Buongiorno Primavera!

Lilith&Blake

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    La primavera era qualcosa che lo faceva stare bene, non era come l'estate dove il suo essere veniva completamente travolto, ma sicuramente era l'inizio del suo buon umore. Quella mattina aveva deciso di passarla da solo ad allenarsi, non come al solito, tra corse ed addominali, voleva il mare, voleva la sabbia e voleva del silenzio. Strano ma vero. Si era svegliato abbastanza presto lasciando a Jesse un biglietto con scritto che si sarebbero visti direttamente la sera, era passato nelle cucine a chiedere un bel panino e dell'acqua e poi aveva deciso di scendere verso la spiaggia privata di Hidenstone. Era ovvio che conoscesse bene Benjamin, praticamente, ultimamente era sempre li e la cosa lo rilassava un sacco. Quel ragazzo era dinamico, spirisoso e sopratutto era divertente. Lo aiutava a non pensare e a fuggiere da vari pensieri che neanche voleva seriamente affrontare. Tutta quella situazione con Lilith, Jessica, suo fratello sempre in mezzo a dire sepre la cosa giusta... insomma era divetato davvero difficile fare qualsiasi cosa, quindi, alla fine, aveva deciso, strano ma vero, di buttarsi sui libri e sui suoi tirocini. Era qualcosa di incredibilmente appagante ed adesso capiva anche perchè un sacco di persone, nel mondo babbano, prendevano l'università di legge e si riempivano di cose da studiare: non volevano pensare. Comunque, quel giorno si era messo un costume che fungeva da pantaloncino, una canotta nera, un'asciugamano bella larga e si era andato a sdraiare in riva. Le onde del mare lo rilassavano e forse riusciva a scrivere un pò. La sua Sambuca, insieme ad Ares erano sdraiate vicino a lui, la chitarra ed un piccolo quadernino. Ovviamente davvero aveva bisogno di silenzio, ma quando c'era il bagnino non c'era sicuramente il mood giusto per scrivere. Infatti, questo con fare scherzoso e giocoso gli posò una tavola da surf affianco. Che dici? Una servatina? chiese poi prendendo la rincorsa ed andando verso la prima onda. Pancia sulla tavola, mani a paletta e prese il largo. Alla fine non aveva resistito, aveva dato indicazioni alla sua fatina ed al suo gatto di rimanere li, non litigare e fare la guardia alle sue cose e via verso il mare aperto. Fu una mattinata a dir poco fantastica. Era stato bene, aveva riso tanto, si era fatto un bagno assurdo ed aveva ritrovato la gioia di fare uno sport che non praticava più da un sacco. Si, doveva fare più spesso tutto quello, era diventente ed oltremondo rilassante.

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    La primavera significava molte cose: l'anno scolastico che stava volgendo al termine, le giornate che si allungavano, il sole che iniziava a scaldarsi... Lilith amava quella stagione perché apriva le porte a quella che lei amava di più, l'estate. Era già con la testa a pensare a dove andare in vacanza, per passare quei tre mesi che si avvicinavano in pieno relax. La scorsa estata era andata decisamente bene, doveva ammetterlo, quest'anno però sembrava prospettarsi qualcosa di diverso rispetto alle altre vacanze che aveva passato: voleva andare da sola, in giro per uno stato non ancora deciso, a conoscere la cultura di qualche posto che non aveva visita e - magari, perché no - a conoscere gente nuova che poteva aiutarla capire la lingua di un posto spettacolare. Una cosa era certa, avrebbe scelto una zona di mare. E fu con quel pensiero in testa che la Prefetto si diresse a passare una delle giornate più invitanti che aveva programmato da giorni, una di quelle che le avrebbero sollevato il peso dello studio dalle spalle e che avrebbe concesso attenzioni solo a se stessa. Si era svegliata di buon ora e dopo aver lavato e stirato la sua divisa, decise indossare uno dei suoi costumi comprati qualche settimana prima su internet e andare in spiaggia. Quello era un piccolo spazio di paradiso che ringraziava fosse riservato solo agli studenti. Quando a Febbraio aveva saputo di quella concessione da parte di Victoria, la riccia aveva fatto il conto alla rovescia per i giorni caldi in cui avrebbe potuto recarsi lì ed era finalmente arrivato quel momento. Prese una sacca con dentro solo una crema protettiva bassa, un telo da mare e si diresse verso l'angolo di paradiso di Hidenstone. Attraversò i giardini e dopo esser giunta sulla spiaggia, con i suoi occhiali da sole che le riparavano gli occhi chiari, la metamorphomagus aveva guardato verso l'alto, per calcolare la direzione giusta dei raggi solari: voleva iniziare a prendere un po' di colore, su quella pelle candida, così da risaltare il chiaro dei suoi occhi e quelle lentiggini che sarebbero state calcare dall'abbronzatura. Quella mattina, tuttavia, la riccia aveva intenzione di concedersi anche un angolino di vanità, quindi mentre proseguiva a scegliere il suo posto, prese il suo magifonino e iniziò a scrivere qualche messaggio al giornalista che aveva incontrato sere addietro.
    Camminando con la testa calata sullo schermo, mentre qualche piccolo sorriso si mostrava sul volto di lei, Lilith non prestò attenzione alla presenza di Sambuca ed Ares, totalmente distratta dal suo punzecchiare telefonicamente il giornalista. Anche quando scelse il posto, lo fece distrattamente, ben distante dai due animaletti che probabilmente l'avrebbero riconosciuta. Lasciò cadere la borsa dalla spalla, tenendo ancora la testa sui messaggi, quindi iniziò a togliersi le scarpette che aveva indossato , già piene della soffice sabbia del luogo. Una volta inviato un ulteriore messaggio, Lilith prese la sacca e stese il suo telo, senza nemmeno guardarsi attorno, quindi le dita andarono a sbottonare il pantaloncino di jeans ricavato da un vecchio pantalone e tagliato talmente corto che aiutava ad un gioco di vedo e non vedo dei suoi glutei ad ogni passo. L'indumento scivolò sul telo, quindi afferrò il la magliettina bianca dal bordo e la sollevò, sfilandola lentamente e facendo uscire tutti quei ricci che stavano per essere imprigionati in un elastico che li avrebbe tirati sulla testa, in maniera tale da non sporcarli più di tanto. Si stiracchiò poi decise di posizionare il telefono in maniera tale che potesse inquadrare una parte dell'acqua. Aveva un'idea in mente che non le avrebbe tolto nessuno, quindi dopo aver scelto la giusta inquadratura ed impostato l'autoscatto, si mise in posa, in riva al mare, e scattò una foto.
    Successivamente tornò alla sua postazione e riprese l'apparecchio, per vedere com'era uscita x, per poi inviarla ad Alton, continuando quella provocazione a distanza per il povero giornalista. Dopo questo si sdraiò sul telo e chiuse gli occhi, iniziando la sua tintarella.

