Bonding.

Blake&Amelia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Amelia aveva passato l’intero pomeriggio a fare avanti indietro dal pesante libro che stava consultando al suo quaderno degli appunti, dove aveva ordinatamente trascritto tutte le informazioni utili. Stava in effetti ripassando un particolare incantesimo di cui avevano accennato a lezione, e da lì era partita una ricerca alquanto approfondita e lunga che le aveva riempito praticamente l’intero pomeriggio. Dopo aver faticato per così tanto tempo si concesse di riprendere fiato e si stiracchiò armoniosamente, puntando le braccia verso il soffitto e sentendo scricchiolare leggermente la schiena, le ossa che protestavano per la sua decisione di starsene ferma così a lungo, china sul tavolo e impegnata a scrivere rapidamente con la sua preziosa piuma nera.
    Di certo non si poteva dire che la ragazza non avesse dedizione da vendere, dal momento che l’incantesimo che aveva trovato non era compreso nell’elenco di compiti che aveva dovuto svolgere – e con cui era già più che a buon punto- ma aveva comunque deciso di investire gran parte del suo tempo in quello. Eppure, nonostante lo studio costituisse una esigua fetta della sua vita, decise lo stesso di essersi impegnata a sufficienza per quel giorno e all’alba delle cinque, dopo essere rimasta a quel tavolo per ore, cominciò a mettere via le proprie cose e si decise a lasciare la biblioteca.
    Dopo aver restituito il libro, disponibile solo per consultazione, le si sarebbe dipinto davanti il resto del pomeriggio, libero e pronto ad essere occupato con qualsiasi attività. Amelia, in effetti, amava fare diverse cose, ma molte di queste non erano attività prettamente magiche: adorava andare a cavallo, ma non era qualcosa che si usava fare ad Hidenstone, e per quanto avrebbe voluto fare una passeggiata nei giardini il rumore della pioggia che batteva contro il vetro le aveva ricordato per tutto il tempo che quel giorno non era proprio il momento migliore per attività all’aperto. Infondo c’erano infinite cose che avrebbe potuto fare, come leggere un libro, guardare un film, perfino ricamare qualcosa – se solo non avesse detestato con tutta sé stessa quell’attività che la madre l’aveva obbligata a fare per anni, quando era appena una bambina.
    Pensò intensamente a quello che avrebbe voluto fare mentre rientrava verso il Dormitorio, e alla fine si ritrovò a pensare che sistemarsi nel Giardino delle Pietre, a quell’ora piuttosto deserto, e magari giocare un po’ con Idhogg non poteva essere una cattiva idea. Nel tragitto verso il dormitorio si sarebbe fermata a recuperare una tazza di cioccolata fumante –rigorosamente senza cannella- e poi si sarebbe sistemata proprio di fronte alla grande aiula, lasciando che quell'aura alchemica la inebriasse. Le piaceva particolarmente quel posto, ancora di più quando c’erano poche persone a popolarlo e poteva bearsi del rumore soffuso degli animaletti che lo popolavano . Trovava la sala comune Dioptase un altro posto piacevole e rilassante, ma non quando era pieno di studenti come a quell'ora, con tutto quel vociare ininterrotto. "Almeno qui nessuno verrà a disturbarci." affermò quindi: Idhogg, il suo iguana, era più che felice di passare del tempo con la sua padrona, e chiunque avrebbe potuto notare nelle movenze di quell’animale qualcosa di elegante e fiero, quasi come se fosse davvero un drago in miniatura, che in quel momento asseriva silenziosamente alle parole della ragazza. In effetti ci assomigliava, ad un drago, e non era impensabile che un giorno Amelia avrebbe potuto averne uno come compagno, di certo non le mancava il carattere per arrivare ad addestrare un drago e diventarci amica.
    D’altra parte non era facile giocare con un iguana, non era di certo come un cane, ma i due avevano messo a punto una loro particolare routine e Idhogg aveva imparato anche qualche semplice “evoluzione”, e sembrava apprezzare l’idea di dare corda alla pardona, forse anche perché lei aveva sempre dei premietti pronti, nascosti da qualche parte…!
    Chiunque fosse arrivato in quel momento avrebbe quindi visto Amelia, nella sua uniforme dioptase immacolata, i capelli lasciati sciolti sulle spalle, che insegnava a fare qualche piccolo salto al suo iguana, illuminata dalla luce calda e piacevole dei lampioni. Non si sarebbe mai scomposta in espressioni troppo intenerite, non l’avrebbero sentita ridere sguaiatamente, ma era evidente che fosse tranquilla e alquanto rilassata.

    code made by gin


    Edited by Amelia Farley - 21/1/2021, 12:48
     
    .
  2.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    AccurateWelldocumentedAmericanindianhorse-small
    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Era sempre stato così quando Blake riceveva un rifiuto, oppure un no, nella sua mente succedevano delle cose impensabili. Cose che davvero non riusciva neanche a metabolizzare ed era proprio in quel modo che si manifestava il fatto che fosse una persona instabile ed inspiegabilmente bipolare. Oddio, forse non troppo inspiegabilmente, ma c'erano dei momenti in cui non si rendeva veramente conto di quello che provava e di conseguenza trasformava tutto quanto in rabbia, rabbia cieca e rabbia che veniva sfogata su ogni essere vivente che aveva di fronte. Fortunatamente o sfortunatamente, dipende dai punti di vista, Victoria aveva messo freno a tutto quello dicendogli che la prossima persona che sarebbe andata in infermeria per mano sua allora lui sarebbe stato espulso per mano della preside, quindi, di conseguenza, Blake aveva dovuto cercare un altro modo per placarsi. Questo altro modo comprendeva comunque prendere a calci e pugni qualcosa o qualcuno ed in quel momento non aveva nessuna remora. Voleva davvero capire perchè Lilith aveva preso quella decisione e seppur era passata una settimana, un tempo molto breve per uno che ha un deficit emotivo come il suo, Blake ancora non riusciva a perdonarla. Possibile che scappava ogni volta che c'era qualcosa da affrontare? Davvero non aveva capito con chi si era messo? Davvero pensava che non avrebbe mai fatto cazzate? Eppure lui non l'aveva mai lasciata. Fece un respiro profondo e dopo aver posato i guantoni sul suo letto sotto gli occhi attenti del suo gattino completamente nero con quegli occhi blu che mettevano ansia a chiunque li fissasse per più di 10 minuti, decise che non era finito li il suo allenamento e che doveva sfogare un altro pò. Quindi si mise un'asciugamano intorno al collo e così come stava, quindi con un pantaloncino corto ed una canotta nera, decise di uscire dal castello e farsi un bel giro intorno ai giardini. Non aveva intenzione di interagire con qualcuno, ma quando Ares andava insieme a lui correndo contro la sua natura, era perchè sapeva che il suo padrone avrebbe fatto qualche cazzata, che in qualche modo lui doveva esserci.
    Era sudato, il fiatone si cominciava a far sentire, ma quando arrivò al cortile di pietra, lo stesso Ares si mise seduto davanti a lui come ad intimargli di fermarsi e facendolo, Blake per non travolgerlo completamente, prese una sorta di storta e cadde con le ginocchia per terra. Ma ti pare? Cazzo! Disse alzando gli occhi e vedendo quello che era il suo gatto antipatico seduto di fronte ad uno spettacolo che lo fece quasi innervosire. Una divisa dioptase, lunghi capelli argentati e un'iguana ridicola che stava saltando. Veramente mi sono fatto male per vedere un esserino insignificante saltare? Andiamo Ares. Il suo noto era alto e non aveva intenzione neanche di chiedere scusa in qualche modo, il che, lo fece alzare dare un'occhiata sprezzante alla ragazzina e poi cercare di convincere il suo gatto ad andare insieme a lui, fece un pò di passi veloci, un rivolo di sangue era presente sulle ginocchia e le stesse erano sbucciate e sicuramente pulsanti. Si morse il labbro. Ares non fece altro che avvicinarsi a quella scena, in maniera elegante, e sedersi a debita distanza. Un Miao uscì dal micino e non ammetteva repliche voleva che il suo padrone stesse li con lui. Sbuffò sonoramente e si avvicinò. Che diavolo è? Si riferiva all'iguana, a lei oppure a quello che stavao facendo? Bene era un mix di cose che Blake non aveva voglia di specificare.
    RevelioGDR
     
