The taste of apologies

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    Quello che provava Mia era qualcosa di più di semplice senso di colpa. Da quando lei e Barnes avevano incontrato la Morte, la ragazza non riusciva a fare altro che vivere e rivivere quel momento, compreso quando non era stata più padrona di se stessa e tutto ciò che aveva provato era stato rabbia e rancore. In quei momenti non si era nemmeno resa conto di non essere in sé e forse era questo a spaventarla più di tutto il resto: qualcuno si era impossessato di lei e lei non aveva potuto fare niente per difendersi, non avrebbe mai colpito Barnes consapevolmente, per quanto potesse stuzzicarla e innervosirla per la maggior parte del tempo, l’ultima cosa che voleva era colpirlo o peggio ancora fargli del male. Non aveva avuto modo di aiutarlo o raggiungerlo come avrebbe voluto, fin dall’inizio, lo shock per quel che era accaduto l’aveva portata a non riuscire a fare altro che cercare inutilmente di combattere contro demoni che si trovavano per lo più nella sua mente e che non avevano carne né ossa. Non era qualcosa che poteva semplicemente uccidere e non sparivano certo da un momento all’altro. Non aveva più chiuso occhio propriamente da quella notte, non era stata in grado di riposare per più di un’ora al massimo, quando veniva puntualmente svegliata da immagini di lei che feriva gravemente Blake o che, peggio ancora, lo uccideva direttamente. Avrebbe potuto farlo, ne era certa, sapeva che la Morte avrebbe potuto obbligarla a fare qualunque cosa se solo per qualsiasi motivo non si fosse interrotta. Ricordava ben poco di quel che era successo dopo, aveva cercato di capire come Blake si sentisse, aveva davvero provato ad assicurarsi che i danni su di lui non fossero irreparabili ma non era riuscita a scusarsi a dovere.
    Ora, sapeva bene che quel che aveva fatto non era stata una sua volontà, era consapevole di non avere avuto scelta e di non aver davvero voluto ferirlo, ma non riusciva comunque a perdonarsi per aver ceduto in quel modo. Ricordava perfettamente quel che gli aveva detto Blake, lei non era una che si faceva manipolare da qualcuno eppure questa volta aveva permesso che accadesse, e poco importasse che avesse avuto a che fare con la Morte. Non era un tipo che si perdonava facilmente, non era il genere di persona abituata a lasciarsi sfuggire qualcosa e non aveva intenzione di farsela passare liscia: non avrebbe mai dovuto permettere a qualcuno di fare quello, vedeva ciò che era accaduto come una sconfitta e un momento di debolezza.
    Non era riuscita a parlarne nemmeno con Charles, lo aveva chiamato da quel giorno, aveva cercato conforto nella sua voce e illudendosi che fosse con lei, ma non aveva funzionato granchè. Non voleva dirgli quel che era successo, non voleva fargli sapere che aveva incontrato la Morte e che aveva trasgredito le regole, sapeva che Charles alla fine non l’avrebbe odiata ma le sembrava comunque un’insieme di cose troppo grandi perché potesse perdonarla o non rimanere deluso. In quel momento temeva qualsiasi cosa, dalla sua mente alle conseguenze che tutto quello avrebbe avuto nella sua vita al fatto che la Morte potesse tornare e avere altri progetti per lei e Blake. Non aveva nemmeno avuto coraggio di parlarne con @tagTheresa, fino a quel momento aveva per lo più ignorato l’argomento o cercato di minimizzare: non sapeva se Blake ne avesse parlato con qualcuno, lei non avrebbe saputo nemmeno da dove cominciare.
    Forse per lo più si vergognava per essere stata così debole in quel momento, per essersi lasciata manipolare come una ragazzina. Cercava di fare finta di nulla, di ignorare la cosa e vivere la sua vita come al solito ma era difficile quando ogni dettaglio la riportava a quella notte. Non aveva idea di che cosa avrebbe fatto se le cose fossero andate per il peggio, non si sarebbe mai perdonata se avesse davvero ferito, o peggio ucciso, qualcuno eppure ricordava più che bene i propri pensieri, sapeva quanto intensamente lo avesse desiderato in quel momento, quanto avrebbe voluto distruggerlo con le proprie mani.
    Un brivido le percorse rapidamente la schiena e scosse piano la testa per cercare di ignorare i propri pensieri mentre provava a dare un senso a ciò che stava facendo. Era passato qualche giorno da quella notte, lo sapeva bene, così come sapeva anche che per quando si era sentita pronta ad affrontare Blake lui aveva già lasciato l’infermeria e la cosa si era fatta ben più imbarazzante e complicata. Mia non era tipo che si trovava spesso di fronte alla possibilità di dover chiedere scusa a qualcuno, il suo orgoglio glielo aveva spesso impedito e in ogni caso spesso ragionava abbastanza sulle situazioni per non commettere errori così grandi da richiedere delle scuse ufficiali. Questa volta, invece, non riusciva a darsi pace ed era giunta alla conclusione che l’unico modo per appianare la sua coscienza fosse sistemare le cose con Blake una volta per tutte.
    Il fatto era questo: a Mia Blake non piaceva, era vero, ma quella notte aveva cercato di proteggerla e anche se era comunque irritante e di fatto era lui ad aver organizzato quella serata nei giardini, non era così stupida e orgogliosa da non ammettere che non c’entrava niente con quel che era accaduto dopo, che era vittima forse più di lei e che comunque aveva cercato di difenderla, a suo modo. Poco importava che fosse un modo irritante, avrebbe potuto farle del male ma non aveva fatto altro che disarmarla e provare comunque a non ferirla troppo. Non si aspettava nemmeno di poterlo pensare pensare ma Blake era stato quasi gentile, e lei gli era grata per questo anche se non sapeva come esprimerlo.
    Certo, sapeva bene come sarebbe andata a finire quella situazione, e proprio per questo aveva impiegato parecchio a convincersi che era la cosa giusta da fare. Immaginava che Barnes avrebbe cominciato a dire che aveva ceduto anche lei al suo fascino, che sapeva che sarebbe finita così, o che ora non avrebbe più potuto negare che non era così antipatico come sosteneva! Sospirò profondamente ma si convinse a proseguire, dopotutto era vera almeno una cosa: nonostante tutto, Barnes non era davvero antipatico. Era snervante, questo sì, ma poteva immaginare che avesse le sue ragioni e infondo anche lei non era stata troppo carina con lui, dal primo momento.
    Dopo essersi quindi impegnata per un intero pomeriggio, uscì vittoriosa dalla sua gara contro se stessa con una teglia di biscotti al cioccolato, perché era sicura che il cioccolato sistemasse tutto e che si trattasse di qualcosa che chiunque avrebbe apprezzato. Si stava dirigendo verso la Sala Comune Black Opal sperando di trovarlo miracolosamente lì ma, svoltato l’angolo, vide Blake mentre usciva dall’infermeria. Si impose di non fermarsi a pensare troppo sul perché fosse lì e velocizzò il passo. “Barnes!” lo chiamò nella speranza di attirare la sua attenzione.


