Una londinese? Che schifo!

Joanne&Emma

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    Denrise
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Aveva deciso di uscire un pò dalla fattoria ed andare in giro per i monti di denrise, c'erano sempre delle creature nuove, certamente non troppo gentili e dolci, come niente lo era in quell'isola, ma aveva voglia di aria fresca e quasi pesante. Infondo si sapeva che più in alto si andava più l'aria diventata quasi un macigno! Pardossale come la pressione atmosferica potesse essere davvero così inaccessibile quando l'aria che si respirava era così pulita! Joanne era sempre stata una ragazza molto solitaria tendente all'isolamento e non amava molto fare davvero amicizia con le persone. Era più per il leggere da sola, stare da sola, imparare da sola. Era cresciuta in mezzo agli adulti ed aveva vissuto più funerali che feste, infondo non c'era da biasimarla. Era una ragazza molto graziosa nell'aspetto, ma lungi da lei da far risaltare quelle sue doti. Aveva un bel viso, dei lineamenti quasi dolci, delle labbra pronunciate e caronose, un bel corpo, asciutto, snello e sicuramente agile, ma Joanne non aveva mai avuto un ragazzo, non aveva mai baciato un ragazzo e non aveva neanche intenzione di farlo. La vedeva come una cosa peccaminosa, una cosa altamente sbagliata e non aveva nessuna intenzione di tradire o delutdere la sua dea. La dea Freya. Aveva fatto un voto e quel voto riguardava la sua purezza, avrebbe mantenuto la sua femminilità pura ed inviolata fin quando non si fosse sposata. Quella era una promessa ma delle volte era così difficile frenare certi impulsi che si ritrovava a doversi toccare da sola, e subito dopo pentirsene, pentirsene con tutta se stessa e il pentimento era seguito dalla punizione che si infleggeva da sola. E forse era quello il motivo per il quale aveva preso il suo coltello, arco e freccia, e si era fatta una bella passeggiata pesante. Si mise di fronte ad un tronco d'albero, mise qualcosa al centro di questo e prese la mira per lanciarci il coltello. Infondo doveva fare allenamento ed in qualche modo doveva levarsi dalla testa vari pensieri. Lo doveva fare per la sua anima!
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    Emma Lewis | Ametrin
    Perché era tornata su quei dannatissimi monti? Si era terrorizzata a morte quando il professor Ensor aveva portato il biennio lassù, nelle caverne, per rubare un capello ai Berretti Rossi, quasi fosse una cosa divertente. Secondo Emma non era nemmeno molto legale, ma ce l'aveva fatta ed era quello l'importante, anche se si era dimenticata di sciogliere il Pietrificus Totalus che aveva applicato alla creatura per fermarla e poterle rubare il capello senza però ucciderla. Forse, però, così non era stato visto che l'aveva lasciato pietrificato e se n'era andata! Era stata una dimenticanza imperdonabile e quindi l'aveva probabilmente condannata. A distanza di settimane, si diede ancora della stupida. Ma tornando a noi... perché era tornata lassù? Voglia di libertà, forse, di pace, solitudine e tranquillità. Aveva indossato, per l'occasione, i suoi scarponcini da trekking che non usava quasi mai, ma non voleva rischiare di prendersi una storta da qualche parte, sarebbe stata tragica... soprattutto perché era da sola e non aveva detto a nessuno di essere là. Okay, forse non era stata una grande idea, ma voleva davvero passare del tempo solo con sé stessa, tanto che aveva persino lasciato il magifonino a casa. Oddio, che grandissima stupida! Perché aveva ben pensato di lasciare il telefono sul suo letto, in dormitorio? Non si era nemmeno portata Mirtillo che le facesse un po' di compagnia. Scosse la testa, eliminandosi il sudore dalla fronte con un gesto del braccio, guardando la salita che stava percorrendo. Era sempre stata una sportiva, anche se non faceva sport da decisamente troppo tempo... infatti si sentiva così dannatamente sfiancata. Scorse un masso e vi si sedette, infilando una mano nello zaino ed estraendo una bottiglietta d'acqua. La aprì e ne ingollò più della metà, prima di riuscire a staccare il collo della bottiglia dalle sue labbra, che ora erano imperlate dal refrigerante liquido trasparente. Stava per riprendere il cammino, quando un rumore la fece sussultare. Sembrava come qualcosa che sbattesse contro qualcos'altro. Che fosse un animale feroce? Rabbrividì al solo pensiero, ma poi scosse la testa. No... non era a conoscenza di animali che facevano quel rumore. Si alzò e si avviò verso la direzione dalla quale era venuto il suono e si ritrovò affianco ad un albero con un coltello conficcato... deglutì e seguì la possibile traiettoria che esso aveva potuto compiere, e... scorse una ragazza. Ciao salutò, timidamente, facendo qualche passo in sua direzione
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Era una densiriana nata e cresciuta in quell'isola che non aveva mai visto Londra se non quella magica e sopratutto solamente ad 11 anni. Era tornata a Londra solamente qualche settimana prima e gli aveva fatto anche schifo, non solo per l'incontro che aveva avuto ma anche perchè era troppo rumorosa e le persone erano fin troppo stupide e maleducate. Stava benissimo in quell'isola anche se delle volte odiava anche questa. Insomma Joanne era sempre molto combattuta nei sentimenti quando si trovava a pensare alla sua terra quindi voleva semplicemente non farlo. Non in quel momento, non per quell'occasione. Era andata li per levarsi dalla testa dei pensieri peccaminosi ed aveva tutta l'intenzione di riuscire a farlo. Non era certamente una ragazza che si perdeva d'animo facilmente ed inoltre non amava perdere specialmente contro se stessa. Quando sentì quel rumore provenire da di fronte a lei volle semplicemente dare un avvertimento, ma quando vide chi era ad essere li quasi le venne da ridere. Sbuffò a quel saluto, andò verso il suo coltello e lo rimise dentro al porta pugnali che aveva vicino alla caviglia sempre e comunque diede una rapida occhiata alla biondina. E dicono che gli studenti di Hidenstone sono tra i migliori al mondo. Ovviamente non era detto con un tono per complimentarsi e non voleva neanche farlo. Cosa ci faceva quell'agnellino li tutto solo in mezzo ai monti! Ovviamente non c'erano chissà quali pericoli ma si vedeva che quella ragazzina aveva fatto sport solamente nelle varie palestre che mamma e papà gli pagavano. Lo si vedeva dalle sue scarpe, che si potevano essere viste come qualcosa di preventivo ed adatto ma per una Densierina come lei, ed anche estremamente povera, era molto più importante sapere dove mettere i piedi per non farsi male che comprare delle scarpe adatte per l'occasione. Alzò gli occhi al cielo. Dovrebbero proibirvi di uscire dalle mura del castello!Naga potrebbe essere nei paragi! Lo stava dicendo solamente perchè se aveva sussultato per un coltello su di un tronco, figurarsi quanto poteva avere il terrore di essere rapita. Sogghignò. Si, era diventata stronza solo perchè era stata sempre lei ad essere vittima di qualcuno, se solo Joanne avesse saputo quanto lei ed Emma fossero simili!
