Is it too late to...?

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    Adamas Vesper
    Studente | 17 anni

    La prima giornata di lezione dopo le vacanze natalizie era già finita, e tutto sembrava essere tornato alla normalità… o quasi. La mancanza di Nik, ora che lo shock di Naga si stava finalmente affievolendo e che l’estasi festiva dello Jul Ball era ormai un ricordo, si stava facendo sentire; ormai Adamas aveva capito che il suo cuore era stato diviso tra la cotta per il Dioptase e la cotta per Jesse. Con la sparizione improvvisa del primo, l’Ametrino avrebbe potuto concentrarsi sul Black Opal… se non fosse che aveva perso quasi ogni speranza anche verso di lui, visto che era sempre più convinto che fosse etero.
    Tuttavia, quando ripensava a Nikolai non poteva fare a meno di ricordare il loro primo incontro… e Blake.
    ‘Mi sono comportato come un codardo, quella notte…’
    Aveva tentato di assopire il senso di colpa, e ci sarebbe anche riuscito se questo sentimento non avesse comunque tormentato il suo inconscio. Alcune notti sognava ancora la scena: Blake che urla contro Naga, e lui che… beh, si metteva a correre in direzione contraria. Tuttavia, il suo inconscio aveva deciso di distorcere e ingigantire l’esito della sua scelta: se nella realtà tutto era fortunatamente andato a buon fine, nei suoi sogni incubi il destino di Blake e di coloro che gli erano vicini in quel momento era ben diverso. Diverse volte aveva sognato un Blake divorato dalle fiamme (cosa anche plausibile senza l’aiuto di nessuno, come avrebbe detto Skyler); oppure, imprigionato e torturato da Naga in un supplizio senza fine; o ancora, il suo cadavere rianimato che lo accusava di averlo abbandonato, dopo che l’aveva considerato un amico.
    Adamas non sopportava più il senso di colpa. Blake si era comportato da Blake, ma lui? Poteva dire di essere davvero stato se stesso? Di non aver ceduto ai suoi istinti più bassi?
    Probabilmente no.
    Uno dei tanti buoni propositi per il nuovo anno era quello di diventare un amico migliore; occorreva innanzitutto fare ammenda per la sua codardia. Fu per quella ragione che, la sera del 7 gennaio, Adamas attese la fine della cena (a dir la verità, abbastanza leggera) prima di tentare di avvicinarsi al tavolo dei Black Opal.
    ‘Ok… ma che gli dico? Sono mesi che non gli rivolgo la parola… cosa posso fare?’
    C’è da dire che nella vita la paura e la viltà sono estremamente più comode da seguire del coraggio e della rettitudine; questa lezione era totalmente nuova ad Adamas, che in fondo nella sua vita non aveva mai avuto così tanti dilemmi morali come dal suo ingresso ad Hidenstone.
    Arrivò in prossimità del tavolo dei Black Opal, che si apprestavano a lasciare la Sala Grande per svolgere le più varie attività serali; salutò giusto qualche studente che conosceva, in maniera piuttosto imbarazzata, poiché sentiva di avere mille riflettori puntati contro. Quasi come se la divisa violetta da Ametrino quella sera brillasse di luce propria.
    ‘Dov’è? Cavolo… non lo vedo… spero non sia già andato via...’
    Avrebbe cercato un po’ nei dintorni: tuttavia, non stava ponendo particolare attenzione a coloro che aveva nelle vicinanze. Così distratto, avrebbe di certo attirato l’attenzione di molti Black Opal; addirittura, senza rendersene conto, avrebbe potuto urtare qualcuno… pregando il Cielo che non fosse un Blake alterato. O sarebbe stato ancora più arduo parlargli.
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    Per Blake Barnes
     
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    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Il 7 gennaio era arrivato e lui, aveva 18 anni. Non aveva detto a molti del suo compleanno ed era anche rato che quasi nessuno se lo fosse ricordato o comunque se lo erano ricordato, ma nessuno aveva avuto la brillante idea di andargli a rompere le palle. Sentiva la mancaza della sua ragazza, sentiva che si stava allontanando, ma Blake, era uno che non esternava mai assolutamente niente se non la rabbia. Comunque erano passati mesi da quella dannatissima notte e sentiva quasi di riuscire a riprendere la situazione generlae in mano. Si sentiva quasi meglio, aveva litigato con tutti ed era anche riuscito a fare pace con molti. Gli mancava parlare con Nik e magari riprenderlo a pugni solamente perchè si era comportato da amico. Gli mancava veramente parlare con quel coglione di Joshua e sopratutto gli mancava tantissimo, strano ma vero, la scuola. Quella routine assurda che lo annoiava tantissimo quando era tra le mura di Hidenstone, gli era mancata enormemente quando era a casa sua. Non gli era mai successo prima di quel momento e la cosa non gli dispiaceva affato. Ma no, non avrebbe detto neanche quello. Poi sapeva che aveva ancora qualcosa in sospeso con persone con cui non era neanche più riuscito a parlare, forse perchè preso da altro o semplicemente perchè non ce ne era stata occasione. Adamas era uno di quelli. Ma non ce l'aveva con lui e forse era quello il motivo per il quale il biondino non si era fiondato sul moretto per insultarlo e percuoterlo. Comunque quella sera aveva deciso di rimanere un pò più a lungo al tavolo con i Black Opal e godersi un pò di più i ragazzi della sua casata. Infondo era una cosa quasi del tutto normale, erano ragazzi e si stavano semplicemente raccontando dele vacanze di Natale, il capodanno, ed i vari regali ricevuti. Inoltre era palese che Blake avesse veramente voglia di stare zitto quella sera. Infatti si era messo li, quasi ad un angolo, cosa che per l'opale era quasi impossibile, a guardare un pò il suo magifonino e quando veniva interpellato si limitava a sogghingare e ridacchiare. Non era diventato all'improvviso asociale, era semplicemente una di quelle persone che odiavano profondamente le feste, il capodanno ed il Natale nella sua completezza. Quando però sentire nel discorso uscire il nome di Lilith alzò lo sguardo e quando capì che lo avevano fatto apposta scosse il capo. Coglioni! Pensò ad alta voce prima di intravedere una faccia a lui conosciuta. Alzò un sopracciglio. Scusate un attimo... Disse ai suoi compagni prima di posare una mano sulla nuca di uno di quelli e tirargli giù la testa giusto per dispetto. Sogghignò ed andò verso il moretto. Credo che tu abbia sbagliato tavolo... Forse era anche un modo per fuggire da quei dannati discorsi di pacchetti e regali, e poi lo vedeva quasi perso. Guardò Adamas e sul suo viso si poteva quasi leggere un punto interrogativo invisibile!
