Where there is a fire, there's gonna be a flame

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    Erik Foster | Ametrin | II anno

    Martedì 29 Ottobre - 17:00


    Era trascorso quasi un mese dalla scomparsa di Lilith, Elisabeth, Theresa e Ayla. L'aria che si respirava all'interno delle fredde mura del castello era pesanti, le parole delle persone intorno a lui vuote e persino il cibo che adorava tanto era divenuto insapore. Il motivo? semplice, si sentiva in pericolo e non riusciva a stare calmo. Erik era stato nominato prefetto quell'anno e sulla sua coscienza aveva la scomparsa di una ragazza appartenente alla propria casata, come poteva non sentirsi responsabile al riguardo? Avrei dovuto esserci. Ecco le premurose parole di un ragazzo che di certo non avrebbe fatto la differenza con la sua presenza. E invece cosa stavo facendo? Stavo Giocando a Quidditch? Studiando? Non so neanche quando di preciso è scomparsa. Evidentemente, nonostante tutto, non riusciva ad accettare che fosse una persona sole e per quanto poteva essere lodevole il proprio impegno, non sarebbe mai riuscito a controllare tutti i ragazzi della sua casata contemporaneamente, specialmente perché nessuno si sarebbe mai aspettato una disgrazia simile.
    Solitamente la Sala Grande non era un luogo molto frequentato in quella fascia oraria, tuttavia bastava spostare lo sguardo verso una delle grandi vetrate poste ai lati della sala per capirne il motivo: cubi nubi coprivano interamente il cielo e tra pioggia, vento e lampi solo un pazzo sarebbe uscito dal castello. Poi da quando è successo ciò che è successo nessuno si allontana più da solo. Purtroppo Hidenstone non è un luogo sicuro. Hidenstone non è Hogwarts. Lì era tra le file dei tassorosso e nessuno osava mettere in discussione l'autorità del preside, tuttavia l'Accademia dove si trovavano attualmente era stata costruita su un'isola dove viveva un popolo estremamente bellico e poco incline a valori come la pazienza e l'educazione. Però è importante cogliere ciò che c'è di buono in entrambe le culture per potersi continuamente migliorare. Era assai probabile che la minaccia che si era abbattuta sul castello erano affari interni agli abitanti di Denrise e che l'Accademia fosse solo un effetto collaterale, tuttavia cercar un colpevole non avrebbe fatto altro che alimentar rabbia, quando l'unica cosa importante da fare era rimaner calmi e studiare un piano per ciò che sarebbe accaduto tra due giorni.
    Nel frattempo, fatta eccezione per pochi caratteri impetuosi, tutti preferivano evitare la solitudine. Le lunghe tavolate ancora non erano imbandite per la cena e sopra di esse erano visibili le futili distrazioni di ogni ragazzo: scacchiere, gobbiglie, mazzi di carte, libri, magifonini e coperte. Sì, coperte. Coloro che amavano trascorrere il tempo a chiacchierare avevano deciso per sedersi a semicerchio introno ad uno dei tanti caminetti scoppiettanti per godersi un po' di sano calore. Però stanno reagendo bene, ne sono felice. La Sala Grande era divenuta un punto di ritrovo per tutte quelle persone che preferivano star in compagnia per cercar di distrarsi, per dimenticare per un solo istante tutto ciò che stava accadendo. Poi come se non bastasse le comunicazioni sono addirittura interrotte. Gli studenti più piccoli avevano bisogno di sentire i loro genitori, ma a detta della preside non era possibile a causa di interferenze esterne.
    Il nostro prefetto licantropo era sul ciglio della porta, soppesando quale fosse il gruppo migliore a cui unirsi. Proverò a dedicare le mie attenzioni su qualcuno che non faccia parte degli ametrin, loro me li spupazzerò per bene stasera in Sala Comune. Erik possedeva un po' la sindrome dell'eroe. Era iperattivo, incapace di starsene per conto suo e con il continuo obbligo morale di dover essere utile per il prossimo. Aiutare gli altri per lui era uno stile di vita anche di fronte a persone che spesso approfittavano del suo altruismo era incapace di dir di no davanti ad un favore chiesto con gentilezza. La cosa più giusta da fare è vedere come stanno i primini.
