Santa Claus is coming to Hidenstone

Jul Ball

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  1. Joshua B. Evans
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    Joshua Benjamin Evans
    Studente | 17 anni
    Aveva deciso di andarsene da quel ballo ancor prima di mettervi piede, eppure era rimasto a sufficienza da creare circostanze alquanto imbarazzanti; la piega che aveva preso quella situazione non gli piaceva affatto, poiché seppur avesse smesso di dar confidenza a chiunque altro, restavano due le persone importanti nella sua vita e, per quanto assurdo, si trattava di un numero fin troppo alto.
    D'altro canto quella sera era stata compiuta ben più di una scelta e il fatto che Jesse si fosse presentato lì con Jessica aveva sollevato Josh da numerose responsabilità oltre che dal senso di colpa che tuttavia non poteva fare a meno di percepire, nonostante non vi fosse alcun motivo di farlo.
    Quando Elisabeth affermò di non pretendere nulla da lui, Josh si costrinse a crederle e, quando lei lo invitò a seguirla, il moro non se lo fece ripetere due volte. Non si guardò indietro, incurante di ciò che stava accadendo e quanto invece sarebbe avvenuto da lì in avanti, si limitò unicamente a seguire Elisabeth e a inarcare le sopracciglia quando la vide sollevare la gonna sulla gamba nuda per afferrare la bacchetta o chissà cos'altro.
    Un sorriso birichino gli si disegnò in volto e, risistemando il cardigan -che aveva recuperato poco prima, lasciando la giacca al ragazzo che gliel'aveva prestata- non poté fare a meno di commentare a modo suo.
    «Se vuoi sedurmi mi sta bene, ma che ne dici di trovare un posto un po' più appartato?»
    Propose divertito mentre portava le mani in tasca e iniziava a sentirsi decisamente più a suo agio, lontano dal ballo e dalle giacche eleganti. Poi il bigliettino della ragazza attirò la sua attenzione, facendolo restare sorpreso. Lanciò un'occhiata all'Opale prima di aprire la pergamena e leggerne il contenuto.
    «Un regalo di Natale...»
    E già, in fondo era proprio il periodo. Rammentò a se stesso che dovesse prima o poi tornare al ballo per dare i propri regali a tutti gli amici, ma in quel momento avrebbe potuto pensare a quello per Elisabeth. In realtà, tutto era pronto per lei, ma era evidente che prima di pensare a lei avrebbe dovuto scovare il proprio, di regalo.
    «Dove tutto ha avuto inizio... beh, direi a Hogwarts, ma dubito seriamente che potremmo andare lì in questo momento, così come a Bath...»
    Sì, beh, a Bath era iniziato decisamente altro, ma non era certo che la ragazza si riferisse a quello. Rimase a riflettere su quelle parole, fino a quando tre luoghi gli tornarono alla mente: la biblioteca, dove le aveva detto per la prima volta quanto gli piacesse, l'aula di Storia della Magia, dove c'era stato un vero e proprio avvicinamento sincero fra loro ed era stata lei a dirgli che lui le piacesse e, infine, l'Osservatorio di Astronomia, dove si erano ritagliati il loro primo momento e scambiati il primo bacio.
    Ognuno di quei luoghi rappresentava un inizio, ma forse era il caso di chiedere conferma all'ideatrice di quella caccia al tesoro.
    «D'accordo, in ordine secondo me sono: Osservatorio di Astronomia, Aula di Storia e biblioteca.»
    Incrociò le braccia al petto e, con un mezzo sorriso ed espressione divertita, attese un esito. Se la ragazza non avesse proferito parola, tuttavia, si sarebbe avviato verso la prima tappa.

    «Parlato» - Pensato - Ascoltato | Scheda PG - Stat.

