Bevuta per dimenticare

Alton & Lilith

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni |




    [Sabato sera ore 21.00 Il Paiolo Magico]



    Quella missione a villa Mor era stata dura e le ferite si stavano piano piano rimarginando, il morso del letto sulla gamba si sentiva ancora e a lavoro si era dovuto inventare una scusa per il fatto che zoppicava, una sorta di caduta casalinga che per sua fortuna era credibile come cosa. Doveva rilassarsi quella sera dopo cena, aveva bisogno di un po' di pace riprendersi totalmente. Si diresse verso il suo locale preferito per una buona bevuta, il Paiolo Magico. Lo adorava da sempre e le sue bevande erano sempre in primo piano nei suo ricordi fin da giovane anche se nel crescere il livello si era alzato a suo avviso. Entrò nel locale superando con tranquillità la porta dello stesso e si fermò al bancone ordinando la sua bevanda preferita, una buona e semplice burrobirra per iniziare, poi il livello si sarebbe alzato.

    Salve, una burrobirra grazie.

    Aspettò un attimo poi prese la pinta che gli venne posta dal barista. Poi era arrivata l'ora per un po' di pace a sedere. A quel punto si portò a un tavolino dove poteva stare tranquillo, e dette un sorso alla sua pinta. Si guardò un attimo a giro per vedere chi c'era ma non riconobbe al momento alcun volto familiare, era una buona cosa per quello che voleva. Solo un po' di compagnia femminile lo poteva far stare bene in occasioni del genere, era un suo modo di fare e di agire che gli era rimasto con il tempo e nel crescere. Dette quindi un nuovo sorso alla sua burrobirra.


    Lilith Clarke
     
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    Una di quelle giornate che aveva deciso di dedicare solo a se stessa, ecco cosa aveva deciso di fare oggi Lilith Clarke. Una sera in cui non era Lilith, il Prefetto dei Dioptase, ma solo una ragazza che voleva divertirsi, o almeno provarci, alle prese con mille pensieri che aveva deciso di lasciare a casa. Non voleva tornare a casa dai gemelli, perché non le avrebbero fatto passare la serata in pace, chiedendole sempre di Blake, quindi non era andata troppo lontana, fino ad arrivare al Paiolo. L'idea era quella di bere qualcosa, vedere qualche persona ubriaca fare casino, ridere delle loro disgrazie e tornare a casa.
    Aveva indossato qualcosa di molto semplice, ma allo stesso tempo abbastanza corto da dare nell'occhio, lasciando, poi i suoi ricci ribelli cadere dove preferivano, senza legarli o costringerli a prendere una direzione. Aveva truccato il volto con un filo di cosmetici, senza esagerare e rimanendo naturale, se non fosse per quel nero che contornava sottile gli occhi e il mascara che risaltava la lunghezza delle sue ciglia. Poi aveva deciso di mettere un rossetto ciliegia sulle labbra e si abbinava al verde bosco del suo abitino di seta pura, che carezzava a stento un terzo della coscia, sulla destra aveva un piccolo spacco e le bretelline erano molto sottili. Per evitare colpi di freddo, aveva indossato un giubbino di pelle sfiancato, che tuttavia, teneva sbottonato.

