L'arrivo della primavera

Lucas&Aibileen

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    Aibileen Beatrix
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    La Primavera era nell’aria, ed Aibileen ci teneva, a festeggiare la cosa anche con An, l’Asticello che aveva conosciuto e contribuito a curare durante una lezione di Magia Verde che, più il tempo passava, più sentiva stesse diventando la sua materia preferita, surclassando addirittura Pozioni! Complice anche il fatto che l’aula dove avvenivano le lezioni della suddetta materia le ricordava la sua tanto adorata Ex-Sala Comune di Tassorosso, per non parlare della docente che la insegnava, la Professoressa Onfroy, per la quale stravedeva!
    Era ormai un po’ di tempo che si conoscevano, andando la giovane Ametrin a trovarlo appena poteva, e l’Asticello si poteva dire ormai abituato alla placida ed amorevole presenza della giovane Ametrin.
    Quest’ultima salutò la piccola creatura con un allegro cenno del capo ed un sorriso radioso.

    << Le giornate si allungano, An! Sei contento? La natura si risveglia con sonori ed allegri sbadigli... >>

    … Ecco, non si può dire che fosse proprio chiaro, che cosa pensasse esattamente la creatura dei suoi discorsi, ma è ad ogni modo affermabile che vi è la possibilità che essa trovasse la meticcia australiana un poco “sopra le righe”, per non dire strana.
    Fuori come un balcone, insomma.
    Comunque, non le dimostrava antipatia, come accennato poco più sopra, anzi.
    Anche perché, spesso e volentieri, veniva a trovarlo con...

    << Guarda cosa ti ho portato. >>

    Del cibo.
    Difatti, tutta contenta, Aibileen stava tirando fuori dal suo zainetto verde un sacco pieno zeppo di porcellini di terra, che svuotò prontamente accanto ad An. L’Asticello, senza tante cerimonie, ormai abituato a quella sorta di rituale, si buttò a capofitto sulla pietanza offertagli dalla ragazza, un po’ come, in effetti, faceva proprio lei su quelle dei banchetti della Sala Grande di Hidenstone.

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    Perché era alla Riserva?
    Non c'era un vero motivo, a dirla tutta: Lucas cercava svariati posti per tentare di prendere spunto da quei paesaggi così naturali, provando ad immaginare scenari per il suo romanzo e allo stesso tempo, liberare la mente dal peso di quella scuola che sembrava non finire, quest'anno.
    Aveva una voglia immensa di chiudere i libri e buttarsi nel dolce far nulla, con i piedi all'aria e una canna in mano. Ma era chiaro che aveva ancora un po' di strada da fare, visto che mancavano ancora quasi tre mesi.
    Mentre proseguiva a passeggiare nel verde di quella radura, decise di voler fare un salto a visitare le creature che abitavano nelle Case di Cura.
    Si portò verso il centro della Riserva, dove vi era la Casa della Terra. Lì c'erano creature d'aria e terra, quelle che Lucas preferiva maggiormente.
    Quando vi entrò, la sua mente iniziò a pensare che forse la strada da reporter non era poi così bella come quella di un magiveterinario: insomma, curare tutte quelle creature donava sicuramente emozioni uniche. Tuttavia era certo che il viaggiare, conoscere le storie svariate che circondavano ognuno di noi, fosse qualcosa di estremamente particolare. Per tale motivo pendeva sempre un po' di più verso l'ambizione di diventare photoreporter per una grande testa giornalistica.
    Quando varco il confine della Casa della Terra, una voce sembrò rompere il silenzio. Una voce femminile che non era familiare all'orecchio di Lucas. Avanzò di un po' sorridendo per le parole della ragazza.
    Di spalle, la studentessa non sembrò richiamare alla memoria nessuno di cui Lucas potesse ricordare il volto, eppure quella chioma nera e quella pelle ebano non erano comuni a tutte e gli sembravano di già visto.
    «Peccato che questo weekend pioverà, però...» - disse, palesando la sua presenza alle spalle della primina. Il suo sguardo cristallino si posò sull'asticello «Beh, come si dice? Marzo tutto pazzo, no? Inizia la primavera, ma sembra quasi che l'inverno non voglia mollare la presa.» - continuò il ragazzo, volgendo poi lo sguardo al volto della ragazza, una volta raggiunto il suo fianco.
    Ora ricordava qualcosa, era una delle ragazze del primo anno, l'aveva vista qualche volta girare nella Sala Comune, ma non ci aveva mai scambiato nemmeno una parola.
    «Mi perdonerai se ammetto di non ricordare il tuo nome?» - asserì lui, scrollando poi le spalle, donando un dolce sorriso alla ragazza, con un solo angolo delle labbra che si sollevava, il sinistro «So che sei nella mia stessa Casa, ma non sono bravo con i nomi. Solitamente etichetto tutti con un soprannome. Io sono Lucas, comunque.» - si presentò, tornando a guardare l'asticello, che quando vide il cibo, sembrò balzare dalla gioia.
    «Sai, in alcuni fumetti babbani, c'è un personaggio che somiglia molto al tuo amichetto.» - rise appena «Si chiama Groot.» - con la coda dell'occhio spiò l'espressione della ragazza.
    lucas j. jones