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    Adamas Vesper
    Studente | 17 anni

    ‘Beh, almeno non ho scontrato nessuno…’
    Ecco quale fu l’unico pensiero consolatorio che attraversò la mente di Adamas, mentre, in piedi di fianco al tavolo dei Black Opal, si guardava intorno nervosamente. Probabilmente la gran maggioranza degli studenti lo stavano beatamente ignorando, tuttavia la sua ansia sociale non l’aveva abbandonato, motivo per cui si sentiva come sotto i riflettori. Il panico da palcoscenico, per così dire, era sempre stato potente in lui. Perso nelle sue ansie pensierose, non si rese conto che Blake l’aveva notato e quindi gli si era avvicinato.
    “Credo che tu abbia sbagliato tavolo…”
    “Ehm - no - cioè - ehm… ciao, Blake…”
    Non aveva propriamente immaginato così il suo nuovo incontro con… l’amico? Poteva ancora definirlo tale, dopo il comportamento che aveva tenuto nei confronti di Blake? In cuor suo, non si sentiva di poterlo chiamare amico…
    “In realtà - ecco, sì - in realtà, stavo cercando te…”
    Abbassò lo sguardo, un po’ intimorito dalla situazione. Che reazione avrebbe avuto Blake, dopo tutti quei mesi di silenzio e di non considerazione? Adamas cercò dentro sé il coraggio (o forse l’ardire) di guardare Blake negli occhi: solo in quel modo poteva espiare le sue colpe.
    “Volevo… volevo parlarti - ma non qui… ti va di andare in un posto un po’ più tranquillo?”
    Sperava tanto che il ragazzo accettasse la sua proposta: tenere quel discorso in un posto tanto affollato, per di più in piedi in un territorio che avvertiva come, se non proprio ostile, almeno inospitale, sarebbe stato estremamente arduo, per lui. Forse col tempo avrebbe imparato ad essere più coraggioso, a osare di più: ma ora, quando ancora il suo vecchio Io era potente e difficile da tenere a bada, Adamas si sentiva ancora impaurito come nel primo momento in cui aveva conosciuto Blake.
    “Per favore?”
    Lo guardò con gli occhi supplichevoli, quasi come fanno i cuccioli quando chiedono qualcosa. Se Blake avesse accettato, avrebbe cercato un posto calmo in una delle stanze vicino alla Sala Grande, in modo tale da potergli parlare in tutta tranquillità.
    Senza sentirsi addosso lo sguardo giudicante di centinaia di Black Opal.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Di tanti difetti che aveva, Blake Barnes non era certamente un tipo che portava rancore. Se doveva ucciderti di pugni in faccia lo faceva sul momento, perchè grazie a Dio, lui era uno di quelli che si dimenticavano un sacco di cose. Era un ragazzo distratto e poco attento a quello che gli capitava intorno e quando aveva dei momenti di stress veramente forti, si concentrava ancora di più su se stesso, sul fatto che lui poteva essere una persona migliori di quello che era e che nessuno, e dico nessuno, poteva veramente infastidirlo. Di fatto, però, non era così. Era la persona più facile da infastidire e da far prendere fuoco! - nel vero senso della parola - Se la prendeva subito e se c'era qualcosa che non andava Blake sbottava immediatamente, a volte, senza neanche capire cosa gli stesse succedendo realmente intorno. Infondo era successo quello quella notte no? Si era forse reso conto che aveva una schiera di insegnanti davanti a lui pronti a morire pur di farlo rimanere in vita? Si era mposto minimamente il problema che con quel sonorus avrebbe ri messo in pericolo tutti i suoi compagni attirando l'attenzione di Naga su di lui? Aveva forse pensato che bastava un'occhiata di Naga a farlo fuori? No, non ci aveva pensato, aveva agito senza pensare, senza avere il minimo timore di poter morire o peggio, di poter far uccidere qualcuno che amava, come ad esempio suo fratello. Ma fortuna voleva che Blake fosse anche uno di quelli che nel momento in cui una determinata cosa pessava, per lui passava seriamente! Quando Adamas gli disse che stava cercando proprio lui, Blake ne rimase quasi sorpreso. Infondo si erano parlati poco dall'inzio della scuola e non aveva avuto modo di approfondire l'amicizia con lui per svariati motivi, primo tra tutti sicuramente era Lilith e la sua situazione. Sorise al moretto e ridacchiò. Oh... Non che fosse sorpreso che qualcuno lo cercasse ma le parole successive del ragazzo lo fecero allarmare e non poco. Insomma che era un qualche fratello, cugino, amico o altro di qualcuno che aveva picchiato di recente a scuola? Eppure non aveva avuto veramente il tempo di sfogarsi, oppure gli aveva fatto qualche dispetto o risposto male senza volerlo? Oh, impossibile, se lo sarebbe ricordato e poi sicuro se lo sarebbe meritato. Forse voleva dargli semplicemente qualche bella notizia, oppure voleva confessargli qualcosa? Infondo, a quanto pareva, ultimamente, Blake era diventato il confessinale di molti, quindi magari anche Adamas sentiva la necessità di dirgli qualcosa. Oppure aveva scoperto che... no, impossibile, nessuno poteva sapere che aveva dormito con Jesse! Infondo nessuno dei due aveva detto niente, ma poi, quale sarebbe stato il problema? Tremilioni di domande in un solo secondo. Va bene, certo! Andiamo... Disse poi seguendolo. Oh, non farmi quegli occhioni! Insomma davvero sono fidanzato e ho promesso di non cedere a nessuna tentazione! Il suo perfavore lo aveva quasi sciolto. Ma Blake era solito sentirsi desiderato da tutti a prescindere dal sesso che la persona con cui interaggiva aveva. Non era un problema di Adamas, quello.. era che Blake era solito fraintendere tutto, ma infondo da un pavone come lui, cosa ci si aspettava?
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    Adamas Vesper
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    “Oh, non farmi quegli occhioni! Insomma davvero sono fidanzato e ho promesso di non cedere a nessuna tentazione!”
    Adamas fu preso in contropiede dall’affermazione del Black Opal, tanto che iniziò ad arrossire vagamente, prima di rispondergli.
    “Ma… no! Che hai capito? E poi… mi piace un altro ragazzo dei Bla - ehm, della scuola…”: chissà come avrebbe reagito Blake se avesse saputo che l’altra persona era Jesse. D’altro canto, i sentimenti per Nikolai erano stati messi da parte dal momento in cui l’olandese era sparito, e il biondino aveva polarizzato nuovamente l’attenzione di Adamas.
