L'arcano della morte

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    Ciarán Hinds
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    Gold is the new black Il ragazzo che esitava di fronte all'entrata del Paiolo era alto quanto un orso. Una field jacket verde militare cirocondava una maglietta nera che gli avvolgeva il busto. Aveva rubato entrambi i capi a qualche inglese troppo scemo per accorgersene e ciò era parecchio evidente. La pelle del mezzo gigante era schermata da quell'insulso freddo londinese ma la maglietta gli premeva contro l'addome come un preservativo taglia small potrebbe premere contro il pene del pelato di Bra**ers.
    Gli occhi dorati presero a studiare la porta e il destro lo fece con fatica. Un alone viola lo circondava interamente provocandogli continue scariche di dolore. Finire a cazzotti contro i babbani era sempre un piacere e quel livido glielo avrebbe ricordato. "È questo il posto di cui mi ha parlato Harris?" Il tipo a cui stava pensando Ciarán aveva la faccia da pazzo furioso ma il mezzo gigante a tipi simili ci era abituato. A quanto pare il figlio del proprietario del Paiolo era rimasto stupito dalle doti del denrisiano e dal modo in cui, da solo, aveva accappottato tutti quei babbani. Come premio avrebbe gradito una qualche pozione di guarigione ma anche le informazioni sarebbero potuto tornargli utili.
    La procedura che lo avrebbe condotto nel cuore del paiolo segreto fu colta con poco garbo dal mezzo gigante. L'unica ancora che gli impedì di fare scenate fu la strana sensazione di essere in estrema minoranza. Quando sei un denrisiano alto quanto un orso ci sono poche cose che temi. Eppure c'era qualcosa in tutti i presenti che lo preoccupava. Persino il barista sembrava averne passate troppe. "Stai tranquillo" Si ripeté tra sé e sé subito prima di entrare nella stanza numero 13 "13, l'arcano della morte. Dove molti vedono una fine, pochi eletti trovano un inizio". Gli occhi dorati vennero catturati dalla figura di un idolo insulso di qualche religione diversa dalla nordica e, meditando su quei pensieri, Ciarán finì per addormentarsi.
    «Sera» Pronunciare quella parola fu come sollevare l'amico grasso collassato dopo la quindicesima peroni. Difficile, faticoso e una dimostrazione di estrema gentilezza e spirito di sacrificio. Gli occhi erano ancora patinati dagli effetti della droga o dell'incanto e riconoscere i dettagli fu estremamente difficile. Avrebbe voluto fare il gradasso ma quelle urla in sottofondo gli suggerirono di fare altrimenti «Ho sentito che in questo mare ci sono squali interessanti da pescare, signore» L'invito a parlargli di quella fauna era implicito.

    «Parlato»
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    Hedwin Keratack
     
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    Hedwin Keratack
    Paiolo Magico 71 anni

    Il natale era vicino.
    -Quanto cazzo lo odio.-
    Il paiolo era addobbato. C'erano luci, piccoli babbi natale giocattolo che pattinavano fra i tavoli e tutti i figli che componevano la squadra Keratack avevano un cappello natalizio.
    Lui no.
    -Quanto odio il natale-
    Si grattò con furia la lunga barba bianca che si stava lasciando crescere per la notte di capodanno.
    -Ma porta soldi e io non posso fare che adattarmi.-
    Tuttavia Hedwin Keratack odiava adattarsi a qualcuno, seppur quel qualcuno fosse lo stesso dio denaro e quando lo faceva era irritabile, aveva bisogno di sfogarsi; in qualunque modo.
    -Katrina sono stufo di questa lagna, butta giù dal piano il vecchio Nansy e fai ballare un po' di gente-
    Una delle poche cose che apprezzava davvero della seconda moglie, oltre i quattrini e il bel culo, erano le sue dita.
    Quando quei rametti di liscia betulla incontravano i tasti di un pianoforte scattava la magia.
    Katrina diede un baco sulla guancia al vecchio con il cappello blu e il blues nelle vene, per poi sgranchirsi il collo, prenderne il posto allo sgabello e lasciare che la candida pelle si appoggiasse sullo strumento nero e bianco; poi le fiamme le divamparono nell'anima e nelle mani.
    L'intera stanza addobbata a festa si riempì con l'odore di neve e fuoco, mentre le gambe vibravano con la stessa forza della buona vodka di madre Russia.
    -Quanto ti amo.-
    Fu imitato un cunnilingus con quella bocca da playboy e in tutta risposta un dito medio.
    Fu proprio in quel momento che un giovane orso biondo tranciò lo spettro visivo del vecchio; era accompagnato da Harry.
    -Per la barba di John Lennon.- capitava di rado di vedere qualcuno condividere la stazza del figlio più nerboruto. Poi la sua attenzione captò altro.
    Harry gli aveva fatto un occhiolino.

