è da un po' che non ci si vede!

Charles&Daniele

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    Charles Freeman | Auror
    Quella era stata senza dubbio una giornataccia. Ma era pressappoco sempre così, il giorno dopo la Luna Piena. Incautamente il rosso s'era recato a Denrise per fare una sorpresa a Mia senza pensare che la trasformazione sarebbe avvenuta la notte passata. Non vedeva sua sorella dalla poco dopo gli eventi di Halloween praticamente e non appena era riuscito a trovare un weekend libero, tra il lavoro di auror e quello di volontario dei vigili del fuoco, si era organizzato per passare quei giorni nell'Isola per poi poter uscire con Mia il sabato. Tuttavia era subentrata la trasformazione e aveva mandato un messaggio a Mia, chiedendole di vedersi il giorno dopo, ovvero domenica. Non le aveva spiegato il perché, preferiva farlo di persona e solo se lo avesse ritenuto necessario. Così aveva passato il sabato pomeriggio a riposare in quella piccola Locanda doveva aveva deciso di alloggiare. Ma Charles non era un ragazzo che amava stare fermo troppo a lungo, infatti non si era scelto proprio dei lavori sedentari! Quindi aveva ben pensato di scrivere un messaggio a Daniele che sapeva essere un professore dell'Accademia. Non si vedevano -Halloween a parte, ma non c'era stato tempo di parlare- dall'inizio dell'anno scolastico e, francamente, non sapeva che fosse diventato un professore di Hidenstone prima della notte di Naga, quando lo aveva visto là con gli altri. Sì, insomma, non parlavano spesso ma erano comunque amici.
    Quando si sono conosciuti, per il rosso era un periodo d'inferno; non era stato trasformato in licantropo da molto tempo e soffriva ancora per questa cosa, non che ora stesse molto meglio, ma riusciva a gestirla. Nonostante abbiano otto anni di differenza, Charles non ha faticato a trovarsi bene con l'uomo, soprattutto perché era in un momento non proprio sereno della sua vita. Dunque aveva lasciato che qualcuno superasse il muro di freddezza e distacco che si era creato attorno. Più per non far star male gli altri, rispetto a se stesso. Dunque erano diventati amici e nel tempo ciò è rimasto. E ora che si trovava tranquillo -si fa per dire- a Denrise e sapendo il suo lavoro, aveva deciso di scrivergli per chiedergli se gli andasse una birra al Canto della Sirena. Non ci era mai stato, in quel pub, ma uno valeva l'altro, soprattutto dopo quella giornata. Aveva seriamente bisogno di una birra, dove, non importava. Gli chiese se gli andasse bene verso le 21 e, una volta ottenuta conferma, decise di iniziare a prepararsi. Aveva preventivato solo un incontro con Mia, quindi non sapeva se avesse abiti adatti, ma alla fin fine che gliene importava? Andava in un semplice pub con un amico, mica ad un appuntamento galante.
    Aprì la valigia, posata disordinatamente sul pavimento di legno grezzo, e prese un paio di pantaloni grigi, una t-shirt nera, delle vans dello stesso colore e un maglione. Mise il suo rolex al polso, portafogli e bacchetta -e ovviamente lo specchio che divideva con Mia- si sistemò il ciuffo rosso ed uscì, diretto verso Il Canto della Sirena.

    Era sabato sera, indi per cui il locale era affollato. Non troppo, come invece si aspettava, ma c'era comunque abbastanza gente da rischiare di non beccare un tavolo libero. Per fortuna, dopo poco, scorse Daniele in uno di essi e si avvicinò, con una leggera pacca sulla spalla. Ehi salutò, più stanco che mai.
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    Daniele Salvatore
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    Si rendeva conto di essere una persona ricca solamente quando c'erano ragazzi come Charles che lo richiamavano e lo cercavano e cercavano di rimanere in contatto con lui. Daniele aveva il suo migliore amico di sempre e non lo avrebbe mai cambiato con niente al mondo, ma amava essere circondato da persone che gli volevano bene ed adorava anche il fatto che non fossero tutte donne, ma che ansi, riusciva ad avere anche un rapporto con ragazzi con cui parlare e divertirsi in maniera differente. Inoltre aveva deciso che doveva sfogarsi seriamente con qualcuno prima di implodere completamente per quella storia di Jessica. Doveva dire a qualcuno che aveva una relazione con una sua alunna e che stava andando fuori di testa per tutta quella situazione. Quando vide il messaggio dell'auror rispose con un ok ed un occhiolino e si andò a vestire e preparare. Aveva semplicemente una t-shirt nera, dei jeans chiari e delle scarpette da ginnastica, un maglioncino semplice nero. Si sistemò i capelli con un elastico nero, tipo calciatore in carriera ed andò all'appuntamento. Ovviamente era in anticipo come sempre, ma alla fine gli piaceva godersi qualche minuto di solitudine prima che arrivasse il suo amico. Prese il telefono e cazzeggiò un pò sui social e rispose a qualche messaggio al quale non era riuscito a rispondere durante tutta la giornata. Aveva sempre un sacco di cose da fare e cominciava seriamente a pensare che tutta quella storia gli togliesse un'enormità di energie e tempo per se, ma come si faceva a dire di no a Jessica? E proprio mentre stava sbirciando il suo profilo sentì arrivare la pacca sulla spalla del ragazzo e ridacchiare appena sorridendogli. Ehi! rispose poi dandogli una mezza specie di 5 maschile. Sembri enormemente stanco... Ma essendo un astronomo e conoscendo la natura del ragazzo immaginava anche il perchè. Com'è andata? Chiese ovviamente riferendosi alla notte precedente. Infondo luna piena voleva dire giornata del cavolo per ogni lupo mannaro sulla terra!
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    Charles Freeman | Auror
    Sorrise leggendo la risposta di Daniele, poi si passò una mano tra i ricci rossi, sperando di avere la forza di non crollare a metà serata e, soprattutto, avere la forza l'indomani di andare a trovare la sua adorata sorellina, Mia. Era ovvio che non avrebbe mancato un appuntamento con la bionda, anche se si era visto costretto a rimandarlo di un giorno. Uscì dalla locanda per dirigersi al locale designato, sperando di non essere troppo in ritardo. Ci aveva messo un po' a prepararsi, ma ogni azione gli richiedeva un enorme sforzo! Tuttavia non per questo era meno contento di andare all'incontro con Daniele, una delle poche persone che gli era stata vicino saputa della sua condizione, oltre ovviamente alla sorella. In realtà Charles non aveva detto alla minore del suo rapporto con Daniele, forse non ne aveva mai avuto modo, forse era più riservato di quanto credesse lui stesso. La verità, purtroppo, era che tra i due fratelli c'era un divario di dieci anni, quindi spesso non parlavano delle cose serie, come per esempio di Mark. L'estate precedente si era presentato a casa loro militando cose assurde, anche se Charles non sapeva tutta la storia, aveva schiantato il ragazzino contro il tavolo di vetro prima che avesse il tempo di scendere nei dettagli. Il fatto era uno solo: nessuno doveva permettersi di sfiorare la sorella nemmeno per sbaglio. Voleva proteggerla e se qualcuno voleva farle del male o glielo faceva, diventava una bestia. Non letteralmente, se non con la luna piena, ma faceva paura comunque.