    “... sinceramente, non sei il mio tipo… ma non era questo ciò di cui volevo parlarti…”
    Certo, forse rifiutare nettamente un ragazzo come Blake, popolare e abituato a vedere file di pretendenti ai suoi piedi, non era propriamente una mossa furba, visto ciò che si apprestava a fare Adamas. Tuttavia, quando il povero Ametrino andava nel panico cominciava a ragionare poco bene - a dimostrazione del fatto che anche le persone tendenzialmente buone e intelligenti spesso commettono passi falsi nei rapporti col prossimo.
    Guidò Blake alla ricerca di una stanza vuota, trovandone una poco dopo: il breve percorso tuttavia fu fatto nel silenzio più assoluto di Adamas, che stava pensando al modo migliore per comunicare con l’altro ragazzo. Idea saggia, visto gli ultimi risvolti della conversazione.
    Aprì la porta, entrando un po’ titubante; sarebbe rimasto in piedi di fronte a Blake, un po’ sfregando le sue mani con fare nervoso, un po’ cambiando gamba d’appoggio, lasciando che il suo disagio parlasse per lui. Il silenzio sarebbe durato poco più di un minuto - certo, sempre che Blake non avesse chiesto delucidazioni.
    “Ecco - ricordi… ricordi la notte - beh, sì che la ricordi… la notte di... Naga, intendo…”
    L’aveva detto: dopo mesi, aveva rivangato quel nome. E soprattutto, l’aveva fatto con Blake: uno dei più coinvolti emotivamente nella questione (escludendo ovviamente le ragazze rapite), con cui non aveva più parlato da allora. La lezione di Erbologia di quella mattina non contava: anche se avevano lavorato in coppia, Adamas non gli aveva mai rivolto la parola ufficialmente.
    In ogni caso, temendo la reazione di Blake, i muscoli delle gambe di Adamas si tesero, pronti a scattare (e schivare un pugno) se fosse stato necessario.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Il problema principale di Blake era, tra le altre, quello di riuscire a sentire solamente quello che gli interessava e visto che lui stava scherzando e visto che Adamas era nel panico più totale, aveva detto una delle cose che Blake non avrebbe rimosso per niente al mondo, ossia che a lui piaveva un suo compagno di casata. Blake era una pettegola, una di quelle persone che potevano prendere il caffè con una ragazza e riuscire a fare del gossip sfrenato con lei fino a sentirsi male. Non era un ragazzo che non sopportava le persone parlare o che tagliavano corto, era più uno che si metteva a ricamare mentre ascoltava qualcuno parlare di qualcun'altro. Gli piaceva da morire sapere tutto su tutti, gli piaceva veramente da matti avere qualcosa su cui riflettere. In genere non gli piaceva pensare, ma quando si trattava di pettegolezzi, Blake era in prima linea. Sgranò gli occhi alle sue paorle e poi gli passò una mano sulla spalla andandolo ad "abbracciare"!Guarda sorvolo sul fatto che non sono il tuo tipo, perchè immagino che tu lo dica solo perchè non mi conosca bene... e lo capisco.... ma non posso sorvolare sul fatto che ti piace uno dei miei concasati... e vorrei anche che tu mi dicessi chi! Oh, Blake... davvero vorresti saperlo? Insomma l'ultima volta che qualcuno ha mostrato interesse per Jesse sei finito nel suo letto ubriaco come non mai e dicendogli che lui era l'unica cosa di cui aveva veramente bisogno! Ma non poteva saperlo, perchè per Blake ancora non era successo.
    Tornando al moretto, Blake non fece altro che levare il braccio da intorno alle sue spalle, ma per semplice comodità e seguirlo in quella stanzetta. Era veramente curioso di sapere cosa fosse successo. Il fatto era che in quei mesi non aveva fatto molto caso a nessuno oltre che a Lilith. Non aveva avuto occhi ed orecchie che per lei e per quella situazione assurda in cui stavano vivendo. Non aveva fatto i compiti ne altro, non aveva quasi neanche vissuto veramente, quindi non si era minimamente accorto dell'assenza di dialogo con Adamas. E non lo faceva apposta. Blake era fatto in quel modo, non si curava di nessuno se non di se stesso, non si curava di nessuno se non delle sue tremende sensazioni. Il suo erssere cos' esasperatamente chiuso per la sua sfera emotiva non gli permetteva di avere delle relazioni normali anche con i suoi amici. Insomma Jesse era il suo compagno di stanza e non riusciva neanche a dirgli che gli voleva bene e che aveva paura di perderlo! E lui lo vedeva tutti i giorni! Ma la verità era che non gli aveva neanche mai chiesto come stava, neanche quando si erano a mala pena visti per un ciao fugace la sera. Il piccolo Barnes era fatto così quindi rimanendo anche lui in silenzio ed aspettando di sapere chi fosse il ragazzo che aveva in mente il moretto entrò in quella stanzetta. Lo guardò e si mise seduto su di un banco che era li poco lontano. Ti sei innamorato di mio fratello? Adamas cercava di dire cose serie e lui diceva solo stronzate. Stronzate che si placarono nello stesso momento in cui Adamas ebbe il coraggio di pronunciare quel nome di fronte a lui. Strinse i pugni automaticamente. Alzò un sopracciglio e si mise sulla difensiva, quindi, per Blake che era fatto nettamente al contrario rispetto al mondo intero, era pronto ad attaccare. Mi ricordo tutto, hai intenzione di rompermi il cazzo dopo mesi anche tu su quello che ho fatto? Infondo era quello che tutti quanti gli avevano detto e la cosa assurda era che avevano anche ragione! Si alzò dal banco. Comincia pure! Si, il suo tono era alterato, ma quello per Blake era veramente un argomento spinoso che facevano raffiorare in lui tremila problemi, primo tra tutti la sua bacchetta che non aveva ed allo stesso livello c'era lo stupro della sua ragazza di cui lui ancora si dava la colpa!
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    Adamas Vesper
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    Era davvero una buona idea dire a Blake dei sentimenti che provava per Jesse? Certo, Adamas non lo conosceva così bene, però aveva perlomeno intuito gli aspetti fondamentali del suo carattere: impulsività e possessività. Quindi, come avrebbe preso una notizia simile riguardante un suo amico, se non forse il suo miglior amico?
