Miele o zucchero?

per Emma

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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Erik non era il tipo da tè pomeridiano. Insomma, lui era abituato a trascorrere il tempo libero tra una lezione e l'altra all'aperto, circondato dalla natura o alle prese con i più disparati sport. Questi erano utili per permettergli di scaricare la tensione accumulata, dopotutto non difficilmente condivideva ansie e paure col prossimo a causa della paura di dar fastidio.
    Quel pomeriggio però decise di non uscire. Nonostante fosse aprile faceva ancora freddo e nubi grigie riempivano il cielo, minacciandolo di pioggia. Quasi quasi oggi mi prendo il tè caldo. Il solo pensare all'aggettivo caldo lo faceva star meglio. Se chiudeva gli occhi pensava al sole, alla sabbia, all'est-boom. Urtò una delle tante colonne del corridoio del piano terra. Acciderbolina! Esclamò, portandosi la mano destra sulla nuca per massaggiarsela appena. Ok, non devo più camminare con gli occhi chiusi, anche se fa freddo.
    A ogni modo arrivò alla meta proprio a seguito dell'ora del tè e di quella cerimonia in cui gli elfi ricevevano un applauso come ricompensa per i loro capolavori di pasticceria. Oh, ciao Scopina! Salutò la scopa animata che stava ancora finendo di pulire la moquette e posò su un tavolo libero la propria tracolla come se volesse in qualche modo occuparlo, dopodiché si armò di tazza e piattino e si avvicinò alla zona del buffet. Si trovava proprio di fronte ai contenitori di tè e rimase qualche attimo spaesato, incerto di quale scegliere. Gli occhi puntavano sul tè verde aromatizzato alla menta, quello nero al cioccolato e l'oolong alla noce con cuoricini al cioccolato bianco. DANNAZIONE, CI SONO I CUORICINI! Ok, si era lasciato conquistare dalle decorazioni. Si riempì la tazza, dopodiché si voltò in direzione di tutti coloro che ancora non avevano la tazza piena. Qualcuno vuole l'oolong? Ci sono i cuoricini di cioccolato bianco! E lo disse con un tono da in questo portafoglio ci sono cinquanta Galeoni!
    Ok, forse era esagerato, ma erano proprio quelle piccole cose a divertirlo. Senza obiettare avrebbe riempito le tazze di tutti coloro che avessero risposto in maniera affermativa, anche se Scopina non ne parve molto contena. Anzi, la scopa detestava quando si creava la fila e ci teneva affinché si recassero a sedere tutti coloro che in un certo senso si erano serviti.



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    Emma Lewis | Ametrin
    Emma lanciò uno sguardo al cielo di quel pomeriggio. Era grigio e, probabilmente, prometteva pioggia. A lei piaceva la pioggia. Il ticchettio delle gocce contro i vetri, lo scosciare ininterrotto, il buio innaturale causato dalle nuvole scure, i fulmini... le davano quasi una sensazione di serenità, soprattutto se poteva condividere il suo pomeriggio piovoso con qualcuno. Le piaceva stare all'aria aperta, certo, ma anche passare il pomeriggio con un suo amico mentre fuori pioveva, non era affatto male! Purtroppo non poteva scrivere a Lucas perché sapeva avesse da fare, quindi decise di andare ad esplorare un po' il castello. La giovane era una primina e, nonostante fosse là da ormai sette mesi -una vita, praticamente, eh?- non aveva ancora avuto l'occasione di visitare diversi luoghi. Come la sala da tè. Emma, a casa, era abituata a bersi la camomilla alla sera, prima di dormire, ma... sarà stata la stessa cosa con il tè, no? Okay, magari bere il tè non era l'ideale per dormire... ma in fondo era pomeriggio! Cosa sarebbe mai potuto succedere? Con queste premesse, si diresse verso la sala adibita. Si chiese se ci fosse sempre stata o se fosse una nuova trovata della preside; un giorno lo avrebbe chiesto sicuramente a qualcuno degli alunni più grandi. Insomma... qualora avesse trovato il coraggio per farlo! Scese dalla sala comunque degli Ametrin e si diresse verso quella sala, sperando di ricordarsi con esattezza la sua ubicazione. Scese quindi al piano terra, le pareva fosse là, e camminò a passo veloce lanciando un'occhiata ad ogni stanza o aula che trovava per individuare quella di suo interesse. Beh, non ci volle molto... entrò nella Sala da Tè e fu subito colpita dalle enormi vetrate, anche se quel giorno non facevano entrare molta luce solare, visto che effettivamente esso era coperto dalle nuvole cattive. Guardò i bellissimi lampadari di cristallo e, per ammirarli, quasi si schiantò contro un muro... ma dettagli! Ehi, ma era qui anche prima? si chiese, riferendosi al suddetto muro. Ma non ci stette a pensare più di tanto, poiché voleva trovare un tavolino libero anche se molta gente aveva avuto la sua stessa idea di passare del tempo in quella stanza visto il meteo non proprio sereno. Comunque, si guardò in giro entusiasta. Scopina, così aveva capito si chiamasse, stava pulendo qua e là, mentre gli studenti sparpagliati chiacchieravano o prendevano il tè. Con le stesse intenzioni, si diresse verso il tavolo del buffet con l'intenzione di vedere se ci fosse qualcosa che la ispirasse.
