Provvedimento disciplinare [blake barnes]

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    Victoria E. Burke | Preside
    Erano trascorse poche ore da quando il collegio docenti era terminato. I suoi colleghi a maggioranza erano propensi a concedere una seconda possibilità al giovane Blake, tuttavia di ciò che stava accadendo doveva essere avvertito il suo tutore legale: Aaron Barnes. Questo presupposti spinse la Preside a recarsi presso la Guferia e di fronte ad una scrivania e ad un foglio di pergamena era alle prese con il suo scritto.
    Sul retro di quella che poi sarebbe stata una lettera vi era scritto alla cortese attenzione del signor Barnes.
    Aprendola era possibile leggere il contenuto della missiva che da lì a poco sarebbe stata ultimata.

    Gentile tutore legale di Blake Barnes,
    le scrivo a nome della prestigiosa Accademia di Magia di Hidenstone per informarla sulla condotta del ragazzo. Blake è sempre stato uno studente dall'animo vivace, tuttavia mi duole ammettere come il suo temperamento soprattutto negli ultimi tempi non sia conforme a ciò che ci aspettiamo dai nostri studenti.
    Mancanze di rispetto verso i docenti, violazioni del regolamento scolastico e un'eccessiva superficialità al pericolo sono tutti episodi che dal suo ingresso in Accademia ad oggi abbiamo archiviato come bravate, ma durante l'evento scolastico invernale Blake ha esagerato, prendendosela con un ragazzo totalmente estraneo ai motivi del suo turbamento. I genitori del ragazzo in questione hanno risposto con una petizione firmata da ben centotto genitori, i quali richiedono l'allontanamento immediato di Blake Barnes dalla nostra struttura.
    Dopo aver riunito l'intero corpo docenti per una discussione tutt'altro che semplice sul da farsi, siamo propensi a concedere al ragazzo un'ultima possibilità per rimanere un nostro studente. Confidiamo in un radicale cambio di rotta e nelle scuse pubbliche quantomeno alla famiglia offesa.
    Abbiamo ritenuto opportuno informarla della situazione e ci auguriamo che possa in qualche modo intervenire in maniera positiva sul ragazzo, altrimenti saremo costretti ad espellerlo.
    Victoria Emily Burke

    Accanto a sé la donna aveva una seconda lettera, questa volta per il diretto interessato.

    Blake,
    ti iscrivo per comunicarti che Aaron è appena stato informato sul tuo andamento scolastico e sul tuo comportamento nei confronti non solo degli studenti, ma anche dei tuoi insegnanti. Oggi abbiamo discusso parecchio sui minimi - se non inesistenti - miglioramenti riguardo la sua condotta e non ti nascondo che è stata avanzata la possibilità di espellerti. Le punizioni non hanno funzionato, i richiami neanche e l'Accademia non è più disposta ad accettare ulteriormente il tuo modo di fare.
    Molti docenti, per evitare tale provvedimento, ti invitano a scusarti con il ragazzo con cui ti sei scontrato durante il ballo e di essere seguito mensilmente da ognuno di loro, affinché possano in qualche modo aiutarti a crescere e a migliorare la tua condotta.
    Rifiutare tale condizioni vuol dire rinunciare alla sua permanenza qui.
    Victoria Emily Burke
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    San Mungo
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    24h erano passate dall’ultima volta che era andato a dormire. Erano state delle giornate veramente, ma veramente molto lunghe. I turni al San Mungo non sembravano finire mai ed adesso, adesso che con Annie non si parlavano quasi più se non per lo stretto necessario, ad Aaron pesava ancora di più la vita che faceva. Aaron che stava cercando di fare il tutto per tutto pur di laurearsi in medimagia entro il 2020. Non gli mancavano tantissimi esami ed era solamente febbraio… ma era dura. Dura perché ultimamente dormiva poco, studiava, lavorava e non aveva un attimo di tempo per chiedere a suo fratello se davvero stesse bene, se le cose stavano procedendo come avrebbero dovuto procedere.
