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.Jason Byrneogni fiore, un significatoTutto era finito, o quasi.
Una delle minacce che infastidiva la serenità del suo villaggio, sembrava finalmente essere stata debellata, seppur lasciando ancora dubbi nella mente di Jason: chi aveva aiutato Naga? Era impossibile che una vecchiarda come lei, avesse potuto combinare tutto quello da sola. Non se lo riusciva a spiegare, né a togliere dalla testa.
Inoltre, il capo-villaggio lo aveva convocato da lì a pochi giorni, per parlare con lui, quindi le sue preoccupazioni erano aumentate di gran numero, visto che si sarebbe dovuto giustificare sull'utilizzo che aveva fatto riguardante la magia nera.
Tuttavia, non era fatta solo di cose negative, la vita. E dopo Naga, si era ripromesso che avrebbe cercato di dedicarsi anche un po' a se stesso, soprattutto dopo aver incrociato quella docente un po' particolare, che aveva attirato a sua attenzione, dall'altro lato della barriera.
Per tale motivo, aveva deciso di uscire più volte per la foresta a raccogliere qualche pianta particolare, legandola al significato di quello che le avrebbe voluto comunicare.
Aveva fatto un mazzo misto di amarillis, con qualche aghifoglio sparso nel mezzo, con quelle foglie verdi che rompevano il rosso venato di bianco del grande protagonista del mazzo, con alle spalle di questo un ramoscello di eliconia.
Quel mazzo di fiori, sarebbe stato complicato da portare, se non da uno come lui, peccato che aveva dovuto chiedere ad un elfo di consegnarlo in camera della docente «Mi raccomando, non farlo cadere e dallo solo nelle sue mani!» si era raccomandato più volte il druido, ridendo tra la sua barba e quei capelli lunghi che cadevano sulle spalle.
In allegato con il mazzo, vi era un biglietto che recitava tali parole:CITAZIONEA CLAIRE MURRAY
Ogni fiore ha un significato ben preciso, se indovini quello di questo mazzo, ti offro da bere.
Stasera, al Canto della Sirena.
Ti aspetto per le 21.00
Jason
Jason aveva un modo di rapportarsi alle donne, decisamente particolare. Mischiava il suo essere cavaliere ed elegante al suo essere un rozzo denrisiano.
Claire aveva stimolato la sua attenzione, e per quel poco che si erano parlati, tra uno schiantesimo e un bombarda, sembrava avere un bel caratterino.
Probabilmente era una delle ragazze tutto fumo e niente arrosto che spesso vestivano i panni delle docenti di quell'Accademia, ma Jason aveva deciso di dare una possibilità alle sue basse aspettative, così, invitandola a bere qualcosa, avrebbe potuto anche capire se tutti quelli che venivano da quella Scuola, avessero la puzza sotto il naso e fossero dei perfettini figli di papà.
Era chiaro che il druido non aveva una grande stima per quel posto, soprattutto dopo che avevano buttato in mezzo ad un pericolo tutti quei ragazzini, rischiando di peggiorare la situazione e quindi facendo anche far da baby sitter agli adulti che erano presenti.
Per l'occasione, il ragazzone, aveva deciso di sistemarsi un po'. Era un che ci teneva all'aspetto, quasi quanto alla conoscenza «Seth, mi pare chiaro che tu verrai con me. Questo sarà il primo passo per vedere se vale la pena: se accetta te, può passare allo step successivo.» scoppiò in una cavernosa risata, mentre strapazzava le guance dell'Husky, che scondinzolava inerme.
Indosso aveva dei jeans neri, con una catena che scendeva sul fianco destro, abbastanza comodi, che finivano in un paio di anfibi neri. Sopra era rimasto semplice, con una T-shirt nera a maniche corte, che chiedeva aiuto, per quanto fosse piena di quei pettorali che erano frutto di uno scultore.