    Stava osservando i contenitori del tè, quando una voce maschile alla sua destra, la fece sobbalzare. Cuoricini? Dove? fu il suo primo pensiero, finché le sue iridi non incrociarono i lineamenti familiari di Erik, un suo compagno ametrino del secondo anno. Lei voleva quel tè, assolutamente. Chi avrebbe mai detto di no ai cuoricini? Quindi doveva farsi coraggio e provare a spiccicare parola. Si avvicinò.
    Iooo! esclamò, sorridendo e cercando di non cedere al desiderio di sotterrarsi. Ci sono tantissimi tipi di tè ma... i cuoricini, sono i cuoricini! asserì, dopo essersi affiancata al ragazzo. E poi adoro il cioccolato bianco.
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Ogni casata di Hidenstone aveva il suo punto debole: i dioptase impazzivano per tutto ciò che fosse in un certo senso legato alla cultura, i black opal per esperienze intense da poter superare individualmente e gli ametrin tutto ciò che che aveva a che far con coccole, abbracci e cuoricini. Non fu una sorpresa, infatti, constatare come all'invito di Erik avessero accettato per lo più i componenti della sua casata. C'erano dubbi? Insomma, i cuoricini di cioccolato bianco erano una sorta di esca per adescarli, non c'erano altre soluzioni! Ad ogni modo, il prefetto senza obiettare sorrise e riempì le tazze di tutti gli studenti che erano curiosi di assaporare quella calda bevanda.
    Uno dopo l'altro furono serviti tutti, poi giunse il turno di Emma. Esatto, i cuoricini sono i cuoricini! Ripeté le parole della ragazza, facendole un occhiolino divertito, poggiando poi sul grande tavolo il contenitore del tè. Emma, lascia che ti dia un consiglio da ragazzo del secondo anno: quando vieni qui ti conviene occupare prima un posto e poi prendere il tè, altrimenti rischi di trovare tutto occupato. In effetti ora i tavoli liberi erano ben pochi, ciò nonostante il nostro prefetto di fiducia aveva la soluzione a ogni problema. Oggi sono solo, se ti va possiamo condividere lo stesso tavolo. Fu allora che indicò il posto che aveva occupato con la propria tracolla.
    Se vuoi puoi accomodarti subito, io devo ancora prendere qualcosa da mangiare. In un tavolo adiacente, infatti, vi era un bouffet con una vasta serie di biscotti secchi, pasticcini, torte, crostate e diversi lievitati anche salati. Senza indugiare il moro si armò di piattino che riempì con un macaron al pistacchio, una fetta di crostata ai lamponi e due siren cupcake. Dopodiché tornò al proprio tavolo. Emma, tu frequenti spesso questo luogo? Io ammetto che solitamente ci vengo solo d'inverno.



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    Emma Lewis | Ametrin
    Era proprio bella quella sala, avrebbe dovuto andarci prima, effettivamente. Era troppo carina! E poi amava il té in tutte le sue forme e gusti, ma i cuoricini! La facevano proprio impazzire. Avrebbe potuto anche giocarci, tipo fare un cuoricino di cuoricini! Beh, avrebbe chiesto ad Erik se gli andava di farlo con lei. Lo guardò come incantata mentre versava il té a tutti, in un gesto molto dolce. Almeno secondo lei. Ma era abbastanza una peculiarità degli Ametrin. Erano come degli orsetti coccolosi... o i gattini incantati di Skyler!