    .
  3.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Amelia era un’amante del silenzio forse anche perché era convinta che poche persone valessero la pena di venire ascoltate. Molti avrebbero potuto tacciarla come stronza o viziata, e probabilmente era anche vero, ma continuava a pensare che quello la salvasse da infinite e inutili perdite di tempo. Dopotutto come biasimarla? Una Farley come lei aveva vissuto situazioni nelle quali le persone avevano cercato in tutti i modi di guadagnarsi le sue attenzioni solamente per avere accesso a tutti i privilegi che una persona ricca poteva portare con sé: una villa da capogiro, feste esclusive, abiti eleganti, esperienze sfarzose… tutte cose che per lei erano pane quotidiano e che molti altri avrebbero fatto carte false pur di ottenere.
    Come si poteva biasimarla se era arrivata al punto di credere che le persone non fossero poi così tanto interessanti, nella maggior parte dei casi? Certo, facevano eccezione i membri della borghesia magica inglese, gli unici che non avrebbero avuto ragione di invidiarle nulla e con cui lei era abituata ad avere a che fare. In quel caso c’era da dire che la maggior parte si rivelavano essere piuttosto prevedibili e noiosi, ma era convinta di non avere alternative su quel fronte.
    La solitudine, dopotutto, si rivelava molto spesso l’unica risposta fattibile e anche la più piacevole. A lei stare con sé stessa non dispiaceva affatto, e a parte qualche eccezione rara –sì Nathan, la biondina sta pensando proprio a te- non aveva ancora trovato alcuna ragione per ricredersi e non era di certo una che le mandava a dire, quando qualcuno la disturbava doveva solamente sperare che non fosse di pessimo umore o fulmini e saette si sarebbero infranti sul malcapitato.
    Idhogg era se non altro abile nel rilassare la sua padrona e Amelia era abbastanza presa dalla loro routine quando quell’uragano di Blake Barnes arrivò nel giardino di pietra, portando con sé un baccano sufficiente da costringere Amelia ad alzare i suoi occhi verdi, in quel momento gelidi, puntandoli sul ragazzo spuntato dal nulla, con quel suo gatto al seguito. Due sono le cose che le saltarono subito all’occhio: quel gatto aveva un miagolio fin troppo alto per i suoi standard, e quello che si stava facendo guidare dal felino era Blake Barnes.
    Non c’era da sorprendersi se Amelia lo riconobbe all’istante, facendo parte dell’elitè londinese era impossibile non aver mai visto nemmeno uno foto di Blake, e per un attimo Amelia sentì la voce di sua madre che le ricordava di comportarsi a modo e di non far fare figure pessime ai Farley di fronte a persone così importanti. Ma Amelia, per quanto elegante e raffinata anche in quel momento, con la rabbia che comincia a riempirle le vene per essere stata disturbata e pure insultata –lei o Idhogg non faceva differenza- era quanto più di diverso da un Farley qualunque che ci potesse essere, se non si contava il sarcasmo e il carattere affilato che accumunavano i membri della sua famiglia.
    “E’ un’iguana.” replicò fredda alla sua domanda, fissandolo intensamente per poi abbassare lo sguardo e accarezzare piano la testa dell’animale, che sembrava già piuttosto infastidito dalla presenza di Blake e del suo gatto. “Sai? Dicono che sono animali molto intelligenti e una piacevole compagnia. Ora ne ho la conferma. Lo è di certo più di te.” esalò con leggerezza, come se avesse appena fatto un’affermazione casuale sul tempo, rialzando lo sguardo e dedicando a Blake un mezzo sorriso stentato, che la diceva lunga su quanto poco di buon umore l’avesse appena messa.


    code made by gin
     
    .
  4.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    AccurateWelldocumentedAmericanindianhorse-small
    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Il problema fondamentale di Blake era che lui si credeva il padrone del mondo conosciuto ed anche dei luoghi e dell'universo ancora sconosciuti agli esseri umani, quindi per quanto lo riguardava lui non disturbava mai anche quando era palese che lo stesse facendo. Il fatto che il suo gatto si fosse messo a guardare con tanta ammirazione quello spettacolo non solo lo aveva fatto cadere e sbucciare le ginocchia ma lo aveva anche irritato. Cosa c'era di più importante del suo padrone? Ecco, Blake dimenticava sempre che ogni famiglio riprendeva le sembianze ed alcune caratteristiche particolari proprio del padrone a cui appartenevano ed Ares non poteva che essere il suo degno famiglio: era un gatto caotico, che faceva quello che gli pareva e prendeva confidenza solamente con le persone che secondo la sua giornata erano degne della sua attenzione. Insomma un Blake Barnes a quattro zampe, nero e con degli occhi ghiaccio rarissimi. Un randagio esattamente come il suo padrone. Sentendo quella affermazione, Blake alzò lo sguardo e si rialzò guardandosi le ginocchia e scuotendo il capo. Incredibile come riusciva a sentire il sangue scorrere lungo la gamba e non sentire nessun tipo di dolore. Si mise il ciuffo apposto e la guardò per bene. Aveva un'aria famigliare. Sicuramente l'aveva vista in altre occasione. Il fatto era che tra le famiglia ricche ci si conosceva un pò tutti ed il suo aspetto suggeriva ricchezza oltre al fatto che era snob tanto quanto lui. Sai che io non ti ho chiesto delle informazioni? Chiese rifacendole la stessa voce con lo stesso tono. Ares comunque si era messo seduto li davanti a quella iguana con fare curioso e quando vide che l'animaletto lo stava guardando un pò storto, lui decise di rotolarsi in segno di pace. Blake sgranò gli occhi. Se non riesci a formulare neanche un insulto un pò più complesso che darmi dello stupido, allora mi sa che sono in buona compagnia! Aggiunse poi sbuffando e cercando di far cenno al suo gatto di andare via. Non sopportava la supponenza o la saccenza, ovviamente che non fosse la sua. Un'iguana. Strano famiglio. Come mai proprio un'iguana? La non curanza di Blake nell'essere insultato o comunque nel non andarsene come se fosse davvero solo lui a poter decidere una cosa del genere era degna del suo nome. Poteva fare quello che voleva, poteva anche prenderlo a sberle, ma doveva sicuramente impegnarsi di più. Sogghignò quasi cominciava a divertirsi. Ecco, il problema era proprio quello, che Blake si divertiva nei modi più assurdi!
    RevelioGDR
     
