Alunni ed Insegnanti

Daniele&Jessica

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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
    «Le strade della lealtà son sempre rette. »
    La verità era che forse durante quella notte era stato fin troppo severo sia con il signorino Barnes che con la signorina Withemore, ma era reso dalla preoccupazione e dal terrore di non essere all'altezza di farli tornare in quel castello sani e salvi. Avevano già fallito una volta per quattro ragazze e non voleva assolutamente che la cosa capitasse di nuovo. Senza contare che Jessica era una madre. Perchè non capiva che quella responsabilità era enorme, che non bisognava scherzare con quelle cose? Perchè non se ne era andata? Ok, si gli amici e tutto il resto, ma tutto quello era assurdo. Aveva un bambino in un castello da crescere e completamente dipendente da lei. Si, gli zii erano sempre li a proteggere il cucciolo d'uomo, ma il potere di una madre era un'altra cosa. Daniele era grande aveva visto tante cose nella sua vita... ragiovanva da uomo, Jessica, molto probabilmente, ragionava solamente da adolescente. Si, era quello che era ed era giusto così. Ma loro erano i suoi insegnanti ed oltre a fare prediche infinite, a dare compiti ed insufficienze dovevano essere una guida, una sorte di stella polare per tutti quei ragazzi, in particolar modo di quei ragazzi che avevano subito tutto quello quella notte. Ringraziava Dio tutti i giorni per il fatto che non tutti erano stati così stupidi da uscire quella notte, ringraziava il fatto che Blake non si fosse portato con se la sua schiera di ragazzine che volevano fare colpo su di lui, ringraziava Dio che Nikolai non aveva perso per niente il suo temperamento calmo vedendo sua sorella in quelle condizioni. Si era fatto un bagno rilassante quella notte che durò tutta la giornata successiva ed era convinto che anche gli altri insegnanti avevano fatto qualcosa del genenre, ma adesso, adesso bisognava capire come agire. Aveva deciso di andare prima da Jessica perchè aveva incontrato Barnes nei corridoi ed in quel momento non avrebbe capito assolutamente niente di quello che aveva intenzione di dirgli. Lui non voleva sicuramente fare una predica a nessuno ma voleva conoscere quei ragazzi e voleva anche capire come aiutarli quando ci sarebbero state delle complicazioni nella loro vita. La sua insegnante di Astronomia era stata una guida per lui, non si era mai sentito solo anche nei suoi momenti più bui, e lui aveva deciso di fare l'insegnante per donare di nuovo quella luce che a lui stesso era stata donata. Prese un piccolo orsacchiotto e dei fiori per la sua alunna ed andò in infermeria. No, non ci stava provando con lei, ma voleva che fosse chiaro che era li con tutto l'intento di starle accanto e capire un pò di cose, prima di tutto se stesse veramente bene! Era sempre stato un tipo gentile ed affabile, perchè non continuare su quella strada? Infodno era stato un adolescente anche lui e si ricordava benissimo cosa voleva dire essere un adolescente con gli ormoni a tremila e i nervi a fior di pelle. Si sincerò che in infermeria non ci fosse nessuno e poi andò verso la ragazza. Sorrise. Disturbo? Chiese poi sorridendole dolcemente.
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    Jessica Veronica Whitemore
    Black Opal | 17 anni
    Dire che Jessica si annoiava a morte, era un grande eufemismo. Perché Jess non resisteva più in quel luogo. Era sopportabile quando in giro c'era Skyler con cui parlare, ma in quel momento non c'era anima viva, l'infermiere era finito chissà dove e praticamente tutti erano stati dimessi. Lei no. Lei era stata trattenuta vista la sua quasi morte all'attacco. Era stata l'unica ad essere svenuta, per quanto ne sapesse, e se ne vergognava parecchio. Era stata inutile oltremisura e ne era ben consapevole.