    Ehi senti... Erik iniziò, quasi con un vuoto di memoria quand'era ora di pronunciare il suo nome. Arrossì appena e ancora non aveva pronunciato la sua richiesta. Che ne pensi di fare un cuoricino di cuoricini? Sarebbe carino, no? propose, mentre il suo rossore si accentuava leggermente, portandola a distogliere lo sguardo dal suo decisamente più scuro. Ma Emma era così, super timida sebbene cercasse di interagire un po' con tutti e cercasse di fare amicizia con ogni essere vivente, pure con le piante. Forse ci metteva un po', ma lo faceva.
    Ascoltò poi il suo consiglio, annuendo. Oh mormorò, guardando la stanza che ormai si era piuttosto riempita di studenti che conversavano prendendo il tè, proprio come stavano facendo lei e il compagno... tranne per il fatto che lei non avesse un posto. Sì, mi faresti un grosso favore! esclamò, battendo una volta le mani. Adoro bere il té con calma mentre sono seduta magari con qualche dolcetto.
    Come da lui proposto, andò a sedersi al tavolo, puntando le iridi azzurre sulla schiena del moro, facendosi apparire sulle labbra un sorrisetto dei suoi. Molto dolce. Era la seconda persona, dopo Lucas, ad essere così gentile con lei... e non ne era affatto abituata!
    Quando il ragazzo si avvicinò, Emma aveva ancora stampato in viso il suo sorriso. Sembrano deliziosi! commentò, guardando le lecornie che Erik aveva portato con te dal Buffet. Posso? chiese, allungando la mano verso un cupcakes. Anche quello era da lei. Chiedere per qualsiasi cosa.
    Oh no, è la prima volta che vengo qui! Devo dire che me ne pento un po'. È un posto estremamente interessante e tranquillo. Amo il tè! Soprattutto con qualche decorazione come questi cuoricini. Prese tra le mani la tazzina, osservando il liquido scuro. Senti Erik... sussurrò poco dopo, quasi colta da un'illuminazione improvvisa, con lo sguardo puntato verso l'esterno. Voleva chiedergli se lui, in qualità di prefetto, avesse potuto fare qualcosa per lei. Ma non era sicura di voler dirgli cosa la tormentava. Mi stavo chiedendo... fece un'altra pausa, rivolgendogli un'occhiata vacua. Voi prefetti avete qualche potere? Sugli altri studenti, voglio dire concluse, mordendosi il labbro. Non sapeva esattamente come formulare la domanda in altro modo.
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    Edited by Giadì - 21/4/2020, 23:52
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Erik adorava quelle piccole azioni in grado di rendere felice il prossimo. Emma gli aveva chiesto di far un cuore con i cuoricini di cioccolato bianco, quindi perché non accontentarla? Certo, lui e la precisione non andavano proprio a braccetto e quel cuore alla fine sembrava più una forma irregolare senza alcun senso logico, ma il prefetto ce l'aveva messa tutta. Cavoletti, è difficile, il tè li muove costantemente! Crucciò la fronte, posando poi il contenitore della bevanda e offrirle quel consiglio sia per aiutarla in futuro sia per rifarsi della pessima figura ottenuta mentre realizzava il cuore.
    Un gigantesco sorriso si manifestò in volto e con un occhiolino gentile la congedò per andar poi a riempire il suo piatto.
    Tornò dalla ragazza senza mai cambiare espressione in volto. Perché? La dolcezza di Emma sembrava quasi contagiosa e come poteva non essere felice accanto a una ragazza che sorrideva in quel modo? Prendi pure, ho riempito il piattino apposta! Lei optò per un siren cupcake, lui la crostata ai lamponi. Tra tutte le confetture quella era la sua preferita e senza troppi complimenti l'addentò, chiudendo poi gli occhi e mandò giù. Mmmmh, che buona! E' la mia impressione o i dolci che ci sono qui sono più buoni di quelli della Sala Grande? Oppure potrebbe essere anche la fame che parla, eh! Com'è il tuo cupcake? Sai, l'ho preso pensando a te. I colori predominanti erano pastello e tutti molto in sintonia tra loro: rosa, lilla, poi quella coda fatta probabilmente con pasta di mandorle. Sperava di farla felice con quel gesto, purtroppo però non conosceva spesso Emma e per come appariva durante le lezioni ancora non aveva imparato a capire quando lo fosse realmente o quando voleva semplicemente apparire in quel modo. Imparerò a conoscerti, ne sono sicuro!