    .
  5.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Se Blake Barnes si considerava padrone del mondo aveva appena trovato un’ottima compagnia. Amelia, per come era cresciuta ma anche per il suo carattere, era sicura che la sovranità assoluta spettasse a lei, e in generale a ben pochi eletti di cui il ragazzo di fronte a lei avrebbe potuto fare parte solo per il suo sangue, se proprio. Conosceva la sua famiglia per notorietà, non era da escludere che i due si fossero visti anche da qualche parte e rientrava comunque nella lista di persone che la ragazza aveva annoverato tra quelle meno noiose e più papabili per stringere amicizia. Certo, a differenza di quello che i Farley avevano sempre cercato di impartirle, lei alle volte faceva delle eccezioni: se qualcuno del suo stesso rango si dimostrava insopportabile era in grado di metterlo in lista nera, indipendentemente dal suo ceto e dal suo buon nome. Ecco, Blake era sulla buona strada.
    Strano a dirsi, ma Amelia era per lo più immune al fascino dei felini, e avrebbe riservato al gatto una rapida occhiata per poi guardare altrove, senza mostrare alcuna emozione in particolare.
    “No, in effetti non lo hai fatto. Ma mi sembravi ignorante abbastanza da averne bisogno.” avrebbe replicato caustica, senza degnarlo di molti sguardi. Amelia doveva aver vinto un qualche premio per chi riusciva a ignorare meglio il prossimo, dal momento che era davvero molto brava nel farlo, abbastanza da sembrare sempre pronta a entrare in qualche guinness world record. Non era paziente, quello no, ma sapeva fare finta di nulla di fronte a quasi qualunque cosa, e in quel momento non le richiese alcuno sforzo ignorare per lo più Blake: se non fosse stato un Barnes probabilmente si sarebbe risparmiata anche la mezza occhiata che gli riservò, dirottando comunque lo sguardo altrove poco dopo. Non aveva voglia di perdere tempo dietro qualcuno che era lì solamente per criticarla e buttare lì frecciatine inutili, e si fece leggermente da parte quando il ragazzo la raggiunse sulla panchina, alzando un sopracciglio e guardandolo di nuovo.
    “Non vorrei mai insultarti e vedere che non cogli i miei riferimenti.” avrebbe replicato prontamente, senza il minimo tentennamento, per poi dedicare ad Idhogg qualche altra carezza sulla testa, mentre l’inguana si posizionava sapientemente sulle ginocchia della sua padrona, giusto per rivendicare la sua posizione di comando e per ricordare al gatto di non avvicinarsi troppo.
    In effetti Amelia andava fiera del suo famiglio, i due si erano trovati e a quella domanda non potè evitare di sfoggiare un sorriso orgoglioso, di quelli che una regina avrebbe rivolto al suo consigliere di guerra che si complimentava per la sua idea strategia.
    “Perché è una buona palestra per quando avrò un drago.” buttò lì con la leggerezza di chi sa che una cosa accadrà per certo e non nutre il minimo dubbio in merito.

    code made by gin
     
    .
  6.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    AccurateWelldocumentedAmericanindianhorse-small
    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Se Amelia era bravissima ad ignorare le persone, Blake odiava chi lo faceva, o meglio chi lo faceva con lui. Era sempre stato un ragazzo abbastanza individualista e per lo più anche arrogante ed egoista, quindi degli altri gli interessava veramente poco, e le persone che gli interessavano le avrebbe protette davvero con la sua morte - almeno era quello in cui credeva davvero - ma non era quello il caso. Diede un'altra rapida occhiata alla ragazzina e poi ridacchiò quasi come se la volesse schernire, ma non era propriamente così, la trovava divertente. Certo, una che ti insultava non era divertente, ma Blake amava le sfide ed adorava le persone come lei. Lo facevano sentire ancora migliore di quanto lui già non si sentisse, quasi gli davano uno scopo nella vita e sapeva che poteva essere sottile come una lama tagliente senza risparmiare nessun tipo di colpo. Amelia aveva appena raggiunto la vetta dell'interesse di Blake. Che tristezza quando le persone si abbassano al livello degli altri. Dovresti imparare meglio l'arte dell'atteggiarsi, se vuoi proprio fare la persona che non da retta a nessuno, non dovresti utilizzare il mio linguaggio ma dovresti pretendere che io capisca ed utilizzi il tuo! Questa bontà d'animo nel cercare di dare consigli alle persone era tipida di Blake, e lo stesso atteggiamento gli faceva capire che per farlo sentire almeno minimamente mortificato doveva seriamente impegnarsi di più. In fondo Blake era uno che cercava rissa con tutti, in quel momento non poteva cercare una rissa fisica, non aveva mai alzato neanche un dito su di una donna, ma sicuramente aveva capito benissimo che Amelia aveva capacità oratorie niente male. Si morse il labbro, Ares si andò a mettere sulle gambe di Blake non appena lui si mise seduto sulla panchina, rivoltò completamente verso l'iguana che continuava a guardare con un certo interesse e vivacità. Per essereuna snobetta dai capelli d'argento,ti preoccupi un pò troppo di farti capire dagli altri. Aggiunse poi guardandola più attentamente e questa volta, comunque dando uno sguardo anche all'iguana. Interessante risposta e comunque quello era un momento per Blake da cogliere al volo visto e considerato che stava parlando con una persona nuova e sopratutto aveva modo di svagare un pò la testa. Perchè non un drago barbuto? Chiese poi tornando a guardare la ragazza in quegli occhi grandi e profondi. Si, sicuramente si erano incrociati in qualche festa di qualche riccone. Solo che finiva che Blake beveva ed andava via quasi subito, perchè davvero si annoiava come mai nella vita, tutti a parlare di soldi, affari... che palle!Dovere, dovere dovere, dopo un pò gli veniva il mal di testa anche solo al pensiero.
    RevelioGDR
     