    Quando arrivò, vide l'uomo ad un tavolino e gli diede una pacca sulla spalla, sorridendo e ricambiando il suo gesto. Oh sì, sono stanco morto. Sospirò, sedendosi davanti a lui. Purtroppo sono venuto qui a Denrise con l'intento di fare una sorpresa a Mia, mica mi sono ricordato che ieri notte ci sarebbe stata la Luna piena e quando mi è venuto in mente, era troppo tardi per tornare a casa. Perciò sono andato nella foresta e mi sono incatenato ad un grande e resistente albero. Si fermò dal suo racconto solo per chiedere alla cameriera, che si era avvicinata, una birra. Aspettò che anche Daniele ordinasse qualcosa, poi riprese a parlare, abbassando il tono di voce. Era un Mannaro registrato, non era proprio un segreto di stato, ma comunque erano cose che riteneva abbastanza private perché chiunque potesse sentirle. Poi da lì, il buio. Poi mi sono risvegliato stanchissimo, ma ho avuto un incontro parecchio divertente ridacchiò, portando il boccale alle labbra e prendendo un generoso sorso di birra. Ho incontrato una rossa, mi pare si chiamasse Airwen. Per scappare da me, credendo fossi chissà che mostro, si è impigliata in un ramo strappandosi tutta la maglietta. Scosse la testa, rassegnato. Te lo giuro, io volevo solo tornare a casa e dormire. Terminò il suo racconto, finendo la birra in un secondo sorso. A te invece, come va a scuola? gli chiese, perché non voleva parlare solo di se stesso. Tutto apposto con i ragazzi? E soprattutto... Mia, come sta? gli chiese, speranzoso di avere delle notizie in più. Quando si vedevano, le risposte erano i banalissimi "bene", ma nella vita di una sedicenne, era davvero impossibile che andasse tutto bene!
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    Per un astronomo non c'era niente di più bello e rilassante che guardare la luna. La luna che era il satellite naturale più spettacolare del mondo e che con la sua presenza ed in tutte le sue forme riusciva a trasformare qualsiasi persona e per chi ne conoscesse i poteri, poteva essere non solo una fonte di potere ma anche di salvezza. I sigilli legati alla luna, ed al suo potere erano qualcosa di incredibilmente potente e stesso lui, anche se dopo moltissimi anni, non aveva ancora idea di come se ne usassero alcuni. Comunque per lui era stata una fortuna ed un piacere incontrare Charlie. Lo era perchè qualsiasi cosa lo aveva portato nella sua vita gli aveva fatto imparare moltissime cose. Aveva capito come si trasformava un lupo mannaro, aveva compreso come la luna influenzasse non solo la trasformazione ma anche il comportamento dei vari lupi. Insomma era stato per lui non solo una grande rivelazione a livello di ricerca, ma anche a livello di amicizia. Charles era un ragazzo dolce ma determinato e una persona decisa. Ecco perchè lo trovava veramente un bravissimo auror. Auror competente e coraggioso e quando aveva scoperto che Mia fosse sua sorella aveva semplicemente sorriso e non aveva deto niente. Infondo non voleva mettere a disagio la ragazza e poi non gli sembrava neanche il caso doverlo dire visto e considerato che poi si poteva pensare che potesse fare qualche tipo di favoritismo. Infondo Daniele non era il tipo di fare quelle cose prendeva seriamente il suo lavoro e non aveva mai fatto niente del genere neanche con Jessica. Sospirò poi ordinando la sua birrra e poi tornò ad ascoltare il racconto del giovane lupo. Spero che almeno sia andato tutto bene e che non hai fatto niente di cui ti potresti pentire! poi riflettè sul nome della ragazza nominata e pensò un attimo. Oh... Airwen! Rossa, magrolina, carina...? Chiese poi ridacchiando. Seè la stessa è l'insegnante di pozioni di Hidenstone! Riflettè prima di ridacchiare e prendere la birra dal manico del boccale che la ragazza del bar aveva appena posato di fronte a loro sorridendo ad entrambi. Del buon alcool ti rimitterà in sesto, ne sono sicuro! Aggiunse prima di sentire quella domanda e riabbuiarsi un pò. Posò il boccale di birra sul tavolo e fece un respiro profondo. Erano amici e non avrebbe fatto finta di niente. Lei sta bene, credo che sia un pò scossa per gli avvenimenti di questi ultimi tempi. Abbiamo espulso un suo conoscente. In quanto.. a quanto pare... Non era certamente una cosa facile da dire, ma come ho già detto, Daniele e Charles erano amici non poteva non dirgli una cosa del genere! Pare che questo ragazzo avesse la brutta abitudine di allungare un pò troppo le mani senza il consenso delle ragazze! Cercò di dirlo nel miglior modo possibile e sopratutto in maniera tale da non far trapelare niente e studiare la reazione del lupo di pronte a lui.
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    Il ragazzo, alla sua frase, scosse la testa. No no non preoccuparti, mi sono legato con apposite catene, non vorrei mai che mentre sono trasformato, io facessi qualcosa di brutto. Oh non solo per lui come persona, ma ciò avrebbe portato guai anche a lavoro. Insomma, chi lo voleva un auror che andava in giro ad aggredire le persone e fare disastri? Se poi lo avessero arrestato, non avrebbe di certo più potuto lavorare con i vigili del fuoco, per quanto stesse meditando se lasciare o meno. La sua "seconda vita" lo stava tenendo abbastanza occupato da fargli trascurare quella babbana, quindi doveva rifletterci bene.
    Oh sì, proprio lei annuì Quindi è una tua collega aggiunse, con un ghigno. Sì, non è affatto male, potresti farci un pensierino lo provocò, ridacchiando. (sebbene Giada stia morendo a scrivere queste parole). Ma mi ha fatto correre per mezzo bosco sbuffò, infastidito. Quando mi sono svegliato, ero abbastanza confuso e non riuscivo a capire dove fosse l'uscita della foresta, ho pensato di chiederlo a lei ma si è messa a correre ed ho dovuto andarle dietro, altrimenti sarei rimasto là dentro chissà quanto. Ma lo stancava anche parlare di ciò che gli era successo, perciò optò per iniziare la sua birra. Lo spero tanto! Domani devo essere in forma per vedere la mia cara sorellina. E a proposito di lei, decise di chiedergli come stesse, ma la risposta non gli piacque per niente. Irrigidì i muscoli delle spalle, ora Daniele aveva tutta la sua attenzione. Ingollò l'ultimo sorso di birra prima di spingere a lato il boccale. Allungare le mani? In quel momento non ci pensò nemmeno a Mark che si era presentato da loro l'estate precedente, non fece il collegamento perché Mia gli aveva assicurato che non sarebbe andato ad Hidenstone. Poi, in successione, i ricordi di quella giornata lo colpirono come un proiettile. Aveva detto delle cose orribili a Mia... chiuse gli occhi un attimo, sentendosi ancora malissimo, prima di tornare a concentrarsi sul docente. Forse avrebbe potuto confessarlo a lui nella speranza che lo avrebbe capito e non giudicato.