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    Aibileen Beatrix
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    Aibileen sapeva di voler diventare un’illustratrice, nonché scrittrice di storie per bambini, ed adorava oltre ogni dire creare pozioni.
    Le creature, magiche e non, le erano sempre piaciute, ma quell’anno, si stava rendendo conto di fino a che punto fosse in grado di mettere da parte il suo rinomato spirito di autoconservazione, pur di saperne di più, appunto, sul loro conto. Per non parlare della prospettiva di scoprire, addirittura, creature rimaste, fino al momento della sua “esplorazione”, sconosciute!
    Non si poteva dire essere cresciuta in una famiglia di viaggiatori incalliti per niente. La giovane Ametrin non era ancora in grado di dare, a tutto ciò, il nome del mestiere di “Magizoologo”, ma ogni cosa a suo tempo, si dice, no?
    Una cosa era sicura, per lei, in quel momento: sentiva di volere già un sacco di bene ad An!

    << Ti piace, An? È sempre bello, mettere qualcosa dentro il pancino, vero? >>

    Ok, potrebbe sembrare più squinternata di quanto in realtà non sia, in questo momento. Semplicemente, quando i suoi cugini erano più piccoli, aveva finito con l’abituarsi ad usare un certo tipo di linguaggio che, alla fine, le veniva spontaneo usare anche con le creature, magiche e non, spesso e volentieri!
    Ad ogni modo, il verso che Aibileen ottenne in risposta dall’Asticello, sarebbe pure potuto passare per una sorta di cenno di assenso, per i più fantasiosi. E si dia il caso che la suddetta ragazza fosse molto, molto fantasiosa.
    Quel che era certo, era che la creatura stesse apprezzando particolarmente quel lauto spuntino. La giovane Ametrin cominciò a canticchiare un motivetto a caso, così, a sentimento, mentre osservava con tenerezza la creatura.
    Salvo poi prendersi un bel colpo, quando udì una voce maschile fare previsioni metereologiche.

    << Merlino! >>

    Esclamò infatti, sobbalzando. Voltandosi di scatto verso il punto da cui aveva sentito provenire la frase che, a tutti gli effetti, sembrava proprio essere stata rivolta a lei (o all’Asticello, fate un po’ voi).

    << C.. Comunque è bello, passeggiare sotto la pioggia, non trovi? >>

    Riuscì infine a replicare, cercando di mantenere il suo sguardo fisso in quello chiaro di lui. Dopo il non essere riuscita a ricordare il volto di Blake più giovane, intravisto ad Hogwarts in qualche sporadica occasione, aveva cominciato a cercare di ricordare con una maggiore precisione i suoi ex-compagni di scuola di Hogwarts. Certo, dei ragazzi che, quando lei a malapena entrava nella magica pubertà, erano nel pieno dell’adolescenza, non potevano aver avuto un granché da spartire, normalmente, con… Un’undicenne, appunto!
    Però, un’aria familiare, riuscì a concedergliela ad occhi chiusi, soprattutto per via del cappello che aveva calato sul capo. L’aveva sicuramente visto, nella Sala Grande e nella Sala Comune degl’Ametrin, ad ogni modo!
    S’imbarazzò notevolmente, quando il giovane le arrivò affianco e, per qualche istante, la sedicenne abbassò il proprio sguardo a terra.
    … Fino a quando non lo sentì scusarsi. Rialzò immediatamente i suoi occhi verso quelli del ragazzo, guardandolo con sorpresa.

    << N.. Non c’è problema! N.. Non ci siamo mai parlati, m.. Mi pare, giusto? >>

    Esordì, sperando di non star appena facendo una figuraccia peggiore della sua che, a suo onesto parere, era pure inesistente!