    La ascoltò parlare e annuì quando disse che non si recava spesso lì. Era così anche per Erik e forse dipendeva un po' dall'immagine che di solito le persone avevano sul tè. Tra i ragazzi intorno a loro c'erano persone estremamente educate e probabilmente la maggior parte di loro era la prole di chissà quale ricca e importante famiglia inglese. Forse non sono mai venuto qui per non sentirmi a disagio. Scosse ripetutamente la testa: no quella era una sensazione che ebbe solo in quel momento, affatto collegata alla realtà. In fondo posso essere amico di tutti.
    Poi arrivò una domanda strana. Crucciò lo sguardo mentre posò la crostata sul piattino accanto alla tazza e bevve un sorso di quel tè estremamente aromatizzato. Cosa intendi di preciso? A noi prefetti spetta il compito di assicurarci che gli amici delle nostre casate rispettino le regole. Spiegò, alzando poi appena le spalle. Funziona un po' come a Hogwarts: possiamo togliere punti alle altre casate, facciamo da tramite tra voi e i professori e ci impegniamo per mantenere il clima sereno. Annuì un'altra volta, avvicinando poi la destra in direzione della mano di Emma per cercar di carezzarla appena. C'è qualche motivo preciso per cui me lo chiedi? Era diventato vagamente più serio durante quella domanda. Insomma, non conosceva episodi di bullismo o palesi antipatie tra gli studenti, ma se così fosse stato Emma doveva sapere di aver un amico. Se hai qualche problema con me puoi parlarne, lo sai, vero? Voglio dire, vorrei tanto che questi anni a Hidenstone siano i migliori della nostra vita e se c'è qualcosa che non va posso cercar di risolverla.


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    Emma Lewis | Ametrin
    La biondina abbassò lo sguardo verso il cuore fatto di cuoricini e le venne spontaneo sorridere. Era stato comunque un gesto tenero ed Emma lo apprezzava, soprattutto perché andava matta per i cuori, e... per la cioccolata bianca! Oh sì, ne avrebbe mangiata a bizzeffe.
    Sì, hai ragione... però è carino, non trovi? ridacchiò, indicando i cuoricini che galleggiavano su quella bevanda scura e fumante. Anche se è venuto un po' storto, l'importante è l'impegno! Io personalmente lo apprezzo! Ammise, allegra. Era piacevole chiacchierare con un ragazzo così simile a lei, per certi aspetti. Oltretutto era anche un prefetto ed Emma si chiedeva, chissà per quale assurdo motivo, come un ragazzo con una carica così importante, potesse perdere tempo a parlare con lei che si riteneva solo una sciocca primina. Sarà stato solo del secondo anno, ma Emma lo considerava quasi irraggiungibile. Chissà se anche lei sarebbe riuscita a passare al secondo. Insomma, a scuola sì se la cavava ma non era proprio una cima, quindi sperava che avrebbe migliorato i suoi voti; voleva uscire con una media decente.
    Dopodiché si separarono per un breve attimo mentre Emma andava a prendere posto -anche se in realtà era già stato precedentemente occupato dal ragazzo- e lui andava a prendere qualcosa da mangiucchiare insieme. Emma andava davvero matta per i dolci e forse questo non era proprio un bene, considerata la patologia che l'aveva colpita anni prima. Però forse non era molto coscienziosa, perché questo non le impediva di strafogarsi di quelle prelibatezze di prim'ordine preparate dagli elfi.
    Lo osservò da lontano mentre prendeva varie cose mettendole su un piattino, dopodiché mentre lo aspettava, iniziò a soffiare sul te per raffreddarlo un pochino.
    Quando lui tornò, gli sorrise. Grazie davvero! esclamò, prendendo uno di quei cupcake stranissimi. Sembravano zuccherosissimi e di sicuro non un toccasana per il suo diabete, ma in quel momento non ci pensò. Wow, gli elfi fanno proprio magie! Commentò, esaltata.
    Prima di rispondere alla sua domanda, addentò la coda di sirena, sebbene le dispiacesse da quant'era bella, ed aveva ragione. Fu un'esplosione di zuccheri che le pervase sulla la bocca, portandola a chiudere gli occhi per qualche attimo. Oh, sì... sono d'accordo! Forse si impegnano di più, qui... magari perché devono farne meno e ci dedicano più attenzione? rifletté, dando un altro zuccheroso morso al suo dolcetto.