    Cos'è successo esattamente? chiese poi, incrociando le braccia al petto e lasciandosi andare contro lo schienale della sedia. Questo ragazzo... era un suo amico? Oh appena avesse saputo che il responsabile era Mark, sarebbe andato fino in capo al mondo pur di trovarlo e sbranarlo. Forse non aveva ancora capito che non doveva permettersi di toccare sua sorella nemmeno con un dito.
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    Daniele Salvatore
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    Ridacchiò per quello che disse sulla sua collega.Devo dire che ad Hidenstone ci sono un sacco di colleghe che ne varrebbero la pena! Ammise prima di bere anche lui un sorso di birra. Ma infondo a lui non interessava, infondo lui aveva deciso con chi stare con tutti i problemi del caso. Doveva dirlo a lui? Infondo sua sorella aveva solamente un anno in meno di Jessica e forse non era una buona idea. Si faceva così tanti scrupoli che il problema fondamentale, era che non sapeva se poi potesse risultare ancora un insegnante credibile. Lui ci teneva enormemente al suo lavoro ma anche a Jessica. Per tutti quei pensieri prese ancora il boccale di birra e ne fece un sorso più lungo del solito sentendo ancora le parole del ragazzo. Charles era un bravo ragazzo esattamente come Mia. Quella ragazzina non aveva fatto altro che stare male per tutto il tempo ed alla fine nessuno aveva mai capito niente. Ma quanto erano bravi gli adolescenti a fingere?Quanto erano bravi a non far capire niente agli insegnanti?Eppure MArk era veramente un bravo studente, aveva sempre voti alti, non si era mai dimenticato di fare i compiti, nessuna nota nessun richiamo. Sapere quelle cose da Jessica lo aveva semplicemente sconvolto e solamente perchè lui, lui che era sempre stato una persona veramente attenta, non si era reso conto di niente. Si morse il labbro nervosamente prima di dover cercare le parole per rispondere al giovane lupo. é una donna un pò particolare! Ma è brava, bella competente... basta saperla prendere. Forse con un pò di manie di protagonismo, ma andiamo... quale donna non le ha? Chiese poi sogghignando e bevendo ancora un pò di birra per rimandare quella risposta a quella domanda. Poi sospirò mettendo il calice di birra ad un lato, esattamente come aveva fatto il ragazzo di fronte a lui. Era il fratello, infondo, ed era giusto che lui sapesse le cose, che lui avesse un quadro generale di quello che succedeva a sua sorella e che sopratutto succedeva nella scuola. Dopo Naga, dopo essere stato lui ad essere in disaccordo sul fatto che nessuno aveva evaquato o comunque non aveva avvertito le famiglie di quei ragazzi, dopo tutto quello non poteva essere certamente lui a tenere nascosta una situazione del genere a Charles, che non era solamente il fratello maggiore della ragazzina, ma anche un suo amico. Devi promettermi che non farei niente di stupido! Disse poi fissando i suoi occhi scuri contro quelli del ragazzo altrettanto scuri. Non aveva nessuna intenzione di mettere nei guai un suo amico e lo riteneva abbastanza maturo da non fare nessuna scenata o niente di eccessivamente stupido. Un ragazzo, credo che tu sappia chi sia, diciamo che credeva che il consenso sessuale fosse una mera formalità. Quindi ha deciso di illudere tua sorella e costringerla in qualche modo a fare del sesso con lei. Peccato che non si è fermato a questo e ha cercato di spaventarla in tutti i modi, fino a quando una sua compagna di scuola si è messa in mezzo... e niente, ha cercato di fare la stessa cosa con questa ragazza e lei lo ha denunciato a me... e noi, ovviamente, lo abbiamo espulso! Non avrebbe fatto nomi perchè, nonostante si portasse a letto una sua alunna, Daniele aveva un codice morale molto alto!
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    Charles Freeman | Auror
    Scrollò le spalle con un mezzo sorriso. Dovresti presentarmene qualcuna, un po' di svago ci vuole, ogni tanto replicò, sogghignando. Oh andiamo, erano entrambi adulti, non doveva certo far finta di essere uno di quei bravi ragazzi che pensa solo a cercare qualcuna per la vita. Non che avesse qualcosa in contrario verso chi lo faceva, ma lui non era sicuro di avere abbastanza tempo e voglia da dedicare ad una ragazza; la sua adorata sorellina era già abbastanza faticosa -più le preoccupazioni che nutriva verso di lei, che la ragazzina in sé, che in realtà era anche piuttosto diligente- oltre al fatto che la sua natura da licantropo non era cosa facile con la quale convivere. Non era facile nemmeno per lui, figurarsi per un'altra persona! Mia aveva imparato a conviverci e lui si sentiva abbastanza in colpa per quello, non era certo di voler chiedere ad una ragazza, di accettare tutto quello. Tutti quei pensieri, comunque, giorno dopo giorno lo logoravano dall'interno sempre di più, come un parassita. Per quanto comunque fosse un licantropo dichiarato al Ministero, della sua natura non ne parlava con nessuno e con nessuno esternava i suoi dolori e le sue preoccupazioni. Poche persone sapevano cosa fosse in realtà, come Daniele o la sorellina, ma non aveva nessuna intenzione di metterli a parte delle sue sofferenze. Non voleva caricare sulle loro spalle un ulteriore peso che, sicuramente, era già abbastanza consistente.
    Rise alla sua frase e gli fu segretamente grato che lo distraesse dai suoi foschi pensieri, atti solo all'autodistruzione.
    Credo che sia un po' una loro particolarità. Ma è così che riescono ad attirare la nostra attenzione, no? domandò, con un mezzo sorriso. Purché usino bene le carte a loro disposizione. Completò, rigirandosi tra le mani il boccale che fino a pochi minuti prima, era colmo di birra. Aveva deciso di berne uno al massimo perché il giorno dopo non voleva essere più distrutto di quello che era già; Mia si sarebbe sicuramente preoccupata da morire. Ma, appunto, l'argomento poi perse tutta la sua leggerezza, facendo sì che tutti i suoi muscoli si irrigidissero; ora il riccio aveva l'attenzione completa del lupo, che cercò lo stesso di rilassarsi, anche se non era certo di poter far fede ad una promessa del genere. Sospirò a fondo per tranquillizzarsi, anche se l'amico ancora non aveva detto niente, ma quella richiesta non era certo una delle migliori premesse. Insomma, non prometteva nulla di buono. Ci proverò. Ma, Daniele, sai meglio di me che non posso promettertelo. Cercò comunque di ostentare calma, esortandolo con un cenno del capo a proseguire, ordinando contemporaneamente un'altra birra. Sentiva che ne avrebbe avuto bisogno. Ed in effetti, era così. Ascoltò le sue parole con grande attenzione, prima di annuire. Solo quando la cameriera gli ebbe portato la sua birra, si permise di parlare, ora che nessuno avrebbe potuto disturbarli. Mark. Pronunciò quel nome con un odio in corpo che non credeva di avere, il suo tono era intriso di disprezzo. Si ricordava benissimo cos'era successo l'estate precedente. E al solo pensiero, una fitta al cuore lo distruggeva ogni volta. Sia per cosa aveva fatto Mark, sia per cosa aveva detto lui stesso a Mia. Comunque, non aspettò troppo una conferma. Credevo di essere stato chiaro con quel bastardo. Iniziò quindi, stringendo la mano attorno al manico del boccale con forza finché le nocche non gli divennero bianche, poi si disse che forse il docente avrebbe potuto essere confuso e non capire il perché di quell'affermazione. Avrebbe dovuto dirglielo? Dopotutto era un suo amico... sperava solo che non lo avrebbe giudicato troppo duramente.
