Una Bussola per trovarli, e nel buio a loro unirsi.

So già che non mi piacerà, ma se quella bussola può aiutarmi nel mio intento, deve essere mia, anche a costo di entrare in questa bettola, mi ritrovai a pensare dinnanzi all'ingresso del Paiolo Magico in quella fredda sera di Dicembre, mentre la neve scendeva lungo la via... davvero dovevo entrare in quel postaccio per guadagnarmi lo strumento per accedere ai membri dell'Acromantula? Santo cielo, che pena che mi facevo.
La mia famiglia era ricca, avevamo una grande eredità alle spalle, accumulata in secoli di discendenza completamente di purosangue... ma ovviamente la sola ricchezza familiare non poteva certo essere l'unica fonte di guadagno: mio padre era un grande imprenditore, invischiato in molte questioni nel Ministero della Magia Giapponese, forte lottatore per i diritti dei maghi puri e sostenitore del ripudio al sangue impuro, ma la maggior parte del denaro che aveva, beh, non veniva da quello; come mia madre, più e più volte il mio genitore era entrato in contatto con il sottomondo del Mondo Magico, con la vita criminale tanto locale quanto quella oltreoceano, e, proprio in una di queste occasioni, mi aveva raccontato di esser entrato in affari con il proprietario di quella topaia. Il padrone del Paiolo Magico, a mio avviso un locale con fama decisamente immeritata, era un uomo molto legato al denaro, che vedeva il profitto in qualsiasi occasione, e che, pur di risparmiare, aveva come staff tutta una schiera di figli ottenuti da svariate mogli e concubine, nulla più che lacché senza retribuzione nelle sue mani... una strategia interessante, non lo potevo negare, per quanto considerassi comunque uno scempio la cosa: probabilmente molti di quei figli e figlie erano frutto di legami con il sangue marcio, nulla che avrei mai e poi mai considerato degno anche solo di un pensiero da parte mia, ma stiamo divagando. Costui, oltre che un abile sfruttatore della propria prole, era anche un mercante di articoli oscuri e proibiti, di merce rubata e di droghe, tutto ciò che poteva essere illegale e anche solo probabilmente vendibile si trovava da lui, un vero e proprio bazar dell'illegalità, in cui c'era qualcosa che mi aveva colpito: mi era stato detto che quel vecchio possedeva attualmente una bussola, ovviamente non comune; quell'artefatto, potente e ricercato, indicava perennemente ciò che il possessore voleva di più, e beh, un oggetto simile in mano mia avrebbe fatto faville. Sarei riuscito a trovare i membri dell'Acromantula, anche a Hidenstone forse, se ce ne fossero stati, ed avrei compiuto il mio destino unendomi a loro, così da sovvertire quella società contaminata dagli sporchi Mezzo Sangue e Nati Babbani, che avevano unicamente rubato la magia a chi spettava di diritto: i Purosangue.
E fu così che, convinto da quei pensieri, feci il mio ingresso in quel lurido locale, dando inizio alla procedura necessaria all'acquisto: mi portai al bancone, e, come mi era stato spiegato, ordinai la stanza numero 13 per la serata, con un Bloody Mary ad accompagnarmi, così come fece poi subito il cameriere, uno degli innumerevoli figli del proprietario probabilmente, quando mi scortò alla camera, portandomi il drink personalmente e lasciandomi lì. Non badai molto ai dettagli, lanciando anzi una lieve occhiata di sbieco a quelle statue del Buddha estremamente pacchiane, accanto a cui lasciai il drink, sedendomi poi sul letto, in attesa di quella perdita di sensi che mi avrebbe portato poi nel luogo necessario alla transazione, Ed ecco che si va, pensai così dopo cinque minuti in quella stanza, nel momento in cui di colpo mi ritrovai a perdere i sensi... e lì il buio.
Mi risvegliai dopo non so quanto, con un lieve giramento di testa bastevole a farmi portare una mano al capo, per riprendermi, Santo cielo, prima ed ultima volta che mi sottoporrò ad un trattamento del genere, sentenziai ancora ad occhi chiusi, notando però, solo in quel frangente, di esser seduto su di un seggiolone di legno, a quanto sentivo nel toccarne il bracciolo con la mano; aprii gli occhi, lentamente per abituarmi al cambiamento di illuminazione, ed ecco che, in quella sala, mi trovai dinnanzi un vecchiaccio mezzo pelato e con il viso di chi andrebbe a stuprarti mentre dormivi, Keratack-Dono, immagino, conclusi quindi, portando il mio sguardo su quell'uomo, attendendo che replicasse affermativamente o negativamente alla mia assunzione sulla sua identità.