    Arrossì quando lui disse che l'aveva preso pensando a lei e distolse per un secondo lo sguardo, come se in questo modo lui non potesse vedere che era arrossita. Illusa. Uh, grazie! replicò, timidamente. È strepitoso! Potrà sembrare troppo pieno di zuccheri ad altri, ma io vado matta per lo zucchero e non so se riuscirei a farne mai a meno, così come della cioccolata bianca. Alzò le spalle. E la crostata? Quella marmellata sembra la fine del mondo!
    Tornò a concentrarsi sul Siren cupcake osservandone i colori tenui che le piacevano così tanto, in effetti capiva perché avesse pensato a lei e sorrise ancora .
    Qualcosa non va? gli chiese poi, vedendolo pensoso. Non lo conosceva bene, ma fin da subito le era sembrato un ragazzo gentile e molto dolce, quindi aveva deciso che non sarebbe stata una cattiva idea provare a conoscerlo e a diventare amici. Emma aveva bisogno di persone dolci attorno a lei: dolci e che non la giudicassero.
    Rabbrividì sentendo la leggera carezza di Erik, ma non le diede affatto fastidio, anzi. Accennò un sorriso timido e lievemente impacciato. Non sapeva se continuare il discorso, ma non poteva lanciare il sasso e nascondere la mano, perciò prese un grosso sospiro e si decide ad iniziare a parlare.
    Io... devi sapere che... si morse l'interno guancia. Davvero non sapeva come dirlo e se ne vergognava parecchio, sebbene non fosse una cosa così assurda! Dai Emma, lui sembra così buono, non ti giudicherà mica le fece la sua vocina interiore e la bionda non poté fare a meno di darle ragione. Beh... fin da quando frequentavo Beauxbatons, ero presa di mira da molti miei compagni perché... quando stavo al secondo anno, mi pare, ho scoperto di avere il diabete. Ecco, lo aveva detto e ora si sentiva incredibilmente più leggera, quasi come se si fosse tolta un enorme peso. E succede tutt'ora, a dire la verità. Qui ad Hidenstone. Mi hanno sempre considerata non come Emma, ma come la "malattia", come se fosse qualcosa di contagioso concluse, alzando le spalle. Doveva ammettere che quell'ultimo pezzo lo aveva pronunciato riducendo la voce in un sussurro, imbarazzata. Sì certo lo so, infatti ho deciso di fidarmi di te nonostante la costante paura, appunto, di essere vista solo come una patologia. E ho anche paura che questo mi precluda amicizie e non voglio assolutamente che accada concluse, tornando a guardarlo negli occhi.
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Doveva ammetterlo, sicuramente si sentiva meno in colpa dopo che Emma ammise di trovar carino il cuoricino che Erik aveva disegnato anche se in realtà non assomigliasse per nulla a quella figura. Meno male, se avessi dovuto rifarlo fino a farlo venire bene probabilmente avrei esaurito tutti i cuoricini di cioccolato bianco! Si disse, lasciandosi andare poi a un sospiro di sollievo e provando a godersi per quel momento di pace nel miglior modo possibile: conversando e conoscendo una ragazza del primo anno della sua casata. Erik era socievole con tutti, ma ci teneva particolarmente a instaurare con gli ametrini un clima caloroso e accogliente come quello di una vera famiglia.
    Poi doveva ammettere come c'erano dei punti che accomunavano un po' tutti gli ametrini: la voglia di star in compagnia, l'amore per le cose semplici e la passione per i dolci. Erik annuì soddisfatto quando la sentì elogiare l'operato degli elfi, così quando arrivò la domanda sulla crostata non esitò manco un secondo per rispondere. La adoro, poi credo ci sia parecchia scorza di limone nell'impasto perché sento la frolla molto fresca e agrumata! Forse un gentiluomo ne avrebbe condiviso un pezzo, ma sotto sotto Erik era un licantropo, così se la divorò nel giro di pochi bocconi.
    Non c'è nulla che non va, perdonami, ma a volte mi incanto e comincio a pensare a come saremo tutti più felici se fossimo tutti amici. Era un discorso un po' contorto quello, ciò nonostante col tempo aveva imparato come solitamente a chiedere se andasse tutto bene era proprio chi non stava vivendo un momento proprio idilliaco. Fu per tale motivo che Erik in un certo senso rispedì la domanda al mittente, cercando di capire cosa intendesse Emma con la frase criptica che gli aveva offerto forse senza volere.