    In quel momento avrebbe voluto qualcuno con cui parlare del più e del meno ma i suoi compagni non erano mai andati a trovarla per farle passare il tempo più in fretta. In quel momento era stesa sul letto a pancia in su con il simpatico accappatoio che le aveva fornito Skyler. Si era fatta da poco la doccia, unico modo per ammazzare il tempo, e si era trascinata di nuovo a letto. Ora era avvolta in quel caldo accappatoio e stava semplicemente guardando il soffitto. Ma perché era l'unica ad essere costretta in quel luogo? Non aveva più parlato con nessuno dopo la notte del trentuno ottobre, fatta eccezione per il professore di Divinazione e Skyler. Quest'ultimo era davvero una salvezza durante le lunghe ore di noia. Ma la cosa peggiore, era che tutto ciò le dava fin troppo tempo per pensare e di certo non a cose allegre. Si chiese come stessero i suoi compagni e gli insegnati coinvolti. Dei densiriani non è che le fregasse troppo, non erano mai stati eccessivamente gentili con loro. Non tutti almeno. Si chiese ancora cosa stessero facendo i suoi amici. Erano andati a lezione quei giorni? Parlavano tra loro come prima? Non ne era molto sicura, ma era più che comprensibile. Erano passati un paio di giorni dall'attacco, nessuno poteva pretendere che tutto andasse come prima. Erano solo degli adolescenti che erano stati costretti a crescere in fretta, impreparati a quello che si erano trovati davanti ma che avevano tentato di fronteggiare con tutte le loro energie. Un singolo e leggero sospiro lasciò le sue labbra mentre si alzava a sedere. Aveva la grandissima tentazione di uscire e andare in giro per la scuola, giusto per passare del tempo. Ma se l'avessero beccata, beh shock o no, la punizione non sarebbe tardata ad arrivare. Ma che cazzo doveva fare allora? Rimanere due mesi in quella cazzo di infermeria? Non sopportava più il silenzio soffocante di quel luogo, non sopportava più il bianco dei letti. L'emicrania le era parzialmente passata ed aveva voglia di tornare in dormitorio, aveva voglia di sprofondare sul materasso, di tornare a casa, di riabbracciare suo figlio, suo zio... i suoi genitori... no, loro era impossibile. Ma in quei giorni di solitudine le tornavano in mente abbastanza spesso. Avrebbe voluto che suo padre fosse lì, lui sapeva sempre cosa fare e cosa dire per farla stare meglio. Ma se n'era andato, l'aveva abbandonato come si fa con un oggetto vecchio e mal funzionante. Un moto di rabbia la assalì e tirò un pugno contro il muro alle sue spalle, ma non fu esattamente una buona idea. Insomma, non erano proprio fatti di cartongesso il muro, erano duri. Cazzo esclamò, massaggiandosi il pugno con l'altra mano. I sentimenti dentro di lei erano contrastanti. Voleva spaccare tutto, ma al contempo voleva qualcuno che le stesse vicino. Fanculo disse infine, pensando a tutte le persone che avrebbero dovuto essere al suo fianco ma non c'erano. Stava per attuare il suo piano di uscire da quel posto, quando una voce la fece voltare verso la porta. Che Skyler fosse tornato? Per un secondo le si illuminò il viso, ma poi vide una chioma nera ed un viso che non appartenevano a Mave. No, era il professor Salvatore. Colui che aveva fatto una bella predica a lei e a Blake durante l'attacco, dopo che furono liberi dai tentacoli. Sapeva, nel suo cuore, che aveva avuto perfettamente ragione, ma era troppo orgogliosa per ammettere alcunché. Si alzò a sedere e portò le gambe al petto, abbracciandosi poi le ginocchia con le braccia e sistemandosi alla meno peggio. Era pur sempre ancora in accappatoio. No, si figuri rispose, dopo qualche attimo di silenzio. Si accomodi pure concluse, facendo spazio nel letto, supponendo che si sarebbe seduto ai piedi di esso.