    Non erano passati che pochi minuti da quando il buon vecchio Hedwin Keratack era sceso nel paiolo segreto e bhé aveva passato un tempo discreto a studiare il ragazzino.
    -Che sia un mezzo-gigante?-
    Poi, alla fine qeusto si sveglio.
    -Sera un paio di palle-
    La bacchetta di cedro appoggiò sulla maglietta attillata, poco sotto il capezzolo.
    -E tu saresti un pescatore di squali?-
    Se Ciaran avesse cercato la bacchetta non l'avrebbe di certo trovata.
    -Sei stato perquisito e tutto quello che mi andava ti è stato tolto.-
    Un sorriso da stregatto illuminò il viso del vecchio.
    -Ora dimmi chi cazzo sei, che minchia vuoi e come hai fatto a scoprire questo fottutissimo posto. E si sincero perché non mi costa niente ucciderti e far sparire il tuo cadavere dal mondo.- la lingua scattò in uno schiocco e gli occhi si puntarono su quelli dello studente. -Ma se vuoi puoi dirmi da dove arrivi, così spedirò a tua madre un po' delle tue ceneri mischiate al mio piscio.-
    Dalla ventola sul muro provenì, proprio in quell'istante, un lungo lamento.
    -Tipo come farò a questo qui-
    Con il pollice indicò il passaggio oscuro
    -Sai, viene da Winsconsin e ci vorrà un po', ma le sue ceneri- l'indice indicò i propri genitali mentre questi risaltavano dalla vestaglia arcobaleno -e il mio piscio, arriveranno a destinazione; e questa è una fottutissima certezza.-
    Tutto questo accadeva sotto lo sguardo attento delle meraviglie di quel luogo: Pezzi di bestie magiche, artefatti, libri e fiale di ogni tipo.
    In mezzo a tutto quello, in un angolo, riposava un tappeto blu notte.
    RevelioGDR


    Edited by SamuelBlack - 27/12/2020, 00:26
     
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    Gold is the new black La conversione dei popoli germanici a opera dei missionari cominciò con l'adozione cristiana dei simboli e delle feste locali. In particolare la tradizione germanica precristiana prevedeva una festa chiamata Yule atta a celebrare il solstizio d'inverno. Tutt'ora i Wicca danno importanza a questo fase dell'anno e così il resto del mondo al di fuori di Denrise.
    "Natale, giusto" Ciarán non spiccava per il suo interesse verso gli occidentali ma aveva avuto modo di approfondire questa tradizione degli altri attraverso gli studenti di Hidenstone.
    Per l'occasione anche il Paiolo aveva deciso di ospitare decorazioni simili e una serie di babbi natale giocattolo avevano preso a scivolare sui tavoli che lo circondavano. Gli occhi del ragazzo si soffermarono qualche secondo sui vischi e sugli agrifogli decorativi. L'uso di quelle piante era un rimando alla tradizione germanica, così come gli alberi sempreverde "Simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l'oscurità dell'inverno...". La mente del mezzo gigante vagò su quelle reminiscenze mentre, passo dopo passo, il suo interesse per quel locale prese a scemare.
    Gli bastò risvegliarsi circondato da arti di bestie amputate conservate nella formaldeide o in qualche liquido simile per ricredersi.