Aveva curato la barba e lasciato i capelli sciolti, con il vizio di portarli indietro più volte nel corso della serata «Beh, io sono pronto, andiamo!» quindi si sarebbe avviato, in anticipo, alla locanda di Jonathan che sembrava l'unico ad aver compreso che quel suo gesto in foresta era stato quasi necessario.
Non sarebbe entrato, avrebbe aspettato fuori la donna, anche se mancava un'ora all'incontro, con il suo fedele amico, seduto accanto a lui, in guardia anch'esso.. -
Claire J. Murray.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Per chiarezza: il mio pg si chiama Brianna Scott ed è creduta morta durante una missione. Il suo corpo non è mai stato ritrovato perché in verità fa parte di una sorta di "programma protezione testimoni" e, tramite la Polisucco, ha assunto le sembianze di Claire (secondo nome e cognome inventati da Brianna).
Generalità di Claire:
-Erbologa
-32 anni
-Ex Serpeverde
-Capelli castani
-Occhi nocciola
-Pelle chiara
-Insolente, severa, razionale
Generalità di Brianna:
-Auror
-26 anni
-Ex Grifondoro
-Capelli rossi
-Occhi grigi
-Lentiggini
-Pelle ambrata
-Cicatrice sul ginocchio e sul lato destro alla base del collo
-Istintiva, dolce, coraggiosa. -
.Jason Byrnequote quote quote quoteL'attesa non era una delle cose che infastidica Jason. Alla fin dei conti era normale attendere per un qualcosa che sicuramente sarebbe valso la pena aspettare. E nella sua aspettativa, attendere la docente di Erbologia era proprio una di quelle situazioni in cui l'attesa non pesava.
«Seth, sono certo che ti piacerà. E' intelligente, bella e ... con un gran carattere.» rise sommessamente, accarezzando il capo dell'husky, che lo guardò, muovendo leggermente la coda.
Molti dei suoi compaesani arrivarono davanti alla locanda, salutandolo e chiedendogli se aspettasse qualcuno.
Jason, con tutta calma rispose di sì, senza ben specificare chi o cosa stesse aspettando. Non era strano, per loro, vederlo accompagnato dal suo fedele amico a quattro zampe.
Jason era tranquillo, non si lasciava mettere in ansia da un appuntamento, quasi come se fosse totalmente sicuro di sé, fino al credere che non c'era motivo per rifiutare un invito come quello che le aveva fatto.
Passarono un paio di decine di minuti, prima che in lontananza, la figura della donna, si facesse strada verso di lui. Un sorriso si allargò sul volto del druido, quasi con la consapevolezza che nemmeno questa volta si fosse sbagliato «Sii educato, Seth. Cerca di non farla scappare o spaventare. So che puoi farcela.» disse in un sussurro all'animale, che sembrò capirlo, mettendosi sdraiato a terra, mentre il muso puntava la ragazza.
Quando lei fu abbastanza vicina, Jason la osservò da capo a piedi. Sì, ne era valsa proprio la pena, non c'era che dire.
Le sue parole lo fecero ridere, piano, roco, come una eco in una caverna «Era curioso anche lui, di conoscerti.» disse spostando il peso del corpo sulla gamba destra. Quando i loro occhi si incrociarono, lo sguardo ostentò a cercare in lei quel qualcosa per renderla meno perfetta di come l'avesse immaginata, ma senza alcun risultato «Lui è Seth. Presentati, Seth.» A quel comando, il cane si mise seduto e provò a dare la zampa alla donna, in un elegante movimento della destra anteriore.
Se questo fosse successo o meno, Jason gli avrebbe dato un buffetto tra le orecchie «Beh, sai che non puoi entrare. Torna a casa e aspettami lì, cerca di non fare troppi danni.» il cane sbuffò dell'aria, prima di avviarsi verso il tragitto di casa.
«Ora veniamo a noi... sei riuscita ad interpretare i fiori?» domandò quasi con aria di sfida.
Quando la donna tirò fuori il primo, il druido annuì alle sue parole, aspettandosi di quanto fosse stato semplice inquella scelta. Tuttavia, il sorriso soddisfatto venne subito dopo, venendo a conoscenza di quanto fosse stato un passo avanti a lei, a non essere scontato e prevedibile.