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
    «Le strade della lealtà son sempre rette. »
    Aveva notato il pugno della ragazza. Sospirò e scosse il capo. é così divertente rimanere in infermeria? Oppure Barnes vi sta infettando tutti? Ovviamente si riferiva al fatto che era tipico del ragazzino dare pugni a cose inanimate, si era scomodato anche nell'andare ad un povero albero, proprio quella notte, per fare una cosa tanto poco produttiva. Ma questa volta il suo tono era molto tranquillo e sopratutto leggero.Questi sono per te e questo è per il piccolo Alex! Aggiunse poi sorridendole prima di posare i fiori sul suo "comodino" e darle l'orsacchiotto tra le mani. Si mise seduto affianco a lei. Da dove doveva cominciare esattamente? Come stai? Chiese sorridendole ancora. Infondo sembrava che stesse meglio ma quello che aveva subito non era certamente una passeggita. Doveva stare a riposo e sopratutto doveva assolutamente capire cosa le passasse nella testa. Cavolo, da una parte sperava seriamente che tutta quella situazione li avesse fatti maturare ed anche parecchio. Distolse lo sguardo e poi tornò a guardare la corvina. Non attese che lei rispondesse alla sua domanda, era palese che stesse meglio ma che doveva rimanere ancora li dentro. Skyler, che sia sempre lodato e ringraziato, era un ragazzo giovanissimo ma che sapeva il fatto suo. Era competente, carino e sopratutto ci sapeva fare con quei piccoli demoni. Sono venuto qui per dirti che mi dispiace per averti detto quelle cose quella notte, e sopratutto in quel modo. Ma ero preoccupato per voi, per tutti voi, e per te in particolar modo. Ed era vero. Aveva 33 anni ed aveva imparato che la verità era sempre la cosa giusta da dire. Jessica era una ragazza che era dovuta crescere troppo infretta, doveva badare ad un'altra persona, e poi ancora il parto, magari qualche genitore in disaccordo con quella gravidanza. Non era facile stare nei suoi panni e non serviva qualcuno che glielo ricordasse costantemente. Daniele era sempre stato una di quelle persone gentili e di buon cuore, tenedeva ad aiutare gli altri con l'altruismo e non con la forza, cercava di far capire le cose alle persone con la gentilezza. Alcune volte ci riusciva ed altre falliva, ma non poteva non essere se stesso! Non poteva cambiare in peggio solo perchè il mondo non andava sempre nel verso giusto. Questa volta attese la sua reazione. Sperava davvero che lei avesse capito quello che Daniele stava facendo, aveva la maturità giusta? Il prof di astronomia lo avrebbe scoperto di li a poco, ma una cosa era certa, quella ragazza non poteva essere lasciata allo stato brado, specialmente dopo un'esperienza di quel tipo.
