Ti presento nostro figlio.

Blake {uovo 2/3}

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    Lilith Clarke
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    Non basta scopare bene per essere una coppia.
    Sì, era arrivato quel momento dell'anno giusto per far prendere un po' di paura a Blake, che sembrava essere fin troppo tranquillo, in questo periodo, e lei aveva l'immensa voglia di vederlo sbiancare davanti a quello che gli stava per dire.
    Girava con il suo uovo, ormai da mesi e per tale motivo aveva deciso di presentare al proprio fidanzato il loro futuro... figlio.
    Mentre raccontava storie di quando il suo papà si fosse arrabbiato, di come avevano sempre fatto pace e cose così, a quel povero guscio che non sapeva cosa gli aspettava una volta schiuso, Lilith mandò un messaggio a Blake «Ci vediamo nella nostra aula.» - sì, ormai l'aula in disuso era diventata la loro aula, perché ogni momento importante l'avevano diviso tra quella stanza e quella multimediale, quindi erano i loro posti e nessuno avrebbe potuto cambiare quell'idea che appartenessero ai due ragazzi.
    Lei arrivò per prima, quindi poggiò il suo uovo su uno dei banchi centrali e iniziò a parlare con la sfera «Giuro che cercherò di non farlo arrabbiare troppo, non voglio che tu senta le sue urla ancora prima di nascere.» - rideva divertita, perché quello che aveva in mente era decisamente fuori da ogni scheda di immaginazione «Ormai dovrebbe essere quasi arrivato, ne sentirai delle belle.» - disse accarezzandolo appena, con una voce tanto dolce quanto materna.
    Ormai passava buona parte della giornata a prendersi cura di quell'esserino non ancora nato e questo era Sì, era arrivato quel momento dell'anno giusto per far prendere un po' di paura a Blake, che sembrava essere fin troppo tranquillo, in questo periodo, e lei aveva l'immensa voglia di vederlo sbiancare davanti a quello che gli stava per dire.
    Girava con il suo uovo, ormai da mesi e per tale motivo aveva deciso di presentare al proprio fidanzato il loro futuro... figlio.
    Mentre raccontava storie di quando il suo papà si fosse arrabbiato, di come avevano sempre fatto pace e cose così, a quel povero guscio che non sapeva cosa gli aspettava una volta schiuso, Lilith mandò un messaggio a Blake «Ci vediamo nella nostra aula.» - sì, ormai l'aula in disuso era diventata la loro aula, perché ogni momento importante l'avevano diviso tra quella stanza e quella multimediale, quindi erano i loro posti e nessuno avrebbe potuto cambiare quell'idea che appartenessero ai due ragazzi.
    Lei arrivò per prima, quindi poggiò il suo uovo su uno dei banchi centrali e iniziò a parlare con la sfera «Giuro che cercherò di non farlo arrabbiare troppo, non voglio che tu senta le sue urla ancora prima di nascere.» - rideva divertita, perché quello che aveva in mente era decisamente fuori da ogni scheda di immaginazione «Ormai dovrebbe essere quasi arrivato, ne sentirai delle belle.» - disse accarezzandolo appena, con una voce tanto dolce quanto materna.
    Ormai passava buona parte della giornata a prendrsi cura di quell'esserino non ancora nato e questo era soddisfacente per la dioptasia, quasi come se si fosse fatto strada quell'istinto materno che lo scorso anno l'aveva fatta sclerare al solo pensiero di avere un frignante mini-Blake in giro per le scatole.
    Si trovò di nuovo a ridere davanti a quel guscio, come se la marachella che stava preparando al suo ragazzo, fosse qualcosa di così tanto divertente da non riuscirsi a trattenere. In effetti, per Lilith era un sacco divertente, ma lo sarebbe stato per Blake? Sapeva che fosse probabile che quello che voleva fare lo avrebbe mandato in crisi, però non poteva certo fermarsi ora, anche perché l'eccitazione di vedere la sua faccina perfetta sbiancare, era troppo alta.
    «Questo gli farà prendere un accidenti, lo so.» - ripeteva a se stessa e all'uovo «Quando nascerai te lo racconterò e ci riderai con me, ne sono sicuro. Che poi... chissà se saprai ridere!» - arricciò il naso, quasi riflettendo su un qualcosa che ancora non aveva pensato fosse possibile. L'essere che era lì dentro, sarebbe stato capace di parlare?
    E cosa avrebbe dato da mangiare a quella creatura? Insomma, i bambini si allattavano, ma lei non sapeva nemmeno cosa stava crescendo in quel guscio. E se Seth avesse tentato di mangiarlo? Quella era una delle paure peggiori che la ragazzina aveva, il suo gatto non era proprio socievole con le altre creature: Lennox ancora ricorda quanto grande fosse la bocca del felino, quando in un solo boccone lo aveva acciuffato e lui, povera pallina di pelo, si era chiuso su se stesso. Lilith ci aveva messo un po' per tirarcelo fuori, ma rimase comunque sbalordita dal fatto che il gatto non le avesse mangiato il criceto.
