Sicuramente aver interrotto lo studio per incontrare Blake era anche dettato dal fatto che avendo orari diversi di lezione, ormai si vedevano molto meno durante la giornata e Lilith cercava di dividere equamente i suoi impegni con la necessità di vedere Blake.
Quando vedeva il suo viso, i suoi occhi e le cadeva tra le sue braccia, Lilith si ricordava perché riusciva a perdonare tutte le volte in cui avevano litigato. Si sentiva felice e completa, nonostante i loro caratteri sempre in contrasto e la loro gelosia che raggiungeva livelli epocali, Lilith stava bene con Blake.
Quando quelle braccia la strinsero, Lilith sentì il calore e quella strana sensazione di perfezione che sentiva ogni volta che i loro colpi si univano. Tuttavia quel bacio così dolce e gentile, non era nelle corde di Blake. Non che non gliene avesse mai dati, ma questo era oltre la dolcezza che Blake imprimeva sulle labbra della riccia. Non disse niente, ma lasciò che le sue mani si posassero... sopra il suo sedere? E da quando Blake non le toccava il fondoschiena abbracciandola? C'era qualcosa che non andava e l'entusiasmo che aveva colpito Lilith nel ricevere quel messaggio da Blake, si stava spegnendo a poco a poco
«Non disturbi mai...» - sussurrò un po' incerta. Annuì poi, lasciando che il silenzio desse il coraggio a Blake di parlare. Sicuro non era lì per dirgli che era incinto. Né per comunicarle che sarebbe partito per un tour, perché in quel caso le avrebbe chiesto di fare le valige e andare con lui.
Allora... cosa stava succedendo? Sentì la fronte calda di lui, poggiarsi su quella di lei e--- il cuore si fermò.
Lilith sgranò gli occhi e fece un passo indietro. Due. Tre.
Gli occhi di cristallo erano sgranati, puntati sul volto di Blake.
La testa si muoveva freneticamente in una negazione psicologica e quei ciuffi che prima erano diventati neri, via via si schiarirono fino a diventare argentati.
«No... no... non può essere vero.» - sussurrava tra le sue labbra, con un filo di voce che forse non sarebbe stata udibile a Blake. Il suo volto si contrasse in un'espressione di dolore e di disgusto. Lo guardava e i suoi occhi tremarono diventarono liquidi.
Dentro di lei stava sentendo sgretolarsi tutto.
«Due. Giorni.» - mormorò partendo piano
«DUE FOTTUTI GIORNI, BLAKE.» - il tono della sua voce era intrinseco di sofferenza, mentre gli urlava contro il tempo in cui non erano stati insieme
«E' QUESTO IL TEMPO CHE TI BASTA? DUE GIORNI LONTANO DA ME E TI FICCHI NELLE COSCE DI UNA PUTTANELLA INCONTRATA PER CASO?!» - le lacrime iniziarono a scendere, mentre le gambe presero a tremare.
«Mi hai mentito. MI HAI MENTITO PER TUTTO QUESTO TEMPO!» - quei dieci mesi erano stati forse un'illusione? Avevano passato momenti insieme che Lilith non avrebbe mai dimenticato, il progetto di una vita insieme, di una famiglia vera... e lui l'aveva tradita.
«Non credevi cosa?! Che potessimo tornare insieme? Che io ti amassi davvero?! E' questo che sono per te, Blake. Una sfida che avevi vinto. Un gioco con cui ti sei stancato di giocare. Cosa aspettavi per dirmerlo?! COSA?! Che io continuassi ad illudermi di poter costruire la nostra famiglia?!» - strinse i pugni lungo i fianchi, mentre il suo cuore ormai in pezzi, stava continuando a cadere e dissolversi
«Come hai potuto, Blake?! Era questo il tuo intento dall'inizio?! Farmi innamorare e poi distruggermi? Farmi credere di aver trovato la persona giusta, per poi accoltellarmi?!» - le mani batterono sul petto della ragazza
«Qui dentro, Blake, c'è un cuore vero. Non sono un giocattolo e tu... mi hai distrutta!» - le sue urla erano talmente forti che la gola bruciava e sentiva il sapore del sangue, per quanto stesse graffiandola. Il volto era rosso e gli occhi gonfi, le lacrime bagnavano quel viso.
«HAI DISTRUTTO TUTTO, BLAKE. PERCHE?! LA SOLA COSA BELLA CHE AVEVAMO, L'HAI FATTA IN FRANTUMI.» - le mani cercarono quaclcosa da afferrare e l'unica che trovarono fu una sedia. Lilith cercò di sollevarla e lanciarla dietro il ragazzo, ma la sola cosa che riuscì a fare fu crollare su se stessa, rannicchiarsi con le ginocchia a terra e piangere disperatamente, a singhiozzi, sentendo la cosa più preziosa che aveva esser portata via.
Il dolore che provava era indescrivibile, quasi paragonabile a quello che si era portata dietro per mesi dopo Ottobre. Le ciocche argento erano tornate e lei, adesso, era senza alcuna difesa. Per Blake aveva distrutto tutti i muri che aveva messo per non essere debole e lui ne aveva approfittato e l'aveva uccisa.
Cercò un po' di forza nelle gambe, per rimettersi in piedi, barcollando appena. Non rialzò il volto, bagnato, dove i riccioli argentei si erano attaccati
«M-mi hai reso... un involucro vuoto, Barnes.» - mormorò, tra i singhiozzi.
Si girò di spalle, sapendo bene che fine avrebbe fatto questa storia.
«Un involucro vuoto.» - disse, per poi varcare la soglia della porta di quell'aula che aveva visto il loro inizio e... la loro fine.
Rimase fuori alla porta chiusa alle sue spalle, cadde seduta in terra e strinse le gambe a sé, piangendo.
La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.