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.LILITH CLARKEDiotase - PrefettoCode ©#fishbone
Tutti quei messaggi della sera prima non l'avevano fatta dormire per niente bene. Aveva discusso con Blake, sebbene la discussione l'aveva cercata lei, dopo che uno del primo anno era andato da lei a suggerirle di tenere a bada il suo prezioso fidanzatino, visto che era in giro con un'altra ragazza. Se c'era una cosa che non sopportava, la riccia, era venire a sapere dagli altri cose che riguardavano Blake.Hai due minuti per venire nell'aula in disuso. Se non sei qui entro due minuti, me ne vado e non ci sarà modo e maniera di riprendere una conversazione con me.
Uomo avvisato...
Sì, era furiosa.
Era arrivata nell'aula un'ora prima di quel messaggio, perché sperava di calmarsi, facendo su e giù per il perimetro della stanza, ma questo non era avvenuto.
Con Mia!? Davvero?! Passava più tempo con lei che con la riccia, questo non poteva sopportarlo assolutamente. Soprattutto lei non sapeva una sola volta, quando Blake Barnes incontrava le sue amichette, ora la storia doveva cambiare. Non le stava più bene e non riusciva più a sopportare una situazione del genere.
Che avevano poi da dirsi ogni volta? Dannazione, ma perché non capiva che doveva star lontano da tutte le tipe che avevano anche solo minimamente attrazioni sessuali verso un ragazzo? E poi, perché lei doveva essere sempre l'ultima a sapere le cose?
Ahi, ahi, Lilith Clarke era su tutte le furie.
Mordicchiava appena l'unghia perfetta del pollice, mentre continuava a camminare avanti e indietro per la stanza. Aveva indosso la sua divisa, perfettamente stirata e che cadeva a pennello, i capelli erano ricci ribelli che ogni tanto spostava indietro, quando ricadevano a coprirle la visuale.
«Ah, ma se non arriva vede che fine fa. Blake Barnes può anche dire addio a Lilith Clarke. Lo giuro! Può tornarsene dalle sue amichette gnegnegne che gli pendono dalle labbra e io tornerò a fare la mia vita. Argh!» sbattè il piede a terra, con il braccio che dava un pugno verso il basso.
«Giuro che lo ammazzo se non arriva all'istante!» era furiosa.
Beh, Blake, come si dice? Ogni riccio, un capriccio!. -
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Era troppo impegnata a parlare da sola, quando Blake entrò, che nemmeno se ne accorse, fino a quando non sentì il clack della porta.
Lo guardò da capo a piedi, quindi e osservò il fatto che non fosse in divisa, o meglio, che non era perfetta la sua divisa «Potrei toglierti punti per non avere addosso la divisa alla perfezione, sai?» era stizzito, il suo tono, così come il suo volto. Lo vide avvicinarsi e subito mise le mani, con i palmi rivolti verso di lui «STOP.» seccò il ragazzo, pur dubitando che si fosse fermato dall'avvicinarsi «Non ti avvicinare a me. Hai capito?» cercò di fare un passo indietro, andando a finire col toccare di sedere la cattedra alle sue spalle.
Che poi che c'era a fare una cattedra, se quell'aula non veniva usata per le lezioni, ma questo è un pensiero di poco conto. «Perché? Hai anche il coraggio di chiedermi perché?! Guarda che lo so che sei stato con Freeman! Come cazzo l'hai pensata? E soprattutto perché diamine devo venirlo a sapere da altri, invece che da te? Adesso basta, Blake.»
Eccola sclerare come poche volte aveva fatto nell'ultimo periodo, si era ripromessa di fidarsi di più di lui, di avere il coraggio di non credere a quello che le veniva detto, eppure, Lilith non ce la faceva. Era nella sua natura dover sclerare così spesso, sopratuttto per gelosia.
Non era mai stata così gelosa, ma Blake gliela faceva saltare da sotto i piedi.
«Quante volte ti vedi con lei, al giorno? Perché non me lo dici mai? Cosa avete da dirvi di così tanto importante da dover passare tutto questo tempo insieme? Spero che tu abbia delle spiegazioni adatte, perché altrimenti...» indicò la porta alle sue spalle, con l'indice della mano destra «... quella è la porta e puoi correre dalla tua Freeman e passare con lei il resto dei tuoi giorni, hai capito?!» incrociò, quindi, le braccia sotto i seni e lo guardò poggiandosi definitivamente a quella cattedra. Il volto era rosso dalla rabbia e i capelli assumevano sfumature viola, sparse qua e là.. -
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Il fatto che Blake si fosse fermato e arreso così facilmente, era strano. Lilith corrugò la fronte, ma questo non le fece mollare la presa per nessuna ragione al mondo. Aveva una missione ed era quella di rendere la vita di Blake un'inferno.