    << I.. Io mi chiamo Aibileen, comunque! P.. Piacere, Lucas... >>

    Riuscì finalmente a rispondere, in imbarazzo, e sperando, tra l’altro, di non aver appena fatto la figura della stupida.
    Ricordandosi del carattere introverso e diffidente degl’Asticelli, non sapendo se quello lì presente conoscesse già il ragazzo o meno, decise di dare un’occhiata alla reazione del suddetto all’arrivo di quest’ultimo.

    << An, è un amico. Non preoccuparti. Vieni. >>

    Inginocchiandosi, aprì la mano verso la creatura, visibilmente tesa, e questa, dopo qualche momento di esitazione, si decise infine a salire, invece di tentare di ficcare le proprie zampette legnose dentro le cavità oculari del moro.
    Sorridendo con dolcezza all’Asticello, Aibileen si rialzò, tornando a guardare il suo interlocutore.

    << G.. Gli Asticelli s.. Sono di natura diffidente, agl’inizi, di solito… M.. Ma An è molto tenero e tranquillo, q.. Quando si abitua! >>

    Quando il concasata nominò Groot, la ragazza andò in brodo di giuggiole.

    << Ho visto il film con i miei cugini! Groot è davvero fantastico! Mi piacerebbe leggere il fumetto, prima o poi… Tu ce l’hai? >>

    Esclamò, entusiasmata un po’ dal ricordo di quel personaggio, e soprattutto da quello di quella serata cinema fatta con Charlie, Taylor e Tyler, qualche anno addietro!

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    Edited by Aibileen Beatrix - 24/3/2021, 00:49
     
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    Apparire alle spalle delle persone, parlare senza che qualcuno se lo aspettasse... erano tutte prerogative di Lucas e del suo essere al posto sbagliato nel momento sbagliato. Insomma, sapeva quanto era sempre desiderata la solitudine, da quasi la maggior parte degli studenti, eppure lui violava il diritto al silenzio di ogni suo compagno, soprattutto quelli giallo-viola, che per lui erano una sottospecie lontana di una famiglia acquisita: in effetti, aveva tutte le prerogative della famiglia, non ne potevi scegliere i componenti.
    Quando vide Aibileen sobbalzare, però, quasi si sentì in colpa di non essersi fatto sentire in precedenza, credendo che forse quel suo modo di fare doveva evitarlo, ogni tanto. Probabilmente non se lo sarebbe ricordato da lì a cinque secondi, quindi avrebbe continuato imperterrito a far saltare la gente «Oh, scusa. Non volevo farti spaventare.» - e questo era vero, insomma, non è che si svegliava la mattina per far saltare di paura le persone.
    Scrollò le spalle alla sua domanda, quindi le sorrise «A meno che tu non abbia la salute cagionevole, sì. E poi, quando piove è poca la gente che esce, quindi puoi startene in pace, senza trovare nessuno che ti appare alle spalle per farti spaventare.» - ironizzò sulla sua apparizione improvvisa, notando come la ragazza fosse un tantino a disagio, visto la sua incertezza che la portò a balbettare appena.
    Notò l'imbarazzo della ragazza quando si avvicinò e per un attimo corrugò la fronte, trovando decisamente carina la prospettiva di lei che si imbarazzasse per la sua presenza.
    La differenza di colori tra i due era notevole, soprattutto mentre il chiaro degli occhi di Lucas si legò a quelli nocciola della ragazzina. Ascoltò il suo delizioso balbettare e le sorrise dolcemente, mentre assottigliava gli occhi nel guardarla «Ehi... tranquilla, non ti mangio mica.» - il suo tono si abbassò di molto, addolcendosi, mentre inclinava la testa verso destra.
    La vide poi approcciarsi all'asticello, notando la differenza di come fosse a suo agio con quella creatura rispetto che con lui. Lucas concentrò per un breve istante l'attenzione su An «Ciao piccolo. La tua amica qui, Aibileen è davvero tenera con te. Sei un ragazzo fortunato, eh!» - disse, smorzando una risata, prima di tornare ad ascoltare la ragazza.
    Finalmente la vide entusiasta dell'argomento fumetti, quindi Lucas la ascoltò, guardando il suo volto esplodere dalla gioia «Certo che ce l'ho. Se ti va te lo presto!» - allargò le braccia, quasi a voler intendere che non ci fossero problemi alcuni «Quindi... Aibileen, primo anno. Ti piacciono i film e i fumetti, ma soprattutto le creature magiche. Ho capito qualcosa di te?» - azzardò con un sorriso sornione «Forse forse posso farti conoscere anche io qualcuno.» - quindi dalla borsa che aveva alla spalla, caccio fuori un uovo, avvolto dalle coperte che lo tenevano al caldo «Non ha ancora un nome...»
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    Aibileen Beatrix
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    Far prendere un colpo ad Aibileen Beatrix non era, decisamente, qualcosa di poi così complicato. Piano, piano, trai vari avvenimenti accaduti a scuola, stava diventando di tempra leggermente più resistente, se non altro…
    Sembrerebbe che, comunque, ad una vita passata a saltare come un canguro, ci si possa anche fare il callo senza troppi problemi. Quindi poco male.
    Sorrise con dolcezza alle scuse del ragazzo.