    “Ehm - non credo sia una buona idea… insomma - ecco, non mi sento pronto. E poi tanto ha la ragazza, almeno credo - quindi non penso che sia affatto interessato a me…”
    Sapeva che probabilmente il Black Opal non era propriamente il tipo da arrendersi così facilmente, per cui aspettava quasi sicuramente altre domande tartassanti sulla questione. Certo, pensare che si fosse innamorato di suo fratello…
    “NO - cioè, intendi Aaron? L’ho a malapena intravisto… cioè, è troppo poco per dire che ti piace una persona, no?”: era così sicuramente per Adamas, che ancora era casto e puro. Altre persone (leggasi Skyler) potevano capire chi gli piaceva (leggasi chi si vorrebbero scopare portare a letto) in un nanosecondo - e talvolta in quel lasso di tempo avevano già scartato un preservativo.
    “Mi ricordo tutto, hai intenzione di rompermi il cazzo dopo mesi anche tu su quello che ho fatto?”
    Come aveva immaginato, Blake era andato sul piede di guerra: chissà quante persone erano andate da lui per sfogarsi e per usarlo come capro espiatorio - quando in realtà avevano tutti, chi più chi meno, commesso sciocchezze, quella notte. Un po’ provava pena per il trattamento che era stato riservato al Black Opal, ma si guardò bene dal farlo trasparire sul suo volto.
    “Romperti il…? No, assolutamente no - la verità è che…” prese un respiro profondo, per dire le parole che gli erano rimaste in gola fin troppo a lungo. “Ecco, volevo chiederti scusa - per il comportamento che ho adottato nei tuoi confronti...insomma…”.
    Come ogni volta in cui rompeva il sigillo del silenzio mantenuto per mesi, Adamas sentì l’impeto di sfogarsi.
    “Non avevo capito ciò che hai vissuto - ed… ecco, l’intera situazione”: la parola che non gli usciva, l’estrema violenza riservata alla ragazza di Blake, gli pesava - e non si sentiva di riportarla alla sua mente.
    “Immagino solo che - ecco, non dev’essere stato facile, ed io sono stato un po’ troppo sputasentenze…”
    Stette lì, come un imputato che attende l’assoluzione, in attesa della risposta di Blake.
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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Non conosceva Adamas, e non sapeva esattamente come fosse realmente. Blake tendeva a mostrarsi una persona molto superficiale delle volte, solamente per paura che qualcuno potesse scavargli dentro l'anima. Cosa fondamentale, però, era che Blake, delle volte, davvero faceva fatica a tenere la sua lingua a freno, non rendendosi minimamente conto, in nessun tipo di modo che quello che poteva dire, così senza filtri, potesse offendere le persone a cui si rivolgeva. Oppure potrebbe essere gay come te! Lo disse con una tale spontaneità che quasi voleva morire da solo. Ma che cazzo... Aveva ancora il braccio intorno alle spalle del moretto e quando disse quella cosa voleva seriamente morire. Insomma lui non voleva offenderlo in nessun modo ma oramai era stato detto e quando si rese conto che il tono che aveva utilizzato era quello di uno che non aveva per niente tatto alzò gli occhi al cielo. Dio che idiota che era! Era incapace di avere tatto, ed era incapace di rendersi conto che magari, se per lui parlare di quelle cose era assolutamente normali, per altre persone, molto più riservate di lui, quelle cose non erano da dire così alla leggera. Oh, hai ragione! Solamente che .... non mi aspettavo questa... E sempre come riusciva a fare solamente lui, sapeva gestire le situazioni impreviste talmente male che a volte sembrava essere davvero uno stronzo patentato, ma no, era semplicemente un modo diverso di non sapersi controllare. Niente di nuovo sotto questo sole, infondo! Blake aveva sentito un sacco di discorsi su quella sera, aveva parlato con un sacco di suoi amici di quella faccenda, ma mai nessuno gli aveva chiesto scusa per non averlo capito. Mai nessuno gli aveva detto che si sentiva una merda perchè non aveva compreso fino in fondo quello che gli stava succedendo. Adamas gli stava chiedendo scusa per una cosa che neanche Blake aveva capito fino in fondo. Forse perchè lo stesso giovane Barnes, a posizioni inverse, non avrebbe mai fatto niente di tutto quello, eppure sentì le mani rilassarsi, poi lo indicò, e indicò se stesso e poi cominciò a gesticolare. Insomma... tu chiedi scusa a me? Cioè... niente predica sul fatto che sono stato un coglione, che vi ho messo tutti in pericolo... cioè... insomma niente da dire sul "Sono Blake Barnes e io ti ammazzerò Naga?" Insomma,dici davvero? Mi stai chiedendo scusa? Tu a me? Ma non dovrebbe essere il contrario? Io... Adamas, ti senti bene? Chiese quasi come se non credesse davvero alle parole del moretto. Poi ci pensò su e sgranò gli occhi. Oh cazzo, Jesse mi sta contaggiando, non faccio più discorsi di senso compiuto... e... Oddio! Che Adamas Vesper avesse trovato un modo per disinnescare la Bomba atomica Blake Barnes? Lo aveva mandato completamente in Crash. Il fatto era che nessuno si era mai posto il problema. Blake non sapeva reagire alla gentilezza, alle scuse, alla timidezza, non sapeva reagire alla spontanetà dei gesti amorevoli che gli altri avevano per lui. Infatti la stessa Lilith lo lasciava sempre senza parole per il suo essere dolce, lo stesso Jesse ci riusciva e dio solo sapeva che cazzo di scompiglio creava Erik nella sfera emotiva di Blake quando per ogni cosa lo abbracciava. Eh si... era passato dal "ti prendo a pugni" a "se fossi Erik ti abbraccerei senza problemi" in poco più di 10 minuti. Poi tornò a focalizzarsi su Adamas e scosse appena il capo sorridendo. Io... vuoi una birra? L'alcool era il suo modo per dirgli che apprezzava? Io non so che dire. Davvero. Io non credevo che tu... grazie? Era una domanda Blake? Davvero?
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    Adamas Vesper
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    “Oppure potrebbe essere gay come te!”
    In condizioni normali, Adamas non avrebbe mai risposto ad un’affermazione del genere: probabilmente, si sarebbe limitato a sospirare affranto, facendo un cenno di diniego con la testa. Tuttavia, la tensione di cui era pieno non lo faceva ragionare in maniera opportuna, per cui si sentiva quasi estraniato da se stesso. Proprio per tale ragione, commise un passo falso.
    “No, guarda - è impossibile. L’ho visto personalmente baciarsi con Jessic…”: il nome gli morì in gola, mentre le parole rassegnate vennero interrotte da uno sguardo di puro terrore. Fu anche per quella ragione che decise di troncare il discorso, chiedendo scusa a Blake. Certo, se da una parte paventava la sua possibile reazione nel comprendere che Adamas avesse una cotta per Jesse, aveva anche paura delle conseguenze del suo gesto.
