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.Lilith Clarke
Dioptase-Prefetto | Metamorphomaga | StatSì, era arrivato quel momento dell'anno giusto per far prendere un po' di paura a Blake, che sembrava essere fin troppo tranquillo, in questo periodo, e lei aveva l'immensa voglia di vederlo sbiancare davanti a quello che gli stava per dire.
Girava con il suo uovo, ormai da mesi e per tale motivo aveva deciso di presentare al proprio fidanzato il loro futuro... figlio.
Mentre raccontava storie di quando il suo papà si fosse arrabbiato, di come avevano sempre fatto pace e cose così, a quel povero guscio che non sapeva cosa gli aspettava una volta schiuso, Lilith mandò un messaggio a Blake «Ci vediamo nella nostra aula.» - sì, ormai l'aula in disuso era diventata la loro aula, perché ogni momento importante l'avevano diviso tra quella stanza e quella multimediale, quindi erano i loro posti e nessuno avrebbe potuto cambiare quell'idea che appartenessero ai due ragazzi.
Lei arrivò per prima, quindi poggiò il suo uovo su uno dei banchi centrali e iniziò a parlare con la sfera «Giuro che cercherò di non farlo arrabbiare troppo, non voglio che tu senta le sue urla ancora prima di nascere.» - rideva divertita, perché quello che aveva in mente era decisamente fuori da ogni scheda di immaginazione «Ormai dovrebbe essere quasi arrivato, ne sentirai delle belle.» - disse accarezzandolo appena, con una voce tanto dolce quanto materna.
Ormai passava buona parte della giornata a prendersi cura di quell'esserino non ancora nato e questo era Sì, era arrivato quel momento dell'anno giusto per far prendere un po' di paura a Blake, che sembrava essere fin troppo tranquillo, in questo periodo, e lei aveva l'immensa voglia di vederlo sbiancare davanti a quello che gli stava per dire.
Girava con il suo uovo, ormai da mesi e per tale motivo aveva deciso di presentare al proprio fidanzato il loro futuro... figlio.
Mentre raccontava storie di quando il suo papà si fosse arrabbiato, di come avevano sempre fatto pace e cose così, a quel povero guscio che non sapeva cosa gli aspettava una volta schiuso, Lilith mandò un messaggio a Blake «Ci vediamo nella nostra aula.» - sì, ormai l'aula in disuso era diventata la loro aula, perché ogni momento importante l'avevano diviso tra quella stanza e quella multimediale, quindi erano i loro posti e nessuno avrebbe potuto cambiare quell'idea che appartenessero ai due ragazzi.
Lei arrivò per prima, quindi poggiò il suo uovo su uno dei banchi centrali e iniziò a parlare con la sfera «Giuro che cercherò di non farlo arrabbiare troppo, non voglio che tu senta le sue urla ancora prima di nascere.» - rideva divertita, perché quello che aveva in mente era decisamente fuori da ogni scheda di immaginazione «Ormai dovrebbe essere quasi arrivato, ne sentirai delle belle.» - disse accarezzandolo appena, con una voce tanto dolce quanto materna.
Ormai passava buona parte della giornata a prendrsi cura di quell'esserino non ancora nato e questo era soddisfacente per la dioptasia, quasi come se si fosse fatto strada quell'istinto materno che lo scorso anno l'aveva fatta sclerare al solo pensiero di avere un frignante mini-Blake in giro per le scatole.
Si trovò di nuovo a ridere davanti a quel guscio, come se la marachella che stava preparando al suo ragazzo, fosse qualcosa di così tanto divertente da non riuscirsi a trattenere. In effetti, per Lilith era un sacco divertente, ma lo sarebbe stato per Blake? Sapeva che fosse probabile che quello che voleva fare lo avrebbe mandato in crisi, però non poteva certo fermarsi ora, anche perché l'eccitazione di vedere la sua faccina perfetta sbiancare, era troppo alta.
«Questo gli farà prendere un accidenti, lo so.» - ripeteva a se stessa e all'uovo «Quando nascerai te lo racconterò e ci riderai con me, ne sono sicuro. Che poi... chissà se saprai ridere!» - arricciò il naso, quasi riflettendo su un qualcosa che ancora non aveva pensato fosse possibile. L'essere che era lì dentro, sarebbe stato capace di parlare?