    "Ha gli occhi da squalo" Il mento scivolò in avanti mentre la coda dell'occhio andò a studiare i dettagli della stanza. Le mani del ragazzo avrebbero potuto spezzare il collo del vecchio come se fosse stato un ramo più spesso del dovuto. Il mezzo gigante né era consapevole e, allo stesso tempo, ciò lo preoccupava perché in quel momento percepiva comunque "timore" "Non puoi sconfiggere uno squalo nel suo oceano, aye".
    Un colpo di tosse per schiarirsi la gola «Dipende dalla ricompensa». Il denrisiano era orgoglioso e aveva colto la frecciatina, ma per il denaro avrebbe potuto anche chinare il capo. Amava il freddo del metallo a contatto con la sua pelle.
    «Sono un denrisiano» Iniziò «E sono qui perché Harris mi ha parlato di questo post» Il suo tono era deciso e così il suo sguardo. Dopo qualche secondo finì per ricambiare il sorriso «Vedo che hai artefatti e libri di ogni tipo. Sei un collezionista o un contrabbandiere?» Il pollice scivolò sulla prima falange delle dita restanti; una leggera pressione e poi una serie di 'clack'. Il capo ruotò verso un tappeto blu notte e Ciarán deglutì trattenendo una risata «Quello cosa fa?». Il ragazzo avrebbe dato il tempo all'altro di rispondere; la menzione a sua 'madre' gli scivolò addosso.
    «Mi piace questo posto» Quelle parole vennero pronunciate con un tono genuino. Un lupo come Hedwin avrebbe potuto percepirlo facilmente. C'era curiosità nel mezzo gigante ma anche interesse, sembrava quasi che volesse scoprire - o imparare - altro dal vecchio. "Ceneri e piscio me la rivendo" I genitali risaltavano sotto la vestaglia arcobaleno mostrando una certa dote condivisa da pochi. Eppure, in quel campo il mezzo gigante era semplicemente più... gigante.

    «Parlato»
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    Hedwin Keratack
    Paiolo Magico 71 anni

    Negli occhi di quel ragazzino vide una tavola liscia come la pietra e un brivido gli corse lungo la schiena.
    -Un ragazzino dovrebbe aver paura-
    Ciaran era stato drogato, minacciato e si trovava in un luogo a lui sconosciuto e con gli echi di una morte imminente; quella del tipo del Wisconsin. Hedwin chiedeva troppo nell'aspettarsi almeno un tremolio o un po' di incertezza.
    Una mano oscura quanto le tenebre artigliò il suo cuore -Sono io ad essere troppo scontato?- Era lei. Una delle peggiori paure di Hedwin Keratack.
    Per un attimo rivide sé stesso nelle sale scure della scuola elementare magica per indigenti di Londra, la Henry Button.
    Un bambino gracile, steso a terra schiacciato dalle grassoccie mani del professor Hipkwick e dai suoi grugniti di piacere. -Tu non sei niente Keratack, tu non sei nessuno. Abbassa la cresta.-
    «Dipende dalla ricompensa»
    La voce del denrisiano fu come un warp improvviso.
    La mano di Hedwin si ritrasse piano dalla fronte tutta rughe. -Sono sudato?-
    Il tonfo su una sedia non troppo lontana fu leggero, quasi come se quell'uomo grosso e flaccido pesasse come una piuma.
    «Sono un denrisiano»
    -Questo tipo...-
    Lo lasciò parlare, non lo interruppe fino a quando il lenzuolo del silenzio calò sulla scena.
    -Quello è il tappeto volante portante. Un mezzo veloce e sicuro, in cui risiede una stanza invalicabile dall'esterno- Nel mentre che la sua voce atona si stendeva nello spazio, Hedwin si alzò con lentezza per poi avvicinarsi al mezzo-gigante.
    La bacchetta scattò e il suo vertice si appoggiò come un fioretto sul collo dello studente.
    -Ma prima di parlare d'affari io ho una domanda per te.-
    Guardando quella la faccia di Hedwin Keratack chiunque si sarebbe dimenticato i suoi soliti sorrisi. Le folte sopracciglia scavano un volto affilato. Gli occhi erano due lame azzurre e le labbra sottili si erano ritratte in un grumo di ragnatele d'odio.
    -Temi tu la morte?-
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    Gold is the new black Hedwin chiedeva troppo. Ciarán era un ragazzino, ma solo di età. Il destino gli aveva servito colpi bassi, uno dopo l'altro, e ciò avrebbe potuto accumulare i due. Se il loro passato non fosse stato così oscuro, probabilmente ne avrebbero persino potuto parlare di fronte a un bevanda calda, con dei violini in sottofondo. Insomma, un qualcosa di più morbido delle urla dell'americano a qualche stanza di distanza.
    "Gli americani sono stranieri. Gli stranieri sono fragili. Gli americani sono fragili" Il mezzo-gigante sapeva affrontare la vita perché ai suoi occhi quella complessa matassa che formava la realtà si districava in un filo semplice da seguire. Sullo stesso Ciarán aveva appreso come stare in equilibrio, dando il nulla per scontato. Nel momento del bisogno aveva affrontato degli spettri giganti e dei costrutti orribili; e la situazione poco si distaccava da quella che aveva vissuto. A Hidenstone aveva avuto delle persone da proteggere; lì, a Diagon Alley, aveva qualcosa da trovare per continuare a farlo.
    «Lo hai creato tu?» Gli occhi dorati avevano seguito il rotondo Hedwin in quel moto che lo aveva portato sulla sedia. Come un meteorite il gran trafficante londinese aveva sprigionato uno strano calore. Ciarán sapeva cogliere le emozioni, era questa la chiave dei Denrisiani per domare la natura, ma il carisma di Hedwin era un muro invalicabile. Il mezzo-gigante aveva notato il modo con cui la mano era passata sulle rughe, ma in quella situazione il prurito poteva essere imputato all'aria pesante più che al nervosismo.
    "Spero non voglia farmi un pompino" Il ragazzone vide il vecchio alzarsi. C'era determinazione nello sguardo dell'ometto, la stessa che aveva visto in tanti altri che avevano provato a sedurlo.
    Quando la bacchetta gli si conficcò nella carne, al ragazzo parve di avere un coltello alla gola. «Non temo la morte, ma il modo in cui potrei morire» Gli zigomi rimasero immobili ma le labbra si piegarono verso l'alto rimembrando più le corna di un diavolo che l'ingenuo sorriso di un angelo. «Temo la morte in un letto, non la temo in battaglia. I cieli accolgono i coraggiosi. Vuoi propormi una qualche missione? Il tono si piegò e le parole sembrarono vibrare. Poi tutto tornò piatto ancora una volta «Ma tu, tu temi la morte?» Il resto del corpo fu pietra. Nessun movimento improvviso. Lo sguardo tornò su Hedwin per studiare quelle piccole lame che gli si erano formati sul viso. Ciarán era giovane, la sua pelle - per quanto consumata - lo dimostrava, ma la determinazione nei suoi occhi raccontava una storia diversa.