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    Emma Lewis | Ametrin
    Non era certa di essere molto simpatica alla ragazza che ora si trovava di fronte. Ma nemmeno si conoscevano e questo la portò a pensare che fosse diffidente -o qualcosa del genere- in generale. Emma si avvicinò, uscendo dalla boscaglia e indossando il suo sorriso più radioso. Non aveva una pazienza infinita, quello era certo, ma era anche una ragazzina molto molto dolce e che cercava di socializzare con tutti, soprattutto visto il fatto che non aveva amiche femmine, ad Hidenstone. Per lo più girava con Erik o Lucas e qualche volta, anche se meno spesso, scriveva a Thomas, essendo che comunque non era uno studente e viveva a Londra, per giunta, era più difficile vedersi. Quindi, magari, sarebbe stata l'occasione per conoscere una ragazza nuova. Al suo commento, il sorriso di Emma vacillò appena, ma poi fece spallucce. Beh ci sono ragazzi molto bravi, là dentro... che poi siano i migliori, non lo so replicò, sincera. Sapeva che quella frase della ragazza, non voleva essere una domanda ma era più una frase intrisa di sarcasmo, ma non le faceva una colpa ad essere così diffidente e ad aver eretto delle barriere per difendersi. Si ravviò i capelli con la mano sinistra e si avvicinò ulteriormente, rimanendo comunque ad una rispettosa distanza.
    Al solo sentire pronunciare Naga, rabbrividì. Una sua compagna di casata era stata rapita, oltre ad altre tre, e sebbene non le conoscesse, aveva temuto per loro davvero tanto. Si sentiva in colpa per non essere scesa in campo ad aiutare, ma sarebbe stata solo un enorme peso visto e considerato che stava davvero male, quella sera.
    Oddio, spero sia morta! rispose quindi, accennando una risatina. Ma anche non fosse, non credo abbia il coraggio di farsi vedere tanto presto. Ha ricevuto una bella batosta da dei ragazzini. Certo, c'erano anche i prof ma... insomma, anche loro erano ragazzini in confronto ad una strega centenaria!
    Piacere, Emma disse poi, dopo qualche attimo di silenzio, porgendole la mano. Mentre aspettava che ricambiasse la stretta -o meno-, adocchiò un arco e il suo sguardo si illumino. Ehi, sai usarlo bene? chiese, lievemente ammirata. Io adoro il tiro con l'arco! È uno dei miei sport preferiti! esclamò, tutta contenta. Ehi, magari aveva trovato qualcuno con cui allenarsi.
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Storse il naso per la dolcezza con la quale la ragazzina gli rispose. Ma perchè ultimamente tutti quanto non facevano altro che essere dolci con lei? Da dove uscivano quelle persone e perchè lo facevano? Quale era il loro scopo? Perchè dovevano per forza usare quella tattica per farle abbassare la guardia. Cominciava a pensare che c'era veramente un complotto contro di lei e la cosa assurda che era che cominciava seriamente a vacillare. Si morse il labbro alla sua risposta senzata, attenta e comunque che dimostrava carattere. Chi se lo sarebbe aspettato che una bambolina come lei sapesse anche parlare! Si, non era molto socievole la mora, ma infondo era sempre stata presa di mira ed ad un certo punto si era stufata di essere lei la vittima! Voleva essere la carneficie almeno per una volta! Fece un sorrisetto furbo, come se stesse pensando a come farle del male, ma alla fine sbuffò. Beh, sicuramente i migliori non sono in mezzo ai monti ma sui libri! Ma in realtà era più un pensiero ad alta voce per se stessa che altro. Infondo perchè mai doveva seriamente dirle una cosa del genere? Ma Joe era abituata a stare da sola nella maggior parte del tempo e quindi le interazioni troppo lunghe non erano fatte per lei. Si morse il labbro ed alzò le spalle quando lei si avvicinò ulteriormente. Notò la faccia terrorizzata quando aveva parlato di Naga e questo la compiacque ed anche in maniera abbastanza visibile. Beh, dove non c'è corpo non c'è reato! Da quello che so potrebbe anche non essere morta!! Aggiunse poi facendo una piccola alzatina di spalle in maniera del tutto superficiale e disinteressata. Si, anche lei aveva paura di quella strega, ma non aveva paura di combatterla ne tanto meno di morire, quindi alla fine andava bene così. E poi erano due densiriane... tra di loro non si facevano la guerra, vero? Quando la dolce biondina gli tese la mano, Joanne guardò prima lei e poi la sua mano, si morse l'interno della guancia e poi sospirò facendo un atto di fede e stringendola. Era una stretta forte, decisa e sicura. Perchè, fondamentalmente, Joanne era così! E tendeva a non dimostrarlo molto con il suo aspetto mingherlino e sicuramente molto docile, ma era comunque una persona con un certo carattere che nonostante a volte vacillava, alla fine tornava ad essere comunque se stessa. Joanne! Rispose alla ragazza prima di sciogliere quell'intreccio di mani e sorridere per il suo arco. Oddio quanto amava quell'arco, le freccie e tutto quello che competeva quella disciplina. Alzò un sopracciglio al commento della ragazza che aveva detto di chiamarsi Emma. Sport? Non è uno sport, è molto di più! Tu sai tirare con l'arco? Chiese poi levandoselo da dietro le spalle. Si morse il labbro e sbuffò per quello che stava per fare. Ma infondo alla fine, era lei che rischiava di più la vita, non di certo Joanne! Glielo porse. Vediamo! Aggiunse poi prendendo una sola freccia e passandogliela. Certo non voleva essere sua amica, ma infondo una chiacchierata con un altro essere umano non poteva essere poi così tanto una cattiva idea!