    .
  7.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Non era per niente concorde con la filosofia di Barnes e avrebbe alzato un sopracciglio, studiandolo attenta. Era evidente che avesse intenzione di farle perdere la pazienza –anche se per lei anche un uccellino troppo rumoroso aveva lo stesso intento- eppure non era così facile averla vinta con lei. “Ma tesoro avrebbe cominciato con un tono chiaramente tutt’altro che affettuoso o amichevole. “se usassi un linguaggio che non puoi capire che divertimento ci sarebbe? Non potrei osservati mentre cerchi di darti un tono e provi a tenermi testa.” gli avrebbe fatto notare, concludendo con un sorriso sornione e strafottente, giusto per spronarlo ad andare pure avanti se ci teneva tanto, non escludendo l’idea che non appena il gioco si sarebbe fatto noioso se ne sarebbe andata.
    Dopotutto anche lei amava le sfide e per il momento quella conversazione sembrava avere tutte le carte in regole per diventare un passatempo non troppo banale. Barnes sembrava intenzionato a tirarla per le lunghe e Amelia non disdegnava chi riusciva quantomeno a risponderle a tono e aveva la faccia tosta di farlo, una combinazione di fattori più unica che rara. Per lei non era facile trovare persone disposte a sfidarla, spesso il suo cognome intimidiva i suoi interlocutori abbastanza da convincerli che non era il caso di tirare la corda e si arrendevano prima ancora di cominciare.
    Ecco, quello era probabilmente uno dei lati delle sue radici che detestava di più, il modo in cui influenzava le persone e le portava a dargliela sempre vinta a prescindere o ad arrendersi per paura di qualche ripercussione. Non che non ci sarebbe stata ma Amelia sapeva difendersi a prescindere dal fatto di essere una Farley e spesso scalpitava per far uscire la sua lingua lunga, che alla fine giaceva sempre in un angolo, inutilizzata.
    Blake sembrava non dare peso alle sue origini, si augurava che sapesse chi era –chi poteva non saperlo, dopotutto?!- ma ad ogni modo non sembrava importargliene e per un attimo quel dettaglio bastò a riempire il cuore di ghiaccio della bionda con un po’ di orgoglio. Di certo era qualcosa di apprezzabile, su quello non c’era dubbio. “Oh, solo perché così anche loro possono rendersi conto di chi è la migliore.” replicò piccata per poi stringersi nelle spalle.
    “Barbuti? Ho in mente delle specie molto più affascinanti, per esempio gli Opaleye.” gli fece notare con franchezza, sorprendendosi anche lei di stare intrattenendo una conversazione sui draghi con un Barnes. Poteva quasi sentire la voce di sua madre che si complimentava con lei per la scelta della sua compagnia, e decisa prontamente di ignorarla.
    “Piuttosto…famiglio banale il tuo.” avrebbe detto poco dopo, lanciando un’altra mezza occhiata al gatto che stava osservando un Idhogg poco interessato, che si rigirò sulle ginocchia della sua padrona sistemandosi per bene e dando le spalle al felino.


    code made by gin

    [/QUOTE]
     
    .
  8.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    AccurateWelldocumentedAmericanindianhorse-small
    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Blake Barnes era una persona disinteressava a tutto quello che non era nella sua sfera vitale. Era una persona non solo molto egocentrica ma che tendeva sempre a monopolizzare le cose che lo circondavano. Spiccava molto di più il suo atteggiamento che la sua bellezza, tanto che il ragazzino non si era mai definito bello, ma sempre affascinante, carismatico ed interessante. Il fatto di avere un bell'aspetto era qualcosa di contorno ed in fondo non poteva uscire in maniera differente da due genitori come quelli che aveva avuto, senza contare che era straricco e pieno di proprietà, quindi era ovvio e normale che il suo aspetto esteriore fosse impeccabile. Ma Blake, purtroppo per tutti, non aveva solamente quello. Era una persona che non riusciva a frenare la lingua e non perchè non ne fosse veramente capace ma perchè sapeva e pretendeva e forse imponeva il fatto che la sua opinione fosse importante e di conseguenza, che tutti la volevano sapere. Più guardava la ragazza, comunque più si rendeva conto che si, sicuramente si erano visti in qualche festa di ricconi, o comunque in qualche serata a tema o di beneficenza, inoltre aveva un aspetto troppo singolare per dimenticarla completamente, senza contare che il ragazzo, comunque, aveva buona memoria, quindi di conseguenza non poteva dimenticare quel viso. Ma detto francamente a lui non interessava proprio e minimamente niente della sua famiglia o da chi e cosa discendesse. Aveva un cognome importante anche lui e comunque aveva la presunzione di chi sa benissimo di essere intoccabile, inoltre avevano provato ad ucciderlo così tante volte che cominciava a pensare che sua madre avesse fatto un patto con il diavolo per tenerlo in vita. Quando lo chiamò tesoro, Blake ridacchiò divertito per il tono sarcastico che utilizzò ed alla sua risposta scosse appena il capo. Hai conosciuto così tanti sfigati nella tua vita? Tenerti testa? Andiamo non sei poi così diverda da tutte le ragazzine ricche che conosco! Non era vero, ma Blake aveva un'arma e quell'arma si chiamava menfreghismo dilagante. Alla ine a lui non interessava niente della ragazzina affianco a lui e sapeva che la cosa era reciproca, quindi, perchè mai risparmiarsi quello che si pensava veramente o comunque cercare di non indispettire qualcuno? Non era da lui e comunque non lo soddisfaceva. Quando si trovò a parlare di draghi con lei ne fu contento ma quando se ne uscì dicendogli che il suo famiglio era banale, Blake alzò un opracciglio, accarezò Ares che fece un piccolo soffio verso la ragazza e poi scosse il capo. Eppure dicono che i draghi siano animali profondi, saggi, intelligenti, fedeli e soprattutto entrano in perfetta empatia con gli animi a loro affini... Sei sicura di essere almeno la metà delle cose che ho detto? Perchè, in genere, chi giudica un animale solamente dalla sua popolarità, risulta essere superficiale, stupida e per niente empatica. Su di lui, contro di lui poteva dire quello che voleva, ma insultare in quel modo il suo famiglio, era proprio da idioti. Quindi tu hai preso lui solamente per essere originale? Chiese poi sospirando e guardando di nuovo il suo micetto nero con gli occhi dannatamente blu. Me lo dovevo aspettare, magari sei andata in un negozio e lo hai comprato... lui mi ha scelto, e la sua banalità è qualcosa che io amo! Ecco, difendeva in quel modo poche persone al mondo, se non solamente due, ma Ares era veramente prezioso per lui.
    RevelioGDR
     