    << N.. Non c’è problema… >>

    Alla sua risposta alla domanda che gli aveva posto, annuì con una punta di perplessità.

    << S.. Sì, è vero… M.. Ma è anche piacevole condividere un momento di pioggia con qualcuno… S.. Se si è in buona compagnia… >>

    “… Ok, Aibileen, sei pure riuscita a cantare davanti ad un certo numero di persone! … Non guardandole minimamente, ok, e concentrandoti esclusivamente su Blake, il chitarrista, ma adesso, quindi, dovresti sentirti più a tuo agio a parlare con le altre persone! Non è possibile che tu abbia ancora problemi ad esprimerti come una persona normale davanti a chi non conosci… ”

    << A.. A te… Piace stare spesso da solo? A.. Avresti preferito non trovarmi qui? >>

    A quanto pare, sì: è possibilissimo. Ma lo sguardo del concasata era chiaro e profondo, quindi, si sforzò, quanto meno, di non abbassare nuovamente il proprio.
    La gentilezza che poté scorgere negl'occhi di lui, però, piano, piano, la rilassò notevolmente. Giustamente, ad una certa, il concasata dai capelli corvini le fece, con delicatezza, notare come lui non fosse un’Acromantula pronta a divorarsela, ragion per cui, poteva anche, come dire… Rilassarsi un attimo. Alla giovane Ametrin, però, in imbarazzo com’era, vennero in mente anche altri tipi di pensieri…

    “Non fare paragoni con i porcellini di terra, non fare paragoni con i porcellini di terra, non… Non intenderà mica dire che sono grassa, vero??”

    Le sembrava strano, l’ultima volta che si era pesata non le era parso di avere così tanti chili in eccesso, per quanto, sì, ammetteva di avere, effettivamente...

    << I.. Intendi dire c.. Che sono troppo ingrassata sui fianchi? >>

    Delle maniglie dell'amore "presenti"… Doveva ammettere di aver particolarmente esagerato, con il cibo, durante la fase pre-ciclo dell’ultimo mese. Ma, a parte delle maniglie dell’amore leggermente più pronunciate, non le era sembrato di aver preso chissà che cosa… Un po’ di cellulite sulle cosce c’era, quello però, come sempre…

    “O forse sono io, che non mi sono accorta di essermi gonfiata come una balena perché, nello specchio del bagno, mi ci guardo tutti i giorni?”

    Il dubbio, per quanto assurdo, le stava venendo veramente, ma l’imbarazzo era da sempre capace di far arrivare i suoi commenti ad un livello di nonsense niente male!
    Quando, grazie a Merlino, l’argomento di conversazione si spostò su An, Aibileen parve rilassarsi nuovamente un minimo, anche se, al sentire le parole che il ragazzo rivolse all’Asticello, si portò, istintivamente, una ciocca di capelli dietro l’orecchio dall’imbarazzo. Al cominciare a parlare di Groot, serate cinema e fumetti, fortunatamente, la giovane Ametrin si rilassò abbastanza da cominciare a parlare come una persona normale… O giù di lì.
    Quando Lucas si offrì di prestarle il fumetto corrispondente alle avventure di Groot, il sorriso di Aibileen si allargò d’immediato.

    << Davvero?? Grazie! Sei molto gentile! >>

    Esclamò, emozionata, salvo poi imbarazzarsi quando, senz’averlo lei minimamente menzionato, il concasata indovinò senza troppi problemi che era una primina.

    << S.. Si nota tanto che… Che sono “solo” al primo anno? >>

    “… È perché balbetto, sicuro! Devo decisamente migliorarmi!”

    … O magari è anche perché ti ha intravista bighellonare ed entrare in aula con altri tuoi compagni di corso, Aibileen? Ai posteri l’ardua sentenza.

    << I.. In realtà, non conosco molto del mondo dei fumetti, ma… Mi piacerebbe saperne di più! Spesso, i disegni delle copertine e delle storie sono così belli, curati! Adoro le serate cinema e, sì… >>

    Lanciò all’Asticello uno sguardo intenerito mentre il suddetto, nel frattempo, si era appollaiato sulla spalla della ragazza, più che deciso a schiacciarsi un bel pisolino su di essa, definitivamente rassicurato.