    Rimase quasi sorpreso dall’improvvisa indecisione di Blake alle sue parole: probabilmente non era affatto abituato a gente che non lo attaccava per ogni singola cosa facesse. Non che talvolta non ce ne fosse ragione, ma Adamas aveva ormai accettato che Blake possedeva in gran misura una qualità che a lui, sotto certi punti di vista, mancava: la spontaneità. Il problema non era quella qualità, ma il fatto che si traducesse in impulsività (ed esplosioni, o incendi, o scazzottate).
    “Sì, ecco - non sto dicendo che fosse una buona idea… ma capisco il perché tu l’abbia fatto. E io… sono stato davvero un codardo, a pensare che fuggire fosse la soluzione migliore… se Naga avesse fatto qualcosa a voi, ecco… mi sarei sentito… uno stronzo per tutta la vita”. Era rarissimo udire del turpiloquio uscire dalle labbra dell’Ametrino, ma con poche persone (Blake, Nik… e forse un giorno Jesse) quelle piccole, maleducate parole rendevano in un certo senso più vero e spontaneo il rapporto.
    Il riferimento a Jesse, tuttavia, lo fece arrossire; cosa sarebbe successo, se Blake avesse scoperto della sua cotta? L’avrebbe malmenato, o incoraggiato? Forse… anzi, no, sicuramente, Blake sapeva qualcosa di più sulla vita sentimentale di Jesse. Tuttavia, era davvero la cosa giusta, chiedere a lui e non al diretto interessato?
    Sorvolò momentaneamente sulla questione, temendo che Blake potesse fargli ulteriori domande, ma allo stesso tempo sperando che lo facesse: voleva togliersi quel peso, in un certo senso.
    ... e temo e spero, et ardo e son ghiaccio… Petrarca aveva ragione…’
    “Ehm - non credo che l’alcol sia una buona idea - cioè, domani c’è lezione, no?” disse, con tono nervoso e poco giudicante. O almeno, sperò che suonasse tale.
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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Tantissimi erano i difetti che caratterizzavano Blake, era un tipo impulsivo, arrogante, non sapeva perdere, era a tratti violento e non si sapeva limitare da solo. Blake aveva dei deiri di onnipotenza/rabbia/egocentrismo che delle volte non riusciva neanche a capire realmente, ma allo stesso tempo era una persona sveglia, sveglia e che sapeva benissimo quando si parlava dei suoi amici. Poteva anche sembrare una cosa strana, ma di veri amici, Blake Barnes, ne aveva sempre avuti pochissimi, se non inesistenti. Blake era ricco, bello, intelligente, era determinato, era una persona pragmatica, era una persona spontanea e a modo suo solare e socievole. Blake era tante cose, ma aveva un carattere così instabile che i suoi "amici" erano spesso al suo fianco solamente quando si trattava di feste o cose del genere. Jesse, Jesse invece lo aveva preso e lo aveva tenuto così com'era, così come aveva fatto Lilith, così come aveva fatto Jessica ed anche Mia. Era una cosa strana e nuova per lui, ma stava cercando di gestire la situazione nel migliore dei modi, il problema, però, era che Blake, specialmente per le prime due persone nominate, aveva sviluppato una gelosia quasi ossessiva, teneva così tanto a Jesse come migliore amico e a Lilith come fidanzata che delle volte reagiva in maniera contrastante, instabile e lunatica tutto insieme. Questo creava caos e panico nella persona che si imbatteva in quel tipo di reazione. Quando Adamas fece quella piccola rivelazione, Blake era troppo sconcertato per le sue scuse e non collegò immediatamente, ma quando Adamas finì di dire che si sarebbe sentito uno stronzo Blake sogghignò furbo. Non avrei mai permesso che nessuno di loro, specialmente Jesse, si facesse del male. E comunque... io.. davvero... insomma non sono abituato a tanta gentilezza? Quindi... grazie?Erano tutte quante delle mini domande a cui non serviva, ovviamente, una risposta, ma che comunque erano quasi d'obbligo ma cotinuandolo a guardare e vedere le sue gote rosse sgranò gli occhi, improvvisamente come se si fosse ricordato una cosa di grandissima importanza. Tu... tu hai una cotta per Jesse!Chi aveva baciato Jessica davanti a tutti? Solamente Jesse. Non sapeva se ridere o se piangere in realtà. Aspetta...Jesse, effettivamente, sta sperimetando...Stava per essere di nuovo scortese quindi si fermò, abbassò due secondi lo sguardo per riprendersi e poi tornò a guardare l'ametrino. Allora, prima di tutto si domani c'è lezione... ma una birra non ha mai ucciso nessun docente! Secondo Jesse... Come doveva dire ad Adamas le esatte parole di Jesse ossia "mi piace esere scopato?" Ma effettivamente non doveva dirgliele lui no?Perchè ogni volta che si parlava di Jesse il suo cervello andava completamente in crash? Si infilò una mano nei capelli e sorrise appena. Non ce la faceva a non impicciarsi e poi... beh, Erik aveva detto che il rapporto con Joshua avrebbe ucciso e logorato Jesse e lui non voleva questo, anche se pensava che Erik era ancora più protettivo di lui nei confronti di Jesse e la cosa lo disturbava e neanche poco, ma su quell'argomento non riusciva a non essere più elastico, infondo lui era la prima volta che si fidazanva seriamente, come faceva a condannare Jesse per del sesso fuori il fidanzamento? Guardò Adamas. Sei già impegnato con qualcuno? Hai intenzione di fare una cosa seria con lui? Oppure vorresti solo.... poteva dire con Adamas la parola "scopare?" Oddio lui si che era una persona educata e sopratutto una persona normale. Che Blake avesse del disagio interiore era chiaro, ma in quel momento si stava dimostrando proprio il degno socio di Jesse, e perchè? Perchè stava cercando seriamente di contenersi ed essere leggermente meno se stesso, ma davvero non ce la poteva fare. Cazzo Adamas...il punto è questo, Jesse è uno che da tutto se stesso e non voglio che qualcuno se ne approfitti! Quindi se ti vuoi solamente levare uno sfizio... beh no. Jesse non è disponibile! Era geloso. Il fatto era esattamente quello, ma allo stesso tempo sapeva benissimo che non poteva essere lui a decidere per il suo Socio. Sbuffò. Dai andiamo... che vuoi sapere? Che poi alla fine... beh...Adamas era carino, educato e abbastanza equilibrato! Poteva stargli simpatico, e poi gli aveva appena chiesto scusa. Cavolo davvero? Ancora non ci credeva a quello che era successo.