    Gli occhi cristallo cercavano in giro un posto, dopo aver varcato la soglia del localino, dove poter sostare per bere qualcosa. Gli occhi vagavano da un tavolo all'altro, non soffermandosi su nessuno in particolare, mentre avanzava ticchettando sul pavimento del Paiolo con quei tacchi delle decolleté nere che aveva indossato.
    Si avvicinò al bancone, affiancando un ragazzo che sembrava aver appena fatto la sua ordinazione. Gli occhi di cristallo lo guardarono in volto, mentre la ragazza riccia chiedeva al barista, lo stesso che aveva preso «Una burrobirra anche per me.» - mormorò con tono caldo e leggermente distaccato.
    Il cristallo, tuttavia, tornò sul ragazzo che aveva accanto, seguendolo con lo sguardo mentre andava a sedere al tavolo. Che fosse qualcuno che aveva già visto? Eppure il suo volto richiamava l'attenzione della metamorphomaga, che sembrava non riuscire a staccare gli occhi dal giornalista.
    Quando arrivò la sua bevanda, Lilith l'afferrò, per poi poggiare la schiena al bancone e cercare di individuare il ragazzo.
    Bevve un paio di sorsi, cercando di disperdere la sua attenzione su altro, tuttavia tornava sempre a quel tavolo.
    Non riusciva a capire perché, ma sapeva che c'era un modo per togliersi quel tarlo dalla testa. Oggi era una di quelle serata dove aveva deciso che le fosse tutto concesso, quindi con un colpo di reni si spostò dal bancone e avanzò lentamente verso il tavolo del giornalista «So che può sembrare una scusa per attaccare bottone» - inizò, puntando lo specchio dei suoi occhi sul volto del ragazzo «...ci conosciamo?» - domandò appena, esplicitamente incuriosita dal fatto che il suo volto fosse già un ricordo nella sua memoria.

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni |




    Alton era tranquillo a sedere al suo tavolo, un sorso dopo l'altro della sua burrobirra. Avrebbe voluto veramente essere in compagnia, ma per il momento la buona sorte non era dalla sua parte, tra il giornale e la missione a quella villa dove quel letto lo stava per mangiare, ma per fortuna era uscito illeso, solo con qualche graffio o poco di più. Almeno quello era un momento di pace dal mondo senza problemi. Quando sentì una voce femminile molto vicina si girò per vedere chi fosse, era una bella ragazza rossa, decisamente il suo tipo, il capello rosso era il suo preferito in una ragazza. Non aveva problemi nel parlare con la stessa, anzi ne era decisamente lieto. Si girò verso di lei sistemandosi i lunghi capelli. La guardò dritta negli occhi mentre le parlava con un bel sorriso sul volto.

    Ciao, se devo essere sincero non saprei dirti con certezza, ma una bella ragazza come te me la ricorderei sicuramente.

    Un modo come altri per attaccare bottone e farsi voler bene fin da subito da una ragazza.

    Forse mi conosci per il lavoro che faccio dato che lavoro come giornalista alla Gazzetta del Profeta. Sono Alton McKinley, chiamami pure solo Alton.

    Gli spostò leggermente una sedia al tavolo facendoli posto.

    Ti vuoi sedere qui? Mi farebbe piacere se mi facessi compagnia qui al tavolo. Come si dice questa è una delle serate dove bevi per dimenticare, una classica giornata andata di merda per diversi motivi. Ti è mai capitato?

    Fece un nuovo sorriso poi riprese.

    Te invece sei?

    Attese quindi una risposta sistemando la giacca che aveva dietro di se, poi si tirò leggermente su le maniche della camicia.