    RevelioGDR
     
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    Quel ballo che tanto aveva temuto alla fine era giunto ed anche passato, senza lasciarsi dietro troppe ferite -almeno non superficiali- di quanto fosse avvenuto in quella Sala in quei suoi pochi minuti di permanenza. Minuti che erano sembrati interminabili, tanto da farle vacillare la volontà che la caratterizzava diverse volte, con la voglia di prendere tutto e allontanarsi da lì. Cosa che, alla fine, aveva fatto comunque, tirandosi però dietro Joshua in quella che si sarebbe rivelata una piccola caccia al tesoro priva di mappa ma con vari -piccoli- indizi. Giunti davanti all'enorme scalinata principale, fermandosi solo per permettere al ragazzo di riprendere il cardigan che preferiva rispetto a quella giacca che aveva sgraffignato, aveva preso dal suo posto segreto il piccolo pizzino infiocchettato passandolo al ragazzo -che nonostante tutto le faceva battere il cuore- prestante attenzione più alla gamba nuda che a ciò che stringeva ora tra le mani. Credevo che questo lo considerassi già appartato. Il ballo era ancora al suo inizio e lì non c'erano che loro due, quindi se avesse voluto far qualcosa l'avrebbe fatto. Tanto Jesse era piuttosto impegnato... Non era cattiveria, la sua, quanto una mera constatazione dei fatti.
    Lo vide srotolare quel biglietto e leggere quelle pochissime parole scritte frettolosamente, con la tendenza delle lettere verso destra, mentre poteva vedere una piccola macchinazione del cervello del ragazzino espressa subito a grande voce. Hogwarts poteva essere un inizio un po' tutto loro, tra bisticci, riprese e occhiate ostili, ma no, non l'inizio che voleva lei. Bath... Bath era solo stata la ciliegina sulla torta di quel momento che avrebbe voluto non finisse mai, ma anche quello, purtroppo, era da scartare. Scosse il capo divertita, giocherellando con la stoffa del suo abito, resistendo all'impulso di dirgli tutto.
    Vediamo un po'... Si sarebbe sporta verso di lui, posando una mano su una delle braccia incrociate, avvicinandosi ad ogni parola al suo orecchio. Acqua... acqua evaporata?... Lasciò che solo per un attimo il silenzio li avvolgesse, prima di muovere le labbra proprio vicine al suo lobo. Fuoco! Un sussurro, un po' roco, che avrebbe potuto sentir solo lui -e decisamente solo lui- prima di tirarsi indietro a poggiarsi contro la balaustra. Mi fa strada?
    La prima fermata sarebbe stata la biblioteca a rigor di logica -complice anche quel fuoco uscito dalle sue labbra- dove l'opalina si sarebbe beata nel cercare di decifrare il suo volto nel non trovare subito un indizio servito su un piatto d'argento, com'era avvenuto per il primo.
    Il ragazzo infatti avrebbe dapprima dovuto ricordarsi quale tavolo avesse occupato quel primo sabato di ottobre e dopo averlo trovato, illuminato solo dalla luce che scaturiva dalla sua bacchetta, avrebbe dovuto scandagliare l'intero tavolo alla ricerca di un altro piccolo rotolo di pergamena che aveva ben nascosto nel lato nord-est del tavolo rispetto a dove si era seduta lei. Lì una sola frase:

    Prendi una copia del libro di testo e vai alla pagina che mi avevi suggerito per approfondire gli appunti a lezione.

    Stava davvero giocando con la memoria del ragazzo nella notte del ballo di Natale? Sì. Lei, per tutta risposta, se ne sarebbe stata seduta su uno dei tavoli centrali -più vicini alla porta- con le gambe a penzolare nel vuoto, insieme a quel catalizzatore con cui contribuiva a rischiarare l'ambiente, gettando le loro ombre sulle vetrate e sulle mura di quella biblioteca che un po' sentiva come casa. Potrai usarmi solo una volta come aiuto da casa e dovrai anche essere piuttosto convincente, quindi giocatela bene. L'avrebbe avvisato, con un sorriso divertito a distenderle quel viso che sembrava godersi di nuovo la spensieratezza dei suoi anni.
    Se il ragazzo avesse aperto la pagina esatta di quel libro tra il secondo e il terzo rigo del secondo capoverso avrebbe trovato dei piccoli disegnini fatti a matita, in particolar modo un pentagramma con all'interno il numero nove -il suo numero personale- insieme ad un segno matematico composto da due linee parallele divise da una obliqua seguita da quella che poteva essere vista come una sfera di cristallo, se ci si impegnava con la fantasia. Una era la sua materia preferita, l'altra non la pensava neanche, ma c'era da dire anche che entrambe facessero capo alla stessa matrice: infatti erano entrambe arti divinatorie solo che qualcuna era più scientifica. Quel disegnino dove avrebbe portato Evans: al secondo piano o alla torre est del castello?

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    by Lance
     
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1 replies since 28/12/2019, 01:36   89 views
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