    Fu per tale ragione che decise di non fermarsi a disturbare chi era impegnato nella lettura o in qualche gioco e raggiunse così il gruppetto meno numeroso che stava condividendo una calda coperta in lana davanti ad un camino. Disturbo? Chiese con gentilezza, spogliandosi poi del suo mantello, lasciando poi che la stessa funzione venisse svolta da quella morbida coperta che in qualche modo ricordava i colori di tutte e tre le casate. Scusatemi se vi ho interrotti, di cosa stavate parlando? Intorno a sé aveva un gruppo composto un ragazzo e due ragazze. Stavamo parlando delle ragazze scomparse e di ciò che potrebbe accadere dopodomani. Caspita. Provò a girar il capo alla ricerca di un altro posto dove accomodarsi. Loro stavano già facendo gruppo e forse non avevano bisogno dell'aiuto dell'ametrino. Però... questa coperta è così calda!


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    Molly non riesce a ricordare a quando risalga l'ultima volta in cui abbia prestato attenzione a qualcosa. Tutti i propri pensieri sono canalizzati verso un unico, fastidioso argomento, ed il resto è solo aria di contorno, destinata ad essere inspirata ed espirata nell'arco di un secondo. Entra ed esci, senza alcun comando articolato a capo di un'azione banalissima e fisiologica che il nostro organismo è ormai abituato a compiere da secoli. Da quando è apparsa la prima forma di vita, sino ai tempi della nascita dell'Accademia di Hidenstone. E si ipotizza anche oltre, ovviamente. Per quanto si sforzi di cercare distrazioni in qualunque materia di studio, in qualunque amicizia ed attività di piacere, nulla riesce a distoglierla dalla situazione familiare che le pesa addosso come un'incudine inclemente, pronta a schiacciarla senza troppi convenevoli. E lei, dal fisico visibilmente fragile per contrastare un carico del genere, ne verrà travolta di certo, volente o nolente. Ed è molto egoista in questo, perché a furia di rimuginare sull'argomento, si ritrova isolata mentre il mondo scorre intorno veloce. Sono persino scomparse quattro ragazze, studentesse come lei. E Molly non ha battuto ciglio. Che cuore di pietra, riesce a leggere nei pensieri silenziosi di Judy, che non le direbbe mai davvero queste parole, per non ferirla. Ma può intuirlo lo stesso, Molly, mentre la accompagna nei Corridoi camminandole a fianco, finché le loro strade non si dividono per la necessità di seguire ognuna il proprio corso. Eppure non è sempre andata così. Paradossalmente, da quando frequenta Hidenstone è come se si fosse spenta, ribaltandosi in maniera drastica le caratteristiche della ragazza ch'era stata ad Hogwarts. Judy, timidissima e silenziosa, continua a non proferire parola alcuna, a meno che non le venga esplicitamente richiesto - ma lei, Molly, prima non vedeva l'ora di chiacchierare sino a notte fonda. Adesso ha semplicemente perso l'interesse che, al contrario, prima verteva su qualsiasi elemento animato o inanimato incontrato lungo il proprio cammino. Adesso è più il topo da biblioteca che da Corvonero - il che è quanto dire - non era stata, pur mantenendo, di certo, una ferrea volontà al momento di svolgere i compiti pomeridiani. Adesso ha risvegliato un lato introspettivo e focalizzato su paure e timori che non credeva di possedere. Per sua sfortuna, è comunque arrivato il momento di crescere e fronteggiare gli aspetti negativi delle dinamiche interpersonali. Tanto sarebbe giunto lo stesso, magari più avanti, e sarebbe accaduto allo stesso modo: improvvisamente e senza il tempo di fare programmi di alcun genere e tipo. O, per l'appunto, non si chiamerebbero difficoltà.