    «Quando arriverai, dovrai imparare a star lontano da Seth.» - disse all'uovo, pensandoci dopo che non sapeva se fosse femminuccia o maschietto «O lontana, qualora avessimo un bellissimo fiocco rosa appeso dietro la nostra porta.» - rise, mentre aspettava il suo amato Blake Barnes, che non era minimamente pronto a quello che lo aspettava.
    La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.
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    Blake Barnes
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    Per lui vedere Lilith Clarke era sempre un'infinita gioia. Il fatto era che ogni volta che la vedeva succedeva sempre qualcosa di nuovo. Non riusciva ad annoiarsi con lei, e sapeva che era quella giusta. Non era certamente uno di quei ragazzi che lo dimostravano con affetto ed amore incondizionato, ma già il fatto che la trattava come suo pari era già una dimostrazione d'affetto e di amore immenso visto e considerato quanto Blake non considerasse suo pari nessuno. Era da apprezzare no? Certo era che alla fine della fiera e di quella giornata Blake si sarebbe ucciso da solo, ma per il momento non aveva nessuna idea di quello che doveva succedere con la ragazza, quindi prese il suo uovo, che lo chiamava tutti i giorni con un nome di alcoico diverso, per poi tornare sempre a Sambuca, ed andò dalla sua ragazza dopo aver letto il suo messaggio. Si, forse era ora che passavano un pò di tempo insieme visto che non faceva altro che studiare, allenarsi, fare i compiti e dormire! Ecco si, Blake, ultimament rigava veramente dritto, il fatto era che alla fine della giornata era stanco e non vedeva l'ora di dormire, invece gli altri anni non avrebbe fatto altro che strasgredire ed andare fuori in giro per la scuola a fare qualche casino. Comunque, era ottobre e quel mese era sempre molto particolare per il sottoscritto visto e considerato che il mese precedente era stato un inferno. Un inferno sceso in terra per il biondino. Comunque adesso era passato e non aveva nessuna intenzione di rivivere quei momenti. Andò quindi immediatamente nell'aula in disuso. Ehi! Disse poi entrando e vedendola li, con qualcosa in mano... Con chi stai parlando? Aggiunse ancora guardandosi intorno. La prima volta che aveva incontrato Lilith in quell'aula le aveva guardato bellamente il sedere e fatto i complimenti per le sue mutandine, chi lo avrebbe mai detto che alla fine si sarebbe ritrovato ad amare così tanto quella riccia perfettina? Chi lo avrebbe mai detto che Blake Barnes si era innamorato davvero? Era qualcosa a cui ancora non riusciva a credere neanche lui, alla fine era successo e basta e forse era successo talmente tanto in fretta che ancora non realizzava veramente quello che gli era accaduto, quello che realmente significava tutto quello. E poi lui e Lilith sarebbero stati per sempre legati. Ne era convinto. Potevano litigare ed allontanarsi quanto volevano, ma alla fine della situazione si sarebbero sempre e comunque ritrovati. Era così che andavano le cose tra di loro. Comunque, si avvicinò a lei e le diede un dolce bacio sulle labbra.
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    Non basta scopare bene per essere una coppia.
    Poco prima che Blake arrivasse, Lilith aveva già pregustato il suo sguardo perso, mentre gli diceva che ora le cose sarebbero dovute cambiare, che adesso non sarebbero più stati in due, ma in tre e tutte quelle che cose che una donna direbbe ad un uomo per farlo scappare il prima possibile in un posto sperduto, sapendo di essere padre di una creatura venuta fuori da una notte di passione. E Lilith e Blake, le notti di passione le conoscevano più che bene, no? Quindi era plausibile che nel momento in cui Blake entrò, Lilith si stesse accarezzando la pancia, quasi come se realmente stesse aspettando un bambino. Insomma, accarezzava il ventre che avrebbe portato alla luce loro figlio, quello che l'avrebbe custodito e protetto per nove lunghissimi mesi. Era chiaro che la riccia lo stesse accarezzando, no?
    Quando sentì la voce di Blake, Lilith sussultò ma non tolse le mani dalla pancia, sorridendo dolcemente al ragazzo e chinando lo sguardo appena appena verso il basso, quasi incerta se rispondere a quella domanda o meno. Ricambiò il bacio, quindi si strinse nelle spalle «Sono felice che tu sia arrivato così presto, Blake... non stavo più nella pelle, dovevo assolutamente dirti questa cosa il prima possibile...» - quindi le sue mani si spostarono dalla pancia, a quelle di Blake, tentando di affferrarle dolcemente, piantando i suoi occhi color cristallo in quelli del ragazzo che amava. «... non saremo più in due, amore. Saremo... in tre.» - disse la ragazzina con un sorriso splendente sul volto.