Afferrò l'Heliconia tra le dita, quindi e la fece girare leggermente tra i polpastrelli «Bellezza.» disse semplicemente, spostando lo sguardo dal fiore a lei, con quel sorriso dolce che incurvava le sue labbra. Era un modo per farle un complimento, un modo un po' fuori dai normali schemi, che era firma di Jason e di quanto ci tenesse ai particolari.
«L'invito è ancora valido, Claire.» quindi allungò una mano verso di lei, palmo aperto verso l'alto. E se lei gli avesse concesso la sua, avrebbe girato il dorso e avrebbe avvicinato le labbra, in un baciamano che nemmeno sfiorava la sua pelle, se non con il filo di fiato che usciva dalle sue narici «Sono contento che ti siano piaciuti. Ti va di entrare?» e se lei avesse acconsentito, avrebbe aperto lui stesso la porta, facendo spazio prima all'ingresso della donna, poi al suo.
La cavalleria era una cosa a cui Jason teneva particolarmente, per questo tentava di farne buon uso. Le fece strada, successivamente, tra i tavoli, portando il braccio dietro la sua schiena, ma senza sfiorarla, quasi a mostrare agli altri che non era il caso di avvicinarsi a quella donna ch'era appena entrata, perché era accompagnata da lui.
«Puoi scegliere tu, dove sederci»
Una volta fatta la scelta, le avrebbe scostato la seggiola e l'avrebbe fatta accomodare, prima di prendere posto di fronte a lei «Allora, come sono stati questi giorni successivi alla foresta?» il suo sorriso non si spense, la sua voce era bassa e calda, un po' graffiata, mentre gli occhi continuavano a rapire ogni centimetro della sua pelle.. -
Claire J. Murray.
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.Jason Byrnequote quote quote quoteL'attesa non era ciò che spaventava Jason, era una persona abbastanza paziente, nonostante spesso si fosse ritrovato ad aspettare ore. Per fortuna quella non fu una di quelle volte: Claire arrivò abbastanza puntuale e la conoscenza con Seth non andò poi così male. Lui la osservava dall'alto, tenendo sempre un mezz'occhio anche all'Husky per controllare ogni sua reazione. Mai avrebbe voluto che questo si rivoltasse e la mordesse. Tuttavia, a stupirlo fu soprattutto il quadripede, che parve docile e quasi socievole. Aveva fatto proprio un buon lavoro con quel cucciolone, Jason ne era contento.
Quando Claire si rivolse a Seth, questo inclinò il capo a destra, osservandola calando le orecchie in maniera pacata e muovendo appena la coda in un accenno di scondinzolo che non era da lui, verso sconosciuti. La cavernosa risata di Jason si sentì appena «Io ci proverò, a fare il bravo...» alzò un sopracciglio, guardando Claire, come se fosse più rivolta a lei quella frase, che al suo amico a quattro zampe, ma non diede alcun accenno di altro, lasciando che quel suo parlare terminasse quasi immediatamente, come se fosse stata solo un'illusione quello che aveva detto.
La reazione al suo complimento, non fece altro che far sollevare un angolo della bocca del druido, quasi soddisfatto «Non ti avrò mica lasciato senza parole, Claire?» disse con una punta di ironia, quasi a voler sottolineare che fosse strano che una donna come lei, che si era mostrata forte e determinata, rimanesse stupita da quel complimento «Devi sapere che sono uno molto sincero e... se devo ammettere la bellezza di ciò che osservo, lo faccio senza mezzi termini.» rincarò la dose, con quel baciamano fuori ogni tempo, nascose un sorriso, addocchiandola mentre il volto si avvicinava al dorso della sua mano, per poi risollevarsi voltandosi poi ad aprire la porta.
La seguì senza alcun commento nel tavolo più vicino alla fiamma del camino, quindi le scostò la sedia e si accomodò di fronte a lei subito dopo.