    In Sala Grande c'è fermento, a breve sarà servita la cena. Molly è in anticipo, ma preferisce restare anziché tornare in Biblioteca o in un altro luogo silenzioso dove poter ripassare per l'indomani. Ma lo fa solo perché scorge Melanie, sua compagna di casata, una delle poche presenze che nell'ultimo periodo è in grado di tollerare. Per il semplice fatto che non le fa domande, non le chiede come va, non la disturba. E' una ragazza sulle sue, ed è tutto ciò di cui Molly ha bisogno, per il momento. La raggiunge e si siede accanto a lei su una coperta, aiutandola a sistemare un mazzo di fotografie. «Vedrai che le troveranno. Ne sono certa.», le dice sottovoce, riferendosi alle figure che sorridono felici nella polaroid. Lilith, la loro compagna di casata, è una sorta di idolo per Melanie. Prima che Molly abbia il tempo di aggiungere altro - parole di conforto o frasi fatte del genere -, Erik Foster si abbandona accanto a loro su un'altra coperta, rivolgendosi ai tre Dioptase presenti. «Non disturbi.», conferma, benché non abbia affatto voglia di chiacchierare. Non adesso che è stato tirato fuori l'argomento più discusso dell'ultimo mese, in grado di annientare il morale di chiunque frequenti Hidenstone quest'anno. Eccetto il cuore di pietra, vale a dire la signorina Trouble in persona. Consegna a Melanie la fotografia, poi aggiunge: «Tu che idea ti sei fatto a riguardo?», chiede, in aggiunta alle spiegazioni della compagna. E' ovvio che Erik ne sappia almeno un po' più di loro, in quanto prefetto. Avrà accesso, probabilmente, ad una serie di informazioni delicate che è bene rimangano segrete, un po' come quando si segue una pista importante e, per evitare che i piani vengano svelati ed i nemici corrano al riparo, si cerca di mantenere tutto nell'ombra. «Questa storia... Di Naga... Insomma, è tutto un po' macabro. Molto. Non mi convince per niente.», commenta Molly, stringendo la bacchetta nella tasca del mantello, come se la minaccia possa arrivare da un momento all'altro.


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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Le persone reagivano in maniera diversa al dolore sulla base di innumerevoli fattori: età, sesso, esperienze vissute e fragilità d'animo. All'interno di quella grande sala si potevano ammirare quella che sembrava perfetta indifferenza, ma un occhio più attento ci avrebbe visto una cupola protettiva intenta ad ignorare la realtà. Certo, poi c'era chi non si faceva problemi ad esternare il proprio stato d'animo e poi c'erano loro, i forti paladini, che mostravano un sorriso sereno, sguardo rincuorante, nascondendo un cuore in preda alla paura e alla preoccupazione. Sì, perché ciò che era capitato a Elisabeth, Theresa, Lilith e Ayla poteva capitare a tutti.
    Se, anzi, quando torneranno preparerò loro i migliori biscotti al burro d'arachidi che ho mai sfornato. Ne era certo, poi un ragazzo semplice come lui era sempre stato convinto che condivisione, amici e dolci belli caldi fossero il miglior rimedio alle disavventure e alle brutte esperienze.
    Con estrema calma prese posto e annuì più volte quando chi era già seduto lì rispose che non disturbava. beh, grazie! Rispose con un sorriso sulle labbra, soffermando maggiormente lo sguardo su una ragazza che vantava i colori dei Dioptase, in netto contrasto con la sua chioma rosso intenso. Almeno a prima vista non aveva l'aria di chi si stesse mordendo le unghie per l'ansia, tanto meno quella di una persone che aveva bisogno di conforto. Spero solo che le mie convinzioni siano fondate, questo vorrebbe dire che i presenti hanno persone su cui contare. E no, non si riferiva agli adulti. Per i professori era facile, dopotutto loro erano scelti per abilità ed esperienza nascondendo tutto dietro un state tranquilli, rispettate il coprifuoco e l'immancabile cercate di star sempre in gruppo. Fanculo, cosa dovevano dire gli emarginati? Come facevano a rimaner in gruppo quelli convinti di non aver nessun amico? E quelli che detestavano la compagnia? Spesso gli adulti si dimenticavano cosa volesse dire essere un adolescente e spesso un loro coetaneo preferiva aver fede in un suo simile piuttosto di un abitante di Facilopoli.