    Ma avete presente quando c’è quella strana calma prima della tempesta? Prima di ogni battaglia c’è sempre quel silenzio, quel silenzio che ti fa assaporare l’ultimo sprazzo di vita e poi… e poi Boom! La guerra sarebbe iniziata. Aaron aveva 27 anni. Compiuti il 25 giugno 2019. A 17 anni aveva deciso di voler per sempre allontanare Jason Barnes dalla sua, ma soprattutto dalla vita di suo fratello, ed allora mentre i suoi compagni erano pronti a festeggiare la loro festa, il loro essere maggiorenni lui era dal notaio a fare le carte per la custodia legale di quel fagiolino di nome Blake, sempre imbronciato ma che per lui era tutta la sua famiglia. Annie era andata con lui. Jason Barnes era fuori dalla vita di Blake ed Aaron era diventato ufficialmente il suo tutore legale. Blake Barnes aveva soli 9 anni. Da quel giorno, aveva fatto tutto per Blake, gli era stato padre, fratello, madre, migliore amico, peggior nemico. Aveva cercato di fargli avere tutto sia moralmente, che affettivamente che materialmente. Aaron aveva quasi annullato la sua vita per quella del fratello, aveva fatto in modo che ogni suo desiderio diventasse realtà. Aveva gestito come poteva la situazione, ma come fa un bambino a crescere un altro bambino nella maniera giusta? Quando Blake aveva i suoi attacchi d’ira Aaron era lì, era lì a reggerlo, se necessario prendersi lui stesso pugni in faccia, ripagare economicamente i danni fatti in locali, case e facce varie. Era li quando Blake aveva mandato in coma quel suo compagno di scuola ad Hogwarts. Come aveva risolto la cosa? Beh, aveva pagato tutte le spese mediche a quel ragazzino ed aveva chiesto scusa alla famiglia che si era semplicemente intascata i soldi – e che soldi- con l’unica richiesta di non far avvicinare mai più suo fratello a loro figlio. Blake si era pentito. Non voleva mandarlo in coma, semplicemente, non si era controllato. Il problema era quello. Blake non si sapeva controllare. Aaron sapeva che suo fratello era problematico e non era neanche del tutto colpa sua, ma in quel momento, leggendo quella lettera gli veniva da strappare tutto, andare in accademia e prenderlo seriamente a calci in culo. Cosa aveva sbagliato? Dove aveva sbagliato? Possibile che non era servito a niente tutto quello che si erano detti, tutto quello che avevano fatto insieme… possibile che Lilith, Jesse, Mia, Jessica, Erik… neanche loro erano riusciti seriamente a placarlo? Eppure… eppure ci aveva seriamente sperato. Davvero aveva provato a dare fuoco ad una persona? Aaron alzò gli occhi al cielo e mai come in quel momento fu lui a dare un pugno al cuscino costoso del divano in pelle bianca che avevano in salotto. Era stanco, stanco di quella giornata, stanco di dover sentire sempre problemi, stanco di dover rinunciare a qualsiasi tipo di appuntamento, stanco di fare la vita di un 70enne e non di un appena 27enne. Era stanco di tutto quello, ma Blake Barnes era suo fratello e non lo avrebbe mai abbandonato. Fece un respiro profondo, si andò ad infilare sotto la doccia, poi decise di vestirsi, prese il suo telefono e scrisse un messaggio all’unica persona che sapeva che nonostante tutto, non si sarebbe mai tirata indietro. Annie-Macrae Welsh. Il messaggio fu breve e coinciso.
    CODICE
    Blake. Io sto andando a scuola da lui.
    Allegò una foto della lettera di Victoria e spedì il messaggio.
    Non sapeva che altro scriverle in realtà, ma sapeva che Annie teneva a Blake particolarmente e che non lo avrebbe lasciato da solo neanche sotto tortura. Senza dire una parola andò a prendere la nave che lo avrebbe portato a Denrise e da li si sarebbe avviato a scuola. Doveva parlare con qualche docente? No, la preside era stata più che chiara, quindi non fece altro che varcare i cancelli della scuola, chiedere gentilmente di vedere suo fratello ed avvisare la preside ed i docenti che era lì, all’ingresso. Ancora non aveva modo di parlare con suo fratello di quella storia ed ancora non aveva avuto modo di sapere se lui avesse avuto la stessa sua comunicazione, ma il punto era che lui aveva 18 anni ed oramai era maggiorenne a tutti gli effetti, Aaron rimaneva solamente il suo tutore patrimoniale e quello fino a che Blake non gli avesse tolto la sua stessa delega. Blake sapeva che Aaron sarebbe arrivato? Oh, certo che lo sapeva, a Blake era stato detto che era stato avvertito Aaron di tutto quello, e Blake conosceva benissimo suo fratello. Era solo questione di ore e Aaron Barnes avrebbe fatto la sua parte.