     
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    Lilith non era una che temeva di parlare con l’altro sesso, tuttavia era certa che fosse abbastanza selettiva nelle sue conoscenze e quando si avvicinò al ragazzo non sapeva esattamente cosa la spinse a rivolgergli la parola, ma quando il giornalista sollevò lo sguardo su di lei, dovette ammettere che non fosse per niente male. La riccia aveva rotto la sua relazione con Blake da un po’ e dopo circa un mese aveva fatto i conti con se stessa e aveva deciso di rimettersi in gioco, anche se questo volesse dire perder tempo a conoscere qualcuno che poteva non attirare al meglio la sua attenzione. Sorrise al ragazzo, guardandolo con la coda dell’occhio, mentre un riccio molleggiante si faceva coraggio a scivolare in avanti e lei, padrona non proprio autoritaria su quei capelli, lo riportò indietro. Il complimento di Alton iniziò a stimolare la sua autostima, sentendosi nuovamente apprezzata come da tempo non si sentiva: le attenzioni di Blake erano state necessarie per se stessa e ora che non le aveva più aveva capito quanto fossero importanti per una donna. Già, Lilith in quel momento si stava spogliando dei panni della studentessa modello, per indossare quelli di una giovane donna che ricercava di richiamare sguardi su di lei.
    «Sì, probabilmente avrò letto qualche articolo interessante scritto da lei.» – iniziò lei, mordendosi il labbro inferiore cercando di ricacciare indietro quell’insicurezza che sembrava volersi affacciare a chiederle se fosse giusto approcciare uno sconosciuto in un bar «Lilith Clarke, aspirante auror.» – una mezza verità che precludeva il fatto che fosse ancora intenta a studiare per quel percorso che prevedeva una lunga strada in salita «Puoi chiamarmi Lilith, se preferisci.» – quindi lo sguardo cristallo cercò il contatto diretto con quello del ragazzo, quasi invitandolo a proseguire quella conversazione. Seguì il suo gesto, mentre annuiva al suo invito. Si sedette, accavallando la gamba che il vestitino scoprì appena di più rispetto a quanto già non fosse scoperta «Vedo che abbiamo lo stesso obiettivo in questa serata.» – ammise celando lo stupore di quanti fossero lì per quello stesso motivo: dimenticare. Ma lei non voleva solo dimenticare, voleva riempire quel vuoto che sentiva dentro, quella necessità di sentirsi una donna, decidendo lei le sorti di quella notte piena di possibili sorprese. Poggiò il bicchiere della sua burrobirra sul tavolo dov’erano seduti, quindi la schiena si spinse indietro a poggiare sul legno della sedia.
    «Sentiamo un po’, cos’ha un giornalista del tuo calibro da dimenticare, tanto da accontentarsi della compagnia di una ragazza sconosciuta?» – il suo tono era un leggero sibilo, che nascondeva una melodia tentatrice, mentre il piede iniziò a dondolare appena, sotto il tavolo, sfiorando appena la gamba dell’uomo.

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    Era chiaramente l'unica motivazione per cui poteva conoscerlo a meno che non fosse una sua ex compagna di scuola ma era decisamente troppo giovane quella ragazza almeno che non portasse molto bene gli anni, ma lo escludeva assolutamente.

    Spero che ti siano piaciuti allora. Non sono argomenti che possono piacere a tutti per gli argomenti che tratto.

    Fece una risata e osservo i movimenti del volto che faceva la ragazza davanti a lui, gli piaceva quel gesto che faceva con il labbro. Almeno aveva scoperto il nome della stessa, era già un punto di partenza.

    Piacere di conoscerti Lilith, mi piace molto come nome. Direi di si, se posso usare il nome preferisco dato che spesso sul lavoro l'essere precisini anche nel modo di parlare diventa noioso. Aspirante auror? Devo dire che sei ambiziosa, ma sono certo che potrai farcela se ti impegnerai.

    Non era un ambiente che conosceva molto quello ministeriale. Preferiva la parte che lo combatteva, quella criminale. Quando si mise a sedere notò come si mise ancora più in mostra, era decisamente una bella vista.

    Sono delle serate che spesso aiutano a scordarsi di qualcosa, chi un problema, chi un altro. Penso saremo in molti qui dentro con questo scopo.

    Fece una risata prima di proseguire, era arrivato il momento di giocare al meglio con la ragazza.

    Cosa ho da dimenticare? Direi soprattutto una settimana intensa al lavoro, poi delle altre cose che è meglio non rimembrare nemmeno, non voglio assolutamente annoiarti con un discorso lungo e patetico. Rischierei di rovinarti la serata, te lo assicuro e non vorrei essere il colpevole di ciò.

    Si fermò un attimo poi riprese.

    Non sei assolutamente una sconosciuta, so il tuo nome, mi basta quello. Te invece cosa hai da dimenticare qui dentro con una buona bevuta?

    Sentì toccarsi sotto al tavolo, credeva di poter aver battuto invece la gamba del tavolo era molto lontana, era chiaro che era stata la ragazza. La cosa stava diventando sempre più piacevole e inaspettatamente spinta. Non si spostò restando alla mercanzia della ragazza, gli piaceva come cosa, doveva essere un chiaro segno che non si sarebbe tirato indietro e da come si muoveva la stessa era certo che lo avrebbe capito.

    Per caso delusione amorose o altro?

