LILITH CLARKE Dioptase - Prefetto | Dopo quello che era successo poche ore prima, Lilith non riusciva a trovare la concentrazione per studiare. Era tornata in Sala Comune, provando a mettersi comoda sul divano a leggere il libro di alchimia, per cui doveva fare il compito. Ma niente, quindi optò per la sua camera, ma era troppo nervosa per stare lì dentro e - tra l'altro - se fosse entrato Mark, conoscendosi, avrebbe sfogato su di lui la sua rabbia. Quindi aveva avvisato Greta che sarebbe andata studiare alla riserva, la ragazzina era preoccupata, ma Lilith non voleva saperne di parlare con nessuno, lasciò il telefono in stanza e andò a cercare di trovare un po' di pace lontano dalle quattro mura. Quando tornò lì, l'immagine della mano di Blake sulla faccia di Mia, ritornò come un lampo. Sentì una fitta al petto e gli occhi le si fecero pieni di lacrime. Non riusciva a reggere quei contatti fisici che Blake aveva con le altre, probabilmente - nonostante provava ad impegnarsi - era un qualcosa di troppo difficile da riuscire a superare. Seth l'aveva seguita, con il musetto preoccupato, si arrampicò sulle gambe della Prefetta, che ormai si era seduta vicino ad un albero, quindi lo prese e lo portò al petto, abbracciandolo come si fa con un peluche. Chiuse gli occhi e le lacrime scesero silenziose «Sono una cretina, Seth... dovevo immaginarlo...» lo disse con la bocca nascosta tra il collo del suo gatto, quindi molto basso che potesse sentirlo solo quel micino che non parlava. Quando sentì dei passi, allontanò il gatto dal proprio petto, tenendolo comunque in braccio e si asciugò le lacrime sul volto, con la manica della giacca della divisa. Non sapeva chi fosse, ma non aveva più intenzione di mostrare le proprie emozioni a nessuno, quindi questo valeva anche per la tristezza. I passi si facevano più vicini, sembravano frenetici e poi quella voce. Lilith lo guardò con la coda dell'occhio, per poi girarsi dall'altro lato. Tra tutte le persone con cui voleva nascondere quegli occhi rossi e gonfi dal pianto, Blake era uno di questi. E il destino gli aveva mandato proprio Blake? «Cos'è? Hai lasciato sola Mia? Sia mai si dovesse scontrare con l'aria e potesse farle male... corri da lei, principe Barnes.» il tono era basso, distaccato e freddo, oltre che canzonatorio e saturo di ironia. Non riusciva davvero a capire? Non comprendeva quanto quelle attenzioni e quella foga di concederle alle altre, la ferissero? Parlò ancora, il ragazzo, ma lei aveva finito le parole. Si limitò a scuotere la testa. Sentiva gli occhi bruciarle di nuovo, ma avrebbe cercato di trattenere le lacrime fino alla fine, fino a quando non sarebbe stata da sola. Lasciò Seth sull'erba, quindi con la spinta delle mani si sollevò da terra, non si avvicinò al ragazzo, ne rimase a distanza di cinque passi e i suoi occhi di ghiaccio lo guardarono «Io quello che dovevo dirti, riguardo Mia, te l'ho detto. Non ho altro da aggiungere.» non aveva mai parlato a Blake in quel modo, sentiva un nodo in gola che non riusciva a mandar giù, mentre avrebbe voluto scoppiare a piangere e urlargli contro. Ma non serviva, l'aveva capito, ormai. Blake non sarebbe mai stato solo suo, ci sarebbe stata sempre una Mia Freeman a mettersi tra di loro, a cui lui avrebbe concesso protezione e dolcezza. Non erano solo per lei. Alla sue successive parole, Lilith rimase di marmo, non esprimeva nessuna emozione sul volto «Hai ragione. E' davvero assurdo, Barnes.» riprese parte della sua frase, quindi «E' finita.» fu lapidale e quando pronunciò quella frase sentì un dolore all'altezza del cuore che non avrebbe retto ancora per molto davanti a quel ragazzo. Sentiva che le gambe le reggevano sempre meno e lo stomaco stava per rigettare l'acqua che aveva bevuto. Ma tentò di rimanere impassibile, per quanto dentro fosse completamente spezzata. «Seth. Andiamo.» richiamò il gatto, quindi, prima di fare per andarsene, affiancando Blake e sfiorandogli la spalla per caso.
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