Un bambino ad Hidenstone basta e avanza!

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    Jessica Whitemore | Black Opal
    Non è che quel giorno avesse poi così tanta voglia di uscire dal suo dormitorio e andare da qualche parte, ma aveva promesso a Lilith che avrebbe comprato per lei il test di gravidanza, una volta a Londra, e glielo avrebbe portato. E così aveva fatto. Il giorno prima, nonostante il dolore, era uscita di casa per incontrarsi con Aaron e stare qualche ora con lui e nel tragitto si era fermata in farmacia, comprando il test che le sembrava più attendibile. Tra sé pensò che non avrebbe mai voluto tornare indietro a quando aveva scoperto di essere incinta. Si era sentita completamente sopraffatta dagli eventi e davvero non sapeva minimamente che pesci pigliare, come dirlo alla scuola e come fare con i suoi compagni. Già all'epoca non aveva ancora amici, figurarsi se fosse saltata fuori con una notizia del genere. Sbuffò, sgusciando fuori dalle coperte e mettendosi addosso i primi vestiti che trovò a portata di mano. Nemmeno si truccò, si diede solo una sommaria sistemata ai capelli e si avvicinò ad Alex che stava riposando beatamente nel suo lettino. Torno presto gli disse, conscia che non avrebbe potuto sentirla, in quel momento. Con un'alzatina di spalle mise la confezione del test in tasca e si avviò verso l'uscita, non prima di aver scritto un messaggio a Blake. "Tra cinque minuti ai bagni" fu la semplice riga che gli spedì. Certo, erano nella stessa casata e, di conseguenza, condividevano la sala comune ma lui non era nei paraggi e non aveva intenzione di andare a vedere se era in giro ai piani più bassi dove stavano i dormitori. Mandò lo stesso messaggio a Lilith, più o meno, dicendole che stava arrivando per fare insieme il test. Non osò tirarlo fuori per tutto il tragitto. L'ultima cosa che voleva, era che qualcuno passando, pensasse che fosse nuovamente incinta. Al solo pensiero, si sentiva male. No, un altro bambino era l'ultima cosa che voleva, almeno per ora. Non negava che, segretamente, le sarebbe piaciuto avere un figlio -più avanti- con Daniele, ma ora quei sogni erano beatamente andati in frantumi quando lei era stata a casa sua e ad aprirle era arrivata Victoria e non Daniele. Il ricordo le faceva ancora molto male, infatti lezioni a parte, era stata chiusa nel suo dormitorio, senza rispondere mai ai messaggi o alle domande di nessuno. L'unico che lo sapeva era Blake, là a scuola, visto che lo aveva chiamata disperata il sabato sera. Ma lo avrebbe detto anche a Lilith, in seguito. Prima però l'avrebbe aiutata con il test e tutto. Era lì per loro, in primis. Quindi arrivò ai bagni, costatando che gli amici erano già arrivati. Ehi lì salutò, senza però la gioia che l'avrebbe potuta pervadere fino a qualche giorno prima. Ecco il test annunciò, togliendo la stecchetta dalla scatola e facendo scivolare sovrappensiero la scatola dentro la borsa, mentre il test lo porse all'amica.
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    Era arrivato quel giorno, non sapeva esattamente quanto tempo era passato, ma era arrivato. E questo significava che Jessica aveva comprato il test, e lei lo avrebbe dovuto fare. Ma come si faceva esattamente un test di gravidanza? Per tutta la settimana era rimasta in camera la maggior parte del tempo, giustificandosi con l'aver preso l'influenza, mentre le uniche visite che riceveva erano quelle di Blake, con cui cercava di liberare la mente, seppur fosse un momento difficile.
    Quando il telefono squillò, Lilith sobbalzò dal letto e tirò un profondo respiro.
    Blake era già fuori dalla sala comune, quando Lilith uscì, con indosso un jeans e una magliettina bianca a maniche corte. Questo voleva significare che Jessica aveva già avvisato anche lui. Vederlo era un toccasana, a dirla tutta e lo salutò con un bacio leggero sulle labbra, prima di afferrare la sua mano e fare un cenno con la testa, come a volergli dire che era pronta.
    Arrivati al bagno destinato al test, Lilith entrò in ansia.
    L'arrivo di Jessica fece sciogliere le dita dalla mano di Blake e Lilith si fiondò dall'amica, abbracciandola appena senza dire una parola.
    Guardò la stecchetta e poi Jessica «Jey... come... come... ecco io, non so come si fa...»