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    Emma Lewis | Ametrin
    Emma poteva essere una delle persone più pazienti del mondo, se voleva ed era proprio ciò che stava cercando di fare con quella ragazza, sebbene non le stesse rispondendo proprio nel migliore dei modi. Ma la bionda si diceva sempre che finché non conosceva il vissuto di una persona, non doveva permettersi in nessun modo di giudicarla. Non poteva sapere perché quella ragazza le rispondesse così, cosa fosse successo nella sua vita e quali battaglie stesse combattendo. Magari la trattava così come meccanismo di difesa per qualcosa che le era accaduto e non voleva condannarla per questo. Oh sì, Emma fin da piccola si è sempre divorata libri su libri di psicologia e quindi cercava sempre di studiare le persone che si trovava davanti, nel bene e nel male cercando di capirci qualcosa.
    Scosse la testa alla sua frase, portando poi una ciocca bionda dietro le spalle con un veloce gesto della mano. Sono parzialmente d'accordo. A che serve avere tutte le conoscenze teoriche se non le sai applicare? replicò quindi, razionale. In fondo lei poteva conoscere a memoria ogni singolo incantesimo esistente, ma da quello a saperli applicare... beh, c'era un mare di mezzo! Non voleva essere saccente, anzi, tutto il contrario... ma ci teneva ad esporre il suo punto di vista. Con quella frase non è che si classificasse tra i migliori, aveva sempre avuto una bassissima stima di sé, ma conosceva tantissime persone super competenti che non facevano che allenarsi per migliorare, passando ben poco tempo sui libri. Ma non voleva certo insistere ed inculcare una sua convinzione alla ragazza davanti a lei.
    Rabbrividì parlando di Naga. Non aveva mai nascosto quanto le facesse paura e quanto temesse un suo possibile ritorno, quindi non lo avrebbe nascosto nemmeno alla ragazza, sebbene sembrasse quasi godere del suo terrore. Ma non ci fece troppo caso, decisa a mostrarsi gentile fino alla fine -nel limite del possibile. Era paziente e gentile, ma non stupida.
    Hai ragione, potrebbe essere viva e nascosta in attesa di sferrarci un altro attacco, solo che ora sapremmo con chi abbiamo a che fare commentò, sempre comunque timorosa. Però non possiamo saperlo... aggiunse, titubante, per poi porgerle la mano e presentarsi. Non le piaceva pensare a lei come "la ragazza"; voleva attribuire un nome a quel volto grazioso. La sua stretta era poderosa, sicuramente diversa da quella insicura e dolce di Emma, ma comunque non si aspettava che ricambiasse la stretta, perciò fu un grande passo. Uh, che bel nome! commentò, sincera. Come sempre, non voleva semplicemente adulare per far in modo di risultare simpatica. Emma era così genuina che non le sarebbe mai saltato in mente una cosa del genere. Hai ragione le concesse, guardando quello splendido arco. E sì, so tirare! L'ho fatto per diverso tempo, è una delle mie passioni. Esitò svariati secondi quando Joanne le passò l'arco, ma poi lo afferrò, estasiata. Ne saggiò il peso con le dita, passandoselo da una mano all'altra, prima di prendere una freccia. Afferrò l'arco nella posizione corretta, poi con maestria incoccò la freccia, mirando al foro fatto dal coltello sull'albero poco prima. Chiuse gli occhi e sospirò, liberandosi la mente. Quando aveva un arco in mano, non esisteva più niente e nessuno, solo lei e l'oggetto. Quando aprì gli occhi, era concentratissima sul suo obbiettivo. Scoccò la freccia che veloce -e letale- andò a conficcarsi perfettamente in quel punto. Fortuna o bravura, Emma non ne aveva idea. Non si era mai considerata una campionessa in tiro con l'arco, ma i suoi insegnanti le avevano sempre detto che aveva del talento e lei quindi aveva continuato ad allenarsi, anche se ci credeva poco. Che bellooo! Centro! esclamò, davvero stupita ed entusiasta.
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Ultimamente le sembrava sempre di fare qualcosa che le procurasse qualche tipo di amicizia strana. Joanne non era abituata a tutto quello e quando la biondina invece di sbottare contro di lei, decise di sorriderle, ed anzi essere quasi più gentile di quanto non lo fosse già stata, beh, rimase quasi colpita e forse decise che quella ragazzina non era una minaccia! Doveva forse imparare a non pensare che tutti quanti volessero fregarla o farle del male? Doveva abbassare leggermente la guardia? Non lo sapeva ed era anche abbastanza confusa a riguardo, comunque alla fine sorrise ed il suo sorriso si addolcì terribilmente. Si morse il labbro per il suo complimento. Non era una persona che ne ricevava molti e non perchè non fosse bella, ma per il fatto che era quasi sempre da sola ed a meno che lo specchio non cominciasse a parlare... beh, non avrebbe mai e poi mai ricevuto complimenti. Quindi quel suo dire"bel nome" quasi la imbarazzò. Si, sembrava quasi bipolare ma infondo non poteva farci niente. Era così a primo impatto ed inoltre era una densieriana! Non poteva essere sempre estremamente dolce e non era nei suoi geni esserlo sul serio quindi alla fine scosse appena il capo ancora alle parole di Emma e si strinse nelle spalle. Naga è solamente una pazza con delle convinzioni oramai superate da tempo. Poteva essere il bene supremo ed invece si è andata ad impelagare in qualcosa di più grande di lei, ossia la magia oscura! Infondo a Denrise la conoscevano tutti o comunque sapevano della sua leggenda e di cosa aveva fatto in passato. Era pur sempre storia del loro villaggio ed inoltre, Joanne, era una che leggeva parechio in quanto era l'unicomodo per avere davvero delle pseudo conoscenze. Chissà lei come se la cava? Chissà se Emma, quella ragazzina era brava negli incantesimi e poteva insegnarle qualcosa! Si morse l'interno del labbro. non glielo avrebbe chiesto, non in quel momento almeno!Quando le passò l'arco stava sogghignando certa che non avrebbe mai fatto centro e forse certa che non sarebbe mai riuscita neanche ad incoccare la freccia dell'arco ed invece quando la scoccò Joanne spalancò gli occhi e si ritrovò ad applaudirle. Ecco non aveva fatto un lancio perfetto e si vedeva, che effettivamente era, per lei, solamente uno sport... ma wao! Le sorrise questa volta raggiante prima di andare a riprendere la frecci. Poi tornò da lei. Emma, hai detto che ti chiami così no? Ci stava provando ad essere quantomeno accomodante, ma Emma doveva avere solamenteun altro pò di pazienza. Joanne era una persona, fondamentalmente sola, non certamente cattiva. Si mise dietro di lei. Sbagli parzialmente la posizione. Se lanci in questa maniera non riuscirai mai a prendere un bersaglio in movimento. Aggiunse poi sospirando. Se la ragazza glielo avesse permesso, Joanne si sarebbe messa dietro di lei e le avrebbe agiustato il gomito leggermente più in basso, le avrebbe divaricato le gambe ancora un pò e poi con il ginocchio le avrebbe sistemato la gamba magra e snella. Prova adesso!Aggiunse poi dandole di nuovo la freccia. L'arco era la sua passione, quindi parlare con lei di quella cosa la rendeva più tranquilla e rilassata!