    << Adoro il mondo delle creature, magiche e non! A.. A te, invece, cosa piace fare? Stare per conto tuo… Leggere fumetti… Forse anche guardare film? >>

    Ipotizzò, sorridendo con genuina curiosità al concasata dai capelli corvini. Quando, però, quest’ultimo tirò fuori un uovo, gl’occhi le si allargarono dallo stupore e dall’emozione.

    << Anche tu hai un uovo! >>

    Esclamò, salvo poi accingersi a spiegare il suo “anche tu”:

    << H.. Ho visto l’uovo di Cameron schiudersi mentre eravamo a Diagon Alley… Ha un cucciolo di chocobo molto tenero! >>

    La sua mano volle avvicinarsi praticamente da sola all’uovo, ma la ragazza si trattenne appena in tempo.

    << P.. Posso accarezzarlo? >>

    Riuscì a chiedere, notevolmente in imbarazzo, desiderando però al contempo non mostrarsi eccessivamente invasiva nei confronti di quel ragazzo così gentile!

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    La dolcezza del sorriso di Aibileen lo sorprese decisamente. Era abituato a ragazzine che non accettavano di gran lunga quel suo modo di apparire alle spalle, mettendo su storie che non era la giusta maniera di arrivare alle spalle delle persone e manfrine varie. La guardò stupito, prima di addolcire il volto con uno dei suoi sorrisi enigmatici.
    Sicuramente il discorso sul tempo era quasi scontato in una conversazione tra due persone, soprattutto per smorzare il disagio e l'imbarazzo eventualmente provato. E funzionava, proprio come in quel momento «Sicuramente la compagnia di qualcuno aiuta molto, non posso negarlo.» - asserì il ragazzo, mentre lo sguardo cercava quello della ragazzina che sembrava malcelare una difficoltà nel parlare con lui senza balbettare.
    Eppure, era così piacevole vederla in quell'imbarazzo che sembrava renderla ancora più carina. Lucas prese un respiro profondo, quindi, mentre la sua domanda lo fece stranire un tantino, quindi aggrottò la fronte «Sì, passo molto tempo da solo. Soprattutto quando devo scrivere e trovarne l'ispirazione.» - confessò, mentre i cerchi ghiaccio di lui si spostarono sul suo amichetto in Riserva «Ma mi fa piacere averti incontrata, a dirla tutta. Ti ho notata in Sala Comune e ho avuto poco tempo per darti il benvenuto. So che ormai sono passati mesi, ma... meglio tardi che mai, no?» - sorrise, volgendole lo sguardo e facendole un occhiolino amichevole.
    «E tu, invece? Preferisci la solitudine o la compagnia?» - lo sguardo si fece curioso, come se volesse conoscere davvero cosa preferisse la ragazzina «Magari la mia presenza sta scombinando i tuoi piani, no?» - azzardò, mentre l'angolo sinistro delle labbra si sollevava.
    Il far notare l'imbarazzo di Aibileen, per Lucas fu una mossa pericolosa, in quanto la ragazzina sarebbe potuta scappare o rispondergli male, tuttavia non era uno che si lasciava frenare dall'istinto di sapere qualcosa degli altri, forse iniziava con questa deformazione professionale. Ma la sua risposta, a riguardo, lo fece stupire e non poco, per poi ridere decisamente «Ingrassata? Sul serio?» - si piegò appena di lato per vederne i fianchi, seppur i suoi occhi si spinsero in maniera furtiva, così da non farsene accorgere, un tantino più oltre, guardando appena le forme posteriori «Confermo. E' tutto nel posto giusto, nella migliore delle maniere.» - ritornò a guardarla in volto, sorridente.
    Forse in quel modo avrebbe portato la ragazzina ad imbarazzarsi ancora di più, ma ehi, era lei che aveva spinto Lucas a guardarla attentamente per decidere se avesse preso qualche chilo o meno.
    «Ho una collezione di libri e fumetti che a breve non so più dove metterli, devo essere sincero.» - confessò, scoprendo di poter condividere con lei la stessa passione.
    Rise alla sua domanda «Conosco circa tutti i volti dell'Accademia e tu sei un volto nuovo. Quindi o ti sei trasferita qui da poco, oppure sei del primo anno. Ma direi quasi sicuramente primo anno, la tua dolcezza è tale da non esserti ancora abituata a quanta gente orribile c'è qui intorno.» - il suo tono era decisamente ironico ed Aibileen avrebbe potuto accorgersene, se avesse voluto.
    «Per i fumetti, possiamo rimediare. Posso prestarti i fumetti che desideri, alla fine siano nella stessa Casa, non dovrebbe essere troppo difficile.» - scrollò le spalle con leggerezza.
    Ascoltò poi con attenzione il suo ritratto improvvisato, sollevando un sopracciglio e ridendo appena quando terminò di delinearlo. Annuì «Avevo ragione, sei una ragazzina in gamba. Sì, adoro i film e scrivo romanzi, oltre ad essere un aspirante giornalista. Ci hai preso di gran lunga, mia piccola detective.» - la prese in giro e se avesse concesso avrebbe allungato una mano a spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sfiorandola appena.
    L'entusiamo nel vedere il suo uovo, lo fece ridere di nuovo «Chissà se anche da qui uscirà un chocobo, magari potresti esserci anche a questa schiusa, se ti va.» - le propose con interesse, per poi annuire alla sua richiesta «Puoi prenderlo in mano, se vuoi.» - quindi se voleva, allungò l'uovo verso di lei «Ama il calore, un abbraccio non può che fargli bene...»
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    Per quanto fosse una ragazza socievole, non si poteva dire che le piacesse attirare l'attenzione. Anzi. Non era raro che, in Biblioteca, cercasse i tavoli più vuoti del posto e, nei Giardini, gli angoli dove non si trovava anima viva.
    Quando ciò non era dettato da un suo eccesso di timidezza, la cosa le stava benissimo: c'erano momenti in cui le piaceva stare in compagnia delle persone a lei care, o che, comunque, la facevano stare bene, ed altri in cui sentiva il bisogno di ritrovarsi sola con se stessa. Una ragazza normale, tutto sommato.