E cosa avrebbe dato da mangiare a quella creatura? Insomma, i bambini si allattavano, ma lei non sapeva nemmeno cosa stava crescendo in quel guscio. E se Seth avesse tentato di mangiarlo? Quella era una delle paure peggiori che la ragazzina aveva, il suo gatto non era proprio socievole con le altre creature: Lennox ancora ricorda quanto grande fosse la bocca del felino, quando in un solo boccone lo aveva acciuffato e lui, povera pallina di pelo, si era chiuso su se stesso. Lilith ci aveva messo un po' per tirarcelo fuori, ma rimase comunque sbalordita dal fatto che il gatto non le avesse mangiato il criceto.
«Quando arriverai, dovrai imparare a star lontano da Seth.» - disse all'uovo, pensandoci dopo che non sapeva se fosse femminuccia o maschietto «O lontana, qualora avessimo un bellissimo fiocco rosa appeso dietro la nostra porta.» - rise, mentre aspettava il suo amato Blake Barnes, che non era minimamente pronto a quello che lo aspettava.La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.©. -
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.Lilith Clarke
Dioptase-Prefetto | Metamorphomaga | StatPoco prima che Blake arrivasse, Lilith aveva già pregustato il suo sguardo perso, mentre gli diceva che ora le cose sarebbero dovute cambiare, che adesso non sarebbero più stati in due, ma in tre e tutte quelle che cose che una donna direbbe ad un uomo per farlo scappare il prima possibile in un posto sperduto, sapendo di essere padre di una creatura venuta fuori da una notte di passione. E Lilith e Blake, le notti di passione le conoscevano più che bene, no? Quindi era plausibile che nel momento in cui Blake entrò, Lilith si stesse accarezzando la pancia, quasi come se realmente stesse aspettando un bambino. Insomma, accarezzava il ventre che avrebbe portato alla luce loro figlio, quello che l'avrebbe custodito e protetto per nove lunghissimi mesi. Era chiaro che la riccia lo stesse accarezzando, no?
Quando sentì la voce di Blake, Lilith sussultò ma non tolse le mani dalla pancia, sorridendo dolcemente al ragazzo e chinando lo sguardo appena appena verso il basso, quasi incerta se rispondere a quella domanda o meno. Ricambiò il bacio, quindi si strinse nelle spalle «Sono felice che tu sia arrivato così presto, Blake... non stavo più nella pelle, dovevo assolutamente dirti questa cosa il prima possibile...» - quindi le sue mani si spostarono dalla pancia, a quelle di Blake, tentando di affferrarle dolcemente, piantando i suoi occhi color cristallo in quelli del ragazzo che amava. «... non saremo più in due, amore. Saremo... in tre.» - disse la ragazzina con un sorriso splendente sul volto.
La cosa bella? Che non disse assolutamente che il terzo sarebbe stato un esserino magico proveniente dall'uovo a cui si era preoccupata di far dare le spalle a Blake. Non aveva la minima intenzione di far finire quello scherzo così presto e voleva vedere la paura e il terrore nel volto favoloso di Blake. Almeno per un nanosecondo e divertirsi un pochino.La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.©. -
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.Lilith Clarke
Dioptase-Prefetto | Metamorphomaga | StatQuando Lilith era di buon umore, si concedeva questi piccoli momenti di svago e di scherzo, che solo Blake poteva osservare e vivere, visto che non era una che li donava a tutti. Fuori dalla vista di Blake, nonostante fosse sempre la stessa, tendeva ad apparire la solita altezzosa del cavolo, piena di sé. Tuttavia aveva voglia, delle volte, di sembrare un po' meno antipatica, con scarsi risultati. Si era sempre detta che alla fin fine, chi l'amava, l'accettava per quella ch'era. Alla fin dei conti era successo così anche con Jessica, no? Lei aveva rovesciato un bicchiere addosso alla ragazza, a quei tempi incinta, ed ora erano grandi amiche.
Però, quei momenti di scherzo e spensieratezza, vissuti con Blake, avevano una sfumatura totalmente differente rispetto ai soliti. Con lui tutto era diverso e poi, vedere le sue facce meravigliose, la faceva innamorare sempre di più.
Quando le loro labbra si scambiarono il calore dell'amore, Lilith quasi si sentiva in difficoltà, pensando a quello che aveva architettato.
