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.Emma LewisDoveva ancora riprendersi dallo spavento e capire che davanti aveva un comunissimo ragazzo e non la personificazione della morte scesa in terra per farle del male. E quando lo capì, la sua espressione di disappunto si accentuò fin quasi a raggiungere il soffitto. Ma perché la gente si divertiva così tanto a spaventarla? Okay, era piuttosto facile e forse era questo il bello, ma lei odiava essere così impressionabile e sensibile e si vergognò al pensiero di voler Nat vicino a lei, il suo migliore amico da abbracciare. Ovviamente non lo disse o l'avrebbe presa in giro fino alla morte, quindi si limitò a stringere i pugni e non far cadere il suo uovo. Ascoltò ciò che Lucas gli aveva detto su di lei e, stranamente, sentì un moto di fastidio invaderla; non gli andava a genio che parlasse di lei come fosse una stupida ragazzina di cui prendersi cura, da proteggere. Lei era forte e lo doveva dannatamente dimostrare. Grazie. Replicò freddamente a quella mezza specie di complimento, continuando a pulirsi i vestiti con la mano libera, togliendo tutta la polvere di quel luogo. Solo in quel momento, un alto forte tuono seguito da un lampo quasi accecante, la fece sobbalzare e le venne la pelle d'oca dallo spavento, tanto che non avrebbe voluto fare altro che girarsi e darsela a gambe da quel posto spaventoso e buio, salvo per i lampi. Arrossì come un pomodoro alla sua affermazione ed avrebbe voluto difendersi, ma non sapeva cosa dire e in cuor suo, era consapevole del fatto che lui avesse ragione. Non l'ho fatto! Ero in panico, quello mi voleva dare davvero della droga! Anche se alla fine è riuscito a farlo lo stesso... tremò, pensando a quelle sette dosi che senza volerlo aveva sniffato e che l'avevano quasi fatta pietrificare, diventare una di quelle statue che aveva visto al Louvre, quando viveva a Parigi. Oh sì non sono male, anche se non è che io abbia tanto badato a quelle cose, sai com'è. Ero impegnata a pensare ad altro. Gli unici medici che ho visto sono stati Skyler, anche se teoricamente non è un medimago, e tuo fratello. Disse con naturalezza perché sì, era impossibile non capire che Aaron fosse il fratello del biondino che ora si trovava davanti. Si somigliavano davvero tantissimo, in oltre... beh era risaputo. Sbuffò sonoramente, cercando di darsi un tono. Sì! Brutto e pure tanto! Protestò, incrociando le braccia al petto e decidendo che se ne sarebbe andata in camera assieme a Ringo, il suo uovo.
No non mi sono fatta male e lasciami in pace, Barnes! Sto benissimo così! Cercò di aumentare il passo, girando e rigirando per i corridoi in modo tale da perdere l'orientamento e non sapere praticamente più dove si trovasse.CODICE ROLE © dominionpf. -
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.Emma LewisLa frase che lui le disse, a questa narratrice ricordò tanto ciò che disse Joshua a Jesse prima di scoparselo come se fosse il loro ultimo giorno sulla terra, ma passiamo oltre.
Emma tendeva a scusarsi sempre e comunque di tutto, sia che fosse effettivamente colpa sua, sia che fosse colpa degli altri. Era la tipica ragazza che, dopo un accoltellamento, avrebbe offerto un panino al suo carnefice. Non ce la faceva ad essere cattiva con gli altri, anche se Blake stava tirando fuori un lato di sé che non credeva possibile potesse esistere ma non sapeva se essergli grata o meno, visto che questo lato non le piaceva proprio per niente. Odiava rispondere male alle persone, odiava essere maleducata ma in quel momento proprio non riusciva a farne a meno, soprattutto con uno che si credeva molto di più di quanto in realtà fosse. Un pallone gonfiato, egocentrico e stupido. Ecco tutto. Non lo reggeva e non le importava farlo; tutto ciò che voleva, era allontanarsi da là e farlo il prima possibile, la infastidiva parlare con lui.
Non sarai certo tu a dirmi cosa fare e cosa non fare, Barnes. Comunicò, scuotendo appena la testa. Certo che una frase del genere strideva molto con la vocina con cui lo disse, visto che proprio non le usciva la voce arrabbiata, ma forse avrebbe dovuto solamente lavorarci, migliorare quell'aspetto. Non poteva essere all'infinito carina e coccolosa con tutti, per esempio con quell'energumeno.