    La cosa bella? Che non disse assolutamente che il terzo sarebbe stato un esserino magico proveniente dall'uovo a cui si era preoccupata di far dare le spalle a Blake. Non aveva la minima intenzione di far finire quello scherzo così presto e voleva vedere la paura e il terrore nel volto favoloso di Blake. Almeno per un nanosecondo e divertirsi un pochino.
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    Blake Barnes
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    Aveva portato anche lui il suo uovo che sapeva essere quasi pronto a schiudersi, o comunque sperava e credeva sia perchè non vedeva l'ora di riuscire a capire cosa ci fosse al suo interno sia perchè dormire con Ares e l'uovo nel letto cominciava ad essere veramente scomodo. Posò il suo uovo per terra mentre si avvicinava a Lilith e quando ricambiò il bacio sorrise tra le sue dolci labbra. Non fece moltissimo caso al fatto che si stesse accarezzando la pancia ma giusto perchè, alla fine Blake era una persona poco attenta agli altri e sopratutto non faceva caso a certi comportamenti in quanto non aveva nulla di cui temere, giusto? Sorrise vedendo la ragazza così sorridente, e sorrise anche lui di rimando anche se appena la ragazza cominciò a parlare Blake piano piano cominciava a perdere colore fino a quando gli disse che sarebbero stati in tre. Ecco, il problema, esattamente come un anno fa era sempre lo stesso. Blake non aveva avuto un padre ed aveva una paura di diventarlo e diventare come lui che Lilith non poteva neanche quantificare. Si morse il labbro ed abbassò lo sguardo sul ventre piatto di Lilith. Era ingrassata un pochetto e non se ne era reso conto? Eppure la toccava spesso certo che se ne sarebbe reso conto. Ma in quel momento sentiva il tipico suono del Ecg quando una persona non ha più battito cardiaco. Deglutì a vuoto ma non si spostò da vicino a lei. Bene! Fu l'unica cosa che davvero riuscì a dire, sapeva che non era il massimo e sapeva anche che magari ci sarebbe rimasta molto male, ma non sapeva veramente come gestire tutto quello. Insomma anche se siamo ancora in accademia, in accademia non è un posto sicuro, abbia avuto incontri strani, litighiamo sempre e non facciamo altro che andare a letto insieme... un bambino adesso sarebbe una benedizione! Si era assolutamente sarcastico, ma Blake era autentico. Era fatto in quel modo e non poteva cambiarsi da solo e forse nessuno avrebbe mai potuto cambiarlo. Infondo non sapeva davvero cosa altro dire e forse era meglio che si sedeva affianco alla fidanzata e stava zitto. Infondo... anche se alla fine aveva semplicemente detto la verità. Si morse il labbro e fece un respiro profondo posando la sua mano sulla pancia della ragazza e lasciandosi andare affianco a lei. Tu saresti davvero pronta? Chiese poi quasi sperando che anche lei non lo fosse. Era seriamente terrorizzato.
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    Non basta scopare bene per essere una coppia.
    Quando Lilith era di buon umore, si concedeva questi piccoli momenti di svago e di scherzo, che solo Blake poteva osservare e vivere, visto che non era una che li donava a tutti. Fuori dalla vista di Blake, nonostante fosse sempre la stessa, tendeva ad apparire la solita altezzosa del cavolo, piena di sé. Tuttavia aveva voglia, delle volte, di sembrare un po' meno antipatica, con scarsi risultati. Si era sempre detta che alla fin fine, chi l'amava, l'accettava per quella ch'era. Alla fin dei conti era successo così anche con Jessica, no? Lei aveva rovesciato un bicchiere addosso alla ragazza, a quei tempi incinta, ed ora erano grandi amiche.
    Però, quei momenti di scherzo e spensieratezza, vissuti con Blake, avevano una sfumatura totalmente differente rispetto ai soliti. Con lui tutto era diverso e poi, vedere le sue facce meravigliose, la faceva innamorare sempre di più.
    Quando le loro labbra si scambiarono il calore dell'amore, Lilith quasi si sentiva in difficoltà, pensando a quello che aveva architettato.
    Ma ora, non poteva mica tirarsi indietro, eh!
    Mentre parlava, buttava un occhio a Blake e un'occhiata verso il basso, per cercare di non ridere. Lo vedeva sbiancare man mano che parlava, e si sarebbe fermata se non fosse che lui guardò la sua pancia e lei, quasi istintivamente, fece lo stesso. Stava per dirgli che scherzava, quando la sua voce ritornò a suonare, come se fosse tornato il respiro al povero Opale. Lilith sgranò gli occhi e schiuse le labbra, pronta a fermare quello scherzo, ma le sue parole sembravano quasi una provocazione a farla continuare. Sentì la sua mano sul ventre e Lilith posò la propria su quella del ragazzo «Mi chiedo: si è mai pronti per una terza vita? Alla fin dei conti potremmo non essere mai pronti nella nostra testa. Poi una volta con la creatura in mano... beh, tutto viene da sé.» - sollevò lo sguardo a guardare negli occhi Blake e quasi voleva scoppiare a ridere «Dici che avrà le squame o le piume?» - domandò, quasi seria, in un sussurro, come se stesse parlando ancora di loro figlio «Lo accetterai anche se sarà squamato, vero?» - disse, per poi, col mento, indicare il proprio uovo sul banco accanto a Blake.