Rise, cavernoso e roco a quella osservazione «Non saprei, solitamente scappano tutte dopo il primo appuntamento.» ci scherzò su, appoggiando comodamente la schiena al legno dietro di sé, mettendosi comodo, poggiando la caviglia destra sul ginocchio sinistro.
La osservò attentamente mentre parlava, annuendo di tanto in tanto «Devo essere sincero, vi stimo molto per l'attenzione che avete per quegli studenti. Diciamo che io non ... sono portato verso i ragazzini.» sbuffò un riso «Ancora mi chiedo come abbiano fatto a cacciarsi nei guai, finendo tra le mani di quella megera...» la fronte si corrucciò appena, pensierosa, per poi rilassarsi un attimo, in un respiro caldo e profondo. Non era proprio un granché empatico verso quegli studenti che aveva visto rischiare la vita, per quanto si fosse preoccupato lui stesso di non avere le loro morti sulla coscienza.
Strinse gli occhi, ascoltando le sue scuse, quindi scosse la testa gentilmente «Non preoccuparti, ritengo che le parole non servano a molto. Hai dimostrato quanto tu tenessi ai tuoi studenti, scendendo sul campo di battaglia. Agli occhi di un qualsiasi uomo, questo è degno di attenzione, sai?» la stuzzicò un attimo, facendosi avanti con il busto ed incrociando le braccia sul tavolo di legno.
«Credo che quei ragazzi abbiano bisogno di allentare la presa, di sentirsi meno pressati e di respirare un po'. Hai pensato ad un'uscita rilassante per loro? Magari non nella Foresta, ecco...» non voleva ironizzare, e non era bravo a dare consigli sui ragazzini. Non sapeva bene cosa significasse averne uno da crescere in quell'età così difficile, quindi cercò di pensare a cosa avrebbe fatto lui se avesse avuto un'esperienza del genere, avrebbe preso Seth per un paio di giorni e sarebbero andati ad esplorare il mondo.
Ah, che bella la libertà dei Denrisiani, eh?
Alla sua domanda, si irriggidì appena, per poi rilassarsi con un enorme respiro «Noi Denrisiani abbiamo la pelle dura, ci riprendiamo molto rapidamente. Io... beh, dovrò incontrare il Capo per la mia "condotta", ma me la saprò cavare.» chissà se aveva inteso cosa volesse dire. Alla fine dei conti, in quella notte erano successe tante cose, magari l'era sfuggito l'utilizzo della magia nera che aveva fatto.
Poco dopo che lui terminò quella frase, eccolo avvicinarsi uno degli oste per chiedere la loro consumazione.
Jason voltò la mano con il palmo aperto verso Claire «Prima tu.» quindi avrebbe atteso la sua ordinazione prima di richiedere una birra.
Aspettò che il ragazzo si allontanasse, per poi dedicarsi nuovamente a lei «Ma... non siamo qui per parlare di quella sera, Claire...» cominciò con un tono basso e caldo «... voglio sapere un po' di te. Raccontami, chi è Claire Murray?» quindi gli occhi marroni si calarono sul suo volto.. -
Claire J. Murray.
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.Jason Byrnequote quote quote quoteLe sue parole gli fecero alzare un sopracciglio, con fare divertito. Era chiaro come lei volesse avere l'ultima parola e Jason gliela concesse, da bravo gentiluomo. Probabilmente ci sarebbe tornato più avanti, probabilmente le avrebbe fatto notare come quel lato pronto a rispondere per avere l'ultima parola fosse così divertente che lui avesse ceduto. Ma al momento non fece altro che puntare il suo sguardo castagna su di lei, osservando i lineamenti di quel viso.
Seduti a quel tavolino, ci tenne a non sedersi vicino a lei, per non rendere imbarazzante quella situazione che sembrava già molto particolarmente sul filo del rasoio. Eppure, per Jason, quella era una sfida che era motivato a vincere.