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    Era destino, ottobre era un mese di merda. Uno di quei mesi che non finiva mai e non aveva nessuna intenzione di essere clemente con lui. Dopo quello che era successo nei giardini era rimasto distrutto. Per la spalla? No, assolutamente no! Theresa e Ayla non erano mai più tornate, e Nikolai lo odiava, e Jesse? Non aveva neanche il coraggio di chiedrsi una cosa del genere. Lui sapeva di essere forte, lui sapeva gestire il dolore e l'angoscia meglio di ogni altro sentimento. Blake era abituato ad avere quella sensazione di colpa sulle spalle, era uno di quelle cose che si portava sempre dietro. Il problema era che non sapeva esatamente come aiutare gli altri. Forse doveva cambiare scuola e cominciare a studiare da privatista a casa e levarsi da mezzo. Ogni volta che lui decideva di fare qualcosa finiva sempre con qualche rissa o con qualcuno che si facesse male. Blake era un acchiappa guai, un generatore di caos anche inconsapevole. Lo era sempre stato fin da bambino e per quanto cercasse di evitare di fare qualsiasi cosa, beh, alla fine il caos lo raggiungeva sempre. Due ragazze scomparse. Davvero? Insomma, come era possibile? Maledizione perchè i professori non facevano niente, perchè tutto quello? Perchè, sopratutto, dopo l'attacco al porto quella scuola non era stata sigillata? Era in infermeria di nuovo, ma questa volta semplicemente per un controllo random. Altra persona per la quale un pò si sentiva in colpa era Mia. Aveva cercato in tutti i modi di far seguire la sua voce, di farla tornare in se, ma niente. Non lo avrebbe ucciso, ok, non gli stava simpatico, ma non pensava seriamente che l'odio per lui fosse così potente, così insito in lei. Erano passati semplicemente due giorni da quella notte, ed ancora non riusciva a parlare con nessuno di loro. Si preoccupava comunque ma Blake non era uno che aveva la remissione dei peccati facili. Era vero che aveva organizzato tutto lui, ma era altrettanto vero che lui non aveva costretto nessuno. Nessuno era stato costretto a seguirlo e in quel momento si stava maledicendo per aver tutto quello "potere" sui suoi compagni, tanto da convincerli con una sola lettera del cazzo, a fare qualcosa di tanto stupido. Infondo era una cosa che lui ad Hogwarts l'aveva sempre fatta, anzi quasi si era sentito stupido a dare quelle prove che per lui erano fin troppo banali.
    La sua crema era stata messa alla spalla ed adesso doveva cominciare seriamente a studiare qualcosa o comunque recuperare qualche pergamana, quindi quando uscì dall'infermeria si diresse verso la sua sala comune, ma appena voltò l'angolo sentì il suo cognome. Sapeva chi era, aveva riconosciuto la sua voce. Gli venne istintivo sogghignare. Si voltò lentamente verso la biondina e la guardò. Freeman, rispose poi fermandosi. Che aveva in mano? Davvero? Dei biscotti? Non disse nulla, se lei era andata in pace perchè mai lui... naaaah erano stronzate. é proprio che non riesci a starmi lontana! Sapeva benissimo che non era così - anche se pensava seriamente che con un pò di impegno e se non ci fosse stata Lilith ad avergli completamente rapito il cuore, avrebbe fatto inamorare ogni ragazza che, in apparenza, lo detestava - ma a lui piaceva rompere le scatole e provocare e quella ragazza era alla sua altezza. Beh, per Mia doveva essere un onore. Infondo Blake tenedeva sempre a guardare le persone dall'alto verso il basso, con una saccenza ed arroganza tipica di chi si crede il migliore. Si era fermato nel mezzo del corridoio aspettando che lei dicesse qualcosa. Era felice di vederla, almeno poteva costatare, che almeno lei, stava bene!
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    Mia non si sentiva solamente in colpa, era anche arrabbiata . Da quando erano tornati da quella notte assurda Theresa sembrava scomparsa, sapeva che non era l’unica, da quel che aveva capito anche di Ayla non c’era traccia, ma quello che più la irritava era che nessuno sembrava stesse facendo qualcosa. Sapeva che avevano tutti quanti sbagliato, se anche le piaceva dare la colpa unicamente a Barnes sapeva di aver partecipato volontariamente a quell’uscita, era stata lei a presentarsi fisicamente al punto di ritrovo, non poteva continuare a fare la perfettina quando le per prima si era unita a tutti gli altri.
    Theresa era quello che più si avvicinava ad un’amica, aveva paura di non poterla più vedere, aveva paura che Nikolai l’avrebbe odiata adesso perché avrebbe dovuto proteggerla e non lo aveva fatto. Avrebbe dovuto anche cercare di evitare tutto quello, si era presentata proprio per fermare quella follia e ricordare a tutti che era sbagliato andarsene in giro di notte nei giardini, eppure invece che fermarli si era unita a loro, come se fosse una cosa sensata, e non aveva fatto niente di concreto per impedire che accadesse il peggio.
    C’erano probabilità che Tess potesse non tornare, almeno per come la vedeva Mia sarebbe finita male quella storia se nessuno avesse fatto qualcosa, e lei non aveva intenzione di starsene con le mani in mano. Poteva anche ammetterlo adesso, forse non era andata da Blake con la sola intenzione di chiedergli scusa, anche se quello era il motivo principale per la quale si era sforzata così tanto. Sapeva che era una cosa stupida mettersi a cucinare in un momento come quello, anche perché non era esattamente una cuoca esperta, piuttosto era brava a permettere a lei e Charles di sopravvivere, ma i suoi biscotti non avevano una faccia molto bella –anche se erano buoni, quello poteva giurarlo. Voleva parlare a Barnes anche del resto, era ovvio, ma prima avrebbe dovuto risolvere almeno in parte i suoi attuali incubi, aveva la testa così piena di pensieri che era convinta di dover mettere prima in ordine qualcosa se voleva riuscire a fare qualcosa di concreto.