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    Jessica Veronica Whitemore
    Black Opal | 17 anni
    Tra tutte le persone che conosceva in quella scuola -tutti gli studenti- suoi amici, l'ultima persona che si aspettava era proprio il prof Salvatore, colui che, forse ancora più di Kenna, era stato duro con lei dopo la battaglia, poco prima che venisse quasi ammazzata dal pacchetto di sigarette senza R. Tuttavia, come detto in precedenza, non le dispiaceva ricevere visite. In quel momento avrebbe accettato, sempre come già detto, persino Ensor. Ascoltò le parole del docente massaggiandosi la mano lesa, lievemente arrossata. No, fa schifo commentò, senza mezzi termini. Cioè, Skyler è fantastico e tutto, quando c'è almeno ho qualcuno con cui parlare ma... al momento vorrei solo andarmene concluse, per poi commentare la frase su Blake. No per carità no. Blake è un coglione masochista e su questo siamo tutti d'accordo, però... beh è anche tanto altro. Potrà pur mettere in pericolo i suoi amici alle volte, potrà esprimersi in modo non troppo gentile... ma farebbe di tutto per proteggere i suoi amici. Spiegò lei, che si sentiva in dovere di difendere uno dei suoi più cari amici, anche se era da parecchio che non parlavano, dopo il rapimento di Lilith, era un po' intrattabile. E lo capiva, avrebbe reagito allo stesso modo se fosse successo con qualcuno che lei amava. Sì, perché Blake poteva dire ciò che voleva ma di sicuro ne era innamorato. Chissà cosa stava facendo il suo amico in quel momento, così come se lo chiedeva di tutte le persone a cui teneva, e sperava che presto o tardi (si augurava presto) le cose sarebbero tornate come prima, non che avesse fatto qualcosa ma quell'avvenimento aveva scosso un po' tutti, e che potessero tornare a parlarsi come sempre. Stava per aggiungere altro, perché aveva capito che il tono dell'uomo era bonario -o almeno sperava-, quando la sorprese mostrandole i fiori, che poi posò nel comodino, e dandole tra le braccia un bellissimo orsacchiotto che sicuramente avrebbe fatto felice suo figlio. Ormai aveva cinque mesi e stava crescendo velocemente... le sembravano passati solo pochi giorni da quando si trovava in quella tenda con il coniglio Alfredo che girava tra i piedi di Olwen e di Anne. Ricordava anche, come fosse stato pochi giorni prima, quando lui le si era presentato a casa con dei regali costosissimi. Non vedeva l'ora arrivasse più freddo solo per mettergli quella tutina... lo avrebbe fatto, una volta uscita di lì. Ma torniamo a noi.
    Wow, prof ma sono... stupendi! Non doveva ringraziò l'uomo perché non si aspettava di ricevere quei regali che, per quanto fossero solo dei pensierini, la resero egualmente felice. Grazie mille! Concluse, con un sorriso giocherellando con l'orso. Ad Alex piacerà da matti.
    Daniele poi si sedette sul letto e le chiese come stesse. Ma, prima che lei potesse rispondere, lui iniziò a scusarsi per quello che le aveva detto. Jessica scosse debolmente il capo. No, non si preoccupi. Capisco benissimo perché lo ha fatto, che ha detto quelle cose solo per il mio, per il nostro, bene. Rispose, concedendogli un sorriso, seppur non troppo espansivo. Ma poi si concentrò sulla domanda che il docente le aveva fatto in precedenza. Come sto? ripeté lei con un sorriso triste Beh... meglio di quando sono arrivata qui. Skyler è stato bravissimo, mi ha bendata dove avevo le ferite e l'ustione. Gli avrebbe anche fatto vedere il punto se... beh se non fosse stata in accappatoio. E fargli vedere un punto della schiena sarebbe stato abbastanza imbarazzante, visto che avrebbe dovuto togliersi parzialmente l'accappatoio, quindi si limitò ad indicare il punto con la mano. Mi mancano i miei amici però... sospirò rassegnata. Lei come sta? Pose la stessa domanda che aveva posto sia ad André che all'infermiere. Come detto, si preoccupava per chiunque fosse stato coinvolto nella battaglia.