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    Quella giornata era solamente per lui. Non aveva intenzione di arrabbiarsi ne di pensare assolutamente a niente. Voleva rilassarsi anche perchè sarebbe arrivata una settimana bella pesante e lui non poteva permettersi più distrazioni. Aveva detto ad Annie che si sarebbero visti in settimana e si sarebbero fatti una birra insieme al canto della sirena così da chiacchierare un pò e schiarirsi un pò le idee, ma in quel momento particolare non voleva pensare a niente. Era con ben, le onde, il mare, il sole e soprattutto sapeva che niente e nessuno avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua serenità. Stava ridendo come non faceva da tempo, le onde erano belle alte e gli permettevano di fare delle cose fantastiche con quella tavola da surf, oltre fidarsi in maniera del tutto pacifica ed amichevole con il bagnino del luogo. Ogni tanto dava un'occhiata ad Ares e a Samuca, sopratutto per impedire al gatto di mangiarsi la fatina e poi tornava a fare il suo sport. Blake era una persona che amava stare nell'acqua e sopratutto amava il movimento quindi alla fine uno sport valeva l'altro. Bastava stare all'area aperta e muoversi, adesso Phil non poteva dire più che non aveva un bel fisico, lo avrebbe ammazzato solamente per il pensiero. Ed ecco che la sua mente vagava sempre a quello che doveva fare. Oddio odiava esser cresciuto così tanto in quegli ultimi tre anni della sua vita e detestava anche i suoi professori per avergli dato quell'opportunità. Non poteva credere che erano riusciti in quel loro intento assurdo, ossia di farlo diventare più maturo e coscenzioso di quello che già non fosse. Ecco, magari Blake aveva una visione di se stesso molto alterata, ma cosa ci poteva fare se, alla fine dei conti, tutti quanti si appoggiavano a lui per qualsiasi cosa? Era qualcosa di cui non solo si vantava ma che adorava anche oltremodo. Stare al centro dell'attenzione era essenziale per lui. Comunque, alla fine Ben decise di tornare a riva in quanto vide una ragazza popolare la spiaggia e Blake si rese conto che Ares non era più sull'asciugamano, ma Sambuca si. Si morse il labbro ed alzò gli occhi al cielo. Adesso se una parte di lui sapeva che rimanere li, in mezzo al mare a beatarsi di quella giornata, era veramente una buona idea, un'altra parte di lui aveva paura che fosse successo qualcosa a quel gattino pestifero quindi, alla fine accolse l'invito di Ben e tornò anche lui sulla riva, ma quello che vide fu veramente un colpo al cuore. Lilith ed Ares che cercava di arrivare vicino a lei ma aveva paura dell'acqua. Perchè i loro gatti non facevano altro che andare dove non dovevano? L'ultima volta che l'aveva vista, comunque, era sotto nelle segrete, proprio per colpa/grazie a Seth. Non disse assolutamente niente, andò a posare la tavola da serf nella torre, ma Ben era già andato verso la riccia. Perchè? Ehi Lilith! Come stai? Se vuoi te la faccio io la foto! Era comunque un ragazzo gentile e lavorava li, in genere era quello che faceva. Blake, comunque non si avvicinò immediatamente, anzi, si sistemò il ciuffo, si asciugò la faccia, prese gli occhiali da sole e poi una sigaretta e si voltò a guardare quella scena. ma a chi cazzo le manda certe foto? In fondo non aveva mai detto che non l'amava più, erano solamente non compatibili in quel momento. Ma Blake era un tipo geloso di tutto quello che comprendeva di sua proprietà e Lilith non era mai uscita da questa definizione.