    CODICE
    15 min. in sala grande.
    Il messaggio di Aaron a Blake arrivò puntuale come Blake si aspettava e con tutta la freddezza del mondo. Quello voleva dire solamente una cosa: Aaron era davvero incazzato nero. Con ragione, certo. Ma per Blake era più doloroso un messaggio del genere di suo fratello che una lettera con minacce di espulsione della preside.
    “Mancanze di rispetto verso i docenti, violazioni del regolamento scolastico e un'eccessiva superficialità al pericolo” quelle erano le parole che gli erano rimaste più impresse. Blake aveva mancato di rispetto a dei docenti? E perché diavolo non era stato avvertito subito? Blake aveva violato il regolamento scolastico? E perché quella comunicazione non era arrivata subito… e poi… l’eccessiva superficialità del pericolo. No, Blake conosceva bene il pericolo che correva ogni volta, il problema era che non gli interessava. E questo, faceva diventare Aaron ancora più una bestia. Perché non poteva fare la persona normale e far vedere il buono che c’era in lui? Perché doveva comportarsi costantemente come una testa di cazzo?

    Dimmi che questa non è una cazzo di comunicazione ufficiale. Dimmi che mi stai prendendo in giro. Dimmi che non hai cercato di mettere fuoco ad un ragazzo a sangue freddo, dimmi che sono tutte stronzate, che la preside non c’entra niente e che sei tu che hai scrito questa merda. Ti prego, DIMMELO! Non sapeva se essere disperato, incazzato, amareggiato o peggio deluso. Quando lo vide li, gli sbattè la lettera della preside davanti. L’ultima parola era stata urlata. Beh, se in quella scuola la professoressa di pozioni voleva vedere un Aaron senza controllo, quello era l’unico momento in cui avrebbe potuto “godere” di quella visione!
    Ma Aaron conosceva suo fratello, sapeva benissimo che quello era proprio il comportamento che Blake teneva quando era fuori controllo quando c’era qualcosa che palesemente non andava, e la cosa assurda era che, ancora una volta, non aveva chiesto aiuto a nessuno, neanche a lui. Quando avrebbe imparato che almeno con lui e con Annie poteva parlare liberamente. Quando era tornato a casa distrutto dicendogli che Lilith era stata stuprata, Aaron c’era stato. Lo aveva aiutato, COME SEMPRE. Ed adesso non ci poteva credere che tutte quelle cose che avevano fatto insieme erano state tranquillamente dimenticate. Blake aveva gli occhi di chi, ricevendo quella stupida comunicazione si era semplicemente incazzato come una furia ed aveva deciso di scaricare la sua rabbia con dei cazzotti a quel dannato sacco che si era fatto rimettere in camera. Aaron aveva pensato che sfogandosi in quel modo, allora l’avrebbe smessa di prendere a cazzotti le altre persone… ed invece, quasi lo aveva reso eccessivamente bravo a dare ganci infallibili.
    Io non ho fatto niente. Quella fu l’unica risposta che Aaron riuscì ad ottenere, a mezza bocca da Blake. Blake che avrebbe preso a cazzotti anche Aaron di li a poco, Blake che stava per perdere il controllo dando ogni tipo di giustificazione al suo mancato recupero ed alla sua imminente espulsione.
    Aaron si guardò intorno e senza dire altro andò verso il fratello, e lo prese per il braccio portandolo fuori di li, conosceva quello sguardo, conosceva la gestualità del corpo del giovanissimo Barnes, gli tremavano le mani, e il suo sguardo era quasi assente. Con una presa ben salda sull’avambraccio del biondino lo condusse fuori, all’aria aperta e fredda, fuori nei giardini, ma forse non bastava, erano ancora troppo vicini alla scuola, ancora potevano sentire Blake e quello che avrebbe detto. Come mai ancora non urlava di lasciarlo? Che forse un miglioramento c’era stato? Camminava seppur a fatica, e mentre Aaron non faceva altro che stringere la presa sul braccio del fratello lo spingeva di tanto in tanto a camminare di fronte a lui. Era arrabbiatissimo. Tutto si aspettava tranne quella lettera. Possibile che era stato così distratto? Arrivarono ai confini dei giardini, appena prima della foresta, si inoltrò appena, lasciando andare Blake ed il suo braccio che aveva la mano di Aaron ritratta. Aveva stretto così forte? Si, perché sapeva con chi aveva a che fare e per quanto Aaron adorasse suo fratello, Blake era violento.
