, non era quello dell'Uragano Multicolor.
    'Elaine' la descrisse con la runa dell'intelligenza, Mannaz, e quella dei segreti perth, quindi pose in ultimo Wunjo, perché estendesse la sua mente in quei momenti ben oltre il piano terreno, permettendogli, nonostante la magia e il clamore della pugna di non perdere il focus o smarrirsi 'Donami... la tua lucidità e il tuo acume, sorella!'
    Fu così che quasi per magia (era da dirlo) le rune presero forma davanti a lui e fu così che non gli rimase che esporre il posteriore del violino e concentrarsi "Scripta Maneo" iniziò ad enunciare, tracciando una ad una, con infinita minuzia e precisione ogni singolo segno, cercando di essere quanto più elegante e preciso possibile 'Per te... solo il meglio' si disse, forse riferendosi un po' anche a sé stesso, incidendo l'intero albero e puntando poi la runa del legame.
    Sospirò e chiuse gli occhi, visualizzando le persone più importanti della sua vita, alle quali non aveva mai davvero saputo rinunciare, e mai avrebbe potuto 'E tu... mio caro stradivari, sei uno di loro' si immaginò protetto dalla magia dei suoi affetti, che rendevano la sua musica ancora più melodica e potente, nel mentre i suoi sensi si estendevano e gli permettevano di essere concentrato, attento, preciso 'Quello che siete voi... e che io vorrei essere come voi' disse lui, facendo anche riferimento alle poderose corde vocali di Annie, specialmente quando qualcuno o qualcosa lo feriva! (?) "Canete Runae" concluse, deciso e determinato, a tratti persino testardo.


    Riassumo l'albero runico.
    runa del legame: Othila
    runa di attivazione: Kenaz. Indica brianna e l'atto di far musica
    rune della protezione: gebo, eiwaz, algiz (xander)
    rune del sonorus: thurisaz, ansuz , raido (annie)
    rune dei sensi: mannaz, perth, wunjo (elaine).

    Effetti desiderati.
    Quando suona (quindi non passivi):
    - uno scudo che riduca i danni subiti tipo armatura (teneo)
    - buff ad estensione del suono e all'esecuzione delle melodie
    - potenziamento di Intuito

    Ricordo che si è servito di favellio objectum allo scopo di rendere quanto sopra permanente.
    Faccio presente che lancelot ha 43+1 (lezione) di tecnica e dovrebbe andare a 41 empatia e 36 carisma.
    fo anche presente di avere rune1
     
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    Gli Snasi
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    Lo SnasoLo avevamo capito dal funerale di Brianna, ma anche da prima: Lancelot non sapeva andare avanti, sapeva solo ritornare e rimuginare sul passato e farne tesoro e nuova forza per il futuro.
    Forse anche per questo amava le rune: erano antiche magie, che ogni giorno ottenevano nuovi scopi e nuovi usi, lasciando che echi di quel passato così remoto irrompessero con prepotenza nel presente.
    Il violino Stradivari era infastidito dall'esser messo da parte e non era certo nella sua natura scendere sul campo di battaglia, ma cosa poteva dire davanti agli occhi sinceri e colmi di affetto di Lancelot? Davvero lo poteva lasciare da solo, e davvero snobbarlo sarebbe stato soddisfacente, una volta che si fosse tristemente trovato chiuso in un armadio?
    A ben pensarci, quella era la migliore offerta che potesse ricevere e come tale la accettò, non opponendo alcuna resistenza agli incantamenti del docente, nei quali egli mise tutta la propria delicatezza e competenza, andando a disegnare simboli che indicassero precisi potenziamenti, richiamando al contempo le persone a lui più importanti. Brianna era la fulgida fiamma della passione e dell'estro creativo, mentre Alexander era l'armatura che da sempre lo proteggeva, così come lui proteggeva l'altro; Elaine era la saggeza, la freddezza, il controllo, sempre indispensabile e così soventemente perso dal docente, mentre Annie, l'amore della sua vita, era la passione e la meraviglia di condividere col mondo il proprio dono.
    Alla fine, le magie entrarono e Lancelot non solo seppe di avere un nuovo alleato, ma anche delle nuove competenze.
    Provino superato!


    Lanci
    Favellio: d20: 4+9
    Barriera; d20: 2+9+4
    Sonorus; d20: 13+9+4
    Pot. Intuito; d20: 2+9+4


    Ricompense
    Snaso: +3exp
    Lance: +2exp + skill Tec1 + violino incantato

    violino incantato: stradivari incantato dal runista, la grande affinità tra i due garantisce a Lance, quando lo suona, di generare un'aura dorata attorno a sè che gli conferisce +2pp Intuito, +2 alle azioni musicali e -1 danni subiti
     
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1 replies since 4/4/2021, 19:20   65 views
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