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Era stata una settimana da incubo a dirla tutta. Non riusciva più a pensare ad altro che a diventare padre, aveva preso anche a fare degli incubi assurdi! Ossia lui che massacrava di botte suo figlio, anche se doveva ammettere che era proprio bello quel bambino. Comunque non ne poteva più e voleva seriamente parlare di tutta quella situazione ad Aaron. Forse gli serviva veramente un aiuto. No, non lo avrebbe mai detto ad alta voce, fatto si era che il momento era arrivato e quando Jessica lo aveva avvertito che aveva comprato il test di gravidanza era andato dalla sua fidanzata e senza dire niente l'aveva baciata, stretto la mano e sorriso. Quando andarono verso il bagno Blake non sapeva esattamente se poteva entrare o meno, ma infondo mica era la prima volta che entrava nel bagno delle ragazze! Bene, questo non era il momento di dire una cosa del genere a Lilith, quindi stette zitto e quando lei si staccò da lui per andare ad abbracciare Jessica Blake sospirò. Whitemore... La salutò tranquillamente senza troppi fronzoli che non erano da lui poi aprì la porta del bagno e fece segno ad entrambe di entrare. Una volta dentro prese la mano di Lilith. Ehi, qualsiasi sia il risultato... andrà bene. In realtà lo stava dicendo più a se stesso che alla ragazza, ma infondo aveva compreso che quello era un momento ansiogeno per entrambi e quindi... beh, quindi doveva essere lui quello forte, come era sempre stato. Si morse il labbro e lasciò le ragazze fare quello che dovevano fare, prendendosi una sigaretta ed accendendola con il suo fido compagno accendino. Fece un respiro che si finì mezza sigaretta ed attese. Ecco, benissimo, Lilith non aveva neanche idea di come si faceva un test e sinceramente neanche lui. Era preoccupato e si stava sentendo male, tanto da prendere il pacchetto di sigaretta in mano e ruotarlo come un pazzo, il piede che sbatteva nervosamente per terra. Si mise seduto su di una panca li presente davanti al bagno dove le due ragazze erano entrate. Posò la testa sulle mattonelle fredde del bagno e cercò di stare il più tranquillo possibile. Il punto era... come lo avrebbe detto ad Aaron ed Annie? "Ehi ciao, come va? Comunque avrete un nipotino, perchè io divento padre!?" per non pensare alla famiglia di lei! "Ciao Gemelli ho ingravidato vostra sorella su di un tavolo polveroso mentre abbiamo litigato a morte perchè era gelosa ed io, a detta sua, sono un grande stronzo! Però si dai... è stato bello intenso e si.. la amo!" Fece un altro tiro. Voleva morire li, in quel momento prima di essere ucciso dalla famiglia di lei.
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    Jessica Whitemore | Black Opal
    Si chiese cosa avrebbe fatto lei se si fosse trovata ancora in quella situazione. Ma soffermarsi troppo a pensare ad un'eventualità simile, non era certo l'ideale per il momento. Il giorno prima Aaron le aveva chiesto se il test fosse per lei e, al solo pensiero, la giovane era rabbrividita. No, non era pronta per un altro bambino. Anche perché... dopo il tradimento di Daniele -che era ancora doloroso nella sua testa- aveva deciso di chiudere con gli uomini almeno per un po' o perlomeno con le relazioni serie! Si sarebbe data a semplici avventure, tanto di bei ragazzi la scuola ne era piena. Magari avrebbe potuto ricontattare Lucas? Oddio, non ci parlava da San Valentino, più o meno... che stupida era stata. Ma quel giorno era lì per i suoi amici, non per pensare ai drammi della propria vita. Per quelli, ci sarebbe sempre stato tempo. Fortunatamente l'amica la strappò bruscamente dai suoi pensieri, buttandole le braccia al collo. La corvina si limitò ad accarezzarle la schiena con dolcezza, ritenendo che fosse meglio non dire niente, non in quel momento. Un leggero sospiro uscì dalle sue labbra. Barnes... ricambiò così il saluto lapidario dell'amico. Che lo desse a vedere o meno, probabilmente anche lui era preoccupato da morire, proprio come lo era la sua ragazza. E siccome era un momento carico di ansie per la strana coppia, Jess decise di arrivare subito al dunque, porgendo alla riccia il necessario per fare il test, ma alle sue parole, rimase per un attimo in silenzio.
    Per un attimo, le ricordò Tess sul viaggio per andare ad Hidenstone, quando le aveva chiesto, in poche parole, com'era fare sesso. Si morse il labbro, conducendola dentro uno dei cubicoli dov'erano situati i gabinetti, chiudendo la porta e lasciando che Blake aspettasse fuori. Cose da ragazze, no? Allora... iniziò, non sapendo bene cosa dire esattamente. Che situazione del cavolo! Lei non era per nulla brava a spiegare! Semplicemente devi stare tranquilla e... spero che tu abbia bevuto prima di venire qui ridacchiò, un po' per alleviare la tensione di entrambe, prima di concentrarsi sul vero problema. Vedi questa? E con l'indice indicò la punta del test, quella più in evidenza. Beh, nulla di più semplice...! Devi solamente metterti qui e... indicò il wc. Fare pipì dove ti ho indicato! Sospirò, almeno la spiegazione era andata. Poi devi posarlo su un piano e aspettare alcuni minuti -meglio cronometrare- per poter poi avere il risultato. Tirò fuori il magifonino per prendere il tempo quando fosse stata ora, mentre l'altra mano la posò sulla spalla dell'amica e strinse leggermente. Andrà tutto bene. Ci sono io con te. Cercò di rassicurarla.