    .
  9.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Si poteva quasi dire che il ragazzo avesse avuto la fortuna di incontrarla in uno dei suoi giorni “migliori”, quando non era ancora troppo in vena di attaccar briga con chiunque e prendersela col primo che passava. Non che Amelia fosse una che amava fare casino, in realtà lei era più il tipo che linciava chiunque e poi lasciava le persone da sole a vedersela con i danni che lei aveva provocato, ma c’erano periodi in cui era più difficile trattenere il suo istinto battagliero e farsi da parte.
    Poteva anche ammettere di essersi persa in conflitti inutili diverse volte nel corso della sua breve esistenza, e di aver intavolato discussioni non necessarie pur di perdere tempo o pur di dimostrare la sua superiorità. Nel tempo aveva capito a quanto poco servissero determinati scontri, ma continuava a dipendere da quella sensazione di appagamento che la avvolgeva ogni volta che sentiva, con ogni fibra del suo corpo, di avere ragione e di aver battuto qualcuno.
    Alla sua risposta stava quasi per replicare che le ragazzine ricche che lui conosceva di certo non avevano la storia che aveva lei e che non avrebbe potuto parlare senza conoscerla, ma tenne a freno la lingua appena in tempo. Non aveva ancora rivelato a nessuno fuori dalla sua famiglia la sua natura, non aveva intenzione di farlo e per quanto fosse orgogliosa ed egocentrica Amelia sapeva riconoscere i suoi errori –anche se non li ammetteva mai ad alta voce: era la prima che giudicava chiunque dall’apparenza, non poteva pretendere niente di troppo diverso.
    “E se per questo, Barnes, anche tu mi sembri esattamente uguale a qualsiasi altro ragazzo ricco che io abbia conosciuto. Ma ora mi dirai che non è così… non è vero?” avrebbe quindi domandato con un sorriso di sfida.
    Ecco, forse per quanto fosse uno dei suoi giorni “migliori” era comunque riuscita a colpire Barnes nel vivo e farlo scattare anche se si era comportata meglio di quanto non avesse fatto con molti altri suoi compagni, prima di lui. Lo avrebbe guardato sorpresa per quella “sfuriata”, quasi come se non si aspettasse che avrebbe perso la pazienza così in fretta, dandogliela vinta così presto. “Forse se te la prendi così tanto è perché sai che è vero, almeno in parte.” avrebbe replicato a tono per poi accarezzare la testa di Idhogg con delicatezza. “Anche io e Idhogg ci siamo scelti ma nel caso tu non lo sapessi li iguana non si trovano a passeggiare casualmente per la strada.” rispose quindi con orgoglio per poi tornare a puntare gli occhi chiari nei suoi. “Immagino che ti renderai conto che ho tutte le caratteristiche che hai elencato quando solcherò i cieli sopra a Londra in sella al mio drago.” replicò quindi, aggiungendo un sorriso sornione alla fine della sua frase, parlando con chi è certo che otterrà esattamente ciò di cui sta parlando e non nutre alcun dubbio in merito.
    Per quanto continuasse a pensare che i gatti fossero famigli scontati, dedicò ad Ares un’occhiata più lunga, inclinando la testa e studiandolo attentamente. “Se vuoi posso concederti che non è così male, per essere un gatto.” buttò lì alla fine, solo perché per quanto supponente rimaneva sempre piuttosto schietta.

    code made by gin
     
    .
  10.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    AccurateWelldocumentedAmericanindianhorse-small
    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Il problema principale di Blake era che non agiva con uno schema. I suoi comportamenti erano completamente a caso e dipendeva moltissimo da come stava in quel preciso istante. Non era neanche una questione di giornate, era solamente questione di attimi. Poteva essere il ragazzo più dolce - parliamone - e simpatico del mondo - parliamne parte seconda - come poteva essere il più stronzo degli stronzi, ma una cosa era costante nel suo carattere, l'irascibilità. Per far scattare Blake ci voleva così poco che non era neanche divertente farlo. Blake reagiva, sempre costantemente, con la rabbia ed i cazzotti. Visto che Aaron era stato un bravissimo fratello e gli aveva insegnato che le ragazze non si picchiavano, con loro, riusciva ad essere leggermente più mite, cercando sempre di non ferirle neanche troppo con le parole. Altra costante della sua vita era sicuramente il fatto di essere una persona menefreghista e poco attenta al giudizio degli altri. A lui serviva solamente la sua presenza, il suo giudizio ed ancora il suo parere, a volte ammetteva di ascoltare il parere del magiore dei Barnes, per il resto era seriamente qualcosa che neanche ascoltava. Infatti era una persona distratta, sia in classe che nella vita mentre parlava con le persone. Amelia era interessante, ma Blake era anche uno che amava provocare, reagire e dimenticava tutto come un pesciolino rosso. Non era uno che portava rancore, preferiva fare a cazzotti nell'immediato e poi andare avanti. Ovviamente tutto questo discorso valeva solamente con le persone che non si chiamavano Jason Barnes. No, non ti dirò che non è vero, perchè puoi pensare quello che vuoi di me, non è una cosa che mi interessa. Se per la tua mente eccelsa è più comodo pensare che io sia come tutti gli altri... beh, cazzi tuoi insomma! Ovviamente la stava prendendo in giro quando le aveva fatto quel complimento, per tutto il resto non stava mentendo. Non gli interessava ne smentirla ne contraddirla. Ecco, quello era proprio il momento in cui Blake si mostrava in tutta la sua autentica contraddizione e instabilità emotiva. Se Amelia aveva un carattere e degli schemi che seguiva, Blake era il caos totale.
    Una cosa era certa che parlare male di Ares lo faceva sicuramente innervosire. Nessuno poteva parlare male del suo piccolo randagino. Sbuffò e continuò ad accarezare quel gattino batuffoloso che invece continuare a guardare l'iguana super curioso e con gli occhi vispi. Beh, era un felino, forse voleva solamente mangiarlo, ma comunque non era il caso. Ma davvero?Oddio grazie di questa importante informazione,senza non sarei mai sopravvissuto! Sprizzava ironia da tutti i pori. Eppure non se ne andava perchè quella conversazione senza alcun senso, comunque lo stava facendo svagare la testa ed in quel momento era esattamente quello di cui aveva bisogno. Questa tua voglia di dimostrare per forza qualcosa a qualcuno, denota un'insurezza di fondo non indifferente.Aggiunse poi facendo i grattini sotto il mento del suo gatto prima di scuotere la testa e ripensare a quello che aveva detto. Come vi site scelti? Vi siete guardati intensamente dalla vetrina di un negozio di animali? Chiese poi costantemente sarcastico. Che voglia che c'aveva quel giorno di rompere le palle agli altri. Poi quando la ragazza guardò più attentamente il suo piccolo gattino e tesoro e disse quella cosa sorrise appena. Potresti sorprenderti di quante doti ha un gatto! Comunque, ti ci vedo su di un drago.Anche se continuo a pensare che sei una ragazzina superficiale. L'essere diretti, a volte anche troppo non era sempre un pregio, in realtà.
    RevelioGDR
     