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    Lilith era una che non si sarebbe preoccupata minimamente dell’opinione altrui, anche se questo significava trovarsi a dover gestire ragazzine invidiose per le foto che lei stessa pubblicava. Dopo Ottobre di due anni prima, aveva recuperato quella certa autostima che la portava a snobbare altamente i commenti altrui, condividendo il pensiero di molti che le dicevano che la loro era tutta invidia. Alla fine se n’era convinta: chi non voleva essere come lei, alla fin dei conti? Aveva raggiunto obiettivi che aveva prefissato in così poco tempo, la sua media – nonostante le piccole pause dovute alla rottura con Blake – era risalita di gran lunga e in brevissimo tempo, aveva recuperato tutto ciò che aveva lasciato indietro. Per non parlare delle forme perfette e del fisico che curava in maniera impeccabile, pur mangiando di tanto in tanto qualche schifezzuola in più. Lilith si sentiva perfetta così com’era, quella sua vanità la stava portando a superare gli ostacoli che aveva trovato davanti la sua strada, lei li aveva distrutti, travolgendoli completamente. E quella mattina si sentiva bene, era felice e quel che più mostrava era la serenità di quel viso delicato che iniziava pian piano a colorarsi con i primi raggi primaverili.
    Le foto che stava facendo le piacevano, la luce era perfetta e l’angolazione pure. Prese il magifonino e rise dei messaggi che arrivarono, anche quando pubblicò quella foto un pochino spinta sulla sua pagina instagram. I cuori dei follower erano saliti alle stelle e questo non faceva altro che aumentare la sua autostima. Decise di voler ringraziare tutti scattando un selfie del suo volto, mentre faceva una linguaccia e un occhiolino, quindi rivolse la telecamera interna ad inquadrarsi e fu lì che lo vide… Ares. Dopo lo scatto, Lilith sembrò perdere qualche respiro di troppo notando come nella sua inquadratura era uscito anche Ares. Se Ares era lì, voleva dire una sola cosa: Blake era nei paraggi. Ok, tutto nella norma, alla fine frequentavano la stessa scuola, doveva capitare ancora una volta che potessero incontrarsi, vero? Sicuramente non si aspettava di trovarlo in spiaggia, quel giorno, ma la cosa non avrebbe cambiato la situazione. Lilith si voltò verso il gatto, cercando con la coda dell’occhio il padrone; peccato che non controllò in acqua, presa com’era da un attimo di agitazione «Ehi piccolo, vieni.» – fece per accovacciarsi, mentre cercava di avvicinare il gatto. Sembrò che farsi coraggio e il felino, approfittando di un’onda che portò il mare a ritrarsi, zampettò dalla riccia. Le passò in mezzo alle gambe, quindi, mentre lei carezzava il suo pelo e tentava di prenderlo in braccio per dargli un bacio sul capino «Ciao piccoletto, da quanto tempo…» – il suo tono era dolce e gentile, amorevole con il felino che venne rimesso in terra gentilmente «E il tuo padrone dov’è» – il suo domandare era quasi un mormorio che non voleva far sentire, quindi si avvicinò al suo zaino e tirò fuori un biscotto secco che aveva portato come spuntino, lo mise sul telo e se Ares si fosse voluto avvicinare, lo avrebbe potuto mangiare. Lilith socchiuse gli occhi per un breve istante, chissà se quella giornata sarebbe stata tranquilla fino alla fine o qualcosa avrebbe reso tutto più difficile. Tuttavia, l’arrivo di Ben alle sue spalle la fece sobbalzare e arrossire appena in volto «Oh Ben, mi chiedevo dove fosse il mio bagnino preferito.» – disse facendo un occhiolino al ragazzo «Ero in acqua con Blake, stavamo facendo qualche onda.» – rispose di rimando il ragazzo, confermando la presenza dell’opale. Lilith sorrise, chinando appena lo sguardo «Effettivamente sembra un’ottima giornata per surfare. Poi tu sei bravissimo a farlo!» – qualche complimento non guastava la vita a nessuno, piuttosto il contrario.
    Lilith buttò un occhio alle spalle di Ben, notando finalmente la figura scolpita di Blake. Lo vide accendersi una sigaretta e guardare dal suo lato. Non fece niente, non alzò nemmeno la mano per salutarlo. Era bellissimo come sempre, ma Lilith non aveva intenzione di dargliela vinta, non quella volta. Sollevò un sopracciglio vedendo che non si stava avvicinando e Lilith lo prese quasi come una sfida che lei avrebbe volentieri accettato. Lei era fatta così; se qualcosa non andava come voleva, avrebbe lottato fin quando non sarebbe successo esattamente quello che desiderava e se Blake voleva giocare a chi avesse più pazienza nell’osservare l’altro, allora aveva trovato pane per i suoi denti. «Sai cosa? Mi saresti di grande aiuto per le foto.» – lo sguardo celeste tornò sul bagnino, mentre gli sorrise un tantino più altezzosa di prima «Vorrei rinnovare la mia pagina social e quale posto migliore se non la spiaggia?» – disse scrollando le spalle. Quindi, prima di dare il magifonino al ragazzo, Lilith prese l’olio abbronzante «Vorrei farne una che faccia vedere che sto prendendo il sole, mi aiuteresti?» – quindi allungò la mano verso il bagnino, per dargli l’olio, mentre lei si voltava di spalle, lanciando uno sguardo a Blake come se volesse dirgli «Sei sicuro di voler giocare contro di me?» – Ben le sorrise, prendendo l’olio e spruzzandone appena appena sulle sue mani «Credo che tu abbia scelto il posto migliore per qualche scatto.» – commentò, mentre Lilith portò le mani dietro e slacciò i laccetti del suo bikini «Vero? Poi oggi il tempo è spettacolare.» – mentre conversavano Ben iniziò a spalmare la sua schiena, senza alcun secondo fine, ma con estrema accuratezza.