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    Adamas Vesper
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    “Tu... tu hai una cotta per Jesse!”
    In ogni situazione della vita ci sono di solito tre strade: la buona, la mediocre e la pessima. Adamas, per una frazione di secondo, sentì di aver imboccato la catastrofica; il suo intelletto reagì quindi nella maniera migliore che potesse - balbettare sconnessamente, arrossendo e andando in shutdown. Fu un minimo risollevato quando Blake virò il discorso sull’alcol, per poi precipitare nuovamente nello sconforto quando recuperò il discorso cotta per Jesse.
    La tempesta di domande sulla sua situazione sentimentale e le sue intenzioni lo intontì; normalmente avrebbe preso quell’interrogatorio come un assalto diretto alla sua privacy, ma in quel momento era troppo preso dal momento per darci effettivamente peso.
    “Ehm… no - non sono impegnato. Lo sono stato in passato ma…” cacciò indietro l’ondata di ricordi, perché non voleva rivelare tutta la feroce verità “ecco - è stato ben prima di Hidenstone… e…”
    Non aveva pensato a cosa volesse da Jesse, visto che ogni singola possibilità gli era sembrata implausibile - a eccezione dell’amicizia. Certo, se si soffermava a rifletterci, trovava maleducato, quasi oltraggioso, il fatto che Blake lo accusasse solo di voler…
    “Senti: non so che idea ti sei fatto di me, o che… tipo di persone tu abbia conosciuto… ma io - ecco. Non voglio solo..." replicò con un tono più duro del dovuto, ma era rimasto ferito dalla piega che stava prendendo quel discorso. “Insomma - Jesse è una persona, non un pezzo di carne… come chiunque. Abbiamo...” deglutì, mentre sentiva qualche lacrima (di rabbia, di rammarico, di frustrazione) lasciare i suoi occhi. Forse non aveva mai parlato così chiaramente, ma erano parole che aveva scoperto essere già scolpite sulla croce del suo cuore, e ad affermarle ad alta voce si sentì quasi brillare “abbiamo diritto tutti a provare emozioni. E non mi sentirò in colpa solo perché si tratta di un tuo amico, Blake Barnes.” Erano le esatte parole che avrebbe dovuto dire a suo padre quando era successo il cataclisma ad Hogwarts.
    Forse era stato troppo severo, quasi granitico nelle sue affermazioni: ma ne aveva avuto un disperato bisogno. Per la prima volta in quella sera guardò seriamente Blake negli occhi, fissandolo con sguardo serio. Tirò indietro le spalle con fare altezzoso: se Blake gli avesse tirato un pugno per il modo in cui gli aveva risposto, forse se lo sarebbe meritato - ma non sarebbe scappato. Il tempo di fuggire via dai problemi era finito.
    “Non ho mai visto Jesse come uno sfizio - come non ho mai visto come uno sfizio…” stava quasi per dire Nikolai, ma si trattenne (se non altro per non far alterare ulteriormente Blake) “gli altri. Non reputo… le persone non sono semplicemente un monile da aggiungere ad una collezione… e sinceramente, non so cosa vorrei sapere su Jesse - probabilmente, dovrei parlarne con lui... ma non so se me la sento ancora.”
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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Quella conversazione era cominciata in modo strano e stava finendo in maniera assurda. Blake Barnes e il suo modo di fare metteva in agitazione e nel panico anche persone, che di per se, avevano un'indole assolutamente pacata e tranquilla. Non avrebbe mai pensato di essere così geloso di Jesse. Aveva sempre pensato che Lilith lo facesse sbarellare più delle altre persone... ed invece... invece il SUO Socio sembrava essere alla pari della riccia. Comunque, Adamas gli stava simpatico, dallo stesso momento che si erano parlati nella cabina della nave. Infondo da li aveva capito che era un bravo ragazzo, uno di quelli di cui ci si può fidare, non del tutto un cuor di leone.. ma insomma! Una persona buona. E tanto voleva per il suo migliore amico. Si morse il labbro e poi sogghignò sentendo la sua risposta risentita. Ci stava e la cosa gli faceva anche piacere. Allora quando voleva anche lui sapeva far valere le sue opinioni! Sorrise al ragazzo prima di alzarsi dal banco dove si era seduto, si avvicinò a lui e gli mise apposto il colletto della camicia. Non mi sono fatto nessuna idea, era una semplice domanda! Aggiunse poi facendo quasi per spolverargli la giacca della divisa sulla spalla, poi si allontanò da lui e si andò a risedere esattamente dove era prima. non aveva utilizzato un tono duro, ma la sua strafottenza usciva da ogni suo poro ed il fatto che avesse fatto quel gesto voleva solamente dire che il tono che aveva usato con lui non gli era piaciuto, ma infondo... stava davvero provando a diventare più controllato, no? Chiuse gli occhi e scosse il capo. Ma la sua ultima frase lo fece sogghignare ancora di più. Sentimi bene, Adamas Vesper. disse poi posando le mani sul banco. e scrocchiandosi il collo con un movimento circolare della testa. Stai facendo tutto tu, magari perchè il tuo ex ti ha trattato esattamente come stai dicendo di non voler trattare Jesse, ma la mia era una domanda lecita. Visto l'esperienza precedente di Jesse. Vorrei semplicemente che stesse bene, e sopratutto vorrei che Erik non si preoccupasse troppo per lui. Quindi stai calmo e non sentirti in colpa... anzi... dovresti essere quasi onorato che ti piace un amico di Blake Barnes.Il suo nome lo disse esattamente nello stesso tono di Adamas e poi fece un respiro profondo buttando l'aria all'infuori come se avesse fatto un terribile sforzo. Jesse è un turbinio di emozioni e nessuno ti sta dicendo che non puoi sentire cose con lui,o per lui.... Lo so che sembra strano, ma ehi... ti svelo un segreto, anche Blake Barnes si preoccupa per le persone a cui tiene particolarmente, e... wow, chi lo avrebbe mai detto che sente delle emozioni anche lui?Era terribilmente irritato da quello che gli aveva detto Adamas, come se lui non avesse un cuore e si potesse sorprendere vagamente del fatto che non ci voleva solamente scopare ma voleva, magari, altro da lui.Ma Blake non era bravo con le sue emozioni in generale quindi o utilizzava i putni oppure l'ironia spinta per comunicare determinate cose. Aveva deciso che Adamas gli aveva appena chiesto scusa per una cosa che non avrebbe neanche dovuto fare, alla fine lui cosa poteva fare se Blake aveva deciso di fare il kamikaze suicida? Di certo non poteva scegliere di morire insieme a lui, specialmente perchè, fondamentalmente, non avevano mai stretto più di tanto e sicuramente quello era un buon inizio per farlo. Dovresti parlare con lui, ma questo non vuol dire che dovresti dirgli che ti piace... magari non è neanche così! Infondo neanche lo conosci. Sei attratto da lui, ma non sai com'è veramente Jesse! Invece lui lo sapeva bene? Vero Blake? Perchè infilarsi nel letto del tuo migliore amico e strusciarti addosso a lui come se fossi un gatto che cerca di mettere il suo odore sul suo territorio, era una cosa sensata. Ecco, Adamas non doveva fare quello. Chiuse gli occhi e cercò di scacciare via quelle immagini dalla sua mente, immagini che aveva sicuramente non troppo nitide di quella notte e la cosa era ancora più imbarazzante. Guarda che non voglio picchiarti... puoi respirare! Aggiunse poi guardando l'altro dall'alto in basso, ma giusto per costatare la sua rigidità. E comunque, ci tengo a precisare che non do cazzotti a caso...Sbuffò. Perchè tutti quanti avevano quella strana convizione?