    Immaginava come sarebbe andato quell’incontro, non sapeva come si sentisse Barnes ma da quello che aveva cominciato a vedere non era così superficiale come poteva sembrare, non era una persona senza cuore, anzi, e dubitava che fosse rimasto intoccato da tutta quella storia. Non lo considerava totalmente un idiota, non più almeno, e cominciava a pensare che la sua fosse solamente una protezione. Certo, questo non voleva dire che lo adorasse da un momento all’altro, continuava ad irritarla, ma non era così orgogliosa e cieca da non ammettere nemmeno per un secondo che quel ragazzo rimaneva un essere umano e che aveva parecchi scheletri nell’armadio, almeno tanti quanti lei. Non voleva passare per quella che si basava unicamente su una prima impressione e stava davvero cercando di superare i propri pregiudizi, non aveva intenzione di rimanere legata unicamente alle sue idee e fossilizzarsi sì. Oltre a quello, indipendentemente da quel che poteva pensare di Barnes, era stata lei a sbagliare e a perdere il controllo e ormai era venuta a patti con l’idea che non poteva fare finta di niente, anche solo nella speranza di trovare pace con la propria coscienza.
    Sospirò e alzò gli occhi al cielo: per quanto fosse grata a Blake per essersi fermata e il suo solo darle corda l’aveva vagamente confortata, non la odiava abbastanza da ignorarla del tutto. “Come sei prevedibile.” gli fece notare fingendo una tranquillità che invece non aveva per niente. Il corridoio era vuoto in quel momento e il fatto che fossero soli contribuì se non altro a farla sentire vagamente a suo agio: parlare di cose così personali in mezzo ad un continuo via vai di gente non l’avrebbe aiutata ad aprirsi ed essere il più gentile e onesta possibile.
    Allungò leggermente il vassoio verso di lui, con l’intento di tenderglielo. Ecco, ora veniva la parte difficile. Si era immaginata più volte quel discorso, e si era anche ripetuta che se avesse dovuto farlo a chiunque altro, forse, sarebbe stato più facile. Sapeva che Barnes avrebbe complicato le cose, che non avrebbe mancato di farla sentire ancora più in imbarazzo e metterla a disagio, non era da lui facilitarle le cose. “Spero che tu stia meglio… sono venuta per scusarmi per quello che è successo… qualche giorno fa. Si sentiva chiaramente fuori luogo ma non per questo aveva intenzione di girarci intorno: preferì piuttosto arrivare dritta al punto e tagliare la testa al torto, aspettandosi comunque che la risposta di Barnes fosse tutto tranne che carina e in grado di farla sentire un po’ meno stupida a chiedere scusa, in mezzo al corridoio, a qualcuno che le faceva saltare i nervi per la maggior parte del tempo.


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    Se qualcuno gli avesse detto che in un pomeriggio qualunque Mia Freeman gli avesse dato dei biscotti in un vassoio, chiaramente fatti da lei per la loro forma per niente linare, Blake avrebbe fatto una faccia come per dire: "Cheee?", Ma adesso a vedere la ragazza in quel modo e mentre gli diceva chiaramente che si aspettava una battuta del genere, completamente comprensibile da parte sua, Blake non sapeva esattamente cosa dovesse dire. Insomma Mia lo aveva lasciato senza parole. Non la riteneva responsabile di quello che era successo, era stata manipolata esattamente come era successo alle sue lettere. Insomma non la stava mettendo a paragone a delle cose inanimate, semplicemente credeva che comunque non avesse molta scelta. Se solo la morte avesse deciso di manipolare lui, allora sicuramente Mia sarebbe morta! Con tutta la rabbia repressa che aveva dentro Blake era un bersaglio molto facile per certe tipo di cose, seppur non era una persona controllabile, ma accenderlo non era assolutamente una cosa rara ne tanto meno difficile. Bastava parlare un pò di più oppure avere un determinato atteggiamento e Blake sarebbe scattato come una molla. Quando sentì la voce della ragazza dire altro, distolse leggermente lo sguardo mentre si sistemò il ciuffo e poi tornò sugli occhi chiari della ragazza. Non sapeva benissimo cosa dire e non era uno che diceva "Grazie per le scuse, andrà tutto bene!" Purtroppo per Mia e per Blake, quest'ultimo era più da sviare il discorso. Sospirò appena prima di guardare i biscotti e prenderne uno. Ancora non diceva niente. Se lo girò tra le mani e cercò di ignorare le sue parole. Sei sicura che tu non li abbia avvelenati? Chiese prima di sogghignare e farne un mozzico. Cavolo se erano buoni. Sapeva cucinare la ragazza di fronte a lui, con quella divisa da Ametrin. Eppure non avrebbe mai immaginato che una come lei potesse finire in quella casata. Ecco, quella gli sembrava un'ottima argomentazione per non parlare di qualche giorno fa ... Finì il biscotto prima di scuotere il capo. Ti avrei fatto molto di più una dioptase, loro si che rompono con le regole e tutto il resto dietro... che ci fai tra gli Ametrin che sono persone così simpatiche? Le stava forse dicendo che gli stava antipatica? Beh si, ma era reciproco, quello era super ovvio. Ma Blake non era del tutto coglione ed anche se a volte cercava in tutti i modi di azzittire la sua coscienza, in realtà, alla fine, finiva sempre per sentirsi responsabile e quindi ascoltarla. Si allontanò un pò da lei e si poggiò sul freddissimo muro dell'accademia. Posò anche la testa in modo da riuscire a ragionare meglio. Poi tornò a guardare la ragazza. Non è colpa tua, hai agito come ti hanno fatto agire, anche perchè... parliamoci chiaramente, per quanto tutti si sforzino di dire che mi odino, alla fine finiscono sempre per affezionarsi a me... e beh, non li biasimo, anche io mi affezionerei a me stesso! Se Mia aveva fatto attenzione al suo molliccio allora avrebbe ricordato quello che aveva visto Blake e della sua paura più grande. Non era vero che si sentiva sempre superiore agli altri, la maggior parte delle volte era semplicemente un modo per non far del male a nessuno ed allontanare la maggior parte delle persone da lui. Ma finiva sempre per fare esattamente il contrario. Alla fine Blake riusciva sempre a portare caos dove andava. Aveva personalità e carattere da vendere, peccato che non riusciva davvero a canalizzarlo, a controllarlo, a indirizzarlo nel verso giusto! Le sorrise appena. Infondo, nonostante tu venissi guidata, non sei poi granchè con gli incantesimi, quindi non preoccuparti... sto bene! Non mi hai fatto nulla dopotutto! Stava mentendo, gli aveva fatto veramente male e quella sublussazione la sentiva ancora, ma Blake non avrebbe fatto assolutamente niente per farla sentire davvero in colpa. Per darle fastidio si, certo, per quello si sarebbe impegnato fino all'inverosimile, ma non voleva che Mia si sentisse ancora più in colpa di quanto stava dimostrando! Si diede un piccolo slancio dal muro per andare di nuovo verso i biscotti e prenderne un altro. Sono buoni, dovresti mangiarli anche tu.... non lo sai che chi mangia da solo si strozza? E poi non posso andare a correre in questo periodo quindi la mia linea ne risentirebbe! Blake era così. Si mostrava sempre menefreghista all'esterno anche se stava morendo dentro. Si sentiva in colpa per Ayla, per Theresa, per Nikolai che sicuramente stava soffrendo per sua sorella. Si sentiva responsabile per lui e l'ustione, per Mia che si sentiva in colpa a sua volta, per quel cretino di Alkos che alla fine aveva perso la memoria, per Jessica che aveva un figlio e lui aveva messo in pericolo, per Jesse che era la persona più dolce del mondo ed aveva visto una persona scomparire senza poter fare assolutamente niente e si sentiva in colpa per Joshua che sarebbe rimasto comunque confuso per un tot di tempo. Insomma. Se lui, Blake Barnes, quella sera avesse preferito leggere un libro invece di dare appuntamento a tutti quanti e fargli fare una stupida gara di coraggio, forse a quel punto, nessuno si sarebbe fatto male davvero ed Ayla e Theresa sarebbero state ancora li con loro. Tutto quello era ben nascosto sotto un sorrisetto furbo e di indifferenza contro il mondo.