    Volle tastare il terreno con una semplice domanda.





    Edited by Alton_McKinley - 2/4/2021, 16:18
     
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    Sbuffò una risata alle parole del ragazzo, quindi inclinò il capo verso destra, senza nemmeno accorgersene di quel gesto, mentre le spalle si sollevavano appena e ritornavano al proprio posto quasi nella stessa frazione di secondo «Se ricordo il tuo nome, mi sono piaciuti sicuramente.» - e il che era vero: Lilith tendeva a ricordare tutto ciò che davvero le interessava, soprattutto se si trattava di giornali e articoli scritti. Alla fin fine sapeva archiviare nella sua mente le notizie importanti e soprattutto i nomi che avrebbero potuto aiutarla a ritrovare una specifica ricerca, qualora le fosse servita.
    Ancora un complimento che fece arrossire la riccia, mentre calava lo sguardo per ricercare dopo quello dell'altro, in un piccolo spiraglio con la coda dell'occhio «Ambiziosa? Direi che ci hai preso eccome. Non mi piace accontentarmi di qualcosa di semplice.» - quelle parole sembravano nascondere un qualcosa di altro, come se stesse tastando quanto quel giornalista fosse in grado di essere gradita compagnia per quella serata «Sì, posso farcela. Ottengo sempre quel che voglio...» - anche questa volta la frase venne lanciata verso l'altro, con un sorriso enigmatico che poteva far trapelare quanto stesse cercando di pizzicare appena quella conversazione.
    Si guardò attorno, notando quante persone ci fossero e annuì, mentre il cristallo dei suoi occhi si posava nuovamente sul volto del giornalista «Credo che se avessi voglia, potrei capire su ogni volto qual è veramente il problema di ognuno.» - rise ironica, per poi riprendere a parlare «Lo farei, se non avessi qualcos'altro di interessante di cui occuparmi.» - sollevò un sopracciglio, quindi, con quel piccolo sorriso malizioso che aveva preso spazio sul volto di lei.
    Ascoltò quella breve sintesi delle sue problematiche da dimenticare, cercando di carpire al meglio quanto fosse un terreno calpestabile «Sarebbe difficile che tu riuscissi a rovinare la mia serata. Con quasi assoluta certezza, posso dire che la stai rendendo sicuramente più interessante di quel che si prospettava.» - azzardò, puntando gli occhi chiari in quelli di lui.
    La sua domanda, poi, le ritornò indietro come un boomerang, ma c'era da aspettarselo. Lilith si fece trovare pronta, con la risposta preparata come se quella domanda fosse attesa da un momento all'altro «Errori che fanno parte del passato. Niente che un po' di birra e una giusta compagnia non possono portar via.» - sorseggiò quindi la burrobirra e lasciò che il silenzio facesse un po' da padrone, mentre il suo piede continuava a scivolare su di lui. Non essersi spostato era un chiaro segnale che entrambi stavano viaggiando sulla stessa lunghezza d'onda e questo, per Lilith, era già un'ottima conquista.
    Staccò quindi la schiena dalla sedia e si sporse in avanti, come se stesse facendo un passo in più ad avvicinare quel ragazzo «Mi chiedo: se fossero delusioni amorose, saresti la compagnia giusta per farmi dimenticare?» - una domanda azzardata, che fu quasi un sibilo verso l'altro, per poi ritornare alla posizione di prima.

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    Era un modo di vivere che gli piaceva, anche lui non era tanto amante della vita normale, il rischio faceva parte di lui come la magia oscura, ma quella era una parte della sua vita che veramente nessuno conosceva, o almeno in pochi lo sapevano. Doveva rimanere segreta se voleva che la sua vita non finisse in una cella della prigione più nota del mondo magico.

    Mi piace come ragioni, io fin da giovane ho questa idea di vita. Mai prendere le cose facili, cercare le cose difficili fa parte di me.

    Fece un piccolo sorriso. Sentì come quella conversazione stesse andando verso un nuovo livello, era impossibile non notare una certa malizia nelle parole della ragazza, non gli dispiaceva affatto la cosa, era una bella ragazza e la compagnia era sempre piacevole.