«E di cosa vuoi parlare? Di quanto sia bello il tempo là fuori? FA SCHIFO. PIOVE. OK?» era su di giri, era fuori controllo e i suoi capelli variavano le ciocche che si coloravano di viola su quella base nera che aveva assunto all'entrata di Blake. «Blake, a te non frega chi me lo ha detto. Devi rispondere a me! Quindi smentisci il fatto che tu ti sia visto, ieri con Mia Freeman? Blake Barnes, lo sai che io odio le bugie!» lo minacciava con lo sguardo, come una bambina avrebbe fatto con il proprio figlioletto «Non cercare il colpevole, Blake! Sei tu il colpevole! Perché se io avessi saputo di te e quella, non saremmo qui a litigare!» lei voleva avere ragione e c'era poco da farsi. Non esigeva altro che quello, un'ammissione di colpa, dal ragazzo che sembrava, invece, difendersi perfettamente « Ah! Nonono! Non iniziare con questa storia del "non ti fidi di me"! Ogni giorno hai sempre mille ragazze intorno e questa Freeman è una di queste, giuro che non la sopporto!»
Povero Blake, alle prese con la peggiore donna che gli potesse capitare.
Sgranò gli occhi alle sue ultime parole, quindi spinse via il suo corpo dalla cattedra e raggiunse Blake in un passo soltanto, sembrava quasi che gli fosse balzato addosso.
Iniziò a dargli pugni sulla spalla destra, pugni che non avevano la forza nemmeno di un pulcino, ma lei si ostinava a farlo «Quindi non mi tradisci perché lo hai promesso, Blake? SOLO PER QUESTO!» continuava a spingerlo per la spalla e allargò la bocca a quelle domande «STUPIDO. CRETINO. IDIOTA. IMBECILLE.» ogni insulto era fornito, in allegato, di un pugnetto sulla spalla che secondo i suoi calcoli avrebbe dovuto ferire Blake «Sai benissimo che sono quella che non esce con nessuno che sia penedotato! E sai perché? Sai perché rifiuto tutti? Anche solo per studiare?» si avvicinava col collo, cercando di fronteggiare l'Opale, facendo leva sulle punte dei piedi «Perche IO ti amo! E non perché te l'ho promesso, ma perché TI. AMO. E non esistono gli altri! Ti entra in quella testa vuota che ti ritrovi?!?!» gli bussò alla tempia, con l'indice, come a voler sentire una risposta «Ti amo e non ho paura di dirlo! Hai capito? Potrei anche urlarlo!» in realtà lo stava già facendo.. -
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Il loro modo di litigare era sempre una meraviglia, lei che si arrabbiava sempre di più. Blake aveva la capacità di farla imbestialire come mai nella vita ci era riuscito nessuno.
Le stava venendo il mal di testa per tutta quella situazione e anche Blake stava perdendo la pazienza.
Sentiva la gola bruciarle per quanto stesse urlando, ma quello non era il momento di mollare.
Lilith non parlava più, era troppo arrabbiata per farlo, forse per questo Blake riuscì a prender il controllo di tutta quella situazione.
Quando le afferrò i polsi, Lilith sbiancò. Lo aveva fatto arrabbiare fino a quel punto? Quando la loro pelle entrò in contatto le venne un brivido. Lo sentì sclerare, adesso era il suo turno e lei aveva le tasche piene di quella situazione.
Sgranò gli occhi a quella reazione e schiuse le labbra per dire qualcosa, ma Blake non si fermava e ... sussultò. Sbattè un attimo le palpebre, cercando di ripetere in mente le sue parole. Più lui parlava, più lei indietreggiava... «Blake...» cercò di riprendere in mano il discorso, ma lui era un fiume in pena. Gli occhi le si fecero liquidi a sentire di nuovo quelle parole, quella confessione che non si aspettava sarebbe arrivata così, all'improvviso.
Sentì le sue mani ai fianchi, quindi il respiro mozzato «E' che io non ce la faccio... vado fuori di matto quando ... quando so che sei vicino a qualche ragazza ... e il fatto di non sapere che ti vedi con Freeman mi logora dentro.» stava piangendo, adesso, ma non di tristezza, aveva un leggero sorriso «Mi ami davvero, Barnes?» domandò ancora incredula che quelle parole fossero uscite dalla sua bocca, voleva sentirlo ancora. Il suo respiro era sulla sua pelle e la cattedra dietro di loro. Ancora quelle parole solenni, il cuore di Lilith balzò e la ragazzina sgranò gli occhi quando Blake le tolse il respiro con quel bacio così possessivo.
Rise.
Sì, rise mentre ricambiava quel bacio, sollevandosi sulle punte e cercando di sedersi sulla cattedra.
La lingua cercò quella di Blake.
Era quello il loro modo di fare pace, ma questa volta aveva qualcosa in più, un calore diverso, quasi un incendio che sarebbe divampato se nessuno li avesse fermati.
Spinse appena via il ragazzo «Dimmelo ancora una volta, Blake... suona così bene con la tua voce.» si sedette sulla cattedra, tirando tra le sue gambe il ragazzo, cercando nuovamente quelle labbra «Mi manchi...» gli sussurro su quelle labbra calde, mentre la mano sfiorava il suo petto, facendo intendere bene cosa voleva dire quella sua affermazione, cosa le mancava... Tornò a far proprie le labbra del ragazzo, mentre con le dita tolse i bottoni di quella camicia, come se fosse l'ultima delle cose che voleva vedergli addosso «Tua.» gli sussurrò all'orecchio, con quel tono di malizia che ora tingeva la sua voce, mentre le dita percorrevano i suoi addominali.. -
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