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    Hedwin Keratack
    Paiolo Magico 71 anni

    -Benvenuto Keratack, alla tua lezione correttiva-
    Da quel primo flash, che pochi istanti prima gli aveva invaso la testa, ogni volta che Hedwin chiudeva gli occhi rivedeva il film del suo stupratore su di lui e la pelle si agitava nel sentire i fantasmi di cintura e schiaffi. Sulla schiena c'era ancora un segno indelebile quanto quello che portava dentro al cuore e entrambi avevano ripreso a bruciare come se fossero ferite fresche.
    -Fanculo- la mascella cigolò sotto il peso della rabbia. -Io non sono più nessuno, ho un impero nelle mie mani e non lascerò che il passato divori ciò che sono diventato- gli occhi si puntarono sul mezzo-gigante -e questo ragazzino...-
    Hedwin lasciò la propria rabbia scorrere e conflagrare in un esplosione tutta condensata in una semplice domanda direzionata verso il biondo che osava non avere paura di lui. Tuttavia, l'altro pareva un guscio vuoto a cui avessero aspirato via ogni emozione.
    -Ah fanculo!-
    Con una spinta della mano su quella testa troppo grande, Hedwin prese le distanze e liberò Ciaran dalla minaccia di una bacchetta assetata di sangue. -A voi Denrisiani vi crescono sempre peggio. Con che cazzo vi allattano? Pietre, merda e aspirazione al suicidio?!-
    Il volto d'odio si era tinto con venature di delusione -Non c'è nemmeno gusto nel minacciarti!- Gli puntò di nuovo la bacchetta contro, ma stavolta sembrava più per gestualità iraconda che per una relativa intenzione omicida. -Almeno mia moglie, seppur fosse della tua stracazzo di isola, aveva paura e cervello, a differenza di te, deadboy- scosse la testa -ma immagino che a Denrise ci sia qualcuno perfino peggio- Brusie fece ciao ciao dall'aldilà.
    -Una missione per te?- Gli occhi del vecchio si fecero un giro panoramico per l'orbita per poi incrociarsi e ridistendersi, infine indice, anulare e medio andarono a portare soccorso e stesero la pelle che dal naso risaliva e perimetrava i bulbi oculari. Poi le palpebre si chiusero.
    -Di norma ti manderei a fanculo, ma dato che l'ho già fatto e odio ripetermi ci penserò. Un deadboy come te potrebbe perfino essermi utile.- Gli piaceva quel nomigliolo che aveva affibbiato al ragazzo, lo trovava perfetto per un individuo vuoto come quello.
    Alla seconda domanda del ragazzo le palpebre si sgranarono e la bocca si aprì, ma fu solo questione di un attimo perché poi Hedwin scoppiò a ridere; un altra espressione di sé che durògiusto qualche secondo perché poi deflagrò tutto in un ringhio che corrispondeva ad una semplice parola
    -OVVIO!-
    La seta dei vestiti frusciò mentre le grasse gambe cominciarono a fare un continuo tour concentrico attorno al ragazzo. -Guarda come sono vestito, guarda quello che hai attorno!- Le sue parole erano accompagnati da una rete di gestualità che evidenziava gli argomenti del discorso. -Ma non solo quello. Io ho costruito un impero dal nulla, ho tutte le donne che voglio, un esercito di figli che sfrutto come più mi comoda e sai una cosa? Ho realizzato tutto questo proprio perché ho paura di crepare e mi voglio godere ogni stracazzo di attimo prima della fine, che cerco di allontanare ogni secondo di più perché voglio continuare a divertirmi e lottare- le mani si arpionarono ai lati della propria vestaglia -a modo mio!.-
    Poi la mano destra volò nell'aria come per scacciare una zanzara fastidiosa. -Ma non mi aspetto che tu, Deadboy, mi possa capire, ma ad ogni modo- indicò di nuovo il tappeto. -Quello non l'ho creato io, ma un mago paranoico- omise che fosse inglese -che voleva viaggiare al sicuro. Prima di entrare imprimeva la propria magia dentro la spirale al centro.- Con un movimento del catalizzatore il manufatto venne alzato e poi dispiegato nell'aria proprio davanti a Ciaran, in modo tale che potesse averne chiara visione. -e le fibre del tappeto salvavano la rotta desiderata dal mago per spingere il tappeto a volare in autonomia verso quella direzione, infine...- un altro movimento di bacchetta e il tappeto si distese sul terreno, Hedwin ci salì sopra, appoggiò il catalizzatore al centro e pronunciò la formula necessaria. -Sono a casa- Come d'incanto il sigillo concentrico iniziò a ruotare per poi aprirsi come un antica cassaforte magica.
    -Vieni-
    Col dito medio Hedwin aveva fatto cenno al ragazzo di seguirlo, per poi scendere lungo una scalinata di stoffa e scomparire dentro il tappeto.
    Se Ciaran gli fosse andato dietro si sarebbe trovato in una stanza vuota grande circa 10mq. -E' da arredare, ma qui c'è spazio sufficiente per stare comodi in 3 o 4.- Un sorriso da mercante. -Che dici deadboy?! Sei interessato?-