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    Emma Lewis | Ametrin
    Emma era fermamente convinta che nella vita, la gentilezza fosse necessaria e solo tramite essa, si potesse ottenere ogni cosa. Ed era per questo che si era promessa da quando aveva memoria, di essere sempre gentile con tutti e di cercare di vedere sempre il lato positivo delle cose e nelle persone, a costo di rimanerci fregata. Perché Emma era un po' così: dava il tutto per tutto con le persone, anche se spesso e volentieri ci rimetteva. Proprio come le sue ex migliori amiche a Beauxbatons: si era fatta in quattro per loro, ed ecco com'era finita. Quel distacco forzato le faceva ancora male anche a distanza di anni, se si fermava a rifletterci attentamente. Ma in quel momento non poteva pensarci, doveva lasciarsi il passato (di pomodoro) alle spalle e concentrarsi sul presente, nonché sul futuro... e soprattutto, sulla ragazza che era lì con lei in quel momento! In un primo momento, non sembrava essere ben disposta nei suoi confronti, ma era tutto cambiato! Insomma, ora non erano certo best friend forever, ma con la sua gentilezza, forse la biondina aveva ottenuto qualcosa. Non le sfuggì il sorriso di Joanne che si addolciva... e ne fu davvero felice! Non era una di quelle persone che pensavano "tutti mi adorano, impossibile non farlo" ma vedere che stava riuscendo a modellare il neonato rapporto con quella ragazza in modo che fosse positivo, le faceva enormemente piacere! Per quanto fosse timida, amava stare accanto ad altre persone, specialmente se riusciva ad esserci un rapporto positivo.
    Annuì con estrema convinzione. Sono d'accordo con te! Esclamò. Non capisco perché abbia fatto tutto quello. Insomma, a che pro prendersela con dei ragazzini? Non le abbiamo fatto assolutamente nulla di male. Ma forse non si sentiva davvero compresa... quell'ultimo pezzo di frase, lo dice con un'inclinazione più triste nel tono. Beh, non c'era nulla da fare, Emma si rattristava quando qualcuno stava male, fosse stato un suo amico, così come una strega centenaria. Tutti hanno un motivo per fare quello che fanno! Ma forse se invece di usare la violenza, avesse trovato un modo per farsi ascoltare... beh, le cose sarebbero potute andare molto diversamente! Non voleva insultare i densiriani, ma sospettava che fossero di mente piuttosto chiusa... ma badò bene a non dirlo a voce alta e, anzi, provò quasi compassione per Naga, colei che aveva quasi ucciso diversi suoi compagni ed insegnanti.
    Ma poi quando si ritrovò tra le mani quell'arco... beh tutti i pensieri su Naga furono spazzati via in un battibaleno. Il tiro con l'arco era una sua grandissima passione, così come alcune altre cose, era la sua vita e si allenava giorno dopo giorno perché riuscisse a migliorare. Era sicura che prima o poi le sarebbe stato utile, anche se non lo praticava solo per mera utilità, bensì anche perché come attività l'adorava proprio tanto!
    Fu invasa dalla gioia quando evitò la figuraccia facendo centro ma si sentì ancora più felice quando Joanne applaudì. Arrossì, anche... non abituata che qualcuno applaudisse alle sue gesta.
    Sì esatto, Emma! asserì la biondina, mentre lei riprendeva la freccia e tornava indietro, prima di darle consigli che l'ametrina accettò volentieri. Si poteva sempre migliorare e di questo ne era certa al mille per mille, quindi non vedeva nessunissimo motivo per rifiutare un aiuto. Rilassò il corpo in modo che lei potesse spostarle gli arti come meglio credeva senza che essi fossero troppo rigidi, quindi lasciò che spostasse il gomito e le facesse allargare le gambe. Quando fu pronta, incoccò di nuovo la freccia e fu sorpresa nel constatare che, effettivamente, ora quel movimento le venne meglio e più facile! Tese la corda e rimase in mobile per qualche secondo, prendendo la mira. Chiuse gli occhi, ascoltando il silenzio delle montagne e prendendo atto della direzione nella quale spirava il vento, dopodiché riaprì gli occhi e lasciò andare la freccia, che stavolta viaggiò dritta e precisa, facendo di nuovo centro... ma stavolta in modo decisamente più pulito! Wow! Esultò, stando bene attenta a non far cadere l'arco. Grazie Joanne! Era tutta felice e decise che d'ora in avanti si sarebbe allenata seguendo i suoi consigli. Le porse nuovamente l'arco. Ora voglio vedere te! Sono sicura che tu sia bravissima! No, non era affatto un complimento atto solo a conquistarsi la sua simpatia. Emma era sincera e credeva veramente in ciò che diceva e lo si percepiva anche dalla sua voce.
