Punizione Per Blake: mese di Aprile

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    Blake Barnes
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    Non ci poteva credere. Veramente aveva peso una bottiglia di Wisky e ne aveva versato anche un pò per lui? Si, era ufficilamente il suo professore preferito. Stava imparando molto di più in quel sabato pomeriggio che in tutta la sua vita scolastica. Samuel era un soggetto strano, come mai ne aveva visti nella vita. Il suo aspetto poteva tradire davvero, erauna persona distinta un uomo molto bello, tanto che si era permesso di prendersi la sua insegnante femmina preferita, il viso pacato, ma cominciava quasi a pensare che sotto sotto anche lui aveva sicuramente i suoi scheletri nell'armadio e questi scheletri fossero veramente ma veramente pensati. Avrebbe indagato? Assolutamente no, infondo non erano affati suoi ed il suo dovere lo stava facendo egregiamente. Sorrise al professore e senza dire niente bevve il suo whisky nelle stesse modalità dell'adulto. Blake era abituato a bere da quando era, prutroppo, fin troppo piccolo, ma infondo Aaron aveva fatto del suo meglio per crescere il fratello minore, ma su alcune cose aveva peccato un pò di presunzione pensando che trattarlo sempre come un adulto fosse la cosa migliore, ma no... a Blake era mancata proprio un'infazia normale, senza feste nelle suits e senza persone ubriache in casa, o senza reggere la fronte del fratello per aver bevuto troppo. Ecco, forse era esattamente quello che era mancato a Blake Barnes. Si strinse nelle spalle. Non lo faccio apposta è una questione di indole e a quanto pare le migliori intenzioni non servono.Perchè anche quando era successa tutta quella questione di Naga, Blake aveva agito per il bene, voleva che i suoi amici stessero al sicuro per il loro bene e non perchè si sentiva superiore a loro come era stato detto. Lui voleva semplicemente "sacrificarsi" per una buona causa, ed invece era passato per l'incosciente sciocco che faceva le cose senza pensare. Forse era quello il fastidio più grande che aveva in corpo. Le sue azioni non venivano veramente capite e la cosa non gli piaceva per niente. Fece un sorriso quasi ironico. Questa volta però ascoltò semplicemente ed attentamente. Non disse nulla per interrompere il docente, ascoltò il fatto ch elui non si aspettava, un anno fa, di insegnare in quel posto, stette in silenzio anche quando gli disse di pensare alle sue azioni, causa ed effetto. Sorrise quando gli disse che forse era il caso di pensare di più sopratutto alle conseguenze. La cosa migliore da fare era veramente aprire la mente e quel liquido alcolico lo aveva quasi rimesso al mondo. La giornata era cominciata male, mastava prendendo una piega positiva, quasi come se l'uomo di fronte a lui avesse tirato le corde giuste per farlo raddrizzare, per fargli capire delle cose che nessuno mai era riuscito a fargli capire. Sorrise appena vedendo quel braccialetto. Aaron. Aaron era la cosa più preziosa che potesse avere, era qualcosa di incredibile, lui c'era sempre stato, lui aveva qualcosa di diverso dalle altre persone, riusciva a comprenderlo con un solo sguardo. Era suo fratello era il suo stesso sangue. Fece un sospiro quasi rassegnato. Si, doveva rassegnarsi all'idea che lui, per suo fratello maggiore, avrebbe fatto qualsiasi cosa, avrebbe fatto l'impossibile. Si morse il labbro e guardò, questa volta, il suo professore dritto negli occhi. Non la deluderò professore. Credo che chiunque riponga la fiducia in un'altra persona non debba essere deluso, in alcun modo. Sarò all'altezza delle sue aspettative e le farò cambiare la risposta nella domanda che le ho fatto prima. Io non voglio essere uno dei suoi tanti alunni che lei dimenticherà, io voglio essere il SUO alunno, voglio che alla mai domanda, prima o poi, lei possa rispondere: Mi sto impegnando così tanto per aiutarti perchè sei tu, Blake. L'esclusività e l'unicità era qualcosa che lui bramava sopra ogni cosa e l'avrebbe raggiunta, per ogni singolo professore in quella scuola. Voleva essere ricordato e voleva che tutto quello fosse servito a qualcosa. Non gli piacevano i fallimenti e non gli piaceva neanche avere a che fare con persone, che in qualche modo, potessero pensare di lui che fosse anche solo una parvenza di fallimento. Lui era Blake Barnes, era abituato a vincere le guerre e forse a perdere ogni battaglia, ma la vittoria era qualcosa che gli apparteneva ed avrebbe fatto la differenza anche in quel caso, anche in quella occasione, anche per Samuel Black.