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    Cosa c'era di sbagliato in Lilith e Blake? Perchè non facevano altro che farsi male invece di ammettere la loro mancanza reciproca? Erano testardi, orgogliosi ed oltremodo competitivi. Ecco cosa c'era che non andava nella loro testolina. Erano due persone che volevano vincere a tutti i costi e nessuno dei due avrebbe ammesso che l'altro era essenziale nella propria vita. Oh meglio, Lilith ci aveva provato ma Blake non era ancora disposto. Non aveva cambiato idea sulla loro relazione, pensava davvero che per il momento era meglio essere solo e single e continuare a fare quello che voleva. Ma allo stesso tempo i sentimenti per Lilith non si erano mai spenti e se distrarsi con le altre era diventato sicuramente il suo passatempo preferito e sopratutto il modo di non pensare a quello che provava veramente, riusciva a farlo solamente quando non l'aveva così vicina. Inoltre continuava ad essere geloso della dioptase coem lo era quando erano fidanzati ed il fatto che lei non facesse niente per contenersi gli dava veramente i nervi. Cercò in modo determinato di rimanere sulle sue, e di lasciare che Ares si andasse a mangiare quel biscottino secco, che si beatasse della sua vicinanza e che ne riscoprisse le coccole che sicuramente gli mancavano. Non voleva andarsi a riprendere il suo famiglio e non voleva neanche che Lilith glielo riportasse, ma Ares aveva un legame speciale con l'opalino e di conseguenza, avendo lo stesso carattere, non solo si mangiò il biscotto, ma si mise con gli occhi puntati su di lui e con il sedere verso Lilith, in segno evidente di fiducia nei suoi confronti. Si stava sfidando il suo padrone e rimase così con gli occhi blu fissi su di Blake che, invece, cercava seriamente di non guardarla. Ma niente, quandos sentì la voce di Ben, e si voltò vedendo cosa stesse succedendo il suo sopracciglio arrivò fino in cielo, gli occhiali caddero leggermente sul naso e fece un tiro di sigaretta che ne bruciò la metà. Ma come cazzo le prende in mente? Non poteva farselo da sola? E sopratutto... perchè deve pubblicare certe cazzate! La sua gelosia era evidente e se prima ci aveva messo del suo per non farle capire che la stava guardando, adesso si era messo sulla sua asciugamano, completamente rivolto verso di lei e la guardava. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che quel giochetto con lui funzionava eccome, ma che lui sarebbe morto dentro ma non gliela avrebbe data vinta, per niente al mondo. Poi tu sei bravo a farlo! Ma perchè lo ha mai visto? E poi io sono molto meglio di lui, se proprio vogliamo essere sinceri! Stava rosicando ed anche parecchio. Sentì la sua fatina reclamare attenzioni e di conseguenza gliele diede, ma il suo sguardo rimase fisso a quella scena. Se Liltih avesse aguzzato l'udito avrebbe sicuramente sentito il suono delle notifiche del telefono di Blake ogni volta che lei pubblicava qualcosa su instagram, segno che aveva ancora la campanella inserita. Era evidente il suo interesse per la ragazza, ma non avrebbe mosso un dito. Quando Ben prese a massaggiarle la schiena, però si morse il labbro. Sentiva le nocche bruciargli. La sigaretta era finita e lui non fece altro che spegnerla nella sabbia ed alzarsi. Si stava seriamente innervosendo. Aveva ancora i capelli bagnati ed il petto umido, si levò gli occhiali da sole. E tu sei sicura di voler perdere contro di me? Era lo sguardo di risposta a quella sua domanda implicita. Il fatto era quello, Blake e Lilith si capivano al volo, si conoscevano, si amavano, ma Blake non era pronto per ammetterlo al mondo e Lilith, molto probabilmente, era stanca di aspettarlo. Si andò a tuffare di nuovo al mare, ma lo fece vicino a lei ed in modo che qualche schizzo le arrivasse in faccia. Non c'era bisogno di dire niente in realtà. Riemerse e continuò a guardarla. Si, perchè doveva capire che ogni cosa che faceva lui la conosceva e la comprendeva e non sarebbe stato da meno.