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    Tutto quello era davvero ridicolo. Ma non avrebbero potuto aspettare due mesi e poi capire se fosse incinta? Lasciò un bacio sulle labbra a Blake, forse più di una volta, quasi a cercarne la stabilità personale.
    Non disse nulla sulla sigaretta che Blake si accese, non era il momento di fare il Prefetto Perfetto, mentre stava facendo un test di gravidanza. Insomma, o almeno ci provava.
    Come li avrebbero chiamati? E se fossero stati gemelli? Insomma, da parte sua era certo che il gene gemellare ci fosse.
    Oh, per Merlino, come avrebbe cacciato due gemelli da un buco del genere? Mentre faceva questi pensieri, lo sguardo cristallino si allargò, ma guardando Jessica.
    Non era il caso di dirlo davanti a Blake, ma Lilith aveva una fottuta paura di cosa sarebbe potuto accadere.
    Insomma, sapeva sicuramente come si partoriva, ma solo ora stava pensando a quanto fosse stretto quel buco, rispetto alla testa di un bambino.
    La domanda di Jey interruppe quei pensieri e Lilith si risvegliò da quell'incubo «Sì? Cioé, ho bevuto... credo abbastanza, no? Ma.. perché?» il resto della spiegazione la fece rabbrividire. Erano in quel cubicolo e doveva fare la pipì su quella cosa? «ok... stiamo calme... e facciamo la pipì, giusto?»
    Si calò le mutandine e cercò di mettere a dritto la bacchetta che le serviva e ... «Ora la faccio, ok?» non era mai stato così difficile fare la pipì.
    Finalmente uscì e bagnò la bacchetta e «Oddio che schifo, è finita sul mio dito!» prese la carta e si pulì «quanto dobbiamo aspettare?» sorrise appena alla mora, mentre le faceva segno di uscire nell'antibagno, doveva lavarsi le mani.
    Guardò Blake, uscendo dall'abitacolo e si andò a lavare le mani. «Jey... non saprei come fare senza di te... credimi...»
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Rispose ai baci fugaci della ragazza. Ma era talmente tanto preoccupato ed ansioso che non fece caso neanche al saluto di Jessica. Non era per cattiveria, ma in quel momento, veramente, avrebbe voluto essere da un'altra parte ed aveva comprato talmente tanti preservativi che potevano stare bene per anni. Il fatto era che sicuramente non li avrebbero usati e... nella sua mente c'erano solamente pannolini, la sua vita finita, biberon, ancora la sua vita finita, pappette, panni firmati zozzi ed ancora la sua vita finita. Lui aveva 18 anni e per quanto amasse Lilith quello davvero non era il momento. Quindi si ammutolì talmente tanto che quella sigaretta si stava consumando da sola, dimenticata tra le dita del suo padrone. Non aveva voglia di fare niente o di dire niente, era di fronte all'abitacolo del bagno dove le due ragazze si erano infilate, seduto sul marmo del lavandino ad attendere. Attendere semplicemente. Non aveva nessuna intenzione di fare altro che attendere ed avere la possibilità di ascoltare tutto quello che le due ragazze si stavano dicendo. Ma in realtà era così assorto dai suoi stessi pensieri che non sentì neanche una parola di quello che dissero le due. Aveva una paura fottuta che quel diavolo di cose uscisse positivo che davvero stava quasi tremando. Si stava sentendo male e non respirava. Non era una questione solamente di "non è il momento" ma neanche lui era pronto. Lui che solamente qualche mese fa voleva dare fuoco ad un tizio, che aveva ammazzato di botte un altro tizio che poi si era difeso e lo aveva ridotto tipo un rottame, si era lasciato con Lilith per la prima volta, e lo avevano concepito mentre litigavano e dopo che... quando Lilith uscì dal bagno fu come se qualcuno lo riportasse brutalmente alla realtà. La guardò, guardò il test e poi tornò a guardare Jessica. Come se fosse lei e solo lei a dovergli e potergli dire il risultato. Adesso il problema nella testa di Blake fu anche un altro: se fosse stato negativo ed avrebbe gioito troppo allora Lilith poteva rimanerci male perchè quasi sembrava che lui non volesse un figlio da lei, e se fosse risultato positivo? Mettersi a pinagere era qualcosa che doveva eliminare dalla lista "come devo reagire?" Era tutto complicato, in quel momento avrebbe veramente voluto chiamare suo fratello e mettersi ad urlare cose insensate. Era una cosa così strana che davvero non riusciva neanche a figurarsela. Lui non poteva diventare padre! Non poteva e non voleva. Quindi continuò a stare in silenzio e guardò prima Jessica, poi Lilith e poi ancora il test. Qualcuno prima o poi gli avrebbe detto qualcosa no?