    La osservò distogliere lo sguardo, mordersi il labbro e quasi come se volesse aiutarla anche il prefetto distolse i propri occhi dal suo viso. Non voleva che si sentisse sotto pressione, così accettò i suoi tempi e dopo qualche secondo finalmente si aprì.
    Solo che, ecco, quelle parole lo sorpresero non poco. Ci sono davvero delle persone così? Forse l'ametrino era troppo abituato a cercare e vedere il buono nelle persone, tanto da ignorare alcuni comportamenti palesemente distruttivi e indecorosi. Emma, ti prometto che questa percezione cambierà. Ammetto che so poco sul diabete, ma sono certo che non si tratti di qualcosa di contagioso, come sono certo che magari soffrono della stessa condizione anche zii, nonni o genitori di molti altri dei nostri compagni. Secondo Erik il principale problema era la disinformazione e su quello poteva agire, sopratutto perché si trovava in un contesto scolastico. Se me lo permetti parlerò col professor Olwen, non farò il tuo nome e non dirò cosa sta accadendo, ma gli chiederò se è possibile parlare di queste situazione per far comprendere agli studenti come non si tratti di niente di mostruoso. Cosa ne dici? L'idea ti piace?
    Istintivamente la mano si spostò su un macarons, inzuppandolo nel tè prima di addentarlo. Diamine, con questi dolciumi come si può non essere ottimisti?



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    Emma Lewis | Ametrin
    Era contenta di poter passare del tempo con Erik. Lo trovava un ragazzo davvero super carino, gentile e disponibile e non c'era nulla di meglio, per una ragazzina che di persone così ne aveva sempre trovate ben poche. Ma forse, finalmente, aveva incontrato qualcuno con cui instaurare un rapporto di vera amicizia! Emma avrebbe fatto amicizia anche con i sassi, se solo essi glielo avessero permesso, anche se di amici veri ne aveva ben pochi, forse addirittura nemmeno uno. Ma sentiva che di Erik poteva fidarsi, poteva aprirsi un po' con lui per farsi conoscere! Di certo quegli anni sarebbero passati in modo molto più leggero se avesse avuto amici con cui condividere i momenti che avrebbe passato là. Che fossero essi di gioia, di dolore o di qualsiasi altra natura. Dopotutto, chi trova un amico trova un tesoro, no? Sorrise da sola, annuendo al suo commento sulla crostata. Uh mi hai quasi convinta ad andarmene a prendere una, più tardi! Ridacchiò tutta felice, immaginandosi già quel delizioso sapore esplodere e colpire le sue papille gustative. Ma avrebbe dovuto rimandare a più tardi la sua curiosità in merito al dolce, perché ora l'argomento si era spostato, trattando di un qualcosa di più serio, personale e delicato. Ma c'era qualcosa che la spingeva a fidarsi del moro che aveva davanti, a non aver timore che potesse dire in giro ciò che lei voleva confidargli. Ma prima fu lei a rivolgere una domanda al ragazzo, per sapere se andasse tutto bene. Le sembrava così assorto.