    .
  11.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Amelia amava le sfide, e non era nel suo carattere declinarne una, anche se poteva sembrare stupida, persa in partenza o inutile. Era la prima che si vendeva come superiore a chiunque, che cercava di tenersi al di fuori di qualunque sciocca perdita di tempo che invece coinvolgeva – a suo dire- tutti i suoi coetanei, prima o poi, eppure poi era la prima a perdersi in sfide anche non alla pari con le persone che la circondavano, e quel giorno era evidente che la sua testa calda avesse sbattuto contro quella di Blake Barnes, e Merlino solo sapeva che cosa quei due avrebbero potuto combinare.
    Infondo i due si somigliavano, per certi aspetti, e forse era meglio augurarsi che non lo scoprissero troppo in fretta o forse l’intera Hidenstone avrebbe dovuto temere per il suo destino. D’altro canto ad Amelia interessava molto poco di quel che le persone pensavano di lei, era sicura che il suo cognome bastasse ad aprirle ogni porta e che non fosse necessario per lei battersi per cambiare l’opinione che alcuni avevano di lei, era una perdita di tempo di cui non aveva bisogno. D’altro canto spendeva gran parte del suo tempo nel fare una bella impressione a chiunque, nel mantenere alto l’onore della famiglia e difficilmente si sarebbe perdonata se avesse rovinato la sua famiglia in qualche modo, più di quanto già non stesse facendo.
    Non che in quel momento si stesse facendo molti problemi, sembrava disinvolta e a suo agio e intenzionata ad “averla vinta”, qualsiasi cosa significasse in quel contesto. Lo osservò dall’alto al basso, scuotendo leggermente la testa. “Se non interessa a te, non interessa nemmeno a me. Infondo non ti stai dimostrando di certo diverso.” replicò candidamente, stringendosi nelle spalle.
    D’altro canto non aveva tempo da perdere per rivalutare gli altri ed era una che si basava parecchio sulle prime impressioni. Forse sua madre le avrebbe detto di stare attenta, di rivalutare Blake perché un Barnes, ma lei non aveva intenzione di cambiare idea. “Non mi sembra di averti chiesto un parare e tu non sai niente di me.” replicò prontamente ma senza mostrarsi offesa o toccata troppo dalle sue parole. “E anche se fosse? Stai forse sostenendo che gli animali in gabbia non meritano una vita più dignitosa, accanto ad un padrone che li merita?” domandò con leggerezza, ma una punta di giudizio nel suo tono.
    D’altra parte non mostrò particolare interesse per la sua frase, non si sbilanciò più di tanto quando la definì superficiale e non parve troppo sconvolta da quella ammissione. Si era sentita chiamare così e in modi anche peggiori, non era una che ci faceva troppo caso e se essere superficiali era qualcosa che caratterizzava le persone di buon gusto e che amavano circondarsi da un numero molto limitato di amici e conoscenti e che non si svendevano facilmente alla prima testa calda.
    Era sicura di aver capito come funzionasse Blake, di aver intuito come volesse avere ragione a tutti i costi, cercando di metterla a tacere con le sue battutine: tutti sforzi inutili dal momento che quella era l’arma preferita di Amelia ed era brava in quello, o almeno così credeva. “Disse quello che ha appena giudicato il mio iguana e me senza conoscerci.” gli rispose quindi prontamente, con un sorrisino serafico. “Non ce la fai a non avere l’ultima parola vero?!” lo avrebbe quindi punzecchiato, a quel punto per puro divertimento.
    “Ma visto che tu sei migliore di me, forse dovrei imparare da te…!” ovviamente non diceva sul serio, voleva solo vedere come avrebbe risposto.


    code made by gin
     
    .
  12.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    AccurateWelldocumentedAmericanindianhorse-small
    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    A volte nella vita di Blake mancava esattamente quello che in quel momento Amelia gli stava dando: leggerezza. Era circondato da persone che gli volevano così bene che non si rendevano conto che delle volte lo soffocavano. Erano tutti quanti attenti ai suoi bisogni, alle sue paure, al suo essere incendiario,al suo voler morire una volta si e l'altra pure. Era una persona circondata da amore incodizionato anche se spesso e volentieri non se lo meritava affatto. Blake non era viziato solamente da suo fratello, ma anche estremamente e forse in maniera eccessiva, dai suoi amici. Sapeva che Jesse, Erik, Mia, Jessica, perfino Lilith, sarebbero morti per lui se solo lui lo avesse chiesto. Ovviamente non erano persona stupide che si sarebbero gettate in mezzo al fuoco insieme a lui, ma erano persone che avrebbero fatto il possibile e forse anche l'impossibile per farlo uscire da una guerra senza neanche un graffio. Blake era grato per tutto quello, ma delle volte si sentiva seriamente sotto pressione, come se dovesse dimostrare sempre qualcosa, qualcosa che non sapeva neanche lui bene cosa fosse. Certo, non era quello il suo problema perchè viveva nella contraddizione più totale e di conseguenza i suoi comportamenti avevano dei picchi di maturità estrema e dopo appena 5 minuti toccava dei picchi di bambinaggine e stupidità assoluta che neanche lui riusciva veramente a spiegarsi; invece, in quel momento, stava semplicemente e seriamente cazzeggiando. Non gli interessava veramente niente di quello che stava succedendo e la cosa che gli piaceva di più di quella conversazione era che neanche alla signorina con i capelli d'argento interessava davvero quello che stava succedendo. Entrambi si sarebbero alzati da quella panchina con indifferenza e tornando alla vita di tutti i giorni. Era questo che gli mancava veramente ed era questo che Amelia gli stava dando senza neanche saperlo. é questo il punto signorina Farley, io non devo dimostrarti assolutamente niente. Disse poi stiracchiandosi un pò meglio sulla panchina prima di rimettersi in una posizione dignitosa. Era stanco e quello non era per niente un bel periodo per lui. Neanche tu di me non sai niente eppure non fai altro che sputare sentenze non richieste da quando mi hai visto. Ma io non mi lamento come una femminuccia! Ecco qua, quando l'avrebbe smessa con quella cantilena dell'essere femminucce e per questo deboli? Non ce la faceva, quel rifiuto verso il sesso femminile era, anch'esso, di una contraddizione immensa. Lo hai detto tu e non l'ho detto io. Io ho solo chiesto come vi siete scelti! Se hai la coda di paglia bruciala! Rispose sempre con un tono stranamente pacato. Ecco quel battibecco lo stava rilassando. Strano ma vero, ma battibeccare con persone che gli rispondevano con quel tono di sufficienza, peculiare proprio del suo stesso modo di fare, lo rilassavano e gli liberavano la mente. Era fantastico! Sogghignò alla sua domanda retorica, poi sorrise appena prima di dare un altra carezza al suo Ares che nel frattempo si era appallottolato sulle sue gambe a modi gallinella e continuava a studiare quella piccola iguana. Non sono abituato ne a perdere ne a stare zitto per volontà degli altri.E quella era la pura e semplice verità. No, vedi? Sbagli tutto. Io non credo di essere migliore di te, ne di nessun altro. Io credo semplicemente che nessuno possa essere paragonato a me! Il concetto nella sua mente era lineare, ma forse a dirlo ad alta voce non lo era poi davvero. Ci sono tantissime persone migliori di me, prendi Lighthouse, è intelligente, bravo a scuola, sicuramente bravo a letto, è un tipo spiritoso, un pò disagiato, ma è la persona più coraggiosa e fedele che io abbia mai conosciuto. Tu stessa sicuramente sarai migliore di me. Non so le tue qualità e sinceramente neanche le intravedo, ma sicuramente, per la casata in cui sei stata smistata, sei una secchiona, ma comunque...non sei neanche lontamente paragonabile a me. Ciao ego di Blake, come stai? Tutto bene? Dove hai lasciato il tuo amico? Il fatto era che ci credeva veramente a quello che diceva e la cosa assurda era che tutto quello non era frutto di anni ed anni di chiacchiere davanti allo specchio, ma era tutto quello che gli era sempre stato inculcato. Blake era stato cresciuto con i Barnes che avevano sempre avuto un'autostima di ferro, forse solo Alexander Olwen riusciva ad essere più fiedo di Blake, e forse neanche troppo... ma Blake pensava davvero di essere unico al mondo e lo pensava perchè quel piedistallo gli era stato creato giorno dopo giorno e nonostante molte difficoltà!
    RevelioGDR
     