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    Jessica Whitemore | Black Opal
    Non era troppo brava a spiegare le cose, ma ci provò. Il solo test di gravidanza che aveva fatto, era stato un anno e mezzo prima e Skyler le aveva spiegato tutto, anche se in quel momento la sua testa sembrava aver disperso quelle informazioni, per sostituirne con altre nuove, quindi non usò le stesse parole tecniche dell'infermiere, ma ci provò. Si appoggiò con le spalle contro la porta, guardando per un secondo ancora quella ragazza riccia che, se il test fosse risultato positivo, avrebbe dovuto affrontare una delle prove più difficili, nella vita. E lei lo sapeva perché c'era passata a soli sedici anni, ma aveva deciso di prendersi cura di quella creaturina che di colpe non ne aveva nessuna. Poi chiuse gli occhi. Finché l'amica faceva il test, lei aveva esigenza di pensare. In quei giorni sembrava andare tutto così in fretta; solo due giorni prima, stava rigando un paio di macchine con le chiavi di Blake, il giorno prima, stava facendo shopping con Aaron e ora... si ritrovava in un cubicolo aspettando che una delle sue migliori amiche effettuasse un test di gravidanza. Un po' invidiava, comunque, la relazione tra Lilith e Blake. Certo, era tutto un grandissimo casino ma almeno loro potevano viverla alla luce del sole, mentre lei era costretta a tenersi ogni cosa, salvo potersi sfogare con quelle poche persone che sapevano. Ed era frustrante, anche se cercava di non farci caso. Ad ogni modo, quel giorno era lì per loro, non per pensare a se stessa.
    Riaprì gli occhi e rise nell'udire la sua frase, scuotendo lievemente la testa ma non aggiunse altro, seguendola fuori dove vi erano i lavandini e dove stava aspettando Blake. Gli lanciò uno sguardo fugace, prendendo la stecchetta dalle mani di Lilith e posandola sul piano del lavandino, in modo che stesse perfettamente orizzontale.
    Se ricordo bene ciò che mi disse Skyler quando toccò a me, in un minuto avrai il risultato, in caso esso sia positivo... ma se ancora non succede nulla, dobbiamo aspettare altri quattro minuti -per un totale di cinque- e avrai la tua risposta sulla negatività dell'esito. Concluse, cercando di sorriderle incoraggiante. Dopodiché, avvolse un braccio attorno alle spalle dell'amica e attese. Ci sarò sempre, lo sai disse solo, a bassa voce, senza staccare le sue iridi scure dal test.
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    Quei cinque minuti furono i più lunghi della sua vita. Lilith aveva ancora il cuore in gola e strinse la mano di Blake e quella di Jessica. Sorrise alle parole dell'amica mentre continuava a guardare quella stecchetta che avrebbe probabilmente scombussolato il loro futuro.
    E se fosse risultato positivo? Non poteva rovinare la vita di entrambi per un errore che non dovevano commettere.
    «Quanti minuti sono passati?» - domandò senza staccare gli occhi da quella stecchetta. Troppo pochi era la risposta silente che tutti le diedero.
    Nel frattempo la mente le iniziava a chiedere come l'avrebbe detto ai suoi fratelli, insomma, avrebbero ucciso sicuramente Blake, e questo non doveva accadere.
    I cinque minuti erano passati e lei afferrò violentemente la stecchetta, poi sgranò gli occhi e iniziò a piangere.
    Rideva e piangeva. La prima cosa che fece fu lanciare in aria quel bastoncino e saltare in braccio a Blake «Non sono incinta, non sono incinta, non sono incinta!!!» - iniziò a baciarlo freneticamente, per poi sganciarsi da lui e gettarsi al collo di Jessica «Hai sentito, Jey! Niente altri bimbi, Alex rimarrà sempre e solo l'unico! Possiamo continuare a crescere lui e nient'altro! Oddio, per Morgana, come sono felice. Vi amo, ragazzi. Vi amo tantissimo.» - quindi buttò via il bastoncino e li prese entrambi per mano «Andiamo! Vi offro da bere, è il caso proprio di festeggiare!» - e tra le lacrime e le risate, corse via con i due.
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