    Cazzo è questo il problema Blake, loro ti stanno per espellere e tu mi dici? NON HO FATTO NIENTE? Vogliamo leggere insieme quello che c’è scritto? Che cazzo è questa storia della mancanza di rispetto dei docenti? Cosa diavolo ti è preso? Prima erano solamente i tuoi compagni, adesso giochiamo a fare braccio di ferro anche con i docenti? 108 firme!!! Centotto firme e tu… TU NON HAI FATTO NIENTE! Cazzo in questo mondo sono tutti dei folli visionari, Blake? Eh?Era arrabbiato, certo che era arrabbiato. Era furioso, avrebbe preso quel ragazzino a schiaffi due a due fin quando non diventavano dispari! Aaron aveva evitato la violenza con Blake da sempre, infondo il padre aveva fatto abbastanza no? Eppure in quel momento sentiva anche lui le mani prudergli. Se solo, di fronte a lui, non ci fosse stata la persona più importante della sua vita, lo avrebbe ammazzato di botte. Se solo Aaron fosse stato più come suo padre e meno come sua madre… allora Blake a quell’ora era morto!
    No! Aaron… io non ho fatto niente. Al ballo sono stato ridicolizzato davanti a tutti i miei amici e loro… quei bastardi di merda lo hanno permesso. Vuoi sapere cosa è successo? Ho preso un bicchiere che io pensavo fosse pieno di alcool l’ho dato in faccia a quello stronzo di Federik o come si chiama lui e o girato la rotellina dell’accendino! Vuoi sapere se io me ne pento? NO! LA PROSSIMA VOLTA PRENDERò UNA TANICA DI BENZINA FIN QUANDO QUALCUNO NON MI INSEGNA AD USARE QUEL DANNATO INCENDIO! Non era arrabbiato, molto di più. C’erano tre cose che mandavano fuori di testa Blake, la prima era l’essere ignorato, la seconda era l’essere ridicolizzato, la terza era essere deriso. Attacchi ad un’autostima ed ad un ego che erano stati alimentati dalle stesse persone che aveva intorno e che delle volte temevano le sue azioni. Quella sera erano successe tutte e tre le cose insieme, senza contare che Blake arrivava distrutto da una situazione emotiva che non solo non sapeva gestire, ma che era anche stato costretto a controllare per il bene delle persone a cui stava intorno… ed adesso? Adesso lo volevano espellere? Si era tenuto tutto fottutamente dentro, aveva cercato di gestire il tutto a modo suo, era andato a correre, si era ubriacato, aveva cercato di seguire tutte le lezioni cercando di stare sempre sulla media del buono, aveva cercato addirittura di chiedere un provvedimento alla preside… ed adesso? Adesso lo volevano espellere per colpa di un bullo che non sapeva limitarsi nelle sue azioni? Una persona che aveva fatto risse a destra e a manca, che aveva fatto la peggio schifezza e che soprattutto, non aveva capito che fare lo stronzo lo poteva anche fare, ma doveva decidere per bene la persona con cui prendersela, perché Blake non era un tipo che si faceva ridere in faccia, ne da lui ne da altri. Era così fragile emotivamente che bastava una risatina di troppo per guadagnarti un pugno in faccia ben assestato. La mancanza di rispetto degli insegnanti? Ma stiamo scherzando? Io sono andato dalla preside per chiedere dei provvedimenti contro un’insegnante che ha spiegato delle cose alla cazzo di cane e solamente per una parte della classe che, forse, gli stava simpatica, quando ho ridato la bacchetta alla Lynch, lei l’ha presa dicendomi che comunque io ero bocciato. E quindi potevo uscire dalla classe e senza bacchetta. Mi spieghi come cazzo faccio a studiare in una scuola di magia senza bacchetta? Già tu mi hai reso la vita un inferno qui dentro, anche da una sconosciuta? No! A stento si ricordava i nostri nomi, ed io sono lo stronzo che gli manca di rispetto? Fanculo Aaron, a te e a loro! Era così nervoso che non faceva altro che urlare e camminare avanti ed indietro, con un senso di malessere generale, il cuore che gli stava esplodendo in petto, il sangue che pulsava dentro le vene in una maniera poco consona.