    Quest'estate è venuto a farci una visitina a sorpresa annunciò, con rancore. Ricordo le sue parole quasi come se le avessi udite poco fa... fece una pausa drammatica, prendendo un sorso di birra. Mi ha detto... si bloccò, furioso al ricordo. Tutta la sua stanchezza era svanita per lasciare spazio ad una rabbia cieca. Mi ha detto che Mia ha perso la verginità con lui. Sospirò. Era un fratello maggiore, era abbastanza ovvio che fosse protettivo nei confronti della ragazzina. E fin qui diciamo che non ci sarebbe nulla di male, età a parte, ma è ciò che ha detto e fatto dopo... Si morse il labbro, evitando lo sguardo scuro dell'amico. Mi ha mostrato delle foto. Delle foto di Mia... nuda. E aveva anche un filmato, oltre che una foto che... trasse un profondo respiro, anche se avrebbe solo voluto distruggere quel ragazzino. Provava il fatto che avesse davvero perso la verginità con lui. Sperò che Daniele capisse a cosa si riferisse. Mark gli aveva mostrato una foto del lenzuolo con una singola macchia di sangue. Erano pochi giorni prima della luna piena e sai cosa succede in quei giorni, quanto possiamo diventare irascibili e tutto il resto, no? Ma non è una scusa per quello che ho fatto... si infilò una mano tra i capelli, tirandoli con nervosismo. Ho preso Mark per il collo e ho detto una cosa a Mia che... non me la perdonerò mai. Le ho chiesto se si era divertita a fare la puttanella con lui. Un dolore quasi fisico lo pervase, costringendolo a zittirsi. Le ho detto che non le avrei permesso in nessun modo di andare ad Hidenstone. Mi sono scusato, quello è certo, ma... ad ogni modo, ho strappato le foto e distrutto la pennina usb, per quanto lui abbia giurato di averne altre e... l'ho colpito, mandandolo contro un tavolino di vetro, frantumandolo. L'ho minacciato. Ma a quanto pare non è bastato. Fermò il suo lungo racconto, portandosi entrambe le mani tra i capelli ed evitando ancora una volta lo sguardo dell'uomo. Cos'avrebbe pensato di lui, ora?
    Ma non l'ha... toccata ancora, vero? chiese, preoccupato. Aveva paura che avesse abusato di lei, in qualche modo. Una paura fottuta. E... quest'altra ragazza, come sta? In cuor suo, la ringraziò davvero tanto per aver difeso Mia, e si accinse anche a farlo con Daniele. Beh, grazie... sospirò, cercando di calmarsi. Di averlo espulso, sebbene sia ancora là fuori e potrebbe farlo con altre ragazze. Concluse, finendo la sua birra tutta in un enorme sorso.
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    Daniele Salvatore
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    era sempre stato figlio unico e la cosa assurda era che si ritrovava sempre a proteggere le sorelle dei suoi migliori amici o comunque ad avere persone vicine che alla fine si mostravano essere meglio dei fratelli. Un pò invidiava chi come Charles avesse Mia come sorella o comunque un rapporto del genere con sua sorella, quindi quando il discorso si fece più interessante lasciò cadere tutti i discorsi stupidi che stavano facendo prima e si concentrò interamente allo stato d'animo dell'amico. Il punto era che non avrebbe mai e poi mai potuto biasimarlo. Lui non sapeva come avrebbe reagito ad una cosa del genere ed aveva visto l'espressione di quel ragazzino quando era stato cacciato dalla scuola. Era belle e sfrontato e la cosa assurda era che non aveva nessun segno di pentimento o di colpa sul viso come se avesse fatto l'unica cosa che si poteva fare davvero con una ragazza. Il problema principale era proprio quello quindi quando Daniele si rese conto che Charle non avev intenzione di guardarlo negli occhi perchè, fondamentalmente, aveva paura di un suo possibile giudizio gli venne da sorridere, proprio come un fratello maggiore poteva fare con un fratello minore. Lasciò che il suo racconto scorresse senza interruzioni assimilando tutte le informazioni che poteva e che doveva sapere per formulare un concetto semplicissimo. Gli venne spontaneo alla fine di tutto allungare un braccio sul braccio opposto del ragazzo e stringerglielo come per fargli capire che tutto quello che era successo non era colpa sua. Ascoltami bene. Charles, tu hai fatto quello che hai potuto fare, tu sai benissimo che le cose sono successe perchè, in quel momento, Mia voleva farlo perchè forse era semplicemente una ragazzina innamorata. Quello che è successo non è colpa di nessuno. Lo pensava davvero ritrasse il braccio e bevve un altro sorso di birra per inumidirsi la bocca, la gola e le labbra. Tu hai reagito come è giusto che sia. é normale arrabbiatsi, è normale essere iper protettivi ed ancora è normale voler prendere a cazzotti in faccia qualsiasi persona mini alla felicità di una sorella, specialmente se più piccola e dolce come Mia. Aggiunse il riccio a sua volta sorridendo comprensivo verso il licantropo. Mia deve fare le sue esperienze, che tu lo voglia o no. Non l'ha toccata di nuovo, Jessica l'ha difesa bene e ne ha pagato un prezzo, sicuramente troppo alto, ma comunque un prezzo che era disposta a pagare per la sua amica. Per una volta... ed anche se Charles non poteva sapere perchè Daniele si era guardato furtivamente intorno ed aveva abbassato drasticamente la voce, Barnes ha fatto qualcosa di vagamente giusto. Tiene a tua sorella quel ragazzo e tiene anche a Jessica e questo lo ha spinto a mettere il trrore addosso a Mark - perchè credimi, ho paura anche io di Blake Barnes - ed evitare il peggio! Ovviamente non di certo per la sua mente eccelsa, ma a volte, le persone impulsive ed eccessivamente imprevedibili tendevano ad essere molto, ma molto pericolose. Ma quello era un altro discorso. Quello che hai detto a tua sorella è stata una conseguenza di quello che sei e di quello che subisci, ma questo non vuol dire che sei una persona orribile e non vuol dire che lo pensavi veramente. In quel momento è stato così, sono sicuro che Mia lo ha capito, compreso, assimilato ed archiviato. Quindi... meno pippe mentali! Un altro sorso di birra per poi schiarirsi la voce. Come stava Jessica? Beh... si era ripresa bene, ma dopo marzo c'era aprile e quel mese non era proprio bellissimo per nessuno dei due. Si morse il labbro. Jessica Whitemore... sta bene. é una ragazza fin troppo forte e ne ha passate moltissime! Il suo tono di voce era mutato ulteriormente e si vedeva che era comunque più confidenziale, più intimo. Come avrebbe mai potuto parlare di lei in maniera fredda e distaccata ad un suo carissimo amico? E poi doveva levarsi quel peso dal petto. Doveva dirlo a qualcuno, doveva sentirsi dire che comunque era normale, anche se di normale non c'era veramente niente. Aprì la bocca per dirgli qualcosa, ma la richiuse immediatamente come se gli fosse morta in gola tutta la verità. Beh Charles! Con il tuo lavoro sai meglio di me che di Mark ce ne sono a bizzeffe li fuori! Quindi il minimo che ho potuto fare io l'ho fatto, ma bisognerebbe insegnare a Mia a difendersi da sola. Dovresti farlo! Dovtresti insegnarle che difendersi non è per forza qualcosa di brutto, ma a volte ti può salvare la vita! Aveva osservato la sorella come ogni studente in quella scuola e la diligenza con la quale aveva visto agire sua sorella era veramente rara, ma comunque doveva imparare che nel mondo, a volte, la miglior difesa era la sfrontatezza d'animo!