    Dopo pochi attimi la rossa rivolse la parola all'ametrino con una domanda, domanda alla quale Erik non poté far a meno di corrugare la fronte, alzare un sopracciglio e porgerle uno sguardo sbigottito. idea riguardo cosa? Insomma, era una domanda molto vaga nonostante la situazione. Poteva riferirsi alla salute delle sue compagne, al misterioso pericolo che li attendeva o anche semplicemente a chi dovesse esporsi al pericolo per salvare le ragazze.
    La successive parole corressero il tiro: si riferiva a Naga. Acciderbolina, che domanda! Respirò profondamentem rilassando poi la fronte e lo sguardo passò da titubante a sereno. Da una parte ti direi che non ho un'idea ben precisa, dall'altra sono piuttosto serio che il quadro sia peggiore di quello che ci hanno mostrato. Strinse con i pugni la morbidosa coperta ed allungò il busto in avanti in maniera tale da poter godersi meglio il fioco mentre la propria ombra espandeva la sua area. Insomma, ciò che sappiano non è rassicurante e guardando i power rangers ho imparato gli adulti tendono sempre a minimizzare il tutto per non far scoppiare il caos tra noi studenti. Per averne una prova tangibile bastava guardarsi intorno. Eppure sapevano solo che Naga stava preparando un rito per sacrificare le tre studentesse, erano venuti a conoscenza che la barriera che aveva evocato avrebbe avuto un cedimento il trentuno e che coloro che erano intenzionati a partecipare al salvataggio avrebbero dovuto aver il consenso da parte dei direttori di casata.
    Sul fatto che le notizie ricevuto siano vere, invece, non ho alcun dubbio. Gli stessi denrisiani hanno bloccato le visite presso il loro villaggio e l'impossibilità di poter comunicare fuori dall'isola non lascia sperare a nulla di buono. Ciò di cui nessuno aveva parlato era l'alto rischio di rimaner feriti o, peggio, morti durante quella spedizione. I denrisiani erano fieri ed estremamente orgogliosi, il fatto che avevano chiesto aiuto alla scuola denotava quanto fosse grande il pericolo a cui erano esposti. Però non mi lascio scoraggiare e per questo ho già parlato col prefessor Olwen per partecipare alla spedizione. Questo è il mio primo anno da Prefetto e non ho intenzione di lasciare in mano di una strega attaccabrighe le vite dei miei amici. Oh, Erik, quanto eri ingenuo. Il ragazzo parlava pieno della classica sensazione di invincibilità e goliardia che avevano tutti gli adolescenti. Quella sera sarebbe stata assai diversa da come te l'eri immaginata, ma ora c'era dell'altro a cui pensare.
    Tu non mi sembri spaventata, dico bene? Chiese, sperando di non star monopolizzando il discorso. Oppure riesci a nasconderlo bene e non sono stato bravo a capirlo. Ad ogni modo credo che la domanda più importante sia un'altra: la nostra sarà un'operazione kamikaze? Più ci pensava e più aveva paura. Quando combattevi un duello conoscevi l'avversario che avevi di fronte, ma sua questa Naga non sapeva proprio nulla. Poi non voglio pensare a come potranno uscirne le quattro ragazze, credi che in questa situazione possa esistere il classico bicchiere mezzo pieno? Aveva letto in molti manga come in certe occasioni per crescere era necessario vedere il meglio anche nei momenti più brutti, purtroppo però in quel momento si sentiva cieco e forse aveva paura di vedere la luce. In fin dei conti, come il camino insegna più ti avvicini alla luce e più grande sarà la tua ombra.