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    Joanne Nilsson
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    Era proprio vero che le amicizie più belle erano quelle che nascevano dal niente. Joanne non era cresciuta in una famiglia con suoi coetanei, non era cresciuta in una famiglia bella compatta e socievole e non era cresciuta con dei valori di socievolezza come si dovrebbe. Era cresciuta da sola all'ombra della sua stanza, lavorando da quando ne aveva memoria e guadagnandosi il rispetto ed il pane con le sue azioni e non di certo con il suo bel faccino. Era bella, aveva dei lineamenti belli, puliti, era una di quelle persone non comuni che magari, con un jeans stretto ed una maglietta femminile ed un filo di trucco, si sarebbe notata da miglia di distanza, ed invece indossava sempre tute non della sua taglia, scarpe da ginnastica e non sapeva neanche cosa fosse il trucco. Guardando quella ragazzina bionda che sembrava uscita da una spa, si sentì quasi fuori luogo e mentre lei parlava di come Naga non si fosse mai sentita compresa, Jaonne ri portò tutte quelle parole sulla sua vita e sulla sua persona. Lei neanche si era mai sentita compresa da nessuno, da nessuno che si era neanche mai sforzato di comprenderla ed ecco perchè era sempre da sola e quando era in giro tendevano a prenderla in giro. Si, era un pò strana anche lei, lei stessa si autoboicottava con moltissime cose che faceva e diceva, ma mai nessuno aveva neanche mai cercato di capire il perchè di quel suo atteggiamento, di quel suo comportamento. Emma, come Evelyn, era stata la rpima ad essere gentile e ben disposta nei suoi confronti. Infondo quella biondina le stava esponendo il suo punto di vista in maniera così tranquilla e cos rilassata senza dover per forza imporlo in nessun modo che quasi gli sembrava di parlare con un'amica. Non che lei ne avesse mai avuto una, ma alla fine aveva letto così tanti libri che poteva descrivere un rapporto d'amicizia alla perfezione, ma poi la pratica era tutt'altra roba. Si strinse nelle spalle quasi come per accusare il colpo e poi scosse piano il capo. Se non vieni compresa non per forza devi metterti a rapire persone per prendergli la loro linfa vitale! Disse poi storcendo un pò il naso e la bocca in segno di disapprovazione. Ma infondo andava bene in quel modo, e quando anche lei disse di saper utilizzare l'arco e la freccia e poi glielo dimostrò, Joanne sembrò cambiare totalmente il suo atteggiamento. Infondo aveva trovato il punto di connessione con quella ragazza che in realtà gli sembrava essere così dannatamente differente da lei! Sorrise ancora e l'aiutò a fare quello che lei aveva imparato a suo di cadute e fallimenti, ma quando glielo insegnò si sentì quasi bene e quando il compo andò dritto e veloce al centro dell'albero, Joanne era ancora più soddisfatta. Si morse il labbro e le sorrise ancora, questa volta più raggiante. Poi prese a sua volta l'arco. Prendi una pigna, tirala in alto, in direzione di quell'albero, più in alto possibile. Le disse poi fiera di quello che sapeva fare fin troppo bene. Joanne non lo stava facendo per vantarsi, su quelle cose era così ingenua che aveva veramente l'anima di una ragazzina di 5 anni. Quindi se la ragazza lo avesse fatto, Joanne avrebbe preso la mira e con un solo colpo la pigna, nel momento giusto si sarebbe ritrovata attaccata all'albero. Si voltò soddisfatta verso la biondina. Tiro all'arco da quando ho memoria. Sai non sono mai andata a scuola... ma so usare benissimo le armi... se vuoi... ecco... possiamo fare uno scambio! Era difficle per Joanne chiedere una cosa del genere, ma chi sapeva utilizzare un arco non poteva essere cattivo, no? Beata ingenuità! Anche se ovviamente non era il caso di Emma, ma Joe non conosceva mezzi termini, o le stavi simpatica subito, oppure no!
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    Emma Lewis | Ametrin
    Si stava pian piano rilassando. Non erano partite col piede giusto, forse, ma Emma aveva abbastanza tenacia da saper perseverare quanto sarebbe servito. Vedeva sempre il buono -o almeno, cercava di vederlo- nelle persone e spesso ci rimaneva davvero fregata, tuttavia Joanne non le sembrava una cattiva ragazza, magari aveva solo bisogno di parlare con qualcuno? Questo Emma non lo sapeva, ma la psicologia le piaceva talmente tanto che qualcosa, studiandola, l'aveva imparata e l'aggressività, spesso, era semplicemente un meccanismo di difesa per non soffrire poi. Certo, non ci voleva un genio ad intuirlo, ma lei era sicura di riuscir a conoscere a fondo quel processo, e non solo sui libri!
    Rise alla sua frase, annuendo. Certo, hai ragione! Ma ognuno reagisce a modo suo, non trovi? chiese, ravviandosi i capelli e spostandoli dietro la spalla. Magari lei dopo secoli di incomprensione, è semplicemente scattata, sebbene nel modo sbagliato. Scosse le spalle. Non aveva una vera e propria risposta. Non la sto giustificando, dopotutto ha quasi ucciso diverse persone, sia dell'Accademia che non, lo trovo un comportamento sbagliato a prescindere, ma non abbiamo la più pallida idea di che cosa le frullasse in testa! Ammise, con sincerità, pensando a quanto potessero essere vere quelle frasi, sebbene non fosse certamente un valido motivo per attentare alla vita di diversi ragazzini. Nemmeno lei si sentiva compresa, tante volte, soprattutto quando i bulli decidevano di prendersela con lei per via del Diabete o, ancora, per via della sua timidezza e del fatto che difficilmente riesca a trovare la forza e la grinta giusta per difendersi. Magari se Emma per prima si fosse aperta, di conseguenza anche Joanne avrebbe provato a fare un passo verso di lei? Beh, senz'altro più tardi ci avrebbe provato.
    Ma poi... l'arco! Ecco una cosa che avevano in comune e che avrebbe potuto fare la differenza per aggiustare il rapporto. Emma le fu grata dell'insegnamento che l'avrebbe sicuramente aiutata a migliorare, poi fece come le venne detto. Setacciò il terreno con gli occhi finché essi si posarono su una pigna a pochi passi da lei, così si chinò a prenderla. Si produsse in una smorfia quando la resina di questa le rese le mani appiccicose, ma non disse una parola. Se le sarebbe lavate in seguito, ora non aveva tempo di pensarci. Caricò con il braccio, inclinandolo verso il basso, fino all'altezza delle sue ginocchia, poi prese lo slancio e la tirò in alto, finché non divenne un puntino. Anche se questo puntino cominciò a cadere rapidamente ed Emma si chiese se Joanne ce l'avrebbe fatta o meno, anche se era fiduciosa... e infatti la freccia si andò a conficcare dritta dritta nella pigna, ma non solo! La spinse contro l'albero, facendo in modo che si piantasse là. Emma la guardò davvero ammirata, battendo le mani tutta felice. Grandioso! esclamò con la voce colma di sincera ammirazione. Anche lei avrebbe voluto esserne capace, prima o poi! Finora sapeva beccare bersagli fermi e bersagli in movimento, ma solo quelli grandi e quando il movimento non era eccessivo, non era certa che sarebbe riuscita a centrare una pigna così piccola, tantomeno in un solo colpo.
    Ascoltò le sue parole, sorridendo. Però quando le disse di non essere mai andata a scuola, un po' si rattristò. Non doveva essere negato a nessuno tale diritto, ma non commentò in quel senso per non farla stare male. Uh, che genere di scambio? Chiese, curiosissima. Era davvero troppo felice che quel nascente rapporto stesse migliorando, nonostante le iniziali premesse non proprio ottime. Io comunque ci sono delle volte che vorrei non andarci, a scuola. In Accademia ho trovato ottimi amici, ma non sono mancati i ragazzi che mi hanno presa di mira per via di un problema che ho o per via della timidezza aggiunse poi, aprendosi un po' a lei. Non sapeva nemmeno perché, ma quelle parole uscirono naturali dalle sue labbra.