Ma ora, non poteva mica tirarsi indietro, eh!
Mentre parlava, buttava un occhio a Blake e un'occhiata verso il basso, per cercare di non ridere. Lo vedeva sbiancare man mano che parlava, e si sarebbe fermata se non fosse che lui guardò la sua pancia e lei, quasi istintivamente, fece lo stesso. Stava per dirgli che scherzava, quando la sua voce ritornò a suonare, come se fosse tornato il respiro al povero Opale. Lilith sgranò gli occhi e schiuse le labbra, pronta a fermare quello scherzo, ma le sue parole sembravano quasi una provocazione a farla continuare. Sentì la sua mano sul ventre e Lilith posò la propria su quella del ragazzo «Mi chiedo: si è mai pronti per una terza vita? Alla fin dei conti potremmo non essere mai pronti nella nostra testa. Poi una volta con la creatura in mano... beh, tutto viene da sé.» - sollevò lo sguardo a guardare negli occhi Blake e quasi voleva scoppiare a ridere «Dici che avrà le squame o le piume?» - domandò, quasi seria, in un sussurro, come se stesse parlando ancora di loro figlio «Lo accetterai anche se sarà squamato, vero?» - disse, per poi, col mento, indicare il proprio uovo sul banco accanto a Blake.
Era pronta alla sua furia, ma non poteva sicuramente valere quanto il suo bellissimo viso terrorizzato dall'idea di diventare padre.La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.©. -
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.Lilith Clarke
Dioptase-Prefetto | Metamorphomaga | StatVedeva vibrare ogni singola vena di quel volto così perfetto del proprio ragazzo, mentre sapeva che stava per esplodere, che il vulcano MontBlake stava per eruttare. Lilith non voleva farlo arrabbiare sulla questione del padre, ma era chiaro che non potesse escludere che fosse davvero bello quando si arrabbiava. Inoltre, lei non aveva mica nascosto il suo uovo, era lì, in bella vista e se Blake fosse stato un minimo più attento alle cose che gli stavano intorno, avrebbe potuto fare due più due e capire che si trattava di quel parto, e non del suo. Ma sapeva anche benissimo quanto questi giochi di logica fossero più nelle sue corde, che in quelle di Blake. Lilith vedeva Blake un po' come il braccio della coppia, la parte forte e pratica di loro due. Forse era anche per questo che si completavano. A lei piaceva ragionare e scrivere e riflettere, l'avrebbe potuto fare per ore; lui - invece - era il cavaliere che l'avrebbe salvata impavido, a bordo del suo cavallo, con la spada in mano, correndo contro il nemico, attraversando muri di fuoco e ... ok, basta fantasticare, cara Lilith.
Scrollò le spalle, con un sorriso innocente sul volto, nemmeno troppo programmato «E va bene, scusa. Però il mio uovo è sempre stato qui e non l'ho mica nascosto. Potevi capire che era riferito a lui!» - gli fece una linguaccia, cercando poi di afferrargli la punta del naso «Mi perdoni, B.?» - gli chiese, calando il tono di voce e anche lo sguardo, quasi sembrando un cane bastonato alla ricerca di un paio di braccia calde in cui rifugiarsi.
La sua affermazione sull'indirizzo non la sconvolse più di tanto. Aveva sempre avuto dubbi a riguardo, sulla scelta di Blake, ma sapeva quanto testardo fosse l'Opale, che doveva sbatterci la testa da solo «Sono d'accordo.» - disse lei, lapidale e quasi inaspettatamente. Forse Blake si aspettava che sclerasse, si aspettava una sfuriata sul fatto che aveva avuto sempre ragione. Ma Lilith non lo fece «Credo sia molto più produttivo come indirizzo per te. Insomma, devi inseguire i tuoi sogni e nel nostro futuro non voglio una persona che abbia fatto delle scelte sbagliate solo per potermi stare accanto.» - il suo tono era dolce e caldo, mentre gli sorrideva amorevolmente «Hai già idea di quale sbocco professionale intraprendere, al termine della carriera accademica?» - inutile, Lilith Clarke era una scheggia quando si parlava di scuola e studio.
Chinò la testa sulla sua mano e aggrottò la fronte, vedendo che tremava e poi risalì al suo volto quando sbuffò.