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    Molly Jane Trouble
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    Molly si sistema meglio sulla coperta stesa per terra, incrociando le gambe e poggiando i gomiti sulle ginocchia, cercando di avvicinare il busto al resto del corpo così da sentire meno freddo. Anche se la situazione non si modifica poi così tanto, forse perché il freddo non viene dall'ambiente esterno. Viene da dentro, frutto di un'atmosfera che si respira nell'aria, a Hidenstone, da ormai troppo tempo. Ed è difficile vincerla col semplice aiuto di un fuocherello e quattro chiacchiere tra... amici? Si possono davvero definire tali, quei ragazzi che fanno previsioni sul futuro, dall'alto della loro comodissima posizione in Sala Grande? Non sanno niente di cosa stiano vivendo le compagne scomparse, eppure la loro assenza è così presente, paradossalmente, da canalizzare automaticamente ogni discorso verso quel pericoloso tasto. Molly non avrebbe voluto pigiarlo, ma Melanie l'ha anticipata, tremando al pensiero di Naga, e continuando il filone dei propri pensieri anche in presenza di Erik. Il prefetto non sembra di ottimo umore, ma riesce ugualmente a sdrammatizzare la tensione facendo persino un riferimento ai power rangers. Molly non sa se ridere o altro, un po' colta alla sprovvista, per cui se ne esce con un mezzo sorriso. In fondo, è positivo che si riesca ancora a comunicare con un minimo di giovialità, spezzando il circolo vizioso di sguardi terrorizzati e labbra serrate che ormai è lo standard per tutti. «E secondo me è proprio questa la parte peggiore.», asserisce Molly, trovandosi d'accordo su quanto detto da Erik. «Queste frasi dette a metà, da parte loro... Mi spingono a riflettere sempre di più sull'accaduto.», continua, guardandolo negli occhi per cogliere la sua reazione. «E continuando a pensarci, non faccio che vederla sempre più nera, ogni giorno che passa. Questo è il pericolo del non sapere come stanno le cose. Immaginarsele peggiori del dovuto, proprio perché nessuno è in grado di spiegartele. E se l'obiettivo è evitare il caos... Beh, cercando di arginarlo senza trovare una soluzione vera, non farà che continuare a crescere silenziosamente. Ma poi scoppierà lo stesso, e sarà improvviso, quindi più difficile da risolvere.», commenta. Crede che nella vita le situazioni vadano affrontate di petto, senza sotterfugi. Lei stessa è una testa calda - nei limiti del possibile, chiaro -, e non tollera di girare intorno alle questioni per evitare di arrivare al fulcro delle stesse. Tanto, prima o poi, quel momento è destinato ad arrivare, per cui meglio togliere il dente subito. «Credi di poter fare qualcosa?», chiede Molly, sinceramente colpita dal... Coraggio del ragazzo. Non è sarcastica - non questa volta, almeno -, e non ha affatto intenzione di sminuirlo solo perché, bene o male, avrà la sua stessa età. E' soltanto sorpresa dalla sua volontà di prendere in mano la situazione, in prima persona. Magari ha un piano, riflette Molly, che non riesce ancora a spiegarsi quanto un legame possa essere tanto forte da farti scommettere tutto quello che hai, persino la vita. In realtà dovresti saperlo anche tu, le suggerisce una vocina, pronta a darle il colpo di grazia. Perché, a parte sua sorella Judy, c'è sempre stato qualcuno per cui Molly avrebbe fatto follie. Suo padre.
    «Diciamo che non mi lascio scoraggiare prima del tempo.», risponde Molly, circa il proprio essere spaventata o meno. Di certo non si potrebbe definire il periodo più roseo di tutti, ma finché l'oscurità non arrivi sul serio ad intaccare i propri affetti... Ecco, è tutto così impalpabile. Può immaginare il peggio, proprio come ha spiegato poc'anzi, ma il futuro potrebbe anche risultare meno drastico di così. «Sei quasi un bravo osservatore.», afferma, calcando l'accento su quel quasi che fa la differenza. Non sta scherzando, perché Erik ha esattamente quasi azzeccato. Molly non è spaventata, ma solo perché frequenta Hidenstone da troppo poco tempo per aver potuto stringere un legame con chicchessia. Sono tutti estranei a lei, a parte la gemella. E per quanto possa apparire sciocco, è stata troppo presa da se stessa e dal turbine di emozioni nel quale è recentemente precipitata, per potersi avvedere di ciò che accade nel resto del mondo.
    «Più che crederlo, lo so. Me ne sono convinta, perché è quello di cui si ha bisogno per andare avanti.», risponde, sciogliendosi in un piccolo sorriso. Tra vederla nera - come ha detto prima - e convincersi che andrà tutto bene, sceglie la seconda opzione. E' quella che permette di sopravvivere senza impazzire.