La sua frase sembrava tendenziosamente posta lì, per tentare di lasciare anche ui senza parole. Lasciò un attimo di silenzio prima di rispondere con estrema tranquillità «Assolutamente vero. E spero che abbia destato solo la mia, o potrei iniziare a credere di avere dei rivali sul campo.» distolse lo sguardo, giusto un attimo, per lasciare che quella frase venisse assorbita da lei, prima di vedere come la docente reagisse a quella sua dichiarazione celata.
«Dev'esser stata la tua preparazione sulle piante, o quello sguardo così serio e determinato. Non saprei, ancora.» rincarava la dose, con una dolcezza e una semplicità che lo caratterizzavano, in quel modo diretto di non nascondere il suo interesse per la donna.
L'ordinazione della donna, confermò le sue parole, sulla scelta della bevanda con cui accompagnare quella serata, ma non fece notare ancora nulla, rimanendo attento alla descrizione che faceva di quella persona che sembrava non appartenesse alla docente che aveva davanti. Non interruppe quel suo flusso di parole, per non distogliere la donna dalla sua perfetta descrizione, dando un quadro preciso di come apparisse e di come, invece, si sentiva dentro.
Questo non fece che aumentare l'interesse del Druido, che si ritrovò a sporgersi in avanti, ancora più preso dal disegno che gli stava dipingendo davanti agli occhi.
«Interessante.» quel tono cavernoso risuono in rimando al suo terminare il discorso. Afferrò il bicchiere e diede un sorso a quella birra che aveva ordinato, doppio malto. «Adesso vorrei farti una richiesta, Claire.» poggiò il bicchiere di nuovo sul legno prima di proseguire in quella richiesta che lei gli porse su un piatto d'argento «Anche solo per questa sera, vorrei che tu ti liberassi di questa trappola.» parlò lentamente, lasciando che lei attutisse tutte le parole che gli stava proferendo, con pacatezza «Io non voglio conoscere la facciata a cui sei costretta dentro quelle mura.» con la testa indicò l'esterno, chiaro riferimento all'Accademia nella quale la ragazza lavorava «Voglio conoscere la vera Claire. Il puro e indomito istinto. Per questa sera, vorrei che tu respirasse quell'aria che la gabbia in cui ti senti chiusa, ti toglie.» gli occhi di lui, cercarono intensamente quelli di lei, senza perderli un attimo soltando «Se anche solo per queste ore che passeremo insieme, getta via la ... Claire che ti opprime e mostrami quella che vorresti far vivere.»
Terminò di nuovo il suo parlare, quindi, per lasciare ancora spazio al suo disegno. Rise a quelle parole, portando indietro la schiena e mantenendo il braccio allungato sul tavolo a giocare con il bicchiere freddo «Non ti vedo così inadatta ad uscire con un uomo. Siamo ad un appuntamento e stai andando molto bene.» ironizzò leggermente, bagnandosi le labbra con la birra «Ma... faremo così: ti guiderò io in questo... primo appuntamento. Un po' come in un ballo, che ne dici?»
Corrugò la fronte a quelle rivelazioni amorose, quindi, calando lo sguardo sulla birra, senza perdere l'ascolto «Allora devo quasi ritenermi fortunato. Se fosse stato il contrario, probabilmente a quest'ora sarei stato qui a bere questa birra da solo.»
Alzò un sopracciglio, guardandola di nuovo.
Come poteva aspettarsi, la domanda venne rigirata, in quella partita a scacchi dove ancora non vi erano previsioni di chi avrebbe fatto scacco al Re.
«Oh, che dire... io sono come mi vedi. Primogenito, nato e cresciuto a Denrise, con la passione per le piante e gli animali. Ho scelto la strada druidica per essere d'aiuto al villaggio. Le mie storie? Quelle più importanti si possono contare su una mano, le altre sono tutte scappate.» sollevò le spalle, per poi lasciarle ricadere subito «Cosa ti piace, Claire?» il tono di quella domanda risultò più roco e basso, quasi un ringhio dolciastro che cercava di farsi strada oltre quella barriera che la donna pareva avere attorno a sé.. -
Claire J. Murray.
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