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    Joanne Nilsson
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    Il problema principale di Joanne erano le parole. Lei non era andata a scuola e ok, ma il punto era che non si era mai neanche rapportata con i suoi coetanei o comunque con persone che avessero una vita sociale attiva. Aveva non solo il disagio della cultura ma anche quello della socializzazione. Lei era semplicemente una persona che voleva essere attiva nella vita, voleva imparare e voleva anche che la sua vita fosse quanto meno normale. Leggeva sempre di balli, di storie d'amore incredibili ed anche di storie di amicizia che ahimè lei non aveva neanche mai provato. non sapeva neanche cosa volesse dire avere un'amica e la cosa la sconvolgeva più del dovuto. non si era mai confrontata con le persone non aveva idea se le sue idee fossero veramente sane o meno, se fossero sbagliate oppure giuste. Era una persona sola e non solo ci si sentiva ma ci si scontrava tutti i giorni con quella estrema verità. Era qualcosa che non riusciva veramente a comprendere e la devastava. Quel discorso su Naga quasi gli sembrava qualcosa di estremamente e visibilmente assurdo, come se stesse facendo chissà che cosa. Era affascinata e terrorizzata da quella conversazione. Per una volta stava dicendo quello che pensava ad alta voce con una ragazza, che si era più piccola di lei, ma che sicuramente era qualcuno cheaveva delle idee ben chiare in testa. Si morse il labbro prima di stringersi nelle spalle. Aveva ragione. Come poteva non averci pensato lei? Credi che quindi la sua malvagità possa essere il frutto di una reazione... magari dettata da noi? Chiese con un tono riflessivo. Non avrebbe mai pensato di poter parlare con quella ragazzina in quel modo ed in quel momento. Emma era così differente da lei che cominciava a pensare che forse, forse era quello il motivo per il quale era ancora li a parlare con lei. Ecco cosa mancava veramente a Joanne: il confronto! Lei aveva tante cose da dire, tante cose da dare ma non gli veniva mai richiesta la sua opinione per niente, non gli veniva richiesto il suo pensiero e quando lo diceva o lo si ignorava oppure semplicemente si annuiva. Quindi, di conseguenza, non c'era mai realmente un confronto. Si morse il labbro poi osservandola riavvivarsi i capelli lunghi e curati che aveva. Ecco un'altra cosa che avrebbe veramente voluto era avere più cura di se stessa, ma esattamente con quali soldi? Si, assolutamente doveva trovarsi un lavoro, forse anche più di uno, ma la sua situazione doveva assolutamente cambiare. Era stufa di tutto quello, era stufa di sentirsi sempre così inferiore alle altre persone!
    Per fortuna l'argomento virò su una cosa che lei invece sapeva fare veramente bene, sorrise soddisfatta a tutto quell'entusiasmo e poi si strinse nelle spalle imbarazzata, quasi come se gli dovesse chiedere qualcosa di assurdo. La cosa che veramente apprezzò fu comunque il fatto che Emma non commentò il fatto che lei non fosse andata a scuola, si limitò solamente a fare quel facino dolce e comprensivo che, effettivamente, non sapeva se gli stesse veramente simpatico o meno, e poi gli fece direttamentela domanda per arrivare al dunque. Mi piacerebbe... molto... ecco imparare degli incantesimi nuovi. Purtroppo non avendo la teoria, la pratica mi riesce molto male! Aggiunse poi non guardandola mai negli occhi. Si vergognava terribilmente di quella richiesta ma insomma! Aveva deciso di cambiare e di arrivare ad essere una persona indipendente, no? Aveva 24 anni e doveva darsi una svegliata! Lo doveva a lei e la sua vita! Si torntirò il labbro fino a sentire quello che Emma gli disse in seguito, il suo capo scattò verso la ragazza, puntando i suoi occhi scuri in quelli estremamente chiari della bionda. Oh beh... a quanto pare le persone non sanno proprio darsi una regolata... io vengo presa di mira sempre perchè non vado a scuola e beh.. ecco non sono proprio ricca! Non era bello essere presi in giro per una condizione di vita, ma infondo cosa ci poteva fare? Niente! Ecco cos'altro avevano in comune! Posso insegnarti a difenderti! Aggiunse poi con uno strano sbrilluccichio negli occhi!
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    Emma Lewis | Ametrin
    Le sembrava così strano, a distanza di mesi e mesi, essere tra quelle montagne a parlare di Naga come se fosse semplicemente una loro amica e non una strega malvagia che aveva rapito quattro studentesse e minato alla sicurezza di Hidenstone, attaccando chiunque le si avvicinasse, indipendentemente se fossero Denrisiani, docenti, studenti o londinesi. Lei non aveva partecipato, ma aveva i brividi solo all'idea e parlarne non la entusiasmava... eppure era una conversazione in un certo senso stimolante, un confronto con qualcuno di esterno che sapeva dei fatti avvenuti.
    Sì. È esattamente quello che credo. Replicò, tranquilla e senza traccia di supponenza nella voce. Credo assolutamente che abbia fatto una cosa sbagliatissima e terribile, niente giustifica il rapire dei ragazzi che nulla hanno fatto, eppure... sono sicura che se i denrisiani avessero cercato di essere un po' più elastici e comprensivi con lei, forse le cose sarebbero andate diversamente. Non lo disse con cattiveria né con intenzione di insultare gli abitanti di Denrise, non quelli attuali almeno. Non era certo colpa loro se secoli prima, i loro antenati si comportarono male. Avrebbe detto la stessa cosa sia di Londra che di qualsiasi altro posto e sperò che la ragazza capisse, dal tono di Emma, che quella frase era solo una semplice constatazione. Però ormai quel che fatto è fatto! Non ci resta che imparare dagli errori del passato, non credi? le domandò, con un sorriso sincero quanto solare. Emma riusciva spesso a conquistare le persone sfoderando il suo sorriso tenero, anche se non lo faceva con nessun doppio fine, ma con Joanne era diverso. Probabilmente la stava ancora studiando per capire che tipo fosse e se ci si potesse fidare di lei. Tutto ciò che aveva capito la biondina, era che la ragazza aveva davvero bisogno di qualcuno con cui parlare e, dal canto suo, Emma anche aveva bisogno di un'amica femmina, circondata com'era di maschi. E pensava che il tiro con l'arco fosse un ottimo punto in comune che avrebbe portato le due ad andare d'accordo. Certo, con il tempo, magari non subito... ma prima o poi sarebbe potuto accadere e l'ametrina non vedeva l'ora. Erano sole in due modi completamente differenti, si capiva. Non sapeva esattamente come e quanto si sentisse sola Joanne, non aveva certo la sfera di cristallo, ma Emma si sentiva sola seppur circondata da persone; non era sicura che qualcuno potesse capirla.