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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Lo sguardo di Erik parve di pietra quando Molly diede voce ai suoi pensieri. Tali parole denotavano come nella sua mente la ragazza si era più e più volte interrogata su cosa stesse accadendo, proprio come ogni altro all'interno di quella stanza. Proprio come essi, inoltre, era giunta alle sue personali conclusioni che in qualche modo erano concorde con quelli di Erik, unite dal medesimo pessimismo circostanziale. La vera preoccupazione è dettata dal non sapere. Era proprio esso, in effetti, a generare ansia: non sapevano come avrebbero agito, come si sarebbe comportato un popolo bellicoso come quello di Denrise a stretto contatto con Hidenstone e, soprattutto, quanti morti ci sarebbero stati. Nonostante facesse un'enorme fatica ad ammetterlo, lo stesso prefetto era certo che qualcuno sarebbe morto. In queste situazioni nessun gruppo ne esce completamente sano e salvo. Ovviamente non parlava per esperienze di vita vissuta, ma di serie televisiva e di anime seguiti nelle più varie piattaforme di streaming babbano. Quando meno ce lo aspettavamo accadeva sempre quel colpo di scena che ci costringeva a dir addio ad uno dei nostri personaggi preferiti e per quanto fosse certo che ciò sarebbe successo, Erik ancora non era pronto a dir addio ad uno dei suoi amici.
    Al commento della ragazza comunque non seppe bene come rispondere, insomma erano sulla stessa linea d'onda e questo lo avevano capito entrambi. Forse non era stata neppure questa grande idea quella di unirsi al gruppo di salvataggio, dopotutto cosa poteva fare un adolescente di fronte a Naga? Ecco, quella stessa domanda poteva essere declinata in un milione di modi al giorno d'oggi e il suo fervido ottimismo nei confronti delle nuove generazioni lo spingeva a credere nella fantomatica teoria delle mille gocce dell'oceano. Da solo probabilmente non avrebbe potuto far nulla, ma se posto come supporto ad altri maghi esperti magari poteva fare qualcosa di buono.
    Credo che tutti possano far qualcosa. Rispose con un malinconico sorriso sulle labbra, poiché il gioco valeva la candela, ma vi era un concretissimo rischio di scottarsi. Darò il mio contributo nello spezzare la barriera che ci separa dalla Foresta Eterea, per il resto si vedrà. Non sapeva quali pericoli si celassero in quei boschi, ma verosimilmente avrebbe cambiato strategia in base alla circostanza.
    Parlare di ciò ebbe un effetto a tratti terapeutico sull'umore del prefetto. Chiuse per un interminabile secondo gli occhi e per un attimo percepì con maggiore attenzione il calore del fuoco scoppiettante mentre un ceppo di legna non posizionato proprio benissimo in cima a mille altri si incenerì al centro e le due estremità precipitarono ai lati del camino, lontani dalla fiamma. Wingardium Leviosa. Disse, dopo aver riaperto gli occhi e risistemò quei tizzoni al centro delle fiamme.
    Fu proprio mentre accadeva tale azione che Molly disse il motivo per cui la sua paura pareva a stento esistere. Il suo ragionamento aveva perfettamente senso, purtroppo però era estremamente difficile da applicare e i vari umori che ci concentravano in quella Sala ne era un pratico esempio. Chi non si fasciava la testa prima del dovuto era chi aveva imparava a controllare l'ansia, cosa che ad essere del tutto sinceri Erik ancora non aveva imparato bene a fare. Insomma, lui andava in panico nei minuti prima di un'interrogazione, figuriamoci in situazioni come queste.
    Poi arrivò un complimento, inaspettato. Le labbra mantennero quel lieve arco rivolto verso l'alto, ma perse qualunque forma di malinconia. L'Ametrino era alquanto lunatico e bastava davvero poco per renderlo estremamente felice o terribilmente affranto. Ti ringrazio. Il quasi non era sfuggito, tuttavia aveva deliberatamente scelto di prendere quella frase nella sua parte più positiva. Forse in comune avevano anche questa caratteristica, non a caso la ragazza subito dopo lasciò intendere come vedesse il bicchiere mezzo pieno. E io farò anche l'impossibile affinché questa tua certezza si concretizzi. Lì erano tutti nella stessa barca e anche se Molly non aveva l'aria di chi necessitasse di una parola di conforto, Erik ci tenne a specificare le sue buone intenzioni.