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    Raccontare tutto fu straziante. Nessuno sapeva com'era realmente andata, tranne ovviamente Mia, e ora lo sapeva anche Daniele. Charles era a conoscenza di quanto fosse un uomo buono, ma era abbastanza normale che temesse di essere giudicato, dato che era successo quello per tutta la sua vita. Ogni cosa che faceva, ogni sua azione, era sempre tenuta sott'occhio dai genitori, pronto a rimproverarlo qualora avesse sbagliato anche di un minimo. Loro giustificavano questo comportamento con l'amore e la volontà che crescesse perfetto. Il rosso ci credeva anche che in qualche contorto modo lo amassero, visto che lo trattavano come un dio, mentre Mia veniva trattata alla stregua della peggior criminale. Non aveva la possibilità di uscire, i genitori dovevano tenerla nascosta al mondo e, nelle occasioni in cui per forza di cose doveva uscire o arrivavano ospiti in casa, era presentata come la secondogenita della famiglia Nott. Gli ribolliva ancora il sangue al solo pensiero dell'inferno che le avevano fatto patire i coniugi Nott e quindi aveva giurato di garantirle una vita felice e di proteggerla... ma aveva fallito.
    Apprezzò la stretta di Daniele sul proprio braccio e in cambio gli regalò un sorriso mesto, prima che l'uomo prendesse la parola. Charles lo ascoltò attentamente, osservandolo con i suoi occhi chiari, speranzoso di ricevere un attenuante, anche se sapeva bene come non ve ne fossero.
    No, Mia non ha colpe, è vero... aveva solo dodici cazzo di anni... ma Mark... strinse i pugni con forza ed era sicuro che sa tra le sue mani vi fosse stato il boccale, esso sarebbe andato in frantumi senza troppi complimenti.
    Ma ciò non giustifica ciò che le ho detto! Si stava innervosendo ed agitando. Non tanto verso il docente, quanto verso se stesso. Era stato un idiota ad insultare Mia in quel modo, anche se era sotto l'influsso della luna piena ormai imminente. Sono d'accordo che Mia debba fare le sue esperienze. Debba avere le sue delusioni amorose, debba fare i suoi errori e tutto il resto... ma tra questi non rientra il subire un abuso da un ragazzino più grande che si crede intoccabile. Quasi sbraitò, trattenuto solo dal fatto che avrebbe ricevuto occhiate insospettite e scontente di tutto quel suo gridare.
    Ci mise qualche secondo a ricollegare i nomi da lui proferiti, con i rispettivi volti. Ah, Jessica, quella ragazzina corvina che ho trascinato in fin di vita lontana dai tentacoli del malboro, me la ricordo. Dovrò ringraziarla, per aver difeso mia sorella. Si calmò un poco, sapendo che Mia non era sola, che aveva degli amici disposti a rischiare per lei. Barnes invece... scavò un po' nella sua mente, ma non riuscendo a collegarne subito il volto. Ah sì! Mia mi ha parlato anche di lui. Dovrò ringraziare anche Blake, allora. Gli era sovvenuto quel nome improvvisamente. Sospirò. Mia è sempre stata una ragazzina un po' timida, chiusa forse per via del nostro passato... soprattutto dopo Hogwarts ed avevo davvero paura che faticasse a farsi degli amici, ma a quanto mi dice lei e a quanto mi stai dicendo tu ora, non è affatto così. Tirò un profondo sospiro di sollievo, davvero contento che l'adorata sorellina non fosse sola. Sorrise leggermente alla successiva sua frase. Forse hai ragione, Mia è intelligente e no, non lo pensavo affatto e credo lo abbia capito... lei è tutto, per me... non penserei mai nulla del genere di lei, specialmente se è stata raggirata quando era poco più che una bambina. Sbuffò, davvero fin troppo risentito nei confronti di quel figlio di puttana che aveva osato anche solo sfiorarla.
    Sì, anche durante quella notte ho notato come fosse rimasta aggrappata alla vita nonostante fosse stata quasi uccisa da quel mostro. Scrollò le spalle, notando poi una cosa. Non era il genere di cosa che insegnavano all'accademia, no di certo, tuttavia insegnavano a far attenzione ad ogni più piccolo dettaglio, come per esempio il cambio nel tono di qualcuno. Nello specifico poteva servire mentre venivano interrogati dei criminali, quindi non certo in quel frangente, tuttavia lo aveva percepito. Ma come poteva chiedergli il perché? Di suo non era uno che si faceva i fatti degli altri deliberatamente, ma voleva assolutamente pensare ad altro e inoltre Daniele era un suo grande amico e avrebbe voluto aiutarlo, qualsiasi cosa lo stesse turbando.
    La sua successiva affermazione, gli fece scappare una risata. Una risata misto fra l'amaro e il divertito.
    Hai ragione, hai ragione. Concesse. Ma conosco Mia da sedici anni ormai, non credo esista una ragazzina più dolce e pacifista di lei. Non so se accetterebbe mai che le insegnassi l'autodifesa, in quanto comunque potrebbe far male a qualcuno. Sono abbastanza certo che preferisca soffrire lei, piuttosto che far soffrire gli altri. Ma potrei proporglielo, domani quando la vedo. Fece una piccola pausa, guardando assorto un punto di muro alle spalle di Daniele, senza focalizzare davvero nessun dettaglio.
    Ma raccontami di te, adesso. È tutta la sera praticamente che parliamo di me! Propose, con un sorriso.
    A te come va? A scuola tutto bene? Si passò una mano leggermente nervosa tra i capelli. Sono sicuro che, in quel castello, non ci si annoi mai! commentò.