    E questo per te non è ”niente?” Blake quel ragazzo poteva morire! E della professoressa, sei andato dalla preside, urlando come lo stai facendo adesso? Dicendogli che l’insegnante fa schifo e che quindi non è colpa tua se non passi un esame? Eccola la mancanza di rispetto! Blake quella non è una tua amica, è la tua preside! Quando era diventato in quel modo? Come era successo? Lui perché non se ne era accorto? Andò verso il fratello che davvero, in quello stato avrebbe ucciso qualcuno e scosse il capo. Devi chiedergli scusa. Quelle furono le parole che Blake non avrebbe mai voluto sentire da Aaron e quando arrivarono forti e chiare dalla sua bocca non ci vide più, l’unica cosa che riuscì a fare, fu quello di girarsi e dare un cazzotto in faccia a suo fratello che indietreggiò quasi cadendo. Se lo aspettava? No… ma avrebbe dovuto. Aaron non disse niente si toccò lo zigomo e scosse di nuovo il caso. La sua opinione non sarebbe cambiata. Puoi prendermi a botte quanto pare, ma tu gli chiederai scusa! Se c’era una cosa che aveva imparato in tutti quegli anni era che Blake riconosceva l’autorità solamente di chi temeva. Aaron lo temeva perché era la sua unica famiglia e soprattutto quando si impuntava su di una cosa non c’era niente che lo avrebbe fatto cambiare idea.
    Il fatto era che tutto quello era un sano accumulo di stress, emozioni, rabbia repressa che Blake non aveva sfogato da quando Lilith era stata rapita. Non era riuscito a parlare con nessuno, se non con lo stesso Aaron dello stupro della ragazza, ma aveva tenuto per se altri e milioni di cose, come ad esempio il fatto che aveva dovuto difendere Ayla da alcuni bulli a mielandia e da quando lo aveva fatto, aveva una costante paura che quando lui non c’era la ragazzina veniva comunque trattata male, o anche strattonata, come ad esempio che si sentiva terribilmente in colpa per quei rapimenti, che non era riuscito a dormire quasi per una settimana per via dei sensi di colpa, dell’alcool, delle canne, del fatto che aveva dovuto per forza dire a Lilith o a Jesse che andasse tutto bene, del fatto che Jessica si scopava un professore o che il suo ex gli rompeva le palle, oppure del fatto che lei stessa era caduta in depressione e si era cercata di togliere la vita tre volte, cazzo mica una! TRE. Ed anche in quel caso era andata da lui a svuotare il sacco. Si sentiva in colpa per Mia, per colpa di quella storia della morte, che ancora non riusciva veramente a metabolizzare, del fatto che non era riuscito a farsi ascoltare e che la rabbia e l’odio che aveva mostrato quella sera nei suoi confronti era così vero, così reale, che ancora non riusciva a spiegarsi molte cose… Per non parlare di ogni volta che dormiva con la sua fidanzata, ogni volta non poteva toccarla, la sentiva piangere e non poteva abbracciarla perché piangeva ancora di più, lui che non digeriva i rifiuti neanche da cose inanimate come i gratta e vinci, doveva sorridere e dire che andava tutto bene quando invece voleva urlare che no, non andava niente bene e che non ce la faceva più, che se avesse solo incontrato il cadavere di quello stronzo lo avrebbe ucciso con le sue mani, non con la bacchetta, ma con le sue stesse mani. Che ogni volta che cercava di rilassarsi si ricordava che Naga non era morta e che non avrebbe potuto neanche vendicare una cosa così brutta perché, come gli era stato ricordato da tutti, lui non era abbastanza forte! Quella sera, al ballo, era successo solamente qualcosa che era stato rimandato per troppo tempo. Blake aveva perso il controllo per qualcosa di sciocco, ma che era stata semplicemente la gocciolina che aveva fatto traboccare il vaso!