    Era pronta alla sua furia, ma non poteva sicuramente valere quanto il suo bellissimo viso terrorizzato dall'idea di diventare padre.
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    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Le parole della ragazza quasi lo fecero strozzare con la saliva. Ma era seria? Non gli era bastato il dramma che era successo quando aveva il inimo sospetto? Blake non era pronto a diventare padre perchè un madre come quello che aveva avuto non lo avrebbe augurato a nessuno. Non era pronto ad essere una persona migliore per una terza vita! Già era tanto che cominciava a controllare, di tanto in tanto, i suoi scatti d'ira, figuarsi se riusciva a prendersi cura di un esserino che, nei primi anni di vita, avrebbe dipeso completamente da lui! Lui che ancora riceveva la colazione a letto da suo fratello ogni domenica, lui che aveva la domestica anche per rifarsi il suo letto!Lui che fino a qualche mese fa andava a prendere a cazzotti qualsiasi persona diceva qualcosa di diverso da quello che pensava lui! No, era veramente fuori da ogni discussione ed il fatto che Lilith ci scherzava in maniera così leggera lo infastidiva. Possibile che non si mettesse nei suoi panni? Possibile che nonostante fosse l'unica a sapere qualcosa di suo padre, riusciva ad essere anche l'unica a non capire quanto lui ci stesse male ogni volta che si scherzava in quella maniera su quella cosa? Si morse il labbro ma quando la ragazzina guardò l'uovo, Blake fece quasi un sospiro di sollievo e non fece altro che prendere il suo e portarlo davanti alla ragazzina. Lo accetterò anche da squamato basta che non sia il mio o che non sia un umano! Clarke, smettila di farmi questi dannati scherzi! Sai benissimo che per me non lo sono e sai altrettanto bene quanto mi facciano stare male! Beh, aveva sempre sclerato su tutto con lei, non vedeva perchè doveva tratternesi in quella occasione. Si morse il labbro e scosse il capo. Adesso quasi non ci voleva stare in quella stessa stanza. Solo al pensiero del padre, solo al pensiero di diventare padre, lo rendevano nervoso, lo rendevano irascibile, instabile ed anche emotivamente provato. Le sue iridi celesti puntarono quelle altrettanto azzurre della ragazza. Credo che cambierò indirizzo. Prenderò Magisprudenza e Commercio. Non voglio fare l'auror, non voglio essere il sottoposto di qualcuno. Era meglio cambiare totalmente argomento prima che facesse qualcosa di cui si sarebbe pentito. Ma il fatto di non essere un bravo padre, di diventare come Jason Barnes ronzava oramai nella sua testa e la sua mano continuava a tremare come se nulla fosse. Era arrabbiato sopratutto con lei. Sbuffò. Guarda che un figlio non è un gioco! Non ce la faceva a non tornare su quell'argomento. Come poteva lei prenderla così alla leggera? Con Blake si poteva scherzare su tutto, tranne sul ruolo genitoriale. Era un nervo veramente scoperto per lui e non riusciva a fare a meno di innervosirsi era come per Lilith scherzare sul suo stupro! Blake non era stato violato nelle sue parti intime, ma era stato massacrato di botte, quindi nella sua dignità e nel suo orgoglio.
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    Non basta scopare bene per essere una coppia.
    Vedeva vibrare ogni singola vena di quel volto così perfetto del proprio ragazzo, mentre sapeva che stava per esplodere, che il vulcano MontBlake stava per eruttare. Lilith non voleva farlo arrabbiare sulla questione del padre, ma era chiaro che non potesse escludere che fosse davvero bello quando si arrabbiava. Inoltre, lei non aveva mica nascosto il suo uovo, era lì, in bella vista e se Blake fosse stato un minimo più attento alle cose che gli stavano intorno, avrebbe potuto fare due più due e capire che si trattava di quel parto, e non del suo. Ma sapeva anche benissimo quanto questi giochi di logica fossero più nelle sue corde, che in quelle di Blake. Lilith vedeva Blake un po' come il braccio della coppia, la parte forte e pratica di loro due. Forse era anche per questo che si completavano. A lei piaceva ragionare e scrivere e riflettere, l'avrebbe potuto fare per ore; lui - invece - era il cavaliere che l'avrebbe salvata impavido, a bordo del suo cavallo, con la spada in mano, correndo contro il nemico, attraversando muri di fuoco e ... ok, basta fantasticare, cara Lilith.
    Scrollò le spalle, con un sorriso innocente sul volto, nemmeno troppo programmato «E va bene, scusa. Però il mio uovo è sempre stato qui e non l'ho mica nascosto. Potevi capire che era riferito a lui!» - gli fece una linguaccia, cercando poi di afferrargli la punta del naso «Mi perdoni, B.?» - gli chiese, calando il tono di voce e anche lo sguardo, quasi sembrando un cane bastonato alla ricerca di un paio di braccia calde in cui rifugiarsi.