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    Lilith e Blake erano sempre stati un casino. Il loro rapporto contava più stragi che altro e quando si erano lasciati lo avevano fatto in maniera talmente distruttiva che entrambi avevano attutito il colpo senza però ancora rimarginare le proprie ferite. Eppure, Lilith sapeva che Blake era una bomba ad orologeria e lei non voleva altro che scoppiasse, perché sono in quel modo - credeva - di poter riuscire davvero a cavarne qualcosa.
    Non poteva negare che avere gli occhi addosso dell'Opale era, per Lilith, una vittoria a tutto spiano. Come Blake la guardava, lei era certa non guardasse nessuno. E i loro occhi, ogni volta che si incontravano anche solo per sbaglio, parlavano più delle loro urla e dei loro pugni. Blake era emotivamente disastrato, lei invece, esplodeva le proprie emozioni e quando non riusciva ad ottenere il risultato sperato diventava più che perfida.
    Quando Ares restò lì, la ragazza sollevò lo sguardo sul padrone del gatto, come a voler dire che anche il suo gatto sapeva quale fosse il posto giusto in cui stare su quella spiaggia. Lo stava sfidando, lo stava provocando a tal punto che voleva vederlo esplodere. Aveva iniziato quel gioco verso la vittoria da poco, cercando di sbattergli in faccia quanto stesse lasciando alle sue spalle, cercando di ricordargli come il suo corpo poteva essere una calamita per lui, un sentiero di perdizione dove non ci si poteva più buttare.
    In questo gioco, purtroppo, era rientrato anche Ben, che con la sua gentilezza aveva acconsentito ad aiutare Lilith con quell'olio, rise appena, la riccia, quando Ben le sfiorò i fianchi, facendole appena il solletico, quindi si voltò verso di lui, mantenendo ancora il bikini che aveva slacciato.
    Sentiva gli occhi di Blake puntati su quella scena e sbirciò la sua reazione, sentendosi fiera di averlo incatenato momentaneamente vedendolo seduto sul suo telo a guardare.
    «Grazie Ben, sei stato un tesoro.» - disse, avvicinandosi appena alla sua guancia per un innocente bacio che probabilmente sarebbe stata una nuova coltellata verso Blake.
    Il tutto dell'Opale non spazientì per niente la ragazza, anzi, sentendo il fresco dell'acqua sulla pelle, sollevò un sopracciglio e quando lui uscì dall'acqua lo guardò avanzare verso il telo che aveva portato il Barnes.
    Aspettava solo un suo passo falso e quello lo era stato «Ben, vado a fare un tuffo, grazie mille per l'aiuto.» - sussurrò appena, mordendosi il labbro mentre il cristallino scivolò nuovamente a guardare l'Opale.
    Quando il bagnino si allontanò, Lilith non perse tempo e si chinò verso il gatto. Gli diede una carezza sul capo, sentendo qualche fusa e poi lasciò cadere il proprio pezzo di sopra, legandolo non stretto all'animale «Ehi Ares... portalo a Blake.» - ordinò con dolcezza al gatto che dopo essersi strusciato ancora un paio di volte tra le sue gambe, parve ricevere perfettamente il comando, zampettando indietro per portare quella poca stoffa a Blake.
    Lei, nel frattempo, non perse tempo e con un passo davanti ad un altro, come una ninfa delle acque si lasciò abbracciare dall'Oceano. L'acqua avvolse il suo corpo, e cristallina creava un gioco di vedo e non vedo con quei seni scoperti. Si diede una piccola spinta e si immerse, inarcando la schiena e lasciando che ogni singolo centimetro della sua pelle si bagnasse, mentre il suo lato B pian piano riscendeva. Quando riemerse, a largo, lo fece in direzione di Blake e - toccando ancora con i piedi sulla sabbia bagnata del fondale - fece scivolar l'acqua dal suo corpo, mostrando per un breve frangente i seni rivolti verso il ragazzo.
    Oh, se aveva voglia di farlo esplodere...

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    Sicuramente quello era un gioco veramente pericoloso sia per la ragazzina che per Blake. Lilith e Blake erano uguali per tutto, sotto ogni punto di vista, ma per una cosa erano nettamente differenti: Blake si incendiava subito, Blake seguiva l'istinto, Lilith la ragione e questo la rendeva nettamente più lucida e stronza rispetto al ragazzo. Un pò perchè era donna, un pò perchè blake era puro istinto ed un pò, anche, perchè alla fine della fiera Blake era sempre molto affascinato dalla riccia ed in un certo qual modo non riusciva a dirle di no. In quei mesi si erano visti poco e, di conseguenza, erano riusciti entrambi ad accantonare i loro sentimenti, sia quelli positivi che quelli negativi, ma adesso che la situazione si era sfiammata, era ovvio e normale che le cose stessero andando in un altro verso. Il problema era proprio quello: la vicinanza. Vedere le mani di Ben sui fianchi di Lilith, sentire la sua risata accennata perchè le faceva solletico e sapere che tutto quello doveva farlo lui e solamente lui, lo rendeva nervoso e sicuramente molto, molto instabile. Sapeva benissimo che non voleva tornare con la riccia, quello non era il momento e comunque era ancora davvero scottato da quello che era successo, dal fatto che comunque Lilith lo aveva lasciato e che era successo già per due volte. Non voleva litigare ancora con la ragazza ma non voleva neanche dargliela vinta, quindi, non distolse lo sguardo da quella scena come per farle capire che lei poteva fare qualsiasi cosa, ma lui non avrebbe ceduto ne al suo fascino, ne tanto meno al suo volere.Niente di più falso. Quando riemerse dall'acqua ancora fredda, Blake scosse il capo per far scendere un pò di acqua dai capelli e quando la vide levarsi il pezzo di sopra e vedere Ares portarlo sopra il suo asciugamano ed appallottolarcisi sopra Blake sogghignò e la vide entrare in acqua. Si gustò la scena come se stesse avvendo a rallentatore e doveva ammettere che tutto quello era assurdo, riusciva ad eccitarlo e farlo incazzare allo stesso tempo e la cosa non gli piaceva veramente per niente. Era come se fosse completamente diviso da una parte di lui che gli diceva di andare e prendersi quello che gli spettava e che era sempre stato suo, ed una parte di lui, invece, gli diceva di uscire dall'acqua e correre più lontano possibile. Ovviamente non ascoltò nessuna delle due sue parti perchè il suo istinto parlava per lui e di conseguenza, andò a largo raggiungendo la ragazza, ma senza avvicinarsi troppo. Non serve denudarsi per cercare le mie attenzioni! Perchè poi, alla fine, di quello si parlava - almeno nella sua testa tremendamente egocentrica ed egoriferita - Eri una ragazza di classe, perchè ti abbassi a tanto, Clarke? In realtà avrebbe voluto prenderla e farla sua, in quel preciso momento. Ma il suo sguardo e la sua espressione, comunque, erano impassibili. Anzi, cercava anche di tenere gli occhi sulle iridi celesti della ragazza per non darle assolutamente alcuna soddisfazione. Ecco, una cosa era certa, Blake, se sfidato, dava davvero il massimo di se stesso, ed in quel momento voleva davvero far capire alla ragazzina che si, gli era completamente indifferente, anche se, ovviamente, anche solo il fatto di averle rivolto la parola ed avergli detto certe cose, non lo rendevano assolutamente indifferente, anzi, era al quanto infastidito da tutto quello.