    Se non fosse stato per il suo essere completamente ed irreparabilmente disagiata.
    I modi pacati e gentili del giovane concasata le stavano facendo, a pelle, decisamente apprezzare la sua compagnia.
    Quando le disse che cercava spesso la solitudine per trovare l'ispirazione per scrivere, gli sorrise con curiosità, nonostante l'imbarazzo, non riuscendo a trattenersi dal chiedere:

    << S.. Stavi cercando di trovare l'ispirazione p.. Per scrivere qualcosa in particolare, oggi? >>

    Poi, dopo aver stropicciato i bordi della maglietta che indossava, trovò il coraggio di proseguire con le sue domande:

    << E.. E quando non passi del tempo da solo... C.. Con chi ti piace stare in compagnia? >>

    Anche in quel momento si stava mostrando troppo invadente, come spesso le accadeva? Sperava ardentemente di no, e di non star mettendo quel ragazzo dagl'occhi chiari, seppur suo malgrado, a disagio!
    Quando Lucas le disse che gli faceva piacere averla incontrata, comunque, si rilassò un po' di più, e gli sorrise dolcemente, con fare comprensivo.

    << A.. Avrai avuto parecchio da fare, immagino! >>

    Si vedeva che era più grande di lei, avrà avuto le sue cose da studiare, i suoi affetti stabili (?) da frequentare... Ed anzi, il fatto che lui l'avesse notata l'aveva, in realtà, non poco stupita! Quando le chiese se preferisse la solitudine o la compagnia, si portò il dito indice alle labbra con fare meditabondo, salvo poi sgranare gl'occhi con fare sinceramente sorpreso, quando il concasata aggiunse che, magari, la sua presenza potesse, in qualche modo, starle scombinando...

    << I.. I piani? >>

    Le parve talmente incredibile che, senza capirne neanche lei tanto il motivo, si ritrovò a scoppiare a ridere, salvo poi sorreggere l'Asticello appena in tempo, in modo da non farlo cadere dalla sua spalla, scusandosi poi con lo sguardo per averlo svegliato dal suo sonnellino.

    << Oh... S.. Scusami, An! >>

    Dopo che la piccola creatura insetto ebbe emesso qualcosa di molto simile ad un sospiro, quest'ultima sembrò tornare a dormire abbastanza facilmente e serenamente.
    Aibileen volse, allora, nuovamente lo sguardo verso quello chiaro del ragazzo.

    << A.. Assolutamente no! E.. Ero solo venuta a trovare un vecchio amico... >>

    Stava palesemente parlando del piccolo Asticello che, ormai, era tornato a ronfare bella grossa sulla spalla della giovane Ametrin. Certo, i compagni che la prendevano in giro per la sua ossessione verso le creature magiche e le brodaglie, in particolare le creature giudicate come “inutili”, c'erano! Ma ad Aibileen non sembrava di essere appena incappata in uno di loro, anzi! Abbassò per un attimo lo sguardo, intimidita.