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    Daniele Salvatore
    Prof. Astronomia | 33 anni
    Quella situazione era veramente assurda, era assurda per tutti e la cosa si stava protraendo anche troppo. Il racconto di Charles fu una conferma al fatto che l'unica cosa giusta che era successa in quella scuola era stata la sua immediata espulsione. Il fatto era sempre lo stesso: Daniele era per la giustizia e la giustizia andava esercitata in maniera veloce, rapida e sopratutto in maniera oggettiva. non si poteva certamente fare un processo all'intenzione su Mark, sicuramente anche lui aveva le sue ragioni per avere quel comportamento, ma in quel momento aveva sbagliato e nello stesso momento gli si doveva dare una lezione. Non era una persona cattiva e violenta quindi non aveva intenzione di giustificare i modi bruschi dell'amico, ma non lo biasimava. Lui non aveva un sorella e non aveva nessuno a cui era veramente tanto affenzionato ma per Jessica, si per Jessica sicuramente lo avrebbe fatto, tanto che alla fine, la sua decisione di parlare ed andare fino in fondo alla questione, era proprio per quella ragazzina. Annuì alle parole del lupo prima di ridacchiare appena. Stalle sicuramente vicino, ma fare del male a Mark, in questo momento sarebbe il mdoo più semplice di comprometterti la carriera e non mi sembra il caso ne per te, ne per Mia! Quanto si sentirebbe in colpa se tu facessi una cazzata del genere? Charles! Devi essere fiducioso! Non fare stronzate avventate. Mia ha bisogno del fratello maggiore con lei, non del fratello maggiore che va picchiando persone in giro! Per quello, a quanto pare c'è Barnes!Si, diciamo che Daniele non poteva molto vedere Blake e non per le ragioni che il modo conosceva ma perchè alla fine riusciva sempre a fare qualcosa che lo facesse ingelosire. Sapeva benissimo che tra Jessica e lui non c'era niente ma i suoi atteggiamenti, il suo dover per forza fargli capire che poteva prendersi la sua ragazza quando voleva... dio quanto lo innervosiva. Ma comunque non erano li per parlare di quello ed anche se ebbe un grande cambiamento di tono quando stava parlando di Jessica, beh, lui neanche ci fece caso in realtà. Gli sembrava una cosa così naturale! Quindi alla fine scosse ancora il capo cercando di far capire al giovanissimo auror che non doveva fare niente, e dico niente di avventato, e poi sorrise alla sua frase. Eh si!Sono proprio loro Jessica e Blake! Ma non disse altro perchè sinceramente parlare di quei due in quel momento avrebbe fatto inguastire la serata al docente di astronomia e forse non era neanche il caso. La mia vita? Bah... è un casino come sempre e no, non ci si annoia mai in quella scuola. Ma forse doveva dare fiducia a Charles come lui aveva fatto poco prima e vuotare il sacco. Si morse nervosamente il labbro. é un casino li dentro è un casino per me! Ultimamente... è come se vedessi una mia alunna in maniera diversa e so che non è giusto e non va bene... come come si fa? Certo non era il migliore dei modi per sganciare quella bomba, ma come si agiva in quelle situazioni?Si aveva veramente un modo ed un libretto delle istruzioni per agire? Daniele guardò attentamente la reagione di Charles prima di poter proseguire.
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    Charles Freeman | Auror
    Scoprire tutto ciò che era realmente successo, soprattutto il fatto che Mark si era ripresentato, dal docente e non dalla sorella, era un duro colpo, ma sapeva altrettanto bene che anche Mia aveva avuto le sue ragione per tacere quell'informazione; non voleva farlo preoccupare ulteriormente, già ne aveva abbastanza di problemi, primo fra tutti l'essere un fottuto licantropo. Ma la bionda, per lui, era davvero tutto e non gli interessava se aveva già molto a cui pensare! Voleva proteggerla a qualsiasi costo, pure staccando a morsi la testa di Mark, se necessario. Ascoltò le sue parole, abbassando leggermente il capo. Non aveva tutti i torti. Era un auror rispettabile, nonostante la sua natura gli remasse contro, aveva quel lavoro che gli permetteva di guadagnare piuttosto bene e gli permetteva di fare qualcosa che amava... quindi perché buttare tutto via per un ragazzo che non si meritava nemmeno una seconda occhiata? Annuì.
    Hai ragione dovette dire, alla fine, non senza uno sbuffo.
    Domani volevo proporre a Mia di, più avanti, comprarci una casa nostra, per quanto i suoi parenti siano stati ospitali. Ma sento che entrambi abbiamo bisogno di indipendenza e di non pesare sulla sua famiglia, anche se gli saremo grati sempre. E questo, il lavoro di auror me lo permette. Se facessi qualcosa di sbagliato, perderei il lavoro, se non peggio. Si vide costretto ad ammettere, anche se mentalmente garantì a Mark che non sarebbe finita là e gli sconsigliò, sempre mentalmente, di non trovarsi sulla sua strada in una notte di luna piena.
    Ma l'ultima parte del discorso, lo fece sorridere. Questo Barnes deve essere un tipo interessante. Commentò, scuotendo appena il capo. Sia da come me lo descrive Mia, sia da come ne stai parlando tu. Mi ha raccontato qualcuna delle sue bravate. È così terribile? Un piccolo sogghigno gli spuntò sul viso. Apprezzava le persone che avevano carattere da vendere, come sembrava fosse per Blake. Era ancora più rasserenato all'apprendere che Mia avesse un amico che, dai racconti, non sembrava molto incline a farsi mettere i piedi in testa da nessuno, reagendo indipendentemente dall'età o dal ruolo che ricoprivano.
    Molto bene! Magari chiederò a Mia di invitarli da noi, qualche volta. Mi piacerebbe conoscere entrambi. E assicurarmi che il ragazzo non sia un tipo che allunga le mani aggiunse mentalmente, come sempre protettivo nei confronti della piccola Freeman.
    Stava per replicare alle sue parole, quando la fine del suo discorso lo ghiacciò sul posto. Vedeva una sua alunna in maniera diversa...? Lo preoccupava il fatto che non avesse detto il nome dell'alunna in questione. Charles non era uno che giudicava. Andiamo! Era un licantropo, era l'ultimo che avrebbe potuto giudicare gli altri... a meno che quell'alunna non fosse stata Mia. Sapeva benissimo che al cuor non si comanda, eppure... no, non poteva essere la sorella. Voleva pensare che, in caso, Mia glielo avrebbe detto, ma no. Non lo avrebbe fatto. Deglutì a vuoto. Come hai detto che si chiama? Domandò, mordendosi l'interno guancia. In realtà non lo aveva detto, ma voleva sincerarsi che l'oggetto del suo interesse non fosse Mia. Solo allora, si sarebbe rilassato. Ma prima doveva esserne certo.