Più guardavo quell'anziano in vestaglia, meno mi stupivo di ciò che avevo sentito da mio padre: tutto, dall'aspetto alquanto trasandato, sino ai modi tra l'educato ed il barbaramente subdolo, ammiccava alla descrizione di quello sfruttatore della propria prole, tendeva alle narrazioni riguardo alla sua persona ed alle sue abilità nel commercio e nel traffico di Magia Nera... una figura che sinceramente, così a colpo d'occhio non apprezzavo, ma con cui mi sarei spinto ad interagire, pur di avere ciò che volevo. Non replicai al suo riconoscimento della mia persona ed alle sue misere conoscenze della lingua giapponese, ma, piuttosto, mi alzai dalla sedia su cui ero giunto in quel luogo, dando un'occhiata: da librerie ricolme di tomi ad alambicchi, strumenti magici, artefatti oscuri e chi più ne ha, più ne metta, quel luogo si presentava più come una sorta di collezione di articoli illegali, un bazar in cui qualunque criminale avrebbe potuto sguazzare e trovare ciò che più desiderava... Indubbiamente interessante come facciate a non far scoprire dagli Auror tutto questo, mi trovai a commentare nel fare un passo verso il proprietario del posto, con ora un metro e mezzo di distanza a separarci, In merito alla sua domanda, comunque, Keratack-Dono, lo dovreste sapere che sono qui per la vostra bussola, o sbaglio? Domandai io, con un lieve sorriso sulle labbra, Ho sentito che quell'oggetto in vostro possesso concede la possibilità di esser guidati verso ciò che più si desidera, e direi decisamente di averne la necessità, sentenziai, portando poi lo sguardo, deciso, ad incrociarsi con quello del vecchio, Me la mostrereste? Domandai infine, con quel lieve sorriso arrogante stampato sulle labbra. Ero decisamente curioso di vedere quell'oggetto all'opera.

Buon per il verme che il predatore non lo trovi, o comunque non lo riesca a catturare, replicai io quando il vecchio mi spiegò della sua relazione con le forze dell'ordine: più di una volta erano venuti, alla ricerca di informazioni, nel tentativo di scoprire i traffici di quell'uomo, ma a nulla era valso, facendogli lasciar quel luogo solo con un pugno di mosche e la memoria cancellata. Se il verme, così mi ero velatamente riferito al mercante dinnanzi a me, riusciva ad occultare i propri affari con tanta maestria, poteva esser solo buon per lui, anche se indubbio i suoi metodi di... trasporto clienti, diciamo, erano poco ortodossi e decisamente sgradevoli: non sarei di certo tornato se la prospettiva per far affari fosse stata quella di dovermi sorbire ogni singola volta tutta la trafila della camera e dello svenimento.
In ogni caso, quando domandai ciò per cui ero venuto in quella bettola, il vecchiaccio tentò prima di rifilarmi qualche altra cianfrusaglia di dubbia utilità: un compasso che poteva forar qualsiasi superficie od un demone pronto da lanciar contro i miei nemici, Vi ringrazio per le gentili offerte, ma stasera è solo la bussola che voglio, se mai sarò interessato ad altre vostre mercanzie, lo verrete a sapere, Keratack-dono, replicai io a quella sua dimostrazione, sinché, finalmente, ecco che la tirò fuori: un cofanetto cinereo non molto grande, la Pyxis Animarum, come la nominò, un oggetto proveniente persino dall'epoca di uno dei più grandi maghi oscuri della storia, Herpo il Folle. Non potei negar l'interesse che provavo in quel momento, nel rimirar finalmente l'oggetto del desiderio che mi aveva portato al Paiolo Magico in quella serata, tanto che le mie iridi, fuori dal mio controllo, divennero d'un dorato scintillante. Quella bussola doveva essere mia! Di certo, esordii, Non farò parte dell'ultima categoria: morire decisamente non rientra nei miei piani... almeno, non prima d'esser riuscito a portare un po' d'ordine in questo mondo ormai corrotto, sentenziai quindi, avvicinandomi al vecchio, con gli occhi sempre puntati sull'oggetto magico.
150 Galeoni, questo è il prezzo che mi è stato riferito, è corretto Keratack-dono? Domandai infine, ormai a poco più di due passi di distanza da lui.

Non replicai a quella sua ripresa in merito alla metafora da lui iniziata, anche se, volendo, avrei potuto puntualizzare quanto il suo discorso non avesse né capo né coda, avendo lui bellamente confuso vermi e bruchi... ma eran dettagli questi, nulla di veramente importante. In ogni caso, ecco che, così dal nulla, il vecchiaccio iniziò a farmi una paternale: dopo un avvertimento in merito alle mie parole, mi spiegò come ciò che ormai avevo tra le mani era una scorciatoia, un... mezzuccio, diciamo, che mi avrebbe portato solo guai. Diceva, il proprietario di quella bettola, che usare scorciatoie come ciò che mi stava vendendo, era il metodo più veloce per aumentar le proprie grane, e mi indicò ove poter comprare informazioni, augurandomi di usare il meno possibile la bussola. Guardandolo dritto negli occhi, con le mie iridi ormai dorate puntate dritte nelle sue, sorrisi, deciso. Non metto in dubbio questo suo consiglio, ma per dove voglio arrivare, il punto di inizio è proprio questo acquisto: potranno anche vendere informazioni, costoro del Rouge, come dice lei, ma ciò che cerco, dubito fortemente sia nelle loro possibilità... o quantomeno potrebbe, immagino, portarmi più guai che altro, replicai, facendo quindi per prender l'oggetto, e dargli il denaro, Preferisco usare, come dice lei, Keratack-san, utilizzai un suffisso più colloquiale, visto che ormai in quella situazione non lo stavo vedendo più come superiore a me, Le mie forze, piuttosto che affidarmi a terzi, conclusi quindi, prendendo infine l'oggetto del desiderio, e riportandomi a sedere, dopo il pagamento, sul loco ove ero rinvenuto in quel bazar dell'illegalità.
Rimandatemi pure indietro, Keratack-san, gli chiesi quindi infine, solo per lasciarmi poi sfuggir un'ulteriore frase: La prossima volta che ci vedremo per contrattare, però, eviti pure la procedura, non amo perdere tempo, e lì sarebbe poi stato il buio.
La bussola era finalmente tra le mie mani, e l'Acromantula era ormai ad un passo da me.