    La sua affermazione sull'indirizzo non la sconvolse più di tanto. Aveva sempre avuto dubbi a riguardo, sulla scelta di Blake, ma sapeva quanto testardo fosse l'Opale, che doveva sbatterci la testa da solo «Sono d'accordo.» - disse lei, lapidale e quasi inaspettatamente. Forse Blake si aspettava che sclerasse, si aspettava una sfuriata sul fatto che aveva avuto sempre ragione. Ma Lilith non lo fece «Credo sia molto più produttivo come indirizzo per te. Insomma, devi inseguire i tuoi sogni e nel nostro futuro non voglio una persona che abbia fatto delle scelte sbagliate solo per potermi stare accanto.» - il suo tono era dolce e caldo, mentre gli sorrideva amorevolmente «Hai già idea di quale sbocco professionale intraprendere, al termine della carriera accademica?» - inutile, Lilith Clarke era una scheggia quando si parlava di scuola e studio.
    Chinò la testa sulla sua mano e aggrottò la fronte, vedendo che tremava e poi risalì al suo volto quando sbuffò.
    Alzò gli occhi al cielo, sbuffando anche lei «Suvvia, Blake, ti ho già chiesto scusa. E poi, io non ti ho mica detto Blake avremo un figlio. Ho parlato di diventare tre ed è vero! I primi tempi, qualsiasi cosa esca da quell'uovo, passera tanto tempo con noi, non posso mica lasciarlo da solo, andrà sfamato, scaldato e coccolato come se fosse un essere umano - disse, incrociando le braccia al petto. Aveva scelto bene ogni parola, precedentemente, cercando di rimanere vaga su chi fosse la terza che incombeva, ma non aveva mai proferito la parola figlio.
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    Ed eccoli li, di nuovo insieme e sempre insieme come ogni coppia normale. Peccato che non lo erano affatto e peccano non erano persone che riuscivano veramente a fare qualcosa di normale. Non c'era che dire Blake non era una persona logica e sopratutto non aveva contezza di quanto Lilith lo fosse. Non aveva neanche riflettuto al fatto che potesse parlare del suo uovo o anche del proprio uovo. Perchè per lui, ogni volta, che si nominava una terza persona, era come se fosse implicito parlare di figli e lui non voleva essere padre. lo aveva capito benissimo quando lei aveva avuto un ritardo. Sicuramente Lilith era l'unica persona che poteva levargli quel traoma, ma non era il momento. Doveva ancora cercare di capire come non andare nel panico più totale quando vedeva suo padre lontano un miglio o anche solo quando lo si nominava. Il problema principale della questione era proprio suo padre. Blake non aveva paura di niente e di nessuno, ma quando Jason Barnes era nelle vicinanze allora Blake diventava un'altra persona. Non sapeva dire se riusciva ad essere più forte oppure si sentiva ancora quel bimbo piccolo che prendeva le botte, sapeva solamente che quando c'era suo padre in giro o si parlava di lui o qualcosa che la sua testa poteva associare a quella persona, andava nel panico più totale ed un senso di inadeguatezza e disagio lo divorava completamente. Si morse più volte il labbro e quando lei gli chiese di essere perdonata si sporse un pò verso le sue labbra. Oh... dovrai fare di più di questo per farti perdonare! Aggiunse poi sorridendole e sfiorando le sue labbra in maniera maliziosa. Non la baciò. non era necessario farlo, ma il suo corpo si avvicinò notevolmente a quello della riccia. Il suo uovo era sempre li, per terra affianco a lui. Davvero sei d'accordo? Devo segnarmi questo giorno sul calendario? Chiese poi ridacchiando prima di darle un bacio sulla guancia per poi ritirarsi appena da vicino a lei. Io? Ancora non lo so, ma sicuramente mi piacerebbe diventare un musicista, forse è ora che il mondo conosca le mie doti canore e musicali! Ammise poi stringendosi appena nelle spalle e cercando di mandare via quel senso di ... non sapeva neanche lui come definirlo. Sapeva solamente che era ora di cercare di pensare un pò più positivo e concentrarsi sulla bellezza che aveva davanti. Possiamo parlare di altro? Insomma mi hai chiesto scusa,scuse accettate, adesso basta. Diventava più aspra la sua voce quando si affrontavano certi discorsi, più fredda e sicuramente molto più distaccata. Non era neanche qualcosa che riusciva a controllare, ma era evidente che davvero voleva cambiare argomento. E comunque avresti dovuto dire che saremmo stati in quattro visto e considerato che anche io ho un uovo! Aggiunse poi facendole una linguaccia e cercando di calmare tutto quello che stava provando. Diciamo, comunque, che con lei era facile. Averla vicino sicuramente voleva dire essere tranquilli e godersi un massaggio da lontano. La sua presenza era qualcosa di anestetico per il piccolo Barnes e sapeva che questa cosa non sarebbe cambiata facilmente, almeno non per lui. Tu invece hai deciso di essere un'auror a tutti i costi? Praticamente non si sarebbero incrociati mai nella stessa casa, ma questo pensiero lo tenne per se. Non voleva scoraggiarla, in fondo lei con lui non lo aveva mai fatto!