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    Daniele Salvatore
    Prof. Astronomia | 33 anni
    Assurdo pensare che un uomo che da li a qualche mese sarebbe diventato un vampiro, stava dando dei cosigli ad un licantropo. Allora tutti quei libri scritti sull'eterno astio tra vampiri e licantropi erano falsi? Non lo sapeva, ma fatto si era che sinceramente, in quel momento Daniele si sentiva un fratello maggiore anche per Charles. Non voleva che facesse qualche stronzata e non certamenteper colpa di Mark. Era assurdo pensare che un auror fosse un licantropo registrato ed anche che questo si sapesse controllare in maniera impeccabile. Quindi un passo falso di Charles e gli sarebbe costata la vita e con certa gente non si scherzava affatto. Si morse il labbro quando gli diede ragione. Credo che Mia sarebbe felicissima della notizia, e si, credo anche che dovreste essere indipendenti eparlare più spesso. Si vede che è una ragazzina molto introvera, ma credimi... è la strega più brillante del suo corso! Credo che diventerà veramente un'ottima studentessa ed uscirà al 5 anno con dei voti stratosferici! Lo pensava davvero. mia Freeman e Lilith Clarke erano due facce della stessa medaglia solo che la prima era timida e riservata, la seconda era ambiziosa ed ostinata, ed infatti era la fidanzata di Blake. Era contento che il suo amico cominciasse veramente a pensare al futuro ed era anche contento che ragionasse ancora come un adulto. Quando gli chiese se Barnes era così terribile, Daniele si scolò tutta la sua birra e poi ridacchiò. Oh... lo è davvero! Anzi, forse peggio di come lo descrive Mia. Infondo stiamo parlando di un ragazzino che si è permesso di minacciare Naga di morte e non di morte normale, ma di lui che la prendeva a pugni in faccia! Quindi si, è terribile! Ma quando tiene ad una persona si farebbe uccidere per lei! Almeno quello doveva riconoscerlo. Alla fine aveva fatto quel gesto estremo solamente perchè aveva la sua fidanzata tra le braccia e mezza morta, Daniele era convinto che in altre circostanze non lo avrebbe mai e poi mai fatto! Ti divertirai un sacco! Devi prendere tutto un pò con le pinze e non fare mai il permaloso, ma si, credo che possa far piacere anche a tua sorella! E poi è un modo per conoscere chi ha intorno! Si, si sentiva tanto fratello maggiore e padre di tutti, Daniele era fatto in quel modo non ci poteva fare niente.
    Ecco che si cominciava a parlare di Jessica e che l'astronomo cominciava a sudare a freddo. Non lo sapeva esattamente perchè, ma non era capace di dire quella cosa in maniera spontanea. Fece un respiro profondo ed osservò attentamente l'espressione del lupo di fronte a lui. Si morse il labbro nervoso e decise anche di ordinare altre e due birre per entrambi. Sorrise nervoso prima di guardare il suo bicchiere vuoto che poi venne sostituito prontamente con uno pieno dalla cameriera, e poi guardò lui. Era normale che volesse sapere il nome visto e considerato che fino a quel momento avevano parlato di Mia. Ma il fatto che lui fosse così nervoso proprio perchè poteva essere Mia e quindi non accettarlo, lo faceva sentire in difetto. Quindi se Jessica avesse avuto un fratello... beh non avrebbe mai voluto che stesse con lui? Beh, comprensibile visto e considerato che lui aveva 16 anni di più della ragazzina. Si morse il labbro di nuovo. Non sapeva seriamente come confessare una cosa che lo faceva sentire tanto a disagio, nonostante Charles fosse un suo vecchio amico. Jessica.Lo sussurrò per poi ripeterlo appena d alta voce. L'amica di Mia. Aggiunse ancora guardando attentamente la reazione del suo amico.
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    Charles Freeman | Auror
    Parlare con un amico come Daniele, gli stava servendo davvero. Erano sempre stati un po' agli opposti; lui più impulsivo, spesso ricorreva alla violenza -come aveva fatto con Mark- e soprattutto poco prima della luna piena, mentre Daniele era più cauto e riflessivo, ma così riuscivano a bilanciarsi perfettamente. Si passò una mano stanca sul volto, rendendosi conto che nulla di quello che il riccio gli stava dicendo, era sbagliato. Un passo falso e tutto ciò che si era costruito, la sua carriera, la sua vita, il suo rapporto con la sorellina, faticosamente negli anni, sarebbe svanito, crollato come un castello di carte precario al primo alito di vento. Ma non doveva e non poteva essere così. Doveva stare calmo e non cedere alla sua voglia di annegare Mark con le proprie mani. Annuì dapprima distrattamente, poi concentrandosi su ogni singola sillaba pronunciata dall'amico. Doveva dargliene atto e smetterla con i colpi di testa.
    Sì, è introversa ma brillante. Non dubito di ciò che dici, diventerà un'ottima strega. Non considero i voti come tutto, nella vita, ma senz'altro sono una spinta in più e sono certo che Mia non si impegni così solo nella scuola. Era quanto più orgoglioso potesse essere di quella dolce biondina. E lo dimostrò con un sorriso smagliante. Domani le parlerò del trasferimento. Col mio stipendio, possiamo permetterci una casa grande e tutta nostra. Mia non è una ragazzina viziata e non lo è mai stata, anzi. Mi ha sempre dato motivo di essere fiero di lei su ogni fronte. Penso che sia l'umiltà fatta persona. Per questo desidero viziarla un po', per una volta, comprandole una bellissima casa con ogni comfort si possa desiderare. Per esempio una piscina. Sorrise, grattandosi la guancia. Se lo merita, si merita di vivere in una grande casa, lei, io e Zeus. Fece un'altra pausa, più rilassato. Il gatto aggiunse, a mo' di spiegazione. E proverò a parlare di più con lei, ma come dici tu è molto introversa e inoltre è una sedicenne, io sono un adulto... è normale che, complice il suo carattere, non riesca a dirmi tutto... come questa cosa di Mark. Si rabbuiò appena, prima che l'argomento si spostasse di nuovo.
    Rise poi alla sua affermazione. Suppongo tu abbia ragione! Un ragazzino così spaventerebbe anche me, ma giusto perché potrebbe diventare un pericolo per gli altri. Sospirò, ringraziando il cielo che sua sorella fosse più semplice da gestire, anche se aveva pure lei i suoi drammi da adolescente, ma come ce li avevano avuti tutti e ce li avranno in futuro.
    Benissimo, magari con la fine della scuola, dopo aver ultimato l'acquisto -conto di comprarla questa estate- inviterò i suoi amici della nuova casa! Sarà sicuramente bello conoscere due persone che l'hanno così tanto aiutata.
    Nemmeno a farlo apposta, ecco che il discorso virò nuovamente ma stavolta al centro dell'attenzione non c'era Charles o Mia, ma Daniele. Ed era giusto così, non si vedevano da un pezzo e non voleva monopolizzare completamente la serata. Anche se, a dirla tutta, quando disse quella cosa, il cuore un po' gli si fermò, pensando si trattasse di sua sorella.
    Arrivarono altre due birre ordinate da Daniele, prima che si decidesse a svelargli il nome. Jessica, quindi. Tirò un impercettibile sospiro di sollievo. Forse era troppo protettivo con la bionda, ma aveva davvero paura che soffrisse ed un uomo con diciassette anni in più di sua sorella, avrebbe potuto essere causa di sofferenze per lei, ma da come ne aveva sentito parlare, la corvina aveva uno spirito molto forte e in grado di affrontare a testa alta una relazione complicata come quella. Prese un sorso di birra, prima di dire qualsiasi cosa. Ma innanzitutto doveva scusarsi, aveva timore di averlo fatto sentire male in qualche modo, con la sua reazione. Scusami iniziò quindi, guardandolo negli occhi. Non volevo reagire così, solo che sono protettivo nei confronti di Mia, come sai. Prese un altro sorso, sentendosi la gola riarsa. Quindi, comunque, sono davvero felice per te. Anche se è una ragazzina, sarebbe ingiusto suggerirti di combattere il sentimento che provi per lei, inoltre... sono sicuro che starebbe bene, con te... che non la faresti soffrire. Si fermò, concedendo un sorriso all'uomo. Cosa provi esattamente, se posso? chiese poi, curioso. Non avrebbe potuto dire null'altro, non sapendo se fosse una cotta, amore o solo attrazione fisica.