    Uh! Certo! Fu la sua risposta, guardando l'altra, onorata di sentirsi fare una implicita richiesta simile. Aveva anche paura di non sentirsi all'altezza e non essere in grado di insegnarle proprio niente, ma ci avrebbe provato. La primina non ci aveva pensato su un attimo prima di accettare, perché lei era così... la generosità fatta persona, persino nei confronti di chi non lo meritava affatto. Non che fosse il caso della denrisiana, però. Magari nei prossimi giorni ci possiamo vedere da qualche parte e porto il mio libro di incantesimi! Le propose, speranzosa. In realtà lo scambio lo aveva proposto Joanne, ma Emma aveva così poca autostima che era sicura che da un momento all'altro decidesse di non voler più una come lei in vece di sua insegnante. Come di tutto il resto, non giudicò il fatto che alcuni incantesimi non le riuscissero, perché non essendo andata a scuola era normale... e nemmeno lei che ci andava era perfetta, quindi chi era per giudicare gli altri? Assolutamente nessuno.
    Annuì comprensiva alle sue parole. Per quanto riguarda la situazione economica, ti capisco. Anche io non sono ricca, anzi! Per potermi mandare ad Hidenstone, i miei genitori e mio fratello hanno fatto talmente tanti sacrifici che a volte vorrei dirgli di non mandarmi più ad Hidenstone ma cercarne un'altra più economica. Soprattutto aggiunto ai corsi di tiro con l'arco, scherma, l'acquisto dei materiali eccetera... mi piacerebbe aver avuto posti come questi dove imparare da autodidatta! Si fermò, accorgendosi che aveva iniziato a straparlare come spesso accadeva. Scusami, a volte mi parte la parlantina e non so controllarmi! Ammise, prima di soppesare le parole della giovane. Insegnarmi a... difendermi? Domandò, anche se era abbastanza retorica... più che altro stava pensando. A lei non piaceva usare la violenza, ma non poteva nemmeno sottostare ai bulli per sempre... quindi sorrise. Accetto!
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Non poteva essere altrimenti: Joanne ed Emma erano molto più simili di quanto la ragazza si aspettava. Appena l'aveva vista aveva pensato subito a qualcuno di egocentrico e sicuramente molto spocchioso. Quella ragazzina era così bella, curata e con bei vestiti addosso che Joanne si era soffermata immediatamente a quanto aveva appena visto. Si era sbagliata. I suoi ragionamenti su naga erano esatti e sopratutto erano accurati, introspettivi. Non aveva detto niente di eccessivamente spocchioso e non si era rivolta a lei come la prima regina del mondo. Era una di quelle persone umili che sorrideva ed abbassava la testa! Joanne sorrise, forse per la prima volta ad Emma, in maniera spontanea e dolce. Sapeva benissimo che non bisognava guardare le persone per giudicarle dalla copertina, ma comunque non riusciva veramente a stare tranquilla ed in un certo senso, non riusciva veramente a non provare un pizzico di invidia per tutto quello che le succedeva intorno di bello. Perchè a lei mai una gioia? Non era una persona cattiva, ma un pò come rosso mal pelo, l'avevao fatta diventare una persona schiva, una persona assente e sopratutto priva di qualsiavoglia stimolo per la società. Non gli piacevano le persone e preferiva nettamente stare da sola e per fatti suoi. Emma era la prima ragazzina della sua età con cui riusciva a parlare senza tirarle qualcosa o senza avere voglia di andare via. Si morse il labbro per quello prima di sospirare. Il problema di Naga sono le arti oscure. Nel momento stesso in cui le ha cominciate ad utilizzare... puf! Ecco qua che i densiriani si sono risentiti. Sono proibite anche se vogliono essere usate a fin di bene. Ma se sono oscure, come le si può utilizzare per scopi nobili? Era ovviamente una domanda retorica o anche no, ma Joanne era un turbinio di pensieri che non riusciva neanche più a gestirli ed adesso che stava finalmente parlando e confrontandosi con qualcuno, quasi le sembrava che tutto quanto stesse tornando al proprio posto nella sua mente. Si sentiva molto meglio. Beh, per forza direi! Aggiunse poi alla sua domanda retorica. Il passato era passato ma quello che le spaventava di più era proprio il futuro, il fatto di non riuscire a prendere davvero una direzione, il fatto che la sua vita era in attesa di una svolta, svolta che non sapeva veramente quale fosse. Fece un respiro profondo e si aggiunstò la coda di cavallo, piccolina che aveva in testa come per scacciare tutti quei pensieri. Quando la ragazza accettò di aiutarla Joanne tornò a guardarla solare, con gli occhietti che brillavano! Era contenta che almeno per una volta si poteva fare qualcosa che a lei piaceva veramente fare, ossia imparare qualcosa, conoscere qualcosa che non conosceva e sopratutto migliorare. Voleva essere più brava di quello che era, voleva ottenere assolutamente un lavoro e voleva anche essere lasciata in pace da quelle galline di Denrise, insomma voleva veramente dare una svolta alla sua vita e smetterla di starsene sempre tutta sola. Oh beh, quando vuoi! Per me anche domani! Non vedeva l'ora di cominciare quella cosa, che per i comuni mortali si chiamava amicizia, per Joanne era qualcosa di estremamente sconosciuto, in effetti! Quando la ragazzina bionda cominciò a parlare della sua vita, Joanne drizzò le orecchie e l'ascoltò attentamente, poi sgranò appena gli occhi. Ecco, i suoi genitori avevano fatto un unico sacrificio, ossia quello di comprarle una bacchetta, per il resto non ne volevano sapere. Si avvicinò a lei e le posò ua mano sulla spalla. Sei fortunata! Proprio perchè hanno fatto tutti questi sacrifici non dovresti mai chiedergli di smetterla di pagarti Hidenstone, ed anzi, dovresti frequentarla ancora con più orgoglio! Non la conosceva e non sapeva esattamente come la frequentava, ma il suo tono era morbido e dolce niente a che vedere con il tono con il quale si era presentata. Sorrise di nuovo ridacchiando. Eh sia allora! Un giorno studiamo, un giorno ci alleniamo! Penso che sia perfetto! Era felice di quella strana alleanza, sperava veramente che non fosse solamente del fumo negli occhi!