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    Immaginava che la situazione sarebbe stata più imbarazzante e difficile del necessario. Non conosceva bene Barnes, non poteva dire che si fossero trovati dal primo momento, anzi, ed era stata la prima a partire con il piede sbagliato. A conti fatti se forse non avesse fatto come suo solito, pronta a rispondere senza mezzi termini a chiunque, magari sarebbe anche riuscita a cominciare in modo vagamente migliore. Rimaneva il fatto che Blake era quel genere di persona che continuava a metterla alla prova, molto spesso finiva per farle saltare i nervi ma doveva ammettere che annoiarsi con lui doveva essere impossibile. Certo, comunque lo considerava il proprio opposto, eppure si era ripetuta più volte che questo non doveva renderla una persona peggiore, non voleva che il caratterino di Blake avesse influenze negative sui suoi buoni propositi.
    Certo, non era una Santa, e non aveva mai cercato di esserlo, ma si era sempre prefissata di essere gentile se non altro, e comprensiva con le persone che le capitava di conoscere, non voleva fare eccezione per Barnes solamente perché non era una persona adorabile o facile da apprezzare. Non era comunque stupida, era la prima a capire come ci si sentisse a cercare di nascondere le proprie debolezze e aveva avuto modo di vedere Blake in diverse situazioni ormai, abbastanza da poter intuire che c’era qualcosa di più sotto la superficie di quel ragazzo che si poneva sempre in modo così deciso, come se fosse sempre sicuro di sé. Non aveva dubbi sul fatto che fosse anche lui un essere umano, che avesse delle debolezze e cercasse semplicemente di nasconderlo in modo diverso rispetto ad altri, finendo per provare ad allontanare le persone per la maggior parte del tempo. Questo non faceva di lei un’esperta, non poteva affermare con certezza che cosa passasse per la testa del ragazzo, ma quando aveva realizzato che forse non era tanto stronzo come voleva dimostrare aveva trovato un po’ meno sbagliato e imbarazzante scusarsi.
    Avrebbe potuto evitarlo, dopotutto non erano certi amici e non era sicura che avrebbe fatto molto la differenza, eppure sapeva che pur di difendersi avrebbe potuto ferirla quando ne aveva avuto l’occasione, il solo fatto che non l’avesse attaccata direttamente la diceva lunga su quanto potesse essere davvero stronzo. E tanto bastava per convincerla a perseverare. Alzò gli occhi al cielo e sbuffò piano. “Battuta scontata anche questa Barnes, stai perdendo la fantasia?!” rispose in realtà piuttosto ironica, non se l’era presa davvero ma si aspettava una battuta di quel tipo o qualcosa di simile se non altro.
    Le bastò guardarlo per capire che aveva apprezzato il suo pensiero e accennò un leggero sorriso soddisfatto: immaginava che non glielo avrebbe detto direttamente, questo non significava che non lo avrebbe preso in giro, ma se non altro si sentiva meglio all’idea di essere stata capace di fare qualcosa di buono. La cos ala confortò abbastanza da farle prendere quasi con filosofia la sua battuta. “Ma se fossimo tutto simpatici sai che noia…?!” gli fece notare con una certa leggerezza, per poi seguire con lo sguardo i suoi movimenti.
    Fino a quel momento non aveva potuto fare altro che immaginare come si sentisse rispetto a quello che era successo solo qualche giorno prima, e non aveva un’idea di precisa di come potesse voler affrontare quella situazione. Lei stessa si sentiva in colpa per come erano andate le cose, per Tess e Ayla ancora disperse, ma dopotutto era stato Blake a organizzare ogni cosa, forse lui si sentiva ancora più colpevole perché era stata una sua idea alla fine dei conti, quella intera serata era stata una sua pensata, anche se non poteva prevedere come sarebbe andata a finire. Mia aveva avuto modo di rendersi conto solo in parte quale fosse la vera personalità di Blake, forse avrebbe avuto un quadro più completo se avesse visto il Molliccio con in quale aveva avuto a che fare, ma in quei momenti era stata piuttosto impegnata e aveva solo notato la sua reazione e il fatto che fosse chiaramente turbato da quel che aveva vissuto, ma più che altro ricordava abbastanza bene il suo racconto alla lezione di Lancelot, per quel che contava. Aveva pochi elementi per riuscire a studiarlo a dovere, ma anche la sua frase bastò per farle alzare il sopracciglio, poco convinta. “Forse ti sei illuso che non sono brava con gli incantesimi perché non volevi fartela sotto.” lo prese in giro cercando di darsi un tono, dando per scontato che quell’argomento fosse stato superato. Quindi Blake l’aveva perdonata? Certo, aveva detto che pensava avesse agito come l’avevano obbligata ad agire, ma la sua battuta e il fatto che avesse velocemente cambiato discorso l’aveva convinta che forse nemmeno per lui era stato così semplice farsene una ragione.
    Di certo non si aspettava che le offrisse i propri biscotti e che le chiedesse di mangiarne a sua volta. Mia non aveva affatto fame, sapeva di aver risolto un problema ma sapeva anche che ce n’erano molti altri ancora da affrontare e alla sola idea il suo stomaco non poteva fare altro che chiudersi. Si guardò brevemente intorno, non avrebbe saputo dire nemmeno lei se avesse paura che qualche adulto li ascoltasse o se sperava che nessuno la vedesse chiedere qualcosa a Blake senza offenderlo o senza trattarlo come faceva di solito.
    “Io…non ho fame. In realtà sono preoccupata per Theresa e Ayla.” ammise, e anche se in quel momento nessuno avrebbe mai potuto dirlo perché appariva comunque calma e perfettamente controllata, in realtà sentì lo stomaco attorcigliarsi, convinta che probabilmente lui le avrebbe riso in faccia e non avrebbe ottenuto niente.