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    Ci era andata giù pesante, doveva ammetterlo, ma Lilith sapeva quando era il caso di chiedere scusa e questa volta era una di quelle volte.
    Inoltre, aveva mille assi nella manica per farsi perdonare da Blake e lui sembrava aver colto al balzo la situazione. Era strano come in quell'aula riuscivano tutti e due a farsi strada verso le loro più importanti tappe della vita: lì si erano conosciuti, lì le aveva detto ti amo, poi il ritardo e ora il cambio di indirizzo. Insomma, quella stanza avrebbe potuto essere il luogo perfetto dove celebrare il loro matrimonio, se solo avessero voluto.
    Sentì le sue labbra e quando il bacio non arrivò, Lilith storse un po' il naso. Le dita della sua mano iniziarono a giocare sul petto di Blake mentre lo sentiva parlare «Sai bene che posso fare più di questo per farmi perdonare...» - lo stuzzicò appena, senza allontanarsi dalle sue labbra e anzi, leccandole con la punta della lingua non appena terminò la frase.
    Roteò gli occhi al cielo per la sua affermazione «Dovresti essere contento, Barnes. Sono d'accordo con te e ti ho chiesto scusa. Ben due medaglie sul tuo petto in questa data così speciale.» - il suo era ancora un sussurro ravvicinato.
    Era serena con lui ed era strano, visto tutto quello che l'anno precedente avevano passato. Questo era iniziato davvero molto meglio e Lilith doveva dirsi soddisfatta del fatto che non stessero litigando così tanto spesso (povera, non sai che ti aspetta è.é).
    Lo ascoltò davvero interessata e le dita affusolate della sua mano, si allungarono ad accarezzarne la pelle del viso «Credo che dovresti farlo, Blake. Suvvia, non prendiamoci in giro: non sei portato per seguire le regole di nessuno, se non le tue. Il mondo dello spettacolo fa per te, la musica è la tua passione e sei bravissimo a comporre; inseguiamo quel sogno. Puoi fare molto più di quel che credi. Un'etichetta discografica. Ecco, potresti aprire la tua etichetta discografica, sono certa che puoi fare della tua passione, il tuo lavoro. E credo che debba essere così. Non fare mai, nella vita, qualcosa che vogliono gli altri.» - nonostante la gelosia nel vedere mucchi di ragazzine ormonate per Blake, Lilith sapeva che era impossibile trovare qualcosa di più azzeccato che la strada della musica. Era ciò che Blake amava fare, qualcosa che non gli sarebbe pesato «Qualsiasi cosa tu decida di fare, io ti sarò accanto, Blake.» - gli sorrise appena.
    Ancora le iridi di ghiaccio si mossero fingendo esasperazione «Sai? Pensavo che ci avessi fatto già una frittata con quello.» - disse facendogli un occhiolino sarcastico.
    «Sì, è quello che voglio essere.» - chinò di poco lo sguardo verso il pavimento. «E quindi, adesso non ci sarà più nessuno che mi distrae durante le lezioni, eh?» - rise, un po' malinconica all'idea che non si sarebbero più trovati con gli stessi orari e con le stesse materie.