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    lilith clarke
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    Se c'era una cosa su cui quei due erano simili, erano le sfide. Nessuno dei due voleva uscirne sconfitto e qualsiasi stata la sfida si sarebbero ficcati in mezzo, per far vedere quanto valessero.
    Il problema principale era proprio quando a sfidarsi erano loro due: due testardi ed orgogliosi che non vedevano l'ora di dimostrare all'altro che erano più forti. C'era una cosa che differenziava Blake, da Lilith, però; questo era un vantaggio che i due conoscevano benissimo e su cui la riccia faceva molta leva, quando si trattava di sfidare l'opale: la razionalità. Lilith era calcolatrice, strategica, razionale. Blake era un fiume in piena, agiva e poi pensava e spesso questo lo portava a fare passi falsi, da cui si alzava comunque con grande maestria.
    Quando Lilith aveva notato la presenza del ragazzo, aveva fatto sì che arrivasse al punto esatto dove lo voleva portare, aveva architettato tutto in così poco tempo che si sarebbe stupita da sola di quanto quel piano stesse avendo successo, senza essere nemmeno programmato in precedenza.
    Aveva iniziato con Ben, che poveretto, a sua insaputa si era prestato ad un gioco pericoloso che lei aveva deciso di iniziare con Blake. Sapeva di avere i suoi occhi addosso, per due motivi fondamentali: uno era il fatto di non poter distogliere i suoi occhi dal corpo della ragazza e lei ne era consapevole quanto il suo fisico attirasse uno come Blake; il secondo motivo che aveva spinto Lilith a fare tutta quella scena, era il fatto di voler capire se lui stesse veramente ancora cercando di celare i suoi sentimenti, per orgoglio.
    E quei motivi, erano proprio parte della sfida, perché più lui la guardava, più lei capiva che non voleva cedere a dargliela vinta. Doveva fare qualcosa di più e sfruttare al massimo le sue potenzialità per poter avere una sua reazione. Era per questo che quando lui stava facendo scivolare l'acqua dai suoi capelli, manco fosse un dio greco della bellezza, Lilith decise di entrare in acqua non prima di aver dato un pezzo del suo costume al gatto che se ne appropriò proprio come aveva detto lei di fare.
    Sapeva che Blake non poteva toglierle gli occhi di dosso e lei nemmeno desiderava che lo facesse: per tale motivo, le sue movenze si fecero fluide, morbide e quasi sensuale, mentre sembrava innocente nel scivolare nell'acqua, esattamente davanti a lui, ma a largo.
    Quando lui la raggiunse, la ragazzina si forzò di nascondere un sorriso di soddisfazione, aveva appena fatto un goal, riuscendo a portarlo in acqua con lei. Non si avvicinò a lui, guardandolo con la coda dell'occhio, mentre dalle ciglia scendevano gocce di rugiada che sembravano far brillare i suoi occhi «Se pensi che l'abbia fatto per attirare le tue attenzioni, sei davvero fuori strada...» - ammise con leggerezza, per poi sollevare le braccia e portarsi i capelli indietro, mentre i seni venivano intravisti in quel movimento che li tirava in su.
    Alla sua successiva frase, Lilith concesse lui di incrociare lo sguardo cristallo di lei, che pareva impassibile al suo dire, se non fosse per un sopracciglio alzato verso l'alto «Fare il bagno in topless è diventata una mancanza di classe? Alla fine sono sola su questa spiaggia, perché privarmi di un piacere così...» - il suo tono rincarò appena sulla parola piacere, mentre gli occhi non lasciavano mai quelli del ragazzo. Fece un passo verso di lui, notando la sua impassibilità che voleva forse comunicarle disinteresse, ma se era lì a parlare con lei, forse non era proprio disinterassato, no? «Dovresti sapere che amo fare il bagno nuda, no?» - ancora le spalle vennero scrollate e quella frase venne detta con leggerezza, mentre il suo intento era quello di riportare alla mente del ragazzo ricordi vividi di lei nuda in una piscina, con lui.