    Ah ok! replicò, con un piccolo sospiro di sollievo. La penso esattamente come te, comunque. Mi piacerebbe che ci potessimo voler bene tutti, senza nessuna antipatia e nessun odio, ma so che purtroppo è una cosa decisamente utopistica. Ma penso anche che tutto nasce dal nulla. Nel senso... anche un enorme e imponente albero nasce da un piccolo semino piantato chissà quanti anni prima, mi sbaglio? Chiese retoricamente, con un sorriso. Quindi... a piccoli passi, forse riusciremo a far sì che tutto vada bene e tutti possano essere amici, almeno qui nell'Accademia. Ma è da un niente, che nasce qualcosa di bellissimo, non trovi? Forse la visione della giovane era fin troppo ottimistica, ma non ci poteva fare assolutamente nulla! Lei cercava di amare la vita in ogni sua caratteristica, anche quando i bulli se la prendevano un po' troppo con lei. Ma ora fu lei a dover rispondere a quella domanda e a dover vuotare il sacco, ma era sempre più convinta che la fiducia in Erik fosse ben riposta, perciò dopo qualche attimo di titubanza, parlò. Man mano che le parole uscivano dalle sue labbra, si sentiva più leggera e fu piuttosto sorpresa della reazione di Erik. Di solito la gente la guardava con occhi colmi di compassione! Ma le parole del compagno, la rincuorarono. Sì, lo credo anche io. Insomma è una patologia piuttosto diffusa. Annuì, convinta. E no, non è per nulla contagioso! Né nulla di mortale, se trattato adeguatamente ovvio. Ma comunque nulla con il quale non si possa convivere, anche se a volte è difficile. Ammise, contenta che lui non sembrasse aver cambiato la sua visione di lei, anzi. Oh sì, sarebbe fantastico! Forse avrei dovuto da tempo parlare con un professore e raccontare cosa stesse accadendo, ma... non lo so mi blocco ogni volta che ci penso. Quindi sì, mi faresti un favore enorme. E poi il professor Olwen è così dolce! Esclamò un po' più contenta, battendo le mani tra loro. Tuttavia, non riuscì a prendere nessun altro dolcetto, si sentiva lo stomaco totalmente chiuso e non credeva di essere in grado di inghiottire nulla, anche se la tensione si stava via via allentando e la giovane tornava a rilassarsi come all'inizio di quell'incontro.
    Senti un po' iniziò, tormentandosi le mani ma tornando a guardare il ragazzo negli occhi scuri. Ti andrebbe di fare qualcosa insieme? Anche se non oggi, magari prossimamente o quando ti va? chiese alla fine, timidamente. Ti ringrazio per le tue parole e sono così felice che tu non abbia iniziato a trattarmi diversamente dopo averti detto questa cosa... sento che di te posso fidarmi e... lasciò andare un minuscolo sospiro, ritrovando poi il sorriso che credeva perduto. Mi piacerebbe approfondire la nostra amicizia! concluse, alla fine, accennando un sorrisone.
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    I dolciumi gentilmente offerti dagli elfi domestici variavano per forma e dimensione, garantendo a chiunque li assaggiasse un gusto assolutamente sublime. Erik adorava la crostata e i pasticcini con la frutta sopra e non si fece nessuna remora a consigliare tali prelibatezze alla giovane ametrina.
    Il prefetto annuì più volte alle sue parole, rimanendo a tratti stupito dal suo modo di ragionare. Strinse le spalle e inclinò appena il volto non appena udì la metafora del grande albero nato dal piccolo seme e involontariamente si ritrovò ad annuire più e più volte. La penso esattamente come te! Rispose, mostrando un sorriso divertito e un tono vagamente sorpreso, ancora ignaro di quanto possa essere semplici incontrare spiriti affini tra le file della propria casata.
    In poche parole il discorso dell'ametrina riguardava come fosse possibile crear qualcosa di bellissimo dal nulla e nonostante la bizzarra coincidenza fu proprio ciò che accadde ai due ragazzi. Emma si aprì parlando di un problema che oramai la vessava da anni ed Erik nella sua semplicità provò ad ascoltando, cercando prima di inquadrare la situazione e poi cercar possibili soluzioni. Non avere pressioni, nessuno dovrebbe far cose di cui non si sente pronto. Parlerò io col nostro direttore di casata. Come aveva detto la stessa biondina il professor Olwen era estremamente comprensivo e poi Erik credeva di rientrare in qualche modo nelle sue simpatie.
    Tutto cominciava dalle piccole cose: un tè insieme, un consiglio, parlare di qualche problema e poi un invito futuro. Quando il prefetto sentì che la ragazza voleva trascorrere del tempo con lui per approfondire la loro amicizia rimase a bocca aperta per qualche secondo, dopodiché la richiuse e simulando un'espressione più seria annnuì.
    Volentieri! Senti, io più tardi devo terminare i compiti, ma se domani ci rivediamo qui? Cosa ne dici? Può essere l'occasione adatta per provare la crostata che ti ho consigliato?
    A seguito di un possibile sì in risposta a quella domanda, i due rimasero seduti al tavolo a chiacchierare del più e del meno, raccontando anche aneddoti più che divertenti. Solo un'ora più tardi Erik si sarebbe alzato da dov'era seduto per congedarsi e dirigersi verso la propria sala comune dove c'erano i compiti che lo aspettavano.



    RevelioGDR
     
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8 replies since 8/4/2020, 15:36   126 views
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