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    Emma Lewis | Ametrin
    Non poté fare a meno di ricambiare quel sorriso dolce e sincero, concedendo alla ragazza uno dei suoi, altrettanto dolci! Erano partite col piede sbagliato, non c'era alcun dubbio, tuttavia a nulla era impossibile porvi rimedio e sembrava proprio il caso del loro rapporto che, passo dopo passo, si stava incanalando verso la giusta direzione e avrebbe potuto essere prosperoso e duraturo. O almeno, Emma si aspettava una cosa del genere! Non aveva amiche femmine, perché dopo quanto accaduto a Beauxbatons, si era concentrata prevalentemente con i rapporti con l'altro sesso, riuscendo a costruirsi varie amicizie maschili che adorava. Trovava, da sempre, i ragazzi più avvicinabili. Erano semplici, non si facevano tante pippe mentali e, soprattutto, non le avrebbero tenuto il broncio per settimane! Una sana litigata e poi amici come prima ed era quello che apprezzava maggiormente nei ragazzi e che l'aveva spinta ad avvicinarsi ad Erik, Thomas, Lucas e via dicendo. Tuttavia, non disdegnava la compagnia di una ragazza e Joanne, sotto quella corazza che si era costruita, aveva sicuramente un grande cuore. Emma le capiva al volo queste cose, aveva come una sensazione che glielo diceva, specialmente dopo le ultime esperienze. Era come un sesto senso che con il tempo stava sviluppando a suon di delusioni. Era anche bello scambiarsi opinioni con una persona che, bene o male, era stata estranea a tutto ed era estranea anche al mondo frenetico che era Hidenstone. Non posso darti torto! Dovette ammettere, annuendo convinta. Non riesco nemmeno a biasimare i denrisiani per come si sono comportati, alla fine. Secondo me il problema c'è stato da ambo le parti. Insomma, la colpa non è mai di una sola persona. Ci sono stati torti da tutti. Concluse, sicura di ciò che stesse dicendo. Sì, la magia oscura è tale e non va utilizzata nemmeno a fin di bene. È inevitabile che, poi, qualcuno ne venga coinvolto troppo e finisca per rovinarsi, in un modo o nell'altro. Concluse il suo discorso, felice che la discussione si stesse spostando gradualmente su altro, anche se non esattamente cose felici -tiro con l'arco a parte.
    Domani mi va benissimo! Dopo le lezioni o al weekend sono quasi sempre libera, quindi posso portare qui il mio libro di incantesimi e aiutarti! Lo faccio davvero molto volentieri! esclamò, entusiasta. Anche perché aiutare Joanne, significava anche migliorare se stessa, quindi due piccioni con una fava e la cosa la esaltava.
    Sorrise poi, annuendo. Sono fortunata, sì. I miei genitori non hanno voluto sentire ragioni e mi hanno mandata qui. Ma col senno di poi sono molto felice della scelta. Si bloccò, rendendosi conto che lei non aveva avuto quell'opportunità e non voleva rattristarla con le sue parole, perciò scosse appena la testa. Scusami. Pronunciò quella parola tristemente, quasi come se le avesse davvero fatto del male senza volerlo, ma poi tornò ad illuminarsi. Se non avessi iniziato a frequentare Hidenstone, non ci saremmo conosciute! Esclamò, come se avesse avuto una rivelazione improvvisa. Era contentissima ogni volta che incontrava qualcuno di nuovo e che avesse la possibilità di farci amicizia e di conoscerla meglio. Sì! Non vedo l'ora! Concluse, gettando un'occhiata verso il cielo e notando che stava iniziando a farsi seriamente tardi.
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Joanne era sempre stata una ragazza molto schiva e sopratutto una di quelle persone che non amavano la compagnia di altre persone. Non era incline all'essere socievole, non era per niente incline al voler fare amicizia con qualcuno. Quando aveva visto Emma si era chiusa a riccio ed aveva pensato che una ragazzina tanto carina e quasi con un sorriso da angelo potesse essere solamente una minaccia per lei, qualcosa da annientare oppure da cui fugire. Era quello che faceva sempre e certi schemi, non si resettano in un minuto. Ma Joanne era anche una persona che aveva seriamente bisogno di parlare, aveva bisogno di stare insieme a qualcuno e di confrontarsi, confrontarsi con il mondo esterno e non solamente con la sua famiglia, famiglia che aveva deciso di farla diventare comunque una persona ignorante e cercare, in tutti i modi di tapparle le ali. Era qualcosa che detestava e non riusciva neanche capire come uscire da quel circolo vizioso. Una cosa era certa, ci stava provando, ci aveva provato con Evelyn qualche giorno prima ed adesso con la biondina davanti a lei. Sorrise appena sentendo quello che disse, sorrise sentendo che comunque, nel mondo, c'erano ancora persona che vedevano del buono un pò da per tutto. Emma ne era la prova. Emma era la prova che c'era ancora del buono in quel mondo e che tutto quello era possibile. Lei anche poteva cambiare e quando la bionda si scusò lei scosse il capo come per dirle che non importava, aveva capito il senso del suo discorso e si, era stata fortunata e la cosa non era un male per nessuno. Infondo si erano conosciute e forse, potevano anche diventare amiche. Concetto che per la ragazza era quasi del tutto sconosciuto. Come si comportava un amico? Un amico cos'era esattamente? Doveva scrivergli? Dovevano sentirsi? E se lei non si sarebbe mai ricordata di quell'appuntamento che si stavano dando? Se Emma fosse stata l'ennesima persona che le avrebbe dato buca? Si morse il labbro internamente più volte e quando finalmente decise di dire qualcosa, cercò le parole in maniera tale da non offenderla e sopratutto da risultare amichevole. Quindi ci vediamo domani, al lago, per le 17 del pomeriggio... non pensare di non venire. Mi arrabbiarei parecchio! Ecco, quelle erano le parole più amichevoli che era riuscita a dire in quel momento e per una come Joanne era veramente, ma veramente qualcosa di incredibile, qualcosa di estremamente difficile. Non l'aveva minacciata, ne tanto meno aveva utilizzato un linguaggio scurrile ne minaotorio. Sul tono di voce, sicuramente, doveva lavorarci di più, ma Ehi! Erano le sue prime volte e non si poteva certamente pensare di cambiarla in maniera così veloce! Anche perchè Joanne non sapeva neanche se davvero voleva una vita sociale. Al momento, con l'incontro di Evelyn ed Emma si sentiva estremamente confusa, di quello ne era certa. Comunque alla fine alzò la mano la salutò e dopo averle dato una dritta per tornare più velocemente a scuola, si incamminò verso casa sua. Si stava facendo tardi anche per lei e doveva preparare, tristemente la cena!
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