    .
  13.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Se sperava ch elei abbassasse la testa e lo facesse vincere, Barnes non aveva proprio capito niente di Amelia. La ragazza sapeva essere cocciuta anche quando aveva palesemente torto, faceva parte del suo DNA non riuscire ad arrendersi nemmeno di fronte all’evidenza, per lei era impossibile riuscire a fare un passo indietro, il suo orgoglio era troppo presente per cedere. Era raro trovare qualcuno cocciuto come lei, però, e di certo Blake si stava impegnando parecchio per tenerle testa.
    Forse i due erano più simili di quanto avrebbero voluto ammettere, tutte e due viziati e sempre pronti ad avere tutto ciò che desideravano, perché dopotutto nessuno sembrava capace di negarglieli. Non negava che sarebbe stato interessante per lei vedere quanto quel genere di discussione sarebbe potuta durare, perché lei di certo non si sarebbe arresa per prima e aveva intenzione di continuare così anche all’infinito, se necessario.
    D’altro canto non le importava nulla di quel che si stavano dicendo, le parole di Blake non l’avrebbero scalfita poi troppo e Amelia non era il genere di ragazza che permetteva al primo ragazzo ricco e sbruffone che incontrava nella sua vita. Ridacchiò, drizzando la schiena e torcendo leggermente il collo, giusto per sciogliere la posa rigida di prima, come sempre sinuosa ed elegante, i capelli che le scivolano leggeri sulle spalle. “Mmmh ed è qui che ti sbagli… ho molte influenze sai?! Vuoi davvero mettere in gioco la tua reputazione?” lo avrebbe punzecchiato ed era difficile dire se stesse scherzando o meno, probabilmente una minuscola parte di lei lo credeva davvero.
    Alzò un sopracciglio, inclinando la testa. “Non credo che femminuccia sia davvero un insulto…” replicò con leggerezza, per poi alzare gli occhi al cielo per poi accarezza il dorso rugoso di Idhogg come se fosse un animale dal pelo morbido e non squamato. “Non ho proprio niente da bruciare, sei tu che senti solo quel che vuoi sentire.” replicò con estrema semplicità, alzando un vago sopracciglio alle sue parole, decisamente poco convinta dalla sua risposta.
    “Io dico che la tua frase invece non ha alcun senso.” rispose prontamente, lanciando poi un’occhiata al gatto accucciato sulle gambe di Blake e intento a fissare Idhogg. “Il tuo gatto è cocciuto almeno tanto quanto te.” osservò, senza per questo risultare poi così tanto impatica, dificamo pure che avrebbe potuto anche dire peggio. Non potè evitare di seguire la sua spiegazione così tanto accurata di cosa intendesse con quella strana affermazione.
    “Non vedo perché non dovrei paragonarmi a te, e non credo di aver già conosciuto questo Lightwood di cui parli ma, sì, direi che con me lo smistamento non ha sbagliato.” gli concesse candidamente, anche se ancora dubbiosa circa la sua teoria e tutta quell’idea che lui non fosse paragonabile a nessuno di loro. “E sentiamo…che cosa ti renderebbe così difficile da paragonare a me o a questo tuo amico, che definisci essere un prodifio?!” lo incalzò alla fine, fosse anche solo perché ora stava davvero provando ad entrare nella sua testa e capire che diavolo intendesse con tutto quel discorso. Non aveva ovviamente intenzione di dargli corda o condividere la sua visione, ci sarebbe mancato altro, ma tanto valeva spremerlo fino alla fine e comprendere almeno il perché stesse dicendo quelle cose, anche se sospettava che si stesse arrampicando sugli specchi e che stesse solo trovando un modo per farsi valere ai suoi occhi. A quale scopo? Nessuno, probabilmente solo preservare il suo orgoglio con la stessa verve che lei stessa non esitava ad sfoggiare.


    code made by gin
     
    .
  14.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲

    xscheda | blake barnes | statistiche

    Aveva trovato la ragazza giusta per passare del tempo diverso rispetto a quello che passava con tutte le altre. blake, era difficile da catturare davvero, e la sua essenza era altrettanto difficile da capire. Il problema di Blake era che perdeva subito interesse per tutto ed era un continuo fuoco di paglia, invece, quella conversazione lo stava prendendo. Perchè? Perchè alla fine di tutto sapeva che qualsiasi cosa avrebbe detto lei avrebbe ribattuto a tono e senza mai abbassare lo sguardo. Se c'era una cosa che attirava Blake era proprio la fierezza. Non tanto la bellezza di una ragazza o la sua sensualità, ovviamente non poteva certamente dire che si trovava davanti ad una bella ragazza- ma la fierezza con la quale rispondeva e quel mento alto e sempre spocchioso era sicuramente qualcosa che lo teneva incollato alla panchina. Si trovava, finalmente, a fare una conversazione priva di qualsiasi senso ma allo stesso tempo interessante. Non voleva dimostrare niente a lei come non aveva mai avuto intenzione di dimostrare niente a nessuno, ma allo stesso tempo, aveva voglia di un confronto leggero ma con qualcuno che gli tenesse botta. Amelia era la persona perfetta. Sogghignò per quello che disse. Hai molte influenze? Davvero? Ti prego elencami le persone che ti seguirebbero. Non maschi e morti di figa, grazie. O le persone che possono essere anche solo influenzati dalla tua opinione, le categorie escluse sono le stesse di prima! Lo disse con tranquillità. Non era sempre arrogante e la ragazzina dai capelli d'argento avrebbe potuto sicuramente notare come a differenza dell'inizio della conversazione, Blake stesse più a suo agio e disteso. In fondo non stava recitando una parte, lui era esattamente in quel modo e la cosa che lo stava spingendo a rimanere li era che Amelia sembrava essere esattamente così, senza che si dovesse sforzare per rispondergli, come se le battute erano scritte nella sua testa senza il minimo sforzo. Non è un insulto, infatti, è una costatazione. Ecco, appunto, il fatto era che entrambi erano abituati ad avere l'ultima parola ed entrambi volevano averla a tutti i costi e Blake avrebbe ribattuto anche senza alcun senso fino a che lei non gli avesse detto basta e, in questo modo, gli avrebbe dato modo di vincere, almeno nella sua testa, quel braccio di ferro a chi ce l'aveva più lungo. Dio i maschi come erano banali in certe cose! Ascoltò poi la risposta che gli diede per quello che aveva detto.Fece un sospiro alla sua domanda, come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. Veramente stava chiedendo perchè non si poteva in alcun modo paragonare a lui? E perchè nessuno potesse farlo? Le diede una rapida occhiata continuando ad accarezzare il pelo nero del suo piccolo gatto che fece uno sbadiglio facendo vedere i suoi dentiti alla piccola iguana, ma non di certo per intimidirla, ma solo perchè si stava cominciando ad annoiare e la sua coda cominciava a battere sulla gamba del padrone. Lighthouse e non Lightwoo. Prima di tutto. Eppure è il prefetto dei Black Opal e tu che sei tanto perfettina e dalla "E" facile ed ovvia dovresti saperle queste cazzatelle. Comunque non puoi paragonarti a me erchè non sei me. Sono stato cresciuto con la consapevolezza di essere un pezzo unico - ed aggiungerei anche per fortuna - qualcuno difficile da imitare. Sai benissimo chi sono, come lo sa tutta la scuola e lo sai benissimo perchè ho una reputazione, brutta, sicuramente, ma comunque sono una persona che lascia il segno. Puoi amarmi, odiarmi ma non sarai mai indifferente alla mia persona. E forse quella era l'unica cosa che gli era sempre stata detta e non aveva mai pensato da solo. Lui aveva la sua personalità ed un carattere forte, non poteva passare in sordina perchè non era nella sua natura ed inoltre non era neanche una persona che riusciva a rimanere in silenzio quando avrebbe invece dovuto. Era fatto in quel modo. Se dici il contrario, allora, vuol dire che sei una che ama contraddire ma che non pensa quello che dice. Per quanto le persone pensano di conoscermi, io ti posso assicurare che faccio spesso lo stupido ma non lo sono affatto. Sei una ragazza intelligente, forse anche al di sopra della media, quindi non rispondermi con banalità perchè se no non mi diverto più!Ecco, forse l'unica differenza tra quei due era che Blake non sapeva giocare a carte coperte, era così trasparente delle volte che risultava anche prevedibile nella sua imprevedibilità. Amelia, prima di tutto in quanto donna, e poi in quanto persona attenta, era sicuramente più subdola e sarebbe riuscita, senza neanche il minimo sforzo, a far dire o far fare qualcosa a Blake che lei voleva. Insomma era una dote che ogni donna aveva intrinseca in se, in quelle più intelligenti era un'affinità veramente letale.