    Ne sono certo, hai un gran bel carattere.

    Ricambiò con un bel sorriso molto accondiscendente. Quando sentì quelle parole tutto iniziava ad avere un senso. Alla fine aveva qualche anno in più della stessa ed ogni passo in più capiva un po' di più di cosa potesse volere o a cosa potesse arrivare. Ovviamente non si sarebbe mai tirato indietro, poco ma sicuro.

    Deve essere importante allora la cosa di cui ti stai occupando.

    Una piccola risata mentre si sistemò i capelli guardando la ragazza.

    Mi fa piacere come cosa, anche te non potresti rovinarmi la serata, cosa potrei chiedere di più che avere una buona bevuta e una bella ragazza davanti a me? Nulla credo. Devo ringraziarti per essere qui al tavolo, una sorpresa inattesa dopo una giornata piena e tosta. E' una bella cosa che ti renda la serata molto interessante.

    Vide come la ragazza lo guardò negli occhi, ormai era in ballo doveva ballare quindi ricambiò la cosa, aveva veramente degli occhi belli da vedere.

    Mi piacciono i tuoi occhi, hanno un che di misterioso.

    Le fece un nuovo sorriso decisamente malizioso poi riprese.

    Il passato resta sempre il passato, non si può cambiare nel bene o nel male. Hai detto bene, una bevuta e una compagnia adeguata fanno dimenticare tutto. L'importante è il presente, non trovi?

    Era una domanda a cui sapeva come rispondere senza battere ciglio. Si dette una nuova sistemata ai capelli prima di riprendere la parola.

    Oh, senza ombra di dubbio. Sarei la compagnia e la persona adatta per dimenticare delusione amorose. Non ho dubbi.

    Una risposta decisamente senza ombra di dubbio.


     
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    Lilith era una strega di buona famiglia, a cui avevano sempre insegnato a non parlare con gli sconosciuti, soprattutto quelli incontrati in un bar. Eppure, la ragazza non era più la bambina indifesa che doveva essere protetta dai genitori: era diventata una delle più brave studentesse di Hidenstone e sapeva difendersi qualora ce ne fosse stato bisogno. Probabilmente, se i suoi genitori avessero saputo cosa stesse facendo in quel preciso istante, avrebbe incrinato i rapporti con loro ancora di più. Ma esattamente, cosa stava facendo? Era chiaro che il ragazzo che aveva davanti sembrava un buon partito, ma oltre a questo notava come in lui ci fosse quell'alone di mistero che forse non voleva sollevare per continuare a non conoscere bene chi avesse davanti. Una di quelle serate davvero all'insegna dell'avventura, senza complicazione alcuna, solo per divertirsi e dimenticare.
    Sorrise maliziosa alle sue parole, assottigliando appena appena lo sguardo «E se fossero le cose difficili a cercare te?» - una domanda che sembrava quasi una proposta, quella della riccia, mentre nascondeva il suo ghigno nel vetro del bicchiere dal quale fece scivolare la burrobirra tra le labbra, senza distogliere lo sguardo celeste dal suo volto.
    Al complimento del giornalista, Lilith fece solo un cenno soddisfatto, era esattamente quello che cercava: il desiderio di farsi guardare, di sentirsi apprezzata anche solo per uno sguardo. Quelle attenzioni che avrebbero appagato - seppur momentaneamente - il suo ego che era stato calpestato da lei stessa pochi mesi prima.
    Si stava riprendendo il suo spazio nel mondo e questo avrebbe fatto sì che lei in primis avrebbe trovato pace.
    Rise di gusto alle successive parole di Alton «Importante? Non saprei. Sicuramente più interessante degli altri volti che sono in questa stanza. Ma...» - si fece avanti col busto, quasi a voler bisbigliare le ultime parole «... potrei anche sbagliarmi e magari non è così interessante.» - tornò quindi a cercare le distanze, in quel gioco perverso di frecciatine a cui lei stava cedendo il passo al giornalista, per vedere quanto potesse risultare appagante per i suoi gusti.
    Arricciò le labbra quando sentì che si era accontentato di così poco, trovando un ottimo assist per poter ribattere anche a quello, cercando di stuzzicarlo quanto più potesse «Non puoi chiedere altro? Ah, che peccato... pensavo che ti piacesse osare...» - accavallò la gamba, quindi, fingendo di perdere interesse verso di lui e godendosi l'ulteriore complimento che le fece vibrare la pelle.
    Prese tra le dita una ciocca riccia, e iniziò a giocarci con disinteresse «Dipende da cosa il presente mi propone.» - si spinse quindi in avanti e cercò di allungare le dita verso il volto del ragazzo, se gli fosse concesso, prendendolo dal mento per voltarlo delicatamente verso di lei, avvicinandosi vertiginosamente, ma sfiorando solamente con il respiro la pelle altrui «Sentiamo, come mi aiuteresti a dimenticare. Sono... curiosa.» - gli occhi celesti non lasciarono andare lo sguardo di Alton, mentre un ghigno si disegnava sul volto della Prefetta.