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    Blake Barnes
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    Lilith era per lui un rifugio sicuro. Era una ragazza spettacolare e al contrario di lui aveva una vita spettacolare e sopratutto lineare. Avrebbe voluto essere un pò come lei ed avere quell'integrità morale e sopratuto emotiva che lei aveva. nonostante avesse passato delle brutte situazioni prima, era rimasta sepre con il sorriso ed una volta passato tutto, aveva anche cercato di andare avanti e la cosa sorprendente era che ci era riuscita. Blake ancora soffriva per qualcosa del suo passato e viveva costantemente in un limbo che lo teneva a galla. Oramai era la sua normalità ed oramai era anche qualcosa che non gli pesava più di tanto. Sorrise appena alle sue parole ed il suoa vvicinarsi lo fecero calmare totalmente. Ovviamente la questione del diventare padre era sempre qualcosa che lo colpiva particolarmente ma non riusciva davvero a stare arrabbiato con lei per troppo tempo. Oramai erano veramente una coppia e per quanto Blake sapeva che tenergli nascosto quello che era successo con Jessica era qualcosa di incredibilmente sbagliato, non voleva rovinare tutto quello. Perchè doveva rinunciare a Lilith quando quella situazione era passata e sopratutto, quella situazione era accaduta in un momento in cui neanche stavano insieme! Non erano in pausa ne tanto meno sapeva che lei sarebbe tornata. Si morse il labbro e poi lo morse a lei baciandola con il suo solito modo di fare tra l'irruenza e la dolcezza e poi ridacchiò. Oh, sarebbe carino. Un'etichetta discografica dove sono io a scegliere e decidere chi e cosa viene pubblicato e come, in quali tempi. Mi piace. Potrei davvero pensarci!Ma per il momento sto cominciando a pensare a voler formare una Band. Magari qui a scuola. é una cosa carina! Aggiunse poi pensandoci su prima di essere ancora una volta distratto dalle sue labbra e dalla sua immensa bellezza. Quando sei vicino a me sei più bella! Non pensavo di fare questo strano effetto! la prese in giro prima di rimettersi seduto per bene e guardare l'uovo.Ehi! Credo di avergli dato anche un nome! L'ho chiamato Sambuca e se sarà femminuccia... non lo so, credo che il nome rimarrà invariato! Ma spero che sia.. non so! Secondo te che uova sono? Chiese poi sorridendole ancora. Ecco, adesso il clima era più disteso e rilassato ed andava molto meglio. Non voleva ripensare a niente del suo passato, ben che meno a suo padre. Avevao le uova uguali visto che erano finiti nella stessa squadra. Ecco quella lezione gli era piaciuta particolarmente. Peccato che era stata rovinata da... ecco neanche se lo ricordava in effetti. No... non ti distrarrò più durante le lezioni, ma dopo le lezioni... e si, dovresti farti perdonare in qualche modo! Perchè alla fine della fiera tutti quanti dovevano farsi perdonare e lui invece ne rimaneva sempre completamente immune? C'era mai una volta che doveva essere lui quello a fare qualcosa per qualcuno?
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    Gli Snasi
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    SodH



    Sambuca era decisamente un nome gradevole, in fondo adatto sia a una creatura di sesso maschile che a una di sesso femminile. Durante la vostra conversazione l'uovo emette un piccolo sussulto che lo fece spostare di qualche centimetro. Dopo pochi secondi ne seguì un secondo. A seguito di quest'ultimo dalla superfice alta si cominciarono a formare alcune sottili crepe, diventando poi sempre più evidenti fino a formare dei veri e propri buchi.
    Dai fori posti in alto sbucò una testolina. La creatura guardò Blake con due occhioni intensi. Li batté due volte, dopodiché con un rapido movimento uscì dall'uovo, rompendo il resto del guscio.
    L'aspetto era inconfondibile: si trattava di una fata. La si riconosceva dalla stazza estremamente piccola, dal volto umanoide e dalle ali che però ancora non le permettevano di volare. Tecnicamente i loro colori variavano nella vasta gamma delle sfumature di rosa, ma questa era blu sia nei capelli che nelle ali. Si avvicinò al black opal tentando poi di stringere l'estremità di un suo dito tra le braccia.

    Note sull'esemplare:
    - Solitamente le fate sono creature estremamente volubili e per attirare la loro attenzione è consigliato su tutti i manuali di far leva sul loro ego, convincendole con complimenti riguardo il loro aspetto. Sambuca, a differenza degli altri membri della sua specie, è estremamente affettuosa nei confronti del suo padrone. Cercherà sempre manifestazioni d'affetto da parte sua.
    - Potrai dire che comincerà a volare in seguito alla conclusione di tre role che farai con lei presente. Fino ad allora potrà camminare o, se lo vorrai, traportarla tu stesso.
    - Non entra facilmente in empatia con le altre fate, considerando quelle più vanitose come delle creature a cui star alla larga. Con gli altri animali invece non presenta nessun tipo di anomalia.
    - Non avrà mai problemi a rispettare i tuoi ordini, tuttavia è una golosona. Dopo aver eseguito un tuo comando al meglio delle sue possibilità si aspetta sempre una bacca come premio.


     
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    Lilith Clarke
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    Non basta scopare bene per essere una coppia.
    I baci di Blake, il suo tocco e ogni suo sorriso erano quella droga che la facevano sentire viva, come se non potesse farne a meno e ne voleva sempre di più. Avevano fatto tanti passi insieme e quella che stavano vivendo era una relazione che per Lilith non aveva segreti, né dispiaceri. Quell'anno sembrava essere iniziato nel migliore dei modi e non si stava preoccupando che potesse andare in rotoli di lì a poco, perché nella sua testa, niente avrebbe potuto rovinare quello che avevano.
    Si godette quel bacio pieno di Blake e respirò il profumo della sua pelle, socchiudendo appena appena gli occhi. «Sono certa che tu abbia le capacità di arrivare ovunque con la musica, B. e io ti sarò accanto, se vorrai. L'idea della band mi piace, so che ci sono molti studenti che suonano strumenti e alcuni sono davvero bravi. Potresti fare delle vere e proprie selezioni, non credi?» - intervallare i loro discorsi con quei baci era come riprendere fiato e riempire i polmoni di aria pura. Sorrise a quella presa in giro «Pensa, c'è chi dice il contrario e mi vede più bella quando tu non ci sei.» - lo canzonò, ghignando un pochino e prendendosi gioco della sua piccola gelosia.