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    Osservò Mia come non aveva mai fatto fino a quel momento. Si era sempre soffermato solamente sui capelli troppo biondi e per i suoi ricordi troppo fastidiosi. Non si era mai concentrato sulle sue labbra ed i lineamenti del visto, aveva un bel fisico e tutto sommato era una bella ragazza. Aveva la divisa sempre composta ed il suo atteggiamento sempre misurato quasi lo metteva in guardia. Sapeva benissimo che chi aveva quell'atteggiamento fuori, lo faceva per nascondere qualcosa che aveva dentro. Come lo sapeva? Lo sapeva perchè suo fratello era esattamente in quel modo. Sogghignò per quando gli chiese se stava perdendo la fantasia, e si, forse la stava perdendo davvero ma quello non era il periodo giusto per fare niente. Tutto quello che era successo in infermeria qualche notte prima, come aveva reagito con Jesse, quello che Jesse gli aveva detto, che lo voleva proteggere, come aveva rispoto a Nikolai, come aveva trattato Skyler e come aveva ignorato del tutto Jessica. Jessica che aveva baciato Jesse! Insomma, Blake non era in vena di scherzare o fare eccessivamente lo stronzo con nessuno, voleva solamente starsene per fatti suoi e cercare di stare di più con Lilith. Forse lei era l'unica che riusciva a calmarlo, forse lei era l'unica cosa che in quel momento gli serviva veramente. Infondo non poteva fare altro ed anche se la notte stava uscendo per cercare le ragazze, se stava saltando anche le lezioni pur di non stare nella stessa classe con i suoi compagni, Blake non era riuscito a trovare una soluzione. Prese un altro biscotto. Si, erano veramente buoni ma questa volta non disse niente. Veramente, la morte ti ha guidata ed anche una schifezza e comunque, la tua potenza non è un granchè dovresti esercitarti di più... almeno se sei in pericolo saprai difenderti, infondo non sono tutti gentili come me! Oh certo, se anche lui si definiva una persona gentile, adesso veramente il mondo stava andando a rotoli e poi arrivò il vero motivo per il quale Mia era li. Posò il biscotto. Mihai fatto passare la fame anche a me. Ogni voltache nominavano quelle due ragazze lui si sentiva morire dentro come se qualcuno gli stesse dicendo, apertamente, che era tutta colpa sua. Perchè si sentiva responsabile per davvero. Guardò Mia più intensamente, il suo sguardo era incantenato a quello della ragazza. Mia, le posò una mano sul braccio. Promettimi che non uscirai da sola di notte per cercarle. Era preoccupato per lei? Si, lo era, come lo era per gli altri. Lui aveva fatto una cosa stupida ed aveva permesso a delle ragazzine, che era chiaro non avevano nessuna possibilità, di seguirlo. E la cosa assurda che nessuno di loro aveva mai messo in dubbio il fatto di seguire Blake, di notte, in giro. Alla fine anche la stessa Ametrina era rimasta! Sospirò. Ritirò il braccio. Le ritroverò e staranno bene. Davvero. Aggiunse poi facendole un piccolo sorriso. Infondo Blake si sentiva seriamente in colpa e la cosa non gli piaceva per niente, ma infondo quello era diventato il suo stato d'animo più frequente durante la sua vita, quindi era abituato a stare così. Mia... torna al tuo dormitorio! Che sei scarsa, non le potresti mai salvare! Ma glielo disse quasi sorridendo, era semplicemente un modo, seppur di merda, di allentare la tensione.
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    Mia non si aspettava di certo che Blake le desse subito ragione e si schierasse dalla sua parte, sarebbe stato estremamente strano per uno come lui e non si era nemmeno illusa che fosse possibile. Si aspettava, piuttosto, che il ragazzo semplicemente ridesse della sua preoccupazione e cercasse di minimizzare i problemi e i dubbi di quella che, ai suoi occhi, era solo una ragazzina. In quel momento, comunque, Mia non stava mancando di affrontare tutto nel modo più responsabile e adulto possibile, sempre che ne fosse ancora capace: non era certa di riuscirci, a dire il vero, e pensava che avrebbe finito per fallire e non riuscire a guadagnarsi nemmeno la sua attenzione.
    Non aveva previsto di certo che Blake provasse a proteggerla in qualsiasi modo, non era qualcosa che si aspettava da parte sua nonostante come si era comportato quella sera, si era impegnato comunque per non farle del male ma era convinta che fosse stata una questione dipendente più che altro dal contesto, forse era preoccupato anche lui per quello che la Morte avrebbe potuto farle e sul momento non aveva riflettuto granchè. Non pensava che Barnes potesse averla tanto a cuore da proteggerla, dopotutto si conoscevano ben poco e lei non gli aveva dato motivo per affezionarsi in alcun modo, non pensava nemmeno fosse possibile e lei stessa si era sorpresa quando si era ritrovata a pensare seriamente di cucinare per lui pur di chiedergli scusa e ottenere il suo perdono.
    Mia non era egoista, era solita cercare di fare del suo meglio per essere una brava persona, ma non cucinava di certo biscotti di scuse per tutti, e non credeva che Blake sarebbe stato uno di questi pochi eletti. Non si aspettava nemmeno che la sua risposta sarebbe stata ben diversa da un normale cercare di lavarsene le mani, e tanto meno credeva possibile per lui preoccuparsi per lei e provare a consigliarle di lasciare perdere. Certo, non capiva come potesse pensare che una cosa del genere funzionasse proprio con lei, ma doveva ammettere che se non altro ci aveva provato e forse anche solo quello meritava un minimo di riconoscimento.
    Non sapeva nemmeno lei se il ragazzo si aspettasse una risposta positiva, se davvero pensava che Mia avrebbe ascoltato il suo consiglio e si sarebbe fatta semplicemente da parte. Come lei non lo conosceva, anche lui non poteva aver certo capito tutto di lei ed era sicura che avesse delle idee ben precise di lei, forse non del tutto corrette a quel punto. Entrambi avevano le loro maschere per difendersi dal mondo esterno, questo era qualcosa che la ragazza non aveva faticato a capire, ma si chiedeva fino a che punto la propria la stesse nascondendo.
    Non era una che si faceva comprare tanto facilmente, piuttosto quando si metteva in testa qualcosa era impossibile distrarla o farle cambiare idea. In quel caso considerava davvero Theresa una potenziale amica e un’ottima compagna di stanza, voleva che stesse bene e che fosse al sicuro e non accettava l’idea di lasciarla a sé stessa, dispersa chissà dove. Si irrigidì istintivamente quando Blake la toccò, ancora a disagio in quel tipo di vicinanza e incapace di accettare che un ragazzo potesse toccarla in quel modo, per quanto confortante volesse essere. Sostenne il suo sguardo e non faticò ad interpretare le sue parole: le stava sconsigliando di andare fuori di notte a cercarla da sola, ma lei non aveva fatto menzione della cosa, inoltre da quel che aggiunse poco dopo era palese che lui ci stesse invece provando.