Percepì il fastidio nella sua voce; Emma era da sempre una ragazzina molto empatica che ben riusciva a calarsi nei panni degli altri in qualsiasi situazione. Alzò un sopracciglio. Tranquillo, non te lo rubo mica. Potresti chiuderlo in casa per non fargli vedere nessuno a questo punto... visto che è un medimago. Sbuffò solo, incassando la testa nelle spalle, massaggiandosi la tempia con una mano e reggendo l'uovo con l'altra. Le stava venendo un fastidioso mal di testa. Il suo sopracciglio raggiunse il soffitto, soprattutto quando le prese la mano e gliela posò sui suoi addominali, facendola scorrere verso il basso. Aveva i riflessi di un bradipo, ma alla fine si produsse in un'espressione schifata, togliendo la mano da addosso a lui e passandola sui pantaloni come per pulirla. Ew che schifo, non farlo mai più. Sbuffò, prima di girarsi ed allontanarsi, ignorando quella sua ultima frase. Improvvisamente, però, tutte le torce presenti nel corridoio si spensero, facendo cadere tutto il luogo nel buio più nero, mentre la risatina di una bambina invase le segrete, macabra e quasi in grado di portare Emma a farsela sotto. Solo per amore di orgoglio, non si attaccò a Blake urlando, ma si accostò al muro, tremando terrorizzata. Cos-Cos'è stato...? Non può essere il vento. Comunicò, da brava capitan ovvio. Nel buio, Blake avrebbe sentito delle piccole mani fredde sul collo. Non stavano stringendo, quindi non avrebbe sentito dolore, solo un gelo improvviso, mentre una voce gli arrivò all'orecchio, anche se sembrava essere dentro la sua mente. Non credo siano i fantasmi il vostro maggior problema sibilò. Emma si ricordò di aver urlato e di essersi rannicchiata su se stessa, stringendo l'uovo.CODICE ROLE © dominionpf. -
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.Emma LewisEmma era impacciata, ingenua ed anche un disagio ambulante, ma era tutto fuorché stupida. Riusciva a capire, spesso, quando la stessero prendendo in giro. Certo, dipendeva dalla persona che si trovava davanti. Se a farlo fosse stato qualcuno come Thomas, probabilmente ci avrebbe creduto di più perché a lui voleva veramente bene... mentre Blake stava iniziando a detestarlo. Possibile che riuscisse a rendersi così incredibilmente odioso senza nemmeno sforzarsi troppo? Era qualcosa che la biondina non riusciva a concepire, ma che le dava un gran fastidio. In quel momento, per esempio, avrebbe desiderato essere in qualsiasi altro posto che non fosse quello, come per esempio il suo letto o la sala comune con il suo migliore amico, Nathan. Sarebbe stato tutto perfetto, magari con una cioccolata calda e qualche confidenza com'erano soliti fare. Le sarebbe molto piaciuto abbracciarlo in quella nottata di quel freddo ottobre.
Cos'avrei fatto, io? Chiese, mentre la sua voce si alzava di un'ottava, osservando il biondo con un cipiglio irritato, inarcando il sopracciglio biondo fin quasi al soffitto. Incredibile ma quel ragazzino si stava facendo detestare da lei che non detestava nemmeno Elisabeth che con il suo ritorno aveva scombussolato la sua storia con Lucas in modo alquanto evidente. Sbuffò. Non mi prendere in giro. Incrociò le braccia al petto -perché seno non si poteva dire che ne avesse- e lo guardò ancora più storto, offesa.
"Tu sei vergine". Sì, lo era e non era nemmeno difficile da comprenderne il motivo, visto che lei non era mai stata una che andava col primo che passava. Arrossì fino alla punta delle orecchie e volse lo sguardo altrove, puntando le sue iridi azzurre contro le pareti di fredda pietra. E allora? C'è qualcosa di sbagliato? Sussurrò, ora mogia mogia, torturandosi le mani, sempre più a disagio, soprattutto visto la piega che stava prendendo quella conversazione. In nessun film. Annunciò, perplessa, ma senza troppo prestargli attenzione. Ora la sua testa era immersa in ben altri pensieri, come per esempio se davvero fosse così sbagliato essere vergine a diciassette anni.
Quando poi successe ciò che successe, anche quel pensiero sfumò e la ragazza si spalmò contro il muro, tremando e rischiando di far cadere il proprio uovo per terra, che sarebbe quindi diventato una frittata. Suo malgrado, si sentì un minimo rincuorata quando l'altro, per quanto lo detestasse, si mise davanti a lei a mo' di scudo.
La vampirella, a sentire le parole spavalde di Blake, lo osservò attentamente. Era buio, visto che lei, come un colpo di vento, aveva fatto spegnere tutte le candele, ma il suo sguardo era talmente penetrante che l'Opale avrebbe chiaramente potuto sentirlo sulla pelle come tanti piccoli aghi ghiacciati. Si avvicinò drammaticamente a lui ed al suo collo, posando gli appuntiti denti sulla sua morbida pelle, premendo un po' ma senza ovviamente mordere. Sì sono io e... non ho bisogno di chiedere le cose per ottenerle. Annunciò, con voce lugubre, scostandosi di qualche millimetro ma lasciando che la minaccia di un morso, pendesse sui due come una spada di Damocle. Dimmi, ti piacerebbe diventare un vampiro? Nel frattempo, Emma aveva cercato di farsi coraggio e si era appena appena avvicinata a Blake, spuntando da dietro di lui con la testa bionda. Ehm... ciao... noi dovremmo andare. Tentò, ma l'eterna ragazzina, balzò verso l'ametrin, trasfigurando il suo viso in qualcosa di mostruoso e facendola gemere sommessamente, oltre che indietreggiare, ancora più spaventata. Credo davvero che dovremmo andarcene... sussurrò a Blake, facendo qualche passo verso l'uscita delle segrete.CODICE ROLE © dominionpf. -
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