    La preoccupazione che qualche secondo prima caratterizzava il proprio volto era ora svanita, lasciando posto alla calda convinzione di poter uscire fuori dal tunnel.
    Aspetta un secondo! Chiuse ancora gli occhi per un attimo e poi li riaprì di colpo. Oh, ci sono! Quando tutta questa storia finirà, la prima cosa che farò è festeggiare con una gigantesca fetta dello squisito tiramisù degli elfi! Da un po' di giorni mi è passata la fame, ma presto questo supplizio finirà. Di cosa diamine stava parlando? Quindi, per mantenere viva la speranza ti prometto che mangeremo del tiramisù insieme quando tutto questo sarà finito. Non sarebbe stato più galante permettere alla ragazza di scegliere o formulare quella affermazione come una proposta? Assolutamente sì, ma Erik aveva in corpo una grande componente di disagio e purtroppo faceva parte di lui.


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    Molly Jane Trouble
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    E' davvero ammirevole il coraggio mostrato da Erik, la sua voglia di gettarsi nella mischia in nome di un'amicizia che non conosce limiti, neanche quello di una terribile minaccia. D'altro canto, la stessa Molly è convinta che se al posto di Lilith, Theresa, Elisabeth o Ayla, ci fosse stata Judy, avrebbe partecipato anche lei alla spedizione, nel tentativo di distruggere la famosa barriera citata dal ragazzo. Ma ringraziando il cielo, non le tocca quel supplizio. E' tanto brutto essere grati per trovarsi al sicuro nel perimetro dell'Accademia piuttosto che nella nebbia e nell'oscurità del limitare della foresta? E' tanto brutto rimettere agli altri la soluzione di quel pericoloso problema, rinchiudendosi nel Dormitorio dei Dioptase e pregando che professori e studenti ritornino al castello sani e salvi? E' vero, Molly Jane non muoverà un dito per aumentare le probabilità che ciò accada - perché come Erik ha suggerito, un qualunque aiuto è pur sempre meglio di niente -, ma se fosse stata lei una delle quattro ragazze scomparse, ci sarebbe stato qualcuno ad avvertire la sua mancanza? O meglio, a sapere che si trattasse di lei? In fondo è a Hidenstone da, quanto?, due mesi? Dall'inizio delle lezioni di quel suo primo anno, insomma. Dubita persino che Erik sappia come si chiami, e non lo biasimerebbe, dato che è sempre stata troppo impegnata coi propri problemi familiari piuttosto che col fare amicizia. Di fatto, conta soltanto alcune conoscenze nelle fila dei Dioptase, e forse alcuni Ametrin a parte Judy.
    «Non fraintendermi. Vorrei... Poter fare la stessa cosa anch'io, ecco.», ed è vero. Molly vorrebbe essere integrata al punto da avere degli amici così fedeli, qualcuno che per lei possa anche gettarsi in mezzo ai tizzoni ardenti a piedi nudi, un po' come sta facendo Erik per le studentesse. Ma è soltanto all'inizio di quel percorso scolastico, e non avrebbe mai immaginato di andarsi ad invischiare in una situazione simile, una volta presentata l'iscrizione a Hidenstone. Altrimenti, appunto, i genitori non l'avrebbero concesso. Molto probabilmente sarebbe stato un motivo in più per restare, dato che Molly in quest'ultimo periodo strepita pur di fare l'esatto opposto di ciò che a loro possa risultare piacevole, o quanto meno concepibile. Eppure soffre ugualmente la distanza, e non fa che ripensare a sua madre, sola nell'immensità di tenute ingiallite dall'autunno, con la quale non ha neanche modo di chiacchierare, vista l'interruzione delle comunicazioni. «Vorrei anche avere la tua certezza.», commenta, curvando leggermente le labbra in un sorriso. Oltre ad essere ammirevole il coraggio di lui, è anche tenero nella sua fermezza d'intenti. Assicura a Molly che la situazione si risolverà, e lei, inspiegabilmente, gli crede. Non hanno certezze, né garanzie o capacità divinatorie, sono soltanto due ragazzi seduti su una calda coperta in Sala Grande, di fronte alla legna che scoppietta, opportunamente sistemata da Erik affinché possa continuare a produrre calore. Mancano soltanto tisana e biscotti, e a quel punto potrebbe sembrare un comunissimo pomeriggio di Ottobre in un mondo parallelo in cui non è affatto accaduto nulla. E come ad anticipare quel bisogno di normalità, ecco che il prefetto fa una proposta decisamente buffa, ma che riesce a strapparle un altro sorriso: «Mh, non ho un ottimo rapporto con le promesse.», ci scherza su, Molly, per quanto si tratti di un tasto decisamente dolente. «Non hai intenzione di tirarti indietro, no?, chiede, giusto per avere conferma. «Scherzo, scherzo...», si affretta ad aggiungere, ridacchiando. «Tra l'altro, anche se non con le promesse, ho un ottimo rapporto con i tiramisù.», asserisce, stirando la schiena come sa la sola parola, tiramisù, sia effettivamente in grado di tirare su. «Allora ci conto.», dice, abbassando lo sguardo, speranzosa che tutto possa davvero risolversi, come ha promesso Erik.