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    Edited by Giadì - 2/12/2019, 18:22
     
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
    «Le strade della lealtà son sempre rette. »
    Quei ragazzi eano solamente dei ragazzini che erano stati coinvolti in qualcosa molto più grande di loro. Anche lui non si era sentito all'altezza di tutta quella battaglia, non aveva neanche capito cosa fosse successo in realtà, ma alla fine ne erano usciti vivi. Un pò ammaccati certo, ma comunque vivi. Il fatto era che non voleva che la cosa si ripetesse e la cosa più brutta era che non era un evento che lui poteva certamente controllare. Non era una cosa che aveva deciso lui e la cosa lo preoccupava. Non era mai stato un maniaco del controllo, assolutamentema era anche vero che non si era mai trovato in una situazione di quel genere! Era diventato un professore per rimanere sempre un pò giovane grazie ai suoi alunni scapestrati, non per combattere battaglie al limite della mortalità! Daniele era un tipo coraggioso ed impavido, ma comunque sapeva che il coraggio era sempre la trasformazione della paura e lui quella sera ne aveva avuta tantissima. Non solo per i suoi alunni ma anche per se stesso. Sorrise a Jessica quando la ragazza mostrò il suo apprezzamento per i fiori. Sono rimasto un pò sul classico non sapendo quali siano i tuoi preferiti, ma sono contento che ti siano piaciuti! Aggiunse sistemandosi ancora un pò sul lettino prima di sorriderle ancora. Alex. Era così che si chiamava suo figlio quindi. Non doveva essere stata una bella situazione quella da vivere, sapendo che sicuramente c'erano state delle conseguenze. Era una ragazza sveglia, lo si vedeva dall'espressione e dal mondo in cui gli disse che si rendeva conto del perchè lui, proprio lui, avesse utilizzato quelle parole così dure e dirette. Ridacchiò per il fatto di Blake. Dovete essere molto amici per pensarla in questo modo! So che voi Blake Opal siete la casata più distruttiva della scuola e capisco anche il perchè! E non si riferiva solamente a Blake, ma anche lei, Jesse ed Elisabeth, non erano stati da meno. Una era stata rapita, Jesse era Jesse e Jessica aveva deciso di tentare il suicidio per vedere cosa si provasse. Diciamo che Barnes era solo la ciliegina sulla torta. Ma infondo era proprio la loro caratteristica no? Sorrise ancora prima di scuotere ila testa. Immagino che sia un pò noioso, ma pensa che quando uscirai di qui dovrai fare un sacco di cose, quindi alla fine goditi questo riposo che seppur forzato è comunque una piccola gioia! Aggiunse poi sospirando. Si sentiva in colpa anche per quella minima ustione visto che era stato proprio lui a fargliela. Avrebbe voltuo vedere la sua condizione ma si era accorto dell'abigliamento della ragazza e quindi decise di non dire nulla. E vorrei che sia chiaro il concetto che capisco che hai deciso di aiutare i tuoi amici... ma... si fermò, abbassò il capo e sorrise. Ok, aveva deciso niente prediche ed invece quella sembrava proprio una bella predica. Sospirò e tornò a guardare l'opalina. Sono contento che tu stia meglio e non vedo l'ora di rivederti a lezione, infondo ai tuoi compagni manchi anche se pare che stiano tutti troppo nervosi!Aggiunse ancora in maniera amichevole. Lui pensava che la distanza tra alunno e professore dovesse essere ridotta al minimo indispensabile perchè solo così gli alunni potevano davvero fidarsi di un adulto. E lui infondo non si sentiva poi troppo adulto! Si tirò i ricci indietro per quella domanda. Ho passato momenti migliori nella mia vita! Ma non mi lamento! Infondo siamo tutti vivi anche se con qualche ammaccatura di qua e di la!Rispose poi nella maniera più sincera possibile. Alex è ancora dai tuoi zii? Chiese infine. Non solo era una persona curiosa, ma non sapeva perchè ma era anche interessato a quella ragazza e alle sue condizioni. Che forse si sentiva fin troppo responsabile per lei rispetto agli altri? Magari era così!