    Revelio GdR

     
    .
  15.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Dioptase
    Posts
    207
    Reputation
    +131

    Status
    🗲
    Amelia Farley
    Dioptase

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Di certo non era facile per lei trovare qualcuno capace di tenerle testa come stava facendo Blake Barnes. Sapeva che molte persone finivano per invidiarla, per il suo cognome di certo ma anche per la sua posizione, in generale, per il modo in cui poteva comportarsi, per il fatto che non c’era molto che non potesse avere, eppure essere lei non era semplice. Era difficile trovare persone sincere, disposte a sfidarla direttamente o pronte a rischiare di attirare la sua furia, e c’era anche da dire che spesso chi lo faceva era abbastanza debole da venire prontamente disintegrato dal forte carattere di Amelia e sparire dalla sua vista in tempo zero. Non Barnes, il che era una novità abbastanza eccitante da convincerla a non alzarsi da lì come se niente fosse e abbandonarlo da solo con il suo banale gatto.
    Inclinò la testa alla sua domanda, guardandolo come avrebbe guardato un alieno appena sceso da Marte o un pazzo furioso. “Hai vissuto sotto ad una roccia fino ad adesso? Non ho tutta la vita da spendere ad elencarti quante persone non si farebbero problemi a seguire una Farley. E mi dispiace fartelo notare ma ho un certo ascendente anche sulle ragazze, nessuna distinzione.” osservò con superiorità, e se avesse voluto avrebbe potuto fargli recapitare una lunga lista, anche piuttosto dettagliata, di tutti coloro che avrebbero preso le sue difese anche solo perché lei era lei, senza bisogno di ragioni ulteriori. Infondo anche i Barnes non erano del tutto ignari di certi meccanismi, era abbastanza sicura che lui sapesse bene a che cosa si stava riferendo ma le dispiaceva che avesse bisogno di sottolineare una sua presunta inferiorità per sentirsi più forte.
    “Dovresti rivedere i tuoi toni allora.” replicò senza problemi, per niente convinta dal fatto che non intendesse usare quella parola come insulto. Non lo conosceva ma non riteneva di avere bisogno di conoscere qualcuno per sostenere che avesse una visione abbastanza limitata e che non si facesse problemi a utilizzare certe terminologie come insulti, anche se non lo erano affatto.
    Inclinò la testa, ascoltando la sua teoria con attenzione, non così tanto convinta che potesse avere senso. Condivideva una parte di quella visione, anche lei era stata cresciuta come un pezzo unico, sicura che nessuno potesse eguagliarla con troppa facilità, ma sapeva anche bene che chiunque avrebbe potuto autodistruggersi con un passo falso e non era così sicura come Blake che ciò che li circondava non potesse cambiare le cose. “Sono stata istruita nello stesso modo, ma non sono così convinta che una reputazione positiva e negativa siano equivalenti: attento a chi pesti i piedi, Barnes.” replicò e stranamente non si trattava di una minaccia, per qualche ragione lo pensava davvero ed era arrivata a dirlo probabilmente solo perché era qualcosa che riguardava anche lei.
    “Non sempre paragonarsi agli altri è male sai? Alle volte ti aiuta a capire come essere ancora migliore. Non metterti in difesa prima ancora che ti abbia davvero attaccato, non lo stavo facendo, non ci fai una bella figura.” osservò , passando le dita sulla schiena della sua iguana, che non aveva ancora smesso di fissare il gatto ma che sembrava cogliere al volo il cambiamento di umore della padrona, che aveva appena deciso che quella conversazione era stata interessante ma non era il caso di prolungare oltre. Era stato interessante, quello sì, pensava che chiunque non avrebbe fatto altro che peggiorare il suo umore ma Barnes era riuscito a sorprenderla in positivo e doveva ammettere che aveva anche imparato qualcosa, in un certo senso.
    Si alzò quindi, lanciandogli un’ultima occhiata. “Non sei davvero uno stupido, Barnes. Questo l’ho capito. Ma non sono sicura che tu sia ugualmente sveglio: vedila così, non potrai mai raggiungermi ma se proprio non ce la fai non ti sbatterò la porta in faccia.” replicò con leggerezza, e quello era il massimo che chiunque avrebbe potuto pretendere da pare di Amelia, forse anche di più di quello che solitamente avrebbe mai potuto dire a chiunque altro. Gli stava offrendo il suo aiuto? Forse. Per che cosa? Nulla, tutto, non era facile decretarlo e di certo lei non si sarebbe sprecata a spiegarsi. Anzi, dopo quella frase cercò di allontanarsi da lì, per lei quella conversazione era conclusa anche se non escludeva del tutto che avrebbe potuto parlargli di nuovo, in futuro, senza lamentarsi troppo.


    code made by gin
     
    .
14 replies since 2/11/2020, 22:22   199 views
  Share  
.
UP