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    L'opinione di Molly riguardo alle buone intenzioni di Erik era positiva al punto tale da poter essere scambiato per coraggio, tuttavia non pochi erano coloro che lo additavano per non aver neanche un briciolo di buon senso. La verità stava nel mezzo e proprio come un prode paladino non poteva lanciarsi contro mille draghi senza un briciolo di follia, Erik doveva sicuramente aver qualche rotella che non andava per credere di poter far davvero la differenza. Ci riusciremo. Continuò a ripetere nella propria testa, portando la mente ad immaginare al dopo. Forse dopo ciò che era accaduto non ci sarebbero stati festeggiamenti, magari erano fuori luogo, ma quel tipo di atmosfera tesa non faceva per lui e ad essere sinceri soffriva anche nell'essere circondato da persone prive di una qualsiasi manifestazione di felicità.
    Non bisogna far qualcosa di eclatante per essere d'aiuto. Si guardò un attimo intorno ed ecco un chiacchiericcio di sottofondo che trattava lo stesso argomento messo in scena dalla Dioptase e dall'Ametrin. Anche il solo star qui accanto a chi ha paura è utile e degno di stima. In fin dei conti Molly pareva aver metabolizzato le notizie piuttosto bene, ragion per cui in quel momento poteva benissimo trovarsi in biblioteca a finir i compiti per i giorni successivi, in camera a riposare o anche semplicemente all'interno di quella Sala Grande su un tavolo a sorseggiare del tè offerto dagli elfi. E invece è qui accanto a chi ha paura. A dir il vero poteva trovarsi lì semplicemente perché aveva freddo, tuttavia Erik era convinto che in fondo ogni persona in questo mondo era buona e se doveva spiegare i comportamenti umani avrebbe sempre pensato all'alternativa più nobile.
    Era la semplicità fatta persona, infatti non fu un caso che il sorriso tornò quando ripensò al tiramisù e tirò in ballo quella assurda scommessa che forse avrebbe fatto tornare anche a lei il buonumore. Forse il buonumore era ancora lontano, ma se non altro riuscì a scorgere il sorriso sul volto di lei. A questo punto non importava se avesse rifiutato quella proposta o se l'avrebbe mandato a quel paese, Erik Foster si sentì un vincente. Riuscir a far sorridere chi aveva intorno era una sorta di missione per lui e quando ci riusciva il gioco valeva sempre la candela. Io mantengo sempre la mia parola, non mi tirerò indietro. Come poteva farlo? Era pazzo.
    Quando alla fine la ragazza fece intendere di aver accettato la proposta di Erik, fu lo stesso ametrino ad allargare il sorriso che gia aveva in volto. Si vedeva lontano un miglio come fosse felice e due dolci fossette apparirono alle estremità delle labbra. Così come non riusciva a nascondere le proprie emozioni, fu impossibile celare l'entusiasmo. Grande, non c'è niente di meglio di un dolce condiviso.


    RevelioGDR
     
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6 replies since 1/11/2019, 13:28   155 views
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