    << M.. Mi sembri un ragazzo gentile... È.. È piacevole parlare con te! >>

    Nel terminare la sua frase, si decise a rifarsi coraggio, rialzando gl'occhi verso il sorriso del concasata, che le sembrava così rassicurante.
    Poi, domanda dopo domanda, arrivarono all'uscita completamente fuori di melone (e di contesto, anche se, dal suo personalissimo ed imbarazzato punto di vista, non proprio) della ragazza sul proprio peso; alla quale, comprensibilmente, il ragazzo reagì con una risata.
    Quando sentì lo sguardo di quest'ultimo sui suoi fianchi, non poté che maledire se stessa, in mille e una maniere.
    Se l'avesse avuta lei, la pelle chiara del moro concasata, in quel momento sarebbe decisamente diventata dello stesso colore di un pomodoro.

    << … O.. Oh. >>

    “Dì qualcosa d'intelligente! Dì qualcosa d'intelligente!”

    << G.. Grazie... ? >>

    “Avevo detto d'intelligente!”

    Non riuscì a non riabbassare lo sguardo e, arrampicandosi palesemente sugli specchi, lo posò infine sull'Asticello che continuava a dormire innocentemente sulla spalla della giovane Ametrin, spostando qualche ciocca di capelli da essa verso la spalla libera, come se le suddette potessero davvero dar in qualche modo fastidio alla creatura, svegliandola dal suo sonno profondo!

    “... È più credibile un'Acromantula che si presenta ad un Vegan Day, vero?”

    … Come dire...

    “... Sì, Aibileen.

    Quando, fortunatamente per l'imbarazzo della giovane Ametrin, la conversazione andò a spostarsi verso altri lidi, la ragazza tornò a guardare il ragazzo dritto negl'occhi, nonché a respirare (all'incirca) regolarmente.
    All'udire certe frasi ironiche uscire dalla bocca del concasata, l'australiana strabuzzò gl'occhi, di colpo preoccupata.

    Che quel ragazzo avesse vissuto delle vicende poco felici, in quella scuola?

    “Non essere troppo invasiva, non essere troppo invasiva, non essere troppo invasiva, non sono ca..”

    << … D.. Di quale gente orribile stai parlando? >>

    “... Io ci rinuncio.”

    Man mano che quella conversazione andava avanti, Lucas arrivò a proporle di prestarle i fumetti che voleva.
    Aibileen, in risposta, gli sorrise con dolcezza ed entusiasmo, gl'occhi che le brillavano.

    << S.. Sarebbe fantastico! G.. Grazie, Lucas... >>

    Salvo poi affrettarsi ad aggiungere:

    << A.. Anche tu puoi servirti dalla mia libreria, q.. Quando vuoi! >>

    Assicurò con un sorriso, prima di domandare:

    << T.. Tu di che anno sei? >>

    Quando, invece, arrivarono a parlare dei loro gusti in maniera più precisa, Aibileen s'imbronciò appena all'appellativo che usò, e che si era già sentita affibbiare da altri compagni di scuola, in quell'anno (da Cameron, per esempio):

    << N.. Non sono una ragazzina, però... >>

    Il broncio non durò più di tre secondi, in nom del vero, e riprese a sorridere, intenerita dal nomignolo “piccola detective”, rimbarazzandosi appena, ma lasciandolo spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
    Poi, Lucas tirò fuori il suo uovo, ed Aibileen andò definitivamente in brodo di giuggiole. Quando le disse che, forse, avrebbe potuto assistere alla sua schiusa, spalancò gl'occhi e la bocca nello stesso istante, abbracciandolo di slancio.

    << Sarebbe fantastico! >>

    Salvo tornare ad una distanza più consona non appena si rese conto di quello che aveva appena effettivamente fatto, insultandosi in tutti i modi coloriti che conosceva (non erano chissà che volgari, in compenso, potevano dirsi... fantasiosi)

    “Penserà che sono un Merluzzo Piumato Ubriaco!”

    … Ecco, forse questo no.
    Completamente fuori di testa sì, però.
    E come dargli torto!
    Poi, ricordandosi della proposta del ragazzo, sperando di non vederlo scappare da lì a gambe levate, dopo quello che aveva appena fatto, allungò le mani per avvicinarle all'uovo e, se il proprietario di quest'ultimo glielo avesse effettivamente permesso, lo avrebbe preso con delicatezza, concentrandosi per mantenere comunque una certa fermezza nel modo di accarezzarlo, in modo da non rischiare di farlo cadere, guardandolo con tenerezza ed ammirazione.