    Si impuntò quindi, appigliandosi a quel bagliore di speranza che tanto bastò per incendiarla. “Non devi andarci da solo, possiamo andarci assieme.” affermò con sicurezza e Merlino solo sapeva che cosa Barnes avesse appena causato. Mia si era appena convinta che lui sarebbe andato a cercare le ragazze, che forse aveva già provato a farlo, e se non le avesse permesso di andare da sola di certo si sarebbe autoinvitata in qualche modo.
    Sbuffò quando provò ancora ad offenderla dicendole che era debole e che non avrebbe potuto salvarle. Il ragazzo aveva già fatto il suo errore e di certo ora non l’avrebbe più fermata tanto facilmente. “Beh allora ci sei tu che sei più bravo di me, ma un aiuto in più non fa mai male. E poi se dovesse servirvi una mano posso tornare utile” affermò con una certa convinzione, e quello era solo un assaggio di quanto poteva essere cocciuta e testarda quando ci si metteva. Se necessario non avrebbe esitato a passare anche ore a spiegare a Blake perché non avrebbe potuto proprio rifiutare la sua presenza, ma immaginava che sarebbe stato controproducente per cui alla fine si limitò a cercare di trasmettergli la sua convinzione. “Pensaci almeno, perché ti avviso che se non mi lascerai venire troverò un modo per venire lo stesso. Tess è la mia coinquilina, e non intendo fare finta di niente” affermò fissandolo intensamente.



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    Quella ragazza non lo conosceva affatto e Blake era diventato così bravo a nascondere la sua vera natura che neanche più si ricordava davvero quale fosse. Il problema principale di tutto era che alla fine lui cercava seriamente di fare qualcosa di utile a tutti, ma finiva sempre per sbagliare sia i modi che i tempi. Blake era fatto in quel modo, un concentrato di follia ed estremo disagio che lo caratterizzavano in maniera particolare, ma netta. Gli piaceva essere un pò il capetto della situazione, sapeva di essere una persona intelligente, ma non si applicava abbastanza. Ecco. Era il classico studente adolescente a cui la frase "è intelligente ma non si applica abbastanza" calzava a pennello. Il punto era proprio questo. Doveva assolutamente cominciare a smetterla di avere quell'atteggiamento passivo aggressivo che non faceva altro che allontanarlo da tutto e da tutti. Ma perchè mai doveva farsi avvicinare? Perchè mai una Mia doveva essere suo amico? Non è che lui non credesse nelle sue potenzialità, anzi, il problema era che ci credeva pure troppo, ma sapeva che riusciva a generare caos solamente con la sua presenza, figurarsi con un'amicizia ben salda! Sospirò a sentire tutto quello che disse la bionda, ma questa volta non le rispose, riprese il suo biscotto mangiucchiato e la guardò mentre lo finiva. Forse doveva semplicemente cominciare a dire le cose come stavano più esplicitamente, perchè era evidente che non era stato abbastanza chiaro. La guardò quasi rassegnato. Voleva addirittura andare con lui nel bosco? Senti Freeman. Sono state rapite solamente ragazze, tu credi che sia una buona idea? Insomma, usa quella testolina invece di dare fiato senza senso. Si, voleva farla ragionare, ma sempre con i suoi modi ed il suo atteggiamento che sicuramente avrebbero indispettito solamente di più la ragazza. Il punto era anche un altro. Blake si divertiva parecchio a far saltare i nervi alle persone, che siano maschi e femmine a lui non interessava. l'importante era che si innervosissero. Lui pensava che solo a quel punto sarebbe uscita la vera natura della persona che aveva davanti. Se sono da solo, mi sento responsabile solamente di me stesso, e me la cavo bene! Se siamo in due, che sia tu o un altro mio amico, mi sentirò responsabile anche dell'altra persona e non mi sembra il caso. Inoltre sei una ragazza e da quello che sembra, le ragazze sono i bersagli perfetti di questi stronzi. Adesso, vuoi aiutare Theresa ed Ayla? Bene, un modo c'è. Comincia a fare quello che ti riesce meglio, e cerca qualcosa di utile su chi davvero potrebbe essere il responsabile. Magari nella sezione proibina c'è qualche libro che racconta di qualche sparizione o di qualche essere stronzo e pervertito che rapisce ragazze per una certa scadenza. Ecco, si sarebbe utile conoscere sulla carta il nostro nemico. Quindi... invece di venire nel bosco con me per voler stare necessariamente vicino a me, e ti ricordo che sono fidanzato... Lo diceva più per stemperare un pò la situazione che per altro. La situazione cominciava a farsi pesante e per quanto Blake si sforzasse di non essere sempre così narcisista, non ci riusciva proprio a sottolineare il fatto che lui fosse bello! Potresti esplorare una parte della biblioteca che tanto ti piace. Visto che io non ho confidenza con quella parte del castello. Se vogliamo trovarle, bisogna cominciare a giocare di astuzia e non di istinto. Quindi , Mia ognuno si metta a fare quello che sa fare meglio! Se le parole non fossero uscita dalla bocca più istintiva del mondo, quella sarebbe stata un'ottima strategia. Ma infondo era quello che pensava davvero. Se solo si fosse messo ad applicarsi seriamente, Blake sarebbe diventato davvero un Leader in quella scuola, ma uno di quelli che fanno fare cose straordinarie e non cazzate senza senso. Doveva solamente capirlo lui e cercare di smetterla di avere sempre questo caratteraccio! Prese un altro biscotto. Oh maledizione, addio mesi e mesi di allenamento! Bofonchiò guardando il biscotto al cioccolato. Erano dannatamente buoni quei biscotti, maledizione!
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    Se si era sforzata fino a quel punto era solamente perché che aveva una visione di Blake ben più positiva e degna di quanto le sarebbe piaciuto ammettere. Non avrebbe mai detto ad alta voce che lo apprezzava, o che pensava che sotto sotto potesse anche essere una brava persona, ma era innegabile che se non avesse visto in lui nemmeno un vago bagliore per il quale valesse la pena lottare di certo non si sarebbe sprecata tanto solo per chiedergli scusa. Certo, aveva dei valori e delle credenze piuttosto rigide, maturate nel tempo e costruite ad hoc proprio per rendere la sua vita più semplice, almeno ai suoi occhi, e per darle una guida quando non c’era nessuno se non lei per indicarle la strada giusta, ma non significava che fosse disposta a fare di tutto solo per sentirsi una persona migliore, aveva anche lei dei limiti. Credeva seriamente che fosse importante rispettare chiunque e che non si dovesse mai dimenticare che tutti avevano le proprie battaglie, ma di fronte a persone come Blake le veniva facile mettere da parte le sue convinzioni e comportarsi in modo tutt’altro che carino. Si vergognava di quella parte di sé, del suo darsi sempre ottimi consigli per poi ignorarli puntualmente quando il gioco si faceva più difficile, e ancora di più la imbarazzava ammettere i propri errori e dover fare qualcosa per rimediare.