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    Adamas Vesper
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    “No, il mio ex non mi ha trattato così… cioè…”
    Le parole gli scemarono in gola, mentre si rendeva conto che aveva finalmente accennato a lui in modo più materiale del solito - come il ragazzo che aveva amato, e non come il cataclisma che ne era derivato. Non era quello il momento di parlarne, però. Probabilmente, però, quel giorno si stava finalmente avvicinando: il giorno in cui avrebbe potuto pensare al passato, accettarlo e andare avanti, nonostante ciò che era accaduto.
    “Non so se io posso farlo sentire bene, ma di certo non voglio farlo stare male. Chi potrebbe farlo, insomma? Comunque” sospirò, lasciando finalmente l’espressione indurita che aveva avuto fino a quel momento “non volevo insinuare che tu non provi emozioni, Blake. Scusami - non sono abituato a fare discorsi simili con le persone; non era mia intenzione.”
    Forse il tentativo di Adamas di mantenere una conversazione seria e aperta sui suoi sentimenti era un sintomo del fatto che fosse cresciuto, almeno un pochino; avendo sempre evitato gli scontri, probabilmente era stato eccessivamente duro durante la discussione.
    “Sì - forse hai ragione, e non conosco il vero Jesse… però, quel poco che conosco di lui, ecco, mi piace…”; arrossì ammettendo quel segreto palese. Si sentiva un po' più leggero. “Però… non ho idea di come fare - soprattutto per non rovinare le cose. Non voglio perdere una delle poche amicizie che ho coltivato nell’Accademia.”
    ‘E nella mia vita.’
    Il problema principale era proprio quello di non sapere come fare ad avvicinare le persone senza farle allontanare: forse era quello il motivo per cui ad Hogwarts era stato più semplice limitarsi a fare conoscenza, senza approfondire troppo i rapporti. In quel modo, infatti, non aveva dovuto confrontarsi seriamente con gli altri.
    Si rilassò quando Blake affermò che non l’avrebbe picchiato; certo, era pronto a quell’evenienza, ma sicuramente preferiva che non si arrivasse allo scontro. Non aveva mai fatto a pugni in tutta la sua vita, e non aveva intenzione di iniziare proprio in quel momento. Prese un respiro, prima di fare la fatidica domanda a Blake.
    “Forse… forse ci alleniamo di nuovo insieme - con Jesse, intendo… ecco, secondo… secondo te, dovrei… boh, dirgli qualcosa? Non lo so, mi sembra così inopportuno… non sono bravo con le questioni di cuore.”
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    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Una cosa era certa. Blake sapeva come spostare le conversazioni su qualcosa che voleva lui. Sapeva perfettamente come evitare certi discorsi e come andare a parare su altri, molto più favorevoli a lui e sfavorevoli al proprio interlocutore. Ed era esattamente quello che aveva fatto. Adamas era li per parlare di quella notte ed adesso si ritovava a dire qualcosa a Blake che non solo non era programmato, ma non era per niente voluto. Blake, dal lato suo, aveva quel suo modo di fare strafottente e del tutto arrogante che gli permetteva di ottenere sempre quello che voleva... e comunque eccoli li a parlare di Jesse come se lui fosse presente. Ma infondo importava? Certo, che importava, ma Blake si era ripromesso di fare una scrematura per Jesse prima ancora che Jesse potesse davvero saperlo. Era felice per il suo migliore amico, ma non era felice per lui. Adamas gli sembrava un bravo ragazzo... la cosa non gli piaceva per niente. E se Jesse avesse preferito Adamas a lui? Oddio... che dramma! Al solo pensiero Blake prendeva fuoco! Tranquillo Adamas, non letteralmente, comunque, come consiglio spassionato, quando parli con Blake, porta sempre una bottiglietta d'acqua con te! Tornando a noi. Cioè? Tu hai trattato lui così? Quella si chiamava impertinenza. Blake lo era per davvero. Era un impertinente mai visto ed in quelle situazioni dove non sapeva che lato di lui far prevalere, stava messo un punto peggio di tutti. In quel momento avrebbe voluto fare il buon amico di Jesse e quindi cercare di capire come far avvicinare Adamas a lui, ma allo stesso tempo voleva essere il migliore amico di se stesso e cacciare a calci in culo Adamas dalla vita di Jesse. Beh... la genente stronza è sempre pronta ad approfittarsi di un ragazzo speciale come Jesse. Quindi... meglio prevenire che curare no? Disse semplicemente alzando le spalle.No, non gli stava dando dello stronzo, gli stava semplicemente dicendo che lui teneva a Jesse e che si sentiva in dovere di proteggerlo da persone che non conosceva. E Blake, Adamas, non lo conosceva per niente. Ok, gli aveva fatto una buona impressione ma non voleva dire niente! Assolutamente niente. é la seconda volta che ti scusi con me, comincio a sentirmi a disagio! Comunque, non fa niente, lo pensano in tanti ed anche abbastanza frequentemente... quindi sono abituato! Aggiunse. Che drama queen che era! Adamas non sembrava per niente il tipo di persona da fare quelle considerazioni sulle persone e Blake ne era più che consapevole. Il fatto era che comunque non sapeva bene cosa fare, non sapeva bene come comportarsi davanti a tanta gentilezza. Non che nessuno era gentile con lui, ma comunque, nessuno gli aveva mai detto niente di simile, ne che si scusava per la sua codarderia, ne tanto meno che aveva una cotta per Jesse!Ti piacerà ancora di più quello che conoscerai... ma...Perchè, davvero c'era un ma? puntò l'indice verso Adamas e senza pensare - toh, che strano! - disse una cosa che forse non avrebbe mai voluto dire ne voluto pensare davvero. Allontanalo da me e sei morto! Perchè minacciare una persona era una cosa così facile per lui? Infondo se Blake Barnes non ti minacciava almeno una volta nella propria conversazione non eri nessuno, quindi finiva anche che Adamas lo dovesse ringraziare! Se ti comporti come una persona normale, e tu mi sembri