Alza il culo e torna a scuola!

Blake&Lucas

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    Black Opal

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    Blake
    Barnes
    Non lo aveva visto a lezione di Artimanzia, non lo aveva visto in giro per la scuola con il suo fare da povero disperato, non lo aveva visto ad altre lezioni e per questo aveva deciso, che nell'illegalità più assoluta, poteva andarlo a trovare. Non aveva un telefono, aveva cercato su tutti i social come rintracciarlo, ma niente, non aveva intenzione di chiedere niente ad Elisabeth, visto e considerato che ancora non riusciva a parlarci per bene, non sapeva se andare da un professore e chiedere informazioni, e quindi decise di andare furtivamente negli archivi, prendere l'indirizzo di Lucas e fare tutto da solo. Era legale? Beh, no certo che no. Lo aveva fatto lui? Assolutamente no, aveva trovato semplicemente un altro modo per corrompere qualche elfo magico per quel piccolo favore. Come ci era riuscito? Facendo sentire in colpa il piccoletto che aveva portato Lilith ella foresta. Insomma, Blake aveva i suoi metodi di ricatto e non aveva nessuna intenzione di rinunciarci. Quindi quel fine settimana, dopo aver spiegato abbondantemente la situazione a Lilith, prese il pomeriggio tutto per se e decise di andare a Londra, a trovarlo. Insomma che era quella storia che non tornava in accademia? E sopratutto, che gli era successo? Neanche lui amava rimanere li dopo tutto quello che era successo, ma non si scappava in quel modo e non si decideva di entrare nella vita di un Barnes con tanta audacia e coraggio e poi sparire come un fantasma. Quelle non erano le regole di Blake e Blake odiava quando le sue regole non venivano rispettate. Era così facile rispettare le regole del piccolo Barnes. Bastava semplicemente fare quello che diceva lui, e poi boom. Ecco che andava tutto bene e riuscivi ad rientrare nelle sue grazie come se niente fosse. Sicuramente con Lucas non sarebbe stato così semplice, ma come detto prima, Blake aveva i suoi metodi e sopratutto era quel genere di persona che fin quando non otteneva quello che voleva non mollava la presa a costo di essere definito petulante e pensate. Infondo di tante cose che gli avevano detto quelle erano le meno pesanti. Andò a comprare una bella bottiglia di wishy, di quelle belle costose e sopratutto molto forti e si presentò di fronte casa di Jones. Sospirò, bussò ed attese.
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    Lucas Jughed Jones
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    un ragazzo sogna sempre di essere in un gruppo, rock: tutto è più grande della realtà.
    Le serrande erano abbassate ormai da giorni, non usciva di casa per nessuna ragione al mondo e non prendeva nemmeno niente da mangiare, solo bere e quello che doveva bere era alcol. Non voleva sentire, né vedere nessuno e con i nonni era stato facile mantenere questo patto, dicendogli che aveva l'influenza e loro non avrebbero mai voluto beccarsi l'influenza con lui.
    Ormai era chiuso lì dentro dal 16 Novembre, quando l'ultima cosa che vide, furono le spalle di Liz voltarsi e andar via, lasciandolo lì, con quello che aveva chiesto di preparargli. Aveva guardato la pentola e le lacrime erano scese calde, da sole.
    Ci aveva messo ore a buttare quello che aveva preparato, cercando di riflettere su quanto potesse tenere a quella ragazza, tanto da essere pronto a sparire per sempre dalla sua vita, a mollare la presa se quello che avesse voluto fosse stato questo.
    Non c'era stato bisogno di chiedere una volta di più, non aveva avuto modo nemmeno di sapere cosa lei provasse. Quello che aveva fatto era valso più di mille parole.
    Sentiva ancora la mancanza devastante dei suoi occhi, delle sue brillanti risposte a lezione, ma non riusciva a pensare di poter tornare in quelle aule e vederla sedersi vicino a Joshua, com'era stato alla lezione di Incatesimi.
    Ogni volta che chiudeva gli occhi, vedeva lei tra le braccia di Joshua e questo aveva tolto ore ed ore di sonno.
    Non sapeva più che tempo facesse fuori, se fosse giorno o notte. Non gli interessava nemmeno lavarsi. Era sul divano ogni fottuto giorno, senza che avesse l'interesse di alzarsi, se non per andare a pisciare.
    Quando dalla porta sentì bussare, non fece altro che voltarsi dall'altro lato, dando la faccia alla spalliera del divano.
    Non voleva rispondere, tanto era la nonna che voleva chiedergli di mangiare, quidni una sua mancata risposta non faceva altro che avvalorare la sua tesi dell'influenza.
    Eppure c'era qualcuno che non smetteva di bussare.
    Sbuffò e si alzò, facendo cadere in terra qualche bottiglia di vodka.
    Barcollò verso la porta «Chi cazzo è.» la voce era roca, consumata da quell'alcol che aveva perennemente nelle vene. Aprì la porta, rimanendovi dietro e spiò appena con gli occhi di ghiaccio contornati da occhiaie viola.
    «Che cazzo fai qua, Barnes. Sono malato, scusa. Non posso ricevere visite.» e fece per chiudergli la porta in faccia.
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    Blake
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    Perchè era li? Esattamente non lo sapeva neanche lui, ma quell'atteggiamento non gli piaceva. Era sparito, così, all'improvviso, aveva deciso che doveva sparire senza lasciare traccia. Ma davvero? Cioè quel coglione pensava di poter entrare nella sua vita in quel modo così arrogante e senza che nessuno glielo avesse chiesto e poi sparire? Eh no, non nella vita di uno come Blake Barnes. Blake era uno che tendeva molto a selezionare le persone che voleva vicino e che voleva accanto, era uno di quelli che non era per tutti e che tutti non erano per lui. Il suo ego e la sua autostima gli impedivano di mettersi vicino persone che secondo lui non valessero almeno la metà di lui. Lucas aveva fatto una cosa che lo aveva sorpreso, che non si aspettava ed inoltre sapeva che andava dietro alla sua migliore amica. Ed adesso cosa diavolo era successo? Perchè l'aveva lasciata li da sola? Oh meglio, non da sola, ma Blake non parlava da tempo con la sua prefetta e non sapeva bene come stessero le cose. Sapeva solamente che ultimamente era un pò li sulle nuvole, e sopratutto che lui stesso era li che la detestava per il solo fatto che le era stata affidata la sua bacchetta e che lei non si fidassse di lui per ridargliela. Insomma non aveva mai parlato con Aaron eppure si fidava più di lui che di Blake? Era incredibile, ed inaccettabile quell'atteggiamento. Ma non era li per pensare a se stesso e specialmente dopo aver saputo di Lilith, era bene cominciare a cambiare un pò d'aria cercando di pensare ai problemi degli altri e non ai suoi. Sospirò sentendolo con quella voce che sbiascicava. Alzò un sopracciglio. Quando aprì leggermente la porta sentì una puzza di alcool che quasi gli venne da ridere. Ma quando lui gli sbattè la porta in faccia alzò un sopracciglio. Ma lo prendeva in giro. Jones, apri la porta! Mi sono appena comprato queste scarpe, non farmele graffiare! Oh, povero principino. Ma la porta non si apriva. Lo sapevache non avrebbe aperto. Sbuffò. E poi dicevano tutti quanti che lui era un teppista e sopratutto era una persona violenta incapace di trovare soluzioni alternative a tutto quello. Alzò gli occhi al cielo. Jones, APRI LA PORTA! Diede un primo calcio alla porta, non era forte, voleva solo fargli capire che ho apriva la porta lui con la maniglia, oppure Blake a suo di calci. Il che era evidente che lo avrebbe fatto senza nessuna remora. Ultimo avvertimento, apri la porta, cominciano a saltarmi i nervi! E non era un buon segno per nessuno, neanche per Blake che ci si stava seriamente impegnanto a mantenere la calma. Un pò come i drogati a non farsi, contava i giorni in cui non si era arrabbiato tanto da arrivare alle mani da qualcuno. Non voleva spezzare quel record.
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    Lucas Jughead Jones
    « IN UN MONDO QUALUNQUE »
    Era inutile, non voleva aprire quella dannata porta. Si era gettato di nuovo sul divano, facendo cadere qualche bottiglia vuota che smise di rotolare poco dopo, portandosi il cuscino sulla testa.
    Se c'era una cosa che odiava, era essere svegliato senza che aspettasse visite. E Blake era una visita inattesa.
    Perché diamine era lì? Non aveva da fare con la sua fidanzatina?
    Era meglio che tornasse a scuola.