    Oltre al fatto che voleva davvero essere utile nella ricerca di Tess, voleva davvero accertarsi che Blake non ce l’avesse con lei, per qualche ragione l’idea di non passare per una che avrebbe ucciso qualcuno che non le stava troppo simpatico la sollevava più di quanto avrebbe pensato. Ora che sapeva che nessuno le dava la colpa per quel che era successo non aveva certo smesso di sentirsi una persona terribile, ma le sembrava di essere un po’ più leggera se non altro.
    Forse non si aspettava un discorso così preciso e così articolato da parte di Barnes, si era limitata a prendere in considerazione la possibilità che decidesse di riderle in faccia o che al massimo l’avrebbe cacciata in malo modo ma non aveva pensato al ragazzo come uno in grado di spiegarle per filo e per segno che cosa non andasse nella sua idea e che cosa avrebbe potuto fare di utile per la causa. Era talmente sorpresa che non si accorse nemmeno subito della sua nuova battuta narcisistica, e quando realizzò quel che aveva appena detto alzò gli occhi al cielo, sospirando piano.
    “Non mi importa della tua situazione sentimentale, Barnes, ma il tuo ragionamento ha sorprendentemente senso.” si ritrovò ad ammettere, incredula lei per prima di aver appena detto una frase del genere. In effetti non poteva dargli torto, era davvero brava nelle ricerche e se c’era qualcuno che voleva davvero rapire delle ragazze allora forse era sensato non andare a cercare Tess e Ayla. Certo, non impazziva all’idea di lasciare Barnes da solo,più che altro per una questione logica: sapeva bene che se gli fosse successo qualcosa non avrebbe saputo né come aiutarlo, né come scoprirlo, né come proseguire ma dubitava che potesse fare poi molto per imporsi di più di così. Sospirò piano, provando ad ignorare il fastidio che le dava dargli ragione così palesemente e arrendersi prima ancora di avere cominciato.
    “Mi occuperò delle ricerche in biblioteca, va bene, ma solo se prometti di non fare cazzate. E prima che tu lo dica no, non c’entra il fatto che sono misteriosamente innamorata di te o stronzate simili, ma non ci servono altri dispersi.” osservò nel modo più chiaro possibile, sperando che il messaggio arrivasse forte e chiaro anche se sospettava che uno come Barnes non si sarebbe trattenuto più di tanto. Se non altro considerò l’ennesima vittoria vedere quanto effettivamente apprezzava i suoi biscotti e nonostante la situazione accennò un vago sorriso.
    “Forse li ho fatti proprio per diminuire il tuo fantomatico fascino.” buttò lì per scherzare, intuendo che forse era il caso di provare ad alleggerire un po’ la situazione, se non altro le piaceva di più l’idea di cercare informazioni piuttosto che quella di non fare assolutamente niente.



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    Ultimamente succedeva in continuazione. Tutti pensavano che lui fosse una testa di cazzo non ben identificata e che non riuscisse a dire qualcosa di sensato. L'espressione di Mia stava semplicemente confermando tutto quanto quello che stava pensando. Blake mostrava solamente quello che voleva, era stupido non farlo e sicuramente non aveva nessun dubbio sul fatto che le persone lo sottovalutassero spesso e volentieri. Non era una persona stupida, non era un ragazzo senza cervello, era semplicemente un ragazzino che non aveva disciplina. Ecco cosa gli mancava, la disciplina che nessuno mai gli aveva imposto. Lui si fidava di se e del suo istinto. Solo Aaron era il suo specchio ed il suo grillo parlante, per il resto, Blake tendeva sempre ad allontanare e mai ad essere totalmente inclusivo. Con Mia succedeva la stessa cosa. Sapeva che quella ragazza fosse intelligente e a modo suo la stimava, anche perchè avevano condiviso un momento non facile dalla loro vita, ma doveva ammettere che il fatto di essere sottovalutato da lei non gli piaceva affatto. E quando gli diede ragione alzò gli occhi al cielo. Ti rendi conto che, da quando mi conosci, ho sempre avuto ragione, oppure non te ne sei mai accorta? Certo che aveva ragione. lui non dava fiato alla bocca senza pensare. Erano le sue azioni ad essere alquanto impulsive e molto stupide, ma comunque Blake quando parlava diceva le cose con cognizione di causa. Era sempre stato bravo nelle strategie, non altrettanto ad eseguirle, ma comunque molto bravo a pianificarle. L'unica cosa che doveva imparare a mettere in conto erano gli imprevisti. Ecco si, erano quelli che lo avevano fottuto in quell'occasione e che doveva non solo prevedere ma doveva trovare un modo di risolvere o aggirare. Sospirò ancora prima di scuotere la testa. Misteriosamente innamorata di me... oh signore! Neanche io potrei parlare mai di una cosa del genere, dovresti prima conoscermi per innamorarti, io non ci credo nell'amore... in generale, figuriamoci a quello a prima vista... ma infondo sei stata tu a nominare una cosa del genere! La prendeva in giro con il suo solito tono sarcastico. Poi si avvicinò a lei, troppo effettivamente. Il fatto che ti fai promettere che non vuoi che faccia cazzate, vuole dire solo che ci tieni a me! Le sussurrò appena, allontanandosi e prendendo un ennesimo biscotto. Era ovvio che non si fosse avvicinato veramente tanto, ma er ad un palmo dalla sua faccia e questo modo di fare che aveva avrebbe fatto impazzire la riccia, ne era sicuro. Ma Blake era così. Non avrebbe mai e poi mai tradito Lilith, il tradimento non era nel suo codice morale, ma quello non voleva dire che non poteva fare lo stronzetto e dare fastidio a qualcuna. Lo faceva continuamente con la Lynch, perchè non cominciare anche con la Freman! Infondo doveva mettere un pò di brio nella sua vita. Ed era assolutamente certo che lei e la sua ragazza sarebbero andate veramente d'accordo. Per quanto Blake avesse una cotta per Lilith, riconosceva il fatto che fosse una perfettina assurda. Davvero pensi che io non abbia fascino? Quindi devo dedurra che cucini biscotti per tutti i ragazzi della scuola? Ecco, era passato di nuovo a fare lo stronzetto, ma dopo due giorni di inferno, quello era il suo piccolo momento di svago, tutto qua!