Alzò gli occhi al cielo, sbuffando anche lei «Suvvia, Blake, ti ho già chiesto scusa. E poi, io non ti ho mica detto Blake avremo un figlio. Ho parlato di diventare tre ed è vero! I primi tempi, qualsiasi cosa esca da quell'uovo, passera tanto tempo con noi, non posso mica lasciarlo da solo, andrà sfamato, scaldato e coccolato come se fosse un essere umano.» - disse, incrociando le braccia al petto. Aveva scelto bene ogni parola, precedentemente, cercando di rimanere vaga su chi fosse la terza che incombeva, ma non aveva mai proferito la parola figlio.La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.©. -
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.Lilith Clarke
Dioptase-Prefetto | Metamorphomaga | StatCi era andata giù pesante, doveva ammetterlo, ma Lilith sapeva quando era il caso di chiedere scusa e questa volta era una di quelle volte.
Inoltre, aveva mille assi nella manica per farsi perdonare da Blake e lui sembrava aver colto al balzo la situazione. Era strano come in quell'aula riuscivano tutti e due a farsi strada verso le loro più importanti tappe della vita: lì si erano conosciuti, lì le aveva detto ti amo, poi il ritardo e ora il cambio di indirizzo. Insomma, quella stanza avrebbe potuto essere il luogo perfetto dove celebrare il loro matrimonio, se solo avessero voluto.
Sentì le sue labbra e quando il bacio non arrivò, Lilith storse un po' il naso. Le dita della sua mano iniziarono a giocare sul petto di Blake mentre lo sentiva parlare «Sai bene che posso fare più di questo per farmi perdonare...» - lo stuzzicò appena, senza allontanarsi dalle sue labbra e anzi, leccandole con la punta della lingua non appena terminò la frase.
Roteò gli occhi al cielo per la sua affermazione «Dovresti essere contento, Barnes. Sono d'accordo con te e ti ho chiesto scusa. Ben due medaglie sul tuo petto in questa data così speciale.» - il suo era ancora un sussurro ravvicinato.
Era serena con lui ed era strano, visto tutto quello che l'anno precedente avevano passato. Questo era iniziato davvero molto meglio e Lilith doveva dirsi soddisfatta del fatto che non stessero litigando così tanto spesso (povera, non sai che ti aspetta è.é).
Lo ascoltò davvero interessata e le dita affusolate della sua mano, si allungarono ad accarezzarne la pelle del viso «Credo che dovresti farlo, Blake. Suvvia, non prendiamoci in giro: non sei portato per seguire le regole di nessuno, se non le tue. Il mondo dello spettacolo fa per te, la musica è la tua passione e sei bravissimo a comporre; inseguiamo quel sogno. Puoi fare molto più di quel che credi. Un'etichetta discografica. Ecco, potresti aprire la tua etichetta discografica, sono certa che puoi fare della tua passione, il tuo lavoro. E credo che debba essere così. Non fare mai, nella vita, qualcosa che vogliono gli altri.» - nonostante la gelosia nel vedere mucchi di ragazzine ormonate per Blake, Lilith sapeva che era impossibile trovare qualcosa di più azzeccato che la strada della musica. Era ciò che Blake amava fare, qualcosa che non gli sarebbe pesato «Qualsiasi cosa tu decida di fare, io ti sarò accanto, Blake.» - gli sorrise appena.
Ancora le iridi di ghiaccio si mossero fingendo esasperazione «Sai? Pensavo che ci avessi fatto già una frittata con quello.» - disse facendogli un occhiolino sarcastico.
«Sì, è quello che voglio essere.» - chinò di poco lo sguardo verso il pavimento. «E quindi, adesso non ci sarà più nessuno che mi distrae durante le lezioni, eh?» - rise, un po' malinconica all'idea che non si sarebbero più trovati con gli stessi orari e con le stesse materie.La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.©. -
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Sambuca era decisamente un nome gradevole, in fondo adatto sia a una creatura di sesso maschile che a una di sesso femminile. Durante la vostra conversazione l'uovo emette un piccolo sussulto che lo fece spostare di qualche centimetro. Dopo pochi secondi ne seguì un secondo. A seguito di quest'ultimo dalla superfice alta si cominciarono a formare alcune sottili crepe, diventando poi sempre più evidenti fino a formare dei veri e propri buchi.