    RevelioGDR


    Edited by Hedwin Keratack - 11/4/2021, 14:53
     
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    Gold is the new black Il capo si piegò all'indietro seguendo il moto che il vecchio Keratack aveva imposto. Gli occhi si presero qualche secondo per osservare il soffitto mentre le orecchie colsero la domanda dell'altro «A giudicare dall'amarezza c'è anche un tocco di cerume».
    Sebbene le parole dell'anziano contrabbandiere avessero colpito il mezzo-gigante (E fatto morire dal ridere questo umile scrittore), Ciarán si limitò a mordersi l'interno della guancia per cercare di soffocare quante più emozioni possibili. Eppure le iridi dorate brillarono nel notare la teatralità del Keratack. Il modo in cui si muoveva, i passi che si susseguivano come note in una melodia. Hedwin non si stava soltanto scaldando, ma stava anche cercando di far comprendere al denrisiano come si stesse incazzando sul serio.
    "Scommetto che ne avrebbe di cose da insegnarmi" Gli occhi approfittarono della posizione della testa, leggermente inclinata come aveva voluto l'altro, per studiare quante più teche e oggetti possibili. "Se un uomo così piccolo riesce a proiettare un'ombra tanto grande, posso solo che imparare" Forte della sua stazza e del suo orgoglio, nonché di una mente più matura della media, Ciarán non si era mai abbassato a teatralizzare le proprie minacce, e se fosse stato uno sbaglio? E se nel farlo avrebbe potuto ottenere molto di più?
    La spiegazione di Keratack dietro il suo desiderio di campare in eterno aveva un senso. Ciarán dovette riconoscerglielo. Ma di eterno c'erano solo i cieli e i banchetti nel Valhalla, o meglio, non è che erano proprio così eterni però... beh... ignoriamo il ragnarok che io non ci ho capito un cazzo.
    Le mani afferrarono i bordi della sedia e i bicipiti si tesero portando il ragazzo a rialzarsi. In tutta la sua statura il mezzo-gigante comprese quanto Hedwin fosse piccolo, e quanto la sua ombra fosse ancora grande.
    «Alchimia, quindi» Il capo si piegò per poi tornare dritto notando come, in quello spazio aumentato, la sua altezza non fosse un problema. «Può viaggiare anche attraverso le acque? E i mari astrali? Immagino che, senza il consenso del possessore, freddo e caldo gli scivolino attraverso ignorando la stanza» Se quel che sapeva di alchimia era corretto, e quello fosse uno spazio realizzato da qualcuno abbastanza competente, allora la sua teoria avrebbe avuto anche dei riscontri pratici.
    «Ma quindi hai una moglie denrisiana» Lo sguardo si fece divertito. «Hai capito... In effetti i tesori che troviamo noi non li trova nessun altro. Ti facevo molto carismatico, questo si, ma sei anche molto furbo» Un colpetto di gomito alla spalla dell'altro per richiamarne l'attenzione.
    Ai suoi occhi i predoni erano più produttivi degli spezzaincantesimi della Gringott «Sono interessato. E fammi sapere se hai del lavoro per me» Le palpebre si affilarono. Che il giovane avrebbe avuto bisogno dell'altro questo non lo sapeva, e forse neanche lui. Ma se i londinesi crollavano uno dopo l'altro a causa di un dio nordico iracondo, qualcuno avrebbe dovuto comunque colmarne il vuoto.