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    Si poteva dire che, in effetti, Mia non sempre facesse le scelte migliori, infondo nonostante tutto non sembrava aver nascosto troppo bene quel che pensava di Blake, e lui non aveva mancato di accorgersene. Non lo considerava davvero così tanto stupido, ma tendeva comunque fin troppo spesso a considerare quelli che si ponevano come lui come persone che non brillavano certo in intelligenza, e dopotutto non era troppo entusiasta nel mostrarsi in errore, in generale. Impiegava sempre parecchio a ragionare sulle cose, si concentrava su cause e conseguenze anche fin troppo, e quando comprendeva di avere comunque dimenticato qualcosa era chiaro che la sensazione non fosse affatto piacevole. E sì, Barnes aveva ragione, aveva avuto fin troppo spesso ragione fino a quel momento e lei non era per niente entusiasta all’idea che sarebbe sempre stato così. Sbuffò piano ma si limitò a non rispondere alla sua battuta, il che la diceva abbastanza lunga su quanto se ne fosse accorta e sul fatto che non poteva dargli torto: non pensava che Barnes fosse stupido, a dire il vero aveva visto come si comportava in momenti di tensione e, a parte per la sua capacità innata di lanciarsi nel vuoto e agire senza pensare, in parte apprezzava il suo modo di reagire, se non altro sembrava più sicuro di lei, ma quello non aveva di certo intenzione di ammetterlo.
    Stava imparando a capire se non altro come comportarsi con lui, non aveva intenzione di dargliela vinta e dopotutto stare al suo gioco sembrava quasi divertente, almeno quando evitava di farle saltare i nervi del tutto, dopotutto non era così male per una come lei che finiva sempre per essere così rigida e così seria, o almeno ci provava. Mia era molto più pacata e razionale di Barnes, ma questo non voleva dire che non sapesse tenergli testa, a dire il vero il fatto che anche lui continuasse a punzecchiarla le sembrava dirla lunga su quanto anche lui si divertisse. Certo, questo non faceva altro che renderlo ancora più stronzo, si chiedeva se avesse un limite oppure no.
    Probabilmente l’unica cosa che davvero non riusciva a tollerare era la tendenza di Barnes di continuare a starle troppo vicino. Sapeva che si trattava di un modo di interagire, poteva riuscire a comprenderlo, era lei ad avere problemi con il contatto fisico e non tollerare quel genere di mancanza di spazio personale. Non potè fare a meno di cercare di ritrarsi, poteva ancora provare a sopportare una mano sul braccio o lui che cercava di toccarla, ma quello era fin troppo, le portava alla mente situazioni e circostanze che preferiva di gran lunga non ricordare. Serrò la mascella senza nemmeno rendersene conto, guardandolo male. “Semplicemente non ti voglio sulla coscienza, Barnes, non ti fare strani castelli in aria.” cercò di azzerare il suo entusiasmo in qualche modo e di tornare, più che altro, in una situazione che la facesse sentire vagamente più sicura di sé e non così tanto sotto pressione.
    Colse la palla al balzo e accennò un sorrisetto tagliente, poco dopo, trovando il perfetto appiglio per tornare la solita Mia di sempre, pronta a rimettere Barnes al suo posto. “Esattamente, sei uno dei tanti Blake, fattene una ragione” buttò lì anche se no, non avrebbe fatto dei biscotti per chiunque né tanto meno si sarebbe sforzata per chiedere scusa a qualcuno se non avesse pensato che ne valeva la pena. E no, davvero non era innamorata di Blake, non lo trovava affascinante ma c’era qualcosa nel suo modo di porsi che, malauguratamente, le ricordava sé stessa, per una ragione che nemmeno lei era in grado di comprendere.

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    Le dava fastidio il contatto fisico. Voleva dire che aveva subito qualcosa. Si vedeva dalla sua faccia, la sua espressione cambiava radicalmente. Ma in quel momento aveva già tanto a cui pensare che Mia doveva aspettare. Appena Ayla e Theresa sarebbero tornate a casa avrebbe ripreso esattamente da doveva aveva lasciato. Si allontanò da lei, prendendo ancora qualche biscotto al cioccolato prima di ridacchiare. Non mi copiare le battute Freeman... Non è carino da parte tua! Rispose quando lei gli disse che non lo voleva sulla coscienza. Comunque era felice almeno di una cosa, che lei si era convinta e dentro la scuola non le sarebbe capitato niente di male. Le ragazze che riteneva essere ala sua altezza erano così poco che gli dispiaceva dover levare Mia dalla lista. Non era un'oca, non ci provava con lui, ma allo stesso tempo, era evidente, che non gli fosse completamente indifferente. Blake apprezzava più le ragazze che riuscivano a stargli vicino senza sbavargli dietro che quelle che non facevano altro che attirare la sua attenzione. E poi c'era Lilith. Lei era un caso particolare, ma che comunque non era paragonabile a nessuna delle ragazze che aveva avuto o comunque che conosceva. Quando lo chiamò per no, in quella che doveva essere una frecciatina sogghignò. Cominci a prendere confidenza, che mi chiami per nome?Nah, a chi lo vuoi mettere a credere, io non sono chiunque! E di quello ne era certo. Quando la prendeva in giro sul fatto che fosse "segretamente" innamorata di lui, lo diceva solamente per farla innervosire. Solamente per quello. Niente di più niente di meno. Il fatto era che Blake una volta scoperto il punto debole delle persone lo usava solamente per innervorle ed adesso che aveva capito che a Mia dava fastidio la troppa vicinanza, beh, voleva sapere assolutamente il perchè. Sorrise ancora prima di scuotere il capo. Beh, credo che tu abbia goduto della mia presenza fin troppo, quindi.. vado dalla mia riccia! Aggiunse poi lasciandole un sorrisetto che non prometteva niente di buono. Avrebbe continuato a punzecchiarla fino a farle sbattere un piede per terra per il nervoso, ma la verità era che Blake aveva bisogno di riposare la spalla e di stare un pò tranquillo, un pò per i fatti propri. Doveva pensare e riflettere. Il suo senso di colpa era veramente molto lontano nel andarsene completamente, e se avesse saputo che stava andando nelle cucine e la sua bella sarebbe stata rapita di li a poco, magari la decisione sarebbe stata diversa. Ed invece, con quel fare strafottente e la sua noncuranza ed indifferenza per il mondo si diresse esattamente li, dove sarebbe successa l'unica cosa che lo avrebbe cambiato per sempre. Si fermò a metà corridoio. Comunque, la prossima volta, i biscotti mi piacerebbero con un pò di cannella ed arancia dentro! Per il resto, sono buonissimi! O certo, se lo si viziava una volta, era viziato per sempre!
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