una persona normale, non rovinerai proprio niente. Jesse tende sempre a dare troppo alle persone... quindi è più facile approfittarsi di lui - stai parlando del mondo intero oppure di te, Blake? - Ma tu non mi sembri uno che cerca da Jesse qualcosa di fisico... o comunque... insomma non mi frega un cazzo se scoperete, basta che non gli fai male! Il problema era sempre quello e se Adamas si fosse fermato a riflettere solamente un minuto, si sarebbe accorto dell'enorme conflitto interno che stava vivendo Blake. Poi sbuffò. Si l'istabilità e il suo fare e disfare tutto da solo era evidente in quella conversazione. Ma che cazzo era una moda? Anche lui a chiedergli consigli di cuore? Ma si rendevano conto tutti di che cosa chiedevano e sopratutto a CHI lo chiedevano? Cioè... Blake Barnes con una deficenza emozionale evidente al mondo intero era colui che veniva interpellato di più per consigli di cuore. Boh... incredibile! Beh... io... si fermò un attimo. Lui cosa? Lui non sapeva neanche cosa voleva dire corteggiare qualcuno. Neanche con Lilith lo aveva fatto. Si era limitato a prenderla in giro per dei pantaloni e boom, aveva ottenuto una ragazza in mutande a cavalcioni a lui. Cosa doveva dire esattamente ad Adamas? Allora. Stava riflettendo. Cioè doveva dargli un buon consiglio e mettere al primo posto la felicità di Jesse, oppure doveva farlo fallire miseriamente e mettere al primo posto la sua felicità? Che dilemma assurdo! Sospirò. Non essere diretto con lui su queste cose... credo che pur di non offenderti ti darebbe il culo... Ecco che la delicatezza di Blake veniva fuori in tutta la sua magneficenza, ma infondo aveva messo davanti la felicità di Jesse no? Era quello che contava! E sopratutto tu non capiresti se gli piaci davvero oppure lo fa per... servilismo... diciamo così. Jesse è troppo tenero e cucciolo per dirti di no... ma è anche troppo fesso per capire che tu ci provi con lui se lo fai in maniera TROPPO velata. Cercò di ottenere il tono più menefreghista del mondo per proseguire il suo discorso. Non saprei... io con la Clarke non sono stato esplicito, ma tu non hai il mio stesso sharm. Senza offesa. Sperava semplicemente che Adamas non fosse una persona permalosa, ecco. Perchè... perchè i permalosi con Blake non andavano d'accordo. Infondo lui era un egoriferito nato e davvero si riteneva una persona interessante al limite del normale, per carità, s alcuni tratti lo era anche...ma cavolo! Anche meno Barnes!Inoltre sta passando un periodo un pò... così... quindi.. fallo sentire speciale, cerca di mandargli dei segnali che lui non possa confondere, il che sarà veramente, ma veramente una cosa ardua, e poi spera che io non faccia lo stronzo e gli parli prima che lo faccia tu. Si trattava del suo migliore amico. Non ce la faceva! Gli aveva dato delle dritte non indifferenti, Adamas era una persona intelligenente, era intuitiva e sapeva benissimo come "interpretare" le sue parole, ma doveva anche avvertirlo che non sapeva se, effettivamente, sarebbe riuscito a non fare il pezzo di merda! Infondo era sempre Blake Barnes e quello era sempre Jesse Lighthouse, praticamente la seconda fidanzata di Blake. Cosa si aspettava il dolce Vesper? La formula segreta su come conquistarlo? Impossibile, o comunque non da Blake. Si strinse nelle spalle.
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    Adamas Vesper
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    “No - io non tratto nessuno così… è, è una storia complicata… ma non mi va di parlarne, ora.”
    Abbassò lo sguardo, sommerso per un attimo dai ricordi. Non aveva certamente voglia di parlare di lui in quel momento; c’erano già abbastanza informazioni da elaborare, in quel momento. Scoperchiare ulteriormente quel vaso di Pandora sarebbe stato controproducente, se non emotivamente devastante.
    “Eh comunque, non voglio approffittarmi di Jesse… vorrei… beh, non sono sicuro esattamente di cosa desidero succeda tra di noi, ma vorrei conoscerlo meglio.”
    “Allontanalo da me e sei morto!”
    “Ma… non credo sia possibile allontanarlo da te - cioè, non penso che sia una cosa che possa decidere di fare io. Non penso che potrei mai avere una capacità simile… e non voglio fare del male a Jesse mentre…” non sarebbe mai riuscito a usare parole simili; era una cosa ancora i nnaturale “mentre siamo in intimità.”
    Ascoltò i consigli (piuttosto confusionari, a dire il vero) di Blake. Sotto certi aspetti, aveva ragione: Adamas sicuramente non aveva abbastanza charme per conquistare Jesse senza essere, per così dire, esplicito, ma allo stesso tempo non era abbastanza spigliato per essere esplicito. La situazione era ben complicata, ma sicuramente non avrebbe trovato la soluzione nel giro di una serata; gli occorreva più tempo.
    “Farlo sentire speciale…? Mmm, ci proverò - anche se non è proprio la mia specialità…” sospirò, guardando Blake negli occhi prima di sorridergli flebilmente. Era stanco: quella situazione si stava portando avanti da troppo tempo, e lo aveva debilitato emotivamente. Forse lasciare libere le sue emozioni era l’unico modo per non venirne consumato - e in questo effettivamente Blake era un maestro. Anche se non glielo avrebbe mai detto, o avrebbe altrimenti rischiato di essere incenerito.
    “Grazie per tutto ciò che mi hai detto - cercherò una soluzione a tutto questo… ma adesso ho necessità di stare un po’ solo. Spero che tu possa capire.”
    Gli sorrise: se Blake fosse stato d’accordo, si sarebbe congedato da lui per quella sera. Voleva tornare nella sala comune degli Ametrini e rilassarsi un attimo; magari avrebbe letto Saint Seya, il fumetto giapponese che Jesse gli aveva regalato per Natale. Non sembrava propriamente romantico, ma magari l’avrebbe aiutato a comprendere meglio quel ragazzo. O almeno così sperava.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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