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    Jessica Veronica Whitemore
    Black Opal | 17 anni
    Jessica doveva ammettere che, comunque, non era malaccio stare là, seppur non fosse il posto più bello e divertente del mondo e seppur lei continuasse a lamentarsi. Anche quello era un modo per passare il tempo, no? Certo, stare con i suoi compagni sarebbe stato più piacevole, ma anche avere un periodo per stare da sola con se stessa e pensare non era da buttare via. Aveva avuto modo di riflettere largamente su tutto ciò che era successo e su tutto ciò che sarebbe successo di lì in avanti. Non era ancora pronta, tuttavia, ad affrontare alcuni suoi compagni. Come Jesse, per esempio, che a quanto le pareva, ce l'aveva con lei. O anche Blake che, probabilmente, non appena si fossero visti le avrebbe fatto una cazziata o qualcosa del genere. Comunque le piaceva ricevere delle visite anche se quella era stata inaspettata. Ma la accolse di buon grado, almeno avrebbe potuto parlare con qualcuno che, sebbene con tutta probabilità la considerava un'incosciente, non la giudicava come tante altre persone. Sì perché a distanza di mesi e mesi dalla notizia che lei era incinta, c'erano ancora molte persone -studenti- che la usavano come bersaglio dei loro scherni. Fortunatamente aveva trovato degli amici che, nonostante le difficoltà, la accettavano così com'era, una madre giovanissima e single, con i suoi pregi e difetti... e anche alcuni professori, anche se lei -come gli altri- si divertiva (per modo di dire) a considerarli pazzi psicopatici, che erano e sono per lei una figura di riferimento, un punto saldo della sua permanenza a scuola, primo fra tutti Olwen.
    Non si preoccupi, ha fatto bene commentò Jessica con il sorriso, sfiorando distrattamente con i polpastrelli quei petali colorati. Ho gradito molto il pensiero. Sia i fiori, sia l'orsacchiotto. Ed era sincera, era da tempo che nessuno era così premuroso con lei. Come veramente poche persone sapevano -tra le quali Erik, Olwen e... nessun'altro, che lei ricordasse- i suoi genitori l'avevano abbandonata ed essere abbandonata all'età di quindici anni quando ormai con loro c'è un rapporto consolidato, è peggio che esserlo da piccolini, almeno secondo lei. Avrebbe preferito, persino, che i suoi genitori l'avessero odiata fin dalla nascita, almeno sarebbe stato diverso l'"addio". Ma stava divagando con la mente e quasi si perse le parole del professore, infatti stesse in silenzio qualche attimo prima di annuire. Oh sì, ma non è stato sempre così. La prima volta che ci siamo incontrati abbiamo quasi litigato ridacchiò per via del mio comportamento non molto simpatico. Ma è stato il mio primo vero amico e il primo a cui ho detto di essere incinta. Lo disse così, con leggerezza, perché ormai era passata. E ha ragione, a quanto pare non perdiamo occasione per metterci nei guai. Non lo disse senza una punta d'orgoglio perché, secondo lei, non era poi questo gran difetto.
    L'ho pensato anch'io... sbuffò Riprenderanno le lezioni, i compiti in classe e "per casa", non ce la faccio già più. Fortuna che manca un mese circa alla fine del trimestre!
    Osservò attentamente lo sguardo del professore mentre parlava della sua ustione. Non lo poteva sapere di certo, ma probabilmente si colpevolizzava per ciò che era successo, perché era stato lui a causarla, seppur senza volerlo. Voleva però dirgli che non era colpa sua, che non ce l'aveva con lui. Ma non sapeva proprio cosa dire, quindi optò per essere diretta come sempre. Non si preoccupi, non rimarrà nemmeno il segno. Non è colpa sua. Un ennesimo sorriso, seppur tirato dalla stanchezza, comparve sul suo volto, diretto a rassicurare Daniele.
    L'uomo iniziò con un discorso a cui Jessica era pronta a sottostare senza repliche ed abbassando la testa, ma poi sembrò cambiare idea e cambiò completamente frase. Oh, anche io non vedo l'ora di partecipare alla sua lezione! Astronomia è una materia che mi affascina concluse, sorvolando sulla parte dei compagni. Non per altro, ma non era troppo sicura di mancargli.
    Sono felice che lei stia bene. Ed era vero. Sì... Alex... sì... credo sia in viaggio in questo momento. No, forse è già arrivato... Jessica si massaggiò le tempie e lo guardò senza più il sorriso. Mi scusi, sono davvero molto stanca... concluse, trattenendo uno sbadiglio. Sì, i letti erano comodi ma in quei giorni il minimo sforzo la provava.