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    Fece un sorriso sul volto prima di proseguire con quel discorso, era chiaro che poteva diventare una serata importante e di grande divertimento se tutto fosse andato per il meglio. Doveva giocare con quella ragazza come meglio sapeva fare se voleva farla sua.

    Potrebbe essere anche questa cosa, me lo chiedo spesso anche io ultimamente.

    Dette un sorso alla sua bevanda poi riprese.

    Spesso le cose interessanti accadono quando meno te lo aspetti, l'esperienza mi insegna ciò. Guarda per esempio questa serata, ero qui per bere e dimenticare e all'improvviso sei arrivata te. Sono certo che non ti sbagli nel valutare il tuo presente interessante, credimi.

    Un nuovo sorriso sul volto poi si sistemò nuovamente i capelli prima di fare un occhiolino alla stessa. Gli piacevano i segnali che via via la ragazza stava indirizzando, erano chiarissimi.

    Ti assicuro che mi piace osare, posso osare tantissimo davanti a chi se lo merita e te lo meriti assolutamente, e da quello che ho capito nemmeno te hai problemi a osare. Giusto?

    Voleva arrivare fino al punto di culmine della serata, sperava in un esito decisamente bello.

    Cosa propone il presente? Solo belle cose se fai la scelta giusta.

    Si fece prendere per il viso senza problemi, non poteva dire di no ormai per come si era messa la serata, gli piaceva molto la situazione.

    Come ti aiuterei a dimenticare? Ti potrei elencare un sacco di modi, ma a piace uno particolarmente dove potremmo essere solo io e te senza altre persone intorno e non in un pub ma in un luogo molto più comodo. Se vuoi dimenticare ti posso lanciare il meglio di me, hai voglia di seguirmi e osare?

    Guardò la ragazza negli occhi nell'attesa di una risposta. Si era esposto al massimo delle sue possibilità e ormai aveva fatto un All In per la serata. O bene bene o male male, ma sperava ovviamente per la prima opzione.