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    Quello per Blake non era solamente orgoglio. Blake stava male più degli altri, e poteva anche dire di avere una sensibilità iù sviluppata rispetto agli altri, ma lo faceva e dimostrava in maniera totalmente differente. Blake non amava esternare i suoi sentimenti perchè aveva paura che qualcuno lo potesse ferire, il solo pensiero di poter usare qualcosa che lui provava nel profondo del suo cuore a discapito suo o di chi amava veramente, lo faceva sentire debole ed impotente. Ecco, Blake detestava quella sensazione. Si era sentito in quella maniera per così tanto tempo che odiava anche solo il pensiero di sentirsi ancora in quel modo. Perchè avrebbe dovuto dire a Lilith che gli mancava? Che era stata una cosa stupida lasciarsi e che per la seconda volta era lui a tornare a lei con la cosa tra le gambe? Le aveva scritto delle canzoni, le aveva consegnato addirittura una chiave di una casa con tanto di fotografia e lei comunque lo aveva lasciato andare, quindi adesso era lei che doveva soffrire la sua mancanza. Blake di quello, ne era danatamente sicuro. Non era indifferente a Lilithe non lo sarebbe mai stato ed in quel momento si sentiva anche in colpa per Jessica e di cose aveva, ancora una volta, rovinato la sua amicizia con una persona che comunque stimava e che voleva veramente bene. Il problema principale, poi, era sempre lo stesso. Lo aveva lasciato per una carezza a Mia, ed alla fine era finito con Jessica. Comunque era stupido pensare anche solo a qualcosa del genere in quanto era passato ed il passato era meglio tenerlo bello distante da quello che stava succedendo in quel momento. La ragazzina sapeva fin troppo bene quali fossero i punti deboli dell'opale ed il fatto che lui era sempre stato molto attratto da lei era palese e lo sapevano anche i muri. Ma in quel momento, vederla mezza nuda, con solamente una minimutanda di fronte a lui, con quell'acqua che le faceva risaltare i punti giusti! Insomma era bellissima e lei sapeva di esserlo, e Blake non aveva neanche intenzione di farle capire il contrario. Comunque, la guardò e ridacchiò per la sua risposta. Allora si vede che non ti conosco abbastanza bene, perchè certe scene mi ricordano il primo anno, dove non facevi altro che attirare la mia attenzione... pressapoco nello stesso modo. E la cosa divertene era che ci riusciva sempre, anche a distanza di due anni. Quando i loro sguardi si incrociarono, Blake fece un passo verso di lei, quasi come se l'acqua lo spingesse, effettivamente verso la prefetta. Rimase comunque sempre un pò lontano da lei, le guardò spudoratamente il seno, che si intravedeva nel riflesso dell'acqua, mentre lei gli ricordò cose che, comunque, seppur avrebbe davvero voluto nei mesi precedenti, non si era mai dimenticato, neanche sbiaditi determinati ricordi. Infatti non mi riferivo a quello! La caduta di stile c'è stata quando ti sei fatta mettere le mani addosso! Non ce la faceva, lui doveva dirglielo, ogni muscolo del suo corpo gridava fastidio per aver visto Ben spalmarle la crema addosso. Non poteva farci assolutamente niente e da un punto di vista puramente Blakiano - come avrebbe detto Adamas - era anche giusto che lui facesse vedere il suo fastidio. I loro occhi erano comunque intrecciati e Blake sogghignò arrivando ad un passo da lei. Ma non sei nuda... Dio in quel momento quanto avrebbe voluto sfilarle quel costume e prenderla li, in quel momento e senza aggiungere altro, ma era una sfida e non avrebbe ceduto. Quindi, fece l'unica cosa che sapeva che avrebbe fatto venire i brividi alla riccia, le sfiorò appena il fianco ed abbassò leggermente il lato delle sue mutandine, ma poi si allontanò di nuovo. Magari me lo sono dimenticato... Non era vero ed il suo costume poteva semplicemente esserne la dimostrazione, ma non gliela avrebbe data vinta. Se soffriva lui doveva farlo anche lei.