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    Hedwin Keratack
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    Al colpetto di gomito ricevuto, seguì un alzata di sopracciglio che Jim Carrey levati -Non so se mi ispiri simpatia o omicidio, caro il mio Deadboy- a questa frase seguì un riporre la bacchetta e una scrocchiata delle nocche -Ma in ogni caso la mia consorte Denrisiana è fottutamente m... se ne è andata nel valcoso o come diavolo lo chiamate voi.- Per un momento la voce gli si era spezzata, ma poi era tornata forte come suo solito -Ad ogni modo si, Cassandra era una moglie unica, anche se devo ammettere che anche la seconda ha tutta una serie di qualità niente male- Il sorriso da stregatto fu abbastanza chiaro rispetto a quali qualità Hedwin stesse facendo riferimento.
    -Comunque si, Alchimia, magitecnica, Astronomia, Rune, Segoni mentali, in sto tappeto c'è tutto, però purtoppo nulla che lo renda impermeabile. Se lo butti nell'acqua diventa un pannolone bagnato e affonda; con te dentro.- Poi la mano volò al mento con fare pensieroso -Bhè per viaggi nello spazio o in altre dimensioni, invece,... dovresti provare- Il sorriso maligno che lanciò alla fine di quella frase era impagabile.
    -Ad ogni modo, se vorrai fargli fare tutto questo penso che sarà necessario potenziare e modificare i vari sigilli runici, astronomici e quelli che fanno il caffé.-
    Hedwin erano appena usciti dal tappeto che Hedwin allungò la mano verso di lui. -Comunque sono 250 galeoni e per quanto riguarda missioni e cagate varie devi prima provarmi che ne vali veramente la pena. A denrise c'è una donna, si fa CHiamara Nara Gleen. Scopri chi è, rubale una ciocca di capelli e portala da me. Se ci riuscirai ti reputerò un Deadboy utile.-
    Poi ci fu la solita procedura e Ciaran si risvegliò nella camera dove aveva perso i sensi, con il suo blooody Mary sul comodino.

    RevelioGDR


    Acquisto Concluso.

    Ciaran spende 250 Galeoni e guadagna:

    ♣ Tappeto Volante Portante
    Per semplicità chiamato T.V.P. sembra che sia stato l'esperimento di un mago britannico trasferitosi in medio-oriente e con forti manie di persecuzione. Questo tappeto blu notte, infatti, al centro ha dei ricami dorati a forma di spirale. Se il catalizzatore viene posto al centro e viene detta la formula "Sono a casa", la spirale scivolerà in una stanza espansa di circa 10 mq, arredabile a piacimento. Una volta che il passaggio si è chiuso, la stanza sarà impenetrabile per chiunque e sarà possibile solo uscirne.
    Si può indicare al tappeto una meta prestabilita imprimendola con la bacchetta, sempre al centro della spirale dorata, così anche se si va all'interno, il mezzo potrà portarvi dove volete.

    Hedwin guadagna exp del post +2 galeono +1PP Coraggio per il secondo acquisto

    Inoltre Ciaran ha uno spunto di gioco con Nara
     
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