    Senza contare che, tanto, Federik, era già stato picchiato abbondantemente da Blake la mattina della lezione di alchimia… dopo che era stato provocato abbondantemente dal ragazzo più grande di lui. Ma si sa, chi ha degli attacchi di rabbia, non si controlla e quando non ci si controlla, spesso, si tende a non percepire più la realtà. Ma era stato bravo, almeno così si era detto Blake quella mattina. Gli aveva rotto solamente il naso. Solo il naso e nient’altro ed adesso, la cosa più brutta, è che l’unica persona che aveva avanti era suo fratello ed era su di lui che avrebbe scaricato la sua rabbia nera. Se Aaron non l’avesse conosciuto così bene, magari era lui il prossimo ad andare in ospedale, ma fece un passo indietro, che non bastò ad evitare un altro pugno in faccia, questa volta sul labbro che si spaccò inevitabilmente.
    Io non chiederò mai scusa a quello stronzo! MAI. Era quella la posizione di Blake, quella che avrebbe mantenuto, almeno fino a quando non avrebbe cominciato a ragionare seriamente. Aaron sapeva com’era il fratello, non era la prima volta che succedeva tutto quello, ma questa volta, ad essere incazzato nero c’era anche il maggiore, e quindi… voleva fare a botte? Benissimo… erano maggiorenni entrambi, erano in una foresta e potevano anche picchiarsi; ma Aaron non avrebbe mai alzato neanche un dito contro il fratello e quando Blake si rese conto di quello che stava facendo fece un passo indietro. Aveva davvero dato due pugni ad Aaron? Si stava dando solamente un motivo in più per odiarsi. Blake forse non ti è chiara la situazione, io non te lo sto chiedendo, io te lo sto ordinando…. Io ti sto dicendo che devi andare li, appellarti a tutto il tuo cazzo di buon senso, se ce l’hai e poi dire quelle 5 letterine magiche e poi ti impegnerai ad essere una persona migliore! Si asciugò il sangue dal labbro spaccato e poi fece un respiro profondo, lo vide con il fiato corto. Avrebbe voluto dirgli che non doveva sentirsi in colpa per tutto quello, ma in quel momento non ci riuscì. Forse era stata colpa sua se suo fratello non riusciva a capire determinate cose? Era colpa sua se non aveva il senso del pericolo? Si, possibile. Intravide Annie. Ma non disse niente, perché Blake fece qualcosa che gli fecero accartocciare il cuore. Si era girato verso un albero, verso il tronco di un albero ed aveva semplicemente finito di fare quello che stava facendo con lui: dare cazzotti. Lo aveva fatto anche quella notte vedendo Lilith in quella teca di vetro e dopo aver sbagliato la prima volta il suo incantesimo, dopo essersi sfogato nell’unica maniera che conosceva, allora aveva ricominciato a prendere lucidità, quindi Aaron lo lasciò fare.
    Tu… almeno tu dovresti stare dalla mia parte! Lo disse a denti stretti e a quella frase seguì una bestemmia. Si fermò, aveva il fiatone, ma aveva le mani ancora che gli prudevano gli prudevano come mai gli era successo. E a me chi mi chiederà mai scusa per tutta questa merda che mi è stata buttata addosso? Io prendo a botte un pezzo di merda e vengo espulso, loro fanno rapire 4 ragazze dentro queste dannate mura, in questa isola di merda e si permettono anche vagamente di voler insegnare a me come comportarmi? Dove cazzo era la preside quando Ayla veniva picchiata per delle stupide caramelle a mielandia? Dove era la preside quando Mia è stata manipolata da un essere incappucciato e a cercato di uccidermi ed io non ho reagito per non farle del male? O quando tu stavi morendo in bocca a quel coso? Oppure quando Jessica veniva presa in giro perché era incinta? Oppure quando Lilith è stata stuprata? DOVE CAZZO ERAVATE TUTTI! Non era solamente arrabbiato, era completamente fuori controllo! Aaron cercò di fermarlo, si stava massacrando le mani, ma era tutto inutile, quindi decise di spingerlo. Basta Blake! Puoi dire queste cose senza farti del male! Il fatto era questo, era che Aaron sapeva che il fratello aveva ragione, ma i suoi