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    A volte si chiedeva coma mai i ragazzi prendessero sempre la strada più facile per mettersi nei guai e non quella più facile per la loro vita. Insomma non che le cose fossero davvero sempre facili, ma a volte sembrava quasi che si ipegnassero per farle diventare estremamente difficili. Non sapeva esattamente cosa fosse successo nella vita della ragazzina, ma era convinto che prima o poi si sarebbe aperta, doveva semplicemente trovare la strada giusta per farla fidare di lui e poi finalmente, avrebbero potuto essere quasi del tutto amici. Il fatto era che Daniele era una persona estremamente premurosa nella vita e con tutte le persone che temeva fossero molto iù fragili di lui, ed era chiarissimo come il sole che i suoi ragazzi erano esattamente così. Specialmente dopo tutto quello che avevano subito quella sera. Lui sarebbe stato in grado di affrontare tutto quello alla loro età? Non sapeva darsi una risposta ma ci aveva pensato veramente molto. Aveva pensato a lungo a quella domanda che si era posto da solo ed ancora, purtoppo, non riusciva a trovare una vera e propria risposta. Forse no, non ci sarebbe riuscito ma adesso sapeva che in realtà era molto più forte di quanto pensasse e che allora poteva davvero cominciare ad utilizzare quel potenziale in maniera concreta. Era magico, doveva accettare quella cosa e doveva smetterla di trovare sempre la soluzione più babbana che esistesse. Era un mago ed in quanto tale doveva riuscire ad utilizzare la sua magia. Era un astronomo poteva utilizzare la magia delle stelle e quel potenziale devastante che poteva veramente ribaltare le sorti di un'intera battaglia, specialmente se combattuta di notte. Avrebbe fatto una lezione molto particolare ed adesso era convinto e aveva intenzione di andare avanti in quel suo percorso nel migliore dei modi. Sorrise alla ragazza più volte, contento che le fossero piaciuti sia i fiori che l'orsacchiotto, contento che aveva trovato comunque degli amici. Blake Barnes era stato davvero il primo? Non lo avrebbe mai detto dal temperamento non troppo calmo del ragazzo, ma infondo ognuno aveva le proprie caratteristiche. Sorrise poi ancora intenressato alla sua storia, Quindi conviene che tu ti goda ogni singolo momento di noia in questa infermeria! aggiunse poi ridacchiando prima di alzarsi dal letto della ragazza. Si vedeva che era stanca ed in effetti anche lui doveva andare. Aveva un milione di cose da fare e su cui riflettere, oltre che cominciare seriamente a ripassare qualcosa per le lezioni successive. Ancora non riusciva a concentrarsi come si doveva, ancora non riusciva a smettere di pensare a Naga e sopratutto a come era stata risucchiata dalla terra, come aveva utilizzato quella bestia infernale contro dei ragazzi, come aveva ridotto quattro ragazze... insomma doveva riprendersi prima o poi, ed essere andato a trovare Jessica lo fece sorridere molto e sopratutto riflettere. Era così serafica e tranquilla nonostante la sua situazione, nonostante quello che avesse subito. E ne era estremamente contento. Andrà tutto per il meglio, ne sono sicuro, adesso però io vado e ti raccomando, riguardati senza sforzarti troppo, e la parte "a quanto pare non perdiamo occasione per metterci nei guai," cerchiamo di evitarla almeno a fino dopo Natale! Lo disse con il sorriso sulle labbra, lo disse in modo scherzoso ed amichevole, ma questo non voleva dire che stava scherzando. Per qualsiasi cosa, il mio ufficio è sempre aperto! Aggiunse prima di sorriderle ancora e lasciarle un altro dolce sorriso. In fine si voltò ed uscì dall'infermeria. Si sentiva quasi meglio dopo quella visita, un sospiro di sollievo silente.
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