Dai fori posti in alto sbucò una testolina. La creatura guardò Blake con due occhioni intensi. Li batté due volte, dopodiché con un rapido movimento uscì dall'uovo, rompendo il resto del guscio.
L'aspetto era inconfondibile: si trattava di una fata. La si riconosceva dalla stazza estremamente piccola, dal volto umanoide e dalle ali che però ancora non le permettevano di volare. Tecnicamente i loro colori variavano nella vasta gamma delle sfumature di rosa, ma questa era blu sia nei capelli che nelle ali. Si avvicinò al black opal tentando poi di stringere l'estremità di un suo dito tra le braccia.
Note sull'esemplare:
- Solitamente le fate sono creature estremamente volubili e per attirare la loro attenzione è consigliato su tutti i manuali di far leva sul loro ego, convincendole con complimenti riguardo il loro aspetto. Sambuca, a differenza degli altri membri della sua specie, è estremamente affettuosa nei confronti del suo padrone. Cercherà sempre manifestazioni d'affetto da parte sua.
- Potrai dire che comincerà a volare in seguito alla conclusione di tre role che farai con lei presente. Fino ad allora potrà camminare o, se lo vorrai, traportarla tu stesso.
- Non entra facilmente in empatia con le altre fate, considerando quelle più vanitose come delle creature a cui star alla larga. Con gli altri animali invece non presenta nessun tipo di anomalia.
- Non avrà mai problemi a rispettare i tuoi ordini, tuttavia è una golosona. Dopo aver eseguito un tuo comando al meglio delle sue possibilità si aspetta sempre una bacca come premio.. -
.Lilith Clarke
Dioptase-Prefetto | Metamorphomaga | StatI baci di Blake, il suo tocco e ogni suo sorriso erano quella droga che la facevano sentire viva, come se non potesse farne a meno e ne voleva sempre di più. Avevano fatto tanti passi insieme e quella che stavano vivendo era una relazione che per Lilith non aveva segreti, né dispiaceri. Quell'anno sembrava essere iniziato nel migliore dei modi e non si stava preoccupando che potesse andare in rotoli di lì a poco, perché nella sua testa, niente avrebbe potuto rovinare quello che avevano.
Si godette quel bacio pieno di Blake e respirò il profumo della sua pelle, socchiudendo appena appena gli occhi. «Sono certa che tu abbia le capacità di arrivare ovunque con la musica, B. e io ti sarò accanto, se vorrai. L'idea della band mi piace, so che ci sono molti studenti che suonano strumenti e alcuni sono davvero bravi. Potresti fare delle vere e proprie selezioni, non credi?» - intervallare i loro discorsi con quei baci era come riprendere fiato e riempire i polmoni di aria pura. Sorrise a quella presa in giro «Pensa, c'è chi dice il contrario e mi vede più bella quando tu non ci sei.» - lo canzonò, ghignando un pochino e prendendosi gioco della sua piccola gelosia.
«Sambuca?» - rise appena con dolcezza, trovando quell'idea così folle ma allo stesso tempo bellina, che quasi le si fecero gli occhi lucidi «Penso che sia davvero un nome folle, ma perfetto, sai? Ah, non saprei. Forse sono uova di ---» - si fermò, guardando l'uovo che ebbe un sussulto. Sgranò gli occhi e «B. ehm... credo che il tuo uovo...» - la sfera sussultò ancora e iniziò a creparsi. Lilith ampliò il suo sorriso e afferrò la mano di Blake, quasi come se quello fosse un vero parto.
«Sambuca!» - disse Lilith, osservando la fatina sbucare da quell'uovo. «Uova di fata? Fantastico.» - mormorò guardando il suo che ancora non si era schiuso.
Sorrise al ragazzo, donandogli un bacio sulla guancia «Auguri per la tua fatina, B.» - disse appena appena in un sussurro «Direi che oltre a farmi perdonare, dovrei anche aiutarti a festeggiare questa nuova creatura... ci vediamo più tardi, ho in mente qualcosa.» - gli fece un occhiolino complice «Ciao Sambuca, benvenuta in famiglia!» - disse, per poi prendere il suo uovo e uscire dalla stanza.La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.©. -
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