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    Daniele Salvatore
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    Parlare con un amico era sempre qualcosa di straordinario. parlare con qualcuno della propria età, almeno una volta nella sua vita era ancora meglio. Ultimamente, con tutto quel delirio, si rendeva conto che l'unica cosa che sapeva davvero fare era parlare con gli adolescenti, stare con loro e cercare di capire i loro drammi interni. Tutto quello lo stava portando ad essere, inevitabilmente, un adolescente troppo cresciuto e tutto quello, ovviamente, non era un bene, per nessuno, ne per se stesso ne tanto meno per i suoi alunni. Ecco si. Sentire parlare Charles di Mia lo faceva sentire veramente fiero di tutto quello che stavano costruendo in quella scuola, Mia era la prova vivente che con l'impegno e molta determinazione e carattere, si potesse arrivare dovunque, che qualsiais cosa veramente sarebbe stata possibile. Infondo era brava, una bella ragazza e molto, molto intelligente. Annuì ad ogni frase del lupo di fronte a lui per quanto riguardava quell'argomento. Dovevano parlare di più e sopratutto doveva smetterla di essere così iperprotettivo. Daniele alzò un sopracciglio quando sentì quella frase e poi fece un respiro di sollievo. é certo che se tu la soffochi di certo non l'aiuti ad esprimere i suoi sentimenti o comunque non la fai sentire a suo agio ed ecco fatto che si chiuderà ancora di più a riccio! Aggiunse quasi ammonendolo, ma sicuramente con un tono pacato e dolce, proprio come farebbe qualsiasi tipo di fratello maggiore. Perchè infondo Daniele era fatto in quel modo, era una sorte di fratello maggiore un pò per tutti, era una di quelle persone premurose ed attente sempre ai bisogni degli altri, lasciando che le sue paure ed insicurezze divenissero nulle. Infondo Daniele era una persona buona e fin troppo incosciente, poco attento alla sua stessa vita! Ascoltò ancora il discorso sulla casa e ridacchiò quando gli disse che voleva farle anche un piscina, scosse il capo. Insomma da 0 a 100 in un attimo! Ma si, sono d'accordo se lo merita, e te lo meriti anche tu! Infondo sei abbastanza grande per vivere da solo e prenderti seriamente cura di tua sorella! Questa volta il suo tono era molto più gentile e meno accusatorio e quando arrivarono le due birre, prese il manico del bicchiere e ne fece un lungo sorso mentre vedeva l'espressione di Charles mutare pian piano al nome diverso da quello di sua sorella. Si morse il labbro e quando mezza birra fu bellamente scolata scosse il capo. Non c'era veramente niente da scusarsi, forse non lo sapeva neanche lui cosa stesse facendo e forse non aveva neanche intenzione di fermarsi a pensarci. Forse era davvero quello il male maggiore ma non disse niente, tenne i suo pensieri per se e quando lui gli chiese cosa provasse fece ancora un minuto di silenzio, questa volta guardando il bordo del bicchiere e accarezzandone appena la superficie, in maniera tale che il vetro facesse dei strani rumori. Finalmente guardò Charles negli occhi. Ci sono delle volte che provo un amore così intenso che non ho mai provato in vita mia, che mi sembra quasi che mi esplode il cuore... ci sono invece delle volte che vedo realmente la sua natura. é una ragazzina e si comporta come tale. Cosa provo? Non lo so. La amo? Certo la amo e non le farei mai del male, è una ragazina veramente speciale, è qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre che io abbia mai conosciuto... ma... ma ha 17 anni per la miseria e ci sono dei momenti che ne dimostra addirittura 15! é complicato, veramente complicato! Quella era la triste e cruda realtà, esattamente come gli era stata chiesta dall'amico!
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    Sbuffò, scuotendo la testa. Io non la soffoco! Protestò, quasi indignato. Voglio solo che sia felice, dopo tutto ciò che abbiamo passato prima di andarcene. Sono sempre stato protettivo con lei quando nostra madre la trattava come una serva e la cosa è aumentata dopo che l'hanno chiusa in cantina con me sperando che la sbranassi. Non posso farci nulla. Replicò, ricordando con estremo orrore quella notte di diversi anni prima, davvero terribile. Sapeva che i suoi genitori -soprattutto la madre- odiavano Mia, ma non credeva fino a tal punto da sperare che il figlio appena diventato licantropo, la azzannasse. Quello era stato il perno che aveva fatto sì che se ne andassero, fuggissero da quella casa di soprusi. Tecnicamente Charles era sempre stato trattato come un principe, ma non si sarebbe mai separato da Mia e non poteva certo perdonare i suoi genitori dopo quella notte.
    Ehi, sta arrivando l'estate ed una piscina non farebbe male! Spero solo di non deluderla più annunciò, abbassando mestamente il capo. Non era colpa sua e in cuor suo lo sapeva, ma credeva che ciò che era diventato -un licantropo- non fosse altro che una grande delusione per la sorellina. Ma non era l'unica cosa; non l'aveva protetta da Mark, non l'aveva protetta dal malboro, non l'aveva protetta... da nulla! E ciò lo faceva sentire in una morsa di sensi di colpa!
    Ma finalmente i riflettori si puntarono su Daniele e sulla sua vita. Charles voleva sapere anche come stesse l'amico, non certo parlare solo lui. E quando seppe che c'era una ragazza nella sua vita, non poté che essere felice per lui perché se lo meritava, era una persona buona e meritava solo di essere felice.
    Lui non si era mai realmente innamorato, non sapeva se fosse un bene -non aveva tutti quei problemi, non aveva bisogno di comprendere nessuno se non se stesso- o fosse un male! Quindi provò un pizzico di invidia, ma niente in confronto alla felicità che poteva provare per l'amico e lo dimostrò con un ampio sorriso.
    Ho capito ciò che vuoi dire, ma non puoi pretendere che si comporti sempre come un'adulta, è solamente una ragazzina. Fece una pausa, prendendo un piccolo sorso di birra. Ma se sei innamorato... beh, cosa c'è di più bello? Se ti sei innamorato così tanto, presumo tu lo abbia fatto anche per quando si comporta da ragazzina, no? Inoltre... potrebbe dire la stessa cosa di te, che a volte ti dimostri un ragazzino. Questo non possiamo saperlo, che dici? Ridacchiò il licantropo, prendendo bonariamente in giro il docente. Comunque ciò che devi fare, è lottare per stare con lei. Concluse quindi, annuendo convinto e, al contempo, chiedendosi se prima o poi sarebbe successo anche a lui.
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