    Tuttavia, sapeva benissimo che Barnes non si sarebbe arreso così facilmente. E a dimostrarlo furono le sue urla che continuavano a non cessare.
    Insomma, era possibile che non capisse quando qualcuno voleva rimanere in pace, per i fatti suoi?
    Se avesse continuato così avrebbe attirato l'attenzione dei nonni.
    Lucas sbuffò, piuttosto contrariato dall'idea che potesse trovare il nonno dietro la porta della sua umile dimora. Si sollevò a forza dal divano e andò di nuovo alla porta «Barnes, che cazzo vuoi?!» disse aprendola e stringendo gli occhi di reazione alla luce esterna. «Entra, avanti. Basta che a smetti di urlare, o mio nonno potrebbe spararti a distanza.» aspettò che il ragazzo entrasse, quindi, per richiudere la porta alle loro spalle.
    Non alzò alcuna serranda, non si preoccupò di essere in pessime condizioni, né di quello che c'era a terra, tra le bottiglie di vodka e quelle di qualche altra cosa.
    Tornò a gettarsi sul divano, quindi, ficcando la testa sotto il cuscino «Non sto bene, Blake. Io ti ho avvisato, se ti ammali anche tu, non voglio sentire lamentele.» cercò di mantenere la farsa dell'influenza, quindi, mentre nella sua testa continuava a domandarsi che cavolo ci facesse in casa sua.
    Sbuffò ancora e si mise a sedere «Se vuoi della birra è in frigo, prendine due.» tanto, ormai, era dentro e dormire non avrebbe aiutato a farlo andare via.