    «Sambuca?» - rise appena con dolcezza, trovando quell'idea così folle ma allo stesso tempo bellina, che quasi le si fecero gli occhi lucidi «Penso che sia davvero un nome folle, ma perfetto, sai? Ah, non saprei. Forse sono uova di ---» - si fermò, guardando l'uovo che ebbe un sussulto. Sgranò gli occhi e «B. ehm... credo che il tuo uovo...» - la sfera sussultò ancora e iniziò a creparsi. Lilith ampliò il suo sorriso e afferrò la mano di Blake, quasi come se quello fosse un vero parto.
    «Sambuca!» - disse Lilith, osservando la fatina sbucare da quell'uovo. «Uova di fata? Fantastico.» - mormorò guardando il suo che ancora non si era schiuso.
    Sorrise al ragazzo, donandogli un bacio sulla guancia «Auguri per la tua fatina, B.» - disse appena appena in un sussurro «Direi che oltre a farmi perdonare, dovrei anche aiutarti a festeggiare questa nuova creatura... ci vediamo più tardi, ho in mente qualcosa.» - gli fece un occhiolino complice «Ciao Sambuca, benvenuta in famiglia!» - disse, per poi prendere il suo uovo e uscire dalla stanza.
    La cosa bella dei rapporti è che ti dimentichi come sono iniziati.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.
     
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    Black Opal

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    Black Opal
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    Blake Barnes
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    Quando c'era Lilith di mezzo era sempre tutto estremamente bello. Era comse se Blake dimenticasse lamaggior parte della sua vita vissuta a prendere botte e non si rendeva neanche conto cosa stava costruendo. Blake era se stesso sempre anche quando doveva essere brutale. Non era una persona che risparmiava qualcosa a qualcuno, la vita gli aveva insegnato ad essere in quel modo ed in quel modo sarebbe stato per sempre. Era vero, era giovane, ma era ben temprato e non sapeva esattamente come riuscire a smussare i suoi angoli. Adesso, doveva bene capire che non era il fatto di capire come fare, il problema era che lui non voleva farlo! Sorrise alla sua dolce metà e la baciò ancora ed ancora. Davvero credi che in questa scuola ci sia qualcuno di capace? Insomma, a parte Jesse chi sa suonare per fare un disco? Chiese poi come al solito altezzoso e sentendosi quasi un dio della musica quando ancora doveva imparare un sacco di cose. LE sorrise e le fece una dolce carezza sul viso. E va bene, farò le selezioni a scuola, la band qui e mi farò consigliare dal provessor Olwen! La parola consigliare era stata scelta dal suo cervello in quanto la parola aiutare non era contemplata ne tanto meno lo sarebbe mai stata. Le diede un mozzico un pò più forte alla guancia e scosse il capo per quello che disse. Non scherzare nemmeno! Aggiunse poi baciandola di nuovo prima di essere distratto da un rumore dietro di loro. Alzò un sopracciglio e sgranò gli occhi. Oddio il suo esserino si stava schiudendo! Non ci poteva credere! Era emozionato ed afferrò allo stesso tempo la mano della ragazza sogghignando apertamente per la scelta del nome. Le starà benissimo, le fate sono così: hanno un retrogusto amarognolo ma a primo impatto sono fin troppo dolci! Sciolse la mano da quella di Lilith e si dedicò interamente alla nuova arrivata, porse la mano per prenderla e guardarla meglio. L'azò quindi all'altezza dei suoi occhi e poi le rivolse e le destinò un sorriso dolcissimo, forse un sorriso che nessuno aveva mai ricevuto dal Barnes. Benvenuta in famiglia!Aggiunse poi osservandola meglio. Aveva una fata, aveva qualcuno di cui prendersi cura. Doveva ammettere che questa cosa un pò lo spaventava,ma doveva affrontare comunque le sue paure, deveva cercare seriamente di capire come riuscire ad andare avanti e non rimanere sempre incastrato in un passato che gli faceva male. Era in grado di non farla morire di fame o schiacciata? Era in grado di prendersi cura di qualcuno o qualcosa che non fosse lui stesso? Sorrise alla sua fidanzata e disse alla sua Sambuca chi fosse la riccia. Il blu ti dona, lo sai? Sei bellissima! E detto questo se la posò sulla spalla e la fece sedere li, al sicuro. Andiamo a fare il tour della scuola mentre Lilith ti prepara la festa di benvenuta in società! Aggiunse prima di riprendere le sue cose ed andare fuori dalla stanza. Si, avrebbe fatto fare davvero un bel giro alla fata ed era sicuro che sarebbero diventati degli ottimi amici. Doveva solamente spiegare ad Ares che non era qualcosa con cui giocare o mangiare o addirittura, graffiare come se non ci fosse un futuro!
    RevelioGDR
     
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12 replies since 14/10/2020, 18:24   183 views
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