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    Samuel Black
    Docente di Alchimia
    -Se c'è un altra cosa che ho capito crescendo è che l'indole è forte ed importante, ma lo è molto di più la forza di volontà. Non a caso il proverbio dice "Volere è potere". La volontà di un uomo può sottomettere qualsiasi cosa. Perfino, se lo ritiene giusto, sé stesso.- Samuel si chinò, prese il whisky, lo versò, e continuò a dire la sua.
    Fra una parola e l'altra però notò dei cambiamenti nel ragazzo.
    -Forse avrei dovuto tirar fuori il whisky una mezz'oretta fa- Un ghigno riempì le guance del signor Black.
    Era stato un incontro complesso, articolato, a tratti un vero e proprio duello. Ogni singolo neurone era stato concentrato in quella sfida e le pareti dell'ufficio si erano trasformate in quelle di un arena gloriosa. Tuttavia ora non c'era più bisogno di lotte e scontri e l'aria stessa si era fatta più rilassata, ma quando toccò a Blake rispondere l'atmosfera si trasformò ancora.
    -Bene ragazzo mio! Questo è lo spirito giusto!- La mano sbatté sul tavolo come se la superficie di legno fosse quella di un bel sedere sodo. Lo sguardo era carico di soddisfazione. -Per diventare il mio prediletto dovrai sudare quattro camicie- entrambe le mani furono adagiate sul piano, gli occhi immersi in quelli di Blake. -Ma sono convinto che ce la metterai tutta.- Samuel era terribilmente serio, aveva finito per convincersi davvero sulle capacità del ragazzo e metterlo alla prova era tutto ciò che chiedeva. Fosse sarebbe diventato veramente il migliore studente dell'accademia. -Volere è potere no?-
    Tuttavia quello non era il giorno più adatto per fare le cose sul serio, erano appena usciti da qualcosa che già di suo li aveva sfiancati. Troppa carne al fuoco avrebbe finito per bruciare il ragazzo, ma era indubbio che le ore di punizione non erano ancora finite.
    Il sopracciglio saltellò creativo. Aveva avuto un idea.
    -Bene. Direi che potremmo cominciare già da subito il percorso per farti diventare il MIO alunno.- Sfilò con estrema rapidità la bacchetta -André mi hai detto che sei bravo a lucidare sfere di cristallo- ridacchiò -Vediamo come te la cavi con gli strumenti di un alchimista.- Il catalizzatore fu agitato due volte. In un attimo la scrivania divenne più lunga ed un mare di strumenti trasparenti e vuoti volò dagli scaffali appositi sul muro fino al tavolo dove professore e studente si trovavano. Sulla scrivania non c'era quasi più spazio libero.
    -126 fra Alambicchi, fiale e fialette.- Si alzò di scatto ed avviò verso la porta del bagno, ma non prima di essersi sfilato una chiave dal collo. -Le lascio tutte alle sue amorevoli cure. Quando avrà finito esca pure e torni lunedì dopo le lezioni. Mi accompagnerà in un certo posto.- La porta aveva due chiavistelli invece che uno e Black girò la chiave in quello più strano, a forma di taccola. Una luce verde entrò nell'ufficio.
    -Ah quasi dimenticavo!- tornò alla scrivania, aprì lo sportellino di vetro e si prese la bottiglia di whisky di poco prima. -Rinfresca la mente- gli fece un cenno di salutò con la bottiglia oltre che dedicargli un sorriso a trentadue denti, non prima di aver fatto passare più vole lo sguardo fra il ragazzo e la riserva d'alcool. -Mi fido di lei signor Barnes.- Poi scomparve dietro la porta. Dentro la stanza misteriosa Blake, forse, aveva potuto intravedere delle camere di incubazioni con qualcosa dentro ed un gancio a muro con appeso un camice da autopsia.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato1" Scheda | Stat.