     
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    «E tu cosa preferiresti io fossi? Qualcosa di difficile arrivato fino a te o una meta facile da raggiungere?» – il suo fu più un sibilo che un parlare piano, come se stesse cantando una sirena per incantare il suo marinaio. Lilith, quando voleva, si sapeva mettere d’impegno nel provocare chi aveva davanti. Aveva smesso di farlo durante quella relazione con Blake, ma adesso che era nuovamente in campo, non trovava motivo alcuno per non riprendere qualcosa che la faceva sentire viva almeno una volta ogni tanto. Doveva sicuramente riprendere il ritmo, concordando con se stessa almeno un giorno in cui essere una Lilith donna, piuttosto che la studentessa perfetta che tutti conoscevano. Chissà se sarebbe riuscita a tenere divise queste due facce di lei, senza che una arrivasse ad occupare il tempo dell’altra. Sarebbe stato davvero un disastro se quel suo istinto da predatrice fosse entrato tra le mura di Hidenstone. O forse no? Adesso non le interessava poi tanto, visto che aveva trovato quel passatempo che stava cercando per dimenticare. Era da lì che doveva iniziare ed era lì che lo aveva, davanti a sé. Sorrise appena appena maliziosa. Sembrava che Alton avesse capito che quella sera, la riccia aveva ben poca voglia di parlare, infatti le sue risposte divennero via via meno articolate e il suo piede che riprese a carezzare la gamba del giornalista, saliva sempre più in alto «L’importante è mantenere l’interesse sempre alto… Sennò si rischia di perderlo.» – si morse il labbro non lasciando nemmeno un attimo lo sguardo dell’altro, come se quel gioco di provocazione non potesse ormai essere interrotto. Lilith lasciò scivolare il piede in basso e sfilò la scarpa, così da creare poi più contatto con la sua gamba, quando riprese a stuzzicare il giovane. Questa volta osò di più, risalendo fino all’interno della coscia, sfiorando appena più su, mentre il suo sguardo divenne più eloquente, domandandogli in silenzio se fosse davvero pronto ad osare di più, senza però proferire parola.
    Lei non sembrava aver paura di osare e questo lo stava dimostrando apertamente al ragazzo che aveva davanti, mentre un sopracciglio si sollevò alla sua allettante proposta di una stanza dove potessero mostrare quanto fossero interessanti entrambi. Lilith si piegò con il busto verso di lui e quando riuscì ad afferrarne il mento, si spinse ancora di più alle sue labbra «E allora… perché siamo ancora qui?» – sibilò sulla pelle calda della bocca di Alton, mentre piano la lingua provò a scivolare su questa, carezzandone e disegnandone i contorni, preludio di qualcosa che Lilith desiderava «Mostrami quando sai osare…» – lo provocò, prima di afferrare il suo labbro inferiore tra i denti e lasciargli un piccolo morso al sapore di birra, per poi mollare la presa e ghignare maliziosa. Lo avrebbe quindi seguito, non appena avrebbe deciso di andare: era lì per questo, quindi aveva raggiunto già il suo primo obiettivo, ora non ci pensava a tirarsi indietro.

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    Era una domanda che gli piaceva molto quella, ma sapeva chiaramente come rispondere, alla fine l'esperienza si faceva con il tempo e lui fin da giovane aveva avuto un sacco di ragazze.

    E' sempre più bella una cosa difficile da raggiungere, un oggetto proibito, per me potresti essere entrambe non avrei problemi in nessuno dei due casi, poco ma sicuro.

    Ormai era chiaro l'andazzo della serata e come tutto sarebbe finito, ovviamente gli piaceva veramente tanto come cosa, e se non ci fosse stato non era ancora a sedere a quel tavolo, ma era impossibile che rifiutasse un po' di sano piacere femminile. Sentì come il contatto tra gamba e piede divenne sempre più diretto, lo stile della ragazza nel fare colpo era innegabile.

    Infatti restiamo per poco qui, tranquilla. Fammi pagare il conto e poi usciamo dal locale.

    Quando vide passare il cameriere saldò il conto sia suo che della ragazza. Poi quell'ultimo gesto tanto bello quanto spinto della ragazza fu il chiaro segno che era ora di uscire per andare al suo appartamento. Aveva decisamente bravura nel fare quello che faceva, uno stile innegabile. Sapeva come fare suo un uomo, un arte che non tante ragazze potevano dire di avere fino a quel livello.

    Non rimarrai delusa, osare è il mio mondo.

    Alton a quel punto ricambiò quella sorta di antipasto a quello che sarebbe potuto succedere, poi si alzò dalla sedia.

    Ho il mio appartamento qui a Diagon, un centinaio di metri e ci siamo, seguimi pure. Decisamente meglio che qui in una stanza del Paiolo, mi sembra il minimo.

    Aspettò che la ragazza lo seguisse poi uscì dal locale con la stessa. Arrivati davanti alla casa aprì la porta e le fece cenno di entrare. Per gentilezza e galanteria la fece entrare per prima. Nel salotto buttò la giacca subito sul divano.

    Spero che ti aggrada questo ambiente.

    [Role Conclusa]




     
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