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    lilith clarke
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    Giocare con i punti deboli di Blake era esattamente quello che Lilith aveva programmato di fare. Ma non lo aveva deciso oggi, improvvisamente, ma già quando lei aveva deciso di riprendersi quello che gli apparteneva. E ciò era Blake Barnes. Lui la conosceva abbastanza da sapere che la sua determinazione era sicuramente più alta di quella di chiunque loro conoscessero, ma non poteva sicuramente immaginare quale fosse il suo obiettivo.
    Il suo corpo era la nemesi per Blake, lo era sempre stato, fin dal primo giorno, e per quanto lei sapesse che era una mossa azzardata, aveva puntato su quello nel frangente in cui le circostanze gli avevano messi su quella spiaggia nello stesso momento.
    Sapeva, tuttavia, che Blake non era uno che cedeva facilmente, per quanto colpito nel suo punto debole, quindi era pronta anche a quelle risposte ben piazzate dell'opale. Rise strafottente a quelle parole, distogliendo lo sguardo con aria di sufficienza, come se ciò che avesse detto corrispondesse al vero solo in parte «Forse ai tempi... hai ragione.» - si morse il labbro, tornando con lo sguardo sul ragazzo opale «Adesso volevo solo farmi un bagno rilassante...» - mentì, ovviamente, ma non avrebbe sicuramente dato al ragazzo la soddisfazione di dire che era esattamente il suo intento «Però, vedo che anche se non era mio intento attirare le tue attenzioni, ci sono riuscita... probabilmente la tua attenzione non ha occhi che per me, non credi?» - una frecciatina, con tanto di alzata di sopracciglio con aria sicura e determinata.
    Lo vide avvicinarsi, ma non si mosse minimamente, né fece facce per fargli notare che si stava spingendo verso di lei. Era esattamente quello che la riccia voleva. Un paio di ciuffi dei suoi capelli, iniziarono a colorarsi di nero, quasi inconsapevolmente, come se avessero riconosciuto il ragazzo e rispondessero al suo sguardo.
    Sbuffò una risata «Sai bene quanto è complicato mettere l'abbronzante sulla schiena. E quanto ci tengo ad essere perfetta anche nella mia abbronzatura. O forse volevi esser tu a spalmarmi quell'olio sulla pelle?» - ancora lo pungeva con quelle domande di cui lei conosceva, in cuor suo la risposta. Sapeva che quella scena avrebbe provocato fastidio in Blake e questo non faceva che confermare che la sua tattica stava funzionando, come un'ottima stratega, lo stava portando nella sua tela.
    Alle sue successive affermazioni, calò lo sguardo a guardare l'unico pezzo del suo costume ancora rimasto «Hai ragione... volevo rimediare in acqua, ma poi sei arrivato e non volevo urtare la tua sensibilità.» - perché era così facile punzecchiarsi per quei due? Invece di fare questo, avrebbero potuto tranquillamente deporre l'ascia di guerra e prendersi come entrambi volevano, ed era evidente. Ma loro erano diversi, erano sempre stati diversi dalle coppie normali e quella sfida ne era la conferma.
    Quando sentì il tocco della sua mano sulla pelle nuda e quel tessuto che piano scivolava lungo il fianco, socchiuse gli occhi, mordendosi il labbro e accogliendo quei brividi che l'erano tanto mancati.
    Rise quando si allontanò, come se se lo aspettasse, quindi riaprì gli occhi e li puntò indulgenti nei suoi «E' davvero un peccato che tu lo abbia scordato...» - disse, mentre sicura e piena di sé avanzò verso il ragazzo e, se non si fosse spostato, lo avrebbe affiancato, mentre una mano, nascosta nell'acqua, sfiorò - se glielo avesse concesso - quella parte di lui che lo contraddiceva, per poi avvicinarsi al suo orecchio, se non si fosse spostato e «Lui non sembra averlo dimenticato» - gli avrebbe sussurrato piano, per poi - se non ci fossero stati intralci, avrebbe sorpassato il ragazzo, tuffandosi di nuovo nell'acqua, a partire dalla testa e inarcando la schiena per scendere in profondità, Blake avrebbe potuto vedere la pelle del suo sedere far scivolare l'acqua, emergendo appena dallo specchio bagnato: l'ultimo pezzo del suo costume sarebbe tornato a galla poco dopo, galleggiando nella zona dov'era Blake, mentre lei, se lui non avesse fatto nulla, sarebbe ritornata in superficie e - come una dea che nasce dalle acque - sarebbe uscita nuda da quel bagno, avanzando ancheggiando come solo lei sapeva fare, verso il telo del ragazzo, dove si sarebbe chinata, di spalle all'acqua, per prenderlo e avvolgersi in quel pezzo di spugna di Blake.

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    xscheda | blake barnes | statistiche

    Blake aveva pochi punti deboli e soprattutto era una di quelle persone che non si affezionavano a niente e a nessuno. Balke aveva poche cose per cui avrebbe dato la vita e tutta la sua esistenza e queste avevano dei nomi ben precisi: Jesse, Aaron, Annie, Jessic e, purtroppo per lui e per il suo dannato orgoglio ed ego, Lilith era nella top one delle sue priorità. La odiava ancora per averlo lasciato, la detestava per avergli fatto così male, non l'avrebbe perdonata facilmente ed era ancora convinto che quello che aveva fatto non era un crimine, ma dio se l'amava. Gli dava fastidio il fatto che qualcuno la guardasse con occhi maliziosi, gli dava fastidio il fatto che il bagnino le potesse solamente sfiorare la schiena e gli dava fastidio il fatto che tutto quello che in questo momento faceva la sua ragazza lui non lo sapeva. Si, certo si erano lasciati e lui non aveva fatto assolutamente niente per riprendersela, non aveva fatto niente per andarle incontro e non aveva neanche provato a capire il suo punto di vista. Non voleva vederla e non voleva neanche sapere che cosa stesse facendo ma adesso, in quel momento, ritrovandosela davanti, bella come era sempre stata e forse anche qualcosa di più, mezza nuda e con quella sfrontatezza che la caratterizzava, era troppo. Poteva dire che quella giornata se l'era portata a casa la riccia, che quel giorno aveva dato il meglio di se ed aveva vinto. Lilith poteva portare a casa la vittoria e lo aveva anche fatto senza troppo sforzo ed a mani basse. Io ho occhi solo per me! E seppur lo aveva detto solamente per non dargliela del tutto vinta, un pò aveva ragione anche se era piuttosto evidente, che per Lilith un occhio c'era sempre. Ma poi utilizzò quel tono, quel modo di fare e soprattutto la sua ambizione e la sua esuberanza e Blake non riuscì a fare assolutamente niente. Non rispose a quelle provocazioni perchè voleva dire dargliela ancora più vinta. In questi mesi aveva capito che doveva agire con la testa e per quanto in quel momento voleva essere una persona intelligente, non riusciva veramente a far funzionare il suo cervello superiore in quanto il sangue era defluito completamente nella cappella inferiore. La vide uscire, la vide avvolgersi intorno al suo asciugamano e lui rimase li, in acqua con lo sguardo fisso sul suo corpo e poi su quelle iridi azzurre che tanto lo avevano ispirato nelle sue canzoni. Ecco, magari quello era meglio dirglielo, ma non fece assolutamente niente, sogghignò, si voltò di spalle e si andò a fare una bella ... nuotata a largo, li per smaltire i bollenti spiriti e poter uscire dall'acqua senza un'erezione in bella vista.

    Revelio GdR

     
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