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    Blake Barnes
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    Ascoltò l'ultimo consiglio del suo professore e i suoi occhi si illuminarono. Blake adorava le sfide ed ancora di più era una di quelle persone che amava vincere. Vincere era sempre stato il suo motto, vincere era l'unica cosa che lo rendeva veramente vivo, lo rendeva una persona migliore. Quando perdeva non si conteneva e finiva che faceva danni, invece impegnarsi per vincere era qualcosa che gli veniva veramente, ma veramente bene. Sapeva che il professor Black era uno tosto, era uno che non si sarebbe certamente accontentato delle briciole e che voleva vederlo davvero sudare le sette camicie, ma Blake era in grado di fare qualsiasi cosa volesse veramente ed in quel momento, la gloria nella vita del suo professore era diventata una vera e propria priorità. Si morse appena il labbro e poi alle sue successive parole si disegnò un ghignetto spontaneo e veramente poco promettente sul suo viso. Si, Blake aveva una nuova missione e non ci sarebbe stato modo di dissuaderlo, in nessun modo, in nessuna maniera.Professore amo vincere e amo portare a termine tutto quello che comincio. Se le dico che diventerò il suo alunno, lo farò. A costo di metterci tutti e 5 anni della mia carriera scolastica. Alla fine, quando io uscirò da qui, lei si commuoverà! E Blake era fatto in quel modo, nel momento in cui si metteva in testa una cosa non c'era niente e nessuno che poteva dissuaderlo. Era una di quelle persone che adorava essere al centro dell'attenzione, era qualcosa di estremamente narcisistico, Blake era un misto di autoreferenzialismo e orgoglio che faceva di lui una persona letale, pericolosa. Che o la si amava o la si odiava era sempre qualcosa di mistico ed un'esperienza mai vista prima. Sorrise appena ancora per quello che disse e che fece il professore, alzà un sopracciglio e non disse niente. Voleva mettere alla prova le sue parole? Avrebbe ritrovato le sue fialette completamente lucide anche la sera stessa. Era sabato, ed era entrato li dentro super incazzato, ma ehi! Le cose cambiano no? E poi, come gli aveva detto sempre il fratello, solamente gli stupidi non cambiano idea, e lui aveva appena preso la sua dannatissima decisione. Samuel Black era diventato il suo nuovo prediletto e lo avrebbe conquistato come si faceva per una donna. Blake era sempre stato il soldato delle sue personalissime intenzioni, era al quanto egoista su molte cose e su molte altre non aveva nessuna intenzione di vedere il "bene" di un'altra persona. Lui aveva deciso così, quindi erano gli altri, ed in quel caso particolare, il suo professore a doversi piegare o comunque adattarsi alle sue decisioni. Lui non avrebbe ceduto terreno, di questo era completamente sicuro. Sorrise per quello che fece ancora e poi si alzò semplicemente per prendere qualcosa per cominciare a pulire. Non avrebbe sbuffato e non avrebbe neanche detto niente. Blake era così, era davvero un bipolare con il dramma e non aveva nessuna intenzione di cambiare, era stato chiarissimo con tutti. Voleva migliorare ma la sua indole era quella e la sua volontà era facilmente adattabile alla sua indole incendiaria. Non la deluderò. Fece una sorte di sorrisetto e sbirciò in quella stanza strana che Samuel Black aveva appena aperto, neanche fece caso agli alcolici, oramai era acqua passata quella fase e poi poteva bere ovunque, non si sarebbe perso in un bicchier d'acqua. Dovrebbe essere veramente contento del fatto che io, proprio io, l'ho scelto come il mio professore prediletto... magari sarà anche lei a non deludere me!Infondo era sempre stato uno sbruffoncello, aveva sempre qualcosa da dire e riusciva sempre a mettersi allo stesso piano di qualsiasi persona. Glielo aveva detto semplicemente per fargli capire che anche lui, una persona tanto egoista e diffidente come Blake, si stava comunque affidando a lui, che in un certo qualmodo, aveva comunque scelto di seguire i suoi consigli, il suo essere professore e per una volta non fare di testa sua.
    Prese il suo telefono, lo posò sul grande banco che si era allungato di fronte a lui, mise spotify e si mise semplicemente a fare quello che gli era stato richiesto. Adesso poteva anche sembrare che stesse cambiando, ma Blake non faceva niente per senza niente. Su quello potevano scommetterci. Non seppe quanto tempo era passato e non sapeva neanche quanto tempo ci aveva messo a finire tutto il lavoro che gli era stato richiesto, sapeva solamente che era stanco ed aveva finito di sentire non si sapeva neanche quante canzoni, voleva andare a letto. Quindi, prese il telefono mandò un messaggio alla sua ragazza e poi tornò nel suo dormitorio. Gli aspettava una settimana lunga, lo sapeva, ne era seriamente cosciente.
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17 replies since 4/4/2020, 21:41   238 views
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