    Mentre attendeva che il ragazzo dicesse qualcosa, gli occhi caddero sulla busta bianca che era sul tavolo in cucina, dove si era avviato per precedere l'Opale nel frigo.
    «Allora, perché sei venuto qua, Barnes?»
    Cercò di ignorare la busta, quindi aprendo l'anta e tirando fuori due birre fredde in lattina, ne avrebbe lanciata una a Blake, non appena il loro sguardo si sarebbe incrociato.
    Poi ancora quella busta.
    «Senti, Barnes, posso approfittare della tua visita per chiederti un favore?» poggiò la birra sul tavolo, quindi e afferrò la busta «Io ho delle questioni da risolvere e non tornerò per adesso, in Accademia. Potresti dare questa a Elisabeth?» fece scivolare la busta verso Blake «E' il suo regalo di Natale, gradirei che le arrivasse.» quindi lasciò lì, prese la birra e andò di nuovo sul divano «Adesso, dimmi, cosa ti spinge fin qui?» domandò facendo schioccare la linguetta della lattina e prendendone una lunga sorsata.
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    Blake
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    Se c'era una cosa che Blake Barnes odiava veramente era quella di essere ignorato. Davvero pensava che la cosa lo avesse fatto calmare? Oppure che visto che lui non aprva lui se ne sarebbe andato? Si, si conoscevano veramente, ma veramente poco, ma Blake era famoso per tante cose e sicuramente non per la sua pazienza. Quando finalmente decise di aprire la porta sgranò gli occhi vedendolo in quelle condizioni. Puzzi Disse semplicemente entrando e guardndosi intorno. Ci mise qualche secondo prima di abituarsi a quel buio, ma poi decise di prendere la torcia del suo telefono e non ascoltare neanche una parola del padrone di casa. Infondo a Blake non interessavano le intenzione di Lucas, ma solamente le sue. Blake non era neanche famoso per il suo altruismo oppure per il suo dono di ascoltare le persone, era un egoista che si comportava da tale ed in quell'occasione anche qualcosa di più. Dio caro, ma che cosa diavolo è sto schifo? Sei un animale? Altra cosa che Blake era assolutamente abituato a fare, era quello di dire le cose come le pensava senza troppi complimenti
    o giri di parole, che lo riportavano al fatto che non aveva tatto per niente e la situazione con Lilith non aiutava per niente. Infondo ancora non riusciva a farla parlare e la cosa assurda era che sapeva il perchè ma non sapeva come aiutarla, oppure dove trovare quel cazzo di bastardo! oddio quante gliene avrebbe date! Nessuno poteva toccare la sua ragazza. Si tappò il naso con il braccio e poi scosse il capo. Lo so che non stai bene. Ma credimi, ci hanno provato in molti, ma la stupidità non ha cura! Solita delicatezza, solite maniere gentili, Andò verso il frigo cercando di non colpire nessuna bottiglia di birra e altro a terra. Sentiva le sue scarpe appiccicarsi sul pavimento. ma cosa diavolo gli era successo di tanto grave nella vita? Neanche lui si era mai ridotto in quel modo dopo che aveva scoperto perchè non aveva una madre ed un padre. Alzò un sopracciglio e guardò il frigorifero per minuti interminabili. Dovrei prendere una birra, o due birre aprendo questo frigorifero che sembra avere la sifilide? Per fortuna ci pensò lui, ed allora prese la birra che gli lancò al volo e cercò di non poggiarsi da nessuna parte. Aprì la birra e questa volta ascoltò le sue parole. Aveva delle questioni in sospeso e non torava? E voleva che lui desse qualcosa ad Elisabeth? Sgranò gli ochi, poi sbuffò, non aveva neanche la sua dannata bacchetta quindi non poteva fare proprio assolutamente niente per ripulire quello schifo. Quali sono le questioni in sospeso? Chiese senza rispondere alla sua domnanda. Anche perchè cosa doveva rispondergli esattamente? Lui era li... perchè... beh gli andava? Di certo non gli avrebbe mai detto che era li perchè si preoccupava per lui. Prese la busta e se la mise nella tasca dei Jeans. Sono qui per lo stesso motivo per il quale tu, quella dannata notte ti sei messo affianco a me. Detto questo, visto che a me fa schifo tutto questo, finisci quella birra, vai in bagno e fatti una doccia. Perchè sinceramente io non ci parlo con uno che puzza come una merda e non te lo sto chiedendo. Sei mal ridotto e puzzi, non riusciresti a difenderti neanche con tutte le migliori intenzioni ed io sono una persona poco calma al momento. Quindi... fatti un favore, una doccia e poi puoi tornare a parlare con il sottoscritto. Come se Lucas gli avesse detto "Fai come se fosse casa tua!" Ma veramente a Blake serviva una frase del genere per comportarsi come un principino che decide cose? Fece anche lui un sorso alla birra che posò quasi subito sul tavolo. Dio, puzzava troppo li dentro, di alcoo e fumo!Si sentiva drogato e non aveva fumato! Guardò di nuovo Lucas. Allora!? Non era uno che ammetteva repliche e contava sul fatto che stesse veramente male per non replicare.
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