modi erano sempre sbagliati. Non poteva pensare che tutto quello poteva andare a suo favore. Se lo avessero visto in quel modo, le scuse non sarebbero servite comunque a niente. Chiama gli auror, i dissennatori, rievoca Voldemort! Ma non devono dirmi cosa devo fare, se loro sono i primi a non saper gestire una cazzo di scuola. Mi hai detto di rivolgermi ai miei professori quando avessi avuto un problema! Ecco l’ho fatto… quando è successo di artimanzia sono andato dalla preside e la preside mi ha risposto che non dovevo mettere in dubbio la competenza dei docenti. Davvero? Come cazzo di fa a non mettere in dubbio la competenza di un docente se quelle sono le lezioni? Sono stato bocciato solo perché gli stavo antipatico! Lo sai fratellino? La docente di Magitec ci ha provato con me… ma no… chi mette in dubbio la sua cazzo di competenza… in fin dei conti hanno trovato il capo espiatorio! Vuoi sapere una cosa Aaron? Prega che io non rincontri quello stronzo di merda per i corridoi…! Adesso aveva il fiatone, le mani rotte con il sangue che colava, ma quasi si sentiva meglio. Ma adesso era arrivato il momento di Aaron di parlare. Lo ascoltò, prese la bacchetta Ferula! lo disse per due volte sulle mani del fratello. Era pur sempre il fratello e lui pur sempre un medimago. Fece un respiro profondo. Almeno uno dei due doveva mantenere dei modi pacati. Blake ci sono 108 firme di genitori che ti ritengono un pericolo. Non ti sto dicendo di… cazzo Blake, la verità è che mi sono rotto le palle di tutta questa storia, sono stanco di vivere all’ombra di un cazzo di ragazzino a cui ho dato l’anima, il cuore, ho sacrificato tutto per te e poi… tu non riesci a fare delle cazzo di scuse? Hai detto tutte cose giuste ma tu… gli stava costando un pezzo di cuore quello che stava dicendo. Stai reagendo proprio come nostro padre. Hai dei problemi seri di autocontrollo, di rabbia, mi hai dato due cazzotti, e se al posto mio ci fosse stata Lilith? O Jesse? Ma con Jesse già lo hai fatto… in infermeria quando sono state rapite due tue compagne di classe, gli hai messo un braccio al collo! Lo hai detto tu a me! Non puoi continuare così… lo vide contrarre la mascella. Si, Blake. Devi ammetterlo! Hai problemi a controllarti, hai dato un 30 pugni ad un albero senza che neanche provassi dolore… non ti rendi conto di quello che provochi alle persone. Hai ragione, i tuoi docenti non sono alla tua altezza, ma tu non li hai mai aiutati! Due docenti su? Vuoi dirmi che cazzo di problemi hai con la professoressa Ivanova? Mi sembra che abbia sempre preso le tue parti e tu sei andato nel suo ufficio devastandoglielo! Lancelot Olwen. Dimmi…. hai mai trovato la porta del suo studio chiusa? Hai mai lontanamente pensato di andare da Lance e dirgli quello che stavi passando? NO. Perché tu ti ostini a dire che non hai nessun fottutissimo problema! Ensor. Lo stimi così tanto… ma… seppur una persona che non chiacchiera molto, non mi sembra che non ti abbia detto come approcciare alla tua vita. Ma appena ti ha menzionato dei tuoi attacchi di rabbia tu gli ha buttato tutto quello che aveva sulla scrivania per terra! Blake sono cose che TU mi hai detto. Quindi adesso sono stufo di tutto questo teatrino.Aaron non era come Blake, riusciva davvero a mantenere la calma anche quando gli erano stati dati due cazzotti in faccia e Blake era solamente da prendere a sberle. Hai 18 anni Blake Barnes. Ma voglio dirti solamente una cosa. Se ti espellono per il tuo stupido orgoglio… come pensi che possano stare Lilith e Jesse? O Ayla o Jessica o Mia o Lucas o Erik? Chiese poi con un tono ancora molto duro. Non ti rendi conto che non fai male solamente a te con questo atteggiamento! Non ti rendi conto di quanto cazzo tu possa essere egoista, di quanto tu sia stupido quando fai così. Pensi che ad uno solo di queste persone che ho nominato abbia potuto ridere o trovare divertente una scena come uno smutandamento? E tu che avresti fatto