    “... Il fragile, complesso miracolo della vita, l'immenso segreto dell'esistenza.”

    Pensò con naturalezza, mentre si ritrovava quasi a cullarlo.

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    Edited by Aibileen Beatrix - 1/5/2021, 02:13
     
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    Lucas non era sempre così socievole, ma doveva ammettere che quando aveva davanti una ragazzina carina non sapeva dir no a due chiacchiere, soprattutto se vedeva in lei la dolcezza e la delicatezza dell'ingenuità. Era come se volesse scoprire fin dove potesse arrivare quella semplicità di una persona; con Aibileen stava succedendo esattamente questo: cercava di carpire cosa provocassero in lei le sue parole e i suoi gesti spontanei di cui lui non si vergognava e con cui aveva sicuramente più dimestichezza della mora. E poi, era vero che avesse attirato l'attenzione del ragazzo in Sala Comune, forse proprio per il suo non volersi mettere in mostra, riusciva ad attirare molta più attenzione di quanto lei credesse.
    Sollevò le spalle e poi le lasciò ricadere morbidamente alla sua domanda «Solitamente è l'ispirazione che mi dice cosa scrivere.» - rispose con semplicità, sperando che lei capisse cosa intedesse, perché forse lui non sarebbe riuscito a spigare perfettamente cosa voleva dire lasciarsi guidare dall'ispirazione. Lo sguardo chiaro di Lucas scivolò verso il basso ad osservare il bordo della maglia che la ragazzina stava torturando. Aggrottò la fronte con un sorrisetto e alla sua successiva domanda, lentamente sollevò lo sguardo a ritornare sui suoi occhi dalla colorazione a lui opposta «Dipende. Le ragazze che stropicciano le magliettine sono sicuramente ben accette, non c'è che dire.» - il suo sorriso si fece quasi un piccolo ghigno, involontario.
    Aveva avuto parecchio da fare? Oddio, beh, se piangersi addosso per i primi mesi di quell'anno era avere a che fare, beh sì, aveva avuto davvero un sacco di impegni, ma non disse questo ad Aibileen. Alla fine dei conti i suoi maggior problemi erano stati il ritorno inaspettato di Liz, la sua strana relazione con Emma e l'arrivo ad uragano di Livs, roba che interessava a pochi doveva ammetterlo. Se sapesse quanto poco stabili fossero i suoi affetti, l'altra narratrice riderebbe decisamente di gusto.
    Il suo sguardo si ingigantì alla domanda del moro, che di rimando si beò di quella sua espressione stupita e godersi anche quella sua successiva risata, alzando un sopracciglio divertito «Ho già detto che hai un bel sorriso?» - la spontaneità di Lucas era irrefrenabile, come le pensava così le diceva, non interessandosi delle conseguenze.
    «E hai trovato un fuoriprogramma come me.» - commentò ironico.
    Lucas fece un mezzo inchino elegante alle parole di lei «Oh, sono lusingato.» - il suo tono era gentile e quando ritornò in posizione eretta, lo fece guardando la ragazza in ogni suo movimento.
    L'espressione di lei sulla questione fisico fu uno spettacolo troppo divertente «Prego?» - domandò incerto che quella fosse la giusta risposta da darle.
    Scosse il capo «ma no, tranquilla... non voglio spaventarti, sappi che per qualsiasi cosa, ti basterà venire a bussare alla mia porta e per qualsiasi cosa io ci sarò per te.»
    L'entusiasmo sui fumetti lo fece ridere ancora e poi rispose alla sua domanda «Terzo anno.»
    Ma quando lei mise quel broncio, Lucas la guardò improvvisamente e con occhi sgranati e poi scoppiò a ridere «Ok, sei davvero adorabile con quel broncetto. Non farlo più o rischio di morire d'infarto, Lyn!» - azzardò con quel dimunitivo che gli era venuto fuori spontaneo.
    L'entusiasmo di nuovo si fece strada su quella semplicità che caratterizzava Aibileen e Lucas per un attimo si ritrovò incantato ad osservarla, per poi scuotere il capo e riprendere a parlare «Bene, allora sarai costretta a sopportare la mia presenza fino alla sua schiusa.» - lo disse fingendo fosse una minaccia, quindi lasciò nelle sue mani l'uovo per quanto tempo avesse voluto e probabilmente anche per il restante della loro conversazione avrebbe tenuto lei in mano quell'animaletto ancora in fasce (?)
    lucas j. jones

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