Barnes? Non ti saresti messo a ridere? Si… cazzo… lo avresti fatto, perché lo hai Già fatto!Blake non era mai stato un santo e mai lo sarebbe diventato, ma Aaron era veramente ma veramente stanco di tutto quello, stanco di dover per forza combattere una guerra senza nessun tipo di riscontro, stanco di dover sempre ricominciare a parlare di questa e quella morale. Non ti rendi conto che quando ti controlli sei dannatamente più forte, sia emotivamente che mentalmente. Basta giustificarsi con un’infanzia violenta e stronza… ok! Anche io ho assistito a scene non troppo belle, ho perso la madre, ho diseredato un padre e ho scelto TE. TE COGLIONE CHE NON SEI ALTRO! E non perché fai il bulletto e vai in giro dicendo che non hai problemi, ma perché quando metti da parte quella maschera da testa di cazzo, fratellino caro, sei incantevole. E cazzo ragiona! Pensa a come ti sei comportato con tutte le persone che effettivamente ti vogliono bene. Hai fatto vedere il buono di te a tutti loro. Jesse morirebbe per te, Jesse ti seguirebbe anche all’inferno se tu glielo chiedessi. E sono convinto che lo farebbe anche Lilith. Lo pensava veramente. Annie, Lance, Eva…L’unico nemico che hai sei te stesso! Fin quando non ti sarà chiaro… allora… niente. È tutto inutile.
    Blake ascoltò il fratello, cercando di riprendere un respiro regolare, poi si accasciò con la schiena contro il tronco che oramai era macchiato dal sangue delle sue mani, si mise le ginocchia contro il petto, si portò le mani contro la testa e fece un respiro. Lilith a lezione gli aveva detto che in quel modo non stava facendo male solamente a sé stesso ma gliene stava facendo anche a lei, aveva chiesto al professore Black che senso aveva sapere le cose se poi ci facevano stare uno schifo. Adesso e solamente adesso aveva ricollegato quella frase. Ogni volta che voleva intervenire per contraddire suo fratello, Aaron riusciva a dire qualcosa prima di lui. Fece un altro respiro profondo, sentì le sue guance rigate da calde lacrime. Si morse il labbro per non farsi sentire, lo morse talmente tanto forse che si fece male. Alzò gli occhi al cielo. Guardò il fratello e con il dorso della mano si asciugò le guance. Che io ammetta o meno di avere problemi di controllo della rabbia che cambia? Non è evidente? Ma non andrò da una psicologa! Aiuterà me come ha fatto con Clarke? Non penso. Non è servito a niente. Comunque, chiederò scusa a quella testa di cazzo, ti … ti prometto, come ho promesso a Lilith, che non farò più a botte… ma lo faccio solamente perché questa accademia farebbe schifo senza di me. Disse alzandosi. Guardò il fratello. Guardò verso la foresta. Maledettissima foresta, era una cosa che non aveva mai fatto nella sua vita, e forse era anche il motivo per il quale covava tanta rabbia, ma tutto quello era troppo, veramente, ma veramente troppo. Abbracciò il fratello, lo strinse forte come per chiedergli scusa e dirgli grazie allo stesso tempo. Doveva crescere. L’altro giorno a lezione di alchimia… mi è rimasta in pressa una cosa che ha detto il professore: “non esistono conoscenze e cose buone o cattive. Tutto, una volta analizzato ha aspetti sia negativi che positivi. A ricadere nel bene e nel male non sono le conoscenze e gli oggetti in sè, ma bensì il loro utilizzo.” Si era stampato quelle parole in mente neanche fossero il suo nuovo mantra, e poi… poi le avrebbe utilizzate. Non lo sapevano ancora, ma avevano appena ucciso un mostro per generarne uno ancora più pericoloso.


    Blake avrebbe fatto le sue scuse pubbliche come avrebbero voluto i suoi professori e la sua preside. Ma quello non voleva dire che avrebbe davvero abbassato la testa, avrebbe solamente imparato a controllarsi e fare quello che Samuel e Brian gli avevano detto tempo fa: ossia evitare che tutto quello che avrebbe fatto da quel momento in